La spesa media delle famiglie italiane per l’olio di oliva e’ crollata ad appena 11,42 euro al mese ed e’ risultata inferiore a quella di 11,79 euro dell’acqua minerale. Un dato paradossale, se si considera che l’acqua è un bene pubblico, che dovrebbe essere disponibile quindi per tutti, gratuitamente.
La spesa di acqua minerale era di 21.270 lire nel 1997, a fronte di una spesa di 27.670 lire per l’olio di oliva, nello stesso anno. Da quel momento in poi il rapporto ha cominciato ad invertirsi.
Con la crisi, che costringe gli italiani a risparmiare, si e’ verificata una proliferazione sui banchi dei supermercati di oli d’oliva provenienti dall’estero di dubbia qualita’, come dimostra il boom di sequestri di bottiglie irregolari effettuato dalle forze dell’ordine del Corpo Forestale. Sul mercato si trovano oli di oliva venduti come italiani a prezzi che non riescono a coprire neanche i costi di raccolta delle olive.
"La legge "Salva olio" – afferma il presidente della Coldiretti Sergio Marini – e’ "il risultato di una battaglia fatta insieme ai consumatori, alle forze dell’ordine, al mondo della ricerca e alla magistratura verso la direzione della trasparenza e contro le lobby, a difesa dell’olio italiano di cui dobbiamo andare fieri".
Gli italiani sono i primissimi consumatori europei e anche mondiali di acque minerali in bottiglia, nonostante una elevata disponibilità d’acqua. Ogni italiano beve annualmente circa 200 litri di acqua in bottiglia, ben otto volte la media mondiale e il doppio che nel resto d’Europa. Mediamente un litro di acqua minerale costa 0,40 Euro (circa 775 “vecchie Lire”) al litro contro 0,001 Euro (meno di 2 “vecchie Lire”) al litro dell’acqua potabile del rubinetto.
Qualità
La legislazione italiana ha parametri molto restrittivi (circa 200) per l’acqua di rubinetto, rispetto all’acqua “minerale” in bottiglia (solo 48). In generale, l’acqua di rubinetto non ha nulla da invidiare a quella in bottiglia, ed è molto controllata. Se in ogni caso si vuole scegliere oculatamenta un’acqua in bottiglia, l’Arma dei carabinieri consiglia quali parametri utilizzare per comprare bene.
In ogni caso, circa la sicurezza, l’acqua in bottiglia è regolata a norma dei valori chimici contenuti nella Direttiva 2003/40 della Commissione e ancor prima, la 1998/83, che stabilisce come gli stati membri possano aggiungere ulteriori parametri, a tutela della salute dei cittadini.
Impatto ambientale
Secondo il Rapporto Ambiente Italia 2012 di Legambiente – in Italia vengano prodotti 12 miliardi di litri di acque imbottigliate, che prevedono l’utilizzo di oltre 350 mila tonnellate di PET, e l’emissione di quasi un milione di tonnellate di CO2. Il paradosso è che il paniere della spesa degli italiani dedica più spazio- e costi- per l’acqua in bottiglia, con effetti anche drammatici di impatto ambientale.
Effetti sulla salute
Un altro aspetto delicato delle acque minerali naturali, come recepito dalla Direttiva Europea del 2009 in materia, riguarda poi la possibilità di aggirare le rigide prescrizioni sui vanti nutrizionali e sulla salute (reg. 1924/2006). Infatti, a norma dell’articolo 9 della Direttiva 2009/54 del Parlamento e del Consiglio- sebbene le acque minerali naturali non possano menzionare riferimento a cura di malattie, possono, in appoggio alla normativa nazionale di ricezione della comunitaria:
– autorizzare le menzioni «stimola la digestione», «può favorire le funzioni epatobiliari» o menzioni analoghe. Essi possono inoltre autorizzare altre menzioni purché non siano in contrasto con i principi di cui al primo comma e siano compatibili con i principi di cui al secondo comma. 3.
– avere particolari per menzioni, sia sulle confezioni o sulle etichette, sia nella pubblicità, concernenti l’idoneità per l’alimentazione dei lattanti.
In realtà, sappiamo che spesso la normativa viene usata per suggerire in pubblicità che le acque minerali possano avere effetti drenanti, o possano costituire un supporto per dimagrire. Tutti messaggi poco consoni e in grado di fuorviare i consumatori.