COMUNICATO STAMPA | Notizie dalle Federazioni

News La Forza del Territorio dell’11 ottobre 2021

11 Ottobre 2021
News La Forza del Territorio dell’11 ottobre 2021

Primo piano

 

 

PUGLIA

OLIO: EXPORT IN AFFANNO, CALO – 5,3% PER L’EXTRAVERGINE D’OLIVA

Necessario agire sui ritardi strutturali dell’Italia e sbloccare le infrastrutture                 

In affanno l’export di olio extravergine pugliese all’estero che segna nel primo semestre 2021 un calo del 5,3% rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente, per cui è necessario recuperare il terreno perso sui mercati internazionali che ha registrato una battuta d’arresto a causa della lunga emergenza Covid. E’ quanto afferma Coldiretti Puglia, sulla base dei dati Coeweb Istat che tracciano un percorso che abbisogna di campagne di promozione e valorizzazione sui mercati internazionali. 

“La Puglia può ripartire dai punti di forza con il segmento dell’olio extravergine di oliva che ha dimostrato resilienza di fronte la crisi e può svolgere un ruolo di traino per l’intera economia agroalimentare” afferma il presidente di Coldiretti Puglia, Savino Muraglia, nel sottolineare che “per sostenere il trend di crescita dell’enogastronomia Made in Italy serve anche agire sui ritardi strutturali dell’Italia e sbloccare tutte le infrastrutture che migliorerebbero i collegamenti tra Sud e Nord del Paese, ma anche con il resto del mondo per via marittima e ferroviaria in alta velocità, con una rete di snodi composta da aeroporti, treni e cargo”. Una mancanza che ogni anno – insiste Coldiretti Puglia – rappresenta per il nostro Paese un danno in termini di minor opportunità di export al quale si aggiunge il maggior costo della “bolletta logistica” legata ai trasporti e alla movimentazione delle merci.

“A livello regionale e nazionale vanno programmate e realizzate campagne quinquennali di comunicazione, strutturali e adeguatamente finanziate, che promuovano in maniera strategica e coordinata il prodotto simbolo della Puglia, l’olio extravergine di oliva. Serve una ulteriore stretta sui controlli, per stoppare le pratiche sleali, un intervento normativo fortemente sollecitato da Coldiretti per rendere più equa la distribuzione del valore lungo la filiera ed evitare che il massiccio ricorso attuale alle offerte promozionali di una parte della Gdo non venga scaricato sulle imprese di produzione già costrette a subire l’aumento di costi dovuti alle difficili condizioni di mercato”, aggiunge Muraglia.

Determinante mettere uno stop alle speculazioni che deprimono i prezzi dell’olio extravergine pugliese proprio quando sotto la spinta salutista determinata dall’emergenza Covid sono cresciuti del 9,5% i consumi di olio extravergine. E’ quanto afferma Coldiretti Puglia, per cui è necessario vigilare sugli acquisti per evitare che venga spacciato come nazionale il prodotto importato di minore qualità con i magazzini in Puglia pieni di olio straniero con un aumento del 45% rispetto all’anno scorso, secondo i dati del report Frantoio Italia redatto dall’organismo di controllo ICQRF del Ministero delle Politiche Agricole. “Il rischio è che ci siano pesanti ripercussioni sugli operatori seri della filiera, frantoi e produttori, che rischiano di vedere non remunerato il valore del nostro pregiato EVO di qualità, anche in vista della prossima campagna olearia. Coldiretti Puglia vigilerà affinché vengano stanate e perseguite eventuali speculazioni, sostenendo tutte le necessarie azioni di contrasto messe in campo dagli organismi di controllo e dalle forze dell’ordine”, afferma il presidente Muraglia.

In queste condizioni è importante verificare attentamente l’etichetta anche se – denuncia la Coldiretti regionale – sulle bottiglie di extravergine ottenute da olive straniere in vendita nei supermercati è quasi impossibile nella stragrande maggioranza dei casi, leggere le scritte “miscele di oli di oliva comunitari”, “miscele di oli di oliva non comunitari” o “miscele di oli di oliva comunitari e non comunitari” obbligatorie per legge nelle etichette dell’olio di oliva. La scritta – precisa la Coldiretti regionale – è riportata in caratteri molto piccoli, posti dietro la bottiglia e, in molti casi, in una posizione sull’etichetta che la rende difficilmente visibile tanto che i consumatori dovrebbero fare la spesa con la lente di ingrandimento per poter scegliere consapevolmente.

Il consiglio della Coldiretti è quello di diffidare dei prezzi troppo bassi, acquistare extravergini a denominazione di origine Dop e Igp, quelli in cui è esplicitamente indicato che sono stati ottenuti al 100 per 100 da olive italiane o di comperare direttamente dai produttori olivicoli, nei frantoi o nei mercati di Campagna Amica dove è possibile assaggiare l’olio EVO prima di comprarlo e riconoscerne le caratteristiche positive.

La Puglia detiene un patrimonio di 60 milioni di ulivi – conclude Coldiretti Puglia – su una superficie di 383.650 ettari, con una PLV (Produzione Lorda Vendibile) del comparto olivicolo-oleario pari al 20% della totale PLV del settore agricolo.

In Italia 9 famiglie su 10 consumano olio extravergine d’oliva tutti i giorni – sottolinea Coldiretti – con una crescente attenzione verso il prodotto di qualità che ha favorito la nascita di corsi e iniziative. L’Italia è il primo consumatore mondiale di olio di oliva con una media negli ultimi 5 anni di 504 milioni di chili, seguita dalla Spagna con 483 milioni di chili e dagli Stati Uniti con ben 320 milioni di chili. A sostenere la domanda mondiale – conclude la Coldiretti – sono certamente gli effetti positivi sulla salute associati al consumo di olio di oliva provati da numerosi studi scientifici che hanno fatto impennare le richieste di quel segmento di popolazione che nel mondo è attento alla qualità della propria alimentazione, soprattutto in tempi di pandemia Covid.

 

Dal Territorio

 

ABRUZZO, MALTEMPO: PREZZO TARTUFO SALE A 4500 EURO AL KG

Il prezzo medio del tartufo bianco aumenta del 28% e schizza a 450 euro all’etto al borsino del tartufo di Alba, punto di riferimento a livello nazionale per il tubero piu’ prezioso d’Italia. È quanto emerge da una analisi della Coldiretti nel sottolineare che si tratta di valori sui massimi toccati negli ultimi anni con i 350 euro nel 2013, i 500 euro nel 2012 e i 450 euro all’etto del 2017 per pezzature medie dai 15 ai 20 grammi.

A far alzare le quotazioni è stato il lungo periodo di siccità che ha frenato le nascite del pregiato tubero ma si spera ora – sottolinea la Coldiretti – negli effetti positivi del maltempo con le precipitazioni non stop da inizio autunno nelle regioni vocate per la raccolta, dalle Marche alla Calabria, dall’Umbria al Molise, dalla Toscana fino al Lazio e al Piemonte. 

E l’Abruzzo non fa eccezione rientrando tra le regioni più conosciute per la produzione di questo tubero pregiato, settore di nicchia che coinvolge comunque oltre 7mila cavatori per oltre 200 quintali di tartufo annui (stime sicuramente al ribasso, soprattutto considerando che negli ultimi anni sono nati numerosi impianti tartufigeni causa delle ottime prospettive di mercato su un territorio) su un territorio con caratteristiche idonee sia al tartufo bianco sia al nero pregiato (invernale, con quotazioni stimate da Coldiretti Abruzzo di oltre 600 euro al chilogrammo, la cui raccolta inizierà ai primi di dicembre), senza dimenticare il nero “uncinato” (autunnale, intorno ai 400 euro al chilogrammo), il “bianchetto” (più piccolo del bianco pregiato, con quotazioni dai 300 ai 400 euro al kg) e il tartufo estivo (raccolto da maggio a settembre, quest’anno con quotazioni dagli 80 ai 100 euro/kg). 

Il Tuber magnatum Pico, anche detto tartufo bianco pregiato – precisa la Coldiretti – si sviluppa in terreni che devono restare freschi e umidi sia nelle fasi di germinazione che in quella di maturazione. L’arrivo della pioggia, se non ci saranno manifestazioni violente, fa dunque sperare cercatori e appassionati che affollano le mostre, le sagre e le manifestazioni dedicate al tartufo che coinvolge in Italia circa 200.000 raccoglitori ufficiali che riforniscono negozi e ristoranti, per un business stimato attorno al mezzo miliardo di euro, tra fresco e trasformato. La ricerca dei tartufi praticata già dai Sumeri – riferisce la Coldiretti – svolge una funzione economica a sostegno delle aree interne boschive dove rappresenta una importante integrazione di reddito per le comunità locali, con effetti positivi sugli afflussi turistici come dimostrano le numerose occasioni di festeggiamento organizzate in suo onore. 

Il tartufo – riferisce la Coldiretti – è un fungo che vive sotto terra ed è costituito in alta percentuale da acqua e da sali minerali assorbiti dal terreno tramite le radici dell’albero con cui vive in simbiosi. Nascendo e sviluppandosi vicino alle radici di alberi come il pino, il leccio, la sughera e la quercia – spiega la Coldiretti – il tartufo, deve le sue caratteristiche (colorazione, sapore e profumo) proprio dal tipo di albero presso il quale si è sviluppato. La forma, invece dipende dal tipo di terreno: se soffice il tartufo si presenterà più liscio, se compatto, diventerà nodoso e bitorzoluto per la difficoltà di farsi spazio.

I tartufi sono noti per il loro forte potere afrodisiaco e in cucina – conclude la Coldiretti – il tartufo nero viene per lo più utilizzato in cottura o per farcire ma anche a crudo, tagliato a fettine e messo su piatti di pasta fresca. Il bianco, invece va rigorosamente gustato a crudo abbinato ai grandi vini rossi.

 

MOLISE, ZOOTECNIA: ADEGUAMENTO PREZZO LATTE PRIMO PASSO PER SALVARE STALLE

“Con un atto di responsabilità è stata accolta la proposta di Coldiretti per un adeguato aumento del prezzo minimo del latte alla stalla, in Italia, senza che vi sia un impatto sui consumatori”. Così il Delegato confederale di Coldiretti Molise, Giuseppe Spinelli, ha commentato positivamente l’esito del tavolo, convocato dal Ministro Stefano Patuanelli il 30 settembre scorso sulla crisi del latte, a seguito delle sollecitazione dell’Organizzazione. Disponibilità sull’adeguamento del prezzo del latte è stata espressa da Conad, Coop, Granarolo, Federdistribuzione e Assolatte.

I rincari per le materie prime necessarie all’alimentazione degli animali sono ormai insostenibili e questo sta mettendo a rischio la zootecnia. E’ una situazione intollerabile per gli allevatori, peraltro già vessati dalla crisi determinata dalla pandemia, che ha contribuito a creare tensioni. Era quindi necessario e urgente un confronto istituzionale su questo tema e adesso, alla luce dell’esito del confronto, “il positivo accoglimento della proposta di Coldiretti – afferma Giuseppe Spinelli – va reso operativo, già da questo mese di ottobre, per salvare le stalle strette nella morsa dei rincari delle materie prime”.

