Occorre dare al più presto seguito alla raccomandazione della Corte dei Conti europea che invita a rafforzare i controlli sui prodotti biologici importati che nel 2018 hanno raggiunto il quantitativo record di 3,3 miliardi di chili, 415 milioni dei quali arrivano dalla Cina che è il principale fornitore. E’ quanto afferma il presidente della Coldiretti Ettore Prandini in occasione del Sana di Bologna, il Salone internazionale del biologico e del naturale.
L’Italia – sottolinea la Coldiretti – è uno dei maggiori importatori di alimenti biologici da Paesi extracomunitari da dove nel 2018 ne sono arrivati ben 190 milioni di chili, per quasi 1/3 dall’ Asia. Ad arrivare nella Penisola da fuori dei confini europei sono soprattutto grano, riso ed altri cereali, frutta come banane, mele, pere e verdura come fagioli, patate e cipolle, olio di oliva, caffè, cacao, the e spezie.
“E’ necessario intensificare le attività di controllo e certificazione del prodotto biologico in entrata da paesi extracomunitari anche con un maggiore coinvolgimento delle autorità doganali, al fine di garantire sia i consumatori finali rispetto alla qualità delle produzioni, sia una corretta concorrenza tra produttori intra ed extra Ue” afferma il presidente della Coldiretti Ettore Prandini nel sottolineare che “l’immissione di prodotti biologici sia subordinata non solo a verifiche documentali, ma anche a ispezioni fisiche e controlli analitici”. “E’ necessario che tutti i prodotti che entrano nei confini nazionali ed europei rispettino gli stessi criteri, garantendo che dietro gli alimenti, italiani e stranieri, in vendita sugli scaffali ci sia un analogo percorso di qualità che riguarda l’ambiente, il lavoro e la salute” e per questo – conclude Prandini – è importante che l’attività di vigilanza e controllo venga sostenuta con la definizione di un vero e proprio marchio per il biologico Made in Italy che garantisca una piena trasparenza ai consumatori rispetto a quanto portano in tavola.
L’ultima relazione della Corte dei Conti segnala nel 2019 – denuncia la Coldiretti – l’insufficienza delle verifiche sui prodotti bio che sbarcano nella Unione Europea da più di 100 diversi Paesi terzi. La Corte dei Conti Ue in particolare – precisa la Coldiretti – evidenzia “debolezze nei controlli svolti dagli Stati membri sulle partite in entrate”, e sottolinea anche “che in alcuni Stati membri controlli espletati” “risultano incompleti”.
Da qui la raccomandazione alla Commissione Ue di migliorare la vigilanza sull’import anche attraverso una maggiore cooperazione con gli organismi di accreditamento e con le autorità competenti. La Corte dei Conti Ue – continua la Coldiretti – invita anche a garantire la tracciabilità dei prodotti perché denuncia che per molti di questi “non è stato possibile risalire al produttore agricolo”. Per stabilire se un prodotto è veramente bio, secondo l’organismo Ue, non ci sono test scientifici, quindi è fondamentale l’azione di controllo per garantire i consumatori che – riferisce la Coldiretti – tra l’altro pagano per il marchio bio prezzi più elevati rispetto ai cibi convenzionali.
Si tratta – conclude la Coldiretti – di un obiettivo importante per l’Italia dove con l’aumento dell’interesse per il biologico infatti è cresciuto anche il rischio frodi con le notizie di reato che sono quintuplicate rispetto all’anno precedente secondo un’analisi Coldiretti su dati Icqrf, con 88 notizie di reato nel 2018 rispetto alle 19 nel 2017, in molti casi inerenti a falsi prodotti biologici importati dall’estero.
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