COMUNICATO STAMPA | Notizie dalle Federazioni

News La Forza del Territorio dell’11 maggio 2022

11 Maggio 2022
News La Forza del Territorio dell’11 maggio 2022

Primo piano

 

VARESE, BLOCCATE NEI PORTI 25 MLN DI TONNELLATE DI CEREALI

Quasi 25 milioni di tonnellate di cereali, tra grano, mais e altri prodotti sono bloccati nei magazzini ucraini in attesa di essere spediti, con un impatto devastante sugli approvvigionamenti di numerosi Paesi in via di sviluppo ma anche su quelli ricchi. È quanto stima la Coldiretti su dati del WFP nel commentare la dichiarazione dei leader del G7 che chiedono alla Russia di porre fine al suo blocco e a tutte le altre attività che impediscono la produzione e l’esportazione di cibo dell’Ucraina, in linea con i suoi impegni internazionali.

L’Ucraina e uno dei principali produttori ed esportatori e nel mondo esporta il 10% del frumento tenero destinato alla panificazione per un totale di oltre 18 milioni di tonnellate ma anche il 15% del mais per oltre 27 milioni di tonnellate. La situazione preoccupa anche l’Italia che è un Paese deficitario su molti fronti per quando riguarda il cibo: produce appena il 36% del grano tenero che le serve, il 53% del mais, il 51% della carne bovina, il 56% del grano duro per la pasta, il 73% dell’orzo, il 63% della carne di maiale e i salumi, il 49% della carne di capra e pecora mentre per latte e formaggi si arriva all’84% di autoapprovvigionamento.

“Il risultato è che i prezzi del grano sono aumentati a livello mondiale ancora del 5% nell’ultima settimana dopo la decisione di sospendere l’attività dei porti sul Mar Nero, secondo l’analisi della Coldiretti alla chiusura settimanale del Chicago Board of Trade” fa notare Fernando Fiori, presidente di Coldiretti Varese. L’emergenza sta innescando un nuovo cortocircuito sul fronte delle materie prime anche nel settore agricolo che ha già sperimentato i guasti della volatilità dei listini in un Paese come l’Italia “che è fortemente deficitaria in alcuni settori ed ha bisogno di un piano di potenziamento produttivo e di stoccaggio per le principali commodities, dal grano al mais fino all’atteso piano proteine nazionale per l’alimentazione degli animali in allevamento per recuperare competitività rispetto ai concorrenti stranieri. Bisogna invertire la tendenza ed investire per rendere il Paese il più possibile autosufficiente per le risorse alimentari facendo tornare l’agricoltura centrale negli obiettivi nazionali ed europei. In Piemonte possiamo utilizzare i circa 20 mila ettari di terreni a riposo ed aumentare la produzione, ma nell’immediato occorre salvare aziende e stalle da una insostenibile crisi finanziaria”.

 

Dal Territorio

 

MOLISE, PESTE SUINA: IN ALLARME ANCHE SETTORE ZOOTECNICO REGIONALE

Dopo il caso del cinghiale affetto da Peste Suina Africana (PSA), isolato in provincia di Roma, ad appena 150 km dal Molise, crescono le preoccupazioni degli allevatori zootecnici anche nella nostra regione. Il rischio di diffusione della malattia fra i cinghiali rappresenta, infatti, un grande pericolo per le aziende zootecniche che allevano maiali (in Molise ve ne sono circa 300) in quanto i cinghiali sono il principale veicolo di diffusione del virus che può risultare letale sia per i cinghiali che per i suini.

Va precisato che la PSA non rappresenta un rischio per gli esseri umani ma, in caso di sua diffusione, si abbatterebbe come uno tsunami sull’intero comparto suinicolo; basterebbe infatti, un solo caso in stalla per costringere l’allevatore all’abbattimento di tutti i suoi capi. Un danno economico incalcolabile che metterebbe a rischio migliaia di aziende con la norcineria nazionale che è un settore di punta dell’agroalimentare made in Italy che dà lavoro a circa centomila persone tra allevamento, trasformazione, trasporto e distribuzione con un fatturato che vale 20 miliardi.

Occorre quindi un’attenzione massima verso i rischi, come rimarca l’Ordinanza del Commissario straordinario alla peste suina africana (DPCM 25/02/2022) inviata dalla Regione Molise anche alle Associazioni di Categoria. “Tuttavia – afferma il Direttore Regionale di Coldiretti Molise, Aniello Ascolese – il problema andrebbe risolto a monte, ovvero abbassando drasticamente il numero di cinghiali sul territorio, che in Molise ha ampiamente superato il numero delle 40mila unità”.

“Un vero e proprio flagello per l’agricoltura – prosegue il Direttore di Coldiretti – visto che a causa di questi animali, che scorrazzano incontrastati sull’intero territorio, distruggendo ogni coltura e provocando sempre più spesso anche gravi incidenti stradali, gli imprenditori agricoli non riescono nemmeno più a produrre quanto serve per l’alimentazione dei capi. Una vera e propria emergenza che potrà essere affrontate efficacemente – conclude Ascolese – come più volte da noi richiesto, solo con la modifica della Legge 157/92 sulla fauna selvatica”. 

 

 

PUGLIA, TRANSUMANZA: INACCETTABILE STOP A MOVIMENTARE ANIMALI

Antica pratica salva 2.700 pastori e 191mila pecore

Inaccettabile lo stop alla Transumanza che è stata dichiarata patrimonio dell’Umanità, una grande opportunità di tutela e promozione dell’antica pratica ancora viva sul Gargano che garantisce la salvaguardia in Puglia di ben 2.700 allevamenti e 191mila pecore a vantaggio della biodiversità. E’ quanto afferma Coldiretti Puglia, che in una lettera agli assessori regionali all’Agricoltura Pentassuglia e alla Sanità Palese denuncia la sospensione della movimentazione degli animali in quei territori in cui vi sia una prevalenza superiore al 2% di stabilimenti non indenni, dove il concetto di “prevalenza” si riferisce al numero di stabilimenti e non a quello degli animali, come se un allevamento di 10 capi conti come uno di 1.000.

“La Regione Puglia che non riesce, anche per un’inefficace incidenza della sorveglianza veterinaria, a far entrare in una situazione indenne alcuni stabilimenti presenti nella provincia di Foggia, per una percentuale molto bassa di appena poche unità su 100 in percentuale, condanna tutti gli altri, che presentano ed hanno anche storicamente presentato caratteristiche di sanità a permanere in uno stato di difficoltà, a non movimentare gli animali”, tuona il delegato confederale di Foggia, Pietro Piccioni.

Saranno condannate le pecore ad ogni tipo di stress nella stagione estiva in mancanza della pratica della transumanza – insiste Coldiretti Puglia – con evidenti danni causati dal blocco delle mandrie, con i pastori costretti ad affrontare la stagione estiva in loco, con un sicuro abbassamento della produttività e il rischio concreto della perdita di molti animali.

La candidatura della Transumanza, che ha visto l’Italia capofila di una alleanza con Grecia e Austria, è stata avanzata nel 2017 per tutelare una pratica ancora oggi diffusa sia nel Centro e Sud Italia, dove sono localizzati i Regi tratturi, partendo da Amatrice e Ceccano nel Lazio ad Aversa degli Abruzzi e Pescocostanzo in Abruzzo, da Frosolone in Molise al Gargano in Puglia.

Il voto positivo dell’Unesco – evidenzia la Coldiretti Puglia – certifica il valore della tradizionale migrazione stagionale delle greggi, delle mandrie e dei pastori che, insieme ai loro cani e ai loro cavalli, si spostano dalla pianura alla montagna, percorrendo le vie semi-naturali dei tratturi, con viaggi di giorni e soste in luoghi prestabiliti, noti come “stazioni di posta”.

Un riconoscimento importante – sottolinea la Coldiretti – che conferma il valore sociale, economico, storico e ambientale della pastorizia che coinvolge in Italia ancora 60mila allevamenti nonostante il fatto che nell’ultimo decennio il “gregge Italia” sia passato da 7,2 milioni di pecore a 6,2 milioni perdendo un milione di animali.

Il riconoscimento tutela un’attività ad elevato valore ecologico e sociale poiché – continua la Coldiretti – si concentra nelle zone svantaggiate e garantisce la salvaguardia di ben 38 razze a vantaggio della biodiversità del territorio che rappresentano un patrimonio di biodiversità il cui futuro è minacciato da un concreto rischio di estinzione.

Lo stop alla transumanza pesa su un settore dove sono bassi i prezzi pagati ai pastori che affrontano in solitudine il moltiplicarsi degli attacchi degli animali selvatici, la concorrenza sleale dei prodotti stranieri spacciati per nazionali ma anche del massiccio consumo di suolo che ha ridotto drasticamente gli spazi e i tradizionali percorsi usati proprio per la transumanza delle greggi con pesanti ripercussioni sull’economia nazionale ma anche sull’assetto ambientale del territorio perché quando un allevamento chiude si perde – conclude Coldiretti Puglia – un intero sistema fatto di animali, di prati per il foraggio, di formaggi tipici e soprattutto di persone impegnate a combattere lo spopolamento e il degrado spesso da intere generazioni.

 ALLEVAMENTI PECORE IN PUGLIA E NUMERO CAPI

ALLEVAMENTI

TOTALE PUGLIA

BARI

BAT

BRINDISI

FOGGIA

LECCE

TARANTO

2.735

606

101

331

995

299

403

NUMERO PECORE TOTALE PUGLIA

BARI

BAT

BRINDISI

FOGGIA

LECCE

TARANTO

191.337

40.922

12.381

14.117

72.190

31.640

20.087

* Elaborazione Coldiretti Puglia su fonte dati ARA Puglia

 

 

TRENTO, FAO: INSETTO KILLER SU 14 MLN ALBERI, SOS BOSCHI

Dopo le devastazioni causate dalla Xylella portata dalla mosca sputacchina arriva l’invasione del Bostrico Tipografico, l’insetto killer del legno che ha già colpito 14 milioni di alberi e mette a rischio il bosco italiano soprattutto della fascia alpina. 

E’ l’allarme lanciato dalla Coldiretti e Federforeste in occasione della prima Giornata internazionale della salute delle piante proclamata dalla Fao con parassiti e malattie delle piante che causano fino al 40% delle perdite nei raccolti agricoli. La rapida avanzata del parassita killer, l’Ips typographus, che infetta gli abeti indeboliti dagli effetti dei cambiamenti climatici – spiega Coldiretti – rappresenta una vera e propria pandemia delle piante che, al contrario di quello che succede con il Covid, prende forza mano a mano che si alzano le temperature e l’insetto “mangia tronchi” esce allo scoperto facendo strage di alberi.

Il bostrico si infila sotto la corteccia dove scava intricate gallerie che interrompono il flusso della linfa in particolare agli abeti rossi, ma anche al larice, l’abete bianco e il pino silvestre, uccidendoli nel giro di poche settimane. L’invasione si è scatenata a causa della presenza di una grande quantità di legname ancora a terra nelle zone più impervie colpite dalla tempesta Vaia – sottolinea Coldiretti – visto che questo insetto di forma cilindrica e di colore bruno, lungo circa cinque millimetri, ha cominciato a riprodursi a un ritmo sempre più preoccupante, partendo dai tronchi a terra e infettando poi le piante ancora in piedi. In primavera, con il tempo più mite, i maschi del Bostrico entrano sotto la corteccia delle piante e si accoppiano con le femmine che scavano nel legno gallerie lunghe fino a 15 centimetri, dove depongono in media ottanta uova dalle quali – spiega Coldiretti – escono larve che, a loro volta, creano cunicoli di 5 o 6 centimetri per nutrirsi e crescere dando vita a una nuova generazione di assassini. Una volta che la popolazione si moltiplica e diventa aggressiva, il bostrico lancia attacchi di massa che portano in breve tempo alla morte delle piante e rendono inutilizzabile il legno.

“Da proteggere – sottolinea il presidente di Coldiretti Trentino Alto Adige Gianluca Barbacovi – c’è tutto un ecosistema forestale, con un grande patrimonio di biodiversità e una strategica capacità di assorbire CO2 e mitigare i cambiamenti climatici, che integra attività umane tradizionali che vanno dalla raccolta dei tartufi e dei piccoli frutti alla ricerca dei funghi, dall’ecoturismo fino alla gestione del legname, azione fondamentale per la salute del bosco. In Italia ci sono oltre 11 milioni di ettari di foreste molto vulnerabili perché è mancata l’opera di prevenzione a causa dell’incuria e dell’abbandono, diventando spesso vere giungle ingovernabili. Per difendere il bosco italiano occorre creare le condizioni economiche e sociali affinché si contrasti l’allontanamento dalle campagne e si valorizzino quelle funzioni di vigilanza, manutenzione e gestione del territorio svolte dagli imprenditori agricoli”.

Ma la devastazione causata dall’insetto killer del legno ha anche l’effetto – continua Coldiretti – di aumentare il deficit commerciale nel settore del legno, dove l’industria italiana è la prima in Europa ma importa dall’estero più dell’80% del legname necessario ad alimentare l’industria del mobile, della carta o del riscaldamento, per un importo di 4,8 miliardi nel 2021 con oltre diecimila, fra boscaioli e aziende agricole forestali, che in Italia si dedicano alla buona gestione degli alberi e alla prima lavorazione dei tronchi. 

