COMUNICATO STAMPA | Notizie dalle Federazioni

News La Forza del Territorio del 16 maggio 2022

17 Maggio 2022
News La Forza del Territorio del 16 maggio 2022

Primo piano

 

PUGLIA, ABBATTERE CINGHIALI IN TUTTE LE REGIONI, SONO 250MILA

Causano incidenti e ferimenti, distruggono i raccolti e diffondono la malattia

Serve un piano nazionale di abbattimento di fronte alla proliferazione dei cinghiali che riguarda ormai tutta la Penisola, dove in Puglia sono saliti a ben 250mila gli esemplari che rappresentano un pericolo per la sicurezza dei cittadini, per le attività agricole e rischiano di diffondere la peste suina ben oltre le aree infette. E’ quanto afferma la Coldiretti Puglia, chiedendo interventi e provvedimenti decisivi al presidente della Regione Puglia Emiliano e all’assessore regionale all’Agricoltura Pentassuglia, dopo il ferimento del giovane 14enne a Castellaneta e in riferimento all’annuncio del sottosegretario alla Salute Andrea Costa e all’istituzione della zona infetta a Roma per i casi accertati prevista dalla Decisione di esecuzione della Commissione europea dopo quella istituita in Piemonte e Liguria.

L’invasione di città e campagne da parte dei cinghiali viene vissuta dai cittadini come una vera e propria emergenza, tanto che oltre otto italiani su 10 (81%) pensano che vada affrontata con il ricorso agli abbattimenti, soprattutto incaricando personale specializzato per ridurne il numero secondo il sondaggio Coldiretti/Ixè.

“Serve responsabilità delle Istituzioni per un intervento immediato di contenimento della popolazione dei cinghiali, perché è necessario la loro riduzione numerica attraverso le attività venatorie, le azioni di controllo della legge 157/92 con l’articolo 19 e le azioni programmabili nella rete delle aree protette e anche nei centri abitati”, afferma Savino Muraglia, presidente Coldiretti Puglia.

I branchi – sottolinea la Coldiretti regionale – si spingono sempre più vicini ad abitazioni e scuole, fino ai parchi dove giocano i bambini, distruggono i raccolti, aggrediscono gli animali, assediano stalle, causano incidenti stradali con morti e feriti e razzolano tra i rifiuti con pericoli per la salute e la sicurezza delle persone.

“Tanti i nodi irrisolti a cui non vi è ancora risposta, dallo stato dell’arte del confronto tra Parchi del Gargano e dell’Alta Murgia e Regione Puglia, alla VAS del Piano di Monitoraggio e Gestione della specie cinghiale, dall’attuazione della delibera di giunta che ha previsto una procedura regionale informatizzata per consentire ai proprietari dei fondi di inoltrare la richiesta di intervento di controllo sui terreni “a rischio” al Regolamento regionale per l’attività della caccia di selezione, fino all’Albo regionale dei cacciatori abilitati alla caccia di selezione, di cui non vi è ancora traccia”, aggiunge il direttore regionale Piccioni.

La situazione è diventata insostenibile nelle campagne con danni per almeno 20 milioni di euro all’anno alle produzioni agricole ma – sottolinea Coldiretti Puglia – viene compromesso anche l’equilibrio ambientale di vasti ecosistemi territoriali in aree di pregio naturalistico con la perdita di biodiversità sia animale che vegetale.

Senza dimenticare il pericolo della diffusione di malattie evidenziato dallo stesso Piano di sorveglianza e prevenzione per il 2021 pubblicato dal ministero della Salute che ribadisce come i cinghiali abbiano una responsabilità fondamentale per la diffusione della Peste Suina Africana (Psa) e dunque una delle misure necessarie in Italia è la gestione numerica della popolazione di questi animali.

La Peste Suina Africana – sottolinea la Coldiretti – può colpire cinghiali e maiali ed è altamente contagiosa e spesso letale per questi animali, ma non è, invece, trasmissibile agli esseri umani e nessun problema riguarda la carne. Ad oggi i casi individuati di positività riguardano solo cinghiali e nessun maiale – continua la Coldiretti – è stato contagiato in Italia dalla Peste Suina Africana.

I cinghiali raggiungono i 180 centimetri di lunghezza, possono sfiorare i due quintali di peso e hanno zanne che in alcuni casi arrivano fino a 30 centimetri risultando assimilate a vere e proprie armi dalle conseguenze mortali per uomini e animali oltre a diventare strumenti di devastazione su campi coltivati e raccolti. Senza dimenticare che negli ultimi dieci anni il numero di incidenti stradali gravi con morti e feriti causati da animali è praticamente raddoppiato (+81%) sulle strade provinciali secondo la stima Coldiretti su dati Aci Istat. I branchi – conclude la Coldiretti – si spingono sempre più vicini ad abitazioni e scuole, fino ai parchi dove giocano i bambini, distruggono i raccolti, aggrediscono gli animali, assediano stalle, causano incidenti stradali con morti e feriti e razzolano tra i rifiuti con pericoli per la salute e la sicurezza delle persone.

 

 

Dal Territorio

 

 

TOSCANA, VINO: NASCE “VIGNETO TOSCANA”, 100 MILIONI DI COSTI IN PIU’ IN CANTINA  

E’ nato “Vigneto Toscana”. Porta la firma di Coldiretti Toscana il nuovo soggetto associativo che si occupa di costruire progetti di promozione e di sviluppo delle produzioni vitivinicole territoriali, a certificate e  non, e legate alle singole specificità dei territori. Il consiglio di amministrazione della nuova associazione è composto da un imprenditore vitivinicolo in rappresentanza di ogni provincia toscana: è questo lo spirito di collegialità di Vigneto Toscana che ha mosso formalmente i primi passi in occasione della prima assemblea che si è tenuta venerdì 13 maggio al The Lodge di Firenze. “La presenza di un imprenditore vitivinicolo per ciascuna provincia è un pilastro dello statuto. – ha spiegato il Presidente di Coldiretti Toscana, Fabrizio Filippi, che rivestirà inizialmente il ruolo di presidente di Vigneto Toscana – E’ un segnale chiaro, forte ed incontrovertibile della filosofia di questo nuovo soggetto che nasce all’interno della nostra organizzazione. Coldiretti vuole dare voce ai territori vitivinicoli della nostra regione offrendo uno strumento per conoscersi e promuoversi. All’interno di Vigneto Toscana ci sono le grandi produzioni ma anche le piccole etichette eroiche. L’altro aspetto è la condivisione delle esperienze per programmare azioni e trovare soluzioni. Abbiamo grandi aspettative nei confronti di questo nuovo soggetto che non si contrappone assolutamente al lavoro importante, strategico, indispensabile dei Consorzi di Tutela ma, al contrario, li affianca”. Del consiglio direttivo fanno parte Lidia Castellucci, Andrea Elmi, Fabrizio Bondielli, Raffaello Lunardi, Letizia Cesani, Giuseppe Mantellassi, Sabrina Biagi, Flavio Rabitti, David Ballini.

Al primo consiglio direttivo, presidiato dal Presidente di Coldiretti Toscana, Fabrizio Filippi  e coordinato dal Direttore regionale, Angelo Corsetti, hanno partecipato in qualità di relatori esterni il Presidente della Consulta Vino di Coldiretti e Presidente Coldiretti Sicilia, Francesco Ferreri; il responsabile nazionale settore vitivinicolo di Coldiretti, Domenico Bosco; il dirigente della Regione Toscana, Gennaro Giliberti; la direttrice del Consorzio Vino Chianti Classico, Carlotta Gori; la coordinatrice del Consorzio Vernaccia San Gimignano, Sara Grazzini; il Presidente del Consorzio Nobile di Montepulciano, Andrea Rossi; il Presidente del Consorzio Vino Toscana, Cesare Cecchi.

In occasione della prima assemblea di Vigneto Toscana, Coldiretti ha presentato il rapporto sulla guerra in cantina secondo cui i costi di produzione sono aumentati mediamente del 35% pesando sui bilanci delle imprese per circa 100 milioni di euro con una incidenza maggiore per i vitigni situati in terreni marginali o difficili. Gli incrementi in termini assoluti per le imprese del vino sono in media di 6.886 euro secondo l’analisi Coldiretti su dati Crea. Una bottiglia di vetro costa più del 30% in più rispetto allo scorso anno, mentre il prezzo dei tappi ha superato il 20% per quelli di sughero e addirittura il 40% per quelli di altri materiali. Per le gabbiette per i tappi degli spumanti gli aumenti sono nell’ordine del 20% ma per le etichette e per i cartoni di imballaggio si registrano rispettivamente rincari del 35% e del 45%, secondo l’analisi Coldiretti. Ma i prezzi degli ordini cambiano – aggiunge Coldiretti Toscana – ormai di settimana in settimana, rendendo peraltro impossibile una normale programmazione economica nei costi aziendali. Problemi anche per l’acquisto di macchinari, soprattutto quelli in acciaio, prevalenti nelle cantine, per i quali è diventato impossibile persino avere dei preventivi. Rincarato anche il trasporto su gomma del 25% al quale si aggiunge – continua Coldiretti Toscana  – la preoccupante situazione dei costi di container e noli marittimi, con aumenti che vanno dal 400% al 1000%. In generale, secondo il global index Freightos, importante indice nel mercato delle spedizioni, l’attuale quotazione di un container è pari a 9.700 dollari contro 1.400 dollari di un anno fa.

“Il settore – analizza Filippi – è uscito meglio di altri dalla lunga emergenza sanitaria, altra cosa sono invece le conseguenze del conflitto sui costi di produzione delle aziende del settore che per gli effetti sulle vendite, sullo straripante fenomeno speculativo che ha fatto lievitare tutti i prezzi, dai tappi di sughero al vetro, dalle etichette ai cartoni di imballaggio, dal trasporto ai container e noli marittimi. A preoccuparci sono le prospettive di un conflitto sul medio lungo periodo destinato a penalizzare le esportazioni non solo verso i paesi direttamente coinvolti, come Russia per via dell’embargo e delle sanzioni, e Ucraina, ma dell’intera area”.

La guerra in cantina

Tappi di sughero + 20%

Tappi sintetici + 40%

Gabbiette per tappi + 20%

Bottiglia di vetro + 30%

Cartone per imballaggio 35%

Etichette 45%

Container/Noli marittimi da 400% a 1.000%

La viticoltura toscana in sintesi

Numero aziende

12.700

Superficie media azienda

4,7 (ha)

Denominazioni

52 DOP (11 DOCG e 41 DOC) e 6 IGT

Superficie complessive a vigneto iscritta ad inventario

59.821 (ha)

Superficie totale biologica

19.028 (ha) pari a 32% superficie totale

Produzione totale di uva

2.845.158 (q.li)

Produzione vino totale

2.047.536 (q.li)

Produzione vini DOP (DOCG e DOC)

1.420.962 (hl)

Produzione vini IGT

561.970 (hl)

Produzione vigneti generici

64.604 (hl)

Principali vitigni iscritti all’albo

Sangiovese (36.017 ha), Merlot (4.834 ha), Cabernet Sauvignon (3.766 ha), Trebbiano Toscano (2.344 ha), Vermentino (1.857 ha)

 (fonte Ismea su dati Artea 2021)

 

 

CAMPANIA, CIBO DI QUALITÀ DONATO ALLE FAMIGLIE IN DIFFICOLTÀ

Mille chili di prodotti agroalimentari 100% Made in Italy donati alle famiglie in difficoltà seguite dall’Istituto Salesiano Don Bosco di Napoli. È l’iniziativa di solidarietà messa in campo dagli agricoltori italiani di Coldiretti, con la partecipazione di rilevanti realtà economiche e sociali del Paese – tra le quali Plasmon e la Federazione Italiana Medici Pediatri (FIMP) – a sottolineare l’importanza di un’alimentazione corretta nei primi mille giorni di vita del bambino: un requisito essenziale per la salute presente e futura dei più piccoli, spesso minacciata proprio dal disagio sociale e dall’indigenza.

La donazione di Napoli fa parte della  campagna “A sostegno di chi ha più bisogno” promossa da ColdirettiFiliera Italia e Campagna Amica, con la partecipazione di alcuni dei più importanti brand dell’agroalimentare italiano e di alcune fra le aziende più sensibili e attive sul fronte della responsabilità sociale d’impresa, tra cui  Plasmon, Bonifiche Ferraresi,  Eni, Snam, Intesa Sanpaolo, Generali, Barilla, Enel, Confapi, Tim, Inalca, Mutti, Parmigiano Reggiano, Osservatorio sulla Criminalità nell’Agricoltura e sul sistema Agroalimentare,  Crea.

È avvenuta oggi, proprio presso l’Istituto Salesiano Don Bosco, a Napoli, la consegna simbolica di alcuni dei pacchi solidali, alla presenza del Direttore del Centro, don Fabio Bellino, del Direttore regionale di Coldiretti Campania, Salvatore Loffreda, del Presidente nazionale della FIMP, Antonio D’Avino, e del Responsabile delle Relazioni istituzionali di Plasmon, Luigi Cimmino Caserta. All’interno dei pacchi solidali, le famiglie in difficoltà supportate dalla rete di solidarietà che gravita attorno ai Salesiani di Napoli troveranno alcune delle eccellenze dell’agroalimentare italiano, come pasta e riso, formaggi, sughi, salsa di pomodoro, tonno sott’olio, salumi, olio extra vergine d’oliva, legumi, farina, oltre naturalmente, a prodotti per l’infanzia come biscotti, pastine, omogeneizzati di carne e frutta e pouches di frutta.

Secondo gli ultimi dati Istat, in Italia ci sono oltre 5,6 milioni di persone in condizione di povertà assoluta. Si tratta del valore più elevato degli ultimi quindici anni. Di questi 5,6 milioni, 1 milione e 346 mila sono minori, con un aumento del 18% rispetto al periodo pre-pandemia. Contro la povertà, dall’inizio dell’emergenza sanitaria in tutta Italia sono stati oltre 5,5 milioni i chili di prodotti tipici Made in Italy, a filiera corta e di qualità, distribuiti dagli agricoltori della Coldiretti e Campagna Amica per garantire un pasto ai più bisognosi.

“Il Don Bosco di Napoli – dichiara Don Fabio Bellino – è un punto di riferimento per famiglie e per i ragazzi di quartieri popolari e popolosi della periferia napoletana, come il Rione Amicizia, la Doganella, l’Arenaccia. In questo territorio, spesso desertificato a livello di possibilità, rappresentiamo un’oasi educativa dove come salesiani rispondiamo pienamente alla nostra vocazione: dare di più a chi la vita ha dato di meno, attraverso lo sport, la formazione professionale, i laboratori di educativa territoriale. Alcune di queste famiglie messe in ginocchio da pandemia e crisi economica endemica si rivolgono a noi anche per i bisogni primari come quelli alimentari e noi, anche grazie a questa campagna, proviamo a rispondere a questi bisogni, soprattutto dei più piccoli“.

“I bambini devono nutrirsi in maniera sana e varia, con alimenti loro destinati, a partire dalla scelta della qualità della filiera – ricorda Antonio D’AvinoPresidente della Federazione Italiana Medici Pediatri – e iniziative come quella del Don Bosco di Napoli servono a ricordarci che tutta l’età pediatrica, soprattutto questa stagione della vita, ha diritto al rispetto dei Principi Costituzionali di uguaglianza e pari opportunità di un corretto sviluppo. La presenza nei pacchi solidali di alimenti specifici per bambini nella fascia d’età 0-3 anni è un segnale di sensibilità nei confronti di quelle famiglie che stentano a nutrire correttamente i più piccoli, avviandoli troppo spesso verso un futuro di malattie dismetaboliche, una tra tutte il diabete. Gli ultimi saranno i primi. Noi saremo al loro fianco in questo cammino che porta il bambino preso in carico oggi a diventare l’adulto sano di domani”.

“La nostra organizzazione – afferma Salvatore Loffreda, Direttore di Coldiretti Campania – ha piena consapevolezza del momento difficile che attraversa la nostra società, colpita pesantemente dal covid e oggi dalle conseguenze economiche della guerra con l’aumento dei costi. Il mondo agricolo, con le sue filiere, sente tutto il dovere di dare una mano alla nostra comunità. L’iniziativa di oggi è particolarmente significativa perché offre un piccolo sostegno ai più piccoli, speranza di tutti. Ma il ringraziamento va ai Salesiani e a quanti a Napoli sono ogni giorno l’ancora di salvezza per famiglie in difficoltà, oggi anche di quelle ucraine che fuggono dalle bombe”.

Abbiamo pensato all’Istituto Salesiani Don Bosco – dichiara Luigi Cimmino Caserta, Responsabile delle Relazioni istituzionali di Plasmon – non solo perché rappresenta un punto di riferimento irrinunciabile per le famiglie in difficoltà di alcuni fra i quartieri più particolari della città, ma anche perché incarna molti dei nostri valori aziendali. Anche noi crediamo che il sostentamento materiale e la corretta alimentazione vadano sempre accompagnati da formazione e trasparenza. Plasmon celebra nel 2022 i suoi 120 anni di storia, consolidando il proprio impegno nel valorizzare la filiera agroalimentare italiana destinata agli alimenti per i bambini e sostenendo le famiglie che in questo particolare momento vivono uno stato di difficoltà. Il nostro collegamento ha proprio l’obiettivo di rafforzare il messaggio sull’importanza fondamentale dell’alimentazione da 0 a 3 anni. Ci auguriamo che la nostra iniziativa possa richiamare l’attenzione di altre realtà aziendali e altri enti benefici, che scelgano di affiancare l’Istituto Salesiani Don Bosco nel suo imprescindibile impegno per le famiglie, i bambini e i ragazzi di Napoli”.

 

 

PUGLIA, AL VIA RACCOLTA PRIMIZIE ‘DIFESE’ DA INSETTO BUONO ANTAGONISTA

Con le primizie come la Bigarreau pronte ad arrivare sulle tavole dei consumatori, al via la raccolta delle ciliegie in Puglia dimezzata nelle quantità ma straordinaria per qualità, dove per la prima volta è stato presentato il Ganaspis Brasiliensis, l’insetto antagonista alleato nella lotta biologica contro il moscerino Drosophila suzukii che colpisce le ciliegie in maturazione. E’ quanto emerge dall’analisi di Coldiretti Puglia nel giorno in cui è iniziata la raccolta delle ciliegie giunte al giusto grado di maturazione.

“La qualità delle ciliegie è ottima ed il calibro consistente. La produzione di Bigarreau e Georgia segna una diminuzione del 55% di frutti sugli alberi rispetto allo scorso anno, a causa degli effetti della gelata che si sono fatti sentire sulle varietà precoci, mentre per la Ferrovia andrà decisamente meglio”, ha spiegato Bernardino Nardelli, presidente di Coldiretti Conversano.

La Puglia è la maggior produttrice di ciliegie in Italia, detiene con le sue quasi 32.000 tonnellate – spiega Coldiretti Puglia – il 35% della produzione Made in Italy che risulta concentrata nella provincia di Bari che da sola rappresenta il 96,4% della produzione regionale.

“Il via alla raccolta dei cosiddetti ‘frutti del paradiso’ vede gli agricoltori alle prese con il balzo dei costi di produzione e la grave siccità, per cui serve fare squadra per sostenere e rilanciare le ciliegie di Puglia attraverso il PSR, l’IGP, campagne di promozione, ricerca e innovazione, per cui abbiamo chiesto all’assessore regionale all’Agricoltura, Donato Pentassuglia, la convocazione urgente di un tavolo regionale che, a partire dalla riorganizzazione e dal rafforzamento delle filiera, avvii un piano di rilancio  del settore cerasicolo pugliese”, ha aggiunto il direttore regionale di Coldiretti, Pietro Piccioni.

La presenza di varietà obsolete e scarsa conoscenza e adeguata sperimentazione di varietà innovative, interessanti per i mercati nazionali e d’esteri – aggiunge Coldiretti Puglia – assieme ad elevati costi colturali, in particolare per la mano d’opera, peraltro di difficile reperimento e una disponibilità irrigua spesso limitata, sono elementi di forte criticità per un settore che in Puglia vale 22 milioni di euro. 

La produzione di ciliegie subisce anche gli attacchi di insetti alieni, come la Drosophila Suzukii, il moscerino che attacca prevalentemente dei piccoli frutti specie con buccia sottile come la ciliegia, per cui va sostenuta e finanziata la ricerca con risorse orientate a sostenere metodi di lotta al parassita, come la lotta biologica attraverso l’introduzione in Puglia dell’Imenottero Ganaspis Brasiliensis, che potrebbe contrastare la diffusione della Suzukii in Puglia. Il moscerino causa danni gravi e irreversibili su diverse specie produttrici di frutta con buccia sottile come ciliegie, fragole e l’uva a buccia sottile nei vigneti, rileva Coldiretti Puglia, si sta diffondendo indisturbato in assenza di efficaci antagonisti naturali ed è già stato individuato in 12 regioni italiane e in 13 Paesi europei.

“La costituzione di un tavolo tecnico-scientifico nazionale di coordinamento del Ganaspsis brasiliensins – ha spiegato il ricercatore pugliese Vincenzo Verrastro del CIHEAM BARI – impone una strategia di sostegno alla ricerca perché va garantito il monitoraggio continuo e avviato il piano operativo che prevede la scelta dei siti di rilascio del parassitoide Ganaspsis brasiliensins, lo studio dell’ampiezza delle aree in cui avverranno i lanci, il numero di individui da rilasciare per singolo sito, modalità di rilascio e verifica dell’efficacia dei rilasci”.

E’ necessario ricostruire una vera e propria filiera che sia in grado di valorizzare il prodotto anche attraverso una caratterizzazione territoriale della produzione – insiste Coldiretti Puglia – con la creazione di un Marchio che valorizzi le caratteristiche organolettiche della ciliegia e le capacità di produzione da parte degli operatori del settore, un marchio come la I.G.P.  che possa essere riconosciuta dal consumatore, per rendere competitiva una coltura tradizionale e tipica della Puglia.

La produzione di ciliegie è destinata esclusivamente al consumo fresco e per questa ragione devono essere mantenute integre le pezzature – Insiste Coldiretti Puglia – particolarmente consistenti per la ciliegia Ferrovia, la compattezza ed il sapore, attività che richiedono un’accuratezza nelle fasi di coltivazione e di raccolta facilmente riscontrabili, per cui la mano dell’uomo non può essere sostituita dalle macchine.

Le ciliegie sono uno dei frutti più amati e con meno calorie – aggiunge Coldiretti Puglia – e contengono vitamina A, vitamina C e vitamine del gruppo B. Sono inoltre una fonte da non sottovalutare di sali minerali, come ferro, calcio, magnesio, potassio e zolfo. Presentano, inoltre, oligoelementi importanti, con particolare riferimento a rame, zinco, manganese e cobalto. Le ciliegie contengono melatonina naturale, una sostanza che favorisce il sonno – conclude Coldiretti Puglia – e sono una fonte di antiossidanti, che aiutano il nostro organismo a contrastare l’invecchiamento provocato dai radicali liberi.

 

 

MOLISE, ALIMENTAZIONE: DONNE IMPRESA PROMUOVE QUELLA BUONA E SANA

Con la firma dell’Associazione Temporanea di Scopo (ATS) si va concretizzando il progetto “La buona e sana alimentazione non ha età”, nato dalla volontà di Coldiretti Donne Impresa Molise e finanziato dal Gal Molise Verso il 2000. Il Progetto mira all’educazione alimentare degli studenti delle scuole primarie e secondarie di primo e secondo grado e degli anziani della regione, riallacciandosi ad un percorso analogo già sperimentato da Coldiretti Donne Impresa Molise che, dal mese di maggio 2021, ha incontrato i bambini delle scuole primarie della provincia di Isernia e Campobasso impegnandosi nel difficile ed affascinante compito di educare i più piccoli alla sana e corretta alimentazione, anche in termini di sostenibilità ambientale.

Il Progetto, che partirà già in questo mese, vedrà come destinatari 17 plessi scolastici e 5 circoli anziani e si declinerà in lezioni e dimostrazioni pratiche ma anche laboratori e campus. Nelle attività progettuali saranno coinvolte 25 aziende agricole, agrituristiche e extragricole aderenti a Coldiretti, ben 16 delle quali guidate o le cui referenti sono donne, che promuoveranno il consumo e la commercializzazione dei prodotti locali attraverso una campagna educativa dedicata.

“Il lavoro di coprogettazione tra aziende ed esperti nell’ambito della nutrizione e della comunicazione – spiega Manuela Virtuoso, Responsabile Regionale di Coldiretti Donne Impresa – ha permesso di individuare e articolare obiettivi che impattino sul territorio attraverso logiche di cooperazione, interdisciplinarietá e accrescimento del potenziale di welfare delle aziende agricole”.

Nello specifico, spiega la Virtuoso: “per i bambini delle scuole primarie abbiamo ritenuto chiave la conoscenza dei prodotti alimentari, dei luoghi di produzione, dei loro valori nutrizionali e di come consumarli durante la giornata, attraverso la metodologia dell’imparare facendo; per i ragazzi delle scuole secondarie di primo grado, invece, abbiamo puntato sulla consapevolizzazione delle peculiarità e della qualità dei prodotti alimentari tipici del territorio, attraverso collegamenti tra le argomenti curriculari e attività esperienziali/laboratori di economia circolare; per i ragazzi delle scuole secondarie di secondo grado, ci siamo orientati sull’importanza della preparazione di piatti tipici e salutari, differenziati in base alle esigenze e sull’importanza del racconto del cibo e del loro ruolo nell’essere ambasciatori della cultura del cibo locale e sano; infine, per i circoli anziani, l’obiettivo è stato individuato nella valorizzazione delle antiche ricette e delle lavorazioni tradizionali, attraverso racconti autobiografici e ricerca di immagini e testi che traccino le abitudini alimentari del passato, ricostruiscano il cibo dei ricordi  e contribuiscano alla realizzazione dei piatti della memoria”. 

 

ELENCO DELLE AZIENDE PARTECIPANTI:

Polarstar; Mastantuoni Raffaella; Panariumlab di Virtuoso Manuela; Elisa; Di Iusto Bonifacio; Azienda Agrituristica Guado Cannavina di Amicone Felice; Azienda Agricola E Agrituristica Artemide di Montuori Anna; Spagnoletti Adamo; Azienda Agricola Costantini di Neri Gioia; Azienda Agricola Mastragostino di Di Pietro Sabrina; L’Essenza Della Natura di De Paola Rosanna; Felice Michele; Di Geronimo Mario; Venditti Daniele; Azienda Agricola Paladino Maria Antonietta; Valentino Maria; Apinfiore di Giovanna Cuomo; Azienda Agricola Santone Pina; Cantina Giagnacovo di Giagnacovo Tommaso; Berardi Antonio; D’Addario Felice Raffaele; Società Agricola Alba snc di Del Vecchio Nicola & C.; Organizzazione di Produttori della Pesca San Basso–Societa Cooperativa; Società Semplice “Tenuta Don Carlino Società Agricola”; Molhelix Soc. Semplice Agricola; Di Vito Floriana.

 

ELENCO DEI CIRCOLI ANZIANI PARTECIPANTI:

Circolo Auser Molise Ferrazzano, Circolo Auser Molise Fossalto, Circolo Auser Molise Gambatesa, Circolo Auser Molise Limosano, Circolo Auser Molise Roccamandolfi. 

 

ELENCO DEGLI ISTITUTI SCOLASTICI:

Istituto Comprensivo Matese Vinchiaturo – scuola primaria plessi: Guardiaregia, Mirabello Sannitico, Vinchiaturo, Cercepiccola e scuole secondarie primo livello: plessi Mirabello Sannitico, San Giuliano del Sannio, Vinchiaturo.

Istituto Comprensivo G. Barone – scuole primarie plessi Baranello, Busso, Castropignano, Fossalto, Torella del Sannio e scuola secondaria plessi Baranello, Castropignano, Fossalto, Torella del Sannio.

I.S.I.S.S. Bojano L. Radice – I.P.S.E.O.A. Vinchiaturo – indirizzi Enogastronomia; Servizi Sala e Vendita.

 

REGGIO EMILIA, ALLARME SICCITÀ PER SEMINE, CEREALI, FORAGGI, ORTAGGI E FRUTTA

La tendenza al surriscaldamento è evidente anche quest’anno che si classifica, fino ad ora, al quinto posto tra i più caldi mai registrati con la temperatura sulla superficie della terra e degli oceani, addirittura superiore di 0,88 gradi rispetto alla media del ventesimo secolo. È quanto emerge dall’analisi della Coldiretti a commento del nuovo aggiornamento climatico pubblicato dall’Organizzazione meteorologica mondiale (Omm-Wmo), sulla base delle elaborazioni dei dati relativi al primo trimestre 2022 della banca dati Noaa, il National Climatic Data Centre che registra le temperature mondiali dal 1880.

Con l’arrivo del caldo africano in grande anticipo, in un 2022 segnato da precipitazioni quasi dimezzate, è allarme siccità per le semine ma anche per le coltivazioni di cereali e foraggi seminate in autunno e per ortaggi e frutta che hanno bisogno di acqua per crescere.

La mancanza di acqua – sottolinea la Coldiretti di Reggio Emilia – colpisce anche la produzione reggiana. I cereali e i foraggi sono indispensabili per l’alimentazione delle bovine all’interno del disciplinare di produzione del Parmigiano Reggiano, in una situazione già aggravata alle difficoltà di importazione dall’estero di molte materie prime. Con il picco delle temperature – precisa la Coldiretti – manca l’acqua necessaria ad irrigare le coltivazioni che si trovano in una situazione di stress idrico che ne compromette lo sviluppo e la produzione.

Nonostante le recenti precipitazioni, infatti, il livello idrometrico del fiume Po continua a scendere ed è arrivato a -2,65 metri, dopo aver raggiunto il livello minimo da decenni, mentre le percentuali di riempimento dei grandi laghi sono fermi al 38%, secondo il monitoraggio della Coldiretti.

L’agricoltura – conclude la Coldiretti di Reggio Emilia – è infatti l’attività economica che più di tutte le altre vive quotidianamente le conseguenze dei cambiamenti climatici ma è anche il settore più impegnato per contrastarli.

 

 

LOMBARDIA, CONTRO ASSEDIO CINGHIALI IN CAMPAGNA IN AZIONE PRIME SENTINELLE

Contro l’assedio dei cinghiali nelle campagne lombarde entrano in azione le prime sentinelle delegate dagli agricoltori. Lo rende noto la Coldiretti regionale nell’annunciare che in provincia di Brescia per la prima volta in Lombardia un’azienda agricola è stata autorizzata a incaricare due operatori abilitati per il controllo degli ungulati sui terreni di sua proprietà.

In questo modo – continua la Coldiretti Lombardia – trova applicazione la delibera approvata solo pochi mesi fa dalla Regione che testimonia l’attenzione all’emergenza selvatici dell’assessore all’Agricoltura, Alimentazione e Sistemi verdi, Fabio Rolfi, e che consente agli agricoltori che subiscono danni alle coltivazioni causati dai cinghiali di presentare ai competenti corpi di polizia una richiesta di autorizzazione per due operatori abilitati e di fiducia per il controllo selettivo degli ungulati sui propri terreni.

Si tratta di un passo avanti importante – afferma la Coldiretti Lombardia – che arriva in un momento in cui è massima l’allerta per la diffusione della peste suina, dopo i casi riscontrati nel Lazio, in Piemonte e in Liguria. Questo virus rappresenta infatti una grave minaccia per gli allevamenti e il rischio dell’espandersi del contagio dentro alle stalle rappresenterebbe un danno gravissimo soprattutto in Lombardia dove è allevato il 53% dei maiali italiani.

Più volte abbiamo denunciato i pericoli della proliferazione e diffusione senza freni di questi animali – continua la Coldiretti Lombardia – che provocano danni ed incidenti con morti e feriti, devastano i raccolti, ma rappresentano anche un pericoloso veicolo per la peste suina.

Occorre intervenire con decisione per contenerne il numero, a fronte di ben 2,3 milioni di esemplari stimati in tutta Italia. Serve la responsabilità delle istituzioni per un’azione sinergica con interventi concreti e incisivi per riportare sotto controllo la gestione numerica e spaziale di questi animali attraverso le attività venatorie, le azioni di controllo della legge 157/92 articolo 19 e le azioni programmabili nella rete delle aree protette.

 

 

UMBRIA, DOCUMENTO ALLA REGIONE PER SALVAGUARDIA DEL COMPARTO SUINICOLO

Un Documento rivolto alla Regione per salvaguardare il comparto suinicolo, specie dopo che l’emergenza della Peste Suina Africana dei cinghiali ha toccato il vicino Lazio. È quanto scaturito oggi dalla Consulta suinicola della Coldiretti Umbria, riunitasi a Perugia per fare il punto su una questione che potrebbe avere delle ripercussioni gravissime anche nella nostra regione, peggiorando ulteriormente lo stato della suinicoltura locale già in difficoltà.

“Tra le richieste del nostro Documento, vista una congiuntura di alti costi di produzione, bassi margini per gli allevatori e il diffondersi della PSA – spiega Albano Agabiti Presidente Coldiretti Umbria – quella dell’istituzione di un tavolo permanente di lavoro sulla crisi del comparto suinicolo umbro. Torniamo a ribadire all’Amministrazione regionale, la necessità di lavorare incessantemente per misure di prevenzione che non mettano ulteriormente in crisi gli allevamenti di suini. A tale scopo è fondamentale adottare ogni misura possibile finalizzata alla gestione numerica dei capi di cinghiale in circolazione sul territorio regionale prevista anche nel Piano di gestione del cinghiale e della peste suina redatto dal Ministero della Salute e adottato anche dalla Regione Umbria. In particolare – precisa Agabiti – occorre prevedere un piano di selezione straordinario operante fuori dal calendario venatorio; consentire al proprietario del fondo munito di licenza di caccia di abbattere in maniera immediata capi di cinghiale che si trovano sul fondo solo previa comunicazione mediante sms o app dedicata; mettere  a disposizione degli allevatori un numero consistente di sistemi di trappolamento da posizionare lungo i perimetri degli allevamenti suinicoli, con un numero adeguato di soggetti autorizzati a prelevare i capi rinvenuti nei predetti sistemi; prevedere delle giornate straordinarie di apertura della caccia”.

“Tra gli altri argomenti al centro del Documento – sottolinea il Direttore regionale Coldiretti Mario Rossi – i temi della biosicurezza, cruciali per la prevenzione dalla PSA, con garanzie per gli allevamenti allo stato brado e le misure straordinarie per i mattatoi, con la preventiva applicazione di quelle di sorveglianza sul funzionamento dei macelli esistenti affidate all’Unità di crisi regionale in fase di emergenza. Infine ma non per importanza – aggiunge Rossi – ribadiamo la necessità che l’Amministrazione regionale si impegni in maniera proattiva per richiedere la modifica della legge n.157 del 1992, un traguardo fondamentale da raggiungere per centrare l’obiettivo di una generalizzata riduzione della densità del cinghiale. Uno dei motivi per cui ci troviamo di fronte a questa emergenza che seppur non interessi l’uomo, può arrivare a provocare quello da noi definito come uno tsunami economico – ha ricordato Rossi – è proprio la mancanza di un efficiente gestione negli anni dell’abnorme numero di cinghiali sul nostro territorio, con conseguenti continui danni alle colture, all’ambiente e alla pubblica sicurezza, con l’invasione che interessa non solo le campagne ma sempre di più anche i centri urbani”.

Presente all’incontro di oggi anche Vincenzo Caputo Direttore Generale dell’Istituto Zooprofilattico Sperimentale dell’Umbria e delle Marche, che accennando alle problematiche collegate al caso PSA del Lazio, ha dichiarato che “l’Assessorato regionale alla Sanità, ha intensificato la sorveglianza passiva per la malattia e che al momento non vi sono segnalazioni. È auspicabile – ha aggiunto – dare attuazione al Piano Operativo Regionale (PRIU), proponendo anche un modello di gestione per il contenimento della specie cinghiale”.

“Non è nostra intenzione creare allarmismi – afferma Francesco Rustici Referente della Consulta suinicola della Coldiretti Umbria – ma è nostra premura sollecitare con forza gli organi preposti a porre in essere tutte le iniziative che possano scongiurare un impatto negativo economico e sociale anche a livello locale. Tenuto conto del ruolo rilevante del comparto suinicolo sull’economia agricola umbra, con un’incidenza pari all’11%, ma anche delle sue oggettive difficoltà attuali, occorre evitare che l’emergenza si allarghi, scongiurando ulteriori ripercussioni per un settore già in sofferenza, che interesserebbero l’intera norcineria”.

 

 

CALABRIA, NEI CAMPI MANCANO ALMENO 2MILA STAGIONALI FLUSSI STRANIERI

All’agricoltura calabrese servono almeno duemila lavoratori stagionali per garantire le campagne di raccolta estive e il lavoro ordinario. E’ quanto afferma Franco Aceto Presidente di Coldiretti Calabria nel sottolineare che l’arrivo del grande caldo accelera la maturazione nei campi e rende ancora più urgente far fronte alla carenza di manodopera. In questi giorni – prosegue – oltre ai problemi dovuti ai rincari delle materie prime e delle materie energetiche, nelle aziende, gli imprenditori agricoli hanno difficoltà nel trovare la manodopera da impiegare nei diversi settori produttivi: orto-frutta, zootecnia, agriturismo, ecc… Due – spiega – sono le problematiche con le quali gli imprenditori agricoli, ma anche credo quelli turistici sono costretti a fare i conti. La prima è, la lentezza con cui avviene il rilascio dei nulla osta necessari per consentire ai lavoratori extracomunitari, ammessi all’ingresso con il decreto flussi, di poter arrivare per lavorare nelle imprese agricole e poi il “reddito di cittadinanza” che senza volerlo demonizzare, in principio poteva essere sacrosanto, ma poi il problema si è verificato per come è stato messo in pratica senza pensare agli effetti che nel tempo avrebbe prodotto. E’ necessaria una modifica alla legge, affinché si consenta di poter svolgere lavori stagionali e/o occasionali a tutti i percettori di sussidi sociali, conservando, per questi, il diritto al sussidio per il periodo in cui non lavora. Ciò consentirebbe un graduale inserimento nel modo del lavoro ed un risparmio da parte dello stato per il periodo in cui il percettore di sussidio viene impiegato. Su tale argomento debbo rilevare che vi è stata una mancanza di visione sulle politiche del lavoro. Sottolineo altresì, che la presenza di lavoratori stranieri è diventata strutturale nell’agricoltura dove un prodotto agricolo su quattro viene raccolto da mani straniere. Sono lavoratori dipendenti a tempo determinato che arrivano dall’estero e che ogni anno attraversano il confine per un lavoro stagionale per poi tornare nel proprio Paese, spesso stabilendo delle durature relazioni professionali oltre che di amicizia con gli imprenditori agricoli. Con strumenti concordati con i sindacati – aggiunge – riducendo la burocrazia occorre poi anche consentire anche a studenti e pensionati italiani di poter collaborare temporaneamente alle attività nei campi. E’ una denuncia forte quella che faccio – conclude Aceto – ma l’agricoltura fa i conti con i ritmi stagionali e non può essere soggetta a lacci e lacciuoli che ne minano produzione e competitività.

 

 

LIGURIA, PESCA: BENE LEGGE SALVA MARE

Bene l’approvazione della legge “Salva mare”. E’ quanto afferma Coldiretti Impresapesca nel lanciare un appello alle amministrazioni comunali e alle autorità portuali per dotare gli scali delle infrastrutture necessarie a rendere operativa la nuova normativa.

“La legge «Salva mare» prevede in pratica – spiega Daniela Borriello responsabile Coldiretti Impresapesca Liguria – che, chi recupera rifiuti di plastica in mare o in acque dolci, come ad esempio i fiumi, non sarà più costretto a ributtarli in acqua, per non essere denunciato addirittura per traffico di illecito di rifiuti, ma potrà portarli in porto per smaltirli. In Liguria abbiamo già due esempi di isole ecologiche, in particolare, a La Spezia con il progetto Interreg Prismamed, di cui Regione Liguria era capofila, e abbiamo attivato la parte operativa a Genova, vicino all’isola ecologica già esistente di Genova Prà”.

La nuova legge rappresenta un modo per valorizzare il ruolo della Flotta Italia di custode dell’ambiente, potendo contare su un “esercito” di circa 12mila imbarcazioni di cui circa 500 in Liguria e 28000 lavoratori.

“Una novità che riguarda soprattutto i pescatori italiani che potranno così contribuire a tenere puliti i mari riportando a terra la spazzatura recuperata durante l’attività, senza dover rischiare sanzioni o dover pagare tasse per rifiuti speciali –spiegano Gianluca Boeri Presidente Coldiretti Liguria e Bruno Rivarossa Delegato Confederale-. Per sostenere la nostra marineria nel nuovo compito occorre anche creare le condizioni per garantirne un’attività messa oggi sempre più a rischio dagli effetti della guerra in Ucraina con i rincari del gasolio per i pescherecci che hanno portato molti armatori a tagliare le uscite in mare per non dover lavorare in perdita”.

 

 

SICILIA, ABBATTERE CINGHIALI TROPPI DANNI A PERSONE E RACCOLTI

Mettono a rischio l’incolumità delle persone sia in campagna sia in città, distruggono i raccolti diffondono le malattie. I cinghiali sono ogni giorno più pericolosi e per questo, di fronte alla loro proliferazione, occorre avviare un piano nazionale di abbattimento. Lo afferma Coldiretti Sicilia che sottolinea come in tutta la Penisola sono saliti a ben 2,3 milioni gli esemplari che rappresentano un pericolo e che rischiano di diffondere la peste suina ben oltre le aree infette.

L’invasione di città e campagne da parte dei cinghiali viene vissuta dai cittadini come una vera e propria emergenza, tanto che oltre otto italiani su 10 (81%) pensano che vada affrontata con il ricorso agli abbattimenti, soprattutto incaricando personale specializzato per ridurne il numero secondo il sondaggio Coldiretti/Ixè.

Le istituzioni devono agire subito – prosegue Coldiretti Sicilia – . Serve la riduzione di questi animali attraverso le attività venatorie, le azioni di controllo della legge 157/92 con l’articolo 19 e le azioni programmabili nella rete delle aree protette. Siamo infatti costretti ad affrontare una grave emergenza sanitaria perché, così come ha precisato il presidente nazionale Ettore Pradini. è mancata l’azione di prevenzione come abbiamo ripetutamente denunciato in piazza e nelle sedi istituzionali.

La Peste Suina Africana – sottolinea ancora Coldiretti Sicilia – può colpire cinghiali e maiali ed è altamente contagiosa e spesso letale, ma non è, invece, trasmissibile agli esseri umani e nessun problema riguarda la carne. Ad oggi i casi individuati di positività riguardano solo cinghiali e nessun maiale – la Coldiretti – è stato contagiato in Sicilia e Italia.  

I cinghiali raggiungono i 180 centimetri di lunghezza, possono sfiorare i due quintali di peso e hanno zanne che in alcuni casi arrivano fino a 30 centimetri risultando assimilate a vere e proprie armi dalle conseguenze mortali per uomini oltre a diventare strumenti di devastazione su campi coltivati e raccolti. Senza dimenticare che negli ultimi dieci anni il numero di incidenti stradali gravi con morti e feriti causati da animali è praticamente raddoppiato (+81%) sulle strade provinciali secondo la stima Coldiretti su dati Aci Istat. I branchi si spingono sempre più vicini ad abitazioni e scuole, fino ai parchi dove giocano i bambini, distruggono i raccolti, aggrediscono gli animali, assediano stalle, causano incidenti stradali con morti e feriti e razzolano tra i rifiuti con pericoli per la salute e la sicurezza delle persone.

 

 

LOMBARDIA, A TAVOLA 1/3 SPESA VACANZE ESTATE 2022 OLTRE 300 CAMPIONI DEL GUSTO

Sarà destinato alla tavola ben 1/3 della spesa turistica dell’estate 2022 che fa segnare il prepotente ritorno della convivialità con il superamento delle restrizioni anti Covid. E’ quanto afferma la Coldiretti Lombardia nel sottolineare che il cibo si appresta a diventare la voce più importante del budget della vacanza estiva in Italia, con la Lombardia che può contare su un tesoro di 34 specialità Dop/Igp riconosciute, 41 vini Dop/Igp e 268 prodotti alimentari tradizionali per un totale di oltre 300 campioni del gusto a tavola. 

Secondo le prime stime di prenotazioni – continua la Coldiretti Lombardia – i dati regionali rivelano per il 2022 un avvicinamento ai livelli pre-Covid in termini di flussi, presenze e crescita della spesa turistica che aumenterebbe del 10% rispetto al 2021. Accanto alle destinazioni turistiche più gettonate c’è anche la riscoperta dei piccoli borghi dove, secondo l’indagine Coldiretti/Symbola, nasce il 92% delle produzioni tipiche nazionali, una ricchezza conservata nel tempo dalle imprese agricole con un impegno quotidiano per assicurare la salvaguardia delle colture storiche.

A garantire l’ospitalità nei piccoli centri è soprattutto la rete degli agriturismi, che in Lombardia può contare su 1.700 strutture situate in campagna e immerse nella natura, anche in zone isolate, in un contesto familiare con spazi adeguati e con ampie aree all’aperto, dove è più facile garantire il rispetto delle misure di sicurezza per difendersi dal contagio Covid fuori dalle mura domestiche.

“Se la cucina a chilometro zero resta la qualità più apprezzata – spiega Massimo Grignani, presidente Terranostra Lombardia, l’associazione per l’agriturismo e l’ambiente promossa da Coldiretti – a far scegliere l’agriturismo è la spinta verso un turismo più sostenibile che ha portato le strutture ad incrementare anche l’offerta di attività con servizi innovativi e attività culturali: dalla degustazione alle passeggiate a cavallo, dalle escursioni alle osservazioni naturalistiche, dal trekking alla mountain bike, dalle fattorie didattiche fino a veri e propri corsi.

 

 

MOLISE, VERSO RINNOVO ORGANI SOCIALI: ASSEMBLEE COMUNALI IN TUTTA LA REGIONE

Cinghiali, lupi, bollette, prezzo del latte e burocrazia: sono queste le problematiche ricorrenti tra le imprese agricole molisane raccolte da Coldiretti Molise nel corso delle numerose assemblee comunali (oltre 20 fino ad oggi) svoltesi in presenza sul territorio che hanno permesso di incontrare finora oltre un migliaio di imprenditori.

“La situazione è molto complicata – ha spiegato il Delegato Confederale di Coldiretti Molise, Giuseppe Spinelli – L’emergenza sanitaria ci ha impedito di vederci ed incontrarci in presenza per quasi due anni: è stato un grande handicap per un settore come il nostro che è abituato ad un confronto immediato. Gli incontri sono un momento importante della nostra attività sindacale – ha aggiunto Spinelli – che ci permettono di illustrare alle imprese il lavoro che stiamo portando avanti per tutelarle e sostenerle anche dallo tsunami rincari”. Rincari che in Molise si traducono oggi con un aumento medio dei costi di produzione dei principali fattori produttivi di circa 10 mila euro per azienda e conti in perdita per il 38% delle aziende molisane, con il rischio chiusura che ne perseguita una su dieci.

Sullo sfondo ci sono le storiche problematiche che la nostra Regione si trascina dietro da anni senza una soluzione definitiva: presenza fuori controllo dei cinghiali, che devastano i raccolti con cadenza quotidiana, prezzo del latte sottopagato agli allevatori e lungaggini burocratiche solo per citarne alcune. Di converso però vi sono le nuove opportunità che i bandi regionali e nazionali possono offrire alle aziende in questo momento storico tanto difficile per l’intero settore primario.

In particolare, sulla annosa questione degli ungulati, Coldiretti ritiene molto rilevante quanto emerso nel corso dell’ultima riunione tenutasi a Roma tra gli Assessori regionali all’Agricoltura di tutta Italia, alla presenza della Sottosegretaria alla Transizione ecologica, Vannia Gava. Nel corso dell’incontro, infatti, è emersa la disponibilità del Governo di predisporre ed emanare un apposito Decreto Legge che estenda il periodo di caccia al cinghiale da tre a cinque mesi, la possibilità di operare anche nelle zone oggi vietate alla caccia e nei contesti urbani anche con l’impiego di Carabinieri Forestali, Polizia Locale, mentre i proprietari o conduttori di fondi, muniti di regolare licenza di caccia, dopo aver frequentato un apposito corso, potranno intervenire tutto l’anno.

Nel corso dell’ultima Assemblea, in ordine di tempo, svoltasi a Riccia alla presenza del Sindaco Pietro Testa, il Direttore regionale, Aniello Ascolese, ha anche auspicato l’attivazione dell’Ispettorato Repressioni Frodi su eventuali pratiche sleali nella filiera del latte, sottolineando come la legge contro le pratiche sleali, che porta la firma di Coldiretti, rappresenta lo strumento con cui oggi le imprese agricole e le associazioni di categoria possono denunciare le violazioni legate al mancato riconoscimento dei costi di produzione.

Vari ed incisivi i risultati ottenuti da Coldiretti a seguito della mobilitazione che ha visto l’Organizzazione impegnata sul campo già da febbraio e che ha prodotto: l’ottenimento del bando da 1,5 miliardi di euro sul fotovoltaico sui tetti di stalle e magazzini, utilissimo per ridurre l’impatto dei costi energetici a carico delle imprese; il credito d’imposta del 20% sulla spesa per i carburanti; la rinegoziazione dei mutui agrari fino a 25 anni con la garanzia gratuita di Ismea; la sostituzione dei fertilizzanti chimici con il digestato. Ma non è tutto. Oltre a ciò, la forte azione sindacale di Coldiretti ha consentito di ottenere anche la proroga, fino all’8 luglio 2022, delle aliquote agevolate sull’accisa per il gasolio e la benzina utilizzati come carburante per usi agricoli.

Il delegato Spinelli ha infine tenuto a sottolineare l’importanza delle Assemblee in corso di svolgimento, in quanto propedeutiche al rinnovo degli Organi statutari dell’Organizzazione, invitando i soci a partecipare alla competizione elettorale interna, per creare la nuova classe dirigente della Coldiretti Molise. “L’autogoverno della nostra Organizzazione – ha concluso – è un valore imprescindibile che va accompagnato e sostenuto in quanto la nuova dirigenza dovrà elaborare e governare la linea sindacale della Coldiretti nei rapporti con tutti i livelli Istituzionali presenti sul territorio”.

 

 

PUGLIA, CON GUERRA E PANDEMIA +36% SCUOLE AGRARIA

Guerra e pandemia spingono il ritorno in campagna con gli studenti che hanno preso d’assalto gli indirizzi agricoli delle scuole superiori, con un incremento negli ultimi due anni del 36% delle iscrizioni agli istituti professionali rispetto al 2019, prima della pandemia. E’ quanto emerge da una analisi di Coldiretti su dati Miur, in occasione della due giorni del Neet Working Tour che fa tappa in Puglia a Brindisi in Piazza Santa Teresa, una iniziativa voluta dal Ministro per le Politiche giovanili, Fabiana Dadone, in collaborazione con l’Agenzia Nazionale Giovani – ANG, l’Agenzia Nazionale per le Politiche attive del lavoro e Carta Giovani Nazionale.

In Puglia il simbolo della campagna di Coldiretti ‘Riprendiamoci il Futuro’ è un ulivo che il Ministro Dadone donerà donerà alla città di Brindisi, dove assieme ai giovani della Coldiretti ci saranno gli studenti dell’Istituto Professionale Alberghiero Sandro Pertini di Brindisi.  

L’emergenza Covid prima e il conflitto in Ucraina poi, con le tensioni e i blocchi degli approvvigionamenti di cereali e mezzi di produzione, hanno messo in luce – evidenzia Coldiretti regionale – la strategicità del cibo e l’importanza per un Paese di garantirsi l’autosufficienza alimentare, potenziando la catena produttiva agricola. Il risultato è una nuova convinzione che le campagne siano oggi capaci di offrire e creare opportunità occupazionali e di crescita professionale, peraltro destinate ad aumentare nel tempo. Un profondo cambiamento di cui al boom di iscrizioni degli studenti degli istituti professionali in Agricoltura, Sviluppo Rurale, Valorizzazione dei Prodotti del Territorio e Gestione delle Risorse forestali e montane si aggiunge peraltro quella le presenze all’indirizzo Agraria, Agroalimentare e Agroindustria degli istituti tecnici, in aumento del 17%.

Oltre 7mila giovani in Puglia hanno scelto di costruirsi un futuro – aggiunge Coldiretti Puglia – da imprenditori agricoli investendo nella terra, dalla coltivazione all’allevamento, dall’agriturismo alle vendite dirette fino alle bioenergie e all’economia green, tanto che nascono in media 18 nuove imprese giovani al giorno. 

Il trend fotografa il nuovo impegno dei giovani per far fronte alle sfide future, in particolare, quelle legate ai temi dell’autosufficienza alimentare dell’innovazione in agricoltura, della sostenibilità e della mitigazione dei cambiamenti climatici. Il settore oggi necessità di nuove professionalità con competenze che possono essere acquisite solo attraverso un’interazione tra discipline di diversa natura. Un percorso necessario in considerazione del dinamismo verso cui, da anni, si sta spingendo il comparto agroalimentare italiano. Se si sale peraltro al livello universitario sono oltre 50 i nuovi percorsi attivati nei diversi ambiti disciplinari lungo la penisola, nelle varie facoltà. Si va – conclude Coldiretti – dalle Biotecnologie per la Gestione Ambientale all’Agricoltura Sostenibile, dall’Agricultural engineering al Precise And Sustainable Agriculture, dall’ Enogastronomia d’Impresa fino ad arrivare al benessere animale con il corso di laurea dedicato all’Animal Care.

“La pandemia prima e la guerra in Ucraina poi hanno accelerato il fenomeno del ritorno alla terra e maturato la convinzione comune che le campagne siano oggi capaci di offrire e creare opportunità occupazionali e di crescita professionale, peraltro destinate ad aumentare nel tempo” afferma la leader dei giovani della Coldiretti Puglia, Benedetta Liberace nel sottolineare che “occorre ora sostenere il sogno imprenditoriale di una parte importante della nostra generazione che mai come adesso vuole investire il proprio futuro nelle campagne, abbattendo gli ostacoli burocratici che troppo spesso si frappongono”. La burocrazia – conclude la Coldiretti Puglia – sottrae fino a 100 giorni all’anno al lavoro in azienda ma, soprattutto, con l’inefficienza, frena l’avvio di nuove attività di impresa contrastando anche le opportunità che possono generarsi attraverso i Bandi del Programmi di sviluppo rurale (Psr).

 

SONDRIO, LE GUIDE GASTRONOMICHE PREMIANO CUCINA RURALE CHE SI FA GOURMET

La cucina gourmet che sceglie il made in Valtellina miete successi. Certificati anche dalle guide gastronomiche dove sono sempre più protagonisti i ristoranti che scelgono rintracciabilità, filiera corta e prodotti “dal campo alla tavola” che valorizzano l’identità territoriale in provincia di Sondrio.

Lo rimarca la federazione Coldiretti in occasione dell’uscita della Guida dell’Espresso presentata al teatro del Maggio Musicale Fiorentino: l’esempio-guida è quello di Gianni Tarabini che, con la Preséf de La Fiorida di Mantello conquista il secondo “cappello” della guida diretta da Enzo Vizzari. Gli ispettori hanno citato nella scheda la “teoria del tutto a chilometro zero” e del “pienamente sostenibile” che ne contraddistinguono la cucina: una ruralità gourmet, riconosce l’Espresso, “che riesce a coniugare visione, territorio, avanguardia e memoria”.

Cappello confermato per Stefano Masanti (Il Cantinone) che è anche ambasciatore del made in Valtellina negli Stati Uniti, dove lavora alternandosi con la guida della sua cucina a Madesimo.

Due le new entry in guida in provincia di Sondrio, anch’essi con un occhio di riguardo per la filiera agricola locale: sono l’Involt de La Trela di Mario Saligari a Verceia – tra i piatti citati il capretto cotto al ‘lavec’ e proveniente dagli allevamenti locali – e il San Carlo di Chiuro. Tanto territorio anche nei menu degli altri confermati in guida tra cui Trippi, Crotasc e Lanterna Verde.

Intanto, anche gli agriturismi si confermano tra le mete più ambite, luoghi dove trascorrere la vacanza ideale: spesso, chi sceglie Valtellina e Valchiavenna per le vacanze, alterna esperienze gastronomiche di tipo diverso nel corso della sua permanenza, in modo da poter provare più cucine ma sempre con il minimo comun denominatore di un’attenzione al territorio e alle sue tipicità.

Il turismo quindi ingrana la marcia anche in vista dell’estate e, dopo due anni difficili, la stagione parte e attende il ritorno di una quota importante del turismo straniero, che per l’ambito valtellinese e chivennasco è di importanza imprescindibile. Intanto, i dati rivelano come sia quadruplicata (+300%) la spesa degli stranieri in Italia nel 2022 rispetto allo scorso anno con un impatto positivo sulle attività turistiche che fa ben sperare per la prossima estate.

Nei primi due mesi dell’anno – sottolinea Coldiretti Sondrio – sono arrivati in Italia ben 2,532 milioni di viaggiatori stranieri che hanno speso 3,146 miliardi di euro grazie al contenimento della pandemia per il successo della campagna di vaccinazione e all’adozione del green pass. Un andamento positivo che potrebbe portare all’addio di tutte le restrizioni a partire dal 15 giugno e favorire il ritorno in Italia di 33 milioni di turisti stranieri che prima del Covid avevano pernottato nella penisola durante l’estate. Si tratta di un risultato importante dopo che la pandemia ha più che dimezzato (-55%) lo scorso anno le presenze straniere in Italia nel periodo tra giugno e settembre.

I vacanzieri dall’estero sono strategici per l’ospitalità turistica soprattutto nelle mete più gettonate anche perché i visitatori da questi paesi hanno tradizionalmente una elevata capacità di spesa per alloggio, alimentazione, trasporti, divertimenti, shopping e souvenir.

La spesa turistica estiva – precisa la Coldiretti provinciale – è quindi un importante volano per l’economia e l’occupazione per un valore stimato in circa 40 miliardi, tra italiani e stranieri: un riflesso importante anche per le due province lariane, dove i turisti cercano di coniugare le bellezze del lago di Como e delle vicine Alpi alla scoperta golosa dei prodotti di queste terre, che sopravvivono e si tramandano grazie anche al lavoro delle imprese agricole e agrituristiche.

Una buona notizia – e buone prospettive – dopo due anni complicati in cui a mancare all’appello sono stati soprattutto – i turisti stranieri bloccati alle frontiere dall’avanzare dei contagi e dalle misure di restrizione adottate.

 

 

GORIZIA, FORMAZIONE SOCIALE: IL RIUSCITO INCONTRO TRA ISONTINO E BANJA LUKA

Un workshop a Banja Luka in Bosnia Erzegovina e la visita ad alcune aziende dell’Isontino. Si è concretizzato con questo scambio di formazione e informazioni il progetto “Coltiviamo il futuro”, finanziato dalla Regione e promosso in collaborazione da Coldiretti Gorizia e Murice, cooperativa sociale, della rete Caritas, impegnata in attività di accoglienza, assistenza, promozione e integrazione per persone vulnerabili, in povertà o in esclusione sociale.

Dal confronto iniziato nel 2019, Coldiretti Gorizia e Murice hanno condiviso l’opportunità di un’iniziativa che concilia il settore agricolo e quello sociale, rivolto ai Balcani, e in particolare alla Bosnia Erzegovina, terra in cui la relazione con Caritas Italiana è consolidata da tempo. Il partner bosniaco coinvolto è ERRDO, un’organizzazione per la ricerca e lo sviluppo rurale.

L’obiettivo generale è il miglioramento della condizione socio-economica delle famiglie agricole nella regione di Banja Luka. Nello specifico, si punta ad accrescere le capacità imprenditoriali delle famiglie agricole e a rafforzare il legame tra i giovani e il territorio di origine, in modo da ridurre il rischio dell’abbandono dei campi.

Il contributo della Coldiretti di Gorizia è concentrato sulla formazione per quel che riguarda i settori lattiero caseario, orticolo e di trasformazione dell’imprenditoria femminile, oltre che su alcune tematiche sindacali e associative. L’attività di formazione, ripresa dopo il blocco obbligato dalla pandemia, si è svolta sia in Bosnia Erzegovina, con un workshop che ha coinvolto per la Coldiretti Simone Toffolo de Piante, casaro con pregressa esperienza  nel settore lattiero-caseario, sia nella Venezia Giulia, con la visita ad alcune aziende zootecniche, Bonifica di Fossalon, Gruden Zbogar di Samatorza e Li.re.ste di Merlana, per un confronto sulle reciproche tradizioni, durante le quali i giovani allevatori bosniaci hanno avuto modo di parlare del loro formaggio trappista, originario proprio della zona di Banja Luka.

 

 

FORLI’, 1 ITALIANO SU 2 TEME LA PRIMA PROVA COSTUME

Primo fine settimana di caldo e mare per i forlivesi: temperature stazionarie che hanno toccato punte di quasi 30°. La voglia di sole e mare ha convinto i cittadini a spostarsi verso le località balneari e ad affollarne gli stabilimenti. Particolarmente vissuto, l’orario dell’aperitivo, che, dopo due anni di “ferma” per il Covid, ha visto protagonista musica e cibo. Quasi un italiano su due (44%) però, teme quest’anno la prima prova costume a causa dell’eccesso di peso, maturato per le abitudini alimentari sbagliate ma anche per l’inattività forzata legata ai lunghi mesi di restrizioni e lockdown per la pandemia Covid. E’ quanto emerge da una analisi della Coldiretti su dati Istat diffusa in occasione del primo week end segnato dall’arrivo del grande caldo. Un appuntamento atteso – evidenzia Coldiretti – per trascorrere il proprio tempo libero in costume e godersi i vantaggi dell’innalzamento repentino della colonnina di mercurio con l’anticipo di estate, nonostante il fisico un po’ appesantito. Se il sovrappeso interessa il 33% della popolazione italiana adulta – sottolinea Coldiretti – c’è un ulteriore 11,4% che ha problemi di vera e propria obesità.

Una situazione che ha costretto molti italiani ad approfittare della fine delle restrizioni all’ingresso in palestre e piscine ma anche ad adottare con il ritorno alla normalità un regime alimentare di recupero e “sgonfiamento”. “Se è scontro tra le diverse proposte dei dietologi per affrontare il sovrappeso – commenta Massimiliano Bernabini Presidente di Coldiretti Forlì-Cesena –, sono invece unanimemente riconosciuti i benefici della dieta mediterranea, con frutta, verdura, pane, pasta, olio extravergine e il tradizionale bicchiere di vino consumati a tavola in pasti regolari.

Non a caso la dieta mediterranea si è classificata come migliore dieta al mondo del 2022 davanti alla dash e alla flexariana, sulla base del best diets ranking elaborato dal media statunitense U.S. News & World’s Report’s, noto a livello globale per la redazione di classifiche e consigli per i consumatori. Una vittoria ottenuta – rileva Bernabini – grazie agli effetti positivi sulla longevità e ai benefici per la salute, tra cui proprio la perdita e il controllo del peso, oltre a salute del cuore e del sistema nervoso, prevenzione del cancro e delle malattie croniche, prevenzione e controllo del diabete. La consapevolezza di questo primato ci spinge ad organizzare nel nostro mercato di Viale Bologna 75 a Forlì, momenti di condivisione e spiegazione dell’importanza degli acquisti sani e del cibo genuino nella vita di tutti. “Yoga al mercato” è una rassegna di appuntamenti dedicati al benessere fisico e mentale con un programma riservato alla cura di sé, al relax ed alla depurazione dell’organismo: una preziosa iniziativa supportata direttamente dalle aziende agricole aderenti al nostro marchio. I Sabati mattina di Maggio a partire dalle ore 10.30 Franca, Maestra di Yoga, illustra i benefici della disciplina, introducendo i partecipanti agli esercizi base ed al termine della mattinata, i produttori di Campagna Amica presentano i cibi a km0, importanti per depurare l’organismo, consigliando ricette adatte a mantenere intatti i principi nutritivi e ad esaltarne il sapore. Tutti gli allievi assaggiano le primizie in una deliziosa degustazione all’insegna della stagionalità e del cibo buono”. “Il primo appuntamento di Sabato scorso ha raccolto adesione ed entusiasmo sia tra i cittadini forlivesi che tra i consumatori del mercato. Abbiamo già un gran numero di iscrizioni per il prossimo incontro (sabato 21 Maggio) e prevediamo “il tutto esaurito” entro mercoledì. Un’occasione da non perdere per accrescere la presa di coscienza del corretto stile di vita e adottare un consumo di cibi sani e genuini a km0.” Conclude Alessandro Corsini Direttore di Coldiretti Forlì-Cesena.

Il primo posto nella classifica mondiale delle diete, per la Dieta Mediterranea, traina anche l’export che nel 2022 fa segnare un balzo record del 21,6% secondo l’analisi della Coldiretti sui dati Istat sul commercio estero relativi ai primi due mesi del 2022. Un dato che migliora addirittura il primato registrato nel 2021 con il valore delle esportazioni di cibo tricolore che hanno raggiunto la cifra di 52 miliardi. 

 

 

VARESE, CINGHIALI CON LA ROGNA MENTRE DILAGANO I DANNI IN PROVINCIA

Mancava solo la rogna ad aggravare il quadro, pesantissimo, dell’allarme cinghiali in provincia di Varese, mentre i casi di peste suina registrati nel nord e nel centro Italia rappresentano una grave minaccia per gli allevamenti suini del territorio varesotto e altolombardo. Non solo: come ribadisce Coldiretti Varese, il rischio dell’espandersi del contagio dentro alle stalle “rappresenterebbe un danno gravissimo soprattutto in un territorio dove la presenza dei cinghiali è oltremodo fuori controllo, come testimoniano le segnalazioni di danni che continuano con frequenza pressochè quotidiana e sempre più preoccupante”.

Fernando Fiori, presidente della Coldiretti provinciale, si fa portavoce delle imprese di fronte alle ennesime brutte notizie sul fronte selvatici: “Più volte abbiamo denunciato i pericoli della proliferazione e diffusione senza freni di questi ungulati che provocano danni nei campi ed incidenti stradali, ma rappresentano anche un pericoloso veicolo per altre patologie che possono essere trasmesse agli allevamenti. Occorre intervenire con decisione per contenerne il numero, a fronte di ben 2,3 milioni di esemplari stimati in tutta Italia”.

Intanto, Coldiretti esprime apprezzamento in ordine al tweet del sottosegretario alla Salute Andrea Costa sul fatto che per fronteggiare l’epidemia di peste suina è “fondamentale ridurre l’eccessiva presenza di cinghiali sul territorio” e “valutare il prolungamento dell’attività venatoria, per ridurne sensibilmente il numero” a tutela di agricoltori e allevatori.

Non è più tollerabile l’immobilismo delle Istituzioni di fronte all’estendersi dell’emergenza – continua Coldiretti Varese – in un momento drammatico per gli allevatori, che stanno lavorando con compensi riconosciuti che sono inferiori ai costi sostenuti per gli aumenti energetici e dell’alimentazione degli animali: le autorità competenti intervengano per contrastare le pratiche sleali e fermare le speculazioni.

“Coldiretti da sempre condivide e si fa portavoce dell’allarme lanciato dalle imprese agricole, con segnalazioni pressochè quotidiane che indicano, ancora una volta, come il problema della fauna selvatica sia grave e reale” prosegue Fiori. “Su questo la nostra posizione è chiara: continueremo a sostenere le istanze di imprese e territorio nei confronti di tutti gli attori istituzionali Nel mentre, ribadiamo l’importanza di denunciare sempre i danni subiti, anche se i risarcimenti arrivano in forma ridotta: ciò è utile anche a dare una dimensione reale di un problema diventato insostenibile. Parallelamente, nel tempo e in maniera ripetuta e pressante, continuiamo a denunciare la preoccupazione e il disagio delle imprese agricole a causa della abnorme e incontrollata presenza sull’intero territorio provinciale della popolazione di cinghiali e selvatici che in misura sempre maggiore arrecano danni alle coltivazioni”.

I nostri associati, oggi ancor più in difficoltà a causa dell’impennata dei costi dei fattori di produzione e dei costi energetici e danneggiati dalla persistenza di fattori climatici avversi e sempre più penalizzanti le produzioni, “sono comprensibilmente esasperati e delusi, accusano danni continui e insostenibili alle loro coltivazioni, vivono nell’incertezza dell’effettiva utilità dei ripristini e risemine delle colture (in previsione di nuovi danni), registrano impotenti la distruzione dei loro raccolti, sono consci che gli eventuali risarcimenti non riconosceranno in misura equa la perdita di reddito”.

Da qui le richieste, che ribadiamo forti e chiare:  è di primaria importanza l’azione e le attività di controllo e contenimento della popolazione di cinghiali mediante l’effettuazione di idonei piani di abbattimento e contenimento. Allo stesso tempo è opportuno provvedere a un contestuale un nuovo censimento che tracci le reali dimensioni del problema (aumentato a dismisura rispetto al passato) e a una collaborazione congiunta che possa portare a una corretta gestione della presenza della popolazione di cinghiali nei nostri territori.

 

 

COMO LECCO, BENE IL PIANO PER PORTARE IL GRANO UCRAINO NELLA UE

Con il Piano dell’Unione Europea per salvare i cereali Ucraini potrebbero essere sbloccati i circa 30 milioni di chili di grano per la panificazione, 60 milioni di chili di olio di girasole e quasi duecento milioni di chili di mais per l’alimentazione animale destinati all’Italia attualmente fermi nei magazzini di Kiev in attesa di essere spediti a causa del blocco russo dei porti del Paese. E’ quanto stima Coldiretti nel commentare il Piano di azione della Commissione Europea per stabilire “corridoi di solidarietà” con l’Ucraina, per facilitare le esportazioni di cereali da Kiev verso l’Ue.

Il piano si pone l’obiettivo di facilitare i trasporti delle merci ucraine via terra, per ferrovia e gomma, e via mare, con la messa a disposizione da parte dei privati di vagoni merci, veicoli, navi, autocarri aggiuntivi e silos mobili per i cereali da collocare in punti di contatto alla frontiera ucraina, individuati dagli Stati membri, dando la priorità alle spedizioni di derrate agricole anche attraverso slot ferroviari dedicati. Si punta ad agevolare il trasporto ferroviario velocizzando il trasferimento delle merci dai treni delle linee ucraine a quelli europei che viaggiano su un sistema di binari a scartamento diverso e non compatibile con quello di Kiev. Inoltre, per ovviare al blocco russo dei porti del Mar Nero, la Ue pensa di sfruttare per le spedizioni quelli polacchi sul Baltico, potenziando le strutture di stoccaggio oltre a potenziare a sud ovest i corridoi di collegamento europeo con Ucraina e Moldova.

“L’obiettivo è anche snellire le procedure burocratiche di ingresso delle merci in Europa che però – commenta il presidente di Coldiretti Como Lecco Fortunato Trezzi – non deve tradursi in minori controlli e garanzie per la salute e la sicurezza dei consumatori. Siamo costretti ad importare materie prime agricole poiché la produzione nazionale, negli ultimi 10 anni, si è ridotta di quasi 1/3 per cui ora è necessario intervenire per contenere il caro energia ed i costi di produzione con misure immediate per salvare le aziende e programmare il futuro. Occorre lavorare da subito ad accordi di filiera che coinvolgano le imprese agricole territoriali e volti a valorizzare proprio l’oro giallo ed ottenere prodotti da forno veramente prepararti con la farina del territorio per rispondere anche alle esigenze dei consumatori che sono sempre più attenti alla provenienza degli ingredienti. Questo al fine anche di avere prezzi equi che non scendano mai sotto i costi di produzione come prevede la nuova legge di contrasto alle pratiche sleali, ma anche investire per aumentare produzione e rese dei terreni con bacini di accumulo delle acque piovane per combattere la siccità, tutelando sempre la biodiversità dei nostri territori”.

 

AREZZO, AGRESTE: L’AGROALIMENTARE AL CENTRO A CASTIGLION FIORENTINO

L’agroalimentare al centro, nel cuore di Castiglion Fiorentino, è andata in scena in questo fine settimana “Agreste” una iniziativa di Coldiretti Arezzo in collaborazione con il comune di Castiglion Fiorentino ed il Rione di Porta Romana nata con l’obiettivo di tessere una rete di collaborazioni sul territorio per promuovere il comparto e valorizzare il centro storico, nell’ambito degli eventi del maggio castiglionese.

La giornata è cominciata alle 10 con il mercato straordinario di Campagna Amica, alle 11 è proseguita con il convegno “L’Agricoltura che verrà”. Il confronto moderato dal Direttore di Coldiretti Raffaello Betti si è aperto con i saluti da parte della Presidente di Coldiretti Lidia Castellucci, del Vicesindaco del Comune di Castiglion Fiorentino Devis Milighetti e del Presidente del Rione di Porta Romana, Francesco Buccelletti.

“Abbiamo voluto valorizzare con questa giornata ancora una volta il nostro agroalimentare partendo proprio da Porta Romana, in antichità il primo accesso alla cittadina dalle campagne – commenta Lidia Castellucci – durante il momento di confronto, è stato aperto il dialogo sul pacchetto di proposte da parte di Coldiretti per gli agricoltori e l’intera filiera agroalimentare, legato soprattutto alle sfide odierni e future che il territorio e le imprese stanno affrontando quotidianamente”.

L’Italia è oggi infatti il secondo Paese manifatturiero europeo, il primo per valore aggiunto nell’agroalimentare proprio per questa ragione sono stati dibattuti numerosi temi: dalle politiche energetiche al cibo sintetico, alla sostenibilità e poi ancora l’indipendenza Energetica, il rapporto con Campagna Amica ed il nuovo Mercato Coperto di Arezzo, l’importanza degli accordi di filiera come quello di interesse locale stipulato con Pastificio Fabianelli, l’etichettatura di tutti gli alimenti, gli ungulati, l’ innalzamento dei prezzi, il PNRR e la Ristrutturazione dei debiti.

“Siamo passati dall’essere meri fornitori di materia prima all’industria produttrice di cibo a produttori noi stessi di cibo, fornendo un carattere distintivo al nostro prodotto agricolo che nessun’altra agricoltura a livello mondiale possiede – prosegue Castellucci – il tema del cibo sintetico ha una natura antropologica, sociale, interessa non solo cosa vogliamo mangiare ma anche che tipo di società vogliamo, per questo come Coldiretti chiediamo un impegno preciso per una grande campagna di comunicazione a favore del cibo italiano, contro quello iperprocessato e contro quello di sintesi – continua Lidia Castellucci – stiamo puntando e continueremo a farlo su Campagna Amica per innescare un’autentica presa di consapevolezza delle coscienze collettive e circolarizzare l’intero processo produttivo, dalla campagna alla campagna, per la campagna”.

Moltissimi gli ospiti che hanno portato il loro contributo: il Presidente ed il Direttore della Camera di Commercio di Arezzo – Siena Massimo Guasconi e Marco Randellini, il Sottosegretario al Lavoro Tiziana Nisini, l’On. Chiara Gagnarli, i Consiglieri regionali Vincenzo Ceccarelli e Gabriele Veneri, Silvia Chiassai Martini, Presidente della Provincia di Arezzo, il Sindaco di Foiano della Chiana Francesco Sonnati, il Vicesindaco di Castiglion Fiorentino Devis Milighetti e l’Assessore all’agricoltura Francesca Sebastiani.

“Un doveroso ringraziamento all’associazione Coldiretti, al rione di Porta Romana e tutte quelle persone che a vario titolo hanno partecipato alla giornata che ha messo in luce tematiche importanti del mondo dell’agricoltura e delle nostre tradizioni enogastronomiche – spiega Francesca Sebastiani Assessore all’Agroalimentare – con questo evento, abbiamo voluto rivalutare le piazze del nostro centro storico. Castiglion Fiorentino ha sempre accolto favorevolmente le richieste pervenuteci dalle varie associazioni diventando, per l’occasione, anche la cassa di risonanza per problemi che affliggono il comparto agro-alimentare come quello relativo al contenimento degli ungulati, dei prezzi dei prodotti alimentari e tematiche ambientali come i cambiamenti climatici. Nel nostro territorio ci sono 534 aziende agricole professionali, pertanto l’amministrazione comunale è sempre attiva per cercare un dialogo con la Regione e con le associazioni affinchè il nostro territorio riesca a conservare e mantenere quelle tradizioni agricole che lo hanno reso fertile e prosperoso negli anni”.

Nel pomeriggio, in piazza del Collegio è stata la volta dell’agrisfida ai fornelli “Te lo racconto dal campo alla tavola”, dove la giunta del comune di Castiglion Fiorentino ha sfidato i giornalisti a suon di piatti davanti alla giuria ed animata dai Cuochi Contadini di Terranostra, l’agriturismo di Campagna Amica a cominciare da Ilaria Salvadori e dal giornalista Luca Amodio. La giornata di Agreste si è poi conclusa con una Cena a km 0 a cura del Rione di Porta Romana con protagonisti i prodotti delle aziende di Campagna Amica.

 

 

ALESSANDRIA, GELATO: VOLANO CONSUMI E PREZZI. CONI E COPPETTE +10%

Cono o coppetta. Tradizionale, naturalista, dietetico o vegano. Non manca la scelta ma l’aumento delle materie prime fa impennare del 10% il prezzo del gelato.

Con l’arrivo del grande caldo, nel primo vero anticipo di estate del 2022, si è registrato un balzo dei consumi che ha evidenziato, sulla base degli ultimi dati Istat, come uno dei prodotti più amati stia subendo l’impennata dei costi per l’energia e le materie prime usate nelle preparazioni: dallo zucchero (+6%) al latte (+7%) fino alle uova (+9%).

Un cambiamento nelle abitudini alimentari provocato dall’innalzamento repentino della colonnina di mercurio con temperature superiori ai 30 gradi dopo un mese di aprile segnato da temperature inferiori di 0,35 gradi rispetto alla media storica del periodo secondo l’analisi della Coldiretti su dati Isac Cnr. 

Un impulso positivo al settore che continua dopo che il gelato italiano già lo scorso anno aveva registrato una crescita del 19,5% rispetto a quello precedente per un valore di 2,3 miliardi di euro spiega Coldiretti su dati Sigep. Una corsa che si spera di continuare con il ritorno dei turisti, anche stranieri, nell’estate 2022 segnata dal superamento delle restrizioni della pandemia Covid.

A pesare sulla produzione sono però il balzo dei costi di energia e materie prime per il conflitto in Ucraina che sta penalizzando fortemente le 39mila gelaterie nazionali che danno lavoro a 75 mila persone. Nelle gelaterie italiane vengono utilizzati ben 220 milioni di litri di latte, 64 milioni di chili di zuccheri, 21 milioni di chili di frutta fresca e 29 milioni di chili di altri prodotti durante l’anno con un evidente impatto sulle imprese fornitrici impegnate a garantire ingredienti di qualità.

In provincia di Alessandria, su dati della Camera di Commercio, le gelaterie artigianali sono cresciute nel triennio 2019-2021 registrando un + 9,9%: erano 117 nel 2019 per 130 nel 2021. Ne consumiamo oltre 6 chili a testa all’anno e il 94% predilige il gelato artigianale per il gusto e la bontà delle materie prime.

“Negli ultimi anni si è registrato un vero e proprio boom delle agrigelaterie artigianali che garantiscono la provenienza della materia prima dalla stalla alla coppetta con gusti che vanno dal latte di asina a quello di capra fino alla bufala e quest’anno è arrivato anche quello di latte di pecora. Una spinta che ha favorito la creatività nella scelta di ingredienti che valorizzano i primati di varietà e qualità della produzione agroalimentare locali”, ha affermato il Presidente Coldiretti Alessandria Mauro Bianco.

Per il gelato artigianale vengono utilizzati diversi ingredienti: da latte allo zucchero, dalla frutta fresca alle nocciole, ma anche cacao e uova con un evidente impatto anche sulle imprese fornitrici.

“Nelle agrigelaterie – ha aggiunto il Direttore Coldiretti Alessandria Roberto Bianco – è particolarmente curata la selezione degli ingredienti che sono rigorosamente freschi con gusti a “chilometri zero” perché ottenuti da prodotti locali che non devono essere trasportati con mezzi che sprecano energia ed inquinano l’ambiente”.

In epoca moderna la storia del gelato risale alla prima metà del XVI secolo nella corte medicea di Firenze con l’introduzione stabile di sorbetti e cremolati nell’ambito di feste e banchetti, anche se fu il successo dell’export’ in Francia a fare da moltiplicatore globale con il debutto ufficiale in terra americana con l’apertura della prima gelateria a New York nel 1770 grazie all’imprenditore genovese Giovanni Bosio.

 

 

LUCCA, LAVORO E PROGRESSO ECONOMICO, SETTE IMPRENDITORI AGRICOLI PREMIATI

Sette imprenditori agricoli soci di Coldiretti premiati dalla Camera di Commercio di Lucca con il Premio della Fedeltà al lavoro e del progresso economico. Si tratta di Luigi Renucci, il decano dei contadini premiati, con 68 anni di anzianità e di Bruno Renucci, 63 anni, entrambi di Barga; Pietro Cardella con 60 anni di lavoro sulle spalle; Marco Fontana che in pista c’è da 48 anni nel settore dei fiori recisi e verde ornamentale nel Comune di Montecarlo così come Giovanni Rugiati di Villa Basilica. Ed ancora Amadeo Marcucci con 46 anni di anzianità e Marco Carmazzi che con 38 anni alla guida della sua impresa è il più giovane del settebello contadino. Alla cerimonia, che si è tenuta nell’Auditorium di San Francesco a Lucca e ha cui hanno presenziato il Commissario straordinario della Camera di commercio di Lucca, dott. Giorgio Bartoli, il Sindaco del Comune di Lucca, Alessandro Tambellini, e del Presidente della Provincia di Lucca, Luca Menesini oltre a tanti sindaci, ha partecipato il Direttore di Coldiretti Lucca, Francesco Cianciulli. 

I riconoscimenti sono un premio per il costante lavoro che ha contribuito alla crescita e al sostegno dell’economia locale, ma anche un esempio per tutto il mondo imprenditoriale: per le imprese, per i lavoratori e per i giovani che ancora non hanno trovato un’occupazione e che hanno bisogno di fiducia per il loro futuro nel mondo del lavoro e imprenditoriale. “A nome della presidenza e di tutta la federazione – spiega Andrea Elmi, Presidente Coldiretti Lucca – le più vive congratulazioni ai nostri sette straordinari campioni d’impresa che con il loro lavoro, impegno, sacrificio e passione hanno contribuito alla crescita e allo sviluppo del nostro settore in provincia”.

 

 

ROVIGO, FOCUS SULLA LEGALITÀ NEL MONDO PESCA CON OSSERVATORIO AGROMAFIE

La quinta tappa veneta del road show della legalità ha coinvolto il territorio di Rovigo e Venezia. “Pesca, Ambiente, Legalità. Esperienze sul territorio per la tutela delle risorse e un futuro sostenibile” era il titolo del webinar organizzato dalle due federazioni Coldiretti di Rovigo e Venezia, la Camera di commercio, Unioncamere Veneto e la Fondazione Osservatorio Agromafie. La platea virtuale era composta da studenti delle scuole di pesca locali, dell’università e ovviamente i pescatori, gli attori principali di questo importante settore, un grande contenitore di eccellenze alimentari, di tradizioni e mestieri storici.

Ha moderato l’incontro Alessandro Faccioli, responsabile Impresa Pesca Rovigo. I saluti iniziali sono stati affidati a Andrea Colla presidente di Coldiretti Venezia. Si è entrati nel clou dell’incontro con le relazioni di Marcello Fracanzani, consigliere Corte Cassazione e componente del comitato scientifico Fondazione Osservatorio Agromafie seguito da Michele Mistri, professore del dipartimento di Scienze chimiche, farmaceutiche e agrarie di Ferrara e infine Clemente Di Nuzzo, Prefetto di Rovigo. Le attività di controllo sono state delineate da Vincenzo Laganà, comandante sezione unità navali della stazione navale della Guardia di Finanza di Venezia, da Alessandro De Vido, Comandante gruppo Carabinieri forestali ambientali e agroalimentari di Rovigo e da Giuliano Gentilini, capo servizio operativo della Capitaneria di porto di Chioggia. Ha preso parola infine Gian Carlo Caselli, presidente del comitato scientifico Fondazione Osservatorio Agromafie e ha chiuso l’incontro Carlo Salvan presidente di Coldiretti Rovigo.

I due territori, Rovigo e Venezia, sono infatti accomunati dalla presenza di migliaia di operatori di acquacoltura nelle lagune e pesca di alto mare e di fiume. Nel frattempo, sono stati scovati molti casi di pesca di frodo, uso di strumenti illegali per la pesca e, purtroppo, in questo contesto spesso si innescano fenomeni legati alle agromafie che colpiscono proprio dove ci sono prodotti di qualità. Il programma della mattinata ha sviscerato tante sfaccettature del settore ittico e fornito tanti gli spunti di riflessione comune. Il primo è stato capire il valore dell’agroalimentare, che sia proveniente dal mare o dalla terra; il pesce non va classificato solo come merce, ma è cibo che si lega a un territorio, alla sua cultura, al suo turismo, agli aspetti ambientali e a quelli sanitari. “È verissimo quando si dice ‘siamo ciò che mangiamo’ – ha commentato Salvan – e il nostro obiettivo è garantire che il pesce sia sempre vissuto in un buon ambiente, che sia ben conservato, che si conosca la sua provenienza. Ci sono invece molte azioni illegali, tra tentativi di bypassare le norme, se non si arriva alle infiltrazioni mafiose e la crescente contraffazione, va tutto a scapito delle aziende che lavorano legalmente. Abbiamo appreso oggi che la vigilanza è costante a garanzia delle nostre attività e dobbiamo continuare la repressione di quello che non è svolto correttamente. C’è in gioco la nostra distintività, la nostra fatica, la nostra storia. Per questo c’è la necessità di un quadro giuridico più certo e legato alle necessità dei suoi operatori e, come rappresentanza sindacale, ci facciamo interlocutori nelle sedi giuste, anche per chi non può portare la sua voce”.

 

 

MILANO, SENZA ACQUA DANNI PER 500 MLN DI EURO NEI CAMPI

“Solo sul nostro territorio, lungo l’asta del fiume Adda, la mancanza di acqua per irrigare potrebbe causare danni per almeno 500 milioni di euro all’agricoltura, senza considerare l’impatto sull’indotto”. E’ quanto dichiara Alessandro Rota, presidente della Coldiretti di Milano, Lodi e Monza Brianza, a chiusura della Festa agricola ospitata a Cassano d’Adda, la “capitale dell’acqua” del Milanese, dove si incrociano, oltre al fiume che dà nome al comune, anche i canali Muzza, Martesana e Retorto e le rogge Vailata e Rivoltana. Un sistema irriguo fondamentale per la coltivazione di oltre centomila ettari di territorio, la metà dei quali bagnati dal canale Muzza e circa 25 mila dal Martesana.

“La siccità – continua Alessandro Rota – mette a dura prova la nostra agricoltura. E’ necessaria la collaborazione di tutti per poter garantire l’irrigazione dei campi nelle prossime settimane ed evitare così danni catastrofici”. Infatti, con l’arrivo dell’anticiclone africano Hannibal in un 2022 segnato da precipitazioni quasi dimezzate – rileva la Coldiretti interprovinciale – è allarme  per le semine primaverili di riso, girasole, mais e soia, ma anche per i prati stabili oltre che per le coltivazioni di grano, altri cereali e foraggi seminate in autunno, e per ortaggi e frutta che hanno bisogno di acqua per crescere e assicurare la produzione di cibo Made in Italy alle tavole degli italiani in un momento peraltro difficile a causa della guerra in Ucraina e dei rincari. 

Il livello idrometrico del fiume Po continua a scendere ed è arrivato a -2,66 metri, dopo aver raggiunto il livello minimo da decenni, mentre la percentuale di riempimento del lago di Como è del 47,1 per cento e quella del lago Maggiore del 38,4%, secondo l’ultimo monitoraggio della Coldiretti.

Dell’importanza delle risorse idriche si è parlato in occasione della Festa di Cassano, promossa dalla Coldiretti di Milano, Lodi e Monza Brianza insieme ad Anbi Lombardia, l’Associazione regionale dei consorzi di gestione e tutela del territorio e delle acque irrigue. Al taglio del nastro della manifestazione hanno partecipato, oltre al presidente Rota e al direttore della Coldiretti interprovinciale Umberto Bertolasi, il sindaco Fabio Colombo, la consigliera regionale della Lombardia Silvia Scurati, il consigliere delegato di Città Metropolitana Roberto Maviglia, il direttore generale di Anbi Lombardia Gladys Lucchelli e rappresentanti di altre istituzioni territoriali, a cominciare dal Parco Adda Nord.

Durante tutta la giornata di domenica via Vittorio Veneto è stata movimentata dal mercato contadino di Campagna Amica, con una ventina di aziende agricole del territorio che hanno proposto le loro eccellenze a chilometro zero. Per i bambini, al mattino è stato organizzato un laboratorio sulla preparazione del sale aromatizzato con la Cascina Claudina di Truccazzano, mentre al pomeriggio le attività ludiche e didattiche sono state dedicate al ciclo idrico e ai giochi d’acqua. In mostra anche trattori e macchine agricole, dai mezzi d’epoca a quelli più moderni.

 

 

ASCOLI FERMO, C’È CARENZA DI MANODOPERA QUALIFICATA

Nei campi della Valdaso servirebbe il doppio dei lavoratori stagionali e questo complica le raccolte estive dell’ortofrutta di qualità. Un argomento che è stato affrontato nei giorni scorsi dal presidente di Coldiretti Ascoli Fermo, Armando Marconi che, insieme al direttore Francesco Goffredo, in un incontro con le aziende agricole della zona ospitato dalla coop Verde Valdaso a Moresco. Ortofrutta ma anche, in prospettiva, il settore vitivinicolo nelle zone di Offida e di Ripatransone. “L’arrivo del grande caldo – spiega Marconi – sta accelerando la maturazione nei campi e rende ancora più urgente il reperimento della manodopera. Quello che più ci preoccupa, tuttavia, è soprattutto la carenza di lavoratori qualificati e formati”. Nel corso del 2021 su circa 7.500 contratti attivati (4.300 in provincia di Ascoli, 3150 in provincia di Fermo, dati Anpal) il 46% ha riguardato stranieri. “Occorre – sottolinea la Coldiretti – velocizzare il rilascio dei nulla osta necessari per consentire ai lavoratori extracomunitari, ammessi all’ingresso con il decreto flussi, di poter arrivare in Italia per lavorare nelle imprese agricole al più presto. A livello nazionale rispetto all’anno scorso le quote di lavoratori extracomunitari ammessi per decreto in Italia è stato alzato a 69mila e di questi, la fetta riservata all’agricoltura è di 42mila posti, a fronte dei quali sono però pervenute circa 100mila domande”. Nel corso dell’incontro è stato anche evidenziata l’importanza di avere strumenti concordati con i sindacati e consentire anche ai percettori di ammortizzatori sociali, studenti e pensionati italiani di poter collaborare temporaneamente alle attività nei campi ma per farlo in sicurezza occorre essere formati. “Per questo come Coldiretti chiediamo un piano per la formazione professionale e misure per ridurre la burocrazia e contenere il costo del lavoro con una radicale semplificazione che possa garantire flessibilità e tempestività di un lavoro legato all’andamento climatico sempre più bizzarro” ha sottolineato Goffredo. 

 

 

ANCONA, IL RISOTTO AL MERCATO DORICO È A KM ZERO E ANCHE SOLIDALE

La spesa tra gli stand è a chilometro zero, la manualità idem. È stato Federico Clementi, cuoco contadino nella sua azienda agrituristica a Sirolo, il protagonista dello show cooking odierno al Mercato Dorico di via Martiri della Resistenza. Di fronte tante persone incuriosite dallo show tra video, fotografie e appunti per poterci provare a casa. Clementi ha trovato gli ingredienti direttamente nei banchi dei suoi colleghi agricoltori: pecorino, pancetta, fava e asparagi. Per farci un risotto ha utilizzato il “riso solidale” della Focsiv, l’associazione che con Coldiretti e Campagna Amica sta promuovendo il lavoro dei contadini italiani e del resto del mondo e dell’agricoltura familiare. Una collaborazione, quella tra Coldiretti Ancona, Terranostra, l’associazione che riunisce gli agriturismi di Campagna Amica e Fabita, orgoglio del Made in Marche nel campo dei piani di cottura a induzione di design, all’insegna della sostenibilità, del territorio e anche della solidarietà.

 

 

ALESSANDRIA, PESTE SUINA: SUBITO PIANO DI ABBATTIMENTO PER TUTTI I CINGHIALI

È mancata l’azione di prevenzione come coldiretti alessandria ha ripetutamente denunciato in piazza e nelle sedi istituzionali. serve un piano nazionale di abbattimento di fronte alla proliferazione dei cinghiali che riguarda ormai tutta la penisola dove sono saliti a ben 2,3 milioni gli esemplari che rappresentano un pericolo per la sicurezza dei cittadini, per le attività agricole e rischiano di diffondere la peste suina ben oltre le aree infette.

l’ennesimo incidente, per fortuna senza conseguenze per le persone, è accaduto nella notte tra sabato e domenica in via casale, la strada che porta da alessandria all’abitato di san michele: un cinghiale ha attraversato la strada ed è stato investo da un taxi in transito che non ha potuto evitarlo. l’animale, ferito, si è allontanato nascondendosi dietro una siepe, e non è stato più trovato.

“serve responsabilità delle istituzioni per un intervento immediato e capillare di contenimento della popolazione dei cinghiali lungo tutto il territorio nazionale” chiede il presidente coldiretti alessandria mauro bianco nel sottolineare “la necessità della loro riduzione numerica attraverso le attività venatorie, le azioni di controllo della legge 157/92 con l’articolo 19 e le azioni programmabili nella rete delle aree protette”.

l’invasione di città e campagne da parte dei cinghiali viene vissuta dai cittadini come una vera e propria emergenza, tanto che oltre otto italiani su 10 (81%) pensano che vada affrontata con il ricorso agli abbattimenti, soprattutto incaricando personale specializzato per ridurne il numero secondo il sondaggio coldiretti/ixè.

