Il taglio dei fondi all’agricoltura italiana ed europea proposto dalla Commissione Von der Leyen trova fortemente contrari 7 italiani su 10, segno di una sensibilità ormai radicata che riconosce nell’agricoltura un motore di sviluppo, occupazione e salute, non un settore da penalizzare.
Secondo l’analisi Coldiretti/Censis, presentata nella seconda giornata del XXIII Forum Internazionale dell’Agricoltura e dell’Alimentazione a Roma, il 70% dei cittadini boccia la riduzione della PAC.
Non si tratta di nostalgia del passato, ma della consapevolezza che valorizzare le filiere locali e la tipicità del Made in Italy genera benessere diffuso, sostenibilità e tutela del territorio.
Agricoltura: difesa dal clima e opportunità per i giovani
Per il 78% degli italiani, l’agricoltura rappresenta la migliore difesa contro il cambiamento climatico, mentre il 73% la considera una grande opportunità per i giovani.
Le imprese agricole, radicate sul territorio, svolgono un ruolo essenziale nel presidio ambientale e sociale delle aree rurali, prevenendo i danni causati da eventi climatici estremi e spopolamento.
Tuttavia, il piano di riduzione del budget agricolo europeo metterebbe a rischio questo equilibrio: le risorse della PAC per l’Italia scenderebbero a 31 miliardi di euro, con un taglio del 22% rispetto alla programmazione precedente — pari a 8,7 miliardi in meno, circa 1,2 miliardi all’anno.
Dal 2028 al 2034, il peso dell’agricoltura sul bilancio UE scenderebbe al 14%, contro il 30-35% del passato: una scelta che comprometterebbe il futuro dell’intera filiera agroalimentare europea.
Salute a rischio: oltre duemila allarmi alimentari nel 2025 dai cibi importati extra UE
La riduzione degli investimenti agricoli non minaccia solo l’economia, ma anche la sicurezza alimentare.
Con un calo della produzione Made in Europe, aumenterebbero le importazioni da Paesi extra UE, dove non sempre vengono rispettati gli stessi standard di sicurezza, sostenibilità e tutela dei lavoratori.
Nei primi nove mesi del 2025 sono già stati registrati oltre duemila allarmi alimentari nell’Unione Europea, secondo un’elaborazione Coldiretti su dati Rasff.
Tra le cause più frequenti: residui di pesticidi oltre i limiti, sostanze cancerogene e contaminazioni batteriche.
Prandini: “La Ue deve cambiare rotta e sostenere chi produce cibo”
“Affronteremo con determinazione i prossimi mesi, chiedendo un’inversione di rotta attraverso l’azione degli Stati membri e del Parlamento europeo, per dare agli agricoltori opportunità e traiettorie di futuro”, ha dichiarato il presidente di Coldiretti Ettore Prandini.
“Nel momento in cui le altre potenze mondiali aumentano il sostegno alle proprie agricolture, la Ue aggiunge un nuovo tassello a una politica economica fallimentare, che sta facendo chiudere interi comparti produttivi europei e favorendo la concorrenza sleale di Paesi come la Cina”, ha concluso Prandini.