“E’ necessario adottare subito misure urgenti fronteggiare i danni provocati dal Bostrico che sta compromettendo l’intera gestione forestale, lo sfruttamento turistico e la prevenzione idrogeologica e con esse l’economia circolare che ne deriva” afferma il presidente della Coldiretti Ettore Prandini nel precisare che “se come prima linea di difesa è necessario ripulire i boschi dai tronchi caduti ad alto rischio di infestazione con l’abbattimento delle piante già infestate sul lungo periodo è necessario snellire tutte le procedure burocratiche di intervento e di gestione delle foreste”.

Per effetto della globalizzazione dei commerci e per l’impatto dei cambiamenti climatici con il surriscaldamento delle temperature – spiega Coldiretti – l’Italia negli ultimi anni ha dovuto affrontare una vera e propria invasione di insetti e organismi alieni arrivati nelle campagne italiane soprattutto con le piante ed i semi dall’estero che hanno causato oltre un miliardo di danni sul piano ambientale, paesaggistico ed economico. Basti pensare – conclude la Coldiretti – al batterio della Xylella che arrivato con essenze importate dall’America Latina ha devastato gli oliveti del Salento in Puglia oppure la Cimice asiatica che danneggia i frutteti italiani come la Drosophila suzukii il moscerino killer molto difficile da sconfiggere che attacca ciliegie, mirtilli e uva, oppure il cinipide galligeno che ha fatto strage di castagni fino al punteruolo rosso che ha decimato le palme.

Sotto accusa è il sistema di controllo dell’Unione Europea con frontiere colabrodo che – denuncia Prandini– che ha lasciato passare materiale vegetale infetto e parassiti vari. Una politica europea troppo permissiva che consente l’ingresso di prodotti agroalimentari e florovivaistici nell’Ue senza che siano applicate le cautele e le quarantene che – conclude Prandini – devono invece superare i prodotti nazionali quando vengono esportati con estenuanti negoziati e dossier che durano anni.

 

 

LIGURIA, BANDIERE BLU: AL PRIMO POSTO CON 32 LOCALITA’

In vista dell’estate, come ogni anno, sono state assegnate dalla Foundation for Environmental Education (Fee) le Bandiere Blu, sigillo di qualità destinato alle spiagge più belle e pulite della Penisola che vede nuovamente in testa tra le regioni la Liguria, con ben 32 località lungo tutta la costa che possono vantare il riconoscimento: da Sanremo e Diano Marina in provincia di Imperia, fino a Levanto e Bonassola a La Spezia, passando per Sestri Levante e Chiavari in provincia di Genova, e Varazze e Bergeggi a Savona, solo per citare alcuni esempi. E si tratta di un’ulteriore conferma per la nostra regione, da sempre considerata meta privilegiata per le sue località balneari, che ci si augura possa incentivare ulteriormente l’arrivo dei turisti nella bella stagione.

L’aumento delle Bandiere Blu spinge, infatti, il ritorno in Italia di 33 milioni di visitatori stranieri che prima della pandemia avevano pernottato nella Penisola durante l’estate e che l’anno scorso erano stati dimezzati (-55%) nel periodo tra giugno e settembre a causa delle restrizioni e del timore del virus. I vacanzieri dall’estero sono strategici per l’ospitalità turistica soprattutto nelle mete più gettonate anche perché hanno tradizionalmente un’elevata capacità di spesa per alloggio, alimentazione, trasporti, divertimenti, shopping e souvenir. La spesa turistica estiva è un importante volano per l’economia e l’occupazione per un valore stimato in circa 40 miliardi, tra italiani e stranieri.

“Una buona notizia dopo due anni difficili in cui a mancare all’appello sono stati soprattutto i turisti stranieri bloccati alle frontiere dall’avanzare dei contagi e dalle misure di restrizione adottate. –affermano Gianluca Boeri Presidente Coldiretti Liguria e Bruno Rivarossa Delegato Confederale- La Liguria, ogni estate, vede l’arrivo di milioni di turisti da tutto il mondo che visitano le locali balneari potendo però godere del fantastico connubio mare-monti che solo la nostra regione offre. Un consiglio che diamo è quello di soggiornare in uno dei fantastici agriturismi immersi nella natura, per godere al meglio della bellezza della Liguria e di piatti tipici e fatti in casa con prodotti locali a Km0. Le nostre strutture sono già pronte ad accogliere al meglio i visitatori e garantiscono soggiorni unici nella tranquillità del verde a pochi passi dal mare”.

 

 

PUGLIA, VIRUS E INSETTI ALIENI FANNO STRAGE IN CAMPI E BOSCHI

Da xylella a cocciniglia tartarugata fino a bostrico tipografico

Per i cambiamenti climatici in atto, il surriscaldamento e la sono arrivati in Puglia parassiti “alieni” mai visti prima, hanno fatto strage nei campi coltivati in Puglia dove hanno trovato un habitat ideale, accanendosi su alberi, piante e frutti, dalla Drosophila Suzukii dei frutti rossi all’Aleurocanthus spiniferus che attacca agrumi e vite, dalla Xylella che ha fatto seccare 21 milioni di ulivi al punteruolo rosso che ha fatto strage di decine di migliaia di palme, dalla Tristeza degli agrumi alla cocciniglia tartaruga che distrugge il Pino domestico, fino all’invasione del Bostrico Tipografico, l’insetto killer del legno che sta colpendo i boschi, con danni incalcolabili e gravissimi effetti sul piano ambientale, paesaggistico ed economico. E’ l’allarme lanciato dalla Coldiretti e Federforeste in occasione della prima Giornata internazionale della salute delle piante proclamata dalla Fao con parassiti e malattie delle piante che causano fino al 40% delle perdite nei raccolti agricoli.

Il bostrico si infila sotto la corteccia dove scava intricate gallerie che interrompono il flusso della linfa in particolare agli abeti rossi, ma anche al larice, l’abete bianco e il pino silvestre, uccidendoli nel giro di poche settimane. L’insetto di forma cilindrica e di colore bruno, lungo circa cinque millimetri, ha cominciato a riprodursi a un ritmo sempre più preoccupante, partendo dai tronchi a terra e infettando poi le piante ancora in piedi. In primavera, con il tempo più mite, i maschi del Bostrico entrano sotto la corteccia delle piante e si accoppiano con le femmine che scavano nel legno gallerie lunghe fino a 15 centimetri, dove depongono in media ottanta uova dalle quali – spiega Coldiretti – escono larve che, a loro volta, creano cunicoli di 5 o 6 centimetri per nutrirsi e crescere dando vita a una nuova generazione di assassini. Una volta che la popolazione si moltiplica e diventa aggressiva, il bostrico lancia attacchi di massa che portano in breve tempo alla morte delle piante e rendono inutilizzabile il legno.

“L’invasione di virus e insetti alieni impone una strategia complessiva della Regione Puglia, grazie ad una maggiore incisività e strategicità dell’attività svolta dal servizio fitosanitario nazionale e regionale, per far fronte alle numerose e incontenibili malattie delle piante che arrivano in Puglia attraverso le frontiere colabrodo dell’UE, improntata su una tempestiva quanto efficace azione di prevenzione e contenimento, per non mettere a repentaglio il patrimonio arboreo e produttivo pugliese, già messo seriamente a dura prova. L’ascolto costante degli enti di ricerca, tra l’altro, sentinelle autorevoli sul territorio, è determinante per essere tempestivi e incisivi”, denuncia il presidente di Coldiretti Puglia, Savino Muraglia.

Un autentico flagello è il batterio della Xylella che è stato introdotto con molta probabilità dal Costa Rica attraverso le rotte commerciali di Rotterdam ed ha devastato gli uliveti del Salento dove sono andate irrimediabilmente perse quasi 3 olive su 4 in provincia di Lecce, dall’autunno 2013, anno in cui è stata accertata su un appezzamento di olivo a Gallipoli, la malattia – continua Coldiretti – si è estesa senza che venisse applicata una strategia efficace per fermare il contagio che, dopo aver fatto seccare gli ulivi leccesi, ha intaccato il patrimonio olivicolo di Brindisi e Taranto, arrivando fino a Bari.

L’arrivo di fitopatologie, parassiti e virus provenienti da altri continenti è favorito dall’intensificarsi degli scambi commerciali, attraverso i quali arrivano in Puglia, dove trovano un habitat favorevole a causa dei cambiamenti climatici, aggiunge Coldiretti Puglia.

Se la Xylella fastidiosa che sta facendo strage di ulivi nel Salento proviene dal Costa Rica, il punteruolo rosso che ha letteralmente falcidiato le palme secolari pugliesi è originario dell’Asia sudorientale. Inoltre, la Puglia convive da anni con una virosi, l’alter ego della Xylella fastidiosa con le dovute differenze – di cui si parla poco, nonostante sia altrettanto virulenta. La ‘Tristeza’ degli agrumi, causata dal Citrus Tristeza Virus (CTV) proveniente dall’Asia Minore, appartenente al gruppo dei Closterovirusche, per cui nostri agricoltori sono costretti ad esportare agrumi con foglia sui mercati comunitari solo se accompagnati da passaporto delle piante, poiché il virus si trasmette attraverso la parte vegetale e non attraverso i frutti. I controlli in uscita sui prodotti agricoli pugliesi non sono altrettanto pressanti e stringenti su piante e prodotti esteri con un danno incalcolabile per l’agricoltura pugliese.

“E danni sta facendo anche la Drosophila suzukii il moscerino killer che colpisce le ciliegie e i frutti con colorazione dall’arancio al rosso e gli effetti si vedono solo in un secondo momento sui frutti raccolti. Il moscerino Drosophila Suzukii causa danni gravi e irreversibili su diverse specie produttrici di frutta con buccia sottile come ciliegie, fragole e l’uva nei vigneti si sta diffondendo indisturbato in assenza di efficaci antagonisti naturali ed è già stato individuato in 12 regioni italiane e in 13 Paesi europei”, conclude il presidente Muraglia.

Sotto accusa è il sistema di controllo dell’Unione Europea con frontiere colabrodo – dice Coldiretti – che hanno lasciato passare materiale vegetale infetto e parassiti vari. Una politica europea troppo permissiva che consente l’ingresso di prodotti agroalimentari e florovivaistici nell’Ue senza che siano applicate le cautele e le quarantene che devono invece superare i prodotti nazionali quando vengono esportati con estenuanti negoziati e dossier che durano anni e che affrontano un prodotto alla volta. Per effetto dei cambiamenti climatici e della globalizzazione si moltiplica l’arrivo di virus e insetti che provocano stragi nelle coltivazioni e per questo serve un cambio di passo nelle misure di prevenzione e di intervento sia a livello comunitario che nazionale – conclude Coldiretti – anche con l’avvio di una apposita task force.

 

 

MARCHE, BILANCIO DEGLI ANNI DEL COVID: IMPRESE ALLE CORDE E ORA LA GUERRA

Due anni di pandemia, poi la guerra. Durante, tutta una serie di iniziative per sostenere l’attività delle aziende agricole, l’economia delle aree interne, salvaguardare l’approvvigionamento alimentare del Paese, senza dimenticare le famiglie più in difficoltà alle quali da marzo 2020 a oggi sono stati consegnati circa 18mila chili di pasta forniti dalla Fondazione Campagna Amica e quasi 8000 chili di generi alimentari di primi qualità come pasta, salumi, legumi, parmigiano e pecorino, latte, succhi, frutta, passata, miele e tanti altre eccellenze agroalimentari Made in Italy tra pacchi solidali e Spesa Sospesa che sono stati distribuiti attraverso la capillare rete di Coldiretti fatta di 36 Uffici di zona, 246 sezioni periferiche e circa 400 punti vendita della rete Campagna Amica. È un bilancio denso di iniziative quello che Coldiretti Marche ha illustrato ieri pomeriggio nel corso dell’assemblea regionale alla quale hanno partecipato presidenti, direttori e consiglieri di tutte le federazioni provinciali marchigiane. Ad assistere e partecipare al dibattito anche l’assessore regionale all’Agricoltura, Mirco Carloni. Tra gli argomenti più spinosi e attuali i rincari energetici innescati lo scorso autunno e aggravati dalla guerra in Ucraina. Per fronteggiare la pandemia Coldiretti ha chiesto e ottenuto circa 15 milioni di euro di misure straordinarie e diversi provvedimenti di semplificazione burocratica per le aziende agricole. Alcune di esse, è l’esempio delle consegne a domicilio e dell’asporto per gli agriturismi, sono diventate norme definitive attraverso la nuova legge regionale del settore. Ora che le crescenti tensioni internazionali hanno portato ad aumenti che vanno dal +170% dei concimi al +90% dei mangimi al +129% per il gasolio con incrementi medi dei costi correnti di oltre 15mila euro per le aziende agricole marchigiane, con punte oltre 47mila euro per le stalle da latte, secondo lo studio del Crea, l’impegno continua. Occorre fronteggiare lo tsunami che si è abbattuto sulle aziende agricole. Proprio per via di questo scenario le annose questioni che penalizzano le imprese agricole marchigiane non possono essere più rinviate. Basti pensare ai danni da fauna selvatica, soprattutto da parte dei cinghiali ora potenzialmente portatori della peste suina africana che metterebbe alle corde gli allevamenti suinicoli, dopo i casi riscontrati in Piemonte, Liguria e Lazio. Per Coldiretti Marche serve un piano straordinario di abbattimenti per riportare un equilibrio ambientale perso da decenni e un riordino degli Atc, gli Ambiti territoriali di caccia chiamati alla selezione delle specie in sovrannumero. Da parte sua l’assessore Carloni ha annunciato un lavoro in sinergia per la nuova programmazione comunitaria, sostenendo la necessità di rinviare al primo gennaio 2024 l’entrata in vigore della nuova Pac. Anche secondo Coldiretti occorre attendere perché la Politica agricola comune è stata pensata in uno scenario differente rispetto a quello attuale.

