COMUNICATO STAMPA | Notizie dalle Federazioni

News La Forza del Territorio del 21 marzo 2018

21 Marzo 2018
News La Forza del Territorio del 21 marzo 2018

Primo piano

PUGLIA

PER LE AGROMAFIE UNO SCENARIO EVOLUTIVO DILAGANTE

La contraffazione, la falsificazione e l’imitazione del Made in Italy alimentare nel mondo ha raggiunto un fatturato di 21,8 miliardi di euro, dato evidentemente in crescita rispetto ai 16 miliardi dell’anno precedente. E’ quanto afferma la Coldiretti regionale in occasione della XXIII Giornata della Memoria e dell’Impegno in ricordo delle vittime innocenti delle mafie.

 

“Lo scenario ‘evolutivo’ delle agromafie – denuncia il Presidente di Coldiretti Puglia, Gianni Cantele – è drammaticamente dilagante. Secondo i dati del quinto Rapporto sulle Agromafie la palma nera è andata alla provincia di Bari, rientrata a pieno titolo nella top ten della graduatoria che fotografa l’intensità del fenomeno delle agromafie nelle province italiane. Si piazza al decimo posto, seguita a ruota da Taranto al 15esimo, la provincia di Barletta-Andria-Trani al 18esimo posto, Lecce al 28esimo, Brindisi e Foggia rispettivamente al 46esimo e 47esimo posto. Le agromafie vanno contrastate nei terreni agricoli, nelle segrete stanze in cui si determinano in prezzi, nell’opacità della burocrazia, nella fase della distribuzione di prodotti che percorrono migliaia di chilometri prima di giungere al consumatore finale, ma anche con la trasparenza e l’informazione dei cittadini che devono poter conoscere la storia del prodotto che arriva nel piatto”.

Sempre secondo il Rapporto Agromafie redatto dall’Osservatorio sulla criminalità in agricoltura di Coldiretti, i ruoli si invertono se ad essere fotografato è l’indice di permeabilità delle agromafie che raggiunge 100 a Foggia, 66,80 a Brindisi, 44,75 nella BAT, 34,56 a Taranto, 30,75 a Bari e, infine, 25,94 a Lecce. A Bari le fattispecie criminose più significative sono costituite dalla sofisticazione, soprattutto dell’ortofrutta e dell’olio.

Il falso Made in Italy a tavola colpisce in misura diversa tutti i diversi prodotti, dai salumi alle conserve, dal vino ai formaggi ma anche extravergine, sughi o pasta e riguarda tutti i continenti, come dimostrato dall’attività investigativa di NAS, ICQRF, Carabinieri Forestali…..

“Deleteria la secretazione dei dati relativi alle importazioni dei prodotti agricoli importati, di cui non si può conoscere la destinazione finale – incalza il Direttore di Coldiretti Puglia, Angelo Corsetti –  un evidente ostacolo ad una efficace opera di contrasto ed eradicazione del fenomeno dell’agropirateria, neologismo coniato proprio da Coldiretti per descrivere una pratica criminale che si sviluppa attraverso le importazioni, la manipolazione e la trasformazione di prodotti agricoli di dubbia qualità e provenienza che giungono nel nostro Paese e che diventano “made in Italy” fregiandosi in modo fraudolento dell’immagine che accompagna nel mondo le produzioni locali”.

Si stima che siano coltivati o allevati all’estero oltre il 30% dei prodotti agroalimentari acquistati dai consumatori, con un deciso aumento negli ultimi decenni delle importazioni da paesi extracomunitari dove non valgono gli stessi diritti sociali dell’Unione Europea. Riso, conserve di pomodoro, olio d’oliva, ortofrutta fresca e trasformata, zucchero di canna, rose, olio di palma, sono solo alcuni dei prodotti stranieri che arrivano in Italia che sono spesso il frutto di un “caporalato invisibile” che passa inosservato solo perché avviene in Paesi lontani, dove viene sfruttato il lavoro minorile, che riguarda in agricoltura circa 100 milioni di bambini secondo l’Organizzazione Internazionale del Lavoro (ILO), di operai sottopagati e sottoposti a rischi per la salute, di detenuti o addirittura di veri e propri moderni “schiavi”.

 

PUGLIA, AGROMAFIE: 2.489 TERRENI IN MANO ALLA MAFIA, IN FUMO FINO A 2,37 MLD

 

Dei 26.200 terreni su tutto il territorio nazionale nelle mani di soggetti condannati in via definitiva per reati che riguardano, tra l’altro, l’associazione a delinquere di stampo mafioso e la contraffazione, in Puglia ben 2.489 (il 9,5%) sono in mano alla mafia, anche perché il processo di sequestro, confisca e destinazione dei beni di provenienza mafiosa si presenta lungo e confuso, spesso non efficace e sono numerosi i casi in cui i controlli hanno rilevato che alcuni beni, anche confiscati definitivamente, sono di fatto ancora nella disponibilità dei soggetti mafiosi. E’ quanto afferma Coldiretti Puglia in occasione della XXIII^ Giornata della Memoria e dell’impegno in ricordo delle vittime innocenti delle mafie, partecipando con la delegazione di imprese agricole, guidate da Direttore e Presidente di Coldiretti della Capitanata, Pilati e De Filippo, alla manifestazione odierna a Foggia.

Il Rapporto Agromafie elaborato da Coldiretti, Eurispes e Osservatorio sulla criminalità nell’agricoltura e sul sistema agroalimentare, evidenzia che tra i 20 ed i 25 miliardi di euro vengono sprecati per il mancato utilizzo dei beni confiscati sulla base delle stime dall’Istituto nazionale degli amministratori giudiziari (Inag). In Puglia, dunque, vanno inutilmente in fumo tra l’1,9 e i 2,37 miliardi di euro a causa di inadempienze, procedure farraginose, lungaggini burocratiche. La Dia ha avviato un monitoraggio e i report che ne raccolgono i risultati denunciano molte irregolarità con moltissimi beni che risultano ancora occupati o dai mafiosi stessi o da loro parenti e prestanome. I criminali che non vengono sgomberati dagli immobili godono persino del vantaggio di non dover pagare le tasse sul bene, poiché sequestrato. Senza dimenticare che i beni di fatto non riutilizzati, anche quando non sono più direttamente a disposizione dei soggetti mafiosi, comunicano all’esterno il permanere del loro controllo sul territorio.

“Il fronte dell’illegalità è sempre più ampio – tira le somme il Presidente della Coldiretti Puglia, Gianni Cantele – e riguarda la proprietà fondiaria, le infrastrutture di servizio all’attività agricola e, non da ultime, le produzioni agricole ed agroalimentari. I reati contro il patrimonio (furto, abigeato, usura, danneggiamento, pascolo abusivo, estorsione, ecc) rappresentano la “porta di ingresso principale” della malavita organizzata e spicciola nella vita dell’imprenditore e nella regolare conduzione aziendale. Masserie, pozzi e strutture letteralmente depredate, chilometri e chilometri di fili di rame, letteralmente volatilizzati lasciando le imprese senza energia elettrica e possibilità di proseguire nelle quotidiane attività imprenditoriali. Capitolo a parte merita il mercato parallelo di prodotti agricoli provenienti da migliaia di chilometri di distanza, spesso sofisticati, spacciati per prodotti di qualità, quando di qualità non sono, per cui viene illegalmente utilizzato il marchio ‘made in Puglia’, a danno dell’imprenditoria agricola pugliesi e dei consumatori”.

Al vertice della piramide criminale si colloca, e non potrebbe essere diversamente, il mix di reati e di situazioni di illegalità strisciante che maggiormente devastano e destabilizzano la sana imprenditoria agricola ed agroalimentare della Puglia.

“Impressionanti i dati relativi ai furti di olive e addirittura alberi nelle campagne pugliesi – aggiunge il Direttore di Coldiretti Puglia, Angelo Corsetti – un fenomeno che preoccupa e non poco che colpisce soprattutto gli imprenditori olivicoli di Bari e della BAT, vittime di razzie di olive come diamanti, dunque, ad opera di squadre organizzate che riescono a raccogliere in meno di 30 minuti anche 60 chilogrammi di prodotto che valgono circa 100 euro. Al furto di olive si associa anche quello delle attrezzature. Il prodotto sottratto alimenta una filiera illegale che provoca danni economici ma anche rischi per la salute, oltre alla condizione di forte pericolo per gli imprenditori olivicoli”.

Il settore agroalimentare, che ha dimostrato in questi anni non solo di poter resistere alla crisi, ma di poter crescere e rafforzarsi anche in un quadro congiunturale complessivamente difficile, è diventato di conseguenza ancor più appetibile sul piano dell’investimento. La capacità di attrazione dei capitali legali da parte della malavita – sottolinea l’Osservatorio sulla criminalità nell’agricoltura e sul sistema agroalimentare – è ben evidenziata dall’attività della Guardia di Finanza che fa notare come le mafie non limitano la loro attività solo all’accaparramento dei terreni agricoli, ma spaziano in tutto l’indotto, arrivando a operare direttamente nelle attività di trasporto e di stoccaggio della merce, nell’intermediazione commerciale e nella determinazione dei prezzi.

Supera i 402,5 milioni di euro il valore dei sequestri, effettuati dallo SCICO della GdF, comminati alle organizzazioni criminali nel comparto agroalimentare tra maggio 2014 e febbraio 2015. La Camorra risulta molto interessata al segmento della ristorazione, in quanto mostra una particolare propensione a reimpiegare proventi illeciti mediante l’acquisizione di attività ristorative, soprattutto bar e ristoranti. Cosa Nostra spazia dal business offerto dalle attività ristorative alla gestione di attività agricole e di commercializzazione dei prodotti da essa derivanti. La ’Ndrangheta appare maggiormente rivolta sia all’acquisizione di vasti appezzamenti di terreno e alla gestione di società operanti nel settore agricolo sia al conseguimento illecito di contributi comunitari in materia di politica agricola. Il grado di controllo e penetrazione territoriale della Sacra Corona Unita in Puglia, invece, pur mantenendosi significativamente elevato, risulta inferiore che altrove.

L’intensità dell’associazionismo criminale è elevata nel Mezzogiorno, ma il grado di penetrazione è forte e stabile anche al Centro e al Nord. Si denota una forte presenza di tipo associazionistico anche sul versante adriatico (Pescara: 71,4; Foggia: 67,4; Brindisi: 51,6) e risulta elevata la numerosità delle province pugliesi: Barletta-Andria-Trani (40,9), Bari (40,9), Taranto (39,4) e Lecce (37,4).

