Distrutte piante Ogm illegali, biotech rimasto solo in 2 Paesi

9 Luglio 2018
Distrutte piante Ogm illegali, biotech rimasto solo in 2 Paesi

Sono rimasti solo due Paesi a coltivare organismi geneticamente modificati in Europa dove si registra anche un ulteriore calo della superficie seminata del 4%. E’ quanto rende noto la Coldiretti nel fare un bilancio della coltivazione Ogm in Europa sulla base dell’ultimo rapporto ISAAA, in occasione della tempestiva decisione del Corpo forestale regionale del Friuli Venezia Giulia che è opportunamente intervenuto per abbattere le piante di mais Ogm seminato illegalmente a Vivaro (Pordenone) e Colloredo di Monte Albano (Udine), su disposizione del Ministero delle Politiche agricole.

Un atto importante per ripristinare la legalità nei confronti di un reato ambientale poiché l’Italia – sottolinea la Coldiretti – è tra la maggioranza dei Paesi membri dell’Unione che ha scelto di vietare la semina di Ogm sulla base della direttiva Ue approvata nel 2015.

La superficie europea coltivata a transgenico in Europa – sottolinea la Coldiretti – risulta pari ad appena 131.535 ettari rispetto ai 136.363 dell’anno precedente. Nel 2017 infatti – prosegue la Coldiretti – le colture ogm sopravvivono nell’Unione Europea solo in Spagna (124.227) e Portogallo (7.308) dove tuttavia si registra una riduzione delle semine del mais MON810, l’unico coltivato. Anche Repubblica Ceca e Slovacchia hanno infatti abbandonato la coltivazione e si sono aggiunte alla lunga lista di Paesi «Ogm free» dell’Unione Europea.

Le scelte degli agricoltori europei sono la dimostrazione concreta della mancanza di convenienza nella coltivazione Ogm nonostante le proprietà miracolistiche propagandate dalle multinazionali che ne detengono i diritti. Quasi 8 italiani su 10 (76 per cento) peraltro si oppongono oggi al biotech nei campi, secondo una indagine Coldiretti/Ixe’.“Per l’Italia gli organismi geneticamente modificati in agricoltura non pongono solo seri problemi di sicurezza ambientale, ma soprattutto perseguono un modello di sviluppo che è il grande alleato dell’omologazione e il grande nemico del Made in Italy” ha affermato il presidente della Coldiretti Roberto Moncalvo.

 

 

 

 

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