COMUNICATO STAMPA | Notizie dalle Federazioni

News La Forza del Territorio del 22 febbraio 2021

22 Febbraio 2021
News La Forza del Territorio del 22 febbraio 2021

Primo piano

 

LOMBARDIA

NUTRIE: COORDINAMENTO TRA AMBIENTE, WELFARE E AGRICOLTURA

Necessario in vista dell’approvazione del nuovo piano regionale di contenimento

Una gestione coordinata e di sistema, che coinvolga l’assessorato all’Ambiente in collaborazione con quelli del Welfare e dell’Agricoltura. Lo chiede la Coldiretti Lombardia in vista dell’approvazione del nuovo piano regionale di contenimento delle nutrie, che sono sempre più diffuse sul territorio regionale. 

“Ne abbiamo parlato con la neo assessora al Welfare e vice presidente di Regione Lombardia Letizia Moratti, che abbiamo recentemente incontrato – afferma Paolo Voltini, presidente di Coldiretti Lombardia – La sua proposta di istituire un tavolo tra i tre assessorati e i rappresentanti degli agricoltori ci trova pienamente d’accordo e per questo ci sentiamo di ringraziarla per la grande sensibilità dimostrata”.

I danni provocati dalle nutrie sono molteplici – spiega la Coldiretti Lombardia –. Oltre a distruggere le coltivazioni, scavano le loro tane lungo l’argine dei fossi creando dei veri e propri tunnel che minano la tenuta del terreno, con il rischio di incidenti per chi è al lavoro nelle campagne vicine. Si nutrono di una grande varietà di vegetazione, hanno un impatto negativo anche su altre specie animali e possono costituire un veicolo di trasmissione di malattie come la leptospirosi. La loro proliferazione incontrollata, inoltre – continua la Coldiretti regionale – spinge sempre più questi roditori anche nei pressi dei centri abitati. Si aggiungano poi i pericoli sulle strade: le nutrie invadono le carreggiate, provocando incidenti e mettendo in pericolo la sicurezza delle persone. Non è un caso quindi – sottolinea la Coldiretti Lombardia – che la nutria sia inserita tra le 100 specie aliene più dannose del mondo. “Non si tratta solo di una questione agricola – continua il presidente Voltini –. Siamo di fronte, invece, a un problema che riguarda anche la salute pubblica, la tutela ambientale e la tenuta idraulica. Per questo serve un’azione comune e condivisa, che tenga conto di tutti questi aspetti. Finora Regione Lombardia, attraverso la DG Salute, ha fatto sforzi importanti per arginare il problema e garantire in parte il contenimento di questi maxi topi. Adesso, con il rinnovo del piano di contenimento, è sempre più pressante l’esigenza di coordinare a livello centrale i singoli territori provinciali che allo stato attuale si stanno muovendo in autonomia”.

“Gli agricoltori sono impegnati in un continuo miglioramento del loro lavoro, per un’agricoltura sempre più sostenibile e attenta al benessere animale – conclude Voltini –. Tutto questo però è inutile se non riusciamo a proteggere la loro salute e le loro attività dalle incursioni fuori controllo dei selvatici, che sono un vero flagello: serve un piano di intervento incisivo, con nuove risorse da mettere in campo anche a livello nazionale, per tutelare la nostra agricoltura e il nostro agroalimentare, una filiera centrale per il Paese come ha dimostrato anche l’emergenza coronavirus”.

 

Dal Territorio

 

VENETO, COVID: CROLLO NEGOZI MA NASCONO 1200 MERCATI CONTADINI

Con un centinaio di mercati agricoli di cui sei al coperto e 500 punti vendita il Veneto entra a pieno titolo nella rete nazionale di Campagna Amica che conta più di mille farmer’s market distribuiti da nord a sud d’Italia. E’ quanto sostiene Coldiretti Veneto nel commentare la controtendenza del settore rispetto alle drammatiche chiusure di negozi nelle citta’ è boom per i mercati contadini. A più di quindici anni dall’approvazione della prima legge regionale cosiddetta del “Km zero” che ha dato l’impulso alla filiera corta il bilancio di Coldiretti Veneto valorizza la presenza di questa dimensione di vendita dal produttore al consumatore che mantiene vivo il tessuto economico e sociale nelle aree urbane. La crisi provocata dalla pandemia come evidenziato da Confcommercio – sottolinea la Coldiretti – sta portando alla chiusura di molte botteghe tradizionali che oltre ad effetti su redditi e lavoro determina un impatto negativo con la riduzione dei servizi di prossimità, ma anche un indebolimento del sistema relazionale, dell’intelaiatura sociale e spesso anche della stessa sicurezza sociale.

Un andamento contrastato solo – precisa la Coldiretti – dalle aperture dei nuovi mercati degli agricoltori di Campagna Amica che sempre più frequentemente trovano spazio nei centri delle città. Secondo l’indagine Coldiretti/Ixe’ gli acquisti nei mercati del contadino sono risultati in crescita del 26% nel 2020, trainati da una nuova sensibilità degli italiani verso i cibi salutari ma anche dalla volontà di recuperare un contatto diretto con chi coltiva i prodotti che si portano in tavola, nonostante le limitazioni imposte dalla pandemia. A spingere la spesa nei farmers market dall’agricoltore è soprattutto la possibilità di trovare prodotti stagionali, tipici e di qualità proposti direttamente dagli agricoltori.

“L’emergenza sanitaria ha sancito il valore del cibo: locale, sano ed espressione del territorio – spiega Coldiretti Veneto –  per questo la Regione del Veneto deve cogliere l’opportunità di avviare un’azione importante con interventi che portino, in particolare, le nuove generazioni a cogliere la qualità dell’agroalimentare regionale. Lo ha fatto da amministrazione pubblica pioniera approvando una norma che ora ha bisogno di una revisione. Per comprendere il valore identitario serve un forte sistema di tracciabilità all’origine dei prodotti utilizzati nelle mense pubbliche affiancandolo a severi controlli volti a verificare la corretta esecuzione degli appalti e monitoraggio dell’attività. Proprio per il senso etico e sociale che il cibo ha, è necessario, inoltre, attivare iniziative che favoriscano il recupero delle eccedenze alimentari anche, ma non solo, nella ristorazione collettiva, a favore della popolazione a rischio di esclusione e povertà.

La task force di Coldiretti Veneto ha consegnato dall’inizio della pandemia quasi 50mila chilogrammi di cibo alle famiglie in difficoltà attraverso iniziative come la “Spesa Sospesa” promossa nei mercati di Campagna Amica presenti nei capoluoghi e nelle piazze delle sette province e resa possibile grazie alla generosità dei cittadini. Un’azione capillare svolta in collaborazione con gli enti di beneficenza a cui si aggiungono i pacchi della solidarietà – pari a a 5milioni di chili di prodotti Made in Italy –  consegnati dagli agricoltori con il contributo determinante del management dei Consorzi Agrari D’Italia (Cai) e della Coldiretti che hanno deciso di rinunciare a propri compensi straordinari. Un sistema che ha permesso la distribuzione di prodotti Made in Italy 100% con pasta, riso, latte, carne, salumi, formaggi, succhi, frutta, riso e prodotti per l’infanzia.

 

LAZIO, PIANO PAESISTICO: INVIARE PTPR AL CONSIGLIO REGIONALE VELOCIZZA TEMPI

“E’ fondamentale mandare subito in aula il Piano Paesistico. Non possiamo più permetterci di aspettare. Riteniamo che la decisione della commissione Urbanistica di inviare il Ptpr direttamente all’esame del consiglio regionale, consenta di velocizzare i tempi”. Così il presidente di Coldiretti Lazio, David Granieri.

Dopo l’annullamento nei mesi scorsi da parte della Corte Costituzionale, su ricorso del MiBact, del Piano Territoriale Paesistico Regionale del Lazio, che era stato disposto con la sentenza del 17 novembre 2020, in quanto sarebbe stato approvato senza il coinvolgimento del Ministero, la Corte Costituzionale ha anche chiarito che spetta all’assemblea consiliare decidere sulla sua approvazione. In alternativa, così come sarebbe stato concordato con il Mibac, il consiglio regionale può decidere di respingere il Piano Paesistico, ma comunque non sarebbe possibile intervenire con ulteriori modifiche.

“Le nostre imprese hanno bisogno di avere delle risposte in tempi rapidi – aggiunge Granieri – soprattutto in un momento critico come quello che stiamo vivendo a causa della pandemia. E’ necessario quindi che il consiglio si esprima al più presto, non possiamo permetterci altri ritardi”.

Coldiretti Lazio pone l’attenzione a un tema sul quale si è sempre battuta anche in passato. Si tratta del rispetto degli adeguamenti della cartografia.

“Abbiamo sempre chiesto – conclude Granieri – e lo ribadiamo anche ora, di tenere conto nel Ptpr degli allineamenti cartografici”.

 

SICILIA, COVID: CROLLO NEGOZI MA NASCONO I MERCATI CONTADINI

La vendita diretta si conferma una delle scelte principali dei consumatori   che preferiscono i mercati Campagna Amica per conoscere chi produce lo afferma Coldiretti Sicilia che sottolinea come alla drammatica chiusura di negozi nelle città si contrappone il boom dei mercati che a 10 anni dall’istituzione trovano spazio trovano spazio nei centri abitati grandi e piccoli. Secondo l’indagine Coldiretti/ixe’ nel paese, gli acquisti nei mercati del contadino sono risultati in crescita del 26% nel 2020, trainati da una nuova sensibilità verso i cibi salutari ma anche dalla volontà di recuperare un contatto diretto con chi coltiva i prodotti che si portano in tavola, nonostante le limitazioni imposte dalla pandemia. a spingere la spesa nei farmers market dall’agricoltore è soprattutto la possibilità di trovare prodotti stagionali, a km zero e di qualità direttamente dagli agricoltori.

Da quando è iniziata la pandemia – sottolinea Coldiretti Sicilia – gli agricoltori non si sono mai fermati riorganizzando i propri servizi anche con la consegna a domicilio e le iniziative di solidarietà anche per le famiglie in sofferenza, per gli istituti religiosi e varie enti. In particolare, nel 2020, sono stati oltre 5 milioni i chili di prodotti tipici made in Italy, a chilometri zero e di altissima qualità distribuiti gratuitamente dagli agricoltori in tutt’Italia per garantire un pasto di qualità ai più bisognosi di fronte alla crescente emergenza provocata dalla pandemia covid. 

Un risultato reso possibile dal fatto che l’Italia è l’unico paese al mondo che può contare su una unica rete organizzata campagna amica che mette a disposizione delle famiglie mercati contadini a livello nazionale sia all’aperto che al chiuso con una varietà di prodotti che vanno dalla frutta alla verdura di stagione, dal pesce alla carne, dall’olio al vino, dal pane alla pizza, dai formaggi fino ai fiori. Nei mercati dei contadini di Campagna Amica – conclude Coldiretti Sicilia – è anche possibile anche trovare specialità del passato a rischio di estinzione che sono state salvate grazie all’importante azione di recupero degli agricoltori e che non trovano spazi nei normali canali di vendita dove prevalgono rigidi criteri dettati dalla necessità di standardizzazione e di grandi quantità offerte.