 

SICILIA, AGROMAFIE: IL ROGO A PACHINO E’ UN ATTO DEPLOREVOLE

 

Alla lunga lista degli episodi deplorevoli dobbiamo aggiungere anche l’incendio del magazzino dei fratelli Fortunato di cui, uno, Sebastiano, è l’ex-presidente del Consorzio di Tutela IGP Pomodoro di Pachino. L’incendio è avvenuto proprio nella XXIII Giornata della Memoria e dell’Impegno in ricordo delle vittime innocenti delle mafie. Lo afferma Coldiretti Sicilia che ribadisce la necessità di sostenere la battaglia contro la criminalità che sta interessando il settore agroalimentare.

Nell’esprimere la nostra solidarietà ai titolari dell’azienda colpita dal rogo – aggiunge Coldiretti Sicilia –  con forza e determinazione rivendichiamo, in nome della professionalità di tanti agricoltori, il diritto a lavorare per il bene della salute della comunità continuando a produrre onestamente tipicità che sono il vanto del tricolore nel mondo, nonostante il prezzo dei prodotti che in quest’ultimo periodo abbia raggiunto minimi storici.

Furti di attrezzature e mezzi agricoli, racket, abigeato, estorsioni, o con il cosiddetto pizzo anche sotto forma di imposizione di manodopera o di servizi di trasporto, di guardiania e di caporalato alle aziende agricole sono gli ambiti di ingerenza più diffusi in campo agricolo. Il Made in Italy è divenuto – denuncia Coldiretti Sicilia – una delle aree prioritarie di investimento della malavita che ne comprende la strategicità in tempo di crisi perché consente di infiltrarsi in modo capillare nella società civile e condizionare la via quotidiana della persone. Il volume d’affari complessivo annuale dell’agromafia – ricorda Coldiretti in base ai dati dell’Osservatorio nazionale – è salito a 21,8 miliardi di euro con un balzo del 30% nell’ultimo anno con la filiera del cibo, della sua produzione, trasporto, distribuzione e vendita. “Le agromafie vanno contrastate con i principi della legalità, con la trasparenza e l’informazione dei cittadini.

 

PIEMONTE, CONTINUA IL CONTRASTO ALLE AGROMAFIE

 

Il volume d’affari complessivo annuale dell’agromafia è salito a 21,8 miliardi di euro con un balzo del 30% nell’ultimo anno con la filiera del cibo, della sua produzione, trasporto, distribuzione e vendita che è divenuta una delle aree prioritarie di investimento della malavita. E’ quanto afferma Coldiretti in occasione della XXIII Giornata della Memoria e dell’Impegno in ricordo delle vittime innocenti delle mafie. Furti di attrezzature e mezzi agricoli, racket, abigeato, estorsioni, o con il cosiddetto pizzo anche sotto forma di imposizione di manodopera o di servizi di trasporto, di guardiania e di caporalato alle aziende agricole sono gli ambiti di ingerenza più diffusi nella produzione agricola secondo l’Osservatorio sulla criminalità nell’agricoltura e sul sistema agroalimentare promosso dalla Coldiretti con il procuratore Giancarlo Caselli alla guida del Comitato Scientifico.

Dai dati emersi dal quinto rapporto Agromafie elaborato da Coldiretti, Eurispes e Osservatorio, tra le 106 province italiane, il nord del Paese entra nei primi posto della classifica, relativa all’intensità dell’agromafia, con Genova e Verona rispettivamente al secondo ed al terzo posto. Il Piemonte occupa con Torino e Cuneo il ventisettesimo ed il ventottesimo scalino fino poi a scendere nella graduatoria con Alessandria al quarantaduesimo e con Asti, Biella, Novara, Verbania e Vercelli che si trovano dal settantacinquesimo al settantanovesimo posto.

“Come evidenziano i dati, la filiera del cibo, dalla sua produzione al trasporto, dalla distribuzione alla vendita, ha tutte le caratteristiche necessarie per attirare l’interesse delle organizzazioni malavitose –  commentano Roberto Cabiale vicepresidente di Coldiretti Piemonte e Bruno Rivarossa Delegato Confederale –. Ben vengano, quindi, i controlli effettuati dalle forze dell’ordine grazie ai quali siamo in grado di far venire alla luce casi che in altri Paesi, dentro e fuori l’Ue, non verrebbero smascherati. I vari organi preposti per presidiare il territorio – concludono Cabiale e Rivarossa –  svolgono un ruolo anche a difesa della salute dei cittadini, dell’ambiente e del territorio stesso, oltre che del tessuto economico”.

 

 

Dal territorio

 

BASILICATA, COLDIRETTI IN PIAZZA A POTENZA: CINGHIALI “LA STORIA INFINITA”

 

La consegna simbolica di un cinghiale di cartapesta alla Regione Basilicata è stato il momento clou della manifestazione organizzata a Potenza in mattina da Coldiretti Basilicata per denunciare quella che ormai è diventata una vera e propria emergenza che necessita di risposte immediate. Un “fiume giallo” composto da oltre un migliaio di agricoltori partito dalla sede regionale della Coldiretti che ha attraversato la città per confluire poi dinnanzi alla sede della Giunta regionale dove si è svolto il sit in.

“Per la presenza invasiva dei cinghiali, in Basilicata sono a rischio 10 mila aziende e circa 300 mila ettari di terreno coltivato. E’ risaputo che il cinghiale provoca, oltre al danneggiamento diretto alle colture, anche un notevole rischio per l’incolumità delle persone e la possibilità di danni a beni, soprattutto in relazione agli incidenti stradali – hanno sottolineato nei loro interventi il presidente di Coldiretti Basilicata, Piergiorgio Quarto, e il direttore regionale, Aldo Mattia – le zone protette, che in Basilicata rappresentano un’area di circa il 30% dell’intera superficie regionale, sono diventate un polmone di riproduzione ed irradiazione per tutta la Regione. Il tasso riproduttivo del cinghiale (due parti all’anno e da 5 a 8 piccoli a parto) può portare la presenza in un anno a raddoppiare o triplicare”.

Nel corso della manifestazione è stato illustrato anche lo scenario dell’emergenza in Basilicata, dove ci sono –  fa sapere Coldiretti – 123 mila cinghiali stimati al 31 dicembre 2015, rispetto ad una soglia sostenibile di 23.000 presenze (dati Regione Basilicata). Sono stati circa 300 gli incidenti stradali nell’ultimo biennio causati da cinghiali e che hanno provocato danni per circa 300 mila euro, circa 4 milioni di euro i danni alle colture soltanto negli Ambiti Territoriali di Caccia (ATC), circa 16 mila i cinghiali abbattuti nell’ultimo biennio con il prelievo venatorio e circa 2 mila gli esemplari abbattuti con attività di selecontrollo negli ATC. La maggior parte dei danni e degli incidenti sono localizzati in prossimità di aree parco e riserve (dati Regione Basilicata).

“Le azioni di controllo, come ha precisato lo stesso Dipartimento Agricoltura, non sono sufficienti a contrastare l’impatto che la specie ha sulle attività agricole ed a ridurre il conflitto sociale che ne deriva – hanno sottolineato Quarto e Mattia – è responsabile la Regione Basilicata che continua a proporre soluzioni ordinarie a fronte di un problema di dimensioni straordinarie Gli agricoltori preferiscono il ridimensionamento a livelli sostenibili e non gli indennizzi. Inoltre responsabile è la Regione Basilicata che propone azioni soltanto nelle aree ricomprese negli Ambiti Territoriali di Caccia  senza coinvolgere gli Enti Parco, che gestiscono il 30% della superficie regionale, e che non accetta le proposte di interventi straordinari da parte della Coldiretti “trincerandosi” dietro i vincoli che la legge impone, pur sapendo che tali limiti possono essere superati dalla straordinarietà del problema, agendo sull’ordine pubblico, sul rischio sanitario (presenza di capi affetti da trichinella), sui costi di indennizzo insostenibili per le casse pubbliche e sul rischio per la biodiversità”. Durante la manifestazione una delegazione di Coldiretti è stata ricevuta in Regione dagli assessori al ramo.

 

CASERTA, BIOMONITORAGGIO API “SCUGNIZZE”: NIENTE CADMIO, PIOMBO E GLIFOSATO

 

Presentati questa mattina a San Tammaro, presso il Real Sito di Carditello, i risultati del biomonitoraggio ambientale con le api “scugnizze” (ape ligustica italiana). L’iniziativa “C.A.R.A. Terra” è nata dal protocollo di intesa tra Coldiretti Caserta e Fondazione Real Sito, in collaborazione con le Università Federico II di Napoli e del Molise, l’associazione di produttori apistici Conaproa e l’Istituto Zooprofilattico Sperimentale di Teramo. I risultati delle analisi condotte attraverso le api nel raggio di sette chilometri intorno a Carditello sono confortanti. Analizzando le sostanze trasportate dai piccoli insetti sono risultate presenze di piombo ben al di sotto dei limiti previsti per il rischio alla salute umana, ma anche assenza di cadmio e di glifosato.

Grazie alla curiosità e al lavoro instancabile dell’ape “scugnizza”, messa a disposizione dal Conaproa, e all’ausilio scientifico delle Università Federico II di Napoli e del Molise, i professori Emilio Caprio e Antonio de Cristofaro hanno potuto dimostrare l’assenza di metalli pesanti e di diserbanti. È toccato poi a Luciano Ricchiuti, ricercatore dell’Istituto Zooprofilattico Sperimentale di Teramo confermare le ricerche e la bontà della metodologia adottata. La collaborazione preziosa del Conaproa, apripista e curatore tecnico del progetto, è stata spiegata dal vicepresidente Gennaro Granata.

Soddisfazione è stata espressa dal presidente di Coldiretti Caserta Tommaso De Simone e dal direttore Angelo Milo. Una grande vittoria – conclude Coldiretti – che rende giustizia alle produzioni ortofrutticole e zootecniche d’eccellenza del territorio, che vedono riconosciuto l’impegno verso la sostenibilità ambientale, con l’auspicio di proseguire nel lavoro di ricerca ampliando le analisi su altri territori costruendo un modello replicabile grazie alle piccole sentinelle ambientali.

 

PARMA, FESTA DEGLI ALBERI: CAMPAGNA AMICA SVELA I SEGRETI DEL BIRICOCCOLO

 

Grande curiosità ed entusiasmo questa mattina, 21 marzo, alla scuola Adorni di Parma dove Campagna Amica, in collaborazione con Coldiretti Donne Impresa, ha celebrato la Festa degli alberi insieme agli alunni delle classi della scuola elementare aderenti al Progetto di Educazione alla Campagna Amica. Lorenza Frati del Vivaio Frati Piante società agricola di Fontanellato, nonché componente del Coordinamento provinciale Coldiretti Donne Impresa, ha donato e messo a dimora nel giardino della scuola un Biricoccolo, ibrido naturale tra susino e albicocco, illustrandone agli alunni la storia e le caratteristiche. “E’ una pianta – ha precisato Lorenza Frati – coltivata già nel 1800 nel frutteto del Parco Ducale di Parma e si narra fosse uno tra i frutti preferiti da Maria Luigia. Ha una fioritura precoce bianca appena rosata con forte profumo di mandorla”.

E’ seguito un laboratorio creativo, sempre condotto da Lorenza Frati, sul ciclo degli alberi da frutto, dalla semina al trapianto alla fioritura e impollinazione fino alla messa a frutto.  Dopo le nozioni apprese, gli alunni hanno mostrato subito interesse a prendersi cura della pianta ricevuta in dono. “Esperienza interessante ed educativa per i ragazzi, utile per avvicinarli alla conoscenza degli alberi nei cicli naturali e delle colture locali e al rispetto dell’ambiente; per questo ringraziamo Coldiretti, Campagna Amica, la vivaista e Donne Impresa per la bella iniziativa – hanno commentato la Dirigente scolastica Maria Teresa Pastorelli, Simonetta Franzoni  in rappresentanza dell’Ufficio Scolastico Territoriale di Parma (ex Provveditorato) e le insegnanti Paola Carra, Sabina Veltri, Daniela Romano .

All’incontro sono intervenuti anche Gianfranco Mazza Referente Agrimercato di Parma e sicurezza alimentare, e Paola Ferrari Coordinatrice Provinciale Coldiretti Donne Impresa e Referente provinciale del progetto Educazione alla Campagna Amica.

 

UMBRIA, GIOVANI IMPRESA: AL VIA LE ISCRIZIONI PER IL PREMIO PER L’INNOVAZIONE

 

Sono iniziate anche in Umbria le iscrizioni al nuovo concorso che punta a valorizzare le giovani realtà imprenditoriali italiane del settore agricolo e alimentare, capaci di emergere grazie a un modello di impresa innovativo e sostenibile. Ad annunciarlo è la Coldiretti regionale nel sottolineare come il premio punti i riflettori sulla capacità di utilizzare l’innovazione per dare lustro alle tradizioni e ai prodotti locali, così come sul ruolo dell’imprenditore per la tutela e l’arricchimento del territorio e degli enti che sostengono il loro lavoro.

Cibo, agricoltura e innovazione, ma non solo. Il mondo agroalimentare – spiega Coldiretti – ha molte sfaccettature e diramazioni, che vanno a toccare e legarsi a molti altri settori, dal design al turismo.

Sei le categorie di concorso. La prima, “Impresa3.Terra”, premierà i progetti di quelle giovani aziende agroalimentari che hanno creato una cultura d’impresa esemplare, riuscendo a incanalare creatività, originalità e grande abilità progettuale per lo sviluppo e la crescita dell’agricoltura italiana coniugando tradizione e innovazione. La categoria “Campagna Amica” – continua Coldiretti – valorizzerà i prodotti tipici italiani su scala locale, nazionale e mondiale rispondendo alle esigenze dei consumatori in termini di sicurezza alimentare, qualità e tutela ambientale. “Sostenibilità” ambientale è la parola d’ordine di quei progetti che promuovono un modello di sviluppo sostenibile, riducendo al minimo la produzione di rifiuti, risparmiando energia e materiali attraverso processi che tutelano l’ambiente. “Fare Rete” prende in esame quei modelli di imprese, cooperative, consorzi agrari, società agricole e start up, capaci di creare reti sinergiche in grado di massimizzare i vantaggi delle aziende agroalimentari e del consumatore finale. Si tratta – rileva Coldiretti – di progetti promossi nell’ambito di partenariati variegati, che coniugano agricoltura e tecnologica così come artigianato tradizionale e mondo digitale, arrivando fino agli ambiti del turismo, del design e di ricerca accademica. “Noi per il sociale” promuove quei progetti volti a rispondere a bisogni della persona e della collettività, grazie alla capacità di trasformare idee innovative in servizi e prodotti destinati a soddisfare esigenze generali e al tempo stesso creare valore economico e sociale. Possono partecipare Enti Pubblici, Cooperative e Consorzi capaci di creare sinergia con realtà agricole a fini sociali. Solo per questa categoria l’età non è vincolante. “Creatività”, infine, centra l’attenzione sull’originalità di idea, di prodotto e di metodo.

Le iscrizioni rimarranno aperte fino al 15 aprile 2018 e si possono presentare attraverso il sito web http://giovanimpresa.coldiretti.it. o presso le sedi territoriali Coldiretti. “Questo premio non è solo un concorso ma il racconto di un settore che in questi anni ha saputo reinterpretarsi affidandosi anche alla capacità innovativa di una nuova generazione di imprenditori agricoli” spiega Elena Tortoioli, delegata Coldiretti Giovani Impresa Umbria.

 

FERRARA, NELLA GIORNATA DEGLI ALBERI DONATO UN SUSINO A SCUOLA D’INFANZIA

 

Tanti i bimbi che stamattina hanno preso parte alla diciottesima edizione della Festa degli Alberi, che si svolge nel primo giorno di primavera e che per fortuna è stato finalmente soleggiato anche se piuttosto fresco. Clima che ha permesso di scendere nel giardino della scuola paritaria d’infanzia del Centro Italiano Femminile di Via Isabella d’Este a Ferrara, e poter conoscere più da vicino gli alberi e la loro importanza per la nostra vita e per la vita del pianeta.

Il responsabile provinciale di Campagna Amica, Riccardo Casotti, ha dapprima illustrato le caratteristiche degli alberi per poi passare a mostrare l’albero da frutto che da oggi arricchisce l’area verde della scuola, un susino della varietà Santa Rosa.

Dopo aver illustrato le varie parti dell’albero e la loro funzione, si è passati a scavare la buca per mettere a dimora la pianta, da oggi affidata alle cure dei bambini e delle docenti, con l’auspicio che possa arrivare a produrre i dolci e succosi frutti.

Con la consegna dell’attestato della giornata alle insegnanti ed il dono della ruota della stagionalità di frutta e verdura si è conclusa l’iniziativa che vedrà nelle prossime settimane tornare Campagna Amica per una lezione e laboratorio sul grano, la farina ed il pane.

“Queste occasioni – ha ricordato Casotti – sono importanti per trasmettere anche ai più piccoli il sentimento di appartenenza alla natura, ai suoi cicli, all’ambiente che ci circonda e che dobbiamo conoscere, far conoscere ed imparare a rispettare, ciascuno nel proprio ruolo, con la consapevolezza che abbiamo tutti quanti la responsabilità di preservare le risorse territoriali ed ambientali e di promuovere azioni di sostenibilità ambientale”.

 

CREMONA, PAOLO VOLTINI CONFERMATO ALLA GUIDA DELLA COLDIRETTI PROVINCIALE

 

Paolo Voltini confermato al timone di Coldiretti Cremona. Lo ha deciso con voto unanime, a scrutinio segreto, l’Assemblea Provinciale della Federazione riunita presso l’agenzia del Consorzio Agrario di Malagnino alla quale hanno partecipato tutti i presidenti di sezione, insieme al Direttore Mauro Donda, al Consigliere ecclesiastico monsignor Vincenzo Rini, ai rappresentanti di Giovani Impresa (Carlo Maria Recchia), Donne Impresa (Maria Paglioli), dell’Associazione pensionati (Oreste Casorati) e ai dipendenti di Coldiretti Cremona e Impresa Verde Cremona.

Per Voltini, classe 1972, imprenditore agricolo del settore del pomodoro da industria (dal 2002 è Presidente del Consorzio Casalasco del Pomodoro, una delle più importanti realtà a livello italiano e internazionale per la lavorazione del pomodoro), prosegue dunque l’impegno alla guida di Coldiretti Cremona, dopo quattro anni vissuti con grande determinazione ed intensità. Anni ripercorsi, in avvio d’assemblea, da un video che ha rimarcato alcune tappe del lavoro svolto, dai tanti interventi a difesa delle aziende agricole cremonesi (dal latte ai cereali, dalla carne all’ortofrutta) ai grandi eventi messi in campo dall’Organizzazione, cui Coldiretti Cremona ha saputo dare un fattivo contributo (da Expo 2015 al villaggio Coldiretti al Castello Sforzesco di Milano), dal nuovo corso impresso al Consorzio Agrario di Cremona dal momento in cui è diventato “a trazione Coldiretti”, alla presenza sempre più ricca e positiva sul territorio (dalla Giornata del Ringraziamento che ha conquistato il cuore della città di Cremona alle tante piazze in cui si fanno apprezzare prodotti e produttori di Campagna Amica).

“Coldiretti è la più importante associazione agricola italiana. Un primato che abbiamo saputo conquistare anche a livello provinciale, con quattro anni nel segno di una forte e determinata difesa delle nostre aziende e dell’agricoltura italiana – ha detto Voltini –. Abbiamo fatto molto, ma non abbastanza, ed il nostro cammino riparte proprio da qui. Dal coraggio, che dobbiamo sempre avere, di dire chiaramente come la pensiamo, anche se il nostro pensiero potrebbe essere “fuori dal coro”. In questi anni è stato salutare e necessario rompere con tutti i clichè e con tutti i salotti che negli anni hanno impoverito gli enti e l’economia agricola di questo territorio. Proseguiremo con determinazione su questa strada, lavorando anche sul fronte dei servizi ai Soci. Desideriamo essere sempre più puntuali ed efficienti, con una struttura capace di rispondere a tutte le istanze delle aziende agricole, garantendo loro le migliori soluzioni per affrontare il futuro. E con l’impegno di proseguire nelle vitali azioni e battaglie messe in campo da Coldiretti, a difesa del vero made in Italy, dell’economia del nostro territorio e del Paese”. 

Questa la composizione del nuovo Consiglio Direttivo di Coldiretti Cremona: Serena Antonioli (sezione di Vescovato), Mauro Berticelli (Vailate), Alberto Bettinelli (sezione di Offanengo), Fabrizio Bocchi (Rivarolo del Re), Lorenzo Cavalli (Casalmaggiore), Lorenzo Chiozzi (San Bassano), Lucio Compagnoni (Casteldidone), Emma Ghidoni (sezione di Crema), Raffaele Leni (sezione di Pessina Cremonese), Enrico Locatelli (Casalbuttano ed Uniti), Riccardo Lucini Paioni (Sesto ed Uniti), Pietro Manfredi (Ostiano), Gianpaolo Rancati (Motta Baluffi), Giannenrico Spoldi (sezione di Soresina), Armando Zerbini (Scandolara Ravara).  Nel Consiglio di Coldiretti Cremona entrano di diritto anche Carlo Maria Recchia (delegato provinciale di Coldiretti Giovani Impresa Cremona e neo delegato regionale di Coldiretti Giovani Impresa Lombardia), Maria Paglioli (Donne Impresa Coldiretti Cremona) e Oreste Casorati (Pensionati Coldiretti Cremona).

Al termine dell’assemblea il neo-costituito consiglio direttivo si è riunito per eleggere la Giunta, composta dai due vicepresidenti – Serena Antonioli e Mauro Berticelli –, da Enrico Locatelli, Giannenrico Spoldi e Armando Zerbini, oltre che dai membri di diritto, ovvero i responsabili di Giovani, Donne e Pensionati.

 

BRESCIA, TORNA IL PRENIO DELL’INNOVAZIONE IN AGRICOLTURA: APERTE LE ISCRIZIONI

 

Aperte le iscrizioni al premio per l’innovazione dedicato alle giovani start up nelle campagne italiane. Ad annunciarlo è la Coldiretti in occasione del via alla presentazione delle domande al nuovo concorso che punta a valorizzare le giovani realtà imprenditoriali italiane del settore agricolo e alimentare, che sono state capaci di emergere tra le altre grazie a un modello di impresa innovativo e sostenibile.

L’Italia con 55.121 imprese agricole italiane condotte da under 35 è al vertice in Europa nel numero di giovani in agricoltura, la provincia di Brescia registra tra il 2016 e il 2017 un incremento di aziende giovani e confermiamo il record lombardo 2017 con 703 azienda agricole individuali under 35.

“Il premio punta i riflettori sulla capacità di utilizzare l’innovazione per dare lustro alle tradizioni e ai prodotti locali, così come il ruolo dell’imprenditore per la tutela e l’arricchimento del territorio, e degli enti che sostengono il loro lavoro – specifica Davide Lazzari delegato di Giovani Impresa Brescia  – permette di dimostrare che l’agricoltura può essere il settore trainante per l’innovazione, attraverso le tante idee e innovazioni di processo e di prodotto che i giovani agricoltori di oggi hanno il coraggio di attuare. Invadendo anche altri settori, dall’utilizzo degli scarti agricoli nel settore edile all’abbigliamento sostenibile, i giovani Coldiretti dimostrano, anno dopo anno, che l’agricoltura è il settore fondamentale per lo sviluppo del Paese”.

Cibo, agricoltura e innovazione, ma non solo. Il mondo agroalimentare ha molte sfaccettature e diramazioni, che vanno a toccare e legarsi a molti altri settori, dal design al turismo. Obiettivo dell’iniziativa è promuovere l’agricoltura sana del nostro Paese che ha come testimonial le tante idee innovative di giovani agricoltori. Come sempre, nello spirito del concorso, saranno premiate quelle idee imprenditoriali che hanno saputo maggiormente coniugare tradizione e innovazione. Un occhio di riguardo sarà riservato ai progetti che avranno come obiettivo la tutela e l’arricchimento del territorio. Sei le categorie di concorso.Le domande di partecipazione potranno essere inviate fino al 15 aprile 2018, per informazioni ed iscrizioni contattate Massimiliano Poli 030/2457510 – segretario Giovani Impresa Brescia.

 

VERCELLI-BIELLA, T.U. FORESTALE: UNA BUONA NOTIZIA PER I NOSTRI BOSCHI

 

Coldiretti Vercelli Biella commenta positivamente l’approvazione del nuovo Testo Unico Forestale da parte del Consiglio dei Ministri, che potrà avere ricadute positive soprattutto nelle ‘terre alte’ delle nostre province. In particolare, è il Biellese a rivestire uno dei più alti indici di boscosità del Piemonte, con 46.011 ettari pari al 50% della superficie del territorio (superata solo dal Vco, che arriva al 57%); a Vercelli, invece, l’indice è del 29% con 61.122 ettari a bosco, concentrati in gran parte in Valsesia. In totale, la superficie forestale complessiva del Piemonte al 2016 è di 976.953 ha: i boschi coprono 932.514 ha, le altre superfici forestali 9.374 ha e l’arboricoltura da legno 35.065 ha.

“Con la nuova legislazione si va a riconoscere che solo i boschi gestiti sostenibilmente assolvono al meglio a funzioni importanti per la società, come la prevenzione dagli incendi, dalle frane e da alluvioni o l’assorbimento del carbonio, facilitando le attività ricreative e il benessere psicofisico in generale. Ed è quanto recepisce, appunto, il Testo Unico Forestale” commenta Paolo Dellarole, presidente di Coldiretti Vercelli Biella.

“I nostri boschi se valorizzati con pratiche di gestione sostenibile, possono rappresentare un fondamentale strumento di investimento nella crescita dell’indotto produttivo ad esso collegato, garantendo così lo sviluppo socio-economico delle aree marginali, rurali e di montagna. Sarà uno strumento utile anche per incentivare anche nelle nostre province la filiera del legno e valorizzare il nostro patrimonio boschivo che, come evidenziano i dati, fa arrivare il Piemonte in vetta alla classifica con la più ampia superficie forestale arborea a livello nazionale. Il bosco è un ecosistema complesso, ove la cura dell’uomo e dell’impresa agricola svolge un ruolo imprescindibile perché il loro sviluppo sia guidato e non degeneri nel totale abbandono”.

La nuova norma adotta inoltre strumenti adeguati per regolamentare la gestione del patrimonio forestale (i piani forestali territoriali, di indirizzo, e aziendali) compatibilmente con la conservazione della natura e facilitando la gestione di boschi abbandonati dai proprietari. Nel Biellese, come in Valsesia, i boschi sono da sempre un’importante risorsa rurale: la maggior parte delle superfici delle ‘terre alte’ è occupata in provincia di Biella da castagneti (circa 18.000 ettari contro i 10.000 del Vercellese): i faggeti occupano 16.500 ettari in Valsesia e 5.000 nel Biellese, i robinieti 6.300 nel Vercellese e 5.500 nel Biellese.

 

PIACENZA, ENTUSIASMO ALLA FESTA DEGLI ALBERI ALLA CARELLA

 

Entusiasmo alla scuola d’infanzia Carella dove per l’inizio della primavera, questa mattina, mercoledì 21 marzo, si è svolta la “festa degli alberi” promossa da Coldiretti nelle scuole per coinvolgere i bambini nella piantumazione di arbusti e piante diversi a seconda delle caratteristiche dei territori. I vivaisti dell’azienda di Campagna Amica Green Service di Podenzano Andrea Benassi e Danilo Campominosi hanno messo a dimora un albero ad alto fusto nel giardino dell’istituto scolastico, spiegando ai più piccoli l’importanza degli alberi nei cicli naturali.

Al riguardo, Coldiretti ricorda che ad oggi gli alberi occupano il 28% della superficie regionale, ma il loro potenziale non è adeguatamente valorizzato. La nuova legislazione – commenta Coldiretti – riconosce che solo i boschi gestiti sostenibilmente assolvono al meglio funzioni importanti per la società come la prevenzione degli incendi, delle frane e delle alluvioni o l’assorbimento di CO2.

In occasione della Giornata delle foreste, Coldiretti ha anche divulgato un’elaborazione su dati Effis per gli incendi che hanno colpito i boschi italiani dal 2008 a oggi: negli ultimi dieci anni in Italia gli incendi hanno distrutto 684mila ettari di alberi con un bosco su cinque bruciato nella stagione record del 2017.

“Per intervenire su questa situazione – commenta il direttore di Coldiretti Piacenza Giovanni Luigi Cremonesi che è membro del consiglio nazionale di Federforeste – è stato approvato il nuovo Testo Unico forestale con il quale si riconosce che solo i boschi gestiti sostenibilmente assolvono al meglio a funzioni importanti come la prevenzione dagli incendi, dalle frane e da alluvioni o l’assorbimento del carbonio, facilitando le attività ricreative e il benessere psicofisico in generale, con la possibilità di creare fino a 35mila nuovi posti di lavoro. La norma adotta inoltre strumenti adeguati per regolamentare la gestione del patrimonio forestale (i piani forestali territoriali, di indirizzo, e aziendali) compatibilmente con la conservazione della natura e facilitando la gestione di boschi abbandonati dai proprietari.

Il Testo Unico consentirà anche al settore di affrontare una situazione anomala che vede il nostro Paese con un’estensione di 10,9 milioni di ettari di foreste, che non è mai stata così elevata dall’unità d’Italia, importare l’80% del legno da altri Paesi, con gli arrivi che nel 2017 hanno raggiunto la quantità di 11,8 miliardi di chili”.

Nel frattempo, Cremonesi ricorda anche che il Gal del Ducato ha aperto un bando proprio per sostenere progetti diretti alla fruizione multifunzionale e turistico-ricreativa del bosco. Il bando è indirizzato al sostegno di progetti di investimento che concorrono al raggiungimento dei seguenti obiettivi:

– aumentare l’accessibilità, la sicurezza e la fruizione dei boschi; – creare opportunità di nuova occupazione; – accrescere la consapevolezza della “risorsa bosco” anche in chiave turistico-ricreativa. Si possono presentare domande sino al 20 di giugno.

Le risorse – indirizzate in particolare a imprese, consorzi e organizzazioni dei beni comuni comunque denominati – ammontano ad 800.000 euro e il sostegno è pari al 40% della spesa ammissibile. Le domande di sostegno, pagamento e variante vanno presentate utilizzando il Sistema Informativo Agrea.

 

PORDENONE, CESARE BERTOIA LASCIA LA PRESIDENZA DELLA COLDIRETTI PROVINCIALE

 

Cesare Bertoia, presidente di Coldiretti di Pordenone, si è dimesso dall’incarico con circa due mesi di anticipo rispetto alla scadenza naturale. L’associazione, infatti, ha avviato da inizio anno la fase dei rinnovi sul territorio e a breve ci sarà la convocazione dell’assemblea con l’elezione del nuovo presidente e del consiglio provinciale. Proprio al consiglio provinciale, nell’ultima seduta, Bertoia ha annunciato la sua decisione di dimettersi, dopo aver ricoperto per undici anni l’incarico (eletto in luglio 2007 e riconfermato nel 2012).

“Lascio la presidenza di Coldiretti – ha dichiarato Bertoia al Consiglio– ma certamente proseguirà la mia attenzione e il mio lavoro in favore delle imprese agricole; l’agricoltura – ha affermato – è il mio mondo e per questo continuerò ad impegnarmi, anche se in altri contesti. Sono orgoglioso del lavoro svolto in questi anni e sono sereno – ha concluso – perché lascio una Federazione in ordine sotto ogni punto di vista”. Bertoia ha infine speso parole di elogio per Coldiretti per la coerenza, la reputazione, la lungimiranza ed il coraggio con i quali porta avanti tante battaglie per il bene delle aziende agricole e di tutti i cittadini.

Numerosi gli interventi dei consiglieri per esprimere gratitudine a Bertoia per il lavoro svolto: tutti hanno riconosciuto la dedizione dimostrata con la presenza assidua sul territorio e l’efficacia nei ruoli di rappresentanza e confronto con le istituzioni. Ai ringraziamenti è seguito poi l’augurio e l’auspicio che possa continuare a impegnarsi in favore del settore agricolo, che ha bisogno di propri uomini sia negli enti economici che politici.

