Il quarto Rapporto annuale sui residui dei fitosanitari in Europa (per l’anno 2010, ma pubblicato lo scorso marzo) aveva fatto segnalare la svolta. Ma ora EFSA rende pubblica la metodologia seguita, che ha portato a raggruppare fitosanitari sulla base delle “famiglie” tossicologiche. Rendendo possibile una cosa che da tempo gli ambientalisti chiedono: la valutazione “cumulativa” degli effetti tossici dei pesticidi. Da ora in poi si comincia a ragionare con dati veri e non presunti (la paura del famigerato “cocktail” di fitosanitari).
EFSA è partita dal presupposto che fitosanitari noti per avere un effetto negativo su alcuni organi bersaglio del corpo umano, possono avere anche percorsi di azione tossicologica diversi. Ma nell’analisi cumulativa quel che rileva è considerarli in qualche modo simili proprio sotto il destino d’azione. Con un effetto “somma”, o cumulativo, appunto. EFSA ha sempre chiarito che vi possono essere 3 possibili modalità in base alle quali diversi fitosanitari interagiscono: una, con sommatoria degli agenti tossicologici; una seconda, con sommatoria della risposta tossicologica in carico agli stessi organi (esempio, fegato e reni); un’ultima, con effetti di interazione (cioè, residui diversi agiscono per vie tossicologiche diverse, e spesso in modo non lineare ed inatteso -con conseguente difficoltà a prevedere un effetto tossicologico finale). Le prime due sono le strade seguite entro la valutazione cumulativa del rischio. EFSA non si attende un effetto di interazione tra residui di pesticidi a livelli così bassi come quelli rilevati in Europa, ma semmai un effetto sommatoria dal punto di vista degli organi/siti bersaglio.

I gruppi di fitosanitari: un nuovo metodo per creare famiglie tossicologiche
EFSA ha proceduto pertanto a identificare i fitosanitari che possono essere raggruppati sulla base degli effetti fisiologici che inducono nel corpo umano (“Cumulative Assessment Groups”). Un sottogruppo dei triazoli è stato scelto nel 2009 per gli effetti su tiroide e sistema nervoso.
Nel 2008 e 2009 EFSA aveva pubblicato due opinioni in merito. Nella prima, suggeriva una valutazione del rischio a stadi (cd “tiered approach”), in cui a seconda dei dati presenti, si fa un numero via via minore di ipotesi iniziali di tipo “cautelativo” a tutela della salute umana. Questo approccio è dettato dal contemperare esigenze di protezione della salute al progresso delle analisi (stime più precise e meno precauzionali, con dosi “prive di rischio” spesso più elevate), mano a mano che nuovi dati diventano disponibili. E dovrebbe essere usato sia per la analisi del rischio (“quanto impattano i fitosanitari sommati sull’organismo umano –organi target”) sia per l’esposizione (“quanti alimenti vengono consumati che risultano contaminati dalla somma di fitosanitari come considerati”)
Circa il secondo parere (2009), EFSA aveva poi testato una classe (triazoli) ben nota dal punto di vista della struttura chimica, del comportamento tossicologico ed azione pesticida.
I fitosanitari potranno essere raggruppati a partire dai dati come forniti dai dossier sottoposti ad EFSA per la valutazione tossicologica (Draft Assessmetn Reports). Inoltre, diversi fitosanitari potranno essere usati entro diversi raggruppamenti, in quanto hanno diverse attività tossicologicamente note.
Conclusioni
68 pesticidi sono stati collegati a effetti tossicologicamente noti sul sistema nervoso. 107 invece alla tiroide. Nonostante l’alto numero di sostanze però, EFSA si attende che solo un numero molto limitato di quelle più diffuse commercialmente possa dare adito a fenomeni di cumulo tossico.
EFSA riconosce inoltre come alcuni pesticidi -nonostante non siano più ammessi e commercializzati in Europa-, residuano nell’ambiente e possono costituire un potenziale rischio per la salute umana. Di conseguenza EFSA intende includere alcune di tali sostanze nella Valutazione Cumulativa del Rischio.
In ogni caso viene chiarito come -mancando dati precisi sui percorsi biologici retrostanti e meccanismi causali espliciti, sia necessario e utile rifarsi alle conoscenze attuali, che mettono al centro la nota tossicità rispetto ad organi /siti (fegato, reni, sistema nervoso, tiroide). Sebbene tale approccio possa intrinsecamente denotare minore certezza soprattutto su effetti combinati, ci si attende che in futuro si riusciranno ad avere maggiori informazioni.
I gruppi di fitosanitari che risultano dal lavoro di EFSA potranno poi essere utilizzati per la valutazione cumulata del rischio anche rispetto ad una esposizione diversa da quella alimentare (es, professionale, ambientale).
Ricordiamo come lo scorso marzo l’Italia abbia fatto segnalare il primato in Europa e nel mondo della sicurezza alimentare con il minor numero di prodotti agroalimentari con residui chimici oltre il limite (0,3 per cento) che sono risultati peraltro inferiori di cinque volte a quelli della media europea (1,5 per cento di irregolarità) e addirittura di 26 volte a quelli extracomunitari (7,9 per cento di irregolarità).
Opinione EFSA