 

LIGURIA, CINGHIALI: NECESSARIE MISURE STRAORDINARIE PER CONTENERE I NUMERI

Una crescita esponenziale di esemplari che, a livello nazionale, ha portato a contare la presenza di oltre 2 milioni di cinghiali che, ormai, spadroneggiano in città e campagne, mettono a rischio la sicurezza delle persone, causano incidenti stradali, devastano i raccolti e sono pericolosi diffusori di epizoozie: la storica sentenza della Corte Costituzionale permetterà  di prendere parte alle operazioni di riduzione del numero degli animali selvatici anche agli agricoltori provvisti di tesserino di caccia, altri cacciatori abilitati, guardie venatorie e ambientali volontarie, guardie giurate, a patto che siano appositamente formati.

Nel pronunciarsi, la suprema Corte ha di fatto riconosciuto che l’aumento dei cinghiali e la riduzione del personale incaricato di controllarli, ha aumentato il rischio di danni alle coltivazioni agricole ma anche alla stessa sicurezza dei cittadini, visto l’aumento degli incidenti stradali causati dai selvatici. Da qui la decisione di procedere a un epocale cambio di direzione rispetto all’orientamento seguito negli ultimi quindici anni.

A livello nazionale oltre 6 italiani su 10 (62%) hanno ormai paura dei cinghiali e quasi la metà (48%) non prenderebbe addirittura casa in una zona infestata da questi animali: il numero di esemplari presenti  ha portato il cinghiale ad essere una delle specie più endemiche d’Italia, dal momento che è arrivato a raddoppiare la propria popolazione da nord a sud del Paese negli ultimi dieci anni, protagonisti di una escalation di incidenti, aggressioni, incursioni fino dentro le aree urbane, dove sono arrivati a invadere vie e giardini pubblici, alla caccia di cibo in mezzo ai rifiuti.

“Nelle nostre campagne, gli imprenditori sono ormai esasperati dai danni continui provocati dal passaggio degli ungulati – affermano il Presidente di Coldiretti Liguria Gianluca Boeri e il Delegato Confederale Bruno Rivarossa – mentre per le strade e nelle città non è un evento raro trovarsi faccia a faccia con uno o più esemplari, che scorrazzano indisturbati partendo proprio dal capoluogo regionale. In campagna, da ponente a levante, è un continuo susseguirsi di segnalazioni, partendo dalle colture che vengono completamente distrutte dal passaggio degli animali, mentre appezzamenti di terreno vengono scavati e solcati in modo irrimediabile, muretti a secco danneggiati e in alcuni casi rasi al suolo, boschi devastati, strade consortili e mulattiere rese impercorribili, pericolo di spiacevoli incontri nei giardini pubblici, sui sentieri dell’entroterra e sulle strade carrozzabili. Bene quindi la posizione della Corte Costituzionale, ma per la nostra realtà, dove la situazione è da tempo fuori controllo e la caccia attualmente chiusa, sono necessarie anche una serie di azioni a più ampio spettro, come maggiori controlli per fermare pratiche illecite, l’apertura del periodo di caccia fino al raggiungimento del numero di abbattimenti necessari, chiamando all’occorrenza anche squadre da fuori regione, nonché, per le aziende agricole, l’ estensione della possibilità di cacciare a chi possiede il porto d’armi anche se non corrisponde al titolare dell’impresa agricola. Non è possibile continuare a lavorare in queste condizioni e tra le proposte che come Coldiretti abbiamo più volte avanzato per cercare di contenere e risolvere il problema, ribadiamo l’importanza di portare avanti la sperimentazione per la sterilizzazione temporanea degli animali, rivedere il sistema di contenimento selettivo, incentivare l’uso delle gabbie di cattura, semplificare le norme vigente in materia di autodifesa del suolo, incentivare la pulizia e la coltivazione dei terreni incolti, veri e propri polmoni di accrescimento ecc… “

 

MARCHE, SOLIDARIETÀ: 22MILA CHILI DI CIBO GIÀ CONSEGNATI A FAMIGLIE BISOGNOSE

È terminata la fase 2 dell’Operazione Solidarietà varata da Coldiretti in tutte le province delle Marche che nei giorni scorsi ha continuato a incontrare famiglie in difficoltà economiche. Oltre ai pacchi della solidarietà sono proseguite le consegne dei pacchi di pasta 100% Made in Italy donati dalla Fondazione Campagna Amica, la cui distribuzione è iniziata nei giorni scorsi in collaborazione con Protezione Civile e associazioni benefiche. L’aggiornamento parla dell’arrivo a destinazione di

4536 chili di pasta nella provincia di Ancona tramite l’Associazione nazionale vigili del fuoco in congedo Ancona ODV, le Caritas diocesane di Ancona, Fabriano, Jesi, Monsano, Loreto, Senigallia, la comunità Nausicaa, l’associazione Il Salvagente di Ostra, il Comune di Offagna, i gruppi comunali di Protezione Civile di Fabriano, Filottrano e Monsano;

2934 chili di pasta nelle province di Ascoli e Fermo tramite le Caritas diocesane di Ascoli, San Benedetto, Fermo e l’associazione Misericordia dell’Unione Montana Tronto;

2058 chili di pasta nella provincia di Macerata tramite le Caritas diocesane di Macerata, Camerino e l’associazione Soccorritori volontari aiuti umanitari;

2892 chili di pasta nella provincia di Pesaro Urbino tramite le Caritas diocesane di Pesaro, Urbino, Fano, il Club Mattei e l’associazione DomoMia-Banco Alimentare.

Dunque sono stati quasi tutti consegnati i pacchi di pasta del carico da 18mila chili fornito lo scorso dicembre dalla Fondazione Campagna Amica e che si è unito ai circa 8000 chili di generi alimentari di prima qualità come pasta, salumi, legumi, parmigiano e pecorino, latte, succhi, frutta, passata, miele e tanti altre eccellenze agroalimentari Made in Italy tra pacchi solidali e Spesa Sospesa che sono stati distribuiti attraverso la capillare rete di Coldiretti fatta di 36 Uffici di zona, 246 sezioni periferiche e circa 400 punti vendita della rete Campagna Amica.

 

PIEMONTE, RISO: FERMARE AGEVOLAZIONI UE A MILITARI GOLPISTI

La Ue sospenda le agevolazioni tariffarie al riso golpista in arrivo dalla Birmania. E’ quanto chiede Coldiretti nel sottolineare che le importazioni dal paese asiatico fanno registrare in Italia un balzo del +80,5% di riso Japonica, sulla base dei dati Istat relativi ai primi dieci mesi del 2020. Dopo la condanna dell’Onu e la decisione di Facebook di chiudere l’account gestito dall’esercito birmano anche i Ministri degli Esteri dell’Unione Europea riuniti in Consiglio UE oggi, lunedì 22 febbraio, discutono della eventuale revisione del sistema preferenze generalizzate (SPG) che si concretizza in ingenti aumenti delle esportazioni del paese asiatico soprattutto nel campo del tessile e alimentare. “Alla luce del colpo di Stato è necessario – afferma Paolo Dellarole presidente di Coldiretti Vercelli e Biella con delega al settore risicolo – attivare al più presto la sospensione totale del regime agevolato EBA (tutto tranne le armi), concesso dall’Unione Europea.  Il paese asiatico infatti continua a godere delle esenzioni tariffarie sulle produzioni di riso della varietà Japonica che sono sospese, invece, per la varietà Indica per la decisione UE di applicare la cosiddetta clausola di salvaguardia”.

“Nell’ambito dei negoziati internazionali per gli accordi di libero scambio il riso, sia Japonica che Indica, – sostengono Roberto Moncalvo presidente di Coldiretti Piemonte e Bruno Rivarossa delegato confederale – deve essere considerato un prodotto “sensibile” dalla Commissione Ue, evitando concessioni all’import nelle situazioni di mancato rispetto del diritto internazionale. Non dimentichiamo che si tratta di un riso, quello del Myanmar, raccolto anche sui campi della minoranza Rohingya costretta a fuggire a causa della violenta repressione. Ribadiamo – continuano Moncalvo e Rivarossa – l’importanza della risicoltura per il nostro territorio: il Piemonte, infatti, è la prima regione in Europa per produzione con 8 milioni di quintali, circa 1900 aziende per un totale di 117 mila ettari. Occorre, dunque, salvaguardare un settore chiave per la sicurezza e la sovranità alimentare soprattutto in un momento in cui, con l’emergenza Covid -19, l’alimentare ha dimostrato tutta la sua strategicità”.

 

PUGLIA, XYLELLA: PIANO DI AZIONE REGIONALE CONTRO MALATTIA DILAGANTE

Bene il richiamo alla responsabilità dell’Assessore regionale all’Agricoltura affinché nessuno si senta escluso dalle pratiche di prevenzione fitosanitaria anti Xylella che gli agricoltori devono svolgere in campagna, ma devono essere realizzati anche in tutte le aree pubbliche e demaniali dai Comuni, dai Consorzi di Bonifica, dall’Anas e da ogni altro ente pubblico. E’ quanto afferma Coldiretti Puglia, alla luce dell’incontro convocato dall’Assessore Pentassuglia per arrestare la diffusione della malattia che ha già colpito il 40% della Puglia con un piano di azione stringente e finanziato con risorse del bilancio regionale, che Coldiretti ha chiesto di destinare anche alle imprese agricole, che dovrà essere concluso entro il 30 aprile 2021.

“Negli anni passati Coldiretti Puglia ha chiamato alle armi anche ANAS, Demanio, Sindaci e Assessori dei Comuni delle aree di contenimento e cuscinetto, perché nelle zone delimitate infetta, cuscinetto e di contenimento sono obbligatorie le pratiche di prevenzione fitosanitaria per la lotta all’insetto vettore, la sputacchina, mentre nella zona indenne sono fortemente raccomandate. La prevenzione non può essere obbligatoria e a carico dei soli agricoltori, rimasti soli dal 2014 a creare un fronte contro l’avanzata della Xylella”, afferma il presidente di Coldiretti Puglia, Savino Muraglia.

Coldiretti Puglia ha scritto nuovamente ai Sindaci dei 258 Comuni pugliesi perché il tempo stringe ed il batterio è trasmesso da insetti (emitteri) che si nutrono succhiando la linfa dei vasi xilematici. In Puglia sono stati accertati 3 insetti vettori Philaenus spumarius, Philaenus italosignus e Neophilaenus campestris. Il più efficace è il Philaenus spumarius (noto come “sputacchina media”). L’insetto si alimenta succhiando la linfa dalla vegetazione tenera della pianta (germogli, polloni), si infetta (acquisisce il batterio) esclusivamente nutrendosi da pianta infetta e trasmette il batterio alle altre piante con le punture di alimentazione (analogamente alle modalità di propagazione della malaria attraverso la zanzara anofele).

“Siamo a disposizione degli enti pubblici – continua il direttore regionale, Pietro Piccioni – attraverso la Legge di Orientamento per affidare le lavorazioni nelle aree pubbliche e demaniali alle imprese agricole che hanno mezzi e conoscenze del territorio tali da agire tempestivamente e efficacemente sul territorio”.

La sputacchina nasce sana e si infetta (acquisisce il batterio) esclusivamente nutrendosi da pianta infetta, rimane infetta per tutta la sua vita sino alla morte. La vastità del problema, la rilevanza economica della coltura per l’intero territorio regionale e l’obbligatorietà che impone la normativa fitosanitaria comunitaria e nazionale in caso di ritrovamento di patogeni da quarantena, impongono scelte e provvedimenti oltremodo urgenti, anche in considerazione – aggiunge Coldiretti Puglia – della diffusione della malattia che, dopo aver causato il disseccamento degli ulivi leccesi ha intaccato il patrimonio olivicolo di Brindisi e Taranto, arrivando in provincia di Bari, con effetti disastrosi sull’ambiente, sull’economia e sull’occupazione.

Il contagio della Xyella ha già provocato con 21 milioni di piante infette una strage di ulivi, lasciando un panorama spettrale e il danno del settore olivicolo è stato stimato per difetto in 1,6 miliardi di euro, quanto non esiste una cura per la malattia – insiste Coldiretti Puglia – ciò che è possibile fare è contenerla, attraverso le lavorazioni superficiali del terreno o trinciatura ed interramento della vegetazione spontanea, le pratiche obbligatorie di prevenzione fitosanitaria anti Xylella, a cui devono provvedere gli agricoltori nei propri fondi, ma anche gli enti pubblici, a partire dai Comuni che devono immediatamente programmare le attività di pulizia di fossi, canali e pratiche di prevenzione fitosanitaria nelle aree pubbliche e demaniali dove abbonda in maniera incontrollata la vegetazione spontanea su cui si nutre la sputacchina in fase giovanile.

 

RIETI, ALLAGAMENTI PIANA, ALLA REGIONE APERTURA DI UN TAVOLO ISTITUZIONALE

A seguito dell’incontro avuto con i vertici di Erg, la società che gestisce la diga del Turano, in merito agli allagamento della Piana Reatina, Coldiretti Rieti chiede alla Regione Lazio la convocazione urgente di un Tavolo istituzionale, che coordini le attività e dia prospettive al territorio.

La richiesta è stata inviata all’assessore regionale ai Lavori pubblici e Tutela del territorio, Mauro Alessandri.

“Nell’incontro che abbiamo chiesto ai vertici di Erg – spiega il presidente di Coldiretti Rieti, Alan Risolo – e che si è svolto nei giorni scorsi, abbiamo affrontato con la società le criticità dell’areale. Intendiamo intraprendere con loro un percorso di condivisone nell’ambito delle azioni portate avanti dalle istituzioni e riteniamo, dunque, che l’attivazione di un tavolo di confronto da parte della Regione Lazio, sia la soluzione migliore per lavorare insieme nell’interesse del territorio sotto un’unica cabina di regia. Per questo abbiamo subito inviato la richiesta della convocazione urgente di un Tavolo istituzionale all’assessore regionale alla Tutela del Territorio, Mauro Alessandri, e lo ringraziamo per l’attenzione che ha sempre riservato alla problematica”.

La situazione nella Piana Reatina a causa degli allagamenti resta drammatica e i danni sono ingenti sia per le aziende agricole che per i piccoli produttori. Secondo una stima realizzata da Coldiretti Rieti si tratta di un milione e mezzo di mancato reddito con oltre 600 ettari di terreno agricolo interessati dei quali 350 coltivati a cereali e 250 a erba medica.

“Quello che abbiamo avuto con Erg è stato un confronto costruttivo – conclude Risolo – abbiamo raccolto dalla società la disponibilità a revisionare i capitolati che disciplinano la gestione della diga e anche rassicurazioni sul percorso da costruire insieme, affinché quello che è accaduto non si verifichi più in futuro. Riteniamo che si siano aperte delle prospettive progettuali interessanti per tutelare e restituire dignità al territorio. Un percorso che passa attraverso un dibattito sulla sostenibilità ambientale e sulla sicurezza”.

 

BRESCIA, I CONSUMI AL TEMPO DELLA PANDEMIA

Anno particolarmente critico a causa della pandemia e dinamiche di riposizionamento degli equilibri all’interno della filiera agroalimentare. Questi gli elementi principali del videomessaggio del Presidente di Coldiretti Ettore Prandini, trasmesso lunedì 22 febbraio, in occasione del quarto appuntamento di webinar promossi da Coldiretti Brescia dal titolo: “Sempre in contatto”.

“Nel 2020, in piena crisi, abbiamo assistito ad un aumento dell’esportazione pari al 1, 4% per quantità, adesso è necessario concentrarsi sul valore che è quello che ci contraddistingue nel mondo.  E’ importate anche tornare a riscoprire forme di associazione nelle fasi di trasformazione e commercializzazione dei prodotti – precisa il presidente Prandini –  senza dimenticarci di promuovere contratti di filiera di lunga durata per mantenere la redditività all’interno delle imprese agricole”.

Modello di aggregazione, sistema di commercializzazione, formazione delle future figure dirigenziali, digitalizzazione delle pratiche agricole, tracciabilità del prodotto agroalimentare attraverso QR code e Block change, sviluppo di infrastrutture stradali, ferroviarie e marittime per il trasposto di prodotti e corretta organizzazione dell’impiego dei fondi in arrivo dall’Europa. Queste alcune delle sfide che vedono protagonista l’agricoltura del futuro. Insieme al Presidente Prandini è intervenuto il direttore Massimo Albano e Daniele Fornari professore universitario e Direttore centro ricerche REM Lab dell’università Cattolica di Piacenza che ha sviluppato un’analisi molto approfondita ed elaborata in tema di consumi al tempo del Covid-19.

“Si prospetta un futuro fatto di paradigmi sociali ed economici diversi, attraverso ricerche sui consumatori e sulle imprese a livello nazionale – precisa Daniele Fornari –  emerge soprattutto il cambiamento degli stili di vita degli italiani, all’indietro per quanto riguarda i consumi tradizionali, in avanti per lo sviluppo delle tecnologie digitali. Una tendenza che si riflette anche sugli acquisti di beni alimentari, con l’e-commerce che segna un +119% nel 2020. Cambiano anche le tipologie di prodotti acquistati, per via della permanenza a casa e dello stop del canale Ho.Re.Ca. Interessante, la crescita dei consumi di prodotti locali: è cresciuta la sensibilità dei cittadini in tema di made in Italy, etichette Dop e pratiche agricole green”.

 

ALESSANDRIA, SCORIE NUCLEARI: BENE LA PROROGA

“Bene la decisione di dare a Regioni, Comuni ed Enti Locali più tempo per produrre le osservazioni sulla mappa delle aree utilizzabili per il deposito delle scorie nucleari. Lo avevamo chiesto anche noi assieme ai Comuni interessati nel corso degli incontri informativi del Tavolo regionale per la trasparenza e partecipazione nucleare per tutelare la vocazione dei territori della nostra provincia nell’ottica di un’agricoltura sempre più green, variegata, che punta sempre più a progetti di filiera volti a valorizzare i prodotti locali, al biologico, alla difesa e tutela della biodiversità e sostenibilità”.

Commenta così il Presidente Coldiretti Alessandria Mauro Bianco l’approvazione da parte delle commissioni Affari costituzionali e Bilancio della Camera dell’emendamento che dà 180 giorni, anziché 60, per la consultazione avviata dopo la pubblicazione della carta Cnapi, la Carta Nazionale delle Aree Potenzialmente Idonee a ospitare il Deposito Nazionale e Parco Tecnologico.

Aver inserito nel Milleproroghe la nuova data fa così slittare il seminario nazionale, propedeutico all’adozione della nuova carta dopo 240 giorni, anziché dopo 120.

Ricordiamo che in provincia di Alessandria sono state individuate 6 delle 8 aree piemontesi: Oviglio, Alessandria-Castelletto Monferrato; Alessandria-Quargnento, Fubine-Quargnento, Bosco Marengo-Frugarolo, Castelnuovo Bormida-Sezzadio e Bosco Marengo-Novi, “un consumo di terreno fertile e vocato che non possiamo permetterci. Collaboreremo con gli enti locali per fornire dati e osservazioni puntuali al fine di arrivare ad una scelta finale il più razionale e condivisa possibile», ha aggiunto Bianco.

Servono garanzie di sicurezza accompagnate ad una forte attenzione al consumo di suolo evitando nuovi insediamenti con il riutilizzo e la bonifica di aree industriali dismesse: un allarme arrivato negli ultimi 25 anni, solo per la nostra provincia, a qualcosa come meno 26.450 ettari, ossia oltre il 28% della superficie agricola utilizzabile.

“L’allarme globale provocato dal coronavirus – ha concluso il Direttore Coldiretti Alessandria Roberto Rampazzo – ha fatto emergere una maggior consapevolezza sul valore strategico rappresentato dal cibo e dalle necessarie garanzie di qualità e sicurezza che vanno difese e valorizzate per difendere la sovranità alimentare e creare nuovi posti di lavoro. Tutto ciò va tenuto ben presente soprattutto pensando alla zona della provincia di Alessandria e agli spazi ritenuti decisamente validi per il deposito dei rifiuti radioattivi. Questo è un territorio già fortemente messo alla prova da alluvioni, rischio idrogeologico e inquinamento delle falde per questo chiediamo grande attenzione. Inquinare il suolo vuol dire inquinare il futuro: non dimentichiamo che i terreni influenzano il cibo che mangiamo, l’acqua che beviamo e l’aria che respiriamo”.

 

CUNEO, COLDIRETTI A FIANCO DEL POPOLO DELLA MONTAGNA

“Coldiretti è con il popolo della montagna perché è parte di questo popolo che merita rispetto e che per tanto tempo non ne ha avuto”.

È quanto ha dichiarato Roberto Moncalvo, Delegato Confederale di Coldiretti Cuneo, nel suo intervento a sostegno della manifestazione del “Popolo della montagna”, questa mattina a Cuneo in Corso Dante, dopo lo stop alla riapertura degli impianti sciistici che ha messo in ginocchio l’intera economia che ruota intorno al turismo invernale che ha un valore stimato prima dell’emergenza Covid di oltre 200 milioni di euro all’anno con 400 operatori e 4.000 addetti tra diretto, indotto e filiera. La sola provincia di Cuneo conta oltre 14 comprensori con 73 impianti di risalita per più di 350 km di piste. Alla manifestazione, oltre ai Sindaci di diversi Comuni cuneesi, ha preso parte anche il Presidente della Regione Piemonte Alberto Cirio.

“La montagna – prosegue Moncalvo – merita rispetto non in futuro, ma adesso, nelle prossime ore, con decisioni concrete sui ristori. Venerdì abbiamo avuto una prima decisione positiva da parte della Giunta regionale, ma evidentemente non basta perché non copre tutti i soggetti che hanno avuto più danni, a partire nostri agriturismi, ai cali di vendite delle nostre aziende agricole che conferivano i loro prodotti per la ristorazione, che sono parte integrante del popolo della montagna. Serve davvero un intervento strutturato, massiccio e immediato di ristori che permetta alla montagna di superare questi mesi complicati e di poter guardare al futuro con la possibilità di salvaguardare posti di lavoro e poterne creare di nuovi. Pretendiamo rispetto perché si può vivere la montagna in tranquillità e sicurezza grazie agli ampi spazi ed alle prescrizioni che tutti gli operatori sanno garantire in questa fase di emergenza sanitaria”.