Il direttore Antonio Bertolla si è associato ai ringraziamenti a nome di tutta la struttura: “Bertoia – ha detto – ha mantenuto con equilibrio e rispetto i rapporti fra dirigenza e struttura, agevolando la sintonia che serve per agire con efficacia nelle attività degli uffici e in quelle sindacali”. Il consiglio provinciale ha affidato l’amministrazione ordinaria al vice presidente Pierangelo Spagnolo che avrà il compito quindi di traghettare Coldiretti Pordenone fino alla prossima assemblea elettiva.

 

COLDIRETTI, INGENTI DANNI DA MAREGGIATA NELLA COSTA TIRRENICA CATANZARESE

 

L’eccezionale mareggiata in corso sulla fascia tirrenica sta producendo ingenti danni alle strutture del Consorzio di Bonifica di Lamezia situate tra le località “La Macchia” e “La Vela” nel comune di Nocera Terinese, dove è in corso la posa in opera della condotta. La Coldiretti precisa comunque che tutta la fascia tirrenica fino a Scalea è interessata dalla mareggiata che sta arrecando disagi e danni.

I lavori di cui sopra – riferisce Coldiretti –  interessano la modifica del vecchio tracciato che era posto vicino al mare, e prevedono la sistemazione della condotta a lato della SS18 proprio per garantire l’irrigazione nelle aree situate lungo la fascia costiera. Le fortissime mareggiate in corso hanno arrecato danni alla tubazione posata in opera.  I lavori che si stanno realizzando, vengono effettuati a totale carico del Consorzio di Bonifica che utilizza fondi propri, e non sono a carico di altri Enti.

Il Presidente del Consorzio di Bonifica Tirreno Catanzarese Franco Arcuri, esprime grande preoccupazione per quanto sta accadendo e – ha dichiarato – che d’intesa con Coldiretti, si procederà alla quantificazione dei danni subiti dagli agricoltori e alle strutture del Consorzio unitamente ad un piano di interventi non appena le condizioni metereologiche lo permetteranno. Al momento l’eccezionale mareggiata in corso ha determinato la sospensione di ogni attività nelle zone interessate.

 

AREZZO, BURIAN DI PRIMAVERA? NO GRAZIE!

 

E’ Primavera solo sulla carta, sì perché nonostante il calendario ci ricordi “l’avvio della bella stagione”, le previsioni metereologiche invece ci riportano alla realtà dei gradi, bassi, molto bassi e che continueranno a scendere anche nei prossimi giorni. Il colpo di coda dell’inverno con il brusco abbassamento delle temperature fa scattare nelle campagne aretine l’allarme gelo soprattutto per i frutticoltori che temono per la fioritura di susini, peschi e albicocchi con conseguente perdita dei prossimi raccolti, dopo un 2017 davvero drammatico per l’agricoltura aretina.

“Sul territorio della nostra provincia – spiega il Direttore di Coldiretti Arezzo Mario Rossi – c’è questo rischio, specie nelle aziende orticole e fruttifere, per questo Coldiretti Arezzo, a seguito di un accordo con l’Università di Firenze e con il CNR, ha attivato un servizio di allerta gelate che in caso di cambiamenti bruschi del clima si attiva il cosiddetto ‘sistema antibrina’ e un sms arriva direttamente sul cellulare o sul terminale dell’agricoltore che viene avvertito preventivamente e che a quel punto, ripeto, a qualsiasi ora del giorno e della notte, può attivare tutte le necessarie operazioni per prevenire o limitare al massimo i danni”.

Sono state dislocate infatti delle centraline che segnalano l’andamento meteo dati le situazioni del tempo minuto per minuto nel corso delle 24ore. “La gelata prevista nelle prossime ore – prosegue Rossi – arriva in un momento particolare per le piante, come ad esempio i peschi che iniziano proprio in queste settimane a fiorire – sono molte le variabili metereologiche ma ci auspichiamo che la temperatura non scenda troppo al disotto dello zero per salvare le primizie di stagione sopravvissute alla precedente tempesta siberiana”.

L’arrivo del maltempo posticipa anche le semine di mais e legumi dove si trovano molti terreni inzuppati d’acqua, si tratta degli effetti di un pazzo inverno segnato da precipitazioni superiori del 16% la media storica tra pioggia, neve e gelo.

“Nonostante i danni provocati nelle campagne dal maltempo con l’arrivo del freddo non si è registrato un aumento dei prezzi dei prodotti – afferma il Presidente di Coldiretti Toscana e Arezzo Tulio Marcelli – secondo un’analisi della Coldiretti sulla base dei dati Istat relativi all’inflazione a febbraio sul carrello della spesa, sono crollati i prezzi delle verdure con i vegetali freschi che fanno registrare una diminuzione del 21,4% rispetto allo scorso anno. In un momento di grande difficoltà – prosegue Marcelli – acquistare frutta e verdura del territorio e nazionale è un atto di solidarietà a favore dell’economia e dell’occupazione locale ma anche di un aiuto al proprio benessere per combattere il grande freddo con prodotti salutari”.

Negli ultimi mesi è stato un susseguirsi di eventi estremi, sfasamenti stagionali e precipitazioni brevi, ma intense e il repentino passaggio dal sereno al maltempo. Siccità e bombe d’acqua con forti piogge a carattere alluvionale, ma anche gelate e picchi di calore anomali si alternano durante l’anno e in tutto il Paese. “Siamo di fronte agli effetti dei cambiamenti climatici che si stanno manifestano con pesanti effetti sull’agricoltura italiana – spiega il Presidente Marcelli – con danni stimati in 14 miliardi di euro negli ultimi dieci anni”.

 

ORISTANO, DIGA DI BUSACHI: APPELLO PER LO SBOCCO DEL PIANO DI RISANAMENTO

 

Si è finalmente conclusa la lunga battaglia giudiziaria tra Regione Sardegna ed Enel che riporterà alla Regione la proprietà e la disponibilità delle centrali idroelettriche Tirso 1 e Tirso 2 della diga di Busachi. Una struttura ed un servizio basilare per la gestione del consorzio di Bonifica dell’oristanese. Le centrali infatti, concesse in passato dalla Regione Sardegna al Consorzio di Bonifica Oristanese, vennero cedute dallo stesso all’ ENEL per la produzione e gestione dell’energia. In cambio l’ente consortile   avrebbe dovuto ricevere, annualmente, una cospicua somma di danaro. Una soluzione strategica per abbattere i costi dell’acqua e drenare risorse. Soluzione invece verificatasi con somme irrisorie.

La conclusione della lunga e costosa vicenda legale, promossa dal Consorzio di Bonifica di Oristano, con l’allora   commissario e ex direttore generale Paolo Mastinu, riporta giuste aspettative, anche economiche, all’ ente. Ci aspettiamo che la decisione porti a una concreta ricaduta economica anche per il nostro territorio – affermano il presidente Coldiretti Oristano Giovanni Murru e il vice direttore Emanuele Spanò – a partire dall’abbattimento o contenimento dei costi dell’acqua e della situazione debitoria del Consorzio Oristanese.

Coldiretti Oristano nel manifestare soddisfazione per la positiva conclusione della vicenda delle centrali idroelettriche rimarca però la forte preoccupazione riguardo al piano di risanamento del Consorzio di bonifica oristanese, ancora fermo al palo.

Il grande lavoro di analisi e programmazione – affermano i dirigenti Coldiretti –  abbinato ad uno straordinario impegno riguardo al contenimento dei costi e all’ avvio di rilevanti investimenti, deve portare il consorzio oristanese a risolvere il forte indebitamento. Questa la strada delineata dal commissario dell’ente e condivisa dai consorziati e dalle associazioni agricole. Tuttavia, ancora oggi, non si hanno notizie della approvazione del Piano da parte della Regione Sardegna. Un impedimento “tecnico” che limita anche l’operato del consorzio e rischia di minare il buon lavoro finora svolto. Ci appelliamo alla Regione – concludono Murru e Spano – affinché si trovi una soluzione in tempi celeri.  

 

VENEZIA, IL SANDONATESE ANDREA COLLA NUOVO PRESIDENTE COLDIRETTI LAGUNARE

 

L’assemblea dei dirigenti di Coldiretti Venezia si è riunita questa mattina presso l’hotel Russot di Mestre eleggendo come presidente della maggiore organizzazione provinciale agricola Andrea Colla, trentun anni di San Donà di Piave(Ve). Dal gennaio 2017 socio amministratore e rappresentante legale della Società Vivai Colla s.s, azienda di 200 ettari, nata nel 1966 specializzata nella produzione  di barbatelle innestate delle varietà di uva da vino e da tavola, cresciuta nel tempo fino a raggiungere dai 20.000 innesti iniziali gli 8 milioni, diventando l’azienda vivaistico – viticola privata più grande in Italia. Una bella soddisfazione per la famiglia Colla dedicata con passione e specializzazione a questa attività da ormai tre generazioni.

Seguendo l’esempio del padre, Andrea sin da giovanissimo ha saputo orientare i suoi interessi in materia agricola accrescendo il patrimonio di conoscenza e specializzazione utile allo sviluppo dell’azienda. Laureato in Scienze e Tecnologie Viticole ed Enologiche nella facoltà di Agraria a Padova, durante il suo percorso di studi partecipa in modo attivo a varie iniziative culturali e sociali fino ad essere eletto nel 2015 Presidente del Club giovani soci della Banca San Biagio del Veneto Orientale, rappresentando 1600 giovani tra i 18 e 35 anni.

Ora invece di soci ne dovrà rappresentare oltre 5000, base sociale di Coldiretti Venezia che si colloca nel panorama economico  come associazione imprenditoriale moderna e competente, con strutture territoriali al servizio degli associati, focalizzata sullo sviluppo dell’agricoltura, e profondamente attenta all’interpretazione delle istanze della società  per la costruzione del futuro, fortemente dedicata al progetto nazionale “La Filiera agricola tutta italiana” per valorizzare e promuovere il vero prodotto agricolo Made in Italy. Gli obiettivi sono assicurare una giusta remunerazione a chi produce, garantire sicurezza, origine, genuinità e qualità ai consumatori italiani, esaltare i primati e le distintività dei nostri territori, portando un accrescimento del patrimonio complessivo del nostro Paese.

“E’ un’importante sfida quella che mi approccio ad affrontare- ha esordito il neo presidente ringraziando il presidente e il consiglio uscente per il grande lavoro svolto in questi 6 anni – cercherò insieme alla struttura e ai dirigenti di incentivare lo sviluppo delle aziende locali con la collaborazione delle amministrazioni e dando particolare attenzione ai giovani che decidono di investire in agricoltura cercando di facilitarli nell’accesso al credito”.

Volti giovani sono comunque quelli dei 7 consiglieri di Coldiretti che insieme alla responsabile di Donne impresa, Giovani impresa e Federpensionati andranno a comporre con entusiasmo il Consiglio di Coldiretti Venezia, pronto a dedicarsi ad un nuovo capitolo dell’agricoltura veneziana. 

Molto sentito l’intervento del presidente uscente Stefano Ervas che ha ripercorso le tappe salienti del periodo trascorso ai vertici della Federazione e di guida del gruppo di Giovani Impresa. “Mi rende orgoglioso lasciare il testimone ad un giovane agricoltore, Andrea Colla a cui auguro di lavorare con determinazione insieme al nuovo consiglio mirando con lungimiranza di raccontare ai cittadini il grande valore del nostro lavoro e quindi dell’agricoltura italiana”. Presenti all’assemblea il direttore di Coldiretti Venezia Giovanni Pasquali che insieme ai segretari di zona e capi area hanno augurato un buon lavoro alla nuova compagine provinciale.

Il consiglio di Coldiretti Venezia è formato da sette consiglieri che rappresentano le zone della provincia e i tre rappresentanti di Donne impresa, Giovane impresa e Federpensionati: Borgo Michele, azienda orticola monocoltura carciofo sant’Erasmo, Zona di Cavallino – Treporti; Liviero Marco, azienda cerealicola, Zona di Cavarzere; Garbin Patrizio, azienda orticola, Zona di Chioggia; Cassandro Sebastiano, azienda zootecnica, Zona di Dolo; Pegoraro Andrea, azienda cerealicola, Zona di Portogruaro; Favaretto Tiziana, azienda agrituristica e didattica, Zona di  San Donà di Piave; Pasin Tania, azienda agrituristica, Zona Mirano Mestre; Greguol Adriano, azienda zootecnica, Senior; Bertaggia Luca, azienda orticola sementiera, Giovani Impresa; Veronese Raffaella, azienda cerealicola, Donne Impresa.

 

ORISTANO, SVERSAMENTO ACQUA A MARE: UNO SPRECO DI PREZIOSE RISORSE IDRICHE

 

“Capiamo i motivi legati alla sicurezza per i cittadini e il territorio, che rimangono fondamentali, tuttavia è assurdo che, dopo anni di siccità, si assista ad un generico spreco di preziose risorse idriche”. E’ il pensiero del presidente provinciale Giovanni Murru riguardo allo sversamento dell’acqua dalla piccola diga di Pranu Antoni di Fordongianus che, per ragione di sicurezza, deve mantenere un basso livello. Per il presidente Coldiretti Oristano è paradossale che bastino poche giornate di pioggia, dopo anni di siccità, a mettere in difficoltà i bacini di raccolta.

Nell’Isola ci sono territori – rimarca – che lamentano come in futuro andranno comunque incontro a restrizioni e contingentamenti dell’acqua, sia per uso irriguo che domestico. E’ inaccettabile che le istituzioni preposte non siano ancora in grado di programmare un efficiente invaso della risorsa idrica. Per Coldiretti Oristano è questo un chiaro indicatore del ritardo strutturale che ancora manifesta l’Isola riguardo ad opere o infrastrutture funzionali all’ obiettivo di consentire all’ Isola di affrontare senza drammi periodi siccitosi.

Per Emanuele Spanò, vice direttore provinciale Coldiretti, occorrerebbe approfittare di situazioni come quella attuale per accumulare risorse idriche per i tempi di secca. Sono tanti anche nel nostro territorio – afferma – i rivi stagionali con buone portate che vanno direttamente a finire sul mare. Per quanto sia fisiologico che una parte dell’acqua scorra verso il mare, appare sempre più indispensabile addivenire alla realizzazione di un programma organico di raccolta delle acque.

Coldiretti rimarca anche la situazione della nuova diga, tra Busachi e Fordongianus, oggi collaudata per una capienza di 370 milioni di metri cubi (attualmente con 320 milioni contenuti), in caso di auspicabili ulteriori piogge, sarebbe costretta al rilascio dell’acqua. E’ necessario portare avanti il progetto e gli studi appropriati – concludono Murru e Spanò –  per aumentare la capacità della diga. Sarebbe già questa una risposta duratura alle periodiche stagioni siccitose.

 

CALABRIA, CONSORZIO EX VALLE LAO SCALEA GESTITO NEL SEGNO DELLA CONCRETEZZA

 

Sono nel segno della concretezza i primi atti adottati dal commissario Marsio Blaiotta, presidente dell’Anbi Calabria, nominato dalla Giunta Regionale e insediatosi solo sette giorni fa alla guida del Consorzio di Bonifica ex Valle Lao di Scalea (CS). “L’esperienza e le capacità del neo Commissario – sottolinea Molinaro presidente di Coldiretti Calabria – hanno consentito un impatto rapido ed efficace nell’Ente Consortile commissariato da oltre due anni. 

Blaiotta infatti ha proceduto al pagamento ai dipendenti di diversi mesi di stipendi arretrati e ha adottato alcune importanti deliberazioni che rimettono in linea il Consorzio su adempimenti fondamentali per la vita dell’Ente. Blaiotta ha programmato nei prossimi giorni un giro d’orizzonte con il territorio ed in particolare con gli agricoltori e i sindaci. Adesso si avvieranno i servizi agli agricoltori e al territorio con particolare attenzione a quello irriguo che riveste una importanza notevole. Via via saranno affrontati tutti i dossier rimasti in sospeso nei due anni di commissariamento.   

 

TORINO, CAMPAGNA AMICA INSEGNA L’UTILITÀ DEGLI ALBERI NELL’ECOSISTEMA

 

Arriva la primavera e con essa la Festa degli alberi, promossa da Campagna Amica Coldiretti nelle scuole. Fabrizio Galliati, presidente di Coldiretti Torino, informa: “L’iniziativa, giunta alla 18esima edizione, con il patrocinio del ministero delle Politiche agricole, alimentari e forestali e del Ministero della Pubblica istruzione, è mirata a sensibilizzare i bambini e i ragazzi sull’importanza del verde per contrastare le emissioni di anidride carbonica, l’inquinamento dell’aria, prevenire il rischio idrogeologico e la perdita di biodiversità. Ma anche per fargli comprendere l’importanza degli alberi nei cicli naturali e educarli a una più profonda conoscenza delle colture locali”.

Oggi, 21 marzo 2018, la Festa degli alberi si è svolta all’Istituto d’istruzione superiore Majorana, di Moncalieri, che comprende liceo scientifico, linguistico e sezione tecnico-commerciale. Una collaborazione, oramai consolidata, quella tra Coldiretti Torino, il liceo e il territorio metropolitano moncalierese che dura da due anni, grazie anche alla disponibilità e alla sensibilità del sindaco, Paolo Montagna, e degli assessori Angelo Ferrero e Giuseppe Messina. Una cooperazione che comprende sia progetti di alternanza scuola lavoro sia programmi di educazione al consumo critico di valorizzazione del settore agricolo e del cibo in generale. Stamattina, alla presenza della vicepreside del Majorana, Lorella Garbossa, gli studenti della classe 4 hanno messo a dimora nell’aiuola del cortile una piantina di melo della varietà Gala.

 

NOVARA-VCO, DAL TESTO UNICO FORESTALE RICADUTE POSITIVE PER I NOSTRI BOSCHI

 

Coldiretti Novara Vco commenta positivamente l’approvazione del nuovo Testo Unico Forestale da parte del Consiglio dei Ministri, che potrà avere ricadute positive soprattutto nelle ‘terre alte’ delle nostre province. In particolare, è il Verbano Cusio Ossola a distinguersi in Piemonte per il più alto indice di boscosità, con 129.782 ettari pari al 57% della superficie del territorio (35.528 gli ettari nel Novarese, con un indice di boscosità del 27%). In totale, la superficie forestale complessiva del Piemonte al 2016 è di 976.953 ha: i boschi coprono 932.514 ha, le altre superfici forestali 9.374 ha e l’arboricoltura da legno 35.065 ha.

“I nostri boschi se valorizzati con pratiche di gestione sostenibile, possono rappresentare un fondamentale strumento di investimento nella crescita dell’indotto produttivo ad esso collegato, garantendo così lo sviluppo socio-economico delle aree marginali, rurali e di montagna. Sarà uno strumento utile anche per incentivare anche nelle nostre province la filiera del legno e valorizzare il nostro patrimonio boschivo che, come evidenziano i dati, fa arrivare il Piemonte in vetta alla classifica con la più ampia superficie forestale arborea a livello nazionale. Il bosco è un ecosistema complesso, ove la cura dell’uomo e dell’impresa agricola svolge un ruolo imprescindibile perché il loro sviluppo sia guidato e non degeneri nel totale abbandono -commenta Sara Baudo”.

La nuova norma adotta inoltre strumenti adeguati per regolamentare la gestione del patrimonio forestale (i piani forestali territoriali, di indirizzo, e aziendali) compatibilmente con la conservazione della natura e facilitando la gestione di boschi abbandonati dai proprietari.

Nel Verbano Cusio Ossola, come nell’Alto Novarese, i boschi sono, da sempre, un’importante risorsa rurale: la maggior parte delle superfici delle ‘terre alte’ è occupata da castagneti (circa 25.000 ettari nel Vco e 9.200 nel Novarese): i faggeti occupano 32.700 ettari nel Vco e 270 nel Novarese, i robinieti 10.200 nel Novarese e 800 nel Vco, dove invece sono presenti 16.200 ettari a lariceti, la cui percentuale è invece trascurabile in provincia di Novara.

 

CREMONA, CAMPAGNA AMICA ALLA FESTA DELL’ALBERO A CREMA

 

Si è posta tutta nel segno del progetto di educazione agroalimentare “La Campagna nel mio piatto” (il percorso didattico che sta conducendo gli agricoltori di Campagna Amica nelle scuole del territorio, per incontrare alunni e studenti e testimoniare come nasce il cibo autenticamente made in Italy) la partecipazione di Coldiretti Cremona alla ventesima edizione della Festa dell’Albero svoltasi stamattina in piazza Duomo a Crema, con la regia dell’Istituto di agraria Stanga e del Comune di Crema. 

Ai tantissimi alunni incontrati Coldiretti ha donato una mela (invito a scegliere una merenda buona e sana, garantita dagli agricoltori), ma anche un cappellino giallo (simbolo del prezioso lavoro dei coltivatori e degli allevatori) e centinaia di palloncini, con la scritta #Stopcibofalso, nel segno della mobilitazione che vede gli agricoltori della Coldiretti impegnati nella petizione che chiede all’Europa di rendere obbligatoria l’indicazione dell’origine in etichetta per tutti gli alimenti, “a difesa della salute dei cittadini e per tutelare il cibo italiano e l’economia del nostro Paese”.

“Dopo questa splendida giornata di festa e di incontro in piazza Duomo a Crema, il nostro percorso nelle scuole prosegue, con il racconto della nostra agricoltura e delle nostre campagne. Con il progetto “La Campagna nel mio piatto” sono gli stessi agricoltori a mostrare ai bambini come nascono i loro prodotti – evidenza Giacomo Maghenzani, segretario provinciale di Coldiretti Giovani Impresa Cremona –. Anche la giornata di oggi, con questa bellissima “festa dell’albero”, è stata per noi una preziosa occasione per dialogare con bambini e ragazzi sul fondamentale tema del cibo, sottolineando il valore della genuinità, dell’origine certa, della stagionalità, della garanzia di qualità e sicurezza che gli agricoltori italiani possono dare, con la professionalità e passione che quotidianamente pongono nel loro lavoro”.

 

IMPERIA, GIANLUCA BOERI ELETTO PRESIDENTE PROVINCIALE DI COLDIRETTI

 

È Giovanni Luca Boeri il nuovo Presidente di Coldiretti Imperia, eletto nella giornata di ieri assieme al nuovo Consiglio Direttivo composto da Federico Allavena, Baldizzone Andrea, Boeri Paolo, Bolognesi Marco, Bassan Denis, Castello Alberto, Plando Marisa, Ranoisio Andrea, Siffredi Carlo. La squadra poi si è completata con la nomina dei rappresentanti dei tre movimenti: Gioele Calvi Delegato Giovani Impresa, Giorgia Filiberto Rappresentante Donne Impresa, Fernando Sasso Presidente dell’Associazione Pensionati.

È giunto, quindi, al termine il rinnovo delle cariche per Coldiretti Imperia, iniziato nei mesi scorsi con l’elezione dei Presidenti e Vice Presidenti delle 18 sezioni comunali e intercomunali della Provincia, del Presidente di Federpensionati, del Delegato Giovani Impresa Coldiretti e della Responsabile provinciale Donne Impresa. Da Ieri, la Coldiretti di Imperia, ha una nuova Dirigenza, che guiderà l’Organizzazione Agricola più rappresentativa del territorio, per i prossimi cinque anni.

Il nuovo Presidente è un giovane dell’ ‘83 di Taggia, laureato in Florovivaismo e gestione aree verdi e difesa integrata delle colture, e titolare dell’azienda florovivaistica Boeri, specializzata nella coltivazione di fiori recisi, che vanta ad oggi circa tre ettari di coltivazioni protette destinate a vari tipologie di fronde verdi, e circa un ettaro con più di 60.000 piante di ranuncolo e 3.000 piante di Peonia erbacea da reciso.

“Sono lusingato – afferma il neo Presidente Giovanni Luca Boeri – della fiducia che mi è stata dimostrata. Amo il mio territorio e conosco le problematiche che il mio settore deve affrontare quotidianamente, ma sono pronto a conoscere e capire gli altri settori, le loro difficoltà, le loro esigenze. Svolgerò con il massimo impegno l’attività politico sindacale che il mio ruolo richiede facendomi da tramite tra le imprese che operano sul territorio e la Federazione: dobbiamo batterci tutti insieme per portare avanti idee concrete, che rispondano in maniera chiara alle criticità, e cercare in ogni modo di tutelare e valorizzare al massimo le nostre imprese e, di conseguenza, il nostro territorio.

Solo tramite la politica sindacale messa in campo da Coldiretti, potremo ridare dignità ai nostri imprenditori. Siamo sempre più consapevoli e coscienti, che il modello di agricoltura voluta fortemente da Coldiretti sia l’unica strada ad oggi percorribile, per tutelare le nostre produzioni. Le politiche sindacali che Coldiretti, ha posto al centro della propria agenda, sono politiche che guardano all’intero Paese, allo sviluppo sostenibile e alla crescita economica del nostro Paese, alla tutela e valorizzazione del Made in Italy: in sintesi “se oggi l’agricoltura italiana è al centro del dibattito politico è solo grazie a Coldiretti”. Coldiretti Imperia, ringrazia cordialmente il Presidente uscente Antonio Fasolo, che ha ricoperto con grande passione ed energia la carica di Presidente di Coldiretti Imperia, negli ultimi 11 anni.

 

VERCELLI-BIELLA, GIOVANI IMPRESA: VIA ALLE ISCRIZIONI PER IL CONCORSO                                                                                                              

 

Con i giovani imprenditori agricoli che nel 2017 sono aumentati del 6% arriva il premio per l’innovazione dedicato alle giovani start up nelle campagne italiane. Sono, infatti, aperte le iscrizioni al nuovo concorso che punta a valorizzare le giovani realtà imprenditoriali italiane del settore agricolo e alimentare, che sono state capaci di emergere tra le altre grazie a un modello di impresa innovativo e sostenibile.

“L’Italia con 55.121 imprese agricole condotte da under 35 è al vertice in Europa nel numero di giovani in agricoltura” sottolineano Paolo Dellarole, presidente di Coldiretti Vercelli Biella e Alberto Franzi, delegato interprovinciale Coldiretti Giovani Impresa.

“Il premio punta i riflettori sulla capacità di utilizzare l’innovazione per dare lustro alle tradizioni e ai prodotti locali. L’iniziativa non è solo un concorso ma il racconto di un settore che in questi anni ha saputo reinterpretarsi affidandosi anche alla capacità innovativa di una nuova generazione di imprenditori agricoli. La nostra Organizzazione sta fortemente puntando sui giovani, fondamentali per il rinnovamento della nostra agricoltura, attraverso i quali il patrimonio agricolo Made in Vercelli-Biella viene implementato, innovato ed esportato”.         

Sei le categorie di concorso: Impresa3.Terra premierà i progetti di quelle giovani aziende agroalimentari che hanno creato una cultura d’impresa esemplare, riuscendo a incanalare creatività, originalità e grande abilità progettuale per lo sviluppo e la crescita dell’agricoltura italiana coniugando tradizione e innovazione. Campagna Amica valorizzerà i prodotti tipici italiani su scala locale, nazionale e mondiale rispondendo alle esigenze dei consumatori in termini di sicurezza alimentare, qualità e tutela ambientale.

Sostenibilità ambientale è la parola d’ordine di quei progetti che promuovono un modello di sviluppo sostenibile, riducendo al minimo la produzione di rifiuti, risparmiando energia e materiali attraverso processi che tutelano l’ambiente. Fare Rete prende in esame quei modelli di imprese, cooperative, consorzi agrari, società agricole e start up, capaci di creare reti sinergiche in grado di massimizzare i vantaggi delle aziende agroalimentari e del consumatore finale. Noi per il sociale promuove quei progetti volti a rispondere a bisogni della persona e della collettività, grazie alla capacità di trasformare idee innovative in servizi e prodotti destinati a soddisfare esigenze generali e al tempo stesso creare valore economico e sociale. Creatività centra l’attenzione sull’originalità di idea, di prodotto e di metodo. Le iscrizioni sono aperte fino al 15 aprile 2018. Per informazioni, rivolgersi presso gli uffici Coldiretti sul territorio.                                                   

 

PUGLIA, POMODORO: ETICHETTATURA PER FUTURO 2.0 DEL COMPARTO

 

La pubblicazione in Gazzetta Ufficiale 47 del 26 febbraio 2018 del decreto interministeriale per l’origine obbligatoria sui prodotti come conserve e salse, oltre al concentrato e ai sughi, che siano composti almeno per il 50% da derivati del pomodoro, firmato dall’ex Ministro per le Politiche Agricole Martina, di concerto con quello dello Sviluppo Economico Calenda sarà uno strumento di tutela e promozione della produzione pugliese, in particolare della provincia di Foggia e la base di partenza per il futuro del comparto, secondo quanto emerso nel corso del convegno organizzato oggi a Foggia.

“Il 40 percento del pomodoro italiano viene proprio dalla Capitanata – precisa Lorenzo Bazzana, Responsabile Settore Ortofrutta – Area Economica della Coldiretti Nazionale – e la provincia di Foggia è leader nel comparto con 3.500 produttori di pomodoro che coltivano mediamente una superficie di 26 mila ettari, per una produzione di 22 milioni di quintali ed una Produzione Lorda Vendibile di quasi 175.000.000 euro. Dati ragguardevoli se confrontati al resto d’Italia con i suoi 55 milioni di quintali di produzione e i 95mila ettari di superficie investita. A completare il quadro è da precisare che, pur essendo investiti a pomodoro 32mila ettari di superficie in Puglia, la maggior parte degli stabilimenti della trasformazione – in totale 223 – sono fuori regione, in particolare, 134 in Campania e 32 in Emilia Romagna.  E’ evidente, dunque, il danno arrecato alle imprese agricole pugliesi e alle produzioni tipiche e di qualità regionali dalle 82.000 tonnellate di concentrato di pomodoro provenienti dalla Cina per produrre salse ‘italiane’”.

Per la Coldiretti l’etichetta deve riportare obbligatoriamente la provenienza della materia prima impiegata per la frutta e verdura trasformata come i derivati del pomodoro, come chiede peraltro l’84 per cento degli italiani secondo la consultazione pubblica on line sull’etichettatura dei prodotti agroalimentari condotta dal ministero delle Politiche Agricole, che ha coinvolto 26.547 partecipanti sul sito del Mipaaf. Il consiglio della Coldiretti è, comunque, di preferire i prodotti, concentrato o sughi pronti, che volontariamente indicano sulla confezione l’origine nazionale 100% del pomodoro utilizzato.

“Si tratta di una attesa misura di trasparenza per produttori e consumatori dopo che dall’estero – rileva il Presidente di Coldiretti Foggia, Giuseppe De Filippo – sono arrivati nel 2017 ben 170 milioni di chili di derivati di pomodoro che rappresentano circa il 25% della produzione nazionale in equivalente di pomodoro fresco. Un fiume di prodotto che per oltre 1/3 arriva dagli Stati Uniti e per oltre 1/5 dalla Cina e che dalle navi sbarca in fusti da 200 chili di peso di concentrato da rilavorare e confezionare come italiano poiché nei contenitori al dettaglio è obbligatorio indicare solo il luogo di confezionamento, ma non quello di coltivazione del pomodoro. Nel 1985 il pomodoro da industria veniva pagato 180 lire. L’attuale prezzo è identico a quell’anno dell’anno scorso e del 1985. Ovviamente gli industriali continuano a chiedere di ridurre la produzione nazionale perché ritenuta eccessiva, mentre continuano inarrestabili gli sbarchi di pomodoro concentrato dall’estero, un affronto alle nostre produzioni di qualità made in Italy”.

“I derivati del pomodoro – aggiunge il Direttore di Coldiretti Foggia, Marino Pilati – sono il condimento più apprezzato dagli italiani che ne consumano circa 30 chili a testa all’anno a casa, al ristorante o in pizzeria secondo le stime della Coldiretti. Ad essere preferiti, sono stati nell’ordine le passate, le polpe o il pomodoro a pezzi, i pelati e i concentrati. Finalmente sarà possibile fare scelte di acquisto consapevoli e decidere se acquistare prodotti che arrivano da migliaia di chilometri di distanza spesso senza garantire gli standard di sicurezza europei oppure pomodori Made in Italy per sostenere l’economia e il lavoro sul territorio e l’indicazione dell’origine consentirà di valorizzare la qualità delle produzioni tricolori”.