“Anche in Molise i prezzi del latte alla stalla riconosciuti agli allevatori, sono in calo e non sono mai stati così bassi come negli ultimi anni – prosegue Spinelli – Devono assolutamente essere concordati compensi equi nei contratti di fornitura fra le industrie di trasformazione e gli allevatori. A fronte dei rincari delle materie prime necessarie per l’alimentazione degli animali, è fondamentale assicurare la sostenibilità finanziaria degli allevamenti, sottraendoli al rischio di chiusura a causa di prezzi sotto i costi di produzione”.

Tra i prodotti destinati all’alimentazione degli animali, le cui quotazioni sono sbalzate ai massimi storici, il mais registra il maggior incremento del decennio. “Bisogna creare le condizioni per garantire una adeguata remunerazione del lavoro degli allevatori altrimenti si mette a rischio l’intera filiera e allo stesso tempo si deve continuare a garantire ai consumatori prodotti sicuri e di qualità, che sostengono l’economia, il lavoro e i territori italiani”.

“A rischio – denuncia il direttore regionale di Coldiretti Aniello Ascolese – anche la straordinaria biodiversità delle stalle italiane che contribuiscono grazie agli animali alla pulizia e di compattamento dei suoli. Per questo quando una stalla chiude si perde un intero sistema fatto di animali, di prati per il foraggio, di formaggi tipici e soprattutto di persone impegnate a combattere, spesso da intere generazioni, lo spopolamento e il degrado. Gli animali custoditi negli allevamenti italiani – sottolinea Ascolese – rappresentano un patrimonio unico al mondo che va tutelato e protetto anche perché a rischio non c’è solo la biodiversità delle preziose razze italiane, ma anche il presidio di un territorio dove la manutenzione è garantita proprio dall’attività di allevamento”.

La produzione di latte in Molise supera le 50mila tonnellate (dati Istat 2019), impegnando n. 1500 imprese zootecniche (80% bovini) spingendo un notevole indotto fatto di trasportatori, artigiani e piccoli trasformatori.

Coldiretti Molise, da tempo sta chiedendo alla Regione di mettere in campo un vero e proprio “piano zootecnico” regionale che partendo dalle criticità in cui si trova il comparto possa individuare tutta una serie di strumenti idonei al rilancio. Gli aiuti, che pure sono stati messi in campo con le misure Covid, non sono sufficienti a realizzare un cambiamento strutturale di cui necessita la zootecnia in Molise.

L’intervento della Regione deve poter innanzitutto consentire la provvista di liquidità finanziaria attraverso un bando specifico, così come attuato per gli altri settori produttivi; ciò vale per la zootecnia come per tutti gli altri comparti della nostra agricoltura.

 

SARDEGNA, VOLA IL PREZZO DEL GRANO (+65%) MA NON PER GLI AGRICOLTORI

Il prezzo del grano continua a salire ma non per i cerealicoltori che hanno incassato in media 27 euro a quintale. Adesso il prezzo è invece schizzato in alto di oltre il 65 per cento, raggiungendo 45 euro a quintale e producendo un surplus di oltre 10milioni di euro.

Emerge dal report di Coldiretti Sardegna che denuncia come “per l’ennesima volta assistiamo alla privatizzazione degli utili, mentre i debiti sono sempre socializzati: una visione miope che strozza il primo anello della filiera”.

Eppure nell’ultimo anno in Sardegna – secondo le elaborazioni di Coldiretti Sardegna sui dati Istat – si è registrata una storica crescita degli ettari coltivati a grano duro del 14,6 per cento passando da 18.066 ettari del 2020 ai 20.696 e una crescita del 25,6 per cento della produzione, passata dai 462.932 quintali del 2020 ai 581.355 quintali di quest’anno.

Una piccola inversione che arriva dopo anni neri che hanno portato ad una caduta libera sia della superficie coltivata che dei cerealicoltori.

In sedici anni (2004 – 2020) è stata persa oltre l’80 per cento (81,3) della superficie, addirittura 78.644 ettari, passando da 96.710 ettari a 18.066. E dire che la Sardegna tra la fine dell’800 e inizi del ‘900 era la seconda regione dopo la Sicilia in cui si coltivava più frumento duro in Italia: 158.000 ettari su 1,29 milioni totali (dato Laore). Negli ultimi venti anni sono dimezzati anche i cerealicoltori, passati da oltre 12mila a meno di 6 mila.

L’inversione finalmente positiva di quest’anno, dovuta anche al prezzo dello scorso anno, quando si andò anche oltre i 30 euro a quintale, rischia di essere vanificata non solo dal nuovo calo (27 euro/Q), ma soprattutto dall’impennata di oltre il 60 per cento verificatisi appena venduto il grano da parte dei produttori che ora si ritroveranno a seminare per la prossima annata con questi nuovi prezzi altissimi che stanno tirando su anche il grano da seme a cui si sommano un prezzo dei concimi alle stelle (+90 per cento), oltre a quello del gasolio. Il rischio è poi di assistere nel momento della raccolta magari ad un nuovo crollo che farebbe schiantare il settore cerealicolo sardo. Insomma una beffa.

E se da una parte i cerealicoltori sono attori passivi di questa impennata del prezzo dalla quale non hanno incassato neppure un euro, dall’altra i consumatori si ritrovano ad acquistare la pasta e gli altri derivati del grano che continuano a lievitare (nel prezzo) anche nello scaffale con un gioco di prestigio che vede bloccati gli utili nel segmento monco degli anelli estremi della filiera: il produttore ed il consumatore. “Con l’aumento del prezzo si è creato una valore aggiunto di 10milioni di euro dovuto alla crescita del prezzo di oltre il 60 per cento – ricorda il presidente di Coldiretti Sardegna Battista Cualbu –, ma gli agricoltori ancora una volta non hanno goduto di questo incremento anzi lo stanno subendo cosi come i consumatori. Questo dimostra che gli accordi di filiera devono essere seri e virtuosi come quelli che stiamo proponendo come Coldiretti che vanno a vantaggio di tutti gli attori come dimostra dal 2017 l’accordo che abbiamo siglato come Coldiretti Sardegna con il caseificio piemontese Biraghi che sta dando soddisfazioni a tutti e sta crescendo nei numeri di anno in anno”.

“Anche gli accordi di filiera devono essere condivisi e riconoscere pari dignità a tutti – spiega il direttore di Coldiretti Sardegna Luca Saba – e allo stesso tempo devono avere l’obiettivo di valorizzare le produzioni locali, mirando a recuperare i deficit produttivi in molti settori importanti che interessano tutta l’Italia e non solo la Sardegna. Sul frumento duro destinato alla produzione di pasta l’Italia ha un deficit del 40 per cento. Ed in Sardegna siamo ai minimi storici nella produzione, crollati nella classifica delle Regioni dai primi posti ad oltre metà classifica”.

Ridurre la dipendenza dall’estero significa anche ridurre i rischi per la sicurezza alimentare in un Paese come l’Italia dove è scoppiato quasi un allarme alimentare al giorno per un totale di ben 297 notifiche inviate all’Unione Europea durante il 2020. Di queste solo 51 (17%) hanno riguardato prodotti con origine nazionale, 146 provenivano da altri Stati dell’Unione Europea (49%) e 100 da Paesi extracomunitari (34%). In altre parole oltre otto prodotti su dieci pericolosi per la sicurezza alimentare provengono dall’estero (83%). La stessa Commissione Europea evidenzia peraltro che le importazioni da Paesi terzi con standard di rispetto ambientale inferiori a quelli europei rischiano quindi di vanificare l’impegno delle imprese agricole europee per la sostenibilità.

 

TRENTINO, INDUSTRIA: +5,1% ALIMENTARE SPINTO DA GREEN PASS

Il green pass e l’avanzare della campagna di vaccinazione, con la riaperture della ristorazione, spingono la produzione alimentare che fa segnare ad agosto un balzo del 5,1% rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente. E’ quanto emerge da una analisi Coldiretti sui dati Istat della produzione industriale, che a livello generale resta invece invariata nel confronto con l’agosto 2021.    

Con la riapertura totale della ristorazione dopo il lungo periodo di lockdown, si è assistito ad un ritorno in grande stile dei consumi alimentari fuori casa. Un cambiamento importante dopo che la ristorazione lo scorso anno – spiega la Coldiretti – è stata tra i settori più colpiti dalla pandemia con i consumi alimentari degli italiani fuori casa che nel 2020 sono scesi al minimo da almeno un decennio con un crack senza precedenti per bar, ristoranti, trattorie e agriturismi che hanno dimezzato il fatturato (-48%) per una perdita complessiva di quasi 41 miliardi di euro nel 2020. Ma a sostenere la produzione industriale di cibo – conclude la Coldiretti – è anche il record storico fatto segnare per le esportazioni alimentari Made in Italy che segnano a luglio un balzo del 4,9%, per un valore annuale stimato in oltre 50 miliardi nel 2021.

Il presidente di Coldiretti Trentino Alto Adige Gianluca Barbacovi ricorda inoltre che “nelle case degli italiani nell’anno del Covid sono cresciuti del +7,6% gli acquisti di prodotti che riportano in etichetta un legame con il Belpaese, come la bandiera tricolore, frasi e parole riferite al Made in Italy oppure una delle indicazioni geografiche europee di origine, come Docg, Dop, Doc, Igp e Igt”.La spesa patriottica degli italiani, fra latte, salumi, formaggi, salse, prodotti confezionati, uova, pasta, vino, olio, farine, frutta e verdura Made in Italy, ha raggiunto un valore di oltre 8,4 miliardi di euro secondo l’Osservatorio Nielsen Immagino”.

 

PUGLIA, OBESITY DAY: CON LA PANDEMIA 50% PUGLIESI IN SOVRAPPESO

Il 50% dei pugliesi è aumentato di peso a causa del Covid, tra lo smart working, le restrizioni agli spostamenti e la maggiore tendenza a dedicarsi alla cucina. E’ quanto emerge da una analisi di Coldiretti Puglia, diffusa in occasione dell’Obesity Day 2021 promosso da oltre dieci anni dall’ADI il 10 ottobre di ogni anno. Una tendenza legata al fatto che 1 persona su 4 durante la pandemia ha dichiarato di aver mangiato maggiori quantità di cibo rispetto a prima, ma se si considerano i più giovani la percentuale sale al 40%. I lockdown e le misure di prevenzione con la chiusura a più riprese delle scuole in un anno e oltre di Covid – sottolinea la Coldiretti regionale – hanno impattato pesantemente sulla salute dei minori ancor più che sugli adulti, che tra le esigenze lavorative e la possibilità di fare attività fisica almeno individuale, sono riusciti ad assorbire meglio i problemi causati dalla permanenza forzata tra le mura domestiche.

La pandemia ha imposto un cambiamento radicale delle abitudini di vita e di consumo – sottolinea Coldiretti Puglia – che ha avuto effetto anche sulla bilancia, dove la tendenza a mangiare di più, spinta dal maggior tempo trascorso fra le mura di casa, non è stata compensata da una adeguata attività fisica, un fenomeno che ha colpito soprattutto gli uomini dove l’eccesso di peso interessa addirittura più della metà della popolazione (55%) mentre per le donne la percentuale è di molto inferiore (37%).