E i problemi della montagna, secondo Coldiretti, non si legano solo alla pandemia: per troppi anni si è parlato di montagna nei convegni senza mai concretizzare le proposte in leggi o in opportunità d’aiuto per chi la montagna la vive tutti i giorni, come i nostri agricoltori e allevatori che sono sempre più in difficoltà a causa di una presenza ormai insostenibile del lupo e della fauna selvatica.

“Serve più rispetto anche per chi è stato travolto dall’ultima alluvione e più certezza sulla riapertura del Tenda che va ricostruito e messo in funzione” aggiunge il Direttore di Coldiretti Cuneo Fabiano Porcu, secondo il quale “in una prima fase vanno trovate soluzioni alternative che siano quanto più possibile percorribili perché, quando la fase più acuta della pandemia verrà meno, sarà importante che tutte le strade e i collegamenti dell’intero Cuneese siano funzionanti”.

Per maggiori informazioni visitare il sito web https://cuneo.coldiretti.it

 

NORD SARDEGNA, ALLEVATORI IN FIBRILLAZIONE PER IL NUOVO FARDELLO DEI TEST TBC

I bovini allevati nelle ex provincie della Gallura e dell’Ogliastra, nonostante continuino ad essere ufficialmente indenni da tubercolosi, per essere movimentati dovranno essere sottoposti al test antitubercolina e all’identificazione elettronica.

Lo annuncia Coldiretti Nord Sardegna che sottolinea come la nuova disposizione ha messo in fibrillazione gli allevatori che, nell’anno del Covid, potrebbero trovare messi in discussione gli accordi commerciali di vendita dei bovini in quanto chiamati immediatamente ad effettuare i test 72 ore prima della movimentazione. Per gli allevatori ogliastrini, tra l’altro, va a sommarsi anche all’esame Pcr per la blutongue.

Gallura e Ogliastra non essendo più province autonome (requisito minimo per dare la qualifica di indennità o meno), in seguito alla legge regionale 2 del 2016 sul riordino del sistema delle Autonomie locali, sono chiamate a rispettare le norme degli enti di cui ora fanno parte, rispettivamente le province di Sassari e Nuoro che invece non sono indenni da Tubercolosi.

“Sebbene i due territori corrispondenti alle ex provincie di Olbia Tempio e dell’Ogliastra – si legge in una nota esplicativa della nuova norma -, soddisfino i requisiti sanitari per il mantenimento della qualifica di indennità, non costituiscono regione amministrativa ma porzioni delle provincie di Sassari e Nuoro, non ufficialmente indenni da Tubercolosi bovina” e dunque non si rispetta l’articolo 1 comma 1 lettera e) del Decreto legislativo 196/1999.

Questo si traduce nell’obbligo immediato, per gli allevamenti ricadenti nei due territori, di effettuare nei bovini il test antitubercolina, 72 ore prima della loro movimentazione. Inoltre devono effettuare, entro sei mesi, l’identificazione elettronica degli animali, attraverso il bolo.

“Come abbiamo scritto al Servizio sanità pubblica veterinaria e sicurezza alimentare – evidenzia il direttore di Coldiretti Nord Sardegna Ermanno Mazzetti – nell’apprezzare il congruo lasso di tempo (sei mesi) concesso  per ottemperare alla identificazione elettronica degli animali riteniamo, tuttavia, che l’immediata applicazione delle norme relativa alla movimentazione genera, come testimoniano le numerose segnalazioni che ci stanno pervenendo dagli allevatori, disagi enormi che rischiano di mettere in discussione i contratti di vendite già pattuite in quanto non riescono a rispettare gli obblighi già stabiliti”.

“Gli allevatori, già in sofferenza per l’instabilità dovuta dal Covid, – ricorda il presidente di Coldrietti Nord Sardegna Battista Cualbu – stentano a comprendere questa nuovo gravame che rallenta ulteriormente un mercato statico. Tra l’altro, considerato che è prossima alla discussione la nuova legge sulle Autonomie locali, in cui è previsto un nuovo ridisegno dei confini provinciali, e non si esclude il ritorno alle provincie di Olbia Tempio e Ogliastra, chiediamo di valutare la concessione di un periodo transitorio prima della applicazione delle norme sulla movimentazione dei bovini”.

 

FERRARA, DEFINITO IMPORTO PREMIO AD ETTARO PER LE BIETOLE DA ZUCCHERO 2020

Coldiretti informa che l’organismo pagatore nazionale (AGEA) ha definito nei giorni scorsi l’importo del cosiddetto “premio accoppiato” spettante ai produttori di bietole da zucchero, relativamente alle superfici investite nel 2020.

Accertati gli ettari della scorsa annata, AGEA ha disposto pertanto l’avvio delle procedure di pagamento per liquidare l’importo di euro 804,69 per ogni ettaro di bietola da zucchero dichiarata nel piano colturale ed effettivamente coltivato lo scorso anno.

“È un risultato interessante – evidenzia il direttore di Coldiretti Ferrara, Alessandro Visotti – che deve far riflettere, soprattutto in aree come il nostro territorio che ha tradizioni bieticole forti e tutte le condizioni per produrre ancora questa coltura, non ultimo come bacino nelle vicinanze dell’ultimo attore dello zucchero 100% italiano, la cooperativa COPROB, con il marchio Italia Zuccheri, unica realtà produttrice e che ha sede a Minerbio, tra Ferrara e Bologna. Nell’ottica di una filiera strategica per il made in Italy è bene che i produttori pensino alla opportunità della bietola, sapendo che è ancora possibile incrementare le superficie impegnate con contratti di coltivazione e che il sostegno accoppiato è di una entità decisamente cospicua per la redditività della coltura”.

Gli uffici di Coldiretti sono disposizione per chiarimenti.

 

VITERBO, VIA LIBERA ALL’ABBATTIMENTO DEI CINGHIALI 

“Accogliamo con grande soddisfazione il via libera all’abbattimento dei cinghiali, che con l’emergenza Covid si sono moltiplicati e sono cresciuti inevitabilmente anche i danni registrati dagli agricoltori, ormai ingenti. Una situazione che mette in pericolo anche la sicurezza stradale a causa dei numerosi incidenti che si sono verificati, alcuni purtroppo anche mortali”.

Così il presidente di Coldiretti Viterbo, Mauro Pacifici, commenta la sentenza della Corte Costituzionale, che consente di prendere parte alle operazioni di riduzione del numero degli animali selvatici. Una possibilità ora estesa anche agli agricoltori provvisti di tesserino di caccia, ad altri cacciatori abilitati, alle guardie giurate, alle guardie venatorie e ambientali volontarie, a patto che siano appositamente formati.

“Siamo davanti ad un cambio epocale di direzione rispetto all’orientamento seguito negli ultimi quindici anni – aggiunge Pacifici – che aveva portato a bocciare i provvedimenti assunti dalle varie Regioni, le quali avevano tentato di aprire alla possibilità di ampliare l’elenco tassativo dei soggetti incaricati della caccia di selezione previsto dalla legge quadro. Come Coldiretti Viterbo ci siamo più volte mobilitati sulla questione, chiedendo l’istituzione di un tavolo di confronto per dare risposte rapide in merito ai danni subiti dai nostri agricoltori e tentare di raggiungere una soluzione. E più volte abbiamo chiesto alla Regione di sbloccare gli indennizzi”.

La Suprema Corte, nel pronunciarsi sul ricorso al Tar della Toscana, presentato da alcune associazioni ambientaliste, ha riconosciuto che l’aumento dei cinghiali e la riduzione del personale incaricato di controllarli, ha aumentato il rischio di danni alle coltivazioni agricole, ma anche alla stessa sicurezza dei cittadini, visto l’aumento degli incidenti stradali causati dagli animali selvatici.

“La proliferazione senza freni dei cinghiali – continua Pacifici – sta compromettendo l’equilibrio ambientale di vasti ecosistemi territoriali anche in aree di elevato pregio naturalistico. Abbiamo attivato lo scorso anno un modulo attraverso le Atc territoriali, per ricevere in tempi rapidi e senza le lungaggini burocratiche, segnalazioni degli agricoltori che hanno subito dei danni. L’aspetto preoccupante è che molti di loro, sono talmente scoraggiati dalla mancanza di semplificazione, che neanche denunciano. Questo rischia di non far avere alle istituzione contezza reale della gravità del fenomeno”.

Stando ad un’indagine realizzata da Coldiretti/Ixè, oltre 6 italiani su 10, pari al 62%, hanno paura dei cinghiali e quasi la metà, dunque il 48%, non prenderebbe addirittura casa in una zona infestata da questi animali. Una situazione arrivata al limite tanto che più di 8 italiani su 10, cioè l’81%, sempre secondo l’indagine, pensano che l’emergenza cinghiali vada affrontata con il ricorso agli abbattimenti incaricando personale specializzato per ridurne il numero.

 

PUGLIA, COVID: VIA LIBERA ABBATTIMENTO CINGHIALI; SONO OLTRE 250MILA IN REGIONE

Arriva finalmente il via libera all’abbattimento dei cinghiali che con l’emergenza Covid si sono moltiplicati in Puglia raggiungendo i 250mila esemplari che spadroneggiano in città e campagne, mettono a rischio la sicurezza delle persone, causano incidenti stradali con morti e feriti, devastano i raccolti e sono pericolosi diffusori di malattie come la peste suina. E’ quanto afferma Coldiretti Puglia, in seguito alla storica sentenza della Corte Costituzionale che permette di prendere parte alle operazioni di riduzione del numero degli animali selvatici anche agli agricoltori provvisti di tesserino di caccia, ai cacciatori abilitati, guardie venatorie e ambientali volontarie, guardie giurate, a patto che siano appositamente formati.

“L’escalation dei danni, delle aggressioni e degli incidenti che causano purtroppo anche vittime è il risultato della incontrollata proliferazione dei cinghiali In Puglia con circa 300 l’anno gli incidenti stradali causati dagli animali selvatici, soprattutto cinghiali, uno scenario aggravato dal lungo lockdown che ha svuotato le strade rurali e di città, consentendo una più libera circolazione dei selvatici. Bisogna intervenire subito e con determinazione contro l’invasione dei cinghiali con avvistamenti continui nelle aree del Parco dell’Alta Murgia, del Gargano, nella Murgia Barese e Tarantina, nel Subappennino Dauno, nei pressi della Foresta di Mercadante, fino ad arrivare ai centri urbani”, afferma Savino Muraglia, presidente di Coldiretti Puglia. Nel pronunciarsi sul ricorso al Tar della Toscana di alcune associazioni ambientaliste, la suprema corte ha riconosciuto – spiega Coldiretti – che l’aumento dei cinghiali e la riduzione del personale incaricato di controllarli ha aumentato il rischio di danni alle coltivazioni agricole ma anche alla stessa sicurezza dei cittadini, visto l’aumento degli incidenti stradali causati dai selvatici. Da qui la decisione di procedere a un epocale cambio di direzione rispetto all’orientamento seguito negli ultimi quindici anni che aveva portato a bocciare i provvedimenti assunti dalle varie Regioni che avevano aperto alla possibilità di ampliare l’elenco tassativo dei soggetti incaricati della caccia di selezione previsto dalla legge quadro. I cinghiali i distruggono i raccolti agricoli, causano incidenti stradali ma a preoccupare – ricorda la Coldiretti regionale – sono anche i rischi per la salute provocati dalla diffusione di malattie come la peste suina. Particolarmente grave e ingestibile la situazione nelle aree rurali della Murgia barese e in Capitanata, soprattutto nell’area del Gargano dove l’habitat risulta particolarmente favorevole.