La Cina – sottolinea la Coldiretti – ha conquistato il primato nel numero di notifiche per prodotti alimentari irregolari perché contaminati dalla presenza di micotossine, additivi e coloranti al di fuori dalle norme di legge, da parte dell’Unione Europea, secondo una elaborazione della Coldiretti sulla base della Relazione sul sistema di allerta per gli alimenti relativa al 2015. Su un totale di 2967 allarmi per irregolarità segnalate in Europa, ben 386 (15 per cento) – precisa la Coldiretti – hanno riguardato il gigante asiatico.

Il decreto – spiega la Coldiretti – prevede che le confezioni di tutti i derivati del pomodoro, sughi e salse prodotte in Italia dovranno avere obbligatoriamente indicate in etichetta le seguenti diciture: a) Paese di coltivazione del pomodoro: nome del Paese nel quale il pomodoro viene coltivato; b) Paese di trasformazione del pomodoro: nome del paese in cui il pomodoro è stato trasformato. Se queste fasi avvengono nel territorio di più Paesi possono essere utilizzate, a seconda della provenienza, le seguenti diciture: Paesi UE, Paesi NON UE, Paesi UE E NON UE. Se tutte le operazioni avvengono nel nostro Paese si può utilizzare la dicitura “Origine del pomodoro: Italia”.

Per consentire lo smaltimento delle scorte – continua la Coldiretti – i prodotti che non soddisfano i requisiti previsti dal decreto, perché immessi sul mercati sul mercato o etichettati prima dell’entrata in vigore del provvedimento, possono essere commercializzati entro il termine di conservazione previsto in etichetta.

 

NUORO-OGLIASTRA, CARLO PISTIS PRESIDENTE SEZIONE COLDIRETTI DI LOTZORAI

 

Continuano i rinnovi nelle sezioni locali della Coldiretti Nuoro Ogliastra, conferme e nuovi ingressi che sempre i maniera maggiore vedono protagonisti i giovani agricoltori e allevatori. Per la sezione Lotzorai-Tortolì che include anche Girasole, è stato riconfermato Carlo Pistis, allevatore ventinovenne che sta per avviare le attività per la trasformazione in azienda del latte. Suo braccio destro Giovannangelo Tegas, 40 anni, agricoltore del settore olivicolo e ceralicolo. Mentre Valentino Tangianu, è stato designato responsabile Giovani della sezione, dato questo che conferma la valenza sindacale dell’associazione rispetto alle richieste delle nuove generazioni che si affacciano in agricoltura che hanno l’esigenza di una maggiore incisione e attenzione in ciò che riguarda le politiche per i giovani agricoltori. I rinnovi nelle sezioni locali sono propedeutici a quelli provinciali e regionali, che porteranno poi al rinnovo del consiglio nazionale.

 

TORINO, LA REGIONE SBLOCCHI I PAGAMENTI DEL SALDO DELLA DOMANDA UNICA 2017

 

Persistono i problemi per i contributi Pac. Nonostante i notevoli sforzi compiuti per erogare i contributi relativi alla Domanda unica 2017 alle aziende in tempi congrui, Coldiretti Torino registra come permangano imprese che attendono di ricevere i pagamenti a saldo. Questo sta mettendo in difficoltà, e non poco, le aziende coinvolte che in provincia di Torino sono circa 2000.

“E’ urgente che la Regione sblocchi al più presto tale situazione – sottolineano Fabrizio Galliati, presidente di Coldiretti Torino –. Non è più accettabile che le imprese attendano ancora il saldo dei pagamenti relativi alla Pac 2017 anche perché, a seguito dell’andamento della scorsa campagna produttiva influenzata negativamente dall’andamento climatico, stanno già vivendo un momento di difficoltà economica. L’arrivo, quindi, di tali contributi darebbe sostegno all’attività dei nostri imprenditori ed un impulso complessivo all’agricoltura regionale”.

 

NOVARA-VCO, AL VIA IL CONCORSO CHE PREMIA L’INNOVAZIONE IN AGRICOLURA                                                

 

Con i giovani imprenditori agricoli che nel 2017 sono aumentati del 6% arriva il premio per l’innovazione dedicato alle giovani start up nelle campagne italiane. Sono, infatti, aperte le iscrizioni al nuovo concorso che punta a valorizzare le giovani realtà imprenditoriali italiane del settore agricolo e alimentare, che sono state capaci di emergere tra le altre grazie a un modello di impresa innovativo e sostenibile.

“L’Italia con 55.121 imprese agricole condotte da under 35 è al vertice in Europa nel numero di giovani in agricoltura” sottolineano Sara Baudo, presidente di Coldiretti Novara Vco e Luca Massara, delegato interprovinciale Coldiretti Giovani Impresa.

“Il premio punta i riflettori sulla capacità di utilizzare l’innovazione per dare lustro alle tradizioni e ai prodotti locali. L’iniziativa non è solo un concorso ma il racconto di un settore che in questi anni ha saputo reinterpretarsi affidandosi anche alla capacità innovativa di una nuova generazione di imprenditori agricoli. La nostra Organizzazione sta fortemente puntando sui giovani, fondamentali per il rinnovamento della nostra agricoltura, attraverso i quali il patrimonio agricolo Made in Novara-Vco viene implementato, innovato ed esportato”.       

Sei le categorie di concorso: Impresa3.Terra premierà i progetti di quelle giovani aziende agroalimentari che hanno creato una cultura d’impresa esemplare, riuscendo a incanalare creatività, originalità e grande abilità progettuale per lo sviluppo e la crescita dell’agricoltura italiana coniugando tradizione e innovazione. Campagna Amica valorizzerà i prodotti tipici italiani su scala locale, nazionale e mondiale rispondendo alle esigenze dei consumatori in termini di sicurezza alimentare, qualità e tutela ambientale.

Sostenibilità ambientale è la parola d’ordine di quei progetti che promuovono un modello di sviluppo sostenibile, riducendo al minimo la produzione di rifiuti, risparmiando energia e materiali attraverso processi che tutelano l’ambiente. Fare Rete prende in esame quei modelli di imprese, cooperative, consorzi agrari, società agricole e start up, capaci di creare reti sinergiche in grado di massimizzare i vantaggi delle aziende agroalimentari e del consumatore finale. Noi per il sociale promuove quei progetti volti a rispondere a bisogni della persona e della collettività, grazie alla capacità di trasformare idee innovative in servizi e prodotti destinati a soddisfare esigenze generali e al tempo stesso creare valore economico e sociale. Creatività centra l’attenzione sull’originalità di idea, di prodotto e di metodo. Le iscrizioni sono aperte fino al 15 aprile 2018. Per informazioni, rivolgersi presso gli uffici Coldiretti sul territorio.

 

 

Appuntamenti

 

FRIULI-VENEZIA GIULIA: A UDINE PRESIDIO COLDIRETTI CONTRO IL CETA

Venerdì 23 marzo

 

 

Continuano le iniziative anti-Ceta di Coldiretti Fvg. La Federazione, contraria all’accordo di libero scambio tra l’Unione Europea e il Canada, un’iniziativa fortemente penalizzante nei confronti del made in Italy, promuove un presidio venerdì 23 marzo a Udine, in via Savorgnana di fronte all’ex cinema Puccini, dalle 15.30 alle 19.

Presenti anche altre associazioni che si oppongono al Ceta – Stop TTIP Italia, Cgil, Arci, Adusbef, Movimento Consumatori, Legambiente, Greenpeace, Slow Food, Federconsumatori, Acli Terra e Fair Watch –, Coldiretti Fvg informerà i cittadini sulle motivazioni della sua posizione, appoggiata tra l’altro da tre comuni su quattro in Fvg e da numerosi parlamentari, e raccoglierà firme per la sua campagna Stop Cibo Falso, nell’ambito della petizione popolare indirizzata al Parlamento europeo e finalizzata a introdurre l’obbligatorietà dell’indicazione del Paese d’origine o luogo di provenienza dell’ingrediente primario di un alimento. “Un’etichetta trasparente, che indichi l’origine degli ingredienti – sottolinea il presidente regionale Dario Ermacora –, è determinante a tutela della salute, dato che ogni giorno corriamo il rischio di trovare nel piatto alimenti di qualità basse, se non tossici, provenienti dall’estero”.

 

TREVISO: IL MADE IN ITALY TRA ACCORDI INTERNAZIONALI E GUERRE COMMERCIALI.

Venerdì 23 e sabato 24 marzo

 

Studiare regole più eque che non si limitino a considerare il business economico tra Paesi, applicare norme che tengono conto del rispetto ambientale, della tutela sociale dei lavoratori e della sicurezza dei cittadini è la sfida che gli esperti di commercio estero e del diritto internazionale vogliono cogliere per valorizzare il Made in Italy nel mondo.

La riflessione prenderà avvio a Treviso nell’Aula Magna di San Leonardo dal pomeriggio di venerdì 23 fino a sabato mattina del 24 marzo con trasferimento nel Palazzo Giacomelli durante un convegno organizzato dall’Università degli Studi di Padova dal titolo “Quality agri-foods in international trade law: challenges ahead”. L’appuntamento che ha valore formativo per l’ordine degli avvocati, dei commercialisti e degli agronomi trevigiani ha il patrocinio della Regione Veneto, della Provincia ed è sostenuto da alcuni sponsor locali.

Saranno protagonisti dell’iniziativa esperti di fama mondiale come Petros Mavroidis professore alla Columbia University Law School di New York, Christian Haberli World Trade Institute – University of Bern e Jorge Castro membro del Servizio Legale dell’Organizzazione Mondiale del Commercio. Accanto a questi nomi di spicco ci saranno altri docenti stranieri (da Maastricht, Orleans, Parigi) e colleghi italiani di vari atenei tipo Venezia, Bologna, Roma oltre allo stesso patavino che si alterneranno al tavolo per affrontare il delicato equilibrio della circolazione delle merci nel sistema economico globale con particolare riguardo alla produzione agroalimentare.

Per questo nella seconda giornata sono previsti gli interventi dei rappresentanti dei principali Consorzi di Tutela, di alcuni imprenditori di punta del settore, del responsabile ministeriale della Repressione Frodi Gianluca Fregolent, nonché del Presidente della Coldiretti provinciale Walter Feltrin che insieme al Prefetto Laura Lega porteranno il loro contributo ai lavori coordinati dal Prof. Bruno Barel.

 

 

Brevi

 

BRESCIAColdiretti Brescia, in occasione della Santa Pasqua, incontra il Vescovo della Leonessa Pierantonio Tremolada. Il Presidente della Federazione Ettore Prandini sarà presente all’incontro che si terrà venerdì 23 marzo 2018 alle ore 10:00 presso la sede provinciale di Coldiretti Brescia in via San Zeno, 69 alla presenza di numerosi dirigenti di Coldiretti.