ARTICOLO | Archivio

Cibo derivato dalla progenie di animali clonati: mancato accordo fra Parlamento e Consiglio. A rischio il regolamento sui novel foods.

29 Marzo 2011
Cibo derivato dalla progenie di animali clonati: mancato accordo fra Parlamento e Consiglio. A rischio il regolamento sui novel foods.

Risale alla scorsa notte il mancato accordo fra Parlamento europeo, Consiglio d’Europa e Commissione europea relativamente alla proposta della Commissione per il rinnovamento del regolamento dei novel foods. Pietra dello scandalo, o meglio pomo della discordia, il cibo derivante da animali clonati e, in particolar modo, dalla loro progenie.

Il nostro sito si è più volte occupato del conflitto in atto fra i tre principali organi dell’Unione europea, mettendo in luce il rischio concreto di veder sfumare la revisione di un regolamento come quello dei novel food, che, lo ricordiamo, è particolarmente macchinoso. Nonostante questo rischio, non c’è stato modo di trovare un accordo in merito alle regole che dovrebbero essere applicate ai prodotti derivanti dalla discendenza di animali clonati.

Il Parlamento europeo, inizialmente desideroso di una legge specifica sulla clonazione, era già sceso a compromessi, accettando che, in attesa di tale futura legge, si riempisse il vuoto legislativo in materia tramite il nuovo regolamento sui novel foods, come caldeggiato dalla Commissione. Inoltre, la scorsa notte, era arrivato ad accettare un compromesso che consentisse la commercializzazione di prodotti alimentari provenienti da progenie e discendenza di animali clonati, ma solo a patto che fosse stabilito un sistema di tracciabilità e di etichettatura obbligatoria di tali prodotti. Ovvero, che il consumatore potesse essere sempre informato di stare acquistando prodotti derivati, in maniera più o meno indiretta, da animali clonati.

Il Consiglio si è detto disposto ad applicare tale provvedimento solo alla carne bovina fresca, nel giro di due anni dall’entrata in vigore del regolamento, e, in seguito ad un monitoraggio dell’impatto di tale sistema, a prendere in considerazione la sua estensione agli altri alimenti.

Tali condizioni sono state considerate inaccettabili dal Parlamento, non disposto a consentire che per un periodo di ben due anni per la carne e potenzialmente molto più lungo per gli altri prodotti i consumatori europei dovessero rimanere all’oscuro rispetto a cosa stavano mangiando.

I termini per la negoziazione della revisione dei novel foods scade domani 30 marzo. Se entro poche ore non si raggiungerà, come sembra prevedibile, nessun accordo, la proposta di revisione cadrà, e resterà in vigore l’attuale regolamento, risalente al 1997. Ciò imporrebbe la necessità di previa autorizzazione per i derivati degli animali clonati, ma un vuoto totale di regolamentazione rispetto ai derivati della loro progenie, che potrebbero così circolare liberamente nel mercato comunitario, come ha di fatto dimostrato l’incidente inglese della scorsa estate.

Immediata la reazione di Coldiretti, da sempre in prima linea nella tutela dei consumatori e della loro informazione. L’associazione ha ribadito che “Il 77 per cento dei cittadini europei ritiene che la clonazione animale per fini alimentari sia innaturale… L’opposizione alla clonazione a fini alimentari e’ alta in Italia con il 61 per cento che non la ritiene sicura per le future generazioni, il 62 per cento che pensa non faccia bene alla salute e il 68 per cento che sia innaturale. E’ quindi importante la decisione del Parlamento Europeo, con a capo delegazione l’italiano Gianni Pittella, di non accogliere la proposta della Consiglio che prevedeva di fatto il via libera ai prodotti ottenuti dalla progenie e discendenza degli animali clonati senza peraltro alcuna etichettatura… Spetta adesso alla Commissione prevedere regole chiare che vietino tali prodotti nell’Unione Europea e stabiliscano norme chiare e trasparenti di etichettatura. Allo stato attuale non esistono norme sulle importazioni che impongano di etichettare un alimento come derivato da progenie di animali clonati. A poco più di 14 anni dall’annuncio pubblicato sulla rivista Nature del febbraio 1997 dell’avvenuta clonazione del primo mammifero, con la nascita della pecora Dolly, rimane elevata l’opposizione all’uso della clonazione a fini alimentari nonostante abbia ormai interessato praticamente ogni tipo di animale maiali, cavalli, bovini, capre, cammelli e mufloni. La commercializzazione di carne, latte e formaggi proveniente da animali clonati, oltre ad un problema di scelta consapevole da parte dei consumatori e di rispetto della biodiversità, infatti evidenti perplessità di natura etica”.

Di seguito, i link per i comunicati stampa di Parlamento europeo e Consiglio d’Europa: