COMUNICATO STAMPA | Notizie dalle Federazioni

News La Forza del Territorio del 15 marzo 2023

16 Marzo 2023
News La Forza del Territorio del 15 marzo 2023

Primo piano

 

VENETO

DISTURBI ALIMENTARI: IMPEGNO SCUOLE PROGETTO SEMI’NSEGNI

La legge del kmzero esalta le produzioni locali nelle mense

Nella Giornata nazionale dedicata ai disturbi del comportamento alimentare, Coldiretti Veneto ricorda l’impegno costante rivolto a tutti gli allievi delle scuole elementari e medie del territorio che vede coinvolte le agricoltrici di Donne Impresa nel progetto di educazione “Semi’nsegni” e “Teen’segno” che coinvolge 20mila studenti di cui il 70% nella fascia d’età compresa fra i 4 e gli 11 anni, dalla scuola materna alla primaria e il 30% studenti più grandi medie e superiori. Con lezioni teorico e pratiche – spiega Chiara Bortolas presidente regionale e nazionale – puntiamo a crescere dei consumatori consapevoli sui principi della sana alimentazione e della stagionalità dei prodotti al fine di valorizzare i fondamenti della dieta mediterranea e ricostruire il legame che unisce i prodotti dell’agricoltura con i cibi consumati ogni giorno e fermare il consumo del cibo spazzatura. In questo senso sono strategici i controlli operati dal Comando Carabinieri per la Tutela della Salute, d’intesa con il Ministero della Salute, in 1.058 aziende di ristorazione di tutta Italia operanti all’interno di mense scolastiche di ogni ordine e grado, dagli asili nido fino agli istituti superiori, con la scoperta di irregolarità in circa un terzo di esse. Per assicurare il miglior rapporto prezzo/qualità, ma anche per educare le nuove generazioni, la Coldiretti sollecita a privilegiare negli appalti delle mense scolastiche i cibi locali e a km 0 che valorizzano le realtà produttive locali e riducono i troppi passaggi intermedi dietro i quali più elevato è il rischio di frodi e sofisticazioni. E’ la direzione presa in Veneto – commenta Coldiretti promotrice dieci anni fa della prima legge regionale che orienta il consumo di prodotti locali nelle mense collettive e nella ristorazione privata. La norma aggiornata di recente – continua Coldiretti – definisce distanze precise e altri parametri utili alla valorizzazione del patrimonio agroalimentare veneto. Dall’apertura al settore della pesca ai criteri ambientali fino agli appalti il provvedimento apporta modifiche importanti e strategiche sia per gli operatori del settore primario che per i cittadini consumatori. Rilevante per Coldiretti Veneto anche l’istituzione di un Osservatorio regionale con compiti di promozione dell’utilizzo  dei prodotti a “chilometro zero” con il ruolo di supportare la Giunta nella formulazione di pareri e proposte in materia di diffusione, monitoraggio ed elaborazione delle informazioni nonché nella stesura di dossier, report e statistiche relativamente all’andamento dell’ offerta ed utilizzo dei prodotti a “chilometro zero” tramite progetti finalizzati ad iniziative di educazione alimentare rivolti alle scuole di ogni ordine e grado, proponendo la conoscenza diretta dei luoghi e delle modalità di coltivazione o di allevamento delle varie tipicità locali.

 

Dal Territorio

 

CALABRIA, VILLAGGIO COLDIRETTI, IL GRANDE SUCCESSO A COSENZA

Una straordinaria collaborazione per un evento da record

Nonostante il maltempo che ha imperversato nei tre giorni di Villaggio Contadino Coldiretti, i numeri registrati nel grande evento di Coldiretti Calabria sono da record. Circa 300mila presenze rilevate,  andate bel oltre ogni più rosea aspettativa, oltre centocinquanta stand tra mercati degli agricoltori, un ricco programma con aree del gusto, street food, agriasili, animali della fattoria, orti, fattorie didattiche, agrichef, laboratori, nuove tecnologie e workshop, tutto in grande sicurezza, presso i quali è stato possibile degustare, apprendere, giocare e divertirsi al fianco di migliaia di agricoltori, nonostante il difficile momento legato al caro prezzi, parlano il linguaggio chiaro del successo e di un consenso eccezionale.

“Cosenza ha vissuto un momento di straordinaria valenza e promozione del proprio territorio, di cui ringrazio Coldiretti non solo perché ha scelto la nostra città, ma anche per la sinergia e la collaborazione istituzionale che ha saputo garantire – afferma il sindaco Franz Caruso – L’indotto economico è stato straordinario, se è vero com’è vero, che le strutture ricettive cosentine e dell’intero hinterland hanno fatto registrare il tutto esaurito e che anche i locali pubblici, tra bar e pub,  hanno raddoppiato ed in alcuni casi triplicato le presenze. Si è trattato di una boccata d’ossigeno importante, soprattutto a seguito della crisi pandemica e per il conflitto che si sta ancora combattendo nel cuore dell’Europa”.

«Siamo stati proscenio – ha concluso Franz Caruso – di un appuntamento che finora aveva toccato soltanto città metropolitane e ne siamo stati all’altezza anche con la nostra organizzazione comunale che ha saputo affiancare con professionalità Coldiretti. Di ciò ovviamente ringrazio gli uffici comunali preposti e la Polizia Municipale. Dopo decenni le luci di Cosenza tornano ad accendersi nel segno della concretezza tornando ad essere punto di riferimento per l’intero territorio provinciale ed attrattiva in tutta la Calabria ed anche oltre. Abbiamo confermato e consolidato un rapporto proficuo con Coldiretti che in futuro porterà tanti altri benefici alla nostra comunità”.

“Per tre giorni abbiamo tenuto accesi i riflettori su una Calabria positiva– afferma Franco Aceto Presidente di Coldiretti Calabria – bella, dinamica, del fare. Abbiamo esaltato un territorio che fa dell’Agricoltura e dell’Agroalimentare il suo punto di forza, dove le produzioni e i prodotti crescono in qualità ogni giorno, attraverso il lavoro delle aziende agricole e delle persone. Gli echi di questo straordinario evento dureranno a lungo, oserei dire che apparterranno alla storia della nostra Regione e di Cosenza. Il bilancio fatto di numeri, attività, intrattenimento, attrