E’ il primo studio al mondo di questo tipo, espressamente focalizzato sull’introito alimentare di arsenico “inorganico”, e presenta dati preoccupanti: alcuni ricercatori dell’Evira, l’Agenzia finlandese per la sicurezza alimentare, hanno pubblicato uno studio sulla rivista Food Chemistry, in cui hanno valutato l’esposizione della popolazione adulta e dei bambini a partire da un alimento comune, consumato in quantità anche elevate e per periodi prolungati di tempo: il riso.
Il riso non è in quanto tale considerato un rischio assoluto, almeno in base ai dati storici che in Europa sono disponibili tramite la raccolta DATEX, che grazie ad EFSA ha visto nel 2010 pubblicare i risultati circa le principali fonti alimentari di arsenico. Ne risultava che alghe, pescato, spezie, erbe e alcuni alimenti per l’infanzia contenevano alti livelli del metallo pesante. Allo stesso tempo, si sottolineava come la forma maggiormente presente nel pesce fosse quella organica, assai meno pericolosa della inorganica. A marzo, Efsa sottolineava come grano, pane, latte, riso e latticini, insieme all’acqua potabile, fossero le principali fonti alimentari di arsenico.
L’arsenico inorganico sarebbe più pericoloso di quello inorganico:
Il Riso
Il riso conterrebbe naturalmente un valore di arsenico maggiore rispetto ad altri raccolti o piante, sia per la sua abilità di assorbirlo e metabolizzarlo, sia per la presenza retrostante di siti agricoli contaminati. Nel riso l’arsenico è presente per lo più nella forma inorganica. Se la Cina ha fissato un livello massimo per l’arsenico inorganico pari a 0,15 mg/kg di riso, quali sono i valori rinvenuti dai ricercatori finlandesi? E come colpiscono la popolazione?
Circa un 20% della popolazione finlandese in età lavorativa consuma 60-80 grammi di riso al giorno. Consumi appena più bassi per le donne: ma il riso così inteso può davvero rappresentare un rischio a lungo termine per la salute, se si considera che l’arsenico inorganico:
– Non ha- stante la presente conoscenza- livelli di assunzione considerati sicuri né limiti massimi;
– Favorisce il cancro alla prostata, al polmone e alla pelle.
I risultati comunque, basati su una stima “scenario peggiore” (consumi più elevati del riso più contaminato) fanno pensare a possibili rischi per la popolazione finlandese.
E in base ai risultati, il riso finlandese (8 marche acquistate nei supermercati), aveva valori dia arsenico da 8 mg/kg a 65 mg /kg.
Limitazioni
Nonostante l’interesse dello studio, manca un aspetto centrale…la provenienza del riso! Proprio perché, come si sottolinea nello studio, la contaminazione dipende in buona parte dai suoli, sembra necessario avere informazioni complete al riguardo: tutti i risi hanno questo problema? Solo quelli a chicco lungo? Da quali parti del mondo? Sono quesiti non banali, che abbiamo posto alle ricercatrici del’Evira, e che servono per uscire da un impasse nella valutazione del rischio che potrebbe riguardarci tutti, in quanto cittadini europei. Il riso è considerato crescentemente un ottimo sostituto della pasta, soprattutto per persone affette da celiachia.
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