“Si tratta di una situazione insostenibile che sta provocando l’abbandono delle aree interne da parte della popolazione, con problemi sociali, economici e ambientali. Gli imprenditori agricoli ma anche gli automobilisti, gli autotrasportatori e gli avventori occasionali, stanno segnalando con sempre maggiore frequenza – denuncia Pietro Piccioni, delegato confederale di Coldiretti Foggia – i danni provocati da cinghiali che vivono e si riproducono principalmente nelle aree naturali protette ma che, inevitabilmente, sconfinano nelle aziende agricole, sulle strade limitrofe ed in prossimità dei centri abitati. In provincia di Foggia nel giro di dieci anni sono raddoppiati, mettendo a rischio non solo le produzioni agroalimentari e l’assetto idrogeologico del territorio, ma anche la vita di agricoltori e automobilisti”.

La proliferazione senza freni dei cinghiali – aggiunge la Coldiretti regionale – sta compromettendo l’equilibrio ambientale di vasti ecosistemi territoriali anche in aree di elevato pregio naturalistico. I cinghiali raggiungono i 180 centimetri di lunghezza, possono sfiorare i due quintali di peso e hanno zanne che in alcuni casi arrivano fino a 30 centimetri risultando assimilate a vere e proprie armi dalle conseguenze mortali per uomini e animali oltre a diventare strumenti di devastazione su campi coltivati e raccolti.

Oltre 6 italiani su 10 (62%) – secondo l’indagine Coldiretti/Ixè – hanno paura dei cinghiali e quasi la metà (48%) non prenderebbe addirittura casa in una zona infestata da questi animali. Una situazione arrivata al limite tanto che più di 8 italiani su 10 (81%) – secondo l’indagine Coldiretti/Ixè – pensano che l’emergenza cinghiali vada affrontata con il ricorso agli abbattimenti incaricando personale specializzato per ridurne il numero.

 

VENETO, COVID: STOP SPOSTAMENTI SALVA LA PASQUA

L’allungamento dello stop agli spostamenti tra regioni di un mese salva per il momento la Pasqua. E’ quanto sostiene Coldiretti in riferimento alla decisione del Consiglio dei Ministri di prorogare il divieto allo spostamento tra regioni fino all’ultimo weekend prima delle festività pasquali. Una decisione pesante per la mobilita’ ma che tuttavia, se le condizioni dei contagi lo consentiranno, lascia liberi gli italiani nel primo fine settimana primaverile di Aprile che rappresenta anche l’occasione – sottolinea la Coldiretti – per le consuete gite fuori porta. Un appuntamento importante che segna tradizionalmente l’inizio della stagione per oltre mille agriturismi che sono stati duramente colpiti dall’emergenza covid con perdite che hanno raggiunto anche 40 milioni di euro al mese.

“Le nostre aziende sono situate in aperta campagna nella massima sicurezza, rispettano tutte le prescrizioni sanitarie e come ulteriore impegno a garanzia abbiamo anche creato un vademecum interno per rafforzare le misure anti contagio – spiega il presidente di Terranostra Diego Scaramuzza nel sottolineare che “l’agriturismo è casa nostra e la sicurezza è quella che vogliamo per le nostre famiglie. Chi viene da noi si deve sentire sicuro come a casa propria”. Ma per scegliere l’agriturismo giusto il consiglio – conclude la Coldiretti – è quello di preferire aziende accreditate da associazioni e di rivolgersi su internet a siti come www.terranostra.it o www.campagnamica.it senza dimenticare il passaparola tra parenti e amici che, per le vacanze in campagna, è sempre molto affidabile.

 

LIGURIA, COVID: LO STOP SPOSTAMENTI TRA REGIONI RISPARMIA, PER ORA, LA PASQUA

L’allungamento dello stop agli spostamenti tra regioni di un mese salva, per il momento, la Pasqua di quasi 4 milioni di italiani in viaggio durante la ricorrenza per raggiungere parenti, amici o per fare una vacanza, prima dell’emergenza Covid. E’ quanto emerge da un’analisi Coldiretti/Ixe’ in riferimento alla decisione del Consiglio dei Ministri di prorogare il divieto allo spostamento tra regioni fino all’ultimo weekend prima di Pasqua. Una decisione pesante per la mobilità, che, tuttavia, se le condizioni dei contagi lo consentiranno, lascerà liberi gli italiani nel primo lungo weekend primaverile di festa, che rappresenta anche l’occasione per le consuete gite fuori porta di Pasqua e Pasquetta.

“Un appuntamento importante quello di Pasqua: dobbiamo fare tutto il possibile per non doverci rinunciare, dal momento che segna tradizionalmente l’inizio della stagione per buona parte dei circa 600 agriturismi liguri, strutture duramente colpite dall’emergenza Covid19 e dalle conseguenti restrizioni che hanno portato, per il 2020, ad una perdita in percentuale di fatturato stimata del 70%, con punte, per alcune aziende, del 90%. – afferma Marcello Grenna, il Presidente di Terranostra-Campagna Amica Liguria –  L’agriturismo è casa nostra e la sicurezza è quella che vogliamo e diamo alle nostre famiglie. Chi viene da noi si deve sentire sicuro e in questo possono anche aiutare gli ampi spazi all’aperto di cui disponiamo, il numero ridotto di posti a tavola e a letto, che permettono di assicurare sempre il distanziamento sociale ed evitare assembramenti.”

“Le nostre aziende – affermano il Presidente di Coldiretti Liguria Gianluca Boeri e il Delegato Confederale Bruno Rivarossa – sono situate in aperta campagna nella massima sicurezza, dove rispettano tutte le prescrizioni sanitarie e dove il contatto con la natura può rigenerare la condizione fisica ed emotiva dopo tanti mesi di stress e chiusura. Secondo i dati SNPA 2020 (stazioni di monitoraggio), inoltre, risulta che la qualità dell’aria della nostra regione è, assieme al Trentino, la migliore tra quelle del Nord Italia, dal momento che in ben 21 punti su 29 di campionamento delle “polveri fini”, è rispettato il valore di rifermento OMS, mentre non è mai stato superato il valore limite giornaliero (limite di legge). Quindi è importante ripartire dal nostro territorio e rimettere in moto, sempre in totale sicurezza, il turismo nella nostra regione evitando ulteriori chiusure. A rischio c’è un sistema di servizi, ospitalità in campagna e agri ristorazione che può contare a livello ligure di circa 9 mila posti a tavola e quasi 10 mila posti letto. Per scegliere l’agriturismo giusto il consiglio è quello di preferire aziende accreditate da associazioni e di rivolgersi su internet a siti come www.terranostra.it o www.campagnamica.it senza dimenticare il passaparola tra parenti e amici che, per le vacanze in campagna, è sempre molto affidabile”.

 

VENETO, MILLEPROROGHE: PROROGATI INCENTIVI A BIOGAS, 200 MINI IMPIANTI ATTIVI

La proroga degli incentivi agli impianti di biogas agricolo è un grande risultato ottenuto da Coldiretti e si inserisce appieno nella svolta green indicata dal nuovo Governo Draghi per la produzione di energia pulita nelle campagne italiane. E’ quanto ha affermato il presidente Ettore Pandini nel ringraziare per la sensibilità dimostrata il Ministro delle Politiche Agricole Stefano Patuanelli e quello dello Sviluppo Economico Giancarlo Giorgetti in riferimento all’approvazione degli emendamenti al decreto Milleproroghe che salvaguardano la continuità funzionale degli impianti di biogas già autorizzati e prorogano di un anno la validità dei patentini fitosanitari. Si tratta di un intervento atteso dalle imprese agricole venete impegnate nel processo di innovazione – spiega Daniele Salvagno presidente regionale di Coldiretti –

La produzione di energia elettrica da impianti di biogas è in Veneto una realtà ormai consolidata. Sono oltre 200 le strutture presenti su territorio segno evidente di un’economia circolare con cui l’agricoltore valorizza gli scarti”.

In particolare viene previsto – spiega Coldiretti – il diritto di continuare ad usufruire di un incentivo sull’energia elettrica per l’anno 2021 per gli impianti di produzione di energia elettrica alimentati a biogas, con potenza elettrica non superiore a 300 kW, inseriti in un circuito di economia circolare con l’esaltazione dei sottoprodotti agricoli. Una norma che contribuisce – aggiunge Coldiretti – al raggiungimento degli obiettivi europei in materia di economia circolare. Attraverso la filiera energetica sono valorizzati scarti ed effluenti di allevamento con una evoluzione tecnologica che rappresenta una parte significativa degli sforzi per modernizzare in senso sostenibile l’economia italiana. Sfruttando gli scarti agricoli delle coltivazioni e degli allevamenti – dice Coldiretti – i mini impianti per il biometano possono contribuire al raggiungimento dell’obiettivo europeo del contenimento delle emissioni. Modelli virtuosi – precisa Salvagno – che esaltano la funzione del produttore agricolo con quella di produttore di energia, nella logica della multifunzionalità, permettendo alla stessa azienda di essere ancor più competitiva e qualitativa. L’agricoltura rappresenta in questo senso la giusta dimensione per uno sviluppo ecosostenibile rispettoso dell’ambiente e del paesaggio    – ricorda Salvagno – ma occorre tenere alta la guardia affinché la campagna non diventi terra di conquista per progetti spropositati, come si rileva nel caso del rinnovato interesse per il fotovoltaico a terra. Va in questa direzione il progetto di legge presentato alla Regione del Veneto dove si fissano i paletti per disciplinare in modo restrittivo le installazioni su suolo di pannelli solari escludendo in ogni caso tutte le aree agricole e limitando la realizzazione a piccoli parchi in terreni residuali o zone già compromesse.

 

ALESSANDRIA, CON “FINTA PRIMAVERA” TORNA ALLERTA SMOG

A favorire lo smog nelle città è l’azione combinata dei cambiamenti climatici, del traffico e della ridotta disponibilità di spazi verdi che concorrono a combattere le polveri sottili e gli inquinanti gassosi.

Ad Alessandria, da oggi nuovo allarme smog per via del superamento per quattro giorni di fila del valore di 50 ?g/m3 di Pm 10 sulla base del “Protocollo operativo per l’attuazione delle misure urgenti antismog”: è stato attivato il livello 1 di allerta, quello ‘Arancio’.

Per cui, da domani a giovedì 25 febbraio, stop delle auto private di classe emissiva fino a Euro 5 diesel dalle 8.30 alle 18.30; stop dei veicoli commerciali diesel fino a Euro 4 dalle 8.30 alle 18.30; divieto di sosta con il motore acceso; divieto di utilizzo dei generatori a biomassa legnosa con classe di prestazioni energetiche ed emissive almeno per la classe tre stelle; divieto assoluto di combustioni all’aperto; introduzione del limite di 19 gradi (con tolleranza di 2) per le medie nelle abitazioni e spazi ed esercizi commerciali; divieto di spandimento di liquami zootecnici.