 

 

EMILIA ROMAGNA, AVICOLTURA IN GRANDE SOFFERENZA

Il rincaro spaventoso del costo dei mangimi è un macigno sugli allevamenti avicoli dell’Emilia Romagna. In forte difficoltà, a causa dei rincari delle materie prime che da mesi si abbattono sulle imprese avicole, ci sono 202 allevamenti di cui oltre la metà specializzati nella produzione di uova da consumo. A dirlo è Coldiretti Forlì-Cesena sulla base dell’indagine Ismea su costi e consumi in avicoltura. “Il settore è tra i più duramente colpiti dai rincari dove il 60% dei costi di produzione è rappresentata dai mangimi con aumenti medi dei costi correnti del 53% se consideriamo i principali fattori produttivi. – analizza Massimiliano Bernabini, Presidente Coldiretti Forlì-Cesena – L’avicoltura è un comparto in forte espansione nella nostra regione, anche in virtù di un costante aumento della domanda da parte dei consumatori, che contribuisce all’autosufficienza nazionale della produzione di carni e uova Made in Italy. Lo scenario odierno, con le nostre aziende in grave affanno che non riescono più a sostenere i costi produttivi e sono costrette a vendere a prezzi che non garantiscono una adeguato profitto, favorisce le importazioni di carni e uova straniere da paesi che non osservano gli stessi nostri criteri di allevamento, di rispetto dell’ambiente e del lavoro rappresentando una minaccia per la nostra salute”.

La razione animale – secondo l’indagine Ismea – è la voce di costo che pesa di più sui bilanci aziendali e che sta registrando gli aumenti più significativi con un +33% nel primo trimestre di quest’anno e un ulteriore balzo del 40% ad aprile su base annua, a causa delle perduranti tensioni sui listini internazionali di mais, soia orzo. La recente indagine di Crea – Consiglio per la ricerca in agricoltura e l’analisi dell’economia agraria, ha calcolato che le aziende del settore per il solo costi dei mangimi potranno arrivare a spendere fino a 166 mila euro con perdite medie fino a 99 mila euro per gli allevamenti di polli. Ma ad essere colpita duramente è tutta l’intera filiera agroalimentare e tutti i settori agricoli, dal cerealicolo agli allevamenti bovini, dall’ortofloricoltura al vitivinicolo ed olivicolo fino ai fruttiferi ed erbivori, dove si registrano aumenti dei costi che vanno dal +170% dei concimi al +90% dei mangimi, dal +129% per il gasolio al 30% per il vetro, dal 15% per il tetrapack al del 35% per le etichette, dal 45% per il cartone al 60% per i barattoli di banda stagnata fino ad arrivare al 70% per la plastica con incrementi dei costi correnti di 14.358 euro in media secondo lo studio del Crea.

Per aiutare le imprese agricole il Consiglio dei Ministri ha approvato all’interno del DL Aiuti, su espressa richiesta di Coldiretti, ulteriori fondi per 180 milioni per l’accesso delle imprese agricole alle garanzie Ismea sui mutui ritenuto importante per salvare il Made in Italy. Si tratta di misure che vanno a sommarsi alle altre iniziative assunte dall’esecutivo Draghi attivate dopo le grandi mobilitazioni di Coldiretti in tutta Italia dello scorso 17 febbraio come il bando sui contratti di filiera da 1,2 miliardi di euro le cui domande si potranno presentare dal 23 maggio, la sostituzione dei fertilizzanti chimici con il digestato, lo sblocco dei pagamenti di Agea per gli allevatori, la rinegoziazione dei mutui agrari e garanzia Ismea. “L’ultima misura varata dal Governo Draghi – spiega ancora il Presidente di Coldiretti Forlì-Cesena – consente alle piccole e medie imprese agricole, della pesca e dell’acquacoltura che hanno registrato un incremento dei costi per energia, per carburanti o materie prime nel corso del 2022 di accedere alla garanzia diretta di Ismea con copertura al 100% per nuovi finanziamenti”. Risposte sono arrivate anche in materia energetica la produzione di energia elettrica da fonti rinnovabili per il settore agricolo che consente alle aziende del settore di installare impianti fotovoltaici sui tetti delle proprie strutture produttive, permettendo anche di vendere l’energia prodotta (Il provvedimento si applica anche agli investimenti in corso di realizzazione inclusi quelli a valere sul Pnrr) e per far fronte al caro petrolio con la proroga fino all’8 luglio 2022 delle aliquote agevolate sull’accisa per il gasolio e la benzina utilizzati come carburante per usi agricoli (pari rispettivamente a 22% e al 49% dell’aliquota ordinaria), ma anche l’azzeramento dell’aliquota di accisa del gas naturale usato per autotrazione.

 

 

LOMBARDIA, RISO: CON PIOGGE DIMEZZATE SOS ACQUA PER LA PRODUZIONE

Con soli 300 millimetri di precipitazioni in sei mesi in Lombardia, l’impatto della prolungata siccità rischia di pesare sull’evolversi della stagione del riso nonostante le ultime piogge abbiano salvato le semine primaverili. È quanto afferma la Coldiretti regionale in occasione della firma del protocollo d’intesa per la coltivazione del riso sottoscritto anche da Regione Lombardia, che mira a promuovere attività di studio e ricerca per mitigare gli effetti del cambiamento climatico, oltre che a coordinare le politiche sull’uso dell’acqua e a promuovere una risicoltura sostenibile.

Tra ottobre 2021 e marzo 2022 – precisa la Coldiretti Lombardia sulla base dei dati Arpa – le precipitazioni cumulate sui nostri territori sono quasi dimezzate (-45%) rispetto alla media degli anni 2006/2020. Una situazione solo in parte attenuata dalle ultime piogge di maggio che – spiega la Coldiretti regionale – hanno permesso di mettere in sicurezza le semine e hanno contribuito a far innalzare il livello dei grandi laghi, come ad esempio quello di Como che ha ora una percentuale di riempimento pari al 33,5% o il Maggiore ora al 38,4%.

“La siccità – spiega Paolo Carra, vice presidente della Coldiretti regionale – è diventata una calamità che sta mettendo sempre più a rischio i raccolti anche in Lombardia e testimonia i cambiamenti climatici in atto, di fronte ai quali è importante passare dalla logica dell’emergenza a quella di prevenzione e programmazione”.

Per l’evolversi della stagione del riso di quest’anno – prosegue la Coldiretti Lombardia – preoccupa la carenza delle riserve idriche accumulate non solo nei grandi laghi e negli invasi artificiali, ma anche sotto forma di neve. Queste ultime in particolare risultano ancora inferiori di circa il 64% rispetto alla media del periodo 2006-2020, secondo un’analisi di Coldiretti Lombardia su dati Arpa di inizio maggio.

A tutto ciò – continua la Coldiretti – si somma l’aumento record dei costi di produzione provocato dalla guerra in Ucraina, con rincari che vanno dal +170% dei concimi al +129% per il gasolio, secondo l’analisi Coldiretti. Una situazione che, secondo le prime stime, ha portato al taglio delle semine del riso con un calo previsto di diecimila ettari in tutta Italia.

“Per cercare di contrastare l’aumento dei costi di produzione bisogna lavorare fin da subito sugli accordi di filiera che sono uno strumento indispensabile per la valorizzazione delle produzioni nazionali e per un’equa distribuzione del valore lungo la catena di produzione” afferma il vice presidente della Coldiretti Lombardia Paolo Carra.

A preoccupare – conclude la Coldiretti – non è solo l’economia e l’occupazione, ma anche la tutela dell’ambiente e della biodiversità. Sono 200 infatti le varietà iscritte nel registro nazionale: dal vero Carnaroli, con elevato contenuto di amido e consistenza spesso chiamato “re dei risi”, all’Arborio dai chicchi grandi e perlati che aumentano di volume durante la cottura fino al Vialone Nano, il primo riso ad avere in Europa il riconoscimento come indicazione geografica protetta, passando per il Roma e il Baldo che hanno fatto la storia della risicoltura italiana.

 

 

VENETO, SOS BOSCHI INSETTO KILLER SU 14 MLN ALBERI

Tutelare il patrimonio boschivo per rilanciare la filiera del legno

Dopo le devastazioni causate dalla Xylella portata dalla mosca sputacchina arriva l’invasione del Bostrico Tipografico, l’insetto killer del legno che ha già colpito 14 milioni di alberi e mette a rischio il bosco italiano soprattutto della fascia alpina. E’ l’allarme lanciato dalla Coldiretti e Federforeste in occasione della prima Giornata internazionale della salute delle piante proclamata dalla Fao con parassiti e malattie delle piante che causano fino al 40% delle perdite nei raccolti agricoli. La rapida avanzata del parassita killer, l’Ips typographus, che infetta gli abeti indeboliti dagli effetti dei cambiamenti climatici – spiega Coldiretti – rappresenta una vera e propria pandemia delle piante che, al contrario di quello che succede con il Covid, prende forza mano a mano che si alzano le temperature e l’insetto “mangia tronchi” esce allo scoperto facendo strage di alberi.

Occorre tutelare il patrimonio boschivo veneto – aggiunge Coldiretti – che conta 465 mila ettari di bosco, il 25% della superficie regionale con un incremento negli ultimi anni di più 18mila ettari.  Molto diversificato dal punto di vista delle specie arboree, gran parte di esso rientra nella Rete Natura 2000 che ha per obiettivo la conservazione della biodiversità.

Il bostrico si infila sotto la corteccia dove scava intricate gallerie che interrompono il flusso della linfa in particolare agli abeti rossi, ma anche al larice, l’abete bianco e il pino silvestre, uccidendoli nel giro di poche settimane. L’invasione si è scatenata a causa della presenza di una grande quantità di legname ancora a terra nelle zone più impervie colpite dalla tempesta Vaia – sottolinea Coldiretti – visto che questo insetto di forma cilindrica e di colore bruno, lungo circa cinque millimetri, ha cominciato a riprodursi a un ritmo sempre più preoccupante, partendo dai tronchi a terra e infettando poi le piante ancora in piedi. In primavera, con il tempo più mite, i maschi del Bostrico entrano sotto la corteccia delle piante e si accoppiano con le femmine che scavano nel legno gallerie lunghe fino a 15 centimetri, dove depongono in media ottanta uova dalle quali – spiega Coldiretti – escono larve che, a loro volta, creano cunicoli di 5 o 6 centimetri per nutrirsi e crescere dando vita a una nuova generazione di assassini. Una volta che la popolazione si moltiplica e diventa aggressiva, il bostrico lancia attacchi di massa che portano in breve tempo alla morte delle piante e rendono inutilizzabile il legno.

Una ricchezza forestale da “governare” rilanciandone la dimensione economica con la filiera del legno. La devastazione causata dall’insetto killer del legno ha anche l’effetto – continua Coldiretti – di aumentare il deficit commerciale nel settore del legno, dove l’industria italiana è la prima in Europa ma importa dall’estero più dell’80% del legname necessario ad alimentare l’industria del mobile, della carta o del riscaldamento, per un importo di 4,8 miliardi nel 2021 con oltre diecimila, fra boscaioli e aziende agricole forestali, che in Italia si dedicano alla buona gestione degli alberi e alla prima lavorazione dei tronchi. “E’ necessario adottare subito misure urgenti fronteggiare i danni provocati dal Bostrico che sta compromettendo l’intera gestione forestale, lo sfruttamento turistico e la prevenzione idrogeologica e con esse l’economia circolare che ne deriva” afferma il presidente della Coldiretti Ettore Prandini nel precisare che “se come prima linea di difesa è necessario ripulire i boschi dai tronchi caduti ad alto rischio di infestazione con l’abbattimento delle piante già infestate sul lungo periodo è necessario snellire tutte le procedure burocratiche di intervento e di gestione delle foreste”.

Per effetto della globalizzazione dei commerci e per l’impatto dei cambiamenti climatici con il surriscaldamento delle temperature – spiega Coldiretti – l’Italia negli ultimi anni ha dovuto affrontare una vera e propria invasione di insetti e organismi alieni arrivati nelle campagne italiane soprattutto con le piante ed i semi dall’estero che hanno causato oltre un miliardo di danni sul piano ambientale, paesaggistico ed economico. Basti pensare – conclude la Coldiretti – al batterio della Xylella che arrivato con essenze importate dall’America Latina ha devastato gli oliveti del Salento in Puglia oppure la Cimice asiatica che danneggia i frutteti italiani come la Drosophila suzukii il moscerino killer molto difficile da sconfiggere che attacca ciliegie, mirtilli e uva, oppure il cinipide galligeno che ha fatto strage di castagni fino al punteruolo rosso che ha decimato le palme.

Sotto accusa è il sistema di controllo dell’Unione Europea con frontiere colabrodo che – denuncia Prandini– che ha lasciato passare materiale vegetale infetto e parassiti vari. Una politica europea troppo permissiva che consente l’ingresso di prodotti agroalimentari e florovivaistici nell’Ue senza che siano applicate le cautele e le quarantene che – conclude Prandini – devono invece superare i prodotti nazionali quando vengono esportati con estenuanti negoziati e dossier che durano anni.

