Una lettera aperta, che molti cittadini e consumatori UE hanno potuto firmare elettronicamente (http://www.policat.org/) e inviare con un click, aveva chiesto alle istituzioni europee di fare qualcosa per fermare i comportamenti contrattuali scorretti dei supermercati verso i fornitori (agricoltori inclusi). Supermercati da qualche tempo sotto la lente di ingradimento della Commissione Europea, ancora indecisa se fare qualcosa di davvero risolutivo- una direttiva o meglio ancora, un regolamento– o se invece continuare ad affidarsi a iniziative volontarie. Tuttavia tali iniziative volontarie degli stakeholders, lanciate ufficialmente a settembre (“The Supply Chain Initiative”) gestite proprio dalla distribuzione, non sembrano efficaci. E non rispondono nel merito ad alcune richieste come avanzate dagli agricoltori.
Proprio mercoledì 3 dicembre, gli agricoltori europei di Copa Cogeca, insieme a Coldiretti, hanno chiesto con nuova voce dei segnali in tal senso. “L’esecutivo UE deve proporre nuove regole per contrastare le prassi sleali lungo la filiera alimentare", ha ribadito Copa Cogeca entro un workshop presso il Parlamento Europeo. La richiesta arriva sottolineando che le iniziative volontarie tal quali non bastano. “E’ l’anonimato dei fornitori che segnalano gli abusi e le reali sanzioni che sono ancora i punti deboli di questo accordo volontario. Le sanzioni non sono abbastanza dissuasive da prevenire contratti capestro o la rottura di quelli a tutela degli agricoltori”, ha affermato il Segretario Generale del Copa Cogeca, Pekka Pesonen. “Tale accordo deve inoltre includere compensazioni monetarie per chi si rivale, se i principi di buone prassi contrattuali non vengono applicati”, ha sottolineato Marc Rosiers, Vice-Presidente del gruppo di lavoro sulla filiera alimentare.

La risposta
Proprio in questi giorni è arrivata la risposta della Commissione (Direzione Mercato Interno, Michel Barnier) alla lettera pubblicata sul sito. Nella risposta, si precisa che “non è stato possibile per il Commissario rispondere individualmente a ogni persona che ha inviato, risultando preferibile pubblicare sul sito web una risposta unica.
“Grazie per esprimere le vostre opinioni sulle Pratiche Commerciali Sleali. Sono pienamente d’accordo che relazioni commerciali eque e sostenibili siano essenziali per garantire il corretto funzionamento del commercio al dettaglio catena di fornitura. Un forte potere contrattuale non deve essere mai abusato in modo sleale, né da parte dei supermercati , né da parte dei fornitori di beni di consumo. Il Libro Verde sulle Prassi Commerciali Sleali, adottato dalla Commissione nel mese di gennaio, ha lanciato una vasta consultazione pubblica europea su questa importante questione. Abbiamo ricevuto 200 risposte delle parti interessate. I risultati della consultazione sono disponibili sul nostro sito al seguente link.
Il personale della Commissione sta attualmente valutando la presenza e le conseguenze di tali pratiche nel settore alimentare nonché le possibili azioni per affrontare queste pratiche. Siamo ora alla fase finale del nostro lavoro e questo sito sarà aggiornato al più presto pubblicando una decisione sul tema. Vorrei sottolineare che qualsiasi soluzione presa sarà monitorata dalla Commissione. Mi auguro sinceramente che insieme a tutte le parti interessate si riusciranno a conseguire più equi rapporti commerciali lungo la catena di approvvigionamento alimentare .”
Intanto si apprende che lo studio di impatto della Commissione Europea, atteso per dicembre e primo passaggio per definire una eventuale azione normativa, probabilmente slitterà di qualche mese. I giorni scorsi, la distribuzione UE aveva brindato ad un virtuale "premio nobel per la pace" che non aveva mancato di scatenare polemiche.