Supera addirittura di 6 punti la media nazionale la percentuale di bambini obesi e in sovrappeso in Puglia, il 15% rispetto al 9% del valore nazionale, dove i lunghi periodi trascorsi in casa hanno portato ad aumentare il consumo di cibi spazzatura e bevande zuccherate e a ridurre l’attività fisica, con più ore passate davanti alla tv e al pc-

“I percorsi virtuosi sull’approvvigionamento delle mense scolastiche con il cibo a Km0 dovranno diventare prioritari alla ripresa dell’attività didattica in presenza nelle scuole di ogni ordine e grado. L’86% dei genitori ritiene che le mense dovrebbero offrire i cibi più sani per educare le nuove generazioni dal punto di vista alimentare, mentre solo il 12 per cento ritiene che dovrebbero essere serviti i piatti che piacciono di più”, afferma il presidente di Coldiretti Puglia, Savino Muraglia.

Vanno modificate abitudini di consumo sbagliate che si sono diffuse ovunque e formare dei consumatori consapevoli – aggiunge Coldiretti Puglia – sui principi della sana alimentazione e della stagionalità dei prodotti per valorizzare i fondamenti della dieta mediterranea e ricostruire il legame che unisce i prodotti dell’agricoltura con i cibi consumati ogni giorno.

“L’effetto nefasto di una cattiva alimentazione non è solo l’obesità perché numerose sono le malattie causate da una alimentazione scorretta. Ciò dimostra l’importanza prioritaria di formare una vera e propria cultura della ‘buona e sana tavola’, educazione che deve partire necessariamente dall’età scolare per vivere meglio e più a lungo. I prodotti tradizionali e tipici rispondono all’esigenza di garantire sicurezza alimentare, tutela ambientale e salvaguardia della storia e del patrimonio di tradizioni del territorio”, insiste Floriana Fanizza, responsabile nazionale e regionale di Coldiretti Donne Impresa.

Per aiutare tutto il sistema scolastico e le famiglie ad alimentare al meglio le giovani generazioni e l’intero nucleo familiare, da anni il Progetto di Educazione alla Campagna Amica ha agevolato l’incontro tra i bambini e i prodotti agricoli ‘fatti’ dagli agricoltori. In Puglia negli ultimi 10 anni – riferisce Coldiretti Puglia – sono stati coinvolti nel progetto delle masserie didattiche 200mila bambini e 480 scuole, di cui il 70% nella fascia d’età compresa fra i 4 e gli 11 anni, dalla scuola materna alla primaria e il 30% studenti più grandi medie e superiori.

I lockdown e le misure di prevenzione con la chiusura a più riprese delle scuole in un anno e oltre di Covid – sottolinea la Coldiretti regionale – hanno impattato pesantemente sulla salute dei minori ancor più che sugli adulti, che tra le esigenze lavorative e la possibilità di fare attività fisica almeno individuale, sono riusciti ad assorbire meglio i problemi causati dalla permanenza forzata tra le mura domestiche. Al contrario, bambini e adolescenti hanno subito tutti gli effetti negativi del blocco degli spostamenti – evidenzia Coldiretti Puglia -, con il risultato di aver consumato un pasto in più, spesso a base di cibi spazzatura e bibite gassate, ridotto il consumo di frutta e verdura, incrementato di ben 5 ore il tempo passato davanti allo schermo tra televisione, internet, videogiochi e didattica a distanza, secondo uno studio dell’Università di Buffalo in collaborazione con l’Università di Verona. Ridotta anche l’attività fisica, soprattutto per i minori che vivono nei grandi centri urbani e che nella maggior parte dei casi non hanno avuto a disposizione lo “sfogo” di un giardino o uno spazio verde.

L’obiettivo – conclude la Coldiretti Puglia – è quello di formare dei consumatori consapevoli sui principi della sana alimentazione e della stagionalità dei prodotti per valorizzare i fondamenti della dieta mediterranea, ricostruire il legame che unisce i prodotti dell’agricoltura con i cibi consumati ogni giorno e fermare il consumo del cibo spazzatura, aggravato dal Covid.

 

EMILIA ROMAGNA, LAVORO: 16 MLN AI GIOVANI COLLABORANDO CON REGIONE

Sbloccate le graduatorie per le 277 richieste di premio con un incremento di 7 milioni ed ulteriori 129 domande di investimento con un incremento di 8,8 milioni

Coldiretti Emilia Romagna esprime grande soddisfazione per l’impegno dell’Assessore Alessio Mammi e della Regione Emilia Romagna nello scorrere tutte le domande della graduatoria del Pacchetto Giovani Bando 2020 seconda edizione. I fondi passano infatti  6 milioni a 23 milioni di euro per soddisfare tutte le 406 domande dei giovani imprenditori agricoli, nello specifico le 277 richieste a valere sull’operazione 6.1.01 (Aiuto all’avviamento d’impresa per giovani agricoltori) hanno un incremento di oltre 7 milioni passando così da 4 milioni, previsti inizialmente dal bando, agli attuali 11 milioni e 150mila euro e per le 129 domande relative all’operazione 4.1.02 (Investimenti in azienda agricola per giovani agricoltori beneficiari di premio di primo insediamento) la disponibilità economica è stata aumentata di oltre 8,8 milioni, passando così dai 2 milioni iniziali a 10 milioni e 835mila euro.

“Coldiretti Emilia Romagna – dichiara il Presidente regionale di Coldiretti Nicola Bertinelli – si è sempre fortemente espressa a favore del sostegno dei giovani agricoltori e relativi investimenti.”” I giovani sono il fulcro strategico della Regione per portare innovazione e sviluppo all’intero comparto agricolo, sono proprio i giovani, infatti, coloro che diversificano maggiormente le attività agricole permettendo una multifunzionalità dell’intero settore e creando un valore aggiorno inestimabile, garantirne il futuro è quindi fondamentale.”

“In Emilia Romagna – conclude il Direttore Regionale Marco Allaria Olivieri – le aziende di Giovani Agricoltori associate a Coldiretti che hanno aderito a quest’ultimo bando rappresentano il 54% dei beneficiari del premio di primo insediamento e oltre al 55% dei beneficiari dei fondi per gli investimenti in azienda agricola. “Abbiamo quindi l’onore di rappresentare il futuro di un’importante numero di aziende e perciò sarà sempre massimo l’impegno per garantire quanto più fondi per gli investimenti del settore”.

 

VENETO, AUMENTANO SOLO GIOVANI AGRICOLTORI (+8%), SETTORE IN CONTROTENDENZA

“Con la ripresa dall’emergenza sanitaria le aziende agricole spingono con nuove progettualità mettendo in campo innovazione e soluzioni aperte ai servizi alla collettività – commenta Coldiretti Veneto. In un contesto poco incoraggiante il comparto continua a dare dimostrazione della sua forza produttiva data dalle nuove generazioni che investono in progetti imprenditoriali legati alla sostenibilità ambientale, alle coltivazioni biologiche e alla valorizzazione della biodiversità. Secondo i dati elaborati dal Programma di Sviluppo Rurale i 2mila neo imprenditori insediatisi durante il quinquennio di finanziamento hanno investito 300 mln di euro per migliorare le performance aziendali. In termini di dimensione economica emerge che le imprese agricole guidate in Veneto dagli under 40 sfiorano una dimensione economica pari a 250.000 euro, contro 80.000 euro della media italiana.  Il divario, però, salendo per classi di età, diminuisce notevolmente, a significare che le realtà condotte da giovani sono più dinamiche. E’ quanto sostiene Coldiretti Veneto sottolineando le statistiche nazionali sulla base del Rapporto del Centro Studi Divulga in riferimento alla denuncia dell’Ufficio studi della Cgia sul forte calo delle partite Iva in Italia provocato dall’emergenza Covid.

In piena pandemia è cresciuto solo il numero di giovani imprenditori agricoli con un incremento dell’8% negli ultimi cinque anni, in netta controtendenza rispetto all’andamento generale dell’economia. Uno spaccato di questa effervescenza – commenta Alex Vantini delegato degli under 30 di Coldiretti Veneto – lo abbiamo visto durante la finale dell’Oscar Green a Vicenza lo scorso 7 ottobre dove 80 talenti della campagna hanno gareggiato con progetti imprenditoriali destinati a cambiare il profilo del settore primario regionale. Realtà che lasciano il segno anche in termini di garanzia di occupazione.

Nonostante crisi e pandemia in Italia si rileva anche – continua la Coldiretti – un incremento del +4% degli occupati dipendenti in agricoltura, con 11 mila nuovi posti di lavoro per giovani in agricoltura negli ultimi 10 anni. Un risultato in controtendenza se si guarda al dato nazionale relativo al lavoro dei giovani, dove calano gli altri settori tra cui: ristorazione (-14%); arte e intrattenimento (-5,5%); manifattura (-4,2%); commercio al dettaglio e ingrosso (-3,7%).

Con la crisi provocata dall’emergenza sanitaria, il settore agricolo – sottolinea la Coldiretti – è diventato di fatto il punto di riferimento importante per le nuove generazioni, tanto che nel 2020 sono nate in media 17 nuove imprese agricole condotte da under 35 al giorno. Una svolta green che ha portato al lavoro nelle campagne italiane un esercito di 55mila imprese giovani che  ha di fatto rivoluzionato il mestiere dell’agricoltore impegnandosi in attività multifunzionali che vanno dalla trasformazione aziendale dei prodotti alla vendita diretta, dalle fattorie didattiche agli agriasilo, ma anche alle attività ricreative, l’agricoltura sociale per l’inserimento di disabili, detenuti e tossicodipendenti, la sistemazione di parchi, giardini, strade, l’agribenessere e la cura del paesaggio o la produzione di energie rinnovabili.

 

RAVENNA, NUOVI FONDI AI GIOVANI AGRICOLTORI GRAZIE COLLABORAZIONE CON REGIONE

Oltre 3 milioni e 300mila euro a disposizione dei giovani agricoltori romagnoli per avviare una nuova impresa agricola usufruendo dei fondi messi a disposizione dal Piano di Sviluppo Rurale. Di questi, oltre 450mila vanno a coprire le domande presentate da Coldiretti Ravenna che rappresentano il 50% di quelle presentate in tutta la provincia, a supporto dei progetti dei giovani associati.

Lo rende noto con soddisfazione la Coldiretti provinciale nel sottolineare come, grazie all’impegno dell’Assessore regionale all’agricoltura Alessio Mammi e della Regione Emilia Romagna, tutte le domande della graduatoria regionale del “Pacchetto Giovani Bando 2020 seconda edizione” che stanziava contributi a sostegno della nuova imprenditoria giovanile siano state accettate.

I fondi, infatti, passano da 6 milioni a 23 milioni di euro per soddisfare tutte le 406 domande dei giovani imprenditori agricoli, nello specifico le 277 richieste a valere sull’operazione 6.1.01 (Aiuto all’avviamento d’impresa per giovani agricoltori) hanno un incremento di oltre 7 milioni passando così da 4 milioni, previsti inizialmente dal bando, agli attuali 11 milioni e 150mila euro e per le 129 domande relative all’operazione 4.1.02 (Investimenti in azienda agricola per giovani agricoltori beneficiari di premio di primo insediamento) la disponibilità economica è stata aumentata di oltre 8,8 milioni, passando così dai 2 milioni iniziali a 10 milioni e 835mila euro.