“non c’è’ consapevolezza del momento drammatico che stanno vivendo gli allevatori con compensi riconosciuti che sono inferiori ai costi sostenuti per gli aumenti energetiche, dell’alimentazione degli animali e delle speculazioni contro le quali chiediamo l’intervento delle autorità competenti per contrastare le pratiche sleali”, ha aggiunto il direttore coldiretti alessandria roberto bianco.

ad oggi i casi individuati di positività riguardano solo cinghiali: nessun maiale è stato contagiato in italia dalla peste suina africana.

 

 

LIVORNO, MELONE: + 50% COSTI PRODUZIONE FANNO CROLLARE COLTIVAZIONE (-20%)

Addio ad un campo di meloni su cinque in provincia di Livorno. L’aumento dei costi di produzione fa crollare la coltivazione di melone anche nella capitale del popone. Nelle campagne di Livorno si coltivano la metà dei terreni destinati alla produzione del prelibato frutto della bella stagione: 270 ettari di ettari per una produzione di poco inferiore ai 60 mila quintali. Ma per produrre i meloni gli agricoltori dovranno spendere molto di più, anche fino al 50%, tanto da spingere molte aziende a rinunciare a coltivarli dopo che nell’ultimo anno le superfici destinate erano tornare a crescere. E’ il risultato del perfetto combinato disposto dell’effetto dei rincari e degli scarsi compensi riconosciuti gli agricoltori. A denunciarlo è Coldiretti Livorno che stima una riduzione di almeno il 20% delle superfici coltivate tra in serra e campo aperto. “Oggi un’impresa ortoflorovivaistica spende mediamente fino al 67% in più per produrre gli stessi prodotti a causa del costante aumento dei costi dei principali fattori produttivi come sementi, piantine, gasolio, cassette, concimi ma senza ottenere di contro nessun adeguamento per i maggiori costi sostenuti da parte della distribuzione organizzata. Più di un’azienda su dieci ha i conti in rosso, sta lavorando in perdita e rischia la serrata.  – analizza Simone Ferri Graziani, Presidente Coldiretti Livorno – Lo tsunami di rincari ha costretto i produttori di meloni a ridurre le superfici rinunciando a parte di una coltivazione importante per la nostra regione che è riuscita i questi anni a mantenere quote di mercato nonostante la grande concorrenza interna ed estera. Produrre il melone toscano, che è tra i più apprezzati per qualità, quest’anno costerà tra il 30% ed il 40% in più: un aumento esponenziale e senza precedenti che costringe le aziende a margini ridottissimi se non addirittura a lavorare in perdita”.

Nel 2021 le superfici destinate a melone avevano già subito una leggera flessione (-7%) in controtendenza rispetto al quadro regionale (+10%) segno che qualcosa, nella capitale del popone, stava già succedendo. “C’è una soglia sotto la quale produrre meloni, e così altri prodotti agricoli, non è sostenibile. E questa soglia è data dal costo di produzione che in queste settimane sono cresciuti in maniera paventosa. – spiega ancora Ferri Graziani – Di fronte ad una emergenza senza precedenti serve responsabilità con un patto etico di filiera per garantire un giusto prezzo ai produttori che non può essere mai al di sotto dei costi di produzione così come prevede la legge contro le pratiche sleali voluta da Coldiretti per tutelare le imprese e la dignità del lavoro”. 

Per combattere la speculazione sui prezzi con una più equa distribuzione del valore lungo la filiera tutelando così i redditi degli agricoltori e dei consumatori è stato pubblicato dal Governo il bando sui contratti di filiera.  Le domande di accesso alle agevolazioni si possono presentare entro 90 giorni a partire dal 23 maggio 2022. I beneficiari del finanziamento sono le imprese che concorrono direttamente alla produzione, raccolta, trasformazione e commercializzazione di prodotti agricoli e agroalimentari e le imprese che forniscono servizi e mezzi di produzione. Si tratta di un altro risultato della mobilitazione ottenuto da Coldiretti. “Lo strumenti dei contratti di filiera punta – spiega ancora il Presidente di Coldiretti Livorno – a rafforzare i rapporti tra agricoltori e trasformatori per il vero Made in Italy con un budget da 1,2 miliardi che premia le imprese che hanno sottoscritto un accordo di filiera. Sono un tassello in più per l’equa distribuzione del valore lungo la filiera e per salvaguardare il reddito degli agricoltori dalle pratiche sleali”. 

Per assicurare alle imprese agricole reddito e prospettive, Coldiretti promuove dal 2008 il progetto dei mercati di Campagna Amica, la più grande rete di vendita diretta del mondo, che mette in condizioni gli agricoltori di essere artefici del loro destino vendendo direttamente al consumatore senza alcuna intermediazione nel rispetto dei principi della qualità, sostenibilità, tracciabilità, trasparenza e sicurezza. Uno strumento che ha stimolato la nascita di nuove imprese agricole, e che mette al riparo i piccoli produttori agricoli dalla grande distribuzione che in Toscana si è tradotto con 41 mercati esclusivi ospitati al coperto, in piazze, centri e borghi di tutta la Toscana ed oltre 1.000 aziende iscritte a Campagna Amica.

 

 

VENEZIA, QUINTO APPUNTAMENTO DEL ROAD SHOW DELLA LEGALITA’

L’agroalimentare è diventato un settore prioritario di investimento della malavita con un business criminale che ha superato i 24,5 miliardi di euro. E’ quanto ha affermato Andrea Colla presidente di Coldiretti Venezia e membro di giunta della Camera di Commercio di Venezia Rovigo, in apertura della quinta tappa de “il road show della legalità nell’agroalimentare” organizzato via webinar dalle due federazioni Coldiretti di Venezia e Rovigo nell’ambito del progetto promosso da Coldiretti, Unioncamere Veneto e la Fondazione Osservatorio Agromafie.

L’incontro di oggi, incentrato sul mondo della pesca fa emergere il Veneto, come ha descritto Alessandro Faccioli responsabile di Impresa Pesca Veneto, sul podio nazionale per numero di addetti occupati nella pesca, acquacoltura e mitilicoltura, e la Marineria di Chioggia come la più grande in Italia, mostrando tuttavia un quadro molto complesso con dei lati ancora oscuri nell’ambito della legalità. Dai pescatori di frodo che utilizzano storditori elettrici o reti che danneggiano l’ecosistema, al surriscaldamento climatico che incide sulla comparsa di specie alloctone che non hanno competitors nel nostro mare Adriatico, unitamente alla minore pescosità del nostro mare che portano all’ inevitabile importazione di pesce estero con relative problematiche di tracciabilità. A delinearne i contorni sono stati i relatori di oggi: Marcello FracanzaniConsigliere della Corte di Cassazione che ha sottolineato l’importanza della distintività del pescato inteso come cibo e non come merce, soluzione che ci consente di ragionare sulla necessità di riportare legalità nel mondo della pesca non solo per una questione di giustizia ma anche per non incorrere su problematiche di salute. Maggiori controlli servono anche per il rispetto ambientale, ha fatto emergere Michele Mistri Professore di Scienze chimiche Università di Ferrara che si sta occupando con il suo gruppo di ricerca del problema delle microplastiche contenute nei pesci che possono essere veicolate direttamente al consumatore, solo quelle portate dal fiume Po’ sono 145 tonnellate all’anno, senza contare quelle arrivate in mare dalle spiagge, incentivate ancor più dall’aumento considerevole delle mareggiate negli ultimi anni. A parlare di potenziamento dei controlli a salvaguardia della salute dei consumatori è Clemente di Nuzzo Prefetto di Rovigo, che citando alcune delle più importanti operazioni di contrasto portate a compimento dalle Forze dell’Ordine, dichiara utile l’inasprimento delle sanzioni con delle azioni congiunte supportate dalla comunità civica e produttiva.  Per le attività di controllo sono intervenuti Giuliano Gentilini Capo Servizio Operativo della Capitaneria di Porto, Vincenzo Laganà Tenente Comandante della sezione Unità Navali della Stazione Navale della Guardia di Finanza di Venezia, Alessandro De Vido Comandante del Gruppo Forestali Ambientali e Agroalimentari di Rovigo che hanno descritto quanto sia importante la sinergia tra i vari organi di controllo capaci di salvaguardare la qualità del pescato, l’ambiente e allo stesso tempo la sicurezza alimentare. Del resto, la straordinaria ricchezza dell’agroalimentare veneto deve essere tutelata dal rischio di infiltrazione della criminalità organizzata. Ben vengano le azioni di contrasto efficaci così come i controlli, ma serve di più ha sottolineato Gian Carlo Caselli, storico procuratore antimafia, ora presidente del comitato scientifico della Fondazione Osservatorio Agromafie, – Denuncia e repressione sono indispensabili e funzionano, ma non sono sufficienti, serve una nuova normativa, una nuova legge in questa materia. Va sbloccata la riforma della legislazione sui reati agroalimentari, ferma da anni in Parlamento”.  Le conclusioni sono state affidate a Carlo Salvan presidente della Coldiretti di Rovigo che ricorda l’importante ruolo delle imprese a cui deve essere garantito un giusto riconoscimento del lavoro con un prezzo minimo garantito. Solo operando sul rispetto della tracciabilità e degli accordi di filiera possiamo dare dignità ad un agroalimentare, che in Italia vale 575 miliardi di euro. “È verissimo quando si dice ‘siamo ciò che mangiamo’ – ha commentato Salvan – e il nostro obiettivo è garantire che il pesce sia sempre vissuto in un buon ambiente, che sia ben conservato, che si conosca la sua provenienza. Ci sono invece molte azioni illegali, tra tentativi di bypassare le norme, se non si arriva alle infiltrazioni mafiose e la crescente contraffazione, va tutto a scapito delle aziende che lavorano legalmente. Abbiamo appreso oggi che la vigilanza è costante a garanzia delle nostre attività e dobbiamo continuare la repressione di quello che non è svolto correttamente. C’è in gioco la nostra distintività, la nostra fatica, la nostra storia. Per questo c’è la necessità di un quadro giuridico più certo e legato alle necessità dei suoi operatori e, come rappresentanza sindacale, ci facciamo interlocutori nelle sedi giuste, anche per chi non può portare la sua voce”. “E’ necessario remare nella stessa direzione per risolvere i problemi del settore ittico- ha affermato Andrea Colla “la collaborazione tra tutti gli attori che operano in questo ambito è determinante per arrivare in un porto sicuro che possa dare nuove traiettorie di futuro ai nostri pescatori”. La platea virtuale era composta da studenti delle scuole di pesca locali, dell’università e ovviamente i pescatori, gli attori principali di questo importante settore, un grande contenitore di eccellenze alimentari, di tradizioni e mestieri storici.

 

 

CUNEO, ENRICO NADA ELETTO PRESIDENTE

Enrico Nada, 38 anni, vitivinicoltore di Treiso, è il nuovo Presidente di Coldiretti Cuneo. L’ha eletto oggi a larghissima maggioranza l’Assemblea provinciale che ha anche votato il nuovo Consiglio direttivo di Coldiretti, la maggiore Organizzazione di imprese agricole con oltre 30.000 associati nella Granda, pari all’85% delle aziende cuneesi operanti in agricoltura.

Laureato in viticoltura ed enologia, Enrico Nada guida l’azienda vitivinicola di famiglia “Nada Giuseppe” sulle colline di Treiso. Produce con metodo biologico due menzioni storiche del pregiato Barbaresco Docg, vino simbolo della zona, oltre a Barbera d’Alba Doc e Langhe Doc Nebbiolo. Dal 2015 al 2018 è stato membro dell’Assemblea dell’Enoteca regionale del Barbaresco, dal giugno 2017 al settembre 2020 è stato membro del CdA dell’Albeisa, associazione a tutela della bottiglia omonima. È ad oggi nel direttivo dell’Associazione dei produttori biologici Terramica, nata in seno a Coldiretti.

“Sono onorato per questo incarico che mi investe di un’enorme responsabilità, quella di dar voce agli imprenditori agricoltori di ogni angolo della Granda. Ringrazio Roberto Moncalvo che da Delegato Confederale in questi anni ha tenuto le redini della nostra Organizzazione con passione e preparazione, insieme a Bruno Rivarossa in veste di Vice Delegato Confederale. Nel solco della grande tradizione di battaglie Coldiretti, si apre oggi una nuova stagione a tutela delle nostre imprese” ha dichiarato il neo eletto Presidente Enrico Nada, che ha evidenziato: “In un momento storico complicato come quello che stiamo vivendo, che ripropone questioni irrisolte e lancia sfide inedite, l’agroalimentare cuneese rappresenta una certezza da cui partire per far crescere economia ed occupazione ma anche per tutelare l’ambiente, il territorio e la sicurezza dei cittadini. Lavoreremo per un sistema in grado di offrire prezzi più giusti ai produttori, filiere legate al territorio, meno burocrazia e più competitività”.

L’Assemblea provinciale di oggi ha eletto anche il nuovo Consiglio direttivo, di cui fanno parte: Giuseppe Fessia (Monticello d’Alba), Saverio Rapalino (Benevello), Pietro Vacchetto (Castino), Diego Morra (Verduno), Claudio Fina (Cartignano), Dario Lucchino (Beinette), Mauro Regis (Castelletto Stura), Alessandro Bessone (Bene Vagienna), Rocco Merlatti (Rocca De’ Baldi), Davide Morel (Pontechianale), Mattia Domenico Quaglia (Verzuolo), Manuele Risso (Revello) e Silvio Rosso (Savigliano). A loro si aggiungono in Consiglio il Delegato provinciale Giovani Impresa Marco Bernardi, la Responsabile provinciale Donne Impresa Monia Rullo, il Presidente dell’Associazione provinciale Pensionati Dino Ambrogio e i Presidenti di Zona eletti nelle scorse settimane: Luca Beltrando (Bra), Renato Suria (Ceva), Paolo Quaranta (Cuneo), Raffaele Tortalla (Fossano), Marco Bongiovanni (Mondovì), Ivo Migliore (Saluzzo) ed Enrico Vassallo (Savigliano). ?

Il Comitato dei Probiviri è composto da Giuseppe Scavino (S. Stefano Belbo), Pietro Marchisio (Boves), Romano Prone (Cardè), Marco Sarvia (Fossano) e Piermario Bertone (Mondovì).

“Tutta la struttura augura buon lavoro al Presidente Nada e alla nuova dirigenza, che si metterà presto al lavoro in uno spirito di assoluta trasparenza, ascolto, coinvolgimento della base associativa e cambiamento. Lo dimostra il fatto che il 46% dei 245 Presidenti di Sezione eletti negli ultimi mesi nel corso di Assemblee territoriali molto partecipate, non hai mai ricoperto prima quel ruolo; si è anche abbassata l’età media e il più giovane di loro ha vent’anni: segnali importanti di ricambio generazionale che porterà nuova linfa e innovazione a beneficio dell’agricoltura cuneese” conclude Fabiano Porcu, Direttore di Coldiretti Cuneo. ?

 

 

NOVARA-VCO, UCRAINA: PIANO UE SBLOCCA 30 MLN DI CHILI DI GRANO PER ITALIA

Con il Piano dell’Unione Europea per salvare i cereali ucraini potrebbero essere sbloccati circa 30 milioni di chili di grano per la panificazione, 60 milioni di chili di olio di girasole e quasi duecento milioni di chili di mais per l’alimentazione animale destinati all’Italia, che attualmente sono fermi nei magazzini di Kiev in attesa di essere spediti a causa del blocco russo dei porti del Paese. E’ quanto stima Coldiretti nel commentare il Piano di azione della Commissione Europea per stabilire “corridoi di solidarietà” con l’Ucraina, per facilitare le esportazioni di cereali da Kiev verso l’Ue.

Il piano si pone l’obiettivo di facilitare i trasporti delle merci ucraine via terra, per ferrovia e gomma, e via mare, con la messa a disposizione da parte dei privati di vagoni merci, veicoli, navi, autocarri aggiuntivi e silos mobili per i cereali da collocare in punti di contatto alla frontiera ucraina, individuati dagli Stati membri, dando la priorità alle spedizioni di derrate agricole anche attraverso slot ferroviari dedicati. Si punta ad agevolare il trasporto ferroviario velocizzando il trasferimento delle merci dai treni delle linee ucraine a quelli europei che viaggiano su un sistema di binari a scartamento diverso e non compatibile con quello di Kiev. Inoltre, per ovviare al blocco russo dei porti del Mar Nero, la Ue pensa di sfruttare per le spedizioni quelli polacchi sul Baltico, potenziando le strutture di stoccaggio oltre a potenziare a sud ovest i corridoi di collegamento europeo con Ucraina e Moldova.

“L’obiettivo è anche snellire le procedure burocratiche di ingresso delle merci in Europa che però – affermano il Presidente di Coldiretti Novara-Vco Sara Baudo e il Direttore Francesca Toscani – non deve tradursi in minori controlli e garanzie per la salute e la sicurezza dei consumatori. Siamo costretti ad importare materie prime agricole poiché la produzione nazionale, negli ultimi 10 anni, si è ridotta di quasi 1/3 per cui ora è necessario intervenire per contenere il caro energia ed i costi di produzione con misure immediate per salvare le aziende e programmare il futuro. Occorre lavorare da subito ad accordi di filiera tra imprese agricole ed industriali, come quello piemontese, Grano Piemontelanciato insieme al Consorzio Agrario del Nord Ovest, tramite il quale sono già stati seminati oltre 6 mila e 500 ettari, e volto a valorizzare proprio l’oro giallo ed ottenere prodotti da forno veramente prepararti con la farina del territorio per rispondere anche alle esigenze dei consumatori che sono sempre più attenti alla provenienza degli ingredienti. Questo – concludono – al fine anche di avere prezzi equi che non scendano mai sotto i costi di produzione come prevede la nuova legge di contrasto alle pratiche sleali, ma anche investire per aumentare produzione e rese dei terreni con bacini di accumulo delle acque piovane per combattere la siccità, tutelando sempre la biodiversità dei nostri territori”.

 

 

COMO LECCO, PESTE SUINA È GRAVE MINACCIA

La peste suina rappresenta una grave minaccia per gli allevamenti suini e il rischio dell’espandersi del contagio dentro alle stalle rappresenterebbe un danno gravissimo soprattutto nelle nostre province, dove la presenza dei cinghiali è oltremodo fuori controllo, come testimoniano le segnalazioni di danni che continuano con frequenza pressochè quotidiana e sempre più preoccupante. È quanto afferma la Coldiretti interprovinciale in riferimento al tweet del sottosegretario alla Salute Andrea Costa sul fatto che per fronteggiare l’epidemia di peste suina è “fondamentale ridurre l’eccessiva presenza di cinghiali sul territorio” e “valutare il prolungamento dell’attività venatoria, per ridurne sensibilmente il numero” a tutela di agricoltori e allevatori.