 

 

PUGLIA, CINGHIALI: IN 250MILA ASSEDIANO CITTA’ E CAMPAGNE

Con l’emergenza Covid che ha ridotto per mesi la presenza dell’uomo all’aperto si sono moltiplicati, con un aumento del 15%, i cinghiali che invadono città e campagne in Puglia. E’ quanto emerge dalla stima di Coldiretti Puglia che sollecita provvedimenti urgenti contro l’aumento esponenziale dei cinghiali, a seguito del ferimento di un quattordicenne a Castellaneta in provincia di Taranto, aggredito da un cinghiale e morso alla mano mentre giocava.

Una invasione che riguarda tutta la Puglia che rappresenta un pericolo per la sicurezza dei cittadini e per le attività agricole. I cinghiali raggiungono i 180 centimetri di lunghezza, possono sfiorare i due quintali di peso e hanno zanne che in alcuni casi arrivano fino a 30 centimetri risultando assimilate a vere e proprie armi dalle conseguenze mortali per uomini e animali oltre a diventare strumenti di devastazione su campi coltivati e raccolti.

“Serve responsabilità delle Istituzioni per un intervento immediato di contenimento della popolazione dei cinghiali, perché è necessario la  loro riduzione numerica attraverso le attività venatorie, le azioni di controllo della legge 157/92 con l’articolo 19 e le azioni programmabili nella rete delle aree protette e anche nei centri abitati”, afferma Savino Muraglia, presidente Coldiretti Puglia.

I branchi – sottolinea la Coldiretti regionale – si spingono sempre più vicini ad abitazioni e scuole, fino ai parchi dove giocano i bambini, distruggono i raccolti, aggrediscono gli animali, assediano stalle, causano incidenti stradali con morti e feriti e razzolano tra i rifiuti con pericoli per la salute e la sicurezza delle persone.

La situazione è diventata insostenibile nelle campagne con danni per almeno 20 milioni di euro all’anno alle produzioni agricole ma – sottolinea Coldiretti Puglia – viene compromesso anche l’equilibrio ambientale di vasti ecosistemi territoriali in aree di pregio naturalistico con la perdita di biodiversità sia animale che vegetale.

Senza dimenticare il pericolo della diffusione di malattie evidenziato dallo stesso Piano di sorveglianza e prevenzione per il 2021 pubblicato dal ministero della Salute che ribadisce come i cinghiali abbiano una responsabilità fondamentale per la diffusione della Peste Suina Africana (Psa) e dunque una delle misure necessarie in Italia è la gestione numerica della popolazione di questi animali. L’azione, dunque, secondo il Piano – continua la Coldiretti Puglia – deve essere indirizzata alla riduzione sia numerica che spaziale attraverso le attività venatorie, le azioni di controllo della legge 157/92 articolo 19 e le azioni programmabili nella rete delle aree protette.

In Puglia dopo il lockdown per l’emergenza Covid i cinghiali hanno raggiunto la cifra record di 250mila esemplari – sottolinea la Coldiretti – con gli animali selvatici nelle città alla ricerca di cibo tra i rifiuti, nei parchi e addirittura nei cortili delle case con evidenti rischi per la salute. C’è chi si è ritrovato un cinghiale in piscina, chi li ha incrociati in mare e anche chi – evidenzia la Coldiretti – li ha fotografati mentre si godono la siesta su un materasso abbandonato accanto ai bidoni della spazzatura.

Tanti i nodi irrisolti – denuncia Coldiretti Puglia – a cui non vi è ancora risposta, dallo stato dell’arte del confronto tra Parchi e Regione Puglia, alla VAS del Piano di Monitoraggio e Gestione della specie cinghiale, dall’attuazione della delibera di giunta che ha previsto una procedura regionale informatizzata per consentire ai proprietari dei fondi di inoltrare la richiesta di intervento di controllo sui terreni “a rischio” al Regolamento regionale per l’attività della caccia di selezione, fino all’Albo regionale dei cacciatori abilitati alla caccia di selezione, di cui non vi è ancora traccia.

I branchi di cinghiali – sottolinea la Coldiretti regionale – si spingono sempre più vicini ad abitazioni e scuole, fino ai parchi dove giocano i bambini, distruggono i raccolti, aggrediscono gli animali, assediano stalle, causano incidenti stradali con morti e feriti e razzolano tra i rifiuti con pericoli per la salute e la sicurezza delle persone.

Senza dimenticare il pericolo della diffusione di malattie evidenziato dallo stesso Piano di sorveglianza e prevenzione per il 2021 pubblicato dal ministero della Salute che ribadisce come i cinghiali abbiano una responsabilità fondamentale per la diffusione della Peste Suina Africana (Psa) e dunque una delle misure necessarie in Italia è la gestione numerica della popolazione di questi animali. L’azione, dunque, secondo il Piano – conclude la Coldiretti Puglia – deve essere indirizzata alla riduzione sia numerica che spaziale attraverso le attività venatorie, le azioni di controllo della legge 157/92 articolo 19 e le azioni programmabili nella rete delle aree protette.

 

 

PIEMONTE, QUADRUPLICA SPESA STRANIERI IN ITALIA NEL 2022

E’ quadruplicata (+300%) la spesa degli stranieri in Italia nel 2022 rispetto allo scorso anno con un impatto positivo sulle attività turistiche che fa ben sperare per la prossima estate. E’ quanto afferma Coldiretti sulla base dei dati su Turismo internazionale dell’Italia di Bankitalia relativi al primo bimestre dell’anno, che evidenziano anche un aumento del 166% negli arrivi degli stranieri in Italia.

Nei primi due mesi dell’anno sono arrivati ben 2,532 milioni di viaggiatori stranieri che hanno speso 3,146 miliardi di euro grazie al contenimento della pandemia per il successo della campagna di vaccinazione e all’adozione del green pass.

“Si tratta – spiega Stefania Grandinetti presidente degli Agriturismi di Campagna Amica del Piemonte – di un risultato importante dopo che la pandemia ha più che dimezzato (-55%) lo scorso anno le presenze straniere in Italia nel periodo tra giugno e settembre. I vacanzieri dall’estero in Piemonte sono strategici per l’ospitalità turistica e negli agriturismi che svolgono un ruolo centrale per la vacanza post covid in quanto contribuiscono in modo determinante al turismo di prossimità nelle nostre campagne per garantire il rispetto delle distanze sociali ed evitare l’affollamento. Oltretutto, i nostri circa 300 agriturismi in tutto il Piemonte, sono altamente qualificati grazie ai corsi che vengono periodicamente organizzati per i cuochi contadini e per l’ospitalità. Per questo auspichiamo in una concreta ripresa nella stagione estiva”.

“La spesa turistica estiva – fanno notare Roberto Moncalvo Presidente di Coldiretti Piemonte e Bruno Rivarossa Delegato Confederale – è una importante volano per l’economia e l’occupazione per un valore stimato in circa 40 miliardi, tra italiani e stranieri”.

Nel 2021 il turismo in Piemonte è ripartito con risultati molto buoni nel secondo semestre, quando l’apertura alla mobilità ha permesso la ripresa del consumo turistico. Si è registrato un incremento dei movimenti turistici pari a +42% dei pernottamenti e +53% degli arrivi rispetto al 2020, che però ancora non riportano il settore ai volumi pre-pandemici, secondo i dati dell’Osservatorio Turistico della Regione Piemonte.

“Auspichiamo, quindi, un ritorno ai livelli pre Covid poiché i segnali anche dall’estero sono positivi  e, nello specifico – concludono Moncalvo e Rivarossa -, sono sei, secondo i dati dell’Osservatorio Turistico della Regione Piemonte, le provenienze estere che valgono l’80% dei pernottamenti totali: Germania – che rappresenta il 33% della quota internazionale – a seguire il BeNeLux e poi Svizzera, Francia, Scandinavia e infine Stati Uniti d’America: che vale solo il 2% dei pernottamenti, ma rappresenta un ritorno importante nel contesto storico. In particolare, la riscoperta dei piccoli borghi è una scelta strategica importante per promuovere nuovi flussi turistici nelle campagne offrendo allo sguardo del visitatore la bellezza del paesaggio, le tradizioni e la cultura di un’agricoltura in armonia con la storia e l’ambiente”.

 

 

TORINO, PER EUROVISION SONG CONTEST HA PORTATO L’OSPITALITÀ CONTADINA

Coldiretti Torino per Eurovision Song Contest ha portato l’ospitalità contadina e i cocktail freschi e profumati con materie prime di filiera agricola. Due eventi per i giornalisti del Media Centre Casa Italia allestito a Palazzo Madama per la grande manifestazione musicale europea.

Nella splendida caffetteria di Palazzo Madama, spazio poco conosciuto dell’antico castello torinese, è stato presentato il sistema degli agriturismi di Terranostra Torino, l’associazione che fa capo a Campagna Amica-Coldiretti.

Gli agriturismi di Terranostra Torino stanno assumendo un’importanza cruciale nel sistema ricettivo di Torino e del Torinese. Si tratta di una cinquantina di aziende agricole che, come prevedono le norme sugli agriturismi, prima di tutto producono cibo, poi lo cucinano e lo servono nei loro ristoranti. E, visto che sono in campagna, collina o montagna, molto spesso sono anche nel bel mezzo della natura e di fronte a paesaggi splendidi, offrono anche soggiorni di relax e wellness.

Il sistema degli agriturismi di Campagna Amica può rappresentare una buona alternativa di soggiorno anche per chi voglia cenare e dormire in campagna ma voglia poi visitare Torino: una sorta di “corona verde” ricettiva alternativa ai posti letto tradizionali in hotel.

Ma gli agriturismi sono anche “fattorie sociali” che offrono soggiorni a bambini con disabilità e alle loro famiglie coinvolgendoli in diverse attività educative e terapeutiche: sono quindi strutture agricole fuori dalla città ma al servizio della cura sociale di Torino e dei comuni della cintura.

Sono intervenuti Jacopo Barone, presidente Terranostra Torino, Roberta Passeri (Agriturismo San Nazario, Bibiana), Fabrizio Serra, direttore Fondazione Paideia che gestisce la Fattoria sociale Paideia a Baldissero Torinese.

In mezzo agli interventi sono stati degustati prodotti degli agriturismi torinesi: carne cruda da allevamento biologico di razza piemontese dell’Agriturismo San Nazario; formaggi di capra dell’azienda agricola La Capra Canta di Bibiana; mieli e marmellate di Fattoria Paideia, Baldissero; grissini della filiera del Gran dij Bric della collina chivassese; vini dell’Agriturismo Cascina Canonici di Sant’Ambrogio con vigne in bassa valle di Susa.

Ai partecipanti è stata donata l’agribag di Campagna Amica con prodotti contadini. L’agribag è la capiente food bag che in questi giorni viene distribuita da Campagna Amica agli agriturismi associati, un’iniziativa per contribuire a ridurre gli sprechi alimentari.

Successivamente Coldiretti Torino si è spostata nel giardino medievale realizzato nel fossato del castello. Di fronte all’angolo dedicato alle piante officinali è stata trapiantato un rabarbaro, pianta di origine euroasiatica (in questo caso proveniente dalla valle di Viù) che era presente nei giardini dei castelli di Piemonte e Valle d’Aosta per sfruttare le sue proprietà farmaceutiche ed erboristiche.

A sorpresa, hanno fatto irruzione gli Eugenio In via Di Gioia che hanno piantato sotto l’attenta supervisione del curatore botanico Edoardo Santoro e con l’entusiasmo del direttore Giovanni Carlo Federico Villa un rabarbaro alpino donato dall’azienda agricola Melvi di Usseglio per poi suona il loro inno all’ecologia: “Terra”.

Il trapianto del rabarbaro è stato lo spunto per il terzo evento dedicato ai cocktail come veicolo di cultura della cultura del buon bere dove Davide Terenzio Pinto e Karina Kochiyan di Affini hanno proposto l’aperitivo “Le Masche” (vino bianco Cortese, erba ruta del Torinese) e il cocktail “Nuvola Sprizza” (Premio Ampolla d’Oro 2022 del Touring Club Italiano) (birra agricola, vermouth, bergamotto, bitter, botaniche del Torinese). Giorgina Somale dell’azienda agricola Melvi Campagna amica ha condotto l’assaggio del suo liquore al rabarbaro.

Alle bevande sono stati accompagnati formaggi di capra dell’Azienda agricola La Capra Canta; salame di cinghiale da allevamento biologico; salame di suino da allevamento biologico; grissini filiera Gran dij Bric; caramelle al rabarbaro.

 

 

PADOVA, BENE IL RINVIO DELLA NORMA SUL DEFLUSSO ECOLOGICO 

Un anno fa Coldiretti aveva lanciato l’appello, rivolgendosi alla Regione per salvare l’irrigazione nelle campagne insieme alle coltivazioni e tutelare fiumi come il Brenta, l’intera fascia delle risorgive insieme alle falde acquifere, chiedendo sulla norma del “deflusso ecologico”, una disposizione europea che rischiava di impoverire la pratica irrigua e provocare danni all’agricoltura e all’ecosistema di territori come l’Alta Padovana, soprattutto a fronte di periodi sempre più ricorrenti di siccità. Ora da Roma arriva la notizia dell’approvazione dell’emendamento, nell’ambito del decreto energia, che rinvia l’applicazione della nuova misura e dispone, entro dicembre 2024, nuove sperimentazioni per tutelare lo stato di salute dei corsi d’acqua.

