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Cibi con origine: più certezze per i consumatori

20 Gennaio 2011
Cibi con origine: più certezze per i consumatori

Per tutti quelli che hanno sempre osteggiato l’etichettatura di origine. Per quelli che "siccome non indica qualità" tantomeno figuriamoci se indica sicurezza alimentare. Ma la riprova dei fatti, oltre 10 anni dopo i primi scandali alimentari causa BSE e diossine (entrambi fenomeni che hanno visto nella tracciabilità uno strumento formidabile) è che l’origine in etichetta funziona. O meglio, ci duole dirlo: avrebbe funzionato. Così oggi, senza fare allarmismi- le diossine non causano intossicazione acuta, cioè legata alla singola ingestione- possiamo però dire che sul nostro mercato ci sono prodotti anonimi e senza volto, dietro i quali si nascondono filiere lunghe, in cui si possono nascondere frodi sistematiche, nella certezza che triangolazioni, passaggi e intermediazioni di vario genere rendono frammentata la produzione del prodotto e difficile la ricostruzione delle filiere- e quindi, delle responsabilità. Un gioco che incentiva i disonesti e chi cerca il lucro a tutti i costi. Ci chiediamo allora: perchè non rendere tutto più visibile? E finalmente l’Italia può agire, come spesso succede in Europa, da apripista per una legislazione a maggiore tutela dei consumatori e dei produttori agricoli, le due parti deboli della filiera alimentare. Finalmente infatti è stata estesa la obbligatorietà di indicazione dell’origine in etichetta. Con l’approvazione della legge “Disposizioni in materia di etichettatura e di qualità dei prodotti alimentari” da parte della Commissione Agricoltura della Camera si conclude un iter che ha visto oltre dieci anni di impegno della Coldiretti assieme alle associazioni dei consumatori per assicurare la trasparenza di quanto si porta in tavola

Il parere di Coldiretti Sicurezza Alimentare e Produttiva tramite il Dr Rolando Manfredini, a LaSette. (Circa mangimi alla diossina)

Il Comunicato di Coldiretti Relazioni Esterne

I dettagli della nuova legge