“Più volte abbiamo denunciato i pericoli della proliferazione e diffusione senza freni di questi ungulati – rimarca il presidente Fortunato Trezzi – che provocano danni nei campi ed incidenti stradali, ma rappresentano anche un pericoloso veicolo per la peste suina. Occorre intervenire con decisione per contenerne il numero, a fronte di ben 2,3 milioni di esemplari stimati in tutta Italia”.

Non è più tollerabile l’immobilismo delle Istituzioni di fronte all’estendersi dell’emergenza – continua Coldiretti Como Lecco – in un momento drammatico per gli allevatori, che stanno lavorando con compensi riconosciuti che sono inferiori ai costi sostenuti per gli aumenti energetici e dell’alimentazione degli animali: le autorità competenti intervengano per contrastare le pratiche sleali e fermare le speculazioni.

“Coldiretti da sempre condivide e si fa portavoce dell’allarme lanciato dalle imprese agricole, con segnalazioni pressochè quotidiane che indicano, ancora una volta, come il problema della fauna selvatica sia grave e reale” prosegue Trezzi. “Su questo la nostra posizione è chiara: continueremo a sostenere le istanze di imprese e territorio nei confronti di tutti gli attori istituzionali. Nel mentre, ribadiamo l’importanza di denunciare sempre i danni subiti, anche se i risarcimenti arrivano in forma ridotta: ciò è utile anche a dare una dimensione reale di un problema diventato insostenibile. Parallelamente, nel tempo e in maniera ripetuta e pressante, continuiamo a denunciare la preoccupazione e il disagio delle imprese agricole a causa della abnorme e incontrollata presenza sull’intero territorio provinciale della popolazione di cinghiali e selvatici che in misura sempre maggiore arrecano danni alle coltivazioni”.

I nostri associati, oggi ancor più in difficoltà a causa dell’impennata dei costi dei fattori di produzione e dei costi energetici e danneggiati dalla persistenza di fattori climatici avversi e sempre più penalizzanti le produzioni, “sono comprensibilmente esasperati e delusi, accusano danni continui e insostenibili alle loro coltivazioni, vivono nell’incertezza dell’effettiva utilità dei ripristini e risemine delle colture (in previsione di nuovi danni), registrano impotenti la distruzione dei loro raccolti, sono consci che gli eventuali risarcimenti non riconosceranno in misura equa la perdita di reddito”.

Da qui le richieste, che ribadiamo forti e chiare: è di primaria importanza l’azione e le attività di controllo e contenimento della popolazione di cinghiali mediante l’effettuazione di idonei piani di abbattimento e contenimento. Allo stesso tempo è opportuno provvedere a un contestuale un nuovo censimento che tracci le reali dimensioni del problema (aumentato a dismisura rispetto al passato) e a una collaborazione congiunta che possa portare a una corretta gestione della presenza della popolazione di cinghiali nei nostri territori.

 

 

VARESE, SICCITÀ, È ALLARME CON CALDO E PRECIPITAZIONI DIMEZZATE

Con un 2022 segnato da precipitazioni quasi dimezzate è allarme siccità e incendi per l’arrivo in grande anticipo del grande caldo estivo, con temperature che all’inizio della prossima settimana si avvicineranno ai 30 gradi su diverse zone del Varesotto. È quanto emerge dall’analisi della Coldiretti in riferimento all’ondata di caldo anomalo sull’Italia con temperature superiori ai 30 gradi. Un innalzamento repentino della colonnina di mercurio dopo un mese di aprile segnato da temperature inferiori di 0,35 gradi rispetto alla media storica del periodo secondo l’analisi della Coldiretti su dati Isac Cnr.

Nonostante le recenti precipitazioni il livello idrometrico del fiume Po resta basso a -2,4 metri, dopo aver raggiunto il livello minimo da decenni, come pure le percentuali di riempimento che vanno – sottolinea Coldiretti Varese – dal 38% del Maggiore al 33% di quello di Como, secondo il monitoraggio della Coldiretti provinciale.

Una situazione rappresentativa dello stato di sofferenza in cui si trovano molti corsi d’acqua lungo la Penisola a causa dei cambiamenti climatici che hanno modificato la distribuzione sia stagionale che geografica delle precipitazioni, con l’emergenza siccità che – precisa la Coldiretti – continua ad interessare importanti aree del Paese a partire dalla Pianura Padana dove si concentra il 30% della produzione agricola nazionale e la metà dell’allevamento.

La siccità colpisce le semine primaverili di girasole, mais e soia, ma anche le coltivazioni di grano, altri cereali e foraggi seminate in autunno, ortaggi e frutta che hanno bisogno di acqua per crescere e assicurare la produzione di cibo Made in Italy per le tavole degli italiani in un momento peraltro difficile a causa della guerra in Ucraina e dei rincari.

Ma a preoccupare sono anche gli incendi favoriti dalle alte temperature e dall’assenza di precipitazioni che ha inaridito i terreni nei boschi più esposti al divampare delle fiamme. La siccità, che distrugge le coltivazioni e favorisce i roghi, è diventata la calamità più rilevante per l’agricoltura italiana con danni stimati in media in un miliardo di euro all’anno soprattutto per le quantità e la qualità dei raccolti.

Per risparmiare l’acqua, aumentare la capacità di irrigazione e incrementare la disponibilità di cibo per le famiglie è stato elaborato e proposto insieme ad Anbi un progetto concreto immediatamente cantierabile un intervento strutturale reso necessario dai cambiamenti climatici caratterizzati dall’alternarsi di precipitazioni violente a lunghi periodi di assenza di acqua, lungo tutto il territorio nazionale. Il progetto prevede la realizzazione di una rete di piccoli invasi con basso impatto paesaggistico e diffusi sul territorio, privilegiando il completamento e il recupero di strutture già presenti. L’idea è di realizzare laghetti, senza uso di cemento e in equilibrio con i territori, che conservano l’acqua per distribuirla in modo razionale ai cittadini, all’industria e all’agricoltura, con una ricaduta importante sull’ambiente e sull’occupazione.

 

VERCELLI-BIELLA, PIANO UE SBLOCCA 30 MLN DI CHILI DI GRANO PER ITALIA

Con il Piano dell’Unione Europea per salvare i cereali ucraini potrebbero essere sbloccati circa 30 milioni di chili di grano per la panificazione, 60 milioni di chili di olio di girasole e quasi duecento milioni di chili di mais per l’alimentazione animale destinati all’Italia, che attualmente sono fermi nei magazzini di Kiev in attesa di essere spediti a causa del blocco russo dei porti del Paese. E’ quanto stima Coldiretti nel commentare il Piano di azione della Commissione Europea per stabilire “corridoi di solidarietà” con l’Ucraina, per facilitare le esportazioni di cereali da Kiev verso l’Ue.

Il piano si pone l’obiettivo di facilitare i trasporti delle merci ucraine via terra, per ferrovia e gomma, e via mare, con la messa a disposizione da parte dei privati di vagoni merci, veicoli, navi, autocarri aggiuntivi e silos mobili per i cereali da collocare in punti di contatto alla frontiera ucraina, individuati dagli Stati membri, dando la priorità alle spedizioni di derrate agricole anche attraverso slot ferroviari dedicati. Si punta ad agevolare il trasporto ferroviario velocizzando il trasferimento delle merci dai treni delle linee ucraine a quelli europei che viaggiano su un sistema di binari a scartamento diverso e non compatibile con quello di Kiev. Inoltre, per ovviare al blocco russo dei porti del Mar Nero, la Ue pensa di sfruttare per le spedizioni quelli polacchi sul Baltico, potenziando le strutture di stoccaggio oltre a potenziare a sud ovest i corridoi di collegamento europeo con Ucraina e Moldova.

“L’obiettivo è anche snellire le procedure burocratiche di ingresso delle merci in Europa che però – affermano il Presidente di Coldiretti Vercelli-Biella Paolo Dellarole e il Direttore Francesca Toscani – non deve tradursi in minori controlli e garanzie per la salute e la sicurezza dei consumatori. Siamo costretti ad importare materie prime agricole poiché la produzione nazionale, negli ultimi 10 anni, si è ridotta di quasi 1/3 per cui ora è necessario intervenire per contenere il caro energia ed i costi di produzione con misure immediate per salvare le aziende e programmare il futuro. Occorre lavorare da subito ad accordi di filiera tra imprese agricole ed industriali, come quello piemontese, Grano Piemontelanciato insieme al Consorzio Agrario del Nord Ovest, tramite il quale sono già stati seminati oltre 6 mila e 500 ettari, e volto a valorizzare proprio l’oro giallo ed ottenere prodotti da forno veramente prepararti con la farina del territorio per rispondere anche alle esigenze dei consumatori che sono sempre più attenti alla provenienza degli ingredienti. Questo – concludono – al fine anche di avere prezzi equi che non scendano mai sotto i costi di produzione come prevede la nuova legge di contrasto alle pratiche sleali, ma anche investire per aumentare produzione e rese dei terreni con bacini di accumulo delle acque piovane per combattere la siccità, tutelando sempre la biodiversità dei nostri territori”.

 

PADOVA, CILIEGIE, ANNATA IN RIPRESA DOPO LA BATOSTA DEL 2021

Sarà l’anno della riscossa per le ciliegie padovane. Dopo la batosta del 2021, con la produzione decimata a causa delle condizioni climatiche sfavorevoli, dalle gelate alla grandine, dai parassiti agli attacchi degli animali selvatici come le gazze, quest’anno porterà ad una decisa ripresa con una maggiore disponibilità di prodotto. Si annuncia ottima la qualità per le ciliegie coltivate in pianura come nei Colli Euganei. Nel complesso si attende una produzione in media con le potenzialità produttive del nostro territorio, ricorda Coldiretti Padova, dove sono poco meno di 50 gli ettari coltivati. L’anno scorso la raccolta, nella nostra provincia come in tutto il nord Italia, era stata piuttosto magra, con poco meno di 1.900 quintali di ciliegie contro i 2700-2800 degli anni precedenti, con una flessione di quasi il 40%. Quest’anno invece è attesa una netta ripresa e il ritorno alla normalità, sperando in un po’ di pioggia nelle prossime settimane.

Antonio Ferraretto coltiva ciliegie a Calaone di Baone e tra una decina di giorni inizierà la raccolta che proseguirà fin quasi alla fine di giugno. “Ci aspettiamo un prodotto di qualità – spiega l’imprenditore – le piante sono sane e le condizioni ideali per quanto riguarda la temperatura. Servirebbe un po’ di pioggia perché l’inverno è stato molto arido e le piante iniziano a manifestare segni di stress. Senza acqua potrebbero andare in sofferenza proprio nel periodo della raccolta e sarebbe un peccato viste le buone prospettive e la possibilità di recuperare il terreno dopo l’annata difficile del 2021. Resta il problema delle gazze che attaccano le piante e compromettono la resa, dai cinghiali ci difendiamo con le recinzioni invece e teniamo gli alberi alti. L’anno scorso abbiamo dovuto affrontare anche il problema dei prezzi, al di sotto della media nonostante la scarsità di prodotto, perché c’era comunque una disponibilità maggiore dalle regioni del sud Italia”. Sarà da capire come si evolveranno i mercati poiché il rischio è che tra le produzioni del Nord e del Sud Italia, dato il clima, si verificheranno delle sovrapposizioni accentuate nel picco della raccolta.

In generale, spiega Coldiretti Padova, le prime varietà di ciliegie hanno la polpa soffice, poi arrivano anche varietà croccanti, come i duroni. Il loro colore è tipico della varietà, alcune sono mature quando sono rosse, altre assumono una colorazione più scura, tendente al nero a maturazioneSe le produzioni tutelate sono riconoscibili dall’inconfondibile logo comunitario che ne attesta l’origine, ricorda Coldiretti, tutte le ciliegie devono essere poste in vendita con un apposito cartello con indicata l’origine che occorre controllare per non cadere nell’inganno dei prodotti importati spacciati per Made in Italy. Tra i consigli va ricordato che le ciliegie non maturano dopo la raccolta e quindi devono essere acquistate già mature e pronte al consumo. Le ciliegie sono uno dei frutti più amati a tutte le età e con l’arrivo del caldo sarà corsa all’acquisto per mettersi in forma e prepararsi all’estate. Un aiuto per superare la prova costume perché hanno poche calorie e contengono vitamina C, vitamine del gruppo B e vitamina A che aiuta a donare il caratteristico colore ambrato alla pelle. Le ciliegie contengono melatonina naturale, una sostanza che favorisce il sonno e sono una fonte di antiossidanti, che aiutano l’organismo a contrastare l’invecchiamento provocato dai radicali liberi. La fibra alimentare contribuisce invece ad aumentare il senso di sazietà una volta ingerite e per questo motivo possono essere utilizzate per allontanare l’appetito da quanti hanno l’esigenza di mettersi a dieta.?

 

 

ALESSANDRIA, CLIMA: CON “HANNIBAL” ARRIVA IN ANTICIPO IL CALDO AFRICANO

“Con l’arrivo del caldo africano in grande anticipo è allarme siccità per le semine primaverili di riso, girasole, mais e soia, ma anche per le coltivazioni di grano, altri cereali e foraggi seminate in autunno, e per ortaggi e frutta che hanno bisogno di acqua per crescere e assicurare la produzione di cibo Made in Italy alle tavole degli italiani in un momento peraltro difficile a causa della guerra in Ucraina e dei rincari”.

E’ quanto ha affermato il Presidente Coldiretti Alessandria, Mauro Bianco, in riferimento all’arrivo in Italia dell’anticiclone africano “Hannibal” in un 2022 segnato da precipitazioni quasi dimezzate.

L’innalzamento repentino della colonnina di mercurio con l’anticipo del caldo estivo arriva nel decennio più caldo mai registrato prima.

La tendenza al surriscaldamento è evidente anche quest’anno che si classifica fino ad ora al quinto posto tra i più caldi mai registrati nel pianeta con la temperatura sulla superficie della terra e degli oceani, addirittura superiore di 0,88 gradi rispetto alla media del ventesimo secolo.

E’ quanto emerge dall’analisi della Coldiretti sulla base dei dati Isac Cnr in merito all’improvviso aumento delle temperature. Gli anni più caldi dal 1800 si concentrano, infatti, nell’ultimo decennio e comprendono nell’ordine il 2018, il 2015, il 2014, il 2019 e il 2020.

La mancanza di acqua colpisce i raccolti in una situazione in cui l’Italia è dipendente dall’estero in molte materie prime e produce appena il 36% del grano tenero che serve per pane, biscotti, dolci, il 53% del mais per l’alimentazione delle stalle, il 56% del grano duro per la pasta e il 73% dell’orzo.

Con il picco delle temperature manca l’acqua necessaria ad irrigare le coltivazioni che si trovano in una situazione di stress idrico che ne compromette lo sviluppo e la produzione.

Si tratta della conferma dei cambiamenti climatici che sono accompagnati da una più elevata frequenza di sfasamenti stagionali, eventi violenti, precipitazioni brevi ed intense ed il rapido passaggio dal maltempo al sole, con sbalzi termici significativi. 

Sono aumentati, infatti, del 29% gli eventi climatici estremi in Italia tra nubifragi, trombe d’aria e grandinate che hanno causato danni e feriti in campagna e in città, secondo l’analisi della Coldiretti sulla base dell’European Severe Weather Database (Eswd) sui primi quattro mesi del 2022 rispetto allo stesso periodo dello scorso anno.

“Per risparmiare l’acqua la proposta di Coldiretti è di realizzare laghetti, senza uso di cemento e in equilibrio con i territori, che conservino l’acqua per distribuirla in modo razionale ai cittadini, all’industria e all’agricoltura, con una ricaduta importante sull’ambiente e sull’occupazione”, ha aggiunto il Direttore Coldiretti Alessandria Roberto Bianco.

 

 

NU-OG, OVINI DI RAZZA SARDA ISCRITTI AL LIBRO GENEALOGICO PRESENTI IN 12 REGIONI

Sono oltre 178mila circa gli ovini di razza sarda iscritti al libro genealogico, presenti in 12 Regione Italiane. A fare la parte da leone con l’85 per cento, la Sardegna che conta quasi 152mila capi.

Emerge dalle elaborazioni di Coldiretti Nuoro Ogliastra sui dati dell’Associazione nazionale della pastorizia (Assonapa) che ha promosso insieme all’Associazione Regionale Allevatori (AARS) ed al Comune di Macomer la mostra regionale degli ovini di razza sarda iscritti ai libri genealogici che si tiene domani (sabato) e domenica a Macomer, nell’area fieristica del monte di Sant’Antonio.

Iniziativa che torna dopo due anni di interruzione dovuta al Covid. All’interno dei padiglioni della fiera saranno presenti anche le aziende di Campagna Amica che porteranno i propri prodotti a km0: salumi, formaggi, vini, lumache, lardo e birra agricola.

“La mostra degli ovini è un appuntamento molto atteso dal mondo allevatoriale – afferma il presidente di Coldiretti Nu-Og Leonardo Salis -, saranno presenti i migliori ovini di razza sarda. Ma è anche un momento importante di confronto tra pastori soprattutto adesso dopo due anni di Covid”.

Gli allevatori che possiedono pecore di razza sarda iscritte al libro genealogico sono 720 in tutta Italia, delle quali 595 in Sardegna. Le altre regioni dove sono presenti sono: Abruzzo, Basilicata, Calabria, Emilia Romagna, Friuli Venezia Giulia, Lazio, Molise Piemonte, Puglia, Sicilia, Toscana. La seconda regione per numero di allevamenti è la Calabria con 39 (hanno 3.293 capi), segue la Toscana con 29 (8.655 capi).

Dalle elaborazioni Coldiretti Nu-Og sui dati Assonapa, dei 178.078 ovini di razza sarda iscritti al libro genealogico (su un totale di oltre 6.300.000 di ovini – compresi quelli non iscritti – presenti in tutta Italia, circa il 48% delle quali, oltre 3 milioni, sono in Sardegna), 4.488 sono maschi e 173.600 sono femmine.

 

 

FORLI’, PNRR E AGRICOLTURA 4.0 INCONTRO CON GLI ASSOCIATI

Iniziati Giovedì 12 Maggio alle 20.30 a San Vito di Rimini – con grande adesione degli imprenditori agricoli – un ciclo di incontri rivolti ai soci, promosso da Coldiretti Rimini sul territorio, con la partecipazione del Presidente Guido Cardelli Masini Palazzi e del Direttore Alessandro Corsini e le relazioni dei tecnici di Coldiretti e Impresa Verde Romagna. L’obiettivo è richiamare i tratti dell’azione sindacale attuale e i numerosi obiettivi raggiunti e nel contempo, con la presenza dei funzionari, garantire alle aziende il più approfondito aggiornamento rispetto alle opportunità di investimento per le imprese agricole.