“E’ un risultato importante e atteso, frutto di un lungo lavoro di confronto e sensibilizzazione condotto da Coldiretti insieme con Anbi, l’associazione nazionale che rappresenta i consorzi di bonifica. – spiega Massimo Bressan, presidente di Coldiretti Padova – Più di un anno fa avevamo sottoposto il problema alla Regione, per valutare le giuste deroghe alla Direttiva Quadro delle Acque, la norma europea che prevedeva l’introduzione del “deflusso ecologico”.

Un aspetto che riguarda da vicino centinaia di agricoltori della nostra provincia, in particolare dell’Alta Padovana, attraversata dal fiume Brenta, e di tutta la fascia delle risorgive, ma interessa anche chi si trova lungo l’asta dei principali fiumi. All’epoca avevamo messo in guardia contro le conseguenze che questo provvedimento avrebbe provocato sulle pratiche irrigue, soprattutto nei periodi di siccità. Un anno dopo ci troviamo per l’appunto a dover far fronte ad una grave carenza idrica e il deflusso ecologico avrebbe rappresentato un serio problema. Come abbiamo sottolineato insieme ai Consorzi di Bonifica, l’impatto negativo imposto dai nuovi limiti in un contesto di cambiamento climatico sarebbe un danno per l’agricoltura.

La pratica irrigua fortemente ridimensionata metterebbe a rischio tutte le coltivazioni già alle prese con le variazioni del clima che portano ad annate siccitose con lunghi periodi di assenza di pioggia. Va preservato il benessere dei nostri corsi d’acqua insieme a quello dell’agricoltura che nel nostro territorio produce cibo di qualità. Da parte nostra confermiamo l’impegno per individuare insieme ai tecnici tutti gli opportuni interventi per tutelare l’attività irrigua e agricola in vaste aree bagnate da fiumi come il Brenta. Le dinamiche vanno analizzate nel loro complesso perché interessano l’agricoltura, la produzione di energia, la fruizione turistica delle aree di montagna e di pianura e, in definitiva, tutta la cittadinanza.

La sola deroga comunque non è sufficiente e c’è ancora molto da fare in questo senso. – conclude Bressan – Per risparmiare l’acqua, aumentare la capacità di irrigazione e incrementare la disponibilità di cibo per le famiglie è stato elaborato e proposto insieme ad Anbi un progetto concreto immediatamente cantierabile, che prevede la realizzazione di una rete di piccoli invasi con basso impatto paesaggistico e diffusi sul territorio, privilegiando il completamento e il recupero di strutture già presenti. L’idea è di realizzare laghetti, senza uso di cemento e in equilibrio con i territori, che conservano l’acqua per distribuirla in modo razionale ai cittadini, all’industria e all’agricoltura, con una ricaduta importante sull’ambiente e sull’occupazione”.

 

 

ASTI, ADDIO A GREEN PASS. ORA VELOCIZZARE PROCEDURE PER LAVORATORI STRANIERI

L’addio al green pass salva i raccolti agricoli garantiti in Italia dalla presenza nelle campagne di lavoratori stranieri che rischiavano di essere bloccati da appesantimenti burocratici e costi dovuti a regole sanitarie diverse o all’uso nei propri paesi di vaccini come Sinovak o Sputnik non riconosciuti. E’ quanto afferma Coldiretti in riferimento al superamento dell’emergenza con l’entrata in vigore dal 1 maggio delle nuove regole sanitarie per il Covid proprio nel momento in cui è più forte la domanda di lavoro in agricoltura dove è in piena ripresa l’attività con le semine e, in seguito, con l’avvio della raccolta delle principali produzioni di frutta.

Nel nostro paese un prodotto agricolo su quattro viene raccolto da mani straniere con 358mila lavoratori provenienti da ben 164 Paesi diversi che sono impegnati in agricoltura, fornendo più del 29% del totale delle giornate di lavoro necessarie al settore, secondo il Dossier di Idos al quale ha collaborato la Coldiretti. 

“L’arrivo dei lavoratori stranieri nelle nostre campagne è sicuramente importante, poiché, nonostante la crescita di interesse tra gli italiani, resta fondamentale il contributo dei lavoratori stranieri al successo dell’agroalimentare Made in Piemonte nel mondo, dall’orticoltura alla frutticoltura fino alla viticoltura – fa notare Marco Reggio presidente Coldiretti Asti. 

“Tutto questo ancor più alla luce degli attuali scenari in cui è necessario garantire l’approvvigionamento alimentare alla popolazione in un momento particolarmente delicato con speculazioni, rincari, mancanza di alcuni prodotti e blocchi alle esportazioni causati dal conflitto in Ucraina e dalle guerre commerciali che ne sono scaturite – sottolinea Diego Furia direttore Coldiretti Asti. 

“Per questo occorre al più presto velocizzare il rilascio dei nulla osta necessari per consentire ai lavoratori extracomunitari, ammessi all’ingresso con il decreto flussi, di poter arrivare in Italia per lavorare nelle imprese agricole” concludono Reggio e Furia.

 

 

VERONA, PROGETTO DI EDUCAZIONE ALIMENTARE, CIVICA E AMBIENTALE “SEMI’NSEGNI”

Giornata conclusiva oggi al Centro di Riuso Creativo all’ex Arsenale del progetto di Coldiretti di educazione alimentare, civica e ambientale “Semi’nsegni”, promosso nelle scuole veronesi con la realizzazione di incontri e laboratori didattici per un percorso educativo multidisciplinare di apprendimento. Il progetto di Coldiretti si inserisce in quello del Comune di Verona con la Direzione Affari Generali Decentramento Centro Riuso Creativo, in collaborazione con AMIA “Facciamo Goal con Agenda 2030”.

Nell’occasione, erano presenti l’Assessore all’ambiente del Comune di Verona Ilaria Segala, il direttore di Coldiretti Verona Giuseppe Ruffini con la responsabile del progetto Stefania Barana, il dirigente Affari generali del Comune di Verona Giuseppe Baratta, il vice presidente di Amia Alberto Padovani, insegnanti e alcuni bambini in rappresentanza delle scuole coinvolte. In esposizione c’erano gli elaborati realizzati dagli studenti.

L’assessore Segala ha espresso soddisfazione per il progetto e l’entusiasmo di studenti e insegnanti evidenziando l’importanza del fare rete tra le Istituzioni.

“Sono anni che realizziamo questi progetti nelle scuole – evidenzia Giuseppe Ruffini – perché è fondamentale che le nuove generazioni siano sensibilizzate all’adozione di buone abitudini alimentari della stagionalità dei prodotti e del rispetto dell’ambiente. In questo modo è possibile trasmettere alle famiglie una cultura che renda le persone più consapevoli e responsabili degli stili di vita sani e di conseguenza orientati ad acquisti di prodotti freschi, naturali e del territorio, che non devono percorrere grandi distanze con mezzi inquinanti e subire lunghi trasporti prima di giungere sulle tavole”.

Alla realizzazione del progetto sono state impegnate soprattutto le imprenditrici agricole di Coldiretti, le cuoche contadine oltre a esperti e funzionari della struttura scaligera.

“In città e in provincia – precisa Stefania Barana – sono state numerose le adesioni da parte delle scuole che hanno colto l’opportunità dell’educazione civica che passa attraverso la sana alimentazione e la conoscenza della nostra agricoltura per un corretto stile di vita a partire dalle nuove generazioni”.

Il progetto di Coldiretti “Semi’nsegni” ha interessato 12 scuole primarie di Verona con 33 classi per un totale di 650 ragazzi che hanno realizzato le seguenti attività: 26 Laboratori in classe di un’ora con Maddalena Compagni della Fattoria Didattica “Croce Del Gal”; 9 visite al Mercato Km0 rionale della durata di 2 ore per classe; 16 laboratori al Mercato Coperto in Via Macello “Metto le mani in pasta” della durata di 3 ore per classe con la collaborazione delle Cuoche contadine di Campagna Amica; una visita alla Fattoria Didattica Millefiori di Marco Ferrari e 11 visite al supermercato della zona.

Nelle scuole medie, il progetto di Coldiretti “Semi’nsegni lo spuntino” ha impegnato 11 classi per un totale di 228 alunni per cui sono stati organizzati incontri sia in aula che al mercato a km zero per approfondire l’importanza di un’alimentazione sana con la nutrizionista Veronica Guerra e sulla tematica del consumo responsabile, sulle produzioni territoriali con l’imprenditrice agricola Chiara Turazzini della fattoria didattica “Le Bianchette”. progetto rivolto alle scuole medie che si inserisce nelle tematiche di Agenda 2030 per porre l’accento sulla promozione della nostra salute e di quella della terra.

Le scuole medie hanno anche partecipato a un concorso per trovare uno slogan efficace. Ha vinto la classe prima B della scuola Fincato Rosani con lo slogan “Merenda sostenibile, merenda inconfondibile”. Alla classe sono stati regalati dei buoni di 10 euro per ciascun bambino da utilizzare al Mercato Coperto di Coldiretti al quartiere Filippini.

 

 

PADOVA, CHEF GIORGIONE, VOLTO GAMBERO ROSSO, AL MERCATO DI CAMPAGNA AMICA

“Qui c’è il meglio del km zero, anzi, del km buono”: lo chef Giorgione, popolare volto del Gambero Rosso, promuove a pieni voti il mercato di Campagna Amica a Montegrotto, dove ha incontrato gli agricoltori di Coldiretti Padova impegnati ogni settimana nella vendita diretta dei propri prodotti. Il carismatico cuoco, da sempre legato alla cucina del territorio, durante un passaggio nella nostra provincia ha voluto fare la spesa dal contadino. Accompagnato da Fabio Legnaro, patròn dell’Antica Trattoria Ballotta di Torreglia, primo ristorante ad aver abbracciato la filosofia del “km zero”, e delle Osterie Meccaniche di Abano, il cuoco Giorgione ha potuto incontrare i produttori che ogni settimana animano il mercato di Campagna Amica a Montegrotto, molti dei quali impegnati anche negli altri mercati contadini della provincia.

Da anni in prima linea, nel suo ristorante come dai programmi tv che conduce per Gambero Rosso, per promuovere le tipicità del territorio in cucina, lo chef Giorgione ha apprezzato l’impegno degli agricoltori padovani, in particolare dei giovani che oggi trovano il coraggio di scommettere sull’agricoltura di qualità e del territorio. Fra questi Giovanni Ponchio, presenza costante ai mercati di Campagna Amica Padova, specializzato nell’allevamento di pregiate razze avicole e nella coltivazione di varietà antiche di mais, recuperandole dai vecchi contadini della zona, in modo da ottenere delle ottime farine, ideali per la produzione di gustose gallette spezza fame. Con lo stesso mais Giovanni foraggia un piccolo allevamento di galline padovane, la razza autoctona caratterizzata del bel ciuffo che ha rischiato più volte nel corso dei secoli l’estinzione, in particolare nel dopoguerra.

 

 

FERRARA, UN AIUTO COMPENSATIVO PER LE SUPERFICI COLTIVATE A PERE IGP

Le aziende che coltivano pere a marchio IGP per l’anno 2022 potranno presentare domanda tra il 1° giugno ed il 29 luglio 2022 per ottenere un aiuto ad ettaro in regime “de minimis” di 150,00 euro ettaro.

Sono 600.000 euro le risorse che la Regione Emilia-Romagna mette a disposizione delle imprese frutticole che producono pere IGP nella nostra regione.

Lo dispone la delibera 665 del 28 aprile, che detta le condizioni di accesso all’aiuto finalizzato a compensare almeno in parte i costi di produzione della “Pera dell’Emilia-Romagna IGP”. Possono accedere all’aiuto, stabilito in 150,00 euro per ettaro di frutteti di pere che risultino iscritti al sistema di controllo alla data del 20 maggio 2022 e confermati dai controlli di Check Fruit, con un minimo di 1,40 ettari.

In attesa delle disposizioni operative per la presentazione delle domande, che dovranno essere inoltrate all’Organismo Pagatore Regionale AGREA tra il 1° giugno ed il 29 luglio 2022, si precisa che il CAA Coldiretti è a disposizione di tutti gli interessati, i quali dovranno avere quali condizioni indispensabili per fare domanda l’iscrizione all’Anagrafe regionale delle imprese debitamente validata, coltivare superfici a pero iscritte al sistema di controllo dell’IGP, essere in regola riguardo la posizione previdenziale agricola e rispettare le condizioni stabilite dai contratti di lavoro per il personale dipendente, non avere procedure fallimentari o assimilabili in corso.

L’importo dell’aiuto ad ettaro sarà corrisposto per un minimo di 210,00 ed un massimo di 5.000,00 per azienda e nel limite di capienza del massimale previsto dal regime di aiuti de minimis per le imprese agricole (25.000 euro nel triennio precedente).

Gli uffici CAA di Coldiretti sono a disposizione per ogni ulteriore approfondimento e per la predisposizione delle richieste da parte dei produttori interessati.

 

 

FORLI’, AVICOLTURA IN GRANDE SOFFERENZA

Il rincaro spaventoso del costo dei mangimi è un macigno sugli allevamenti avicoli dell’Emilia Romagna. In forte difficoltà, a causa dei rincari delle materie prime che da mesi si abbattono sulle imprese avicole, ci sono 202 allevamenti di cui oltre la metà specializzati nella produzione di uova da consumo. A dirlo è Coldiretti Forlì-Cesena sulla base dell’indagine Ismea su costi e consumi in avicoltura. “Il settore è tra i più duramente colpiti dai rincari dove il 60% dei costi di produzione è rappresentata dai mangimi con aumenti medi dei costi correnti del 53% se consideriamo i principali fattori produttivi. – analizza Massimiliano Bernabini, Presidente Coldiretti Forlì-Cesena – L’avicoltura è un comparto in forte espansione nella nostra regione, anche in virtù di un costante aumento della domanda da parte dei consumatori, che contribuisce all’autosufficienza nazionale della produzione di carni e uova Made in Italy. Lo scenario odierno, con le nostre aziende in grave affanno che non riescono più a sostenere i costi produttivi e sono costrette a vendere a prezzi che non garantiscono una adeguato profitto, favorisce le importazioni di carni e uova straniere da paesi che non osservano gli stessi nostri criteri di allevamento, di rispetto dell’ambiente e del lavoro rappresentando una minaccia per la nostra salute”.

La razione animale – secondo l’indagine Ismea – è la voce di costo che pesa di più sui bilanci aziendali e che sta registrando gli aumenti più significativi con un +33% nel primo trimestre di quest’anno e un ulteriore balzo del 40% ad aprile su base annua, a causa delle perduranti tensioni sui listini internazionali di mais, soia orzo. La recente indagine di Crea – Consiglio per la ricerca in agricoltura e l’analisi dell’economia agraria, ha calcolato che le aziende del settore per il solo costi dei mangimi potranno arrivare a spendere fino a 166 mila euro con perdite medie fino a 99 mila euro per gli allevamenti di polli. Ma ad essere colpita duramente è tutta l’intera filiera agroalimentare e tutti i settori agricoli, dal cerealicolo agli allevamenti bovini, dall’ortofloricoltura al vitivinicolo ed olivicolo fino ai fruttiferi ed erbivori, dove si registrano aumenti dei costi che vanno dal +170% dei concimi al +90% dei mangimi, dal +129% per il gasolio al 30% per il vetro, dal 15% per il tetrapack al del 35% per le etichette, dal 45% per il cartone al 60% per i barattoli di banda stagnata fino ad arrivare al 70% per la plastica con incrementi dei costi correnti di 14.358 euro in media secondo lo studio del Crea.

Per aiutare le imprese agricole il Consiglio dei Ministri ha approvato all’interno del DL Aiuti, su espressa richiesta di Coldiretti, ulteriori fondi per 180 milioni per l’accesso delle imprese agricole alla garanzie Ismea sui mutui ritenuto importante per salvare il Made in Italy. Si tratta di misure che vanno a sommarsi alle altre iniziative assunte dall’esecutivo Draghi attivate dopo le grandi mobilitazioni di Coldiretti in tutta Italia dello scorso 17 febbraio come il bando sui contratti di filiera da 1,2 miliardi di euro le cui domande si potranno presentare dal 23 maggio, la sostituzione dei fertilizzanti chimici con il digestato, lo sblocco dei pagamenti di Agea per gli allevatori, la rinegoziazione dei mutui agrari e garanzia Ismea. “L’ultima misura varata dal Governo Draghi – spiega ancora il Presidente di Coldiretti Forlì-Cesena – consente alle piccole e medie imprese agricole, della pesca e dell’acquacoltura che hanno registrato un incremento dei costi per energia, per carburanti o materie prime nel corso del 2022 di accedere alla garanzia diretta di Ismea con copertura al 100% per nuovi finanziamenti”. Risposte sono arrivate anche in materia energetica la produzione di energia elettrica da fonti rinnovabili per il settore agricolo che consente alle aziende del settore di installare impianti fotovoltaici sui tetti delle proprie strutture produttive, permettendo anche di vendere l’energia prodotta (Il provvedimento si applica anche agli investimenti in corso di realizzazione inclusi quelli a valere sul Pnrr) e per far fronte al caro petrolio con la proroga fino all’8 luglio 2022 delle aliquote agevolate sull’accisa per il gasolio e la benzina utilizzati come carburante per usi agricoli (pari rispettivamente a 22% e al 49% dell’aliquota ordinaria), ma anche l’azzeramento dell’aliquota di accisa del gas naturale usato per autotrazione.

 

 

ASTI, L’INVASIONE RUSSA BLOCCA 25 MILIONI DI TONNELLATE DI CEREALI 

Nei magazzini ucraini sono bloccati, in attesa di essere spediti, quasi 25 milioni di tonnellate di cereali, tra grano, mais e altri prodotti, con un impatto devastante sugli approvvigionamenti di numerosi Paesi in via di sviluppo ma anche su quelli ricchi. E’ quanto stima la Coldiretti su dati del WFP nel commentare la dichiarazione dei leader del G7 che chiedono alla Russia di porre fine al suo blocco e a tutte le altre attività che impediscono la produzione e l’esportazione di cibo dell’Ucraina, in linea con i suoi impegni internazionali.

L’Ucraina è uno dei principali produttori ed esportatori e nel mondo esporta il 10% del frumento tenero destinato alla panificazione per un totale di oltre 18 milioni di tonnellate ma anche il 15% del mais per oltre 27 milioni di tonnellate. 

Il risultato di questo blocco è che i prezzi del grano sono aumentati a livello mondiale ancora del 5% nell’ultima settimana dopo la decisione di sospendere l’attività dei porti sul Mar Nero, secondo l’analisi della Coldiretti alla chiusura settimanale del Chicago Board of Trade. 

“L’emergenza sta innescando un nuovo cortocircuito sul fronte delle materie prime anche nel settore agricolo nazionale che ha già sperimentato i guasti della volatilità dei listini in un Paese come l’Italia che è fortemente deficitaria in alcuni settori” – fa notare Marco Reggio presidente Coldiretti Asti – Abbiamo bisogno di un piano di potenziamento produttivo e di stoccaggio per le principali commodities, dal grano al mais fino all’atteso piano proteine nazionale per l’alimentazione degli animali in allevamento per recuperare competitività rispetto ai concorrenti stranieri”. 

“Bisogna invertire la tendenza ed investire per rendere il Paese il più possibile autosufficiente per le risorse alimentari facendo tornare l’agricoltura centrale negli obiettivi nazionali ed europei. – sottolinea il direttore di Coldiretti Asti Diego Furia – “In Piemonte possiamo utilizzare i circa 20 mila ettari di terreni a riposo ed aumentare la produzione, ma nell’immediato occorre salvare aziende e stalle da una insostenibile crisi finanziaria”.

 

 

FERRARA, CHIESTO IL RIPRISTINO DEL PONTE NELLE ZONE SUD-EST 10 E 11

Coldiretti ha incontrato ieri, martedì 10 maggio, il rappresentante del Comune di Comacchio, a fronte della necessità di risolvere i problemi di viabilità connessi alla chiusura da oltre un anno del ponte Bailey che unisce le zone 10 e 11, con attraversamento del canale Collettore Fosse.

Una situazione di particolare disagio hanno che hanno espresso Leonardo Fanton, Rino Crovetti e Antonio Ricci, presidenti delle sezioni Coldiretti dei comuni interessati, lamentando quanto comporti in termini di tempi per raggiungere i poderi con strade alternative e quindi con forte aggravio di costi per tutte le operazioni colturali, dalla preparazione dei terreni alla raccolta ed al trasporto dei prodotti.

Nel corso dell’incontro è stata data rassicurazione che il Comune di Comacchio ha già attivato le progettazioni per il ripristino della struttura e reperito le necessarie risorse economiche, impegnandosi ad avviare tutte le fasi necessarie per arrivare all’appalto dei lavori ed all’inizio del necessario ripristino di quest’opera necessaria per gli agricoltori di questa vasta zona del territorio    

 

 

FORLI’, UFFICI TERRITORIALI DEL GOVERNO OSPITANO I RAPPRESENTANTI DI COLDIRETTI

Il Palazzo di Via IV Novembre ha ospitato i rappresentanti di Coldiretti per permettere a Prefetto e Associazione, di rimarcare i punti saldi e gli interventi necessari per il comparto agricolo, con rinnovato impegno alla collaborazione che da sempre ne caratterizza i rapporti.

Guido Cardelli Masini Palazzi, Presidente della Federazione Coldiretti di Rimini, ha colto l’occasione per presentare Alessandro Corsini, recentemente incaricato della Direzione e tratteggiare gli importanti passi realizzati negli anni scorsi e le progettualità da mettere in campo. Il Presidente ha evidenziato l’attuale e rinnovata importanza dell’autonomia alimentare, anche e soprattutto alla luce del conflitto in Ucraina ed il Direttore Corsini ha rimarcato le vittorie fondamentali di Coldiretti, che rappresentano ad oggi punti fermi rispetto a cui non si intende arretrare: sicurezza alimentare, tracciabilità, necessità di garantire il consumatore. Queste ed altre importanti tematiche tra cui il km0 ed il Made in Italy che l’Associazione non intende porre in secondo piano, neppure alla luce della difficile situazione economica e di approvvigionamento. Ad esempio, di ciò si è citato l’eclatante “caso glifosate” contro il quale Coldiretti si è battuta tenacemente e con successo. Giorgio Ricci, Vicedirettore di Coldiretti, ha segnalato inoltre l’importanza dello sblocco del sistema informatico per il rilascio dei nulla osta al lavoro, dei dipendenti extracomunitari.

Il Presidente Cardelli Masini Palazzi, ha evidenziato, in riferimento alla variante della SS16, come il comparto agricolo spesso finisce in secondo piano rispetto ad altri settori. “Le nuove generazioni – ha specificato il Presidente Coldiretti Rimini– si stanno riavvicinando all’agricoltura perché vedono in essa la ‘materia prima’ con la quale ‘plasmare’ lo sviluppo e la crescita del Paese oltre che, ovviamente, uno sbocco lavorativo di sicuro interesse. Questo ‘ritorno alla terra’ – ha proseguito – è stato certamente incentivato anche dall’intensa attività svolta dalla Fondazione Campagna Amica, la Rete creata da Coldiretti per promuovere ed esprimere pienamente il valore e la dignità dell’agricoltura italiana, risorsa indispensabile per la tutela dell’ambiente, del territorio, della sicurezza alimentare, ma anche per salvaguardare le tradizioni locali nonché l’accesso al cibo giusto – quello a KM0 – a un giusto prezzo”.

Il Prefetto dimostrando grande attenzione ai problemi esposti ha esordito confermando lo sblocco del sistema informatico per il rilascio dei nulla osta per il giorno 12 Maggio 2022 ed ha assicurato al Direttore Corsini il sostegno, per quanto nelle proprie competenze e conoscenze, alle esigenze del mondo dell’agricoltura.

“Siamo grati al Prefetto Forlenza per il grande interesse e competenza che ha dimostrato per il settore e per i problemi che riguardano il mondo agricolo – ha concluso il Presidente Cardelli Masini Palazzi – noi siamo pronti a fare la nostra parte e a collaborare al fine di porre rimedio alle criticità esistenti in sinergia con la Prefettura e, allo stesso tempo, a valorizzare ulteriormente le potenzialità dell’agricoltura locale”.

 

 

ALESSANDRIA, ABC – ALIMENTARSI BENE CONVIENE

Esplorare il rapporto cibo, salute e ambiente

Grande riscontro in tutta la provincia di Alessandria per il progetto di educazione alimentare proposto da Coldiretti, frutto dell’intesa sottoscritta tra il Ministero dell’Istruzione e la Confederazione Nazionale Coldiretti “Per la promozione delle competenze connesse alla sostenibilità nell’alimentazione, per lo sviluppo dell’economia circolare, della green economy e dell’agricoltura di precisione e digitale”.

E’ quanto annuncia Coldiretti Donne Impresa Alessandria che con Campagna Amica sta portando sul territorio le lezioni di educazione alimentare e sostenibilità ambientale, sia in aula che in fattoria: obiettivo, far conoscere ed esplorare il rapporto tra cibo, salute e ambiente.

Sul territorio alessandrino sono coinvolti oltre 1.000 bambini delle scuole primarie per circa cinquanta classi iscritte: l’iniziativa formativa proposta da Coldiretti, che mette a disposizione l’esperienza acquisita in oltre vent’anni di attività didattica, s’intitola “ABC – Alimentarsi Bene Conviene” e affronta i temi della sostenibilità, della tutela dell’ambiente, della legalità, sviluppati attraverso la chiave del cibo, del mondo della campagna, del modello di agricoltura sostenibile che contraddistinguono in modo distintivo l’Italia e il Made in Italy agroalimentare.

Una sana e corretta alimentazione aiuta l’apprendimento in una logica di sviluppo per i cittadini e consumatori di domani orientato a un corretto stile di vita e un consapevole modello di consumo a tutela dell’ambiente.

Il progetto si articola nelle 33 ore di Educazione Civica previste nei programmi scolastici, assieme allo studio della Costituzione e alla cittadinanza digitale: si tratta di un percorso che prevede lezioni in aula o a distanza, integrate con momenti di attività concrete nelle fattorie didattiche e nei mercati di Campagna Amica, luoghi dove i bambini impareranno a conoscere il valore del cibo, nell’ottica di una vita sostenibile e del pieno rispetto dell’ambiente

“Grazie alla rete di Campagna Amica possiamo far toccare con mano ai consumatori di domani cosa significa produrre e mangiare cibo sano, genuino e di stagione – ha sottolineato il Presidente Coldiretti Alessandria Mauro Bianco -. In questi 20 anni l’agricoltura è cambiata grazie alla Legge di Orientamento che ci ha permesso di introdurre la multifunzionalità nelle nostre imprese: un percorso che è stato fondamentale per arrivare oggi a poter svolgere queste attività nelle scuole e far capire l’importanza del nostro patrimonio enogastronomico, frutto di un’agricoltura sempre più green. L’obiettivo è, quindi, quello di continuare a formare futuri consumatori consapevoli per valorizzare i fondamenti della dieta mediterranea, combattere false idee come quelle alla base dell’etichettatura a semaforo e saldare sempre di più il legame che unisce l’agricoltura con il cibo portiamo in tavola”.

Un obiettivo formativo a sostegno della scuola e dei cittadini che lega il rispetto dell’ambiente e delle risorse naturali al rispetto verso le persone: la tutela e promozione di diritti fondamentali quali quello alla salute, alla sicurezza alimentare, all’uguaglianza e a un lavoro dignitoso. Obiettivi che Coldiretti promuove ogni giorno attraverso le sue strutture territoriali e le imprese agricole già impegnate nelle attività di fattoria didattica.

“Vogliamo trasmettere ai giovani una piena consapevolezza del cibo assunto comprendendone gli effetti sul proprio organismo ed imparando a riconoscerne la qualità, senza trascurare l’importanza di associare ad una corretta alimentazione la giusta dose di attività fisica. La nostra alimentazione, invidiata a livello mondiale, è un patrimonio che dobbiamo continuare a tutelare per difendere la nostra sovranità alimentare – ha aggiunto il Direttore Alessandria Roberto Bianco –. Dietro ogni piatto, ricetta o prodotto agroalimentare italiano, c’è un linguaggio particolare. La filiera del cibo, se affrontata a scuola non solo sul piano descrittivo e scientifico, ma anche su quello della responsabilità e della cittadinanza attiva, può diventare una chiave di volta per potenziare i percorsi di educazione civica, in particolare nell’area specifica dello sviluppo sostenibile.”

Si avverte, infatti, un forte interesse da parte della società e della scuola verso le tematiche che riguardano lo sviluppo sostenibile, la sicurezza alimentare e la salute.

“Promuovere la conoscenza attraverso il fare e stimolare la didattica partecipata fa sì che l’apprendimento degli alunni sia, oltre che più accattivante, anche più efficace e dotato di un forte significato orientativo. Da ormai 20 anni portiamo avanti con le fattorie didattiche alessandrine progetti legati all’alimentazione, all’ambiente e al consumo critico nelle scuole – ha affermato Silvia Beccaria responsabile Donne Impresa Coldiretti Alessandria -. Su questa scia s’inserisce il progetto di Donne Impresa che, insieme a Campagna Amica, vuole dare attuazione concreta all’accordo con il Miur, a copertura di 11 delle 33 ore previste in materia di educazione civica. Un percorso che prevede lezioni in aula o a distanza, integrate con momenti di attività concrete presso le nostre fattorie didattiche e i mercati di Campagna Amica, luoghi dove i bambini impareranno a conoscere il valore del cibo, nell’ottica di una vita sostenibile e del pieno rispetto dell’ambiente”.

Si tratta di una pedagogia attiva, dell’imparare facendo, attraverso attività pratiche ed esperienze dirette a contatto con la natura attraverso l’incontro con animali e piante nelle stalle, negli orti e in cucina: nei prodotti e nei servizi offerti dall’agricoltura non c’è solo il loro valore intrinseco, ma anche un bene comune per la collettività fatto di tutela ambientale, di difesa della salute, di qualità della vita e di valorizzazione della persona.

 

 

VIAREGGIO, E’ SBOCCIATO IL GIARDINO DELL’ACCOGLIENZA

Fiori a km zero, coltivati e raccolti in Versilia, per far rinascere i giardini della Casa delle Donne di Viareggio. Le donne vittime di violenza saranno accolte al loro ingresso al Centro Antiviolenza di via Marco Polo da margherite, begonie, gerani, ibiscus e da una nuova pianta di mimosa. Ad accogliere le donne in fuga in cerca di un rifugio sicuro e di una prospettiva lontana dall’inferno, ci saranno i profumi e la vivacità multicolore dei fiori della Versilia scelti da Donne Impresa Coldiretti Lucca per trasformare gli spazi esterni destinati a verde che circondano la sede del Centro antiviolenza in luoghi di accettazione capaci di trasmettere pace, sicurezza, protezione e speranza. L’iniziativa nasce dalla volontà della Responsabile provincia di Donne Impresa Coldiretti Lucca, Francesca Buonagurelli, di dare continuità alla storica collaborazione con il Centro antiviolenza che si occupa di garantire sostegno e tutela alle donne e ai loro figli minori, valorizzando al massimo le risorse umane, economiche, logistiche e di rete a disposizione. “Abbiamo subito raccolto l’invito della Casa delle Donne e la Presidente Raffaelli a dare il nostro contributo di donne ed imprenditrici per la riqualificazione delle aree esterne del centro che è un punto di riferimento riconosciuto ed apprezzato per tutta la costa. – spiega Eleonora Bacci, vice responsabile Donne Impresa Coldiretti Lucca – Per far rinascere questo spazio sono state selezionate delle fioriture stagionali coltivate dalle aziende del territorio per dare un ulteriore segnale di vicinanza, collaborazione e partecipazione nei confronti dell’attività importante che l’associazione porta avanti grazie al lavoro straordinario di tante volontarie”.

A trasformare lo spazio sono stati insieme agli agricoltori, l’azienda Manolo Floricoltura, La Vita Maritata, azienda agricola Carmazzi Marzo e L’ortoflora versiliese, che hanno messo a disposizione oltre ai fiori, la manodopera necessaria, le volontarie del Centro Antiviolenza in un lavoro corale. “Ringraziamo tantissimo la Coldiretti che ha risposto al nostro invito per riqualificare uno spazio della nostra città importante che ogni anno accoglie tante donne che hanno bisogno di aiuto. – spiega la Presidente Raffaeli – Con la bella stagione il nostro giardino potrà tornare ad organizzare iniziative e tanti momenti di incontro e poterlo fare immersi nel verde, tra i fiori, sarà sicuramente più bello”. All’iniziativa ha partecipato, in qualità di consigliere delegato del Comune di Viareggio, Diego Sodini.

 

 

COMO-LECCO, TURISMO INTERNAZIONALE MENTRE CRESCE LA SPESA DEGLI STRANIERI

Il turismo ingrana la marcia e, dopo due anni difficili, la stagione è alle porte. Novità 2022, attesissima, è il ritorno di una quota importante del turismo straniero, che per l’ambito lariano è di importanza imprescindibile. Intanto, i dati rivelano come sia quadruplicata (+300%) la spesa degli stranieri in Italia nel 2022 rispetto allo scorso anno con un impatto positivo sulle attività turistiche che fa ben sperare per la prossima estate.

L’analisi di Coldiretti è ricavata sulla base dei dati “Turismo internazionale dell’Italia” di Bankitalia relativi al primo bimestre dell’anno che evidenziano anche un aumento del 166% negli arrivi degli stranieri in Italia.

Nei primi due mesi dell’anno – sottolinea Coldiretti Como Lecco – sono arrivati in Italia ben 2,532 milioni di viaggiatori stranieri che hanno speso 3,146 miliardi di euro grazie al contenimento della pandemia per il successo della campagna di vaccinazione e all’adozione del green pass. Un andamento positivo che potrebbe portare all’addio di tutte le restrizioni a partire dal 15 giugno e favorire il ritorno in Italia di 33 milioni di turisti stranieri che prima del Covid avevano pernottato nella penisola durante l’estate. Si tratta di un risultato importante dopo che la pandemia ha più che dimezzato (-55%) lo scorso anno le presenze straniere in Italia nel periodo tra giugno e settembre.

I vacanzieri dall’estero in Italia sono strategici per l’ospitalità turistica soprattutto nelle mete più gettonate anche perché i visitatori da questi paesi hanno tradizionalmente una elevata capacità di spesa per alloggio, alimentazione, trasporti, divertimenti, shopping e souvenir.

La spesa turistica estiva – precisa la Coldiretti interprovinciale – è una importante volano per l’economia e l’occupazione per un valore stimato in circa 40 miliardi, tra italiani e stranieri: un riflesso importante anche per le due province lariane, dove i turisti cercano di coniugare le bellezze del lago di Como e delle vicine Alpi alla scoperta golosa dei prodotti di queste terre, che sopravvivono e si tramandano grazie anche al lavoro delle imprese agricole e agrituristiche.

Una buona notizia – e buone prospettive – dopo due anni difficili in cui a mancare all’appello sono stati soprattutto i turisti stranieri bloccati alle frontiere dall’avanzare dei contagi e dalle misure di restrizione adottate.

 

 

SONDRIO, UCRAINA: FONDI UE NON SPESI ALLE IMPRESE AGRICOLE IN CRISI

Fondi europei non spesi saranno destinati agli agricoltori colpiti dalla pesante crisi generata dai rincari energetici e dalla guerra in Ucraina.  Lo rende noto la Coldiretti nel sottolineare che i servizi della Commissione Europea hanno completato i lavori tecnici preparatori per la presentazione di una proposta legislativa nel prossimo Consiglio agricoltura del 24 maggio.

“Il meccanismo previsto dovrebbe essere simile – sottolinea Coldiretti Sondrio attraverso il presidente Silvia Marchesini – a quello eccezionalmente adottato nell’anno dell’emergenza Covid, che ha permesso di trasferire parte del contributo totale del FEASR a sostegno degli agricoltori colpiti dalla crisi”.

In particolare, gli Stati membri hanno chiesto la possibilità di utilizzare fino al 5% dei fondi ancora disponibili dei loro programmi di sviluppo rurale per il periodo 2021-2022. Una misura sostenuta da 19 stati membri tra i quali l’Italia dove più di 1 azienda agricola su 10 (11%) è in una situazione così critica da portare alla cessazione dell’attività ma ben circa 1/3 del totale nazionale (30%) si trova comunque costretta in questo momento a lavorare in una condizione di reddito negativo per effetto dell’aumento dei costi di produzione, secondo l’analisi della Coldiretti su dati Crea.

Uno tsunami che si è abbattuto sulle aziende agricole italiane con rincari per gli acquisti di concimi, imballaggi, gasolio, attrezzi e macchinari che stanno mettendo in crisi i bilanci. Nelle campagne si registrano aumenti dei costi che vanno dal +170% dei concimi al +90% dei mangimi al +129% per il gasolio con incrementi dei costi correnti di oltre 15.700 euro in media ma con punte oltre 47mila euro per le stalle da latte e picchi fino a 99mila euro per gli allevamenti di polli, secondo lo studio del Crea. L’impatto annuale dell’impennata dei costi per l’insieme delle aziende agricole supera i 9 miliardi di euro.

 

 

Appuntamenti

 

SICILIA, COLTIVIAMO BELLEZZA PER PRODURRE SALUTE

Opportunità del pnrr per le aziende florovivaistiche

Oltre 200 milioni di euro per cambiare il volto delle città.  Grazie al Piano nazionale di ripresa e resilienza, le aree metropolitane di Palermo, Catania e Messina potranno utilizzare una parte di questa dotazione finanziaria. 

Si tratta di una vera e propria rigenerazione urbana che nell’Isola, l’unica Regione ad avere tre Città Metropolitane, riguarda circa 250 comuni e che prevede la bonifica delle aree degradate, il rimboschimento lungo i corsi d’acqua in cattivo stato di conservazione ma soprattutto inciderà sulla qualità della vita: più alberi significa meno inquinamento. 

Il dettaglio degli investimenti previsti, lo stato dei progetti e il focus sulla situazione ambientale saranno l’oggetto dell’incontro organizzato da Coldiretti Sicilia “Coltiviamo bellezza per produrre salute” che si svolgerà domani 12 maggio dalle 11.30 a Palermo, nella sede Unicredit di Via Generale Magliocco n.1.

Con il Nada Forbice, coordinatore della Consulta nazionale florovivaismo Coldiretti che parlerà delle opportunità strategiche per le imprese del settore offerte dal Pnrr ci sarà Carlo Blasi, Direttore Scientifico del Centro di Ricerca Interuniversitario Biodiversità, servizi Eco Sistemici e Sostenibilità della Sapienza di Roma. Il docente illustrerà il Decreto Clima e la Riforestazione Urbana del PNRR.

Con i relatori, oltre al presidente regionale Coldiretti, Francesco Ferreri, ci saranno Mario Faro, presidente della Consulta Florovivaismo Coldiretti, Salvatore Fiore, presidente ordine degli Agronomi e Roberto Cassata, responsabile rapporti con il territorio Sicilia dell’UniCredit.

 

 

VENETO, ROAD SHOW DELLA LEGALITA’.