“È un ottimo risultato, sia a livello regionale che provinciale – commenta Nicola Dalmonte, presidente di Coldiretti Ravenna – un risultato che Coldiretti ha fortemente perseguito dato che una delle mission care alla nostra organizzazione è ovviamente il sostegno ai giovani che entrano in agricoltura. I giovani, infatti, sono il fulcro strategico dell’intero comparto agricolo, da loro arriva la spinta maggiore alla diversificazione delle attività agricole permettendo una multifunzionalità dell’intero settore, garantire il loro futuro è quindi fondamentale”. “In Emilia Romagna – conclude il Direttore Regionale Marco Allaria Olivieri – le aziende di giovani agricoltori associate a Coldiretti che hanno aderito a quest’ultimo bando rappresentano il 54% dei beneficiari del premio di primo insediamento e oltre al 55% dei beneficiari dei fondi per gli investimenti in azienda agricola. “Abbiamo quindi l’onore di rappresentare il futuro di un’importante numero di aziende e perciò sarà sempre massimo l’impegno per garantire quanto più fondi per gli investimenti del settore”.

 

PUGLIA, MALTEMPO: SOS PER VENDEMMIA NERO DI TROIA, AGLIANICO E SUSUMANIELLO

Il maltempo si abbatte sulla vendemmia paralizzando le operazioni di raccolta in corso per i grappoli di vite di vini pugliesi di grande richiamo come Nero di Troia, Aglianico e in alcune aree della regione il Susumaniello. E’ l’allarme della Coldiretti Puglia in riferimento all’improvvisa e violenta ondata di maltempo che si è abbattuta sulla Puglia con bombe d’acqua che hanno allagato strade e campagne e per la grandinate altrettanto estemporanea.  La pioggia torrenziale impedisce di entrare nel vigneti per le operazioni di vendemmia delle uve che – sottolinea la Coldiretti regionale – sono iniziate ad agosto e si concluderanno addirittura a novembre con un ritardo di 7/10 giorni sulla tabella di marcia anche a causa della persistente siccità durata oltre 5 mesi.

La pioggia – precisa la Coldiretti Puglia – è stato tanto attesa per combattere la siccità nelle campagne, ma per essere di sollievo deve durare a lungo, cadere in maniera costante e non troppo intensa, mentre i forti temporali, soprattutto con precipitazioni violente e bombe d’acqua provocano danni poiché i terreni non riescono ad assorbire l’acqua che cade violentemente e tende ad allontanarsi per scorrimento provocando frane e smottamenti.

Il rischio idrogeologico riguarda contesti prevalentemente agricoli o naturali per il 67% perché in Puglia la terra frana e si consuma anche a causa dell’abbandono delle aree rurali per fattori diversi – insiste Coldiretti Puglia – a cui si aggiungono fenomeni meteorologici sempre più intensi, concentrati in poche ore e su aree circoscritte, con alluvioni e danni anche in aree non eccessivamente antropizzate. La salvaguardia del suolo, dell’ambiente e delle produzioni agricole e agroalimentari è fondamentale per garantire un avvenire alle future generazioni.

Lo scenario è aggravato dal dato negativo del consumo del suolo in Puglia, dove – denuncia Coldiretti Puglia – sono stati ‘mangiati’ in 15 anni in Puglia 157.718 ettari di suolo, uno dei dati più negativi d’Italia, a causa dell’abbandono, della cementificazione e dei nuovi impianti fotovoltaici installati a terra che hanno assorbito il 37% del suolo consumato in Puglia in un anno tra il 2019 e il 2020.

“In un anno la Puglia ha perso altri 493 ettari di suolo per colpa della cementificazione, dell’abbandono e degli impianti fotovoltaici a terra che sottraggono terreni fertili all’agricoltura e pezzi di ambiente e paesaggio alla collettività. La Puglia è stata già abbondantemente violentata da una presenza invasiva di specchi e pale eoliche, sulla cui utilità per la produzione di energia pulita non si discute. Ciò che invece si scontra con le grandi potenzialità agroalimentari e turistiche dei nostri territori e sulla prevenzione e manutenzione è la collocazione selvaggia di tali impianti e del fotovoltaico a terra che sfrutta terreni agricoli di qualità e compromette le aree interessate”, denuncia il presidente di Coldiretti Puglia, Savino Muraglia.

Per affrontare i danni dei cambiamenti climatici – conclude Coldiretti Puglia – servono interventi strutturali e strumenti di gestione del rischio sempre più avanzati, efficaci e con meno burocrazia.

 

MOLISE, EPACA: SI VELOCIZZINO PRATICHE PER RICONOSCIMENTO STATO DI INVALIDITA’

Raccogliendo le sollecitazioni delle famiglie di numerosi soci aventi al loro interno persone disabili, Coldiretti Molise fa appello alle Istituzioni affinché si velocizzino le visite domiciliari e non, indispensabili per accedere ai dovuti sostegni economici. La problematica, di recente discussa anche in Consiglio Regionale, è ben nota all’Organizzazione che, tramite il suo patronato Epaca-Coldiretti, assiste quotidianamente i cittadini gravati da questo come da altre problematiche.

E’ doveroso, sostiene Coldiretti Molise, che tutti gli Enti preposti, a partire da Regione, Asrem ed Inps, facciano ognuno la propria parte per mettere la parola fine a questo problema che da troppo tempo attanaglia il nostro territorio. Il Molise, come confermano i dati sulla popolazione, è una regione sempre più anziana e questo fa sì che problemi di tale genere siano sempre più diffusi.

Non capita di rado, poi, che molti disabili siano perfino deceduti nell’attesa di essere sottoposti a visita domiciliare, indispensabile per vedersi riconosciuta l’invalidità civile e la conseguente indennità di accompagnamento. Per questo Coldiretti Molise chiede che le lungaggini burocratiche, in questo periodo ulteriormente aggravate dall’emergenza Covid, siano al più presto azzerate in modo da dare risposte celeri ai cittadini già di per se penalizzati da problemi di evidente e grave difficoltà.

 

PISA, TARTUFO BIANCO: -90% PRODUZIONE E IL CLIMA PAZZO FA SCHIZZARE IL PREZZO

Il tartufo bianco non si trova e le sue quotazioni raggiungono livelli record pari anche al doppio di quelle delle annate più favorevoli registrate alla borsa del tartufo bianco di Aqualagna, la prima ad indicare i valori della nuova stagione. Oggi per acquisire un kg di tartufo bianco servono tra i 4.000 ed i 4.500 euro.

L’andamento climatico degli ultimi mesi non ha certo favorito la maturazione del tuber magnatum Pico, il più pregiato tra i tartufi, che nella provincia di Pisa, tra San Miniato e le zone limitrofe, è, o dovrebbe, assoluto protagonista in queste settimane. La stagione è in ritardo. E’ quanto emerge da una analisi di Coldiretti sulla stagione di raccolta in provincia di Pisa, terra particolarmente vocata ai tartufi. “La stagione – commenta Fabrizio Filippi, Presidente Coldiretti Pisa, nonché Presidente Coldiretti Toscana – partirà più tardi per finire prima e questo avrà inevitabilmente una ripercussione sia sulle quantità raccolte, sia sul prezzo. Anche il tartufo segue il meccanismo della domanda ed offerta. Le scarse piogge e la siccità non hanno favorito la naturale sviluppo e la maturazione con la stagione di raccolta che tradizionalmente inizia nella metà di settembre. Il prelibato e pregiato tartufo bianco si sta facendo attendere”.

A confermare l’andamento di una stagione anomala è il giovane tartufaio Flavio Rabitti, dell’omonima azienda di Suvereto specializzata nella raccolta e commercializzazione di tartufi neri e bianchi sia freschi che trasformati. Rabitti ha a disposizione circa 20 ettari di tartufai naturali: “in questo particolare momento è molto difficile trovare il tartufo bianco. La stagione non partirà prima della metà di novembre. – spiega l’esperto agricoltore – Al momento siamo ad un deficit di raccolta del 90% rispetto alla normalità”.

A far innalzare il prezzo sono state le condizioni climatiche avverse segnate da un lungo periodo di assenza di precipitazioni perché’ il Tuber magnatum Pico – precisa la Coldiretti – si sviluppa in terreni che devono restare freschi e umidi sia nelle fasi di sviluppo che in quella di maturazione. L’arrivo della pioggia, se non ci saranno manifestazioni violente, fa dunque sperare cercatori e appassionati che affollano le mostre, le sagre e le manifestazioni dedicate al tartufo che coinvolge tantissimi raccoglitori ufficiali che riforniscono negozi e ristoranti, per un business stimato attorno al mezzo miliardo di euro, tra fresco e trasformato.

La ricerca dei tartufi praticata già dai Sumeri – riferisce la Coldiretti – svolge una funzione economica a sostegno delle aree interne boschive dove rappresenta una importante integrazione di reddito per le comunità locali, con effetti positivi sugli afflussi turistici come dimostrano le numerose occasioni di festeggiamento organizzate in suo onore.

Il tartufo – riferisce la Coldiretti – è un fungo che vive sotto terra ed è costituito in alta percentuale da acqua e da sali minerali assorbiti dal terreno tramite le radici dell’albero con cui vive in simbiosi. Nascendo e sviluppandosi vicino alle radici di alberi come il pino, il leccio, la sughera e la quercia – spiega la Coldiretti – il tartufo, deve le sue caratteristiche (colorazione, sapore e profumo) proprio dal tipo di albero presso il quale si è sviluppato. La forma, invece dipende dal tipo di terreno: se soffice il tartufo si presenterà più liscio, se compatto, diventerà nodoso e bitorzoluto per la difficoltà di farsi spazio. I tartufi sono noti per il loro forte potere afrodisiaco e in cucina – conclude la Coldiretti – il bianco (Tuber Magnatum Pico) va rigorosamente gustato a crudo su noti cibi come la fonduta, i tajarin al burro e i risotti e per quanto riguarda i vini va abbinato con i grandi vini rossi.

 

COMO-LECCO, “QUI C’È CAMPO”: IL KM ZERO HA CONQUISTATO CERNOBBIO

I bimbi stregati dalla acrobazie dei treeclimber che si arrampicano sul magnifico cedro alle spalle del Comune di Cernobbio; oppure, i più grandi, che nella degustazione dei salumi dell’Alta Brianza ritrovano i sapori di un tempo, assaggiando un salame straordinario fatto come una volta. Piccoli momenti di una giornata emozionante, vissuta ieri a Cernobbio con Qui C’è Campo, appuntamento che ha messo al centro la filiera corta nella perla lariana a due passi dalla città di Como.

Il chilometro zero è stato il protagonista indiscusso, con i produttori di Coldiretti e Campagna Amica che sono tornati con l’entusiasmo di sempre a condividere l’iniziativa nata dalla volontà e dall’impegno dell’amministrazione comunale: appena dopo il taglio del nastro, il sindaco di Cernobbio Matteo Monti ha voluto visitare tutti i banchi del farmer’s market straordinario allestito in largo Visconti accompagnato dal presidente dell’Associazione AgriMercato di Campagna Amica Francesca Biffi. Per l’intera giornata è stato continuo il viavai dei consumatori che hanno potuto incontrare i produttori agricoli e approvvigionarsi di miele, confetture, conserve, zafferano, ortaggi, patate, formaggi caprini e vaccini, vino e olio.

“Una bella giornata che ha offerto l’occasione giusta per “vivere” il ritorno della filiera corta dopo l’estate e nel segno della ripresa, grazie alle imprese della rete Campagna Amica che sono tornate a dar vita agli AgriMercati nelle due province di Como Lecco e che si sono presentate ieri presentano a Cernobbio con un’edizione straordinaria degli stessi” commenta Fortunato Trezzi, presidente della Coldiretti lariana.

