Insetti a tavola oppure no? Il quesito non è da poco. Al punto che la Commissione Europea ha chiesto un parere scientifico a Efsa, l’Autorità Europea per la Sicurezza Alimentare, e atteso entro luglio 2015– al fine di definire i potenziali rischi microbiologici, chimici ma anche ambientali di una dieta “a base di insetti”. Se oggi oltre due miliardi di persone nel mondo si nutrono di insetti, in varie parti del globo, uno degli aspetti più critici- al di là di quelli microbiologici- sembra dovuto alle proteine contenute, che in alcuni casi potrebbero provocare reazioni allergiche.
Olanda e Belgio sembrano al momento favorire un approccio rilassato, con una valutazione caso per caso: ma in Lussemburgo le autorità hanno optato… per un divieto assoluto- almeno in mancanza di una cornice comunitaria di approvazione, come contenuta nella normativa sui “Novel Foods”. Tale normativa -allo stato presente delle cose- ha visto gli emendamenti del Parlamento UE sulla bozza di testo della Commissione Europea, e già nella definizione di “Novel Foods” dovrebbero essere previsti gli insetti come fonte alimentare autonomamente delineata. E ad ogni buon modo, gli alimenti non commercializzati prima del 15 maggio del 1997 sono a tutti gli effetti considerati “nuovi”, e quindi soggetti a una valutazione scientifica del rischio.

La Fao e gli insetti
La Fao da tempo si interroga sugli insetti come fonte nutritiva per raggiungere gli obiettivi di food security.
Tra i vantaggi principali di una dieta con insetti: un più alto tasso di efficienza energetica (con sei volte meno bisogno di kilocalorie in ingresso per ottenere la stessa “energia” da cibo rispetto ai bovini o due volte in meno rispetto a polli e suini), un minore impatto di gas serra.
Ma basterà per convincere i consumatori europei a cibarsi di questa nuova fonte proteica? C’è chi lo dubita. E del resto, basterebbe forse mangiare meno carne, di migliore qualità, e allevata con sistemi più sostenibili, in grado di dare più reddito ai produttori e più soddisfazione ai consumatori, puntando su una agricoltura differenziale di qualità come dovrebbe essere quella Europa.

In Italia vi sono alcuni esempi di prodotti formaggi con insetti come il pecorino “marcetto”, il formaggio “saltarello”, il “formai nis” e il “casu marzu” un pecorino sardo colonizzato dalla mosca casearia che rilascia nella forma le uova dalle quali nascono larve che traggono nutrimento cibandosi della forma stessa e sviluppandosi in essa. Un prodotto che non sarebbe consentito dalle norme comunitarie, ma che è stato salvato dall’estinzione grazie all’inserimento nell’elenco dei prodotti agroalimentari tradizionali da parte della regione Sardegna.