Il business criminale sull’agroalimentare supera i 24,5 mld

Dal pesce alla pasticceria l’agroalimentare è diventato un settore prioritario di investimento della malavita con un business criminale che ha superato i 24,5 miliardi di euro. E’ quanto afferma Coldiretti in riferimento alla quarta tappa de “il road show della legalità nell’agroalimentare” organizzato in collaborazione con Unioncamere e Regione del Veneto con il supporto dell’Osservatorio nazionale delle Agromafie. L’appuntamento è on line LUNEDI’ 16 MAGGIO DALLE ORE 10.00 ALLE 12.00 con un focus dedicato al settore ittico. Il tema – spiega Coldiretti – sarà trattato da esperti legati alla realtà della pesca regionale con particolare riferimento alle due province interessate maggiormente: Venezia e Rovigo. In programma, dopo i saluti di Massimo Zanon presidente dell’Ente Camerale Ve e Ro e l’introduzione ai lavori di Andrea Colla presidente provinciale della Coldiretti veneziana seguiranno gli interventi di Marcello Fracanzani, Consigliere della Corte di CassazioneMichele Mistri Professore di Scienze chimiche Università di Ferrara Clemente di Nuzzo Prefetto di Rovigo. Per le attività di controllo interverranno Giuliano Gentilini Capo Servizio Operativo della Capitaneria di Porto, Vincenzo Laganà Tenente Comandante della sezione Unità Navali della Stazione Navale della Guardia di Finanza di Venezia, Alessandro De Vido Comandante del Gruppo Forestali Ambientali e Agroalimentari di Rovigo. Centrale la relazione di Gian Carlo Caselli Presidente del Comitato Scientifico Osservatorio Agromafie, protagonista di tutti gli incontri del percorso. Le conclusioni sono affidate a Carlo Salvan presidente della Coldiretti di Rovigo. La moderazione è a cura di Alessandro Faccioli coordinatore di Impresa Pesca.  In tempo di crisi economica – dice Coldiretti Veneto – la criminalità permette di infiltrarsi in modo capillare nella società civile e condizionare la via quotidiana delle persone. Non solo si appropriano di vasti comparti dell’agroalimentare e dei guadagni che ne derivano, distruggendo la concorrenza e il libero mercato legale e soffocando l’imprenditoria onesta, ma compromettono in modo gravissimo la qualità e la sicurezza dei prodotti, con l’effetto indiretto di minare profondamente l’immagine dei prodotti italiani ed il valore del marchio Made in Italy. L’appuntamento coinvolgerà imprese, cooperative e pescatori, gli studenti universitari, oltre che gli allievi della prima scuola di pesca europea.

E’ possibile seguire i lavori cliccando al link

https://bluarancio.webex.com/bluarancio/onstage/g.php?MTID=ed9c8017c5716c468393ace08893bc613 attivo al momento dell’inizio del collegamento.

 

 

CUNEO, LA “QUINTESSENZA” DEL GUSTO CON LE ECCELLENZE FIRMATE CAMPAGNA AMICA

Il giallo di Campagna Amica si prepara a colorare il centro di Savigliano in occasione di QuintEssenza. Dopo lo stop imposto dalla pandemia, domenica 15 maggio torna la manifestazione che farà scoprire a saviglianesi e visitatori erbe, spezie, fiori e tipicità a Km zero per le vie del centro.

Si rinnova la collaborazione di Coldiretti Campagna Amica con l’Ente Manifestazioni di Savigliano per l’atteso appuntamento che porterà nel centro cittadino un mercato dai mille colori e profumi, vera celebrazione della primavera in tavola con i frutti della terra più amati di questo periodo dell’anno che vanno ad arricchire di nuove bontà il paniere delle produzioni.

Gli agricoltori Coldiretti della rete Campagna Amica, provenienti da ogni angolo della Granda e dalle altre Province piemontesi, aspettano i cultori del buon cibo in via Garibaldi, di fronte alla prestigiosa Sede universitaria, sotto i tradizionali gazebo gialli. Qui proporranno eccellenze a Km zero per tutti i gusti: frutta di stagione come le prelibate fragole, composte di frutta, miele e altri prodotti delle api, zafferano, farine di frumento, farro e grano saraceno, pasta secca, biscotti, nocciole, trasformati di verdura come i peperoni in agrodolce, aglio di Caraglio, legumi, salumi, formaggi di pecora e prodotti cosmetici a base di latte di pecora.

“È tanta la voglia di tornare a una salda normalità dopo gli ultimi anni vissuti tra blocchi e incertezza, e un segno tangibile di ripartenza arriva dai produttori di Campagna Amica – commenta Daniele Caffaro, Segretario Coldiretti di Savigliano – che tornano ad animare il centro cittadino offrendo una vasta selezione di prodotti 100% locali, stagionali e genuini. Un tripudio di gusto e qualità, con l’assoluta garanzia di genuinità e tracciabilità che contraddistingue le aziende Campagna Amica, conferma il nostro impegno a promuovere un consumo sostenibile e responsabile, oltre che vantaggioso per i produttori agricoli del territorio”.

 

 

VENEZIA, IL ROAD SHOW DELLA LEGALITA’ NELL’AGROALIMENTARE

“Pesca, Ambiente, Legalità. Esperienze sul territorio per la tutela delle risorse e un futuro sostenibile” è il titolo dell’evento che si svolgerà via webinar il 16 maggio 2022 dalle ore 10.00 alle ore 12.00. L’appuntamento che vedrà la partecipazione di illustri relatori quali Gian Carlo Caselli presidente del Comitato Scientifico Osservatorio Agromafie, Marcello Fracanzani, Consigliere della Corte di Cassazione,  Clemente di Nuzzo Prefetto di Rovigo, Vincenzo Laganà Tenente Comandante della sezione Unità Navali della Stazione Navale della Guardia di Finanza di Venezia, Alessandro De Vido Comandante del Gruppo Forestali Ambientali e Agroalimentari di Rovigo, Giuliano Gentilini Capo Servizio Operativo della Capitaneria di Porto nonché  Massimo Zanon presidente della Camera di Commercio di Venezia e Rovigo, Andrea Colla presidente di Coldiretti Venezia, Carlo Salvan presidente di Coldiretti Rovigo e Alessandro Faccioli Responsabile di Imprese Pesca Coldiretti che modererà l’incontro,  si inserisce nel più ampio progetto veneto sulle agromafie messo in campo da Coldiretti, Unioncamere Veneto con la collaborazione della Fondazione Osservatorio Agromafie.

Il tema delle infiltrazioni mafiose nel Made in Italy non è nuovo e specie nei momenti di fragilità economica, i tentativi della criminalità si fanno sempre più insistenti. Per questo le istituzioni, a tutti i livelli, hanno messo in campo protocolli, intese e patti.

Tra questi, gli appuntamenti “Road show della legalità nell’agroalimentare” che hanno visto vari approfondimenti nelle province di Vicenza, Verona e Padova;  lunedì 16 maggio sarà protagonista la Camera di Commercio di Venezia Rovigo con le rispettive federazioni di Coldiretti che hanno organizzato un focus sul tema della pesca.

La scelta di concentrarsi sul settore pesca nasce sia dal contesto territoriale – che vede diversi operatori economici distribuiti nel territorio veneziano e rodigino – sia dal novero delle imprese che praticano questa attività economica.  Questi due territori infatti, sono accomunati dalla presenza di centinaia di operatori di acquacoltura nelle lagune e pesca di alto mare e di fiume.

Verranno presentati esempi virtuosi e dossier legati ai controlli con casistiche e frodi smascherate dalle attività di sorveglianza, dalla Capitaneria di Porto e dalle altre forze dell’ordine. L’appuntamento coinvolgerà imprese di pesca, studenti universitari in particolare della facoltà di agraria di Ferrara con la presenza del prof. Mistri del Dipartimento di Scienze Chimiche, farmaceutiche ed agrarie di Ferrara, oltre che gli allievi della prima scuola di pesca del territorio.

Si sottolinea che Coldiretti, a fine 2021, si era fatta promotrice dell’approvazione, del decreto legislativo volto a combattere efficacemente le pratiche commerciali sleali. Si tratta di una svolta storica che mette le imprese agricole in prima linea per spezzare la catena dello sfruttamento, condizione alimentata spesso anche dalle pratiche sleali commerciali e dalle distorsioni lungo la filiera, dalla distribuzione all’industria fino alle campagne, dove i prodotti agricoli pagati sottocosto spingono le aziende oneste a mollare, lasciando così la possibilità ad altri di inserirsi.

Il road show è finalizzato anche a creare le condizioni per un confronto sistematico tra i vari attori pubblici e privati presenti sul territorio e una riflessione sulle azioni sinergiche e l’interscambio dei dati.

 

 

ROVIGO, ROAD SHOW DELLA LEGALITÀ CON L’OSSERVATORIO AGROMAFIE

Sarà il prossimo 16 maggio l’appuntamento con il road show della legalità organizzato dalle due federazioni Coldiretti di Rovigo e Venezia. È il quinto incontro territoriale del progetto promosso da Coldiretti, Unioncamere Veneto e la Fondazione Osservatorio Agromafie e convocherà on line esperti, professionisti e dirigenti del settore. “Pesca, Ambiente, Legalità. Esperienze sul territorio per la tutela delle risorse e un futuro sostenibile”: questo il tema dell’appuntamento web durante il quale sarà fatta una panoramica sul settore pesca evidenziando temi come la concorrenza sleale e le frodi alimentari, le attività di controllo delle specifiche forze dell’ordine, ma anche le eccellenze del nostro territorio grazie a esperti del settore e rappresentanti istituzionali. Il road show è finalizzato anche a creare le condizioni per un confronto sistematico tra i vari attori pubblici e privati presenti sul territorio e una riflessione sulle azioni sinergiche e l’interscambio dei dati.

Abbiamo scelto di concentrarci sul settore pesca – riferisce Silvio Parizzi, direttore della Coldiretti rodigina – perché questa attività economica viene svolta nel territorio di riferimento della Camera di Commercio ed è ben espressa dai numerosi soci che la praticano. Questi due territori, Rovigo e Venezia, sono infatti accomunati dalla presenza di migliaia di operatori di acquacoltura nelle lagune e pesca di alto mare e di fiume. Per questo, Coldiretti Rovigo e Venezia hanno pensato di organizzare un webinar specificatamente concentrato su questo settore. Il focus dell’incontro sarà sia su esempi virtuosi, sui controlli e le frodi smascherate dalle attività di sorveglianza”. La platea sarà composta da studenti delle scuole di pesca locali, dell’università e ovviamente i pescatori, gli attori principali di questo importante settore, un grande contenitore di eccellenze alimentari, di tradizioni e mestieri storici.

Modera l’incontro Alessandro Faccioli, responsabile Impresa Pesca Rovigo, in apertura i saluti sono affidati a Massimo Zanon presidente della Camera di commercio di Venezia Rovigo seguito da Andrea Colla presidente di Coldiretti Venezia. Si entrerà nel clou dell’incontro con le relazioni di Marcello M. Fracanzani, consigliere Corte Cassazione e componente del comitato scientifico Fondazione Osservatorio Agromafie seguito da Michele Mistri, professore del dipartimento di Scienze chimiche, farmaceutiche e agrarie di Ferrara che dirige un corso sulla mitilicoltura e infine Clemente Di Nuzzo, Prefetto di Rovigo. Le attività di controllo saranno delineate: dal Tenente Vincenzo Laganà, comandante sezione unità navali della stazione navale della Guardia di Finanza di Venezia, dal Tenente Colonnello Alessandro De Vido, Comandante gruppo Carabinieri forestali ambientali e agroalimentari di Rovigo e dal Capitano di Corvetta Giuliano Gentilini, capo servizio operativo della Capitaneria di porto di Chioggia. Sarà il turno poi di Gian Carlo Caselli, presidente del comitato scientifico Fondazione Osservatorio Agromafie. Chiuderà l’incontro con le conclusioni Carlo Salvan presidente di Coldiretti Rovigo.

 

 

PARMA, TORNA LA CAMPAGNA “ABBIAMO RISO PER UNA COSA SERIA”

Torna la Campagna “Abbiamo riso per una cosa seria” a favore dell’agricoltura familiare in Italia e nei paesi poveri, promossa da FOCSIV – Volontari nel Mondo, insieme a Comivis (Comunità Missionaria di Villaregia per lo Sviluppo), Coldiretti e Campagna Amica, per portare nelle piazze italiane il tradizionale pacco di riso 100% italiano, prodotto dagli agricoltori di Coldiretti aderenti alla Filiera Agricola Italiana.

Il riso, alimento tra i più consumati al mondo, è il simbolo della Campagna, che,  a Parma, sarà ospitata nella mattina di Sabato 14 Maggio nel Mercato Campagna Amica di Barriera Repubblica (in Largo Calamandrei). Qui i cittadini potranno ricevere dai volontari Focsiv un pacco di riso da 1Kg cento per cento italiano a fronte di un’offerta minima di 6 euro e partecipare al cooking show per degustare un risotto tutto agricolo cucinato dal vivo dallo Chef Lilt Pier  Pellegri. 

Con le offerte raccolte si potrà, così, contribuire a proseguire i progetti già attivi a sostegno dei popoli africani in Costa d’Avorio, Burkina Faso e Mozambico per facilitare la frequenza scolastica dei bambini e l’iscrizione ai corsi di alfabetizzazione per le donne e i giovani;
sostenere l’imprenditoria femminile attraverso l’attivazione del microcredito per le attività commerciali; rafforzare l’agricoltura familiare e combattere la malnutrizione infantile.

La Campagna “Abbiamo riso per una cosa seria” raggiungerà anche altri comuni della Provincia sempre all’interno  dei Mercati di Campagna Amica e precisamente le mattine di : Lunedì 16 Maggio a Salsomaggiore Terme; Martedì 17 Maggio a Collecchio; Giovedì 19 maggio a San Polo di Torrile e venerdì 20 maggio a Fidenza.

Invitiamo tutti – comunica Coldiretti Parma – a sostenere questa iniziativa solidale in favore dell’agricoltura famigliare in Italia e nei paesi poveri per la tutela di chi lavora la terra, per il diritto al cibo e per la promozione del dialogo interculturale.