E l’aumento improvviso delle temperature risveglia la natura con piante e prati fioriti fuori stagione che confermano i cambiamenti climatici in atto con il moltiplicarsi di eventi estremi, dal gelo al caldo improvviso. E’ quanto emerge da un monitoraggio di Coldiretti Alessandria sugli effetti dell’anticipo di primavera con temperature molto più alte della norma per l’arrivo dell’anticiclone di matrice sub-tropicale per tutta la prossima settimana.

“Le piante da frutto – sottolinea il Presidente Coldiretti Alessandria Mauro Bianco – hanno iniziato a fiorire in molte aree della provincia e, in generale, tutte le coltivazioni sono in tilt e si stanno predisponendo alla ripresa vegetativa. L’andamento climatico può avere, infatti, l’effetto di ingannare le coltivazioni favorendo un risveglio anticipato che le rende poi particolarmente vulnerabili all’eventuale prossimo arrivo del gelo con danni incalcolabili, a partire dagli alberi da frutto. Se prima della fine dell’inverno ci sarà un brusco abbassamento della colonnina di mercurio al sotto dello zero sarà inevitabile una moria di gemme con i raccolti compromessi”.

“Di fronte all’evidente cambiamento del clima in atto – sostiene il Direttore Coldiretti Alessandria Roberto Rampazzo – non si può continuare a rincorrere le emergenze, ma bisogna intervenire in modo strutturale favorendo nelle città la diffusione del verde pubblico e privato. A provocare lo smog nelle città è l’effetto combinato dei cambiamenti climatici, del traffico e della ridotta disponibilità di spazi verdi con la situazione che peggiora nelle grandi città. Ancora troppo poco considerata la capacità di una pianta adulta di catturare dall’aria dai 100 ai 250 grammi di polveri sottili e di come un ettaro di piante riesca ad eliminare circa 20 chili di polveri e smog in un anno”.

Positiva la proroga nella Legge di Bilancio 2021 del “Bonus Verde” che prevede  l’agevolazione fiscale per la sistemazione a verde di aree scoperte di immobili privati ad uso abitativo, introdotta dalla legge di bilancio per il 2018, consistente in una detrazione ai fini delle imposte sui redditi delle persone fisiche pari al 36% delle spese documentate, sostenute ed effettivamente rimaste a carico dei contribuenti che possiedono o detengono, sulla base di un titolo idoneo, l’immobile sul quale sono effettuati gli interventi relativi a: “sistemazione a verde” di aree scoperte private di edifici esistenti, unità immobiliari, pertinenze o recinzioni, impianti di irrigazione e realizzazione di pozzi; realizzazione di coperture a verde e di giardini pensili.

 

RIMINI, AGRICOLTURA CREA LAVORO ANCHE IN PERIODO CRISI: +6,5% AZIENDE GIOVANI

L’agricoltura italiana si classifica, nel 2020, al primo posto in Europa per valore aggiunto con 31,3 miliardi di euro davanti a Francia (30,2 miliardi di euro) e Spagna (29,3 miliardi di euro), anche se pesano gli effetti dell’emergenza Covid, con un calo del valore aggiunto lordo ai prezzi base del 6,1% in volume, e le unità di lavoro che sono diminuite del 2,4%. E’ quanto emerge dall’analisi della Coldiretti sulla base dei dati Istat relativi al 2020.

“I risultati economici del 2020 – affermano il presidente di Coldiretti Rimini Guido Cardelli Masini Palazzi e il direttore Anacleto Malara – confermano che l’allarme globale provocato dal Coronavirus ha fatto emergere una maggior consapevolezza sul valore strategico rappresentato dal cibo e dall’agroalimentare nazionale, ma anche le fragilità presenti, sulle quali occorre intervenire per difendere la sovranità alimentare, ridurre la dipendenza dall’estero per l’approvvigionamento in un momento di grandi tensioni internazionali e per creare nuovi posti di lavoro. Ha pesato, ad esempio – precisano Cardelli Masini Palazzi e Malara – la chiusura, a più riprese, di bar, ristoranti, alberghi, agriturismi che ha colpito a macchia d’olio, causando contrazioni nelle vendite di vino, birra, ma anche carne, pesce, ortofrutta, salumi, olio e formaggi di qualità. A questo si sommano le perdite in termini di presenze subite dalle attività agrituristiche, travolte dal blocco del turismo, soprattutto straniero, e dalle chiusure forzate a singhiozzo. Perdite importanti ancora hanno coinvolto il comparto del florovivaismo con ritardi e blocchi nei commerci, oltre allo stop a cerimonie, matrimoni ed eventi”.

L’intero Paese, così come il territorio riminese, stanno vivendo dunque un momento davvero complesso e a livello locale sono gli stessi dati diffusi al 31/12 del 2020 dalla Camera di Commercio della Romagna a ben esplicitare le difficoltà della nostra economia: “In provincia di Rimini – afferma il vice direttore di Coldiretti Rimini Giorgio Ricci – si contano 2.442 imprese giovanili attive con un decremento del 3,7% rispetto al 2019, ma al contempo è vero che la pandemia Covid-19 e il lockdown in particolare hanno messo in evidenza l’importanza strategica di un settore spesso trascurato come quello dell’agricoltura, infatti, sempre dai dati camerali, risulta che nel 2020 le imprese agricole under 35 sono in aumento del 5,6% rispetto al 2019.

Il ritorno all’agricoltura per qualcuno è una scelta di vita – commenta Ricci – per altri, magari vittime della crisi occupazionale che sta colpendo altri settori economici, anche una nuova opportunità per rientrare nel mondo del lavoro dato che l’agroalimentare è un comparto dove in questo momento è possibile fare impresa con successo. Per il futuro del Paese – conclude – è dunque vitale tutelare il settore agricolo, traino per l’intera economia, sia attraverso la valorizzazione del vero Made in Italy, che mediante la digitalizzazione delle aree rurali, il recupero dei terreni abbandonati e la realizzazione di invasi per  garantire adeguate risorse irrigue”.

 

MANTOVA, CIMICE ASIATICA: A 121 IMPRESE AGRICOLE IN ARRIVO 2,5 MILIONI DI EURO

Sono 121 le aziende agricole mantovane colpite dalla cimice asiatica e che sono state ammesse alla liquidazione dei danni da parte di Regione Lombardia. Di queste, 69 sono le imprese iscritte a Coldiretti Mantova, informa il sindacato guidato da Paolo Carra.

L’importo che sarà liquidato in tre tranche è pari a 2.564.858 euro, a fronte di danni accertati per 4.274.764 euro. Particolarmente colpite dalla cimice asiatica, comparsa per la prima volta in Italia nel 2021 e diffusa in molte zone della Pianura Padana, le aziende a indirizzo frutticolo per la produzione di pero, melo e actinidia, ma anche colture come mais e soia, i pioppi e il vivaismo.

Coldiretti Mantova informa che Regione Lombardia sta ultimando gli elenchi di liquidazione e che, parallelamente, provvederà a emettere il decreto di accantonamento delle risorse in bilancio.

 

VENEZIA, COVID: CROLLO NEGOZI MA NASCONO 1200 MERCATI CONTADINI

Nel veneziano sono venti i mercati agricoli settimanali, tre mercati stagionali, uno al coperto e un centinaio di punti vendita che entrano a pieno titolo nella rete nazionale di Campagna Amica che conta più di mille farmer’s market distribuiti da nord a sud d’Italia. E’ quanto sostiene Coldiretti Venezia nel commentare la controtendenza del settore rispetto alle drammatiche chiusure di negozi nelle citta’ è boom per i mercati contadini. A più di quindici anni dall’approvazione della prima legge regionale cosiddetta del “Km zero” che ha dato l’impulso alla filiera corta il bilancio di Coldiretti valorizza la presenza di questa dimensione di vendita dal produttore al consumatore che mantiene vivo il tessuto economico e sociale nelle aree urbane. La crisi provocata dalla pandemia come evidenziato da Confcommercio – sottolinea la Coldiretti – sta portando alla chiusura di molte botteghe tradizionali che oltre ad effetti su redditi e lavoro determina un impatto negativo con la riduzione dei servizi di prossimità, ma anche un indebolimento del sistema relazionale, dell’intelaiatura sociale e spesso anche della stessa sicurezza sociale.

Un andamento contrastato solo – precisa la Coldiretti – dalle aperture dei nuovi mercati degli agricoltori di Campagna Amica che sempre più frequentemente trovano spazio nei centri delle città. Secondo l’indagine Coldiretti/Ixe’ gli acquisti nei mercati del contadino sono risultati in crescita del 26% nel 2020, trainati da una nuova sensibilità degli italiani verso i cibi salutari ma anche dalla volontà di recuperare un contatto diretto con chi coltiva i prodotti che si portano in tavola, nonostante le limitazioni imposte dalla pandemia. A spingere la spesa nei farmers market dall’agricoltore è soprattutto la possibilità di trovare prodotti stagionali, tipici e di qualità proposti direttamente dagli agricoltori.

“L’emergenza sanitaria ha sancito il valore del cibo: locale, sano ed espressione del territorio – spiega Coldiretti Venezia –  per questo la Regione del Veneto deve cogliere l’opportunità di avviare un’azione importante con interventi che portino, in particolare, le nuove generazioni a cogliere la qualità dell’agroalimentare regionale. Lo ha fatto da amministrazione pubblica pioniera approvando una norma che ora ha bisogno di una revisione. Per comprendere il valore identitario serve un forte sistema di tracciabilità all’origine dei prodotti utilizzati nelle mense pubbliche affiancandolo a severi controlli volti a verificare la corretta esecuzione degli appalti e monitoraggio dell’attività. Proprio per il senso etico e sociale che il cibo ha, è necessario, inoltre, attivare iniziative che favoriscano il recupero delle eccedenze alimentari anche, ma non solo, nella ristorazione collettiva, a favore della popolazione a rischio di esclusione e povertà.

La task force di Coldiretti Venezia ha consegnato dall’inizio della pandemia quasi 10mila chilogrammi di cibo alle famiglie in difficoltà attraverso iniziative come la “Spesa Sospesa” promossa nel mercato agricolo coperto di Campagna Amica a Mestre resa possibile grazie alla generosità dei cittadini. Un’azione capillare svolta in collaborazione con gli enti di beneficenza a cui si aggiungono i pacchi della solidarietà – pari a a 5milioni di chili di prodotti Made in Italy –  consegnati dagli agricoltori con il contributo determinante del management dei Consorzi Agrari D’Italia (Cai) e della Coldiretti che hanno deciso di rinunciare a propri compensi straordinari. Un sistema che ha permesso la distribuzione di prodotti Made in Italy 100% con pasta, riso, latte, carne, salumi, formaggi, succhi, frutta, riso e prodotti per l’infanzia.

