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Additivi su frutta? Una proposta che non convince agricoltori e consumatori

7 Febbraio 2012
Additivi su frutta? Una proposta che non convince agricoltori e consumatori

Un più ampio utilizzo degli additivi alimentari potrebbe essere consentito su frutta e verdura fresca , la proposta è al vaglio della Commissione Europea.L’idea è di estendere il periodo di conservazione dei prodotti freschi, con un maggiore ricorso a sostanze “estranee”.
E qui tutta la schizofrenia della Commissione traspare: da un lato, un uso sempre minore di fitosanitari pure utili, mettendo a rischio al possibilità di produrre cibo europeo (non ci si fa troppe domande invece sul cibo importato, dal momento che gli standard produttivi non sembrano essere gli stessi in paesi terzi); dall’altro un maggiore uso di sostanze per conservare i prodotti ed estendere la shelf life (ma non sarebbe meglio puntare su frutta e verdura fresche, a kilometro zero e magari vendute tramite filiere corte?).

La proposta ha suscitato molte discussioni tra gli Stati membri, soprattutto sull’utilità o necessità di aggiungere additivi e sull’impatto che potrebbe avere sui consumatori che da sempre considerano la frutta e la verdura come cibo sano per eccellenza.

Alcuni propendono per estendere l’impiego di additivi già utilizzati ad altre varietà di frutta e verdura, ma c’è anche una nuova proposta per consentire l’utilizzo dell’olio minerale ad alta viscosità (E905a) su agrumi, meloni, pere, ananas cetrioli e pomodori.

La Commissione sta considerando di estendere l’uso di cera d’api (E901) per gli avocadi, banane, susine, nettarine e mango così come per pomodori, cetrioli e peperoni.

Viene preso in considerazione anche l’utilizzo di cera Carnuaba e  gommalacca anche per papaya, mango, avocado e melograni, così come in discussione sono l’utilizzo della cera microcristallina E905 per l’ananas e l’olio minerale ad alta viscosità (E905a) per banane, mele, pere, pomodori e cetrioli.

In discussione c’è pure l’ipotesi di utilizzare la marcatura laser per sostituire gli adesivi in quei frutti in cui la buccia non viene mangiata, come ad esempio meloni, arance, cedri e limoni.

Ovviamente i vantaggi sarebbero per la distribuzione, che riesce a eliminare una parte del rischio imprenditoriale connesso alla deperibilità dei prodotti.

Ma ancora non vi sono studi circa l’impatto potenziale che l’esposizione a oli minerali avrebbe sui consumatori: sono sostanze comunque indesiderabili e che non andrebbero aggiunte di proposito agli alimenti. Inoltre, mancano dati circa l’impatto che tali additivi potrebbero avere sulle più generali condizioni di conservazione di frutta e verdura, e sul valore nutrizionale (che a prescindere da considerazioni “estetiche”, decade con il passare dei giorni.