TTIP, dagli USA zero standard su benessere animale

16 Giugno 2016
TTIP, dagli USA zero standard su benessere animale

Il Trattato Transatlantico sul Commercio e gli Investimenti (TTIP) non solo avrà conseguenze pericolose per la sicurezza alimentare e ambientale, ma anche un impatto sul benessere animale ancora non pienamente compreso a livello di opinione pubblica. Il TTIP infatti contiene accordi non vincolanti sul benessere animale: significa che mentre in Italia (ed in Europa) il benessere animale è un requisito di legge, che impone alle imprese costi di stabulazione, nutrimento e cura complessiva, negli USA non lo è. Con una concorrenza sleale dei prodotti americani. Il benessere animale inoltre è la cartina al tornasole del processo produttivo, segnala aspetti non immediatamente apprezzabili anche di qualità produttiva e di sicurezza alimentare, che possono divenire visibili solo nel corso dei prossimi decenni. Pensiamo ad esempio al tema degli antibiotici, usati oltre Atlantico come promotori della crescita (al contrario dell’Europa, laddove sono proibiti dalla Direttiva….). E che ogni anno rendono più resistenti i batteri di tutto il Mondo – non vi sono barriere, data l’impossibilità di contenerne la diffusione. Sebbene l’Europa e gli USA, che già collaborano entro una task force transatlantica per la lotta alla resistenza antibiotica, abbiano aggiunto al TTIP un intero capitolo per lottare contro il fenomeno globale della resistenza dei batteri, sempre più difficili da debellare- all’atto pratico e al netto delle dichiarazioni, non vi è nulla. Si parla infatti- nel capitolo in questione- di “diffondere buone prassi, linee guida, standard volontari”, così come si dichiara la “volontà di cooperare”. Peccato che in nessuna parte del documento si chieda mai agli USA di adottare i più stringenti standard europei di proibizione degli antibiotici come promotori della crescita. La proposta della Commissione europea riconosce che gli animali sono “creature senzienti” e quindi in grado di soffrire, provare dolore e paura. Ma date i costi che elevare gli standard di benessere animale richiederà, è difficile credere che gli USA vorranno adottarli. Ricordiamo che in Europa a partire dalla Direttiva 81/602/EEC, si è proibito l’uso di ormoni come promotori della crescita dagli anni ’80, e che gli stessi antibiotici sono proibiti qualora usati allo stesso scopo di promotori della crescita.