Come detto, tra gli eventi più gettonati dell’intera manifestazione c’è stata la dimostrazione di arrampicata sugli alberi per bambini e adulti a cura dell’az. agr. Cento Giardini di Stefano Maschio (Figino Serenza), con l’appuntamento dedicato a “L’uomo ragno che aiuta gli alberi – Il mondo del Treeclimber”, protrattosi per ben un’ora, dalle 10.30 alle 11.30. Successo pieno anche per l’AgriAperitivo che ha concluso la mattinata, con “Pane e salame… in campo”, ovvero degustazioni salate a cura di Francesca Biffi, presidente dell’Associazione AgriMercato, presente con la sua azienda agricola.

L’iniziativa a Cernobbio è stata anche l’occasione per fare il punto sul cambiamento virtuoso delle abitudini alimentari dei consumatori lariani nei due anni di pandemia: più di uno su due (55%, secondo l’analisi di Coldiretti) ha diminuito o annullato gli sprechi alimentari adottando strategie che vanno dal ritorno in cucina degli avanzi ad una maggiore attenzione alla data di scadenza.

Il risultato è che quasi due consumatori su 3 (64%) si sono improvvisati chef tra le mura domestiche per sperimentare vecchie e nuove ricette con un trend in crescita iniziato nella fase più acuta dell’emergenza ed alimentato dallo smart working. Una tendenza proseguita anche con la ripresa del lavoro, dove è tornata la gavetta per più di 1 italiano su 2 (53%), magari recuperando gli avanzi della sera prima. 

 

BRESCIA, CAMBIO DI GUARDIA: VALTER GIACOMELLI ALLA GUIDA DELLA FEDERAZIONE

L’assemblea provinciale di Coldiretti Brescia, riunitasi questa sera a Travagliato, ha eletto per acclamazione Valter Giacomelli alla guida della Federazione. Il neo presidente resterà in carica fino al 2023 e succede a Ettore Prandini, al vertice di Coldiretti Brescia dal 2006 e presidente nazionale da novembre 2018.

“Saluto la Federazione bresciana con gratitudine e orgoglio per il grande lavoro svolto in questi quindici anni – dichiara Ettore Prandini, presidente nazionale di Coldiretti – e soprattutto con la promessa di mantenere anche a livello nazionale una continuità nell’impegno a favore del nostro territorio. Brescia è strategica in termini di capacità produttiva e professionalità ed è fondamentale puntare sulla valorizzazione delle sue eccellenze agroalimentari in Italia e sui mercati internazionali”. Graditi ospiti dell’assemblea, il segretario organizzativo di Coldiretti Vincenzo Gesmundo, il capo area organizzazione e servizi nazionale Giovanni Benedetti, il presidente di Coldiretti Lombardia Paolo Voltini e il direttore regionale Marina Montedoro. Valter Giacomelli è imprenditore agricolo del settore lattiero-caseario a Nuvolento e ricopre anche il ruolo di presidente di Gardalatte, una cooperativa di trasformazione del latte in Grana Padano e Provolone DOP, e di COBRECA, altra cooperativa operante nel settore della commercializzazione di bovini da vita, da ristallo e da macello. “E’ un vero onore per me assumere la presidenza di una Federazione che ha segnato profondamente la mia vita e la mia carriera d’imprenditore – afferma Valter Giacomelli, presidente di Coldiretti Brescia – la continuità con il lavoro svolto negli ultimi anni sarà il punto fermo del mio mandato: tra i miei obiettivi primari c’è quello di costruire un lavoro di squadra che coinvolga il più possibile i vicepresidenti, la giunta, il consiglio e i presidenti di sezione”. Un percorso avviato dal presidente emerito Prandini, attraverso visite e incontri con gli imprenditori delle zone provinciali, che riprenderà presto con il “tour” del nuovo presidente sul territorio, altra importante occasione di confronto con tutte le realtà che caratterizzano il mondo agricolo bresciano.

Coldiretti Brescia, che Valter Giacomelli guiderà per i prossimi 2 anni, opera in una realtà provinciale che conta oltre 12.000 aziende agricole, di cui 1.600 con allevamento di bovini da latte, 800 con allevamento di scrofe e suini, 600 avicole, 400 con allevamento di bovini da carne, oltre 1.200 viticole e vitivinicole, 350 imprese che operano nel comparto florovivaistico.

“Abbiamo vissuto un momento particolarmente difficile – conclude il presidente Giacomelli – adesso il mondo agricolo deve farsi trovare pronto ai cambiamenti, alle scommesse, alle tante sfide che ci attendono in un futuro dai contorni spesso incerti. Professionalità, formazione e competenza devono diventare il nostro motto, a partire dai giovani, risorsa preziosa, che hanno però bisogno di essere accompagnati e coinvolti nella vita associativa della struttura. Sono sicuro che insieme faremo un grande lavoro”.

Si ricorda che l’elezione del nuovo presidente non ha comportato alcun cambiamento tra i membri del consiglio direttivo della federazione provinciale di Coldiretti Brescia.

 

ALESSANDRIA, ARRIVA IL PROGETTO FORMATIVO “LA CAMPAGNA TRA I BANCHI”

A scuola di biodiversità, sana alimentazione e cultura del cibo buono e giusto a contatto con la natura e i suoi ritmi: l’anno scolastico iniziato da poche settimane si apre con una grande opportunità che Coldiretti, in collaborazione con il Ministero dell’Istruzione, offre ai bambini e ai ragazzi di tutte le scuole d’Italia. Il progetto di “Educazione alla Campagna Amica” proposto da Coldiretti è stato promosso. Il Ministero ha, infatti, inviato una nota agli Uffici Scolastici Territoriali per agevolare la programmazione dell’offerta formativa degli istituti.

“Educazione alla Campagna Amica”, spiega la circolare del Ministero, è un progetto che persegue l’obiettivo di formare cittadini e consumatori consapevoli sui principi della sana alimentazione, della biodiversità e della stagionalità dei prodotti per valorizzare i fondamenti della Dieta mediterranea.

Un obiettivo che passa attraverso la “ricostruzione” del legame che unisce l’agricoltura al rispetto per l’ambiente e per le risorse naturali senza prescindere dal rispetto verso le persone, secondo principi di tutela e promozione dei diritti fondamentali alla salute, alla sicurezza alimentare, all’uguaglianza e a un lavoro dignitoso.

L’iniziativa è destinata alle scuole di ogni ordine e grado. Il progetto di Coldiretti affronta i temi della sostenibilità, della tutela dell’ambiente, della legalità attraverso la chiave del cibo e del modello di agricoltura sostenibile che contraddistinguono in modo distintivo l’Italia e il Made in Italy agroalimentare.

“Da anni Coldiretti Alessandria porta la campagna nelle scuole della provincia e nelle circa sessanta fattorie didattiche con l’Educazione alla Campagna Amica, dove le imprenditrici e gli imprenditori svolgono un ruolo essenziale nel comunicare e far conoscere alle nuove generazioni il valore del cibo e il legame tra l’agricoltura e la salvaguardia dell’ambiente, delle risorse naturali e del paesaggio”, ha affermato il Presidente Coldiretti Alessandria Mauro Bianco.

Attraverso laboratori esperienziali, lezioni teoriche e visite nelle Fattorie Didattiche e nei Mercati di Campagna Amica, gli agricoltori della Coldiretti raccontano come si produce il cibo e “svelano” i segreti di una sana alimentazione e di un corretto stile di vita. In questo modo si promuovono modelli positivi di comportamento e di esercizio di cittadinanza attiva, sviluppando un’etica della responsabilità.

“Con questo progetto – ha aggiunto la Responsabile regionale e provinciale Donne Impresa Coldiretti Silvia Beccaria – vogliamo declinare nel modo più concreto il concetto di sostenibilità, al centro dell’Agenda Onu per lo sviluppo sostenibile: partendo dal modello di agricoltura che Coldiretti promuove, vogliamo mostrare lo stretto legame tra il rispetto dell’ambiente e delle risorse naturali e il rispetto verso le persone: la tutela e promozione di diritti fondamentali quali quello alla salute, alla sicurezza alimentare, all’uguaglianza e a un lavoro dignitoso”. Si tratta di obiettivi che Coldiretti promuove ogni giorno attraverso le sue strutture territoriali e le imprese agricole già impegnate nelle attività di fattorie didattiche.

“La proposta formativa si presenta con un format completo in termini di contenuti, supporto ai docenti, strumenti didattici, attività esperienziali a supporto dell’apprendimento; un programma trasversale e flessibile, rivolto a tutti i gradi di istruzione, che tiene conto delle diverse esigenze e aspettative dei singoli livelli nel linguaggio e nella declinazione dei contenuti e del materiale a supporto. La formazione in aula è integrata da strumenti complementari come le visite didattiche nelle fattorie, nei mercati di Campagna Amica e nelle imprese agricole di eccellenza. L’obiettivo è di dare un concreto segnale di ripartenza post pandemia anche dell’aspetto didattico attraverso modalità nuove e percorsi interdisciplinari sempre con l’idea di valorizzare il patrimonio e la biodiversità del territorio”, ha aggiunto il Direttore Coldiretti Alessandria Roberto Rampazzo.

Quest’anno con uno strumento in più, a disposizione per alunni e insegnanti, la pubblicazione “La Campagna tra i banchi”, un progetto per educare i più piccoli a consumare frutta e verdura di stagione e scoprire la rete di Campagna Amica.

“Da un’idea di Coldiretti Piemonte in collaborazione con Corriamo a Tavola è nata “La Campagna tra i banchi”, una guida che, mese per mese da settembre a giugno, vuol far conoscere frutta e verdura del territorio attraverso un viaggio alla scoperta di curiosità, proprietà nutrizionali, ricette, quiz e nozioni storiche. Dal peperone alla zucca, dalle nocciole alle patate, dalle mele agli asparagi e molto altro: i più piccoli potranno imparare a scuola, in famiglia e nelle fattorie didattiche di Coldiretti cosa significa mangiare cibo di stagione e dove trovarlo attraverso la rete di Campagna Amica”, ha concluso Silvia Beccaria.

Un materiale pensato in particolare per gli studenti delle scuole primarie sulla scia del progetto Educazione alla Campagna Amica di Donne Impresa Coldiretti con cui è già stato possibile coinvolgere negli ultimi venti anni, a livello nazionale, circa 10 milioni di bambini di cui il 70% nella fascia d’età compresa fra i 4 e gli 11 anni, dalla scuola materna alla primaria e il 30% studenti più grandi medie e superiori.

Una raccolta di schede immediate, divertenti, ricche di contenuti e accattivanti dal punto di vista grafico.

La pubblicazione sarà divulgata nelle scuola della provincia.

 

LUCCA, RICERCA FUNGHI PUÒ ESSERE FATALE, DECALOGO PER RACCOLTA IN SICUREZZA

Mai da soli, evitate improvvisazioni, indossate abiti adatti e seguite le regole. La stagione dei funghi in Garfagnana e nella Media Valle del Serchio è iniziata da poco ma il bilancio è già molto pesante tra dispersi e decessi. Con i boschi presi d’assalto anche da hobbisti delle domenica e sopratutto da chi ha poco esperienza, il pericolo è sempre in agguato. A stilare un vero e proprio decalogo per una raccolta in sicurezza è Coldiretti Lucca che ha fissato in un vero e proprio decalogo le regole da rispettare e gli accorgimenti da tenere sempre ben presenti.

