Una lettera firmata dalla DG Impresa è arrivata nei giorni scorsi alla Piattaforma Prassi Contrattuali Business to Business del Gruppo di Alto Livello per il Funzionamento della Filiera Alimentare: considerando che alcune organizzazioni non hanno sottoscritto l’accordo per un governo volontario delle relazioni di filiera, si riconosce come ciò possa seriamente minarne la portata e l’utilità.
La Commissione invita pertanto le organizzazioni della Piattaforma a dare risposte ad alcuni dubbi, di fatto gli stessi avanzati dagli agricoltori relativamente a:
- chi sceglie la modalità di risoluzione della controversia in caso di parere diverso tra fornitore e acquirente;
- se vanno prese misure più serie per garantire l’anonimato di chi ricorre, e impedire le ritorsioni da parte del partner commerciale più forte;
- se vanno poste in essere sanzioni credibili e dissuasive;
- se i tempi per la realizzazione vanno resi più celeri;
- se gli indicatori di successo o fallimento dell’iniziativa ugualmente vanno indicati.
Ora la pausa estiva non aiuta a fare chiarezza, ma oltre ai dubbi della Commissione Europea vi sono anche quelli dell’industria alimentare, mai così spaccata tra piccole e medie imprese- che vorrebbero uscire da un accordo giudicato troppo blando- e le grandi multinazionali. Che avendo ancora un buon potere negoziale verso la Grande Distribuzione, in ragione di prodotti “must have”, se la possono ancora cavare senza troppi danni.
Intanto altri gruppi di stakeholders europei stanno aspettando segnali dalla Commissione per decidere se appoggiare l’iniziativa: Eurocoop (cooperative dei consumatori) e l’European Retail RoundTable.ERRT- che raccoglie i maggiori retailer del Regno Unito.
Oltre a Copa Cogeca anche Clitravi – che rappresenta i macelli – ha deciso di non proseguire con l’accordo, ritenendo troppo radicale la distanza, e tale da non poter essere colmata semplicemente con un nuovo round di negoziati tra membri della Piattaforma.