Alessandro Corsini, ha riassunto gli importanti passi realizzati ( Ristrutturazione e rinegoziazione del debito bancario delle imprese agricole fino a 25 anni con garanzia pubblica ISMEA; credito d’imposta sul gasolio agricolo e pesca; sì al digestato come fertilizzante; 35 milioni di euro in più per nuovi aiuti alle filiere; via al decreto per 1,5 miliardi di euro del PNRR per pannelli fotovoltaici sui tetti; sbloccati gli aiuti agli allevatori)  e le progettualità ancora da mettere in campo, nonchè l’attuale e rinnovata importanza dell’autonomia alimentare, anche e soprattutto alla luce del conflitto in Ucraina e le vittorie fondamentali  di Coldiretti, che rappresentano ad oggi punti fermi rispetto a cui non si intende arretrare: sicurezza alimentare, tracciabilità, necessità di garantire il consumatore. “La demonizzazione di bistecche, braciole, prosciutti, salami, mortadelle coincide in maniera evidente con la propaganda del passaggio a una dieta unica mondiale, dove il cibo sintetico si candida a sostituire quello naturale. Non lo possiamo accettare” ribadisce Giorgio Ricci Vicedirettore di Coldiretti Rimini. Queste ed altre importantissime tematiche tra cui il km0 ed il Made in Italy che l’Associazione non intende porre in secondo piano, neppure alla luce della difficile situazione economica e di approvvigionamento. “Si è trattata di un’occasione importante anche per richiamare le problematiche che affliggono il comparto agricolo del territorio della provincia riminese – spiega il Presidente Guido Cardelli Masini Palazzi – partendo dal complesso problema della proliferazione dei cinghiali e dalle inevitabili ripercussioni sfociate nella quotidianità, basti pensare che in Emilia Romagna si verificano ogni anno circa 800 incidenti stradali causati dalla presenza degli ungulati, con un numero che solo per la provincia di Rimini, ammonta a 55, ma anche alla diffusione del fenomeno “ peste suina” cui stiamo assistendo in questi giorni; per arrivare alla dolente tematica inerente la variante della SS16 che ancora una volta vede finire il comparto agricolo in secondo piano rispetto ad altri settori.

Andrea Marconi – Responsabile fiscale di Impresa Verde Romagna – ha illustrato il credito di imposta 4.0 per gli investimenti in beni strumentali, fornendo alle aziende gli elementi per una prima valutazione da approfondire poi in appuntamenti strutturati presso le sedi Coldiretti territoriali. Emanuele Morigi – Responsabile Cooperativa Mirasole – ha invece prospettato gli scenari nel settore delle energie rinnovabili, comparto di grande attualità e che al momento offre interessanti prospettive alle imprese agricole.

Benini Giuseppe ha chiarito le novità del fondiario legate ai futuri bandi Ismea.

 

 

FERRARA, OK A LEGGE “SALVA MARE”, INCENTIVARE ISOLE ECOLOGICHE NEI PORTI

Con la possibilità che viene data ai pescatori di recuperare rifiuti finiti in acqua, occorre anche dotare i punti di sbarco delle necessarie infrastrutture e dei servizi necessari al corretto smaltimento finale. Nella nostra Regioni progetti pilota dal FLAG

Dopo l’approvazione della legge “Salva mare” è indispensabile procedere da subito all’individuazione di isole ecologiche nei porti per dare la possibilità ai pescatori italiani di veder riconosciuto il nuovo ruolo di custodi e pulitori dei fondali marini. È quanto afferma la Coldiretti Impresapesca nel lanciare un appello alle amministrazioni comunali e alle autorità portuali per dotare gli scali delle infrastrutture necessarie a rendere operativa la nuova normativa.

La legge “Salva mare” prevede in pratica – spiega Coldiretti Impresapesca – che chi recupera rifiuti di plastica in mare o in acque dolci, come ad esempio i fiumi, non sarà più costretto a ributtarli in acqua, per non essere denunciato addirittura per traffico di illecito di rifiuti, ma potrà portarli in porto per smaltirli. Una novità che riguarda soprattutto i pescatori italiani che potranno così contribuire a tenere puliti i mari riportando a terra la spazzatura recuperata durante l’attività, senza dover rischiare sanzioni o dover pagare tasse per rifiuti speciali. In questo senso può essere interessante l’esperienza del FLAG costa Emilia-Romagna, che nel corso della attuale programmazione comunitaria ha pubblicato bandi per la realizzazione di isole ecologiche nei punti di sbarco della costa adriatica. Un progetto che potrà essere ripreso anche da altri territori ed altre marinerie per favorire, in accordo tra enti pubblici, amministrazioni ed istituti di ricerca, un ciclo virtuoso della gestione dei rifiuti sottratti al mare.

La nuova legge rappresenta un modo per valorizzare il ruolo della Flotta Italia di custode dell’ambiente, potendo contare su un “esercito” 12000 imprese e 28000 lavoratori. Ma per sostenere la marineria italiana nel nuovo compito occorre anche creare le condizioni per garantirne un’attività messa oggi sempre più a rischio dagli effetti della guerra in Ucraina con i rincari del gasolio per i pescherecci che hanno portato molti armatori a tagliare le uscite in mare per non dover lavorare in perdita.

Ma a pesare sono anche – conclude Coldiretti Impresapesca – le scelte dell’Unione Europea che hanno portato a una riduzione dell’attività di pesca per un corposo segmento produttivo della flotta peschereccia nazionale a poco più di 120 giorni, pari ad un terzo delle giornate annue, portandola di fatto sotto la soglia della sostenibilità economica e facendo sparire dai banchi di mercati il prodotto Made in Italy, sostituendolo con quello straniero.

 

 

Appuntamenti

 

CAMPANIA, LAVORO: NASCE PRIMO CORSO PER AGRITURISMO SPORTIVO

Il turismo sportivo rappresenta il 10% dell’industria turistica mondiale (Fonte European Travel Commision) e sempre più incrocia l’offerta degli agriturismi, grazie agli ampi spazi e al cibo sano. Per dare una risposta a questo fenomeno crescente, spinto anche dalla voglia di stare all’aria aperta nel dopo-Covid, il Coni e la Coldiretti della Campania hanno lanciato, insieme a Terranostra Agriturismi Campagna Amica, un corso di formazione dedicato alla nascita di due figure professionali: direttore e operatore sportivo in ambito agrituristico. Solo in Campania il CONI associa oltre 12 mila associazioni sportive, che muovono migliaia di appassionati nelle decine di discipline che si possono praticare in campagna. Il corso ha l’obiettivo di specializzare gli agriturismi favorendo l’efficientamento o la nascita di strutture/servizi a disposizione degli sportivi. Gli italiani che scelgono le vacanze sul territorio indicano come principale motivazione lo sport nel 7% dei casi, mentre i tedeschi rappresentano il 29,7% dei turisti sportivi sul totale flussi dall’estero, seguiti da austriaci (14,3%) e francesi (14,1%).

Una novità assoluta, prima esperienza in Italia. L’obiettivo è specializzare l’accoglienza rurale con una ricca offerta sportiva. Il corso durerà quattro giorni, in quattro località molto diverse, che rappresentano il grande patrimonio naturale e agricolo della Campania: il lago del Matese, presso l’agriturismo Falode, le pendici del Vesuvio presso l’agriturismo Villa Mazza, il Cilento presso l’agriturismo Ai Monaci e il Fortore presso l’agriturismo Masseria Pasqualone. Possono partecipare titolari e collaboratori, ma anche giovani che vogliono fare un nuovo lavoro presso i nostri agriturismi. Il contributo per la partecipazione è di 150 euro, comprensivo dei quattro lunch in agriturismo. La prima data del corso è il 31 maggio 2022. Per le iscrizioni è possibile scaricare tutte le istruzioni a questo link:

https://bit.ly/corso_CONI_Coldiretti_Agriturismi

“La domanda di sport – sottolinea Sergio Roncelli, presidente del CONI Campania – si diffonde sempre più nel nostro Paese. In particolare, si afferma l’esigenza di uno stile di vita che abbini lo sport ad una sana alimentazione. Esigenza che si evidenzia in modo particolare nel settore degli agriturismi. Ecco quindi, grazie alla sinergia Coni Campania-Coldiretti-Terranostra Agriturismi Campagna Amica, la nascita di questo corso di figure sportive nel campo dell’agriturismo. Il corso è organizzato in collaborazione con la nostra Scuola Regionale dello Sport, sempre pronta a soddisfare le esigenze formative richieste.”

“Questa esperienza innovativa – commentano Gennarino Masiello, presidente di Coldiretti Campania, e Manuel Lombardi, presidente di Terranostra Campania – fotografa la grande crescita qualitativa dei nostri agriturismi, non più mangiatoie domenicali, ma esperienze all’insegna del benessere. Lo sport è una molla che muove centinaia di visitatori, desiderosi di un contatto diretto con la natura e di scoprire i borghi rurali e i nostri meravigliosi paesaggi. È il trionfo della multifunzionalità agricola, che continua a offrire nuovi servizi e a creare opportunità di lavoro.”

 

 

PAVIA, UCRAINA, ACCOGLIENZA E SOLIDARIETÀ ALLA FESTA DELLE SCUOLE

Ci saranno i laboratori delle fattorie didattiche dedicati al mondo delle campagne, i giochi con gli amici a quattro zampe nell’area pet therapy e lo spazio dedicato ai prodotti del territorio con le Donne di Coldiretti alla festa finale delle scuole di Pavia, che chiude il progetto “Educa – Educazione alla Campagna Amica” promosso da Coldiretti Pavia durante l’anno scolastico negli istituti della provincia. Lo rende noto Coldiretti Pavia nell’annunciare l’appuntamento di domani, martedì 17 maggio, dalle ore 9, al Castello Visconteo di Paviache quest’anno vedrà anche la partecipazione di un gruppo di bambini ucraini fuggiti dalla guerra insieme alle loro famiglie e attualmente ospitati in un agriturismo di Coldiretti Pavia.

Tutti i bambini – spiega Coldiretti Pavia – potranno scoprire i segreti delle api e della cera, del latte e dei formaggi. Gli studenti vedranno direttamente dagli agricoltori e dagli allevatori di Coldiretti Pavia come vengono coltivati il riso e il frumento e come si fanno i formaggi, oltre a poter imparare anche dagli esperti di pet-therapy come interagire con gli animali. L’iniziativa ha ricevuto il patrocinio del Comune di Pavia.

Per l’occasione – anticipa Coldiretti Pavia – nel cortile del Castello Visconteo sarà presentata la nuova iniziativa di solidarietà in favore dell’Ucraina organizzata da Coldiretti Pavia insieme a Soleterre Onlus, con al centro i lavoretti dei bambini delle scuole pavesi che hanno partecipato al progetto “EduCA – Educazione alla Campagna Amica”. Il progetto EduCA – conclude la Coldiretti – fa parte dell’iniziativa Cittadinanza Attiva promossa e sostenuta dall’Assessorato all’Istruzione e Politiche Giovanili del Comune di Pavia durante l’anno scolastico 2021/22.

 

 

CREMONA, GRAN FINALE PER IL PROGETTO DIDATTICO

“Lo sviluppo sostenibile e l’educazione alimentare” si appresta a vivere la sua giornata conclusiva. Il progetto didattico di Coldiretti Cremona, rivolto alle Scuole primarie e secondarie della Provincia, in collaborazione con l’Ufficio Scolastico Territoriale, con Coldiretti Donne Impresa e Giovani Impresa in prima linea nell’impegno di promuovere sani stili di vita coniugati alla sostenibilità ambientale, si chiuderà venerdì 20 maggio 2022, nella mattinata in piazza Duomo a Cremona. Dalle ore 10, nel cortile Federico II, a pochi passi dalla Cattedrale e dal Torrazzo, prenderà il via la festa di premiazione dei migliori elaborati prodotti dalle classi a suggello dell’iniziativa. Coldiretti Cremona ha invitato una rappresentanza delle classi che hanno aderito al progetto, mentre le altre saranno in video-collegamento. A partire dai numeri, è stato un progetto-scuola da record, con l’adesione di 85 classi e oltre 1600 alunne e alunni protagonisti dei cinque percorsi.

L’attesa, ora, è tutta per la giornata conclusiva, con la premiazione dei lavori realizzati dalle classi. Sarà un venerdì mattina di festa, nel rispetto delle prescrizioni legate alla situazione sanitaria, ma comunque tutto nel segno dell’allegria, della creatività che appartiene ai bambini, della passione per l’agricoltura e per il territorio. Accanto ai Dirigenti di Coldiretti Cremona sono attesi i Rappresentanti del Comune, della Provincia e CCIAA Cremona, dell’Ufficio Scolastico Territoriale di Cremona, del Museo Civico, con alcuni Sindaci e altri importanti rappresentanti delle Istituzioni e del tessuto produttivo. Avranno il compito di proclamare e premiare i vincitori. Sarà presente anche una rappresentanza del folto team di imprenditrici e giovani imprenditori agricoli protagonisti dei percorsi proposti dal progetto nell’anno scolastico 2021-2022, sui temi “Una mucca per amica”, “Viene prima l’uovo…o la gallina?”, “L’acqua amica della natura”, “Evviva le api” e “Il cibo nell’arte”.

Alcuni fra i piccoli capolavori realizzati dagli alunni sono attualmente in esposizione presso la sala Borsino della Camera di Commercio di Cremona. La vetrina che si affaccia su via Solferino, al civico 29, si è colorata con cartelloni, plastici, disegni, elaborati vari. Altre classi hanno puntato su presentazioni digitali, cd, riflessioni scritte, contributi musicali. In piena libertà gli alunni hanno raccontato la loro esperienza d’incontro con gli agricoltori della Coldiretti e con l’agricoltura cremonese.

“Anche quest’anno siamo colpiti dalla grande adesione ricevuta dal progetto e dalla qualità degli elaborati conclusivi. Scegliere è stata un’impresa ardua, perché tutti i lavori sono significativi, creativi, realizzati con intelligenza e grande cura. Tanti elaborati avrebbero meritato di vincere. Tutti certamente meritano il nostro plauso – sottolinea Paola Bono, Direttore di Coldiretti Cremona –. Consideriamo questo progetto una bellissima avventura, condivisa con alunni, insegnanti, agricoltori: attraverso il racconto della nostra agricoltura e delle nostre campagne abbiamo condotto i bambini alla scoperta delle aziende agricole e degli agricoltori del territorio, dei prodotti del loro lavoro e dei cibi che portiamo in tavola. Abbiamo parlato anche di acqua, di tutela del territorio. Insieme agli alunni e grazie al Museo Civico che ci ha aperto le porte, abbiamo inoltre scoperto come nei secoli il cibo abbia ispirato grandi opere d’arte”.

L’appuntamento è dunque per venerdì 20 maggio, dalle ore 10 in piazza Duomo a Cremona, con la festa di premiazione degli elaborati. Nel frattempo – e fino a venerdì 3 giugno – è possibile ammirare parte dei lavori realizzati dagli alunni nell’esposizione accolta dalla Camera di Commercio, presso la vetrina della sala Borsino, affacciata su via Solferino.

 

 

VICENZA, “COLTO E MANGIATO”: ULTIMO APPUNTAMENTO

Grande successo e partecipazione per “Colto e mangiato”, l’agri-aperitivo promosso dagli agriturismi Coldiretti di Terranostra e Campagna Amica Vicenza giunto all’ultimo appuntamento, in programma dopodomani, dalle 18 alle 20, all’Agriturismo Le Poscole Al Canton a Castelgomberto.

Una proposta originale, che ha permesso di vivere la campagna attraverso un’esperienza sensoriale a 360 gradi.

Cinque appuntamenti, giunti all’ultimo incontro, nel corso dei quali i partecipanti hanno conosciuto le straordinarie possibilità di utilizzare le erbe in cucina, accostate ai prodotti tipici del territorio vicentino.

“Abbiamo pensato ad un’iniziativa davvero a tuttotondo – spiega il presidente Terranostra Vicenza, Riccardo Lotto – in quanto le nostre strutture hanno proprio come mission quella di ospitare e di accogliere i visitatori, che non sono semplici clienti, ma persone da accompagnare in un percorso di riscoperta delle tradizioni. E mai come in questo periodo, che speriamo preannunci l’addio alla pandemia, c’è bisogno di uscire, di guardare con speranza e fiducia il futuro, sotto tutti i punti di vista”.

Gli appuntamenti con “Colto e mangiato”, quindi, sono giunti al termine. E, dopodomani, il 18 maggio dalle 14 alle 15.30 all’Agriturismo Le Poscole Al Canton, che propone una dolce merenda: un’idea nuova per rifocillarsi, anche per i più piccoli, all’insegna del gusto e della salute.

“Colto e mangiato– conclude il presidente Lotto – la dice lunga sullo spirito degli agrituristi Coldiretti, sempre in prima linea e pronti a mettere la faccia su ciò che preparano, a partire dall’uso di materie prime fresche e di stagione, espressione del territorio e di una cultura agroalimentare alla quale non vogliamo certo rinunciare, nonostante le difficoltà che gli operatori del settore stanno affrontando”.

 

 

RAVENNA, INCLUSIVITA’ E SOSTENIBILITA’ AL FIANCO DELL’ASSOCIAZIONE “INSIEME A TE”

Coldiretti Ravenna e Campagna Amica al fianco dell’Associazione faentina Insieme a Te per promuovere sostenibilità e inclusività sociale tra le giovani generazioni.

Questa mattina, nell’ambito della grande festa dell’inclusività organizzata nel cuore di Faenza dall’Associazione e patrocinata dal Comune manfredo, Coldiretti ha offerto una sana merenda contadina agli oltre 1.500 alunni delle scuole elementari partecipanti all’evento. Erano infatti più di 70 le classi delle scuole elementari cittadine che hanno raccolto con passione l’invito dell’Associazione aderendo al concorso ‘Scrivi una storia’, giunto oggi alla sua conclusione con la premiazione degli elaborati vincitori. Gli studenti hanno partecipato mettendo nero su bianco una storia di inclusione vissuta o immaginata. L’associazione faentina, infatti, è nata dalla volontà di Debora Donati, dopo l’esperienza della malattia di suo marito, Dario Alvisi colpito da Sla.

Grazie proprio a Dario e alla tenacia di Debora, nel 2018 è nata una spiaggia attrezzata per disabili a Punta Marina Terme. Da qui l’idea del progetto dedicato alle scuole primarie per stimolare i bambini a riflettere sul tema dell’inclusione sociale e per promuovere anche tre i più giovani un nuovo punto di vista sulla disabilità.

Tutti gli elaborati prodotti, da oggi al 22 maggio, verranno esposti a Palazzo delle Esposizioni; dal lunedì al sabato dalle 16 alle 19.30 e la domenica dalle 9.30 alle 12.30 e dalle 15.30 alle 19.30. In quelle giornate, al mattino, le scuole primarie potranno prenotare letture animate da svolgersi negli spazi della mostra. e per promuovere un “nuovo punto di vista sulla disabilità e sulla SLA”, che non è semplicemente uno stato di impossibilità, ma un punto di partenza per la ricerca di nuovi percorsi di vita vissuta da esplorare insieme a tanti amici.?