Si parte dal documentarsi sull’itinerario e scegliere i percorsi adatti alle proprie condizioni fisiche al comunicare a qualcuno il proprio tragitto evitando le escursioni in solitaria, dall’attenzione ai sentieri nel bosco che possono diventare scivolosi a causa della pioggia alla consultazione dei bollettini meteo fino allo stare attenti al cambio del tempo. In caso di rischio fulmini – spiega la principale organizzazione agricola – non fermatevi vicino ad alberi, pietre e oggetti acuminati. Molto importante anche l’abbigliamento: usate scarpe e vestiti adatti con scorte di acqua e cibo. Non raccogliete funghi sconosciuti, verificate sempre i limiti alla raccolta di funghi con i servizi micologici territoriali, pulite subito il fungo da rami, foglie e terriccio. Per il trasporto meglio usare contenitori rigidi e areati che proteggono il fungo. Non abbandonate rifiuti nel bosco.

Per i meno avventurosi il consiglio è comunque quello di recarsi nei mercati di Campagna Amica dove molto spesso è possibile acquistare anche funghi coltivati. In questo caso la Coldiretti invita a verificare l’indicazione il luogo di raccolta o coltivazione, dell’origine in etichetta o su appositi cartellini che deve essere riportato obbligatoriamente. Le indicazioni obbligatorie devono essere presenti sui documenti che accompagnano il prodotto in tutte le fasi della commercializzazione e che l’indicazione del Paese di origine è sempre obbligatoria per tutti i prodotti ortofrutticoli freschi, compresi tartufi e funghi spontanei.

 

CUNEO, CASTAGNA DI LISIO: ACCORDO TRA COMUNE E MOLINO ZANONE PER IL RITIRO

Siglato oggi pomeriggio l’accordo per il ritiro del prodotto da parte dell’azienda che reinvestirà nel progetto il 20% degli utili. Ottimo esempio di economia circolare che reinveste sul proprio territorio. Nell’ambito del progetto della Castagna di Lisio De.Co. lanciato dall’Amministrazione Comunale qualche settimana fa, è stato firmato, oggi pomeriggio, l’accordo per il ritiro del prodotto fresco e secco tra il Sindaco Stefano Rossi e il Molino Zanone, storica azienda il cui stabilimento si trova proprio sul territorio comunale. L’accordo prevede una serie di parametri che il prodotto conferito al Molino dovrà rispettare per ottenere la premialità prevista per la Castagna De.Co.

L’ottica del Molino Zanone, come partner commerciale ufficiale dell’iniziativa, è quello di premiare la qualità del prodotto che anche in una piccola realtà come Lisio può essere perseguita invece di perseguire più semplicemente la quantità. A tale scopo è prevista un’ulteriore maggiorazione di premialità sul conferito se le castagne saranno certificate biologiche e presenteranno specifiche caratteristiche.

Il Molino Zanone, dal canto suo, ha siglato un impegno solidale con l’Amministrazione, per il quale reinvestirà nel progetto Castagna di Lisio De.Co., il 20% dell’utile generato dalla vendita dei prodotti a marchio De.Co. (profitto al netto delle spese di trasformazione e commercializzazione), sotto forma di donazione al Comune. Un impegno che sottolinea quanto lo stesso Molino creda nel progetto come opportunità di resilienza, riscatto e rinascita della zona contribuendo affinché la gente abbia un motivo in più per non abbandonare il proprio territorio d’origine.

Il Comune di Lisio, a sua volta potrà impiegare questa somma di denaro esclusivamente per finalità strettamente inerenti al progetto stesso (ad esempio: investimento pubblicitario per il progetto, acquisto di materiale informativo, donazione all’associazione fondiaria per la manutenzione delle strade interpoderali asservite ai castagneti, ecc.).

“Un ottimo esempio di economia circolare – sottolinea Gianni Gentile, Segretario di Zona Coldiretti Mondovì – che reinveste sul proprio territorio. Il progetto Castagna di Lisio De.Co. è nato dalla resilienza del suo Comune ed è un’iniziativa che vuole offrire un’opportunità di rilancio per questa terra fiera e dalla storia antica legata alla produzione di castagne. Un ulteriore passo in questo percorso teso a dare un aiuto concreto ad un territorio che merita di essere maggiormente valorizzato dal punto di vista enogastronomico e turistico”.

Per maggiori informazioni visitare il sito web https://cuneo.coldiretti.it

 

MODENA, GIOVANI: 3 MILIONI PER I GIOVANI AGRICOLTORI MODENESI

Sono 3 i milioni di euro a disposizione dei giovani agricoltori modenesi per avviare una nuova impresa agricola usufruendo dei fondi messi a disposizione dal Piano di Sviluppo Rurale. Lo rende noto con soddisfazione Coldiretti Modena nel sottolineare come, grazie all’impegno dell’Assessore regionale all’agricoltura Alessio Mammi e della Regione Emilia Romagna, tutte le domande della graduatoria del “Pacchetto Giovani Bando 2020 seconda edizione” che stanziava contributi a sostegno della nuova imprenditoria giovanile siano state accettate.

I fondi regionali – continua Coldiretti – passano infatti  6 milioni a 23 milioni di euro per soddisfare tutte le 406 domande dei giovani imprenditori agricoli (61 per Modena), nello specifico le 277 richieste relative all’aiuto all’avviamento d’impresa per giovani agricoltori hanno un incremento di oltre 7 milioni passando così da 4 milioni, previsti inizialmente dal bando, agli attuali 11 milioni e 150mila euro e per le 129 domande relative agli investimenti in azienda agricola per giovani agricoltori beneficiari di premio di primo insediamento la disponibilità economica è stata aumentata di oltre 8,8 milioni, passando così dai 2 milioni iniziali a 10 milioni e 835mila euro.

“Coldiretti – dichiara il Presidente di Coldiretti Modena, Luca Borsari – si è sempre espressa in modo deciso a favore del sostegno dei giovani agricoltori e relativi investimenti. I giovani sono il fulcro strategico della Regione per portare innovazione e sviluppo all’intero comparto agricolo. Da loro arriva la spinta maggiore alla diversificazione delle attività agricole permettendo una multifunzionalità dell’intero settore e creando un valore aggiunto inestimabile. Garantire loro il futuro è quindi fondamentale.”

In Emilia Romagna le aziende di giovani agricoltori associate a Coldiretti che hanno aderito a quest’ultimo bando rappresentano il 54% dei beneficiari del premio di primo insediamento e oltre al 55% dei beneficiari dei fondi per gli investimenti in azienda agricola.

 

REGGIO EMILIA, FINANZIATE DALLA REGIONE LE DOMANDE DEI GIOVANI AGRICOLTORI

«Apprendiamo con immensa soddisfazione – commenta il direttore della Coldiretti di Reggio Emilia Albertino Zinanni – che la Regione Emilia Romagna finanzierà tutte le domande in graduatoria relativa alla seconda edizione del bando per giovani agricoltori beneficiari del primo insediamento previsto dal Psr 2014-2022». Grazie al programma regionale di Sviluppo rurale (Psr) per il bando 2020 a Reggio Emilia Coldiretti ha presentato 51 domande di giovani per avviare ed investire nella loro attività in agricoltura. L’agricoltura reggiana nel suo complesso può contare su 5.632.120 euro di contributi destinati a neo agricoltori under 41 le cui domande rappresentano ben il 25% del totale di quelle accolte. Reggio Emilia si pone dunque come una provincia con una agricoltura giovane e innovativa.

«Il risultato per la nostra provincia è sicuramente positivo – continua Albertino Zinanni. Soddisfazione anche per l’ottimo lavoro svolto dai nostri tecnici che hanno visto finanziate il 100% delle domande accolte. L’agricoltura reggiana ha confermato il trend delle annate scorse, registrato il numero maggiore di domande di primo insediamento in regione, con il risultato che più del 25% delle risorse previste dal bando sono state assegnate alla nostra provincia».

«È sempre in aumento il numero di domande che riceviamo da parte di giovani con l’intenzione di investire in agricoltura – continua il direttore di Coldiretti Zinanni. Questi dati esprimono il crescente interesse dei giovani verso il settore agricolo e mostrano l’importanza del sostegno fornito dalle Politiche di sviluppo rurale (Psr 2014-2020) per l’insediamento di nuovi giovani nel settore primario. Per questo la Coldiretti sostiene i giovani interessati allo sviluppo della propria attività imprenditoriale con attività informative e di supporto per l’accesso a tutte le opportunità dei Programmi di Sviluppo rurale».

Le aziende agricole gestite da giovani – dichiara Coldiretti – si aprono a nuove prospettive e si innovano, scegliendo colture e allevamenti non convenzionali, inserendo tecnologia all’avanguardia, orientandosi verso nuovi canali di vendita; non da meno è rilevante la grande attenzione alla sostenibilità e alla qualità delle buone pratiche agronomiche e del prodotto».

 

PISTOIA, DANNI FAUNA SELVATICA: AUTO INCORNATA DA UN CERVO SUL LUNGO RENO

È andata bene, ma… Ieri sera ennesimo incidente stradale causato da un animale selvatico. Sulla statale per San Marcello un imprenditore agricolo socio di Coldiretti ha visto abbattersi sulla sua vettura un grosso cervo che ha accartocciato la parte frontale dell’auto, con le corna che hanno bucato il parabrezza. Illeso Francesco Tonarelli, vivaista de ‘Il Giardino Incantato’ che quotidianamente fa la spola tra il vivaio in altura a Gavinana sulla montagna pistoiese, e quello in pianura, a Casalguidi alle porte di Pistoia.

“Ogni mattina –racconta Tonarelli- percorro la Statale 66 per raggiungere Pistoia. In serata compio il percorso inverso. Tre le 6 e le 6 e mezza è tutt’altro che un’eccezione incrociare grossi ungulati. Ieri sera attorno alle 21 viaggiavo in direzione montagna e dal fiume Reno (che costeggia la statale), è schizzato con un salto un grosso cervo. Un corno ha sfondato il parabrezza, il corpo ha accartocciato la parte anteriore della vettura. Siamo illesi per miracolo”.

Senza grosse conseguenze anche il cervo che ha continuato la sua corsa.

Come ormai noto –commenta Coldiretti Pistoia- l’eccesso di ungulati sono un pericolo costante anche per la circolazione stradale. Sono innumerevoli i casi accaduti nella nostra provincia, al nostro socio è andata bene, subendo oltre al gran spavento, ‘solo’ danni materiali.

Coldiretti ricorda che a livello nazionale, negli ultimi dieci anni il numero di incidenti gravi con morti e feriti causati da animali è praticamente raddoppiato (+81%) sulle strade provinciali secondo la stima Coldiretti su dati Aci Istat.

 

PARMA, LAVORO: 23 MLN AI GIOVANI COLLABORANDO CON REGIONE

Coldiretti Parma esprime grande soddisfazione per l’impegno dell’Assessore Alessio Mammi e della Regione Emilia Romagna nello scorrere tutte le domande della graduatoria del Pacchetto Giovani Bando 2020 seconda edizione.

I fondi stanziati passano infatti da 6 milioni a 23 milioni di euro per soddisfare tutte le 406 domande a livello regionale sull’operazione 6.1.01 (Aiuto all’avviamento d’impresa per giovani agricoltori) e tutte le 129 relative all’operazione 4.1.02 (Investimenti in azienda agricola per giovani agricoltori beneficiari di premio di primo insediamento).