 

ROVIGO, PAOLO CASARO È IL NUOVO RESPONSABILE PROVINCIALE EPACA

Cambio alla guida di Epaca dell’Associazione Polesana Coldiretti. Al timone del patronato c’è un gradito ritorno. È Paolo Casaro, classe 1969, laureato in Scienze della formazione professionale a Padova: arriva da cinque anni di direzione del patronato Epaca di Padova, ma per lui si tratta di un rimpatrio, essendo polesano di Rovigo. Casaro sarà il nuovo punto di riferimento di Epaca, il patronato che gestisce, gratuitamente, migliaia di pratiche previdenziali per ogni categoria di cittadini, è specializzata nella tutela e consulenza agli infortunati e nelle malattie professionali.  Sotto la sua guida gireranno all’unisono l’ufficio Epaca provinciale e i sette uffici di zona sparsi sul territorio polesano con i loro operatori, che tutti i giorni raccolgono dal front-office le istanze relative a lavoro, famiglia, pensione, sanità dei cittadini.

Epaca (Ente di Patrocinio e Assistenza per i Cittadini e l’Agricoltura) è il patronato costituito dalla confederazione nazionale Coldiretti, riconosciuto dallo Stato sin dal 1954. Si occupa di tutti i servizi alla persona, perseguendo finalità di consulenza, assistenza e tutela in materia di risparmio previdenziale, diritto di famiglia e successione, mercato del lavoro, assistenza sanitaria, prestazioni sociali legate al reddito, anche facilitando l’accesso ai dati ed ai servizi della Pubblica amministrazione.

“Epaca si rivolge a tutti i cittadini, non solo ai soci di Coldiretti e agli addetti all’agricoltura – spiega il nuovo responsabile provinciale Epaca Paolo Casaro -. Per me questo è un ritorno a casa – prosegue – e sono cosciente che Epaca, ancor più in questo periodo difficile a causa della pandemia, deve svolgere un lavoro ancor più indispensabile sul territorio, offrendo un’ampia e qualificata gamma di servizi alla persona”. Oltre all’ufficio provinciale di Epaca, in via Alberto Mario a Rovigo, ci sono gli altri uffici territoriali di Rovigo, Adria, Lendinara, Badia Polesine, Fiesso Umbertiano, Castelmassa, Taglio Di Po e Porto Tolle. Tutti i riferimenti sono alla pagina web https://www.epaca.it/dove-siamo/ .

 

PUGLIA, CALDO: FINTA PRIMAVERA E NATURA IN TILT; MANDORLI PESCHI E PRATI IN FIORE

L’aumento improvviso delle temperature fino ai 18 gradi in Puglia risveglia la natura con mandorli, peschi e prati fioriti che confermano i cambiamenti climatici in atto con il moltiplicarsi di eventi estremi, dal gelo al caldo improvviso. E’ quanto emerge da un monitoraggio della Coldiretti Puglia sugli effetti dell’anticipo di primavera con temperature molto più alte della norma per l’arrivo dell’anticiclone di matrice sub-tropicale per tutta la prossima settimana.

“E’ una finta primavera in Puglia, un fenomeno che ormai si ripete ogni anno, con mandorli e peschi fioriti prima del tempo, assoggettati a sbalzi termici improvvisi che spesso causano la perdita dei frutti. Prati e piante mediterranee come il rosmarino in fiore, a pochi giorni da nevicate e gelate intense, la dicono lunga sul clima pazzo che mette a rischio le produzioni agricole.  Il rischio è che gli alberi da frutto, impossibilitati a vivere appieno la fase di quiescenza, possano subire un ‘risveglio’ anticipato, con fioriture anomale registrate già a partire da gennaio. A nulla vale più la programmazione degli orticoltori che in Puglia raccolgono broccoli, cavoli, sedano, prezzemolo, finocchi, cicorie, bietole, che maturano contemporaneamente con un evidente effetto anche sull’offerta”, afferma Savino Muraglia, presidente di Coldiretti Puglia.

Con la natura sconvolta a preoccupare è il possibile prossimo ed improvviso abbassamento della temperatura sulle piante in fiore con effetti disastrosi sulla raccolta dei frutti primaverile ed estiva. Se prima della fine dell’inverno – continua la Coldiretti regionale –  ci sarà un brusco abbassamento della colonnina di mercurio al sotto dello zero sarà inevitabile una moria di gemme con i raccolti compromessi.

Siamo di fronte in Puglia alle conseguenze dei cambiamenti climatici con una tendenza alla tropicalizzazione e il moltiplicarsi di eventi estremi con una più elevata frequenza di manifestazioni violente, sfasamenti stagionali, precipitazioni brevi e intense, siccità e alluvioni ed il rapido passaggio dal freddo al caldo che ha fatto perdere – insiste la Coldiretti Puglia – oltre 3 miliardi di euro in un decennio, tra cali della produzione agricola nazionale e danni alle strutture e alle infrastrutture nelle campagne.

La tropicalizzazione del clima incide anche sui frequenti fenomeni siccitosi, dove in Puglia le aree a rischio desertificazione sono pari al 57% del territorio regionale – aggiunge Coldiretti Puglia – con le carenze infrastrutturali e le reti colabrodo che contribuiscono a far perdere l’89% della pioggia caduta. Uno spreco inaccettabile per un bene prezioso anche alla luce dei cambiamenti climatici che – continua la Coldiretti regionale – stanno profondamente modificando la distribuzione e l’intensità delle precipitazioni anche sul territorio nazionale.

Servono interventi di manutenzione, risparmio, recupero e riciclaggio delle acque, campagne di informazione ed educazione sull’uso corretto dell’acqua e un piano infrastrutturale per la creazione di invasi che raccolgano tutta l’acqua piovana che va perduta e la distribuiscano quando ce n’è poca. Gli agricoltori – la Coldiretti Puglia- stanno facendo la loro parte con un impegno per la diffusione di sistemi di irrigazione a basso consumo, ma anche ricerca e innovazione per lo sviluppo di coltivazioni a basso fabbisogno idrico.

 

VENETO, AL VIA ABBATTIMENTO CINGHIALI, IN REGIONE AGRICOLTORI SELECONTROLLORI

La storica sentenza della Corte Costituzionale che dà il via libera all’abbattimento dei cinghiali, conferma la scelta adottata in Veneto. E’ il commento di Coldiretti nell’apprendere che possono prendere parte alle operazioni di riduzione del numero degli animali selvatici anche gli agricoltori provvisti di tesserino di caccia, altri cacciatori abilitati, guardie venatorie e ambientali volontarie, guardie giurate, a patto che siano appositamente formati. La pronuncia, che Coldiretti definisce un cambio di direzione epocale, arriva dopo il ricorso al Tar di alcune associazioni ambientaliste toscane. La Corte suprema prende atto – commenta Coldiretti Veneto –  che l’aumento dei cinghiali e la riduzione del personale incaricato di controllarli ha aumentato il rischio di danni alle coltivazioni agricole ma anche alla stessa sicurezza dei cittadini, visto l’aumento degli incidenti stradali causati dai selvatici. Da qui la decisione di procedere ad una svolta rispetto all’orientamento seguito negli ultimi quindici anni che aveva portato a bocciare i provvedimenti assunti dalle varie Regioni che avevano aperto alla possibilità di ampliare l’elenco tassativo dei soggetti incaricati della caccia di selezione previsto dalla legge quadro. La proliferazione senza freni dei cinghiali – conclude la Coldiretti – sta compromettendo l’equilibrio ambientale di vasti ecosistemi territoriali anche in aree di elevato pregio naturalistico. Due milioni i capi a livello nazionale, centinaia di migliaia in Veneto, sono ovunque attraversano strade e rovinano le colture perché in grado di percorrere grandi distanze e anche di guadare i fiumi per spostarsi da un posto all’altro alla ricerca di aree da saccheggiare. In Italia ci sono diecimila incidenti stradali all’anno causati da animali selvatici che – spiega la Coldiretti – sempre più spesso si spingono nei paesi e nelle grandi città oltre che nelle aree coltivate, da nord a sud del Paese. Oltre 6 italiani su 10 (62%) – secondo l’indagine Coldiretti/Ixè – hanno paura dei cinghiali e quasi la metà (48%) non prenderebbe addirittura casa in una zona infestata da questi animali. Una situazione arrivata al limite tanto che più di 8 italiani su 10 (81%) – secondo l’indagine Coldiretti/Ixè – pensano che l’emergenza cinghiali vada affrontata con il ricorso agli abbattimenti incaricando personale specializzato per ridurne il numero.

 

PADOVA, NUOVA SEDE PER L’UFFICIO ZONA DI CONSELVE

Trasloca l’ufficio Zona di Coldiretti a Conselve: dagli inizi di marzo sarà operativo in viale dell’Industria 3, nell’ex sede del Consorzio di Bonifica Adige Euganeo, in tutto il secondo piano. Da oggi, lunedì 22 febbraio, al 5 marzo l’Ufficio di Zona rimarrà chiuso per consentire il trasferimento. Durante il periodo di chiusura, per eventuali urgenze, è possibile contattare la sede provinciale al numero 049 8997311. Ci scusiamo sin d’ora per il momentaneo disagio che cercheremo di ridurre al minimo.

Nella nuova collocazione la sede territoriale di Coldiretti a Conselve potrà contare su spaziosi e funzionali locali, facilmente raggiungibili da tutti i soci. Recapiti telefonici, così come fax e indirizzi e-mail, rimarranno comunque invariati: telefono 049 5384084, fax 0495352192, mail: conselve@coldiretti.it.

“La scelta di trasferire l’Ufficio Zona di Conselve – spiega il presidente Massimo Bressan – consentirà di fornire un servizio sempre migliore a tutti i nostri associati usufruendo di una struttura più razionale ed adeguata al ricevimento del pubblico. Gli associati avranno la possibilità di lasciare l’auto nei numerosi parcheggi posti sia di fronte alla nuova sede che nelle strade laterali. Dall’ 8 marzo dunque i nostri associati potranno trovarci nei nuovi uffici e come al solito usufruire di tutti i servizi messi a disposizione dalla più grande Associazione agricola, dalla consulenza fiscale a quella tecnica, dall’azione sindacale ai servizi rivolti a tutti i pensionati e ai cittadini che si rivolgono al nostro Patronato Epaca”.

 

CREMONA, NUTRIE, SERVE COORDINAMENTO TRA AMBIENTE, WELFARE E AGRICOLTURA

Una gestione coordinata e di sistema, che coinvolga l’assessorato all’Ambiente in collaborazione con quelli del Welfare e dell’Agricoltura. Lo chiede la Coldiretti Lombardia in vista dell’approvazione del nuovo piano regionale di contenimento delle nutrie, che sono sempre più diffuse sul territorio regionale. 

“Ne abbiamo parlato con la neo assessora al Welfare e vice presidente di Regione Lombardia Letizia Moratti, che abbiamo recentemente incontrato – afferma Paolo Voltini, presidente di Coldiretti Lombardia e Coldiretti Cremona –. La sua proposta di istituire un tavolo tra i tre assessorati e i rappresentanti degli agricoltori ci trova pienamente d’accordo e per questo ci sentiamo di ringraziarla per la grande sensibilità dimostrata”.

