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Leguminose, un piano per l’Europa nella nuova PAC? Progetto di relazione Parlamento Europeo

16 Novembre 2010
Leguminose, un piano per l’Europa nella nuova PAC? Progetto di relazione Parlamento Europeo

Lo storico deficit di legumi dell’UE, così importanti per la filiera zootecnica, potrebbe essere ad un punto di svolta. Il Parlamento Europeo ha infatti presentato una relazione, in seguito a 2 studi di settore circa la dipendenza da proteine vegetali UE-, che verrà votata il prossimo gennaio 2011.  Oggi l’Europa importa infatti il 70% di proteine vegetali, e solo il 3% della sua superficie agricola è interessato nella produzione di leguminose. La relazione, intitolata “Sul defiti proteico dell’UE: quale soluzione a questo annoso problema?”, evidenzia tutti i problemi che un “piano proteine “ per l ’Europa potrebbe avere. Non solo in termini di approvvigionamenti alimentari e di conseguente sicurezza alimentare, ma anche ambientali. Infatti, le leguminose potrebbero risultare utili:

–          Nel fissare l’azoto nel terreno, eliminando o riducendo il problema dei nitrati in molte aree UE

–          Nel contribuire alla fertilità dei suoli, fissando un maggiore numero di elementi nutritivi e diminuendo il fabbisogno energetico della coltivazione

–          Nel lottare al cambiamento climatico, grazie alla stessa maggiore efficienza energetica

–          Nel diminuire l’inquinamento delle acque e le infiltrazioni di nitrati e fosfati nelle falde acquifere.

–          Nel favorire la biodiversità ed il recupero di varietà locali sacrificate alla monocoltura del mais

La dipendenza europea dalle proteine vegetali nasce nel 1992, in risposta ad un accordo commerciale in particolare con gli USA (accordo di Blair House, che favoriva la produzione di cereali in Europa e di leguminose in USA, con accesso di queste a dazio zero in Europa), ma tante cose da allora sono cambiate. L’Europa è diventata via via sempre più dipendente per il proprio approvvigionamento di materie prime mangimistiche dal Nord e Sud America, proprio mentre andava verso politiche agroalimentari improntate al rispetto ambientale, alla gestione di problemi storici come i nitrati, alla biodiversità, alla tracciabilità.

La dotazione di un piano europeo per le leguminose avrebbe il vantaggio di ottenere molti benefici insomma, in linea con le più evolute attese dei cittadini dall’agricoltura. Questa la richiesta avanzata dal Progetto di relazione del Parlamento, che chiede pertanto che la revisione della PAC come gestita dalla Commissione Europea possa tenere conto di misure atte a favorire la produzione di leguminose in Europa: entro sistemi migliorati di rotazione delle colture, incrementando i redditi degli agricoltori e affrontando la tutela di beni pubblici (acque, sicurezza alimentare, ambiente e sistemi idrogeologici).

Nel progetto si chiede pure alla Commissione

–          di presentare al più presto uno studio che valuti la possibilità di sostituire le importazioni di proteine vegetali/legumi con produzione interna UE. Tale studio dovrebbe valutare inoltre l’impatto di tale sostituzione sul reddito degli agricoltori e gli altri effetti positivi su ambiente come indicati.

–          Di valutare il gap di conoscenze circa le proteine vegetali, che sono state abbandonate anche circa gli aspetti di tecnologia, ricerca e sviluppo

–          Di rivedere le buone pratiche agricole UE, con una nozione ampliata di rotazione colturale, che dovrebbe obbligatoriamente comprendere colture proteiche nazionali quale misura precauzionale contro le malattie delle colture e la volatilità dei prezzi nelle produzioni animali.

Insomma, sembra una piccola cosa ma in realtà se si proseguisse lungo la strada indicata dal PE, si potrebbe andare incontro a molte esigenze emergenti circa il ridisegno della PAC.

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(si ringrazia Paolo Magaraggia -Coldiretti Brussels- per il prezioso contributo)