“Coldiretti Parma– dichiara il Presidente provinciale di Coldiretti Nicola Bertinelli – si è sempre fortemente espressa a favore del sostegno ai giovani agricoltori e relativi investimenti.” I giovani sono il fulcro strategico della provincia e della Regione per portare innovazione e sviluppo all’intero comparto agricolo; sono proprio i giovani, infatti, coloro che diversificano maggiormente le attività agricole permettendo una multifunzionalità dell’intero settore e creando un valore aggiunto inestimabile.”

“A Parma – conclude il Direttore provinciale Marco Orsi – le aziende di Giovani Agricoltori associate a Coldiretti che hanno aderito a quest’ultimo bando sono state 17 per l’operazione 6.1.01 e 9 per l’operazione 4.1.02 che rappresentano in totale circa il 50% di tutte le domande presentate in Provincia. “Abbiamo quindi l’onore di rappresentare il futuro di un’importante numero di aziende e perciò sarà sempre massimo l’impegno per garantire quanti più fondi per gli investimenti del settore”.

 

FERRARA, 16 MILIONI AI GIOVANI COLLABORANDO CON LA REGIONE

Coldiretti esprime grande soddisfazione per l’impegno dell’Assessore Alessio Mammi e della Regione Emilia Romagna nello scorrere tutte le domande della graduatoria del Pacchetto Giovani Bando 2020 seconda edizione.

I fondi passano infatti  6 milioni a 23 milioni di euro per soddisfare tutte le 406 domande dei giovani imprenditori agricoli, nello specifico le 277 richieste a valere sull’operazione 6.1.01 (Aiuto all’avviamento d’impresa per giovani agricoltori) hanno un incremento di oltre 7 milioni passando così da 4 milioni, previsti inizialmente dal bando, agli attuali 11 milioni e 150mila euro e per le 129 domande relative all’operazione 4.1.02 (Investimenti in azienda agricola per giovani agricoltori beneficiari di premio di primo insediamento) la disponibilità economica è stata aumentata di oltre 8,8 milioni, passando così dai 2 milioni iniziali a 10 milioni e 835mila euro.

“È un ottimo risultato a livello regionale – commenta Floriano Tassinari, presidente di Coldiretti Ferrara – che accoglie la spinta della nostra organizzazione per sostenere i giovani che entrano in agricoltura e che necessitano di supporto agli investimenti, spesso nel segno dell’innovazione, della multifunzionalità e sviluppo per cui garantirne il futuro è quindi fondamentale.”

“In Emilia Romagna – conclude il Direttore Regionale Marco Allaria Olivieri – le aziende di Giovani Agricoltori associate a Coldiretti che hanno aderito a quest’ultimo bando rappresentano il 54% dei beneficiari del premio di primo insediamento e oltre al 55% dei beneficiari dei fondi per gli investimenti in azienda agricola. “Abbiamo quindi l’onore di rappresentare il futuro di un’importante numero di aziende e perciò sarà sempre massimo l’impegno per garantire quanto più fondi per gli investimenti del settore”.

         

Appuntamenti

 

LOMBARDIA: OSCAR GREEN: LE IDEE INNOVATIVE DEI GIOVANI AGRICOLTORI LOMBARDI

Venerdì 15 ottobre

Le idee creative per l’agricoltura che non si arrende alla pandemia saranno al centro della rassegna dedicata all’innovazione giovane nelle campagne di Coldiretti Lombardia che per la prima volta si tiene a Cremona. L’appuntamento è per venerdì 15 ottobre alle ore 16.30 al Museo del Violino, in piazza Marconi 5, dove la Coldiretti regionale assegnerà gli Oscar Green ai progetti imprenditoriali più interessanti e curiosi sviluppati su tutto il territorio regionale.

Alla premiazione interverranno: Paolo Voltini, presidente di Coldiretti Lombardia; Veronica Barbati, delegata nazionale Coldiretti Giovani Impresa; Fabio Rolfi, assessore Agricoltura, Alimentazione e Sistemi verdi di Regione Lombardia; Gianluca Galimberti, sindaco di Cremona; Mirko Signoroni, presidente della Provincia di Cremona; monsignor Antonio Napolioni, vescovo di Cremona; Luca Burgazzi, assessore ai Sistemi culturali, Giovani, Politiche della legalità del Comune di Cremona; Chiara Ferrari, presidente Giovani Industriali di Cremona. Modera Carlo Maria Recchia, delegato Coldiretti Giovani Impresa Lombardia.

 

PUGLIA: GLI OSCAR INNOVATORI DI NATURA

Mercoledì 13 ottobre

Arriva dai giovani nei campi la spinta alla ripresa e alla resilienza con i geni contadini che con lungimiranza ed estro anche nel 2021 hanno inventato prodotti e straordinarie innovazioni rigorosamente ‘Made in Puglia’, presentate dal vivo per la prima volta all’Oscar Green Puglia, il premio promosso da Coldiretti Giovani Impresa arrivato alla quindicesima edizione che punta a valorizzare il lavoro di tanti giovani che hanno scelto per il proprio futuro l’agricoltura, con il patrocinio del Ministero delle Politiche Agricole e di quello delle Politiche Giovanili. L’appuntamento con gli ‘Innovatori di Natura’ sarà mercoledì 13 ottobre 2021, alle ore 9,30, nello splendido scenario del Castello Aragonese di Taranto, dove saranno consegnati i premi agli ‘Innovatori di Natura’ durante la cerimonia di consegna degli OSCAR GREEN Puglia 2021.

Nell’ambito del ‘Salone dell’Agricreatività’ sarà presentata la prima indagine Coldiretti-Divulga sulla “Svolta green delle giovani imprese” che fotografa il profondo cambiamento nelle abitudini dei giovani con un focus dedicato allo storico ritorno alla terra che non avveniva dalla rivoluzione industriale, con l’identikit, gli interessi, le scelte patriottiche ed il giudizio dei giovani agricoltori pugliesi rispetto alle politiche agricole ed economiche messe in campo.

Insieme a Veronica Barbati e Benedetta Liberace, leader nazionale e regionale di Coldiretti Giovani Impresa, con i giovani agricoltori pugliesi si confronteranno Riccardo Fargione del coordinamento delle attività del Centro Studi Divulga, Stefano Leporati, segretario nazionale di Coldiretti Giovani Impresa, l’Assessore all’agricoltura della Regione Puglia, Donato Pentassuglia, insieme al presidente e al direttore di Coldiretti Puglia, Savino Muraglia e Pietro Piccioni.

 

UMBRIA: I CICLAMINI DELLA SOLIDARIETÀ DI ANT AL MERCATO CAMPAGNA AMICA

Martedì 12, mercoledì 13, venerdì 15 e sabato 16 ottobre

I Ciclamini della Solidarietà di Fondazione ANT (Assistenza Nazionale Tumori) Italia ONLUS, tornano al Mercato Contadino Perugia di Campagna Amica, per sostenere l’assistenza medico specialistica domiciliare e i progetti di prevenzione oncologica. È quanto rende noto la Coldiretti Umbria ricordando la presenza al Mercato di Madonna Alta dei volontari ANT, il 12-13, 15-16 ottobre e in seguito nei vari mercati scoperti della regione.

Prosegue quindi la collaborazione di Coldiretti Umbria con la Fondazione ANT, all’interno dei mercati di Campagna Amica, che rappresentano non solo un luogo di vendita di eccellenze agricole del territorio, ma uno spazio sempre più aperto anche alla solidarietà e alla socializzazione. Un luogo nel cuore delle città “vicino alla gente”, che fa parte di una comunità, quella di Campagna Amica, dove è basilare la fiducia che si crea tra produttori e consumatori.

Siamo orgogliosi di riproporre un’iniziativa importante – afferma Elisa Polverini vicedirettore Coldiretti Umbria e responsabile regionale Campagna Amica – per ribadire la vicinanza del mondo agricolo locale alle attività della Fondazione in favore di coloro che soffrono. Tra l’altro – continua Polverini – proprio la sana e corretta alimentazione rappresenta un alleato indispensabile per la nostra salute, con il buon cibo capace di generare un circuito virtuoso utile alla collettività, sotto molteplici aspetti. I produttori agricoli di Campagna Amica Coldiretti infatti – ribadisce Polverini – sono da sempre in prima fila nel trasmettere ai cittadini-consumatori, come una dieta corretta e ricca di principi nutritivi genuini come quella mediterranea, possa contribuire ad un calo dell’incidenza sia delle malattie tumorali che di altre patologie.

La pandemia tra l’altro – ricorda Polverini – oltre ad aver accentuato l’attenzione sul tema della salute, ha contribuito anche ad una prepotente riscoperta della campagna, rivoluzionando pure i consumi, favorendo una nuova sensibilità verso i cibi di qualità e un contatto diretto con chi coltiva i prodotti che si portano in tavola. Con gli agricoltori che – aggiunge – si stanno dimostrando sempre più pronti ad intercettare la crescente sensibilità verso un modello di consumo che, garantendo la freschezza, tagliando le intermediazioni e riducendo le distanze che devono percorrere gli alimenti, ha effetti positivi anche sul piano salutistico e ambientale.

Una tendenza, quella della “filiera corta” – conclude Coldiretti – che va affermandosi sempre più in tutto il Paese, volta a sostenere la domanda di prodotti tipici locali, orientando le scelte di acquisto verso alimenti tracciati e certificati, legati al territorio.

 

RIETI: RIAPRE IL MERCATO DI CAMPAGNA AMICA IN PIAZZA DELLA REPUBBLICA

Mercoledì 13 ottobre

Prodotti genuini e progetti didattici con le scuole, che mercoledì 13 ottobre saranno protagoniste della giornata di riapertura, dopo la pausa estiva, del mercato di Campagna Amica in Piazza della Repubblica a Rieti.

Un appuntamento settimanale che si ripeterà ogni mercoledì dalle 8 alle 14. Sui banchi sarà possibile trovare solo prodotti genuini e a chilometro zero, dall’olio ai salumi, anche quelli senza additivi, dai formaggi freschi e stagionati ai prodotti di gastronomia, quindi pane, porchetta, carne fresca, birra, miele e confetture, soprattutto quelle di castagne. 

“Il nostro è un mercato che punta alla valorizzazione dell’agricoltura locale – spiega il presidente di Coldiretti Rieti, Alan Risolo – e dei suoi prodotti genuini. Quello che contraddistingue questa realtà, è il rapporto di fiducia che si instaura tra i nostri agricoltori e i consumatori. E lo dimostra l’incremento di presenze mercati di Campagna Amica, cresciuto del 30% nel periodo della pandemia, che ha contribuito a far riscoprire l’importanza di una alimentazione sana con prodotti della nostra terra. L’invito è quello di prediligere il Made in Italy, che rappresenta una garanzia anche a fronte dei maggiori e più accurati controlli”. I mercati di campagna amica svolgono anche una funzione sociale ed educativa con le numerose iniziative che vengono svolte al loro interno, come le fattorie didattiche e i progetti di educazione alimentare avviati con le scuole.

“E’ ciò che faremo mercoledì – prosegue Risolo – in occasione della riapertura del mercato di Piazza della Repubblica, che segnerà l’inizio del progetto di didattica, che vede protagoniste le scuole primarie della Diocesi. Svolgeremo attività ludiche ed educative con il gioco “Cerca l’intruso”, in programma per le 11, utile alla spiegazione dei concetti di stagionalità e territorialità dei prodotti”.