I danni provocati dalle nutrie sono molteplici – spiega la Coldiretti Lombardia –. Oltre a distruggere le coltivazioni, scavano le loro tane lungo l’argine dei fossi creando dei veri e propri tunnel che minano la tenuta del terreno, con il rischio di incidenti per chi è al lavoro nelle campagne vicine. Si nutrono di una grande varietà di vegetazione, hanno un impatto negativo anche su altre specie animali e possono costituire un veicolo di trasmissione di malattie come la leptospirosi. La loro proliferazione incontrollata, inoltre – continua la Coldiretti regionale – spinge sempre più questi roditori anche nei pressi dei centri abitati. Si aggiungano poi i pericoli sulle strade: le nutrie invadono le carreggiate, provocando incidenti e mettendo in pericolo la sicurezza delle persone. Non è un caso quindi – sottolinea la Coldiretti Lombardia – che la nutria sia inserita tra le 100 specie aliene più dannose del mondo.

“Non si tratta solo di una questione agricola – continua il presidente Voltini –. Siamo di fronte, invece, a un problema che riguarda anche la salute pubblica, la tutela ambientale e la tenuta idraulica. Per questo serve un’azione comune e condivisa, che tenga conto di tutti questi aspetti. Finora Regione Lombardia, attraverso la DG Salute, ha fatto sforzi importanti per arginare il problema e garantire in parte il contenimento di questi maxi topi. Adesso, con il rinnovo del piano di contenimento, è sempre più pressante l’esigenza di coordinare a livello centrale i singoli territori provinciali che allo stato attuale si stanno muovendo in autonomia”.

“Gli agricoltori sono impegnati in un continuo miglioramento del loro lavoro, per un’agricoltura sempre più sostenibile e attenta al benessere animale – conclude Voltini –. Tutto questo però è inutile se non riusciamo a proteggere la loro salute e le loro attività dalle incursioni fuori controllo dei selvatici, che sono un vero flagello: serve un piano di intervento incisivo, con nuove risorse da mettere in campo anche a livello nazionale, per tutelare la nostra agricoltura e il nostro agroalimentare, una filiera centrale per il Paese come ha dimostrato anche l’emergenza coronavirus”.

 

FERRARA, I PRODOTTI DEL TERRITORIO RACCONTATI AL MERCATO DI CAMPAGNA AMICA

Grande risalto sabato scorso, 20 febbraio, per il primo appuntamento al mercato coperto di Campagna Amica di Via Montebello, 43, con i prodotti del territorio.

Sotto i riflettori, nella splendida cornice della ex chiesa di San Matteo, da maggio 2019 sede del Mercato dei produttori di Campagna Amica Ferrara, il vino Lambrusco prodotto dalla Società Agricola Valtesta di Bando d’Argenta abbinato ai salumi della società La Bosca di Piazzi Flavio di Codrea.

Un abbinamento raccontato e presentato dagli stessi produttori, nel pieno rispetto delle norme di prevenzione anticovid e dei protocolli di sicurezza che il Mercato ha adottato immediatamente, garantendo il controllo degli accessi e il corretto svolgimento di ogni attività, permettendo a sempre più ferraresi di trovare a due passi dal centro un punto di riferimento con prodotti di qualità della nostra filiera agricola. All’appuntamento di sabato faranno seguito altre iniziative di promozione, abbinando eccellenze territoriali ferraresi con i prodotti presenti nel Mercato Coperto, informando i consumatori sulle loro caratteristiche e possibilità d’uso, scoprendo prodotti tradizionali ma anche innovativi, sempre di qualità e di origine garantita.

 

Appuntamenti

 

CAMPANIA: PROGETTO GRAND TOUR CON LE ECCELLENZE PER USCIRE DALL’EMERGENZA

Da mercoledì 24 febbraio a venerdì 26 marzo

Agricoltura, artigianato e turismo insieme per costruire percorsi di valorizzazione delle eccellenze partenopee a km zero. È l’obiettivo del progetto “Il Grand Tour delle eccellenze produttive della provincia di Napoli”, che vede come capofila Coldiretti Napoli, in collaborazione con Casartigiani Napoli e Campania Incoming – Tour Operator e con il contributo della Camera di Commercio di Napoli.

Il Grand Tour si pone l’obiettivo di valorizzare le risorse turistiche e culturali, insieme alle eccellenze produttive artigiane – sistema moda, preziosi, artigianato artistico ed altri settori artigiani – e alle eccellenze produttive agroalimentari della provincia di Napoli, che diventano parte attiva del sistema turistico territoriale.

Dal 24 febbraio al 26 marzo – ogni mercoledì, venerdì e sabato dalle 9 alle 14, nel pieno rispetto delle regole anti covid – presso il mercato San Paolo di Fuorigrotta in via Guidetti 72, promosso da Coldiretti Napoli e Campagna Amica, si terranno iniziative di promozione dei “percorsi turistici e culturali tra agricoltura ed artigianato” con laboratori, degustazioni guidate, info point turistico, convegni, business to business, prenotazioni di escursioni sul territorio partenopeo con visita ad aziende e attrattori culturali da effettuare appena le restrizioni lo renderanno possibile, ma anche webinar gratuiti e tanto altro per tutti i visitatori. È prevista, inoltre, per domenica 7 marzo un’apertura straordinaria, dalle 9 alle 14, dedicata all’anticipo di primavera e alla festa della donna.

Il progetto nasce dall’esigenza di mettere in relazione diretta tre settori: agricoltura, artigianato e turismo, in un mix che è garanzia di successo per la cultura partenopea. Un esempio classico di questo legame vincente è il prodotto simbolo di Napoli nel mondo: la pizza. Quando l’Arte dei Pizzaiuoli Napoletani è stata dichiarata dall’Unesco “Patrimonio immateriale dell’Umanità”, a tirare la volata alla candidatura erano esattamente questi tre settori produttivi: artigianato, agricoltura e turismo. Gli ingredienti della piazza classica napoletana sono il frutto della sapienza produttiva degli agricoltori e degli allevatori. La loro esaltazione sta nelle abili mani degli artigiani che hanno dato forma e sapore alla loro combinazione. Il viaggio nei sapori è ripercorrere le strade e i paesaggi della provincia di Napoli, tra terra e mare, in un’esperienza turistica ed escursionistica unica e inimitabile.

L’obiettivo, pertanto, è promuovere percorsi turistici guidati, prenotando attraverso il tour operator, che consentano di scoprire le strade dei luoghi di produzione, attraverso proposte originali che offrano nuove possibilità di scoprire Napoli e la sua provincia, da fruire appena le condizioni di sicurezza anti covid lo consentiranno.

Il Gran Tour è distinto in cinque percorsi tematici: il percorso dei Tessuti e dei Colori, che vede insieme l’arte sartoriale e i limoni della provincia di Napoli; il percorso delle Terre Vulcaniche, che vede insieme il pomodorino del piennolo, i vini vesuviani con la lavorazione artistica delle pietre vulcaniche, delle ceramiche e delle porcellane; il percorso del Mare e delle Isole, che vede insieme il pescato del golfo, valorizzato con i profumi della terra, con la lavorazione di coralli e cammei; il percorso dei Decumani di Napoli, che vede insieme l’olio extra vergine d’oliva nello street food napoletano con l’arte presepiale; il percorso delle cucine archeologiche, che vede insieme i vini del Campi Flegrei con l’artigianato del legno e del restauro, con una degustazione in costume storico di piatti degli antichi romani.

 

ROVIGO: L’AGRICOLTURA DI PRECISIONE AL CENTRO DEL WEBINAR

Mercoledì 24 febbraio

Appuntamento mercoledì 24 febbraio alle 20:30 su GoogleMeet per il webinar “Agricoltura di precisione e cover crops al servizio dell’agricoltura” organizzato da Coldiretti Rovigo in collaborazione con Coldiretti Giovani Impresa e grazie alla disponibilità di Veneto Agricoltura. I temi al centro della videoconferenza saranno le nuove tecnologie digitali per l’agricoltura e gli strumenti per lo sviluppo delle nostre aziende, in un’ottica di una sempre maggiore efficienza, ma anche per la sostenibilità ambientale e la lotta ai cambiamenti climatici. Aprirà la serata il direttore di Coldiretti Rovigo Silvio Parizzi. Il tema sarà trattato da Lorenzo Furlan, dirigente del settore ricerca agraria di Veneto Agricoltura. Ci sarà spazio quindi per il dibattito a cui seguiranno le conclusioni del presidente di Coldiretti Rovigo Carlo Salvan.

“Il nostro settore sta accelerando su più fronti, dimostrandosi al passo con i tempi – commenta il presidente di Coldiretti Rovigo Carlo Salvan –. Innanzitutto, non era così scontato riuscire a trasportare l’interesse dei nostri soci ai convegni on line, ma abbiamo visto che di fronte alle sfide non si fanno intimorire, né trovare impreparati. Proprio di sfide parliamo durante i nostri incontri, perché il nostro settore è al centro dell’attenzione delle istituzioni e della programmazione politica futura, un domani che è sempre più vicino. L’efficacia e l’efficienza si raggiungono grazie all’innovazione, parola chiave anche per il nostro settore, da non confondere con la digitalizzazione, che è solo una delle strade percorribili, come l’agricoltura di precisione. L’obiettivo da perseguire è assicurarci di continuare a fare agricoltura, ma farla nel migliore dei modi. Siamo al centro di un profondo cambiamento delle tecniche e strumenti di lavoro, dove la sostenibilità delle nostre procedure è imprescindibile”.

Per partecipare è necessario richiedere l’apposito link di GoogleMeet scrivendo una e-mail a organizzazione.ro@coldiretti.it o contattando il numero 0425/201931.

 

CREMONA: #FACCIAMOCOSEBUONE AL MERCATO DI CAMPAGNA AMICA

Martedì 23 febbraio

#facciamocosebuone è il tema del mercato di Campagna Amica che torna domani, come ogni martedì mattina, presso il portico del Consorzio Agrario di Cremona, con la vendita diretta dei prodotti dell’agricoltura cremonese e lombarda (dal pane all’ortofrutta di stagione, dai formaggi ai salumi tipici cremonesi, ma anche miele, uova e confetture, agri-birra e vino, dolci tipici).

Domani il mercato si arricchirà di due presenze importanti e attese. Ci saranno i ragazzi di ThisAbility, ormai affiatatissimi partner delle aziende agricole di Campagna Amica, impegnati accanto agli agricoltori nell’obiettivo di rendere ancor più bello, accogliente e sicuro il mercato. E ci saranno i volontari di Aido Cremona, per sensibilizzare i cittadini sul tema della donazione e del trapianto di organi e tessuti. Per raccogliere un contributo a sostegno delle attività dell’associazione, i volontari dell’Aido offriranno un fiore di stagione (un vasetto di primule, in arrivo dalle serre del territorio) e una confezione di riso, anch’esso prodotto dalle aziende agricole lombarde. Il tutto avverrà nel pieno rispetto delle norme anti-covid, tese alla sicurezza di cittadini e operatori.

“Nella massima attenzione alle prescrizioni previste a tutela della salute, il nostro mercato continua ad aprirsi alle realtà che danno valore e bellezza al nostro territorio – sottolineano gli agricoltori di Coldiretti presenti presso il mercato di Campagna Amica –. Siamo orgogliosi e felici di proseguire nella collaborazione con Aido e con ThisAbility, con cui abbiamo condiviso tante benefiche iniziative”. L’appuntamento è dalle ore 8 alle 12 sotto i gazebo gialli, presso il portico che si affaccia su via Monteverdi e piazza Marconi.