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Dolcificanti artificiali: EFSA respinge la validità degli studi riguardanti i loro effetti nocivi per la salute

28 Febbraio 2011
Dolcificanti artificiali: EFSA respinge la validità degli studi riguardanti i loro effetti nocivi per la salute

Dal sito di EFSA:

In una dichiarazione pubblicata quest’oggi EFSA conclude che due recenti pubblicazioni sulla sicurezza dei dolcificanti artificiali, ovvero uno studio sulla cancerogenicità nei topi (Soffritti et al., 2010) e uno studio epidemiologico sull’associazione tra assunzione di bibite analcoliche edulcorate artificialmente e accresciuta incidenza di parti prematuri (Halldorsson et al., 2010), non costituiscono motivo per riconsiderare le precedenti valutazioni sulla sicurezza dell’aspartame o di altri dolcificanti attualmente autorizzati nell’Unione europea. La disamina di questi studi da parte dell’EFSA è stata eseguita in collaborazione con l’Agenzia francese per la sicurezza dell’alimentazione, l’ambiente e la salute sul lavoro, Anses.

Nella riunione plenaria dell’1-2 marzo 2011, il gruppo di esperti scientifici sugli additivi alimentari e sulle fonti di nutrienti aggiunti agli alimenti (ANS) prenderà in esame la dichiarazione dell’Autorità e l’eventuale necessità di approfondire l’analisi in relazione a questi studi. EFSA continuerà a monitorare la letteratura scientifica allo scopo di individuare nuove prove scientifiche sugli edulcoranti che possano rivelare un possibile rischio per la salute umana o che possano in qualche modo influire sulla valutazione della sicurezza di tali additivi alimentari.

In risposta a una richiesta di assistenza tecnica della Commissione europea, l’EFSA ha esaminato la pubblicazione Soffritti et al. (2010) relativa ad uno studio a lungo termine sulla cancerogenicità nei topi esposti al dolcificante artificiale aspartame tramite l’alimentazione. Gli esperti scientifici di EFSA hanno concluso che, sulla base delle informazioni disponibili nella pubblicazione, la validità dello studio e il suo approccio statistico non possono essere valutati e i suoi risultati non possono essere interpretati. Per quanto concerne il disegno dello studio, l’EFSA ha avvertito che studi sperimentali effettuati sull’arco di vita degli animali possono condurre a conclusioni errate. Gli animali più anziani, ad esempio, sono più sensibili alle malattie e quando uno studio sulla cancerogenicità nei topi viene esteso oltre le 104 settimane raccomandate, possono comparire cambiamenti patologici legati all’età (quali tumori spontanei) che possono creare confusione nell’interpretazione di qualsiasi effetto connesso al composto.

L’EFSA ha rilevato che i topi svizzeri (usati in questo studio) sono noti per presentare un’incidenza elevata di tumori spontanei epatici e polmonari e che l’accresciuta incidenza di tali tumori riferita nello studio rientra nello spettro storico di controllo registrato in questo laboratorio per i suddetti tumori in questi topi. Inoltre questi tumori epatici nei topi non sono considerati pertinenti dai tossicologi qualora siano indotti da sostanze non genotossiche quali l’aspartame. Complessivamente EFSA ha concluso che i risultati presentati da Soffritti et al. (2010) non forniscono prove scientifiche sufficienti a far rivedere le precedenti valutazioni effettuate dall’EFSA sull’aspartame, che giungevano a conclusioni in merito alla non genotossicità e cancerogenicità dell’aspartame.

EFSA ha altresì valutato la pubblicazione di Halldorsson et al. (2010) che riferisce risultati che suggeriscono che l’assunzione quotidiana di bibite dolcificate artificialmente possa essere associata a un aumentato rischio di parto prematuro. L’EFSA ha concluso che non vi sono prove disponibili a sostegno di una relazione causale tra il consumo di bibite analcoliche dolcificate artificialmente e il parto prematuro e che sono necessari studi supplementari tanto per confermare quanto per rifiutare detta associazione, così come indicato dagli autori. Poiché l’associazione riscontrata dagli autori sembra riferirsi soprattutto a parti prematuri provocati clinicamente (anziché spontanei), l’EFSA ha sottolineato che l’anamnesi e i criteri sui quali si fondavano le decisioni mediche di provocare il parto sono fattori che richiedono ulteriori indagini. L’EFSA ha raccomandato che gli studi futuri indaghino anche su altri importanti fattori equivoci quali l’esposizione ad altre sostanze nella dieta, che potrebbero influenzare il decorso della gravidanza.

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