Sui banchi del mercato sarà possibile trovare prodotti di eccellenza del territorio. “Le nostre aziende agricole – conclude Risolo – hanno lavorato alacremente per portare sulle tavole dei consumatori prodotti nuovi e freschissimi come il miele millefiori, ottenuto dalla smielatura di agosto o il nuovo “formalto”, un pecorino dolcissimo nato dalla collaborazione dell’azienda produttrice di formaggi ovini e dell’azienda produttrice di cereali e birra. E ancora salumi stagionati con spezie che crescono spontanee nei prati estivi di alta montagna, ma anche pane e dolci ottenuti dai grani autoctoni cresciuti nell’alto Lazio. E poi primizie come le castagne e i melograni, nonché confetture e marmellate ottenute dai frutti di bosco del reatino”.

 

CREMONA, GIOVANI: LE IDEE INNOVATIVE DEGLI AGRICOLTORI LOMBARDI

Venerdì 15 ottobre

Le idee creative per l’agricoltura che non si arrende alla pandemia saranno al centro della rassegna dedicata all’innovazione giovane nelle campagne di Coldiretti Lombardia che per la prima volta si tiene a Cremona. L’appuntamento è per venerdì 15 ottobre alle ore 16.30 al Museo del Violino, in piazza Marconi 5, dove la Coldiretti regionale assegnerà gli Oscar Green ai progetti imprenditoriali più interessanti e curiosi sviluppati su tutto il territorio regionale.

Alla premiazione interverranno: Paolo Voltini, presidente di Coldiretti Lombardia; Veronica Barbati, delegata nazionale Coldiretti Giovani Impresa; Fabio Rolfi, assessore Agricoltura, Alimentazione e Sistemi verdi di Regione Lombardia; Gianluca Galimberti, sindaco di Cremona; Mirko Signoroni, presidente della Provincia di Cremona; monsignor Antonio Napolioni, vescovo di Cremona; Luca Burgazzi, assessore ai Sistemi culturali, Giovani, Politiche della legalità del Comune di Cremona; Chiara Ferrari, presidente Giovani Industriali di Cremona. Modera Carlo Maria Recchia, delegato Coldiretti Giovani Impresa Lombardia.

 

CUNEO: LA CAMPAGNA TORNA IN PIAZZA AD ALBA CON PRODUTTORI DI CAMPAGNA AMICA

Domenica 17 ottobre

Ritornano finalmente ad Alba due domeniche di gusto firmate Coldiretti Campagna Amica, nell’ambito della 91esima Fiera internazionale del Tartufo Bianco d’Alba.

Domenica 10 e domenica 17 ottobre 2020, albesi e visitatori della Fiera troveranno per tutta le giornata un ricco mercato Campagna Amica in piazza Snider, antistante l’ex Tribunale. Sotto i caratteristici gazebo gialli, produttori agricoli da tutta la Provincia, ma anche dal Torinese e dall’Astigiano, proporranno una gamma estremamente variegata di prodotti a Km zero, alcuni certificati biologici, in una tavolozza di sapori e colori unici, da abbinare e gustare con la sicurezza della qualità che contraddistingue il marchio Campagna Amica.

Si potranno acquistare e portare in tavola vini di Langhe e Roero, formaggi, salumi, miele e prodotti dell’alveare, cereali, farine, ortofrutta, passata di pomodoro, composte, salse piemontesi e marmellate, prodotti stagionali come le castagne, le nocciole, l’aglio di Caraglio, lo zafferano, oltre ai ceci e alle lumache.

“Quindici produttori Campagna Amica – spiega Cesare Gilli, Segretario di Coldiretti Alba – si alterneranno nelle prossime domeniche per portare in città una grande varietà di prodotti nel segno dell’eccellenza agroalimentare e del consumo consapevole. Per i turisti della Fiera e per gli albesi i nostri mercati saranno straordinarie occasioni per dialogare con i produttori e apprezzare la sapienza di chi coltiva la terra, oltre che per fare una spesa di valore e sostenibile, nel pieno rispetto delle norme anti Covid”.

Per maggiori informazioni visitare il sito web https://cuneo.coldiretti.it

 

VARESE, BOOM CONSERVE “FAI DA TE” E FRUTTA SI COMPRA ALL’AGRIMERCATO

Martedì 12, giovedì14 e venerdì 15 ottobre

Dopo l’esperienza casalinga accumulata nei lunghi periodi di lockdown nell’ultimo anno e mezzo, quest’anno la tradizione di conserve e confetture entra nel vivo e coinvolge oltre una famiglia su quattro (24%) anche in provincia di Varese: e così, sempre più consumatori si sono messi al lavoro tra pentole e vasetti nella preparazione di conserve fatte in casa.

La preparazione delle conserve, composte, confetture e marmellate fatte in casa secondo una tradizione del passato, sembrava destinata a perdersi, mentre è tornata di grande attualità con la pandemia, le lunghe settimane di lockdown, zona rossa e smart working, che per oltre un anno hanno fatto riscoprire ai concittadini la voglia di cucinare. L’attività di trasformatori “fai da te”, comunque comporta l’osservanza di precise regole, in quanto, la sicurezza degli alimenti conservati, parte dalla qualità e sanità dei prodotti utilizzati, ma non può prescindere da precise norme di lavorazione, che valgono per il settore agroindustriale, ma anche per i consumatori casalinghi, soprattutto nella fase della sterilizzazione.

Il risultato generato dalla situazione – affermano Coldiretti Varese – è il ritorno di comportamenti virtuosi che si esprimono anche nei riti autunnali della preparazione delle conserve fai da te, con intere giornate trascorse per recuperare il prodotto, pulirlo, lavorarlo, cucinarlo, metterlo in vaso e riempire la dispensa. Questa tendenza dimostra una sempre maggiore attenzione a quello che i consumatori mettono in tavola, per evitare di consumare, soprattutto durante l’inverno, prodotti surgelati o provenienti dall’estero che hanno dovuto percorrere migliaia di chilometri per raggiungere le nostre case.

Chi non dovesse disporre di frutta (ma anche verdura: la composta di zucca, ad esempio, è buonissima) può trovarla facilmente nei punti vendita delle aziende di Campagna Amica o presso gli AgriMercati, questi ultimi presenti in provincia di Varese si tengono in orario mattutino dalle 8 alle 12.30. Oltre al duplice appuntamento a Varese (il giovedì in piazza Giovine Italia, il venerdì allo stadio di Masnago), a Induno Olona l’AgriMercato si svolge ogni primo, terzo, quarto e quinto sabato del mese nel rione San Cassano. Infine, a Gallarate il Mercato di Campagna Amica si tiene ogni martedì mattina in via Torino.

Ovviamente vi si possono trovare anche composte, marmellate e confetture già preparate dagli imprenditori agricoli e pronte da portare in tavola.

 

CREMONA: GIOVANI, LE IDEE INNOVATIVE DEGLI AGRICOLTORI LOMBARDI

Venerdì 15 ottobre

Le idee creative per l’agricoltura che non si arrende alla pandemia saranno al centro della rassegna dedicata all’innovazione giovane nelle campagne di Coldiretti Lombardia che per la prima volta si tiene a Cremona. L’appuntamento è per venerdì 15 ottobre alle ore 16.30 al Museo del Violino, in piazza Marconi 5, dove la Coldiretti regionale assegnerà gli Oscar Green ai progetti imprenditoriali più interessanti e curiosi sviluppati su tutto il territorio regionale.

Alla premiazione interverranno: Paolo Voltini, presidente di Coldiretti Lombardia e Coldiretti Cremona; Veronica Barbati, delegata nazionale Coldiretti Giovani Impresa; Fabio Rolfi, assessore Agricoltura, Alimentazione e Sistemi verdi di Regione Lombardia; Gianluca Galimberti, sindaco di Cremona; Mirko Signoroni, presidente della Provincia di Cremona; monsignor Antonio Napolioni, vescovo di Cremona; Luca Burgazzi, assessore ai Sistemi culturali, Giovani, Politiche della legalità del Comune di Cremona; Chiara Ferrari, presidente Giovani Industriali di Cremona. Modera Carlo Maria Recchia, delegato Coldiretti Giovani Impresa Lombardia e Giovani Impresa Cremona.

Durante la manifestazione – precisa Coldiretti Cremona – è previsto un suggestivo intermezzo musicale con l’audizione della violinista Aurelia Macovei su un prezioso Stradivari Clesbee 1669.

 

SONDRIO: È TEMPO DI CONSERVE “FAI DA TE” E NEGLI AGRIMERCATI TRIONFA LA FRUTTA

Giovedì 14, venerdì 15 e sabato 16 ottobre

Dopo l’esperienza casalinga accumulata nei lunghi periodi di lockdown nell’ultimo anno e mezzo, quest’anno la tradizione di conserve e confetture entra nel vivo e coinvolge oltre una famiglia valtellinese su quattro (24%): e così, sempre più consumatori si sono messi al lavoro tra pentole e vasetti nella preparazione di conserve fatte in casa.

La preparazione delle conserve, composte, confetture e marmellate fatte in casa secondo una tradizione del passato, sembrava destinata a perdersi, mentre è tornata di grande attualità con la pandemia, le lunghe settimane di lockdown e lo smart working, che per oltre un anno hanno fatto riscoprire ai concittadini la voglia di cucinare. L’attività di trasformatori “fai da te”, comunque comporta l’osservanza di precise regole, in quanto, la sicurezza degli alimenti conservati, parte dalla qualità e sanità dei prodotti utilizzati, ma non può prescindere da precise norme di lavorazione, che valgono per il settore agroindustriale, ma anche per i consumatori casalinghi, soprattutto nella fase della sterilizzazione.

Il risultato generato dalla situazione – affermano Coldiretti Sondrio – è il ritorno di comportamenti virtuosi che si esprimono anche nei riti autunnali della preparazione delle conserve fai da te, con intere giornate trascorse per recuperare il prodotto, pulirlo, lavorarlo, cucinarlo, metterlo in vaso e riempire la dispensa. Questa tendenza dimostra una sempre maggiore attenzione a quello che i consumatori mettono in tavola, per evitare di consumare, soprattutto durante l’inverno, prodotti surgelati o provenienti dall’estero che hanno dovuto percorrere migliaia di chilometri per raggiungere le nostre case.

Chi non dovesse disporre di frutta (ma anche verdura: la composta di zucca, ad esempio, è buonissima) può trovarla facilmente nei punti vendita delle aziende di Campagna Amica o presso gli AgriMercati, questi ultimi presenti in Valtellina si tengono in orario mattutino dalle 8 alle 12.30. Nella città capoluogo, Sondrio, l’appuntamento con il Mercato di Campagna Amica è duplice: in Piazza Cavour (Piazza Vecchia), ogni venerdì mattina dalle 8 alle 12.30 e in piazza Bertacchi, di fronte alla stazione, ogni sabato mattina presso la struttura dell’AgriMercato coperto. Nel giorno di giovedì, invece, i produttori raggiungono sia Morbegno (via V Alpini) che Tirano (Viale Cappuccini/Piazza delle Torri). E’ invece quindicinale (alternato ogni due settimane) l’AgriMercato di Bormio in piazza Cavour. Ovviamente vi si possono trovare anche composte, marmellate e confetture già preparate dagli imprenditori agricoli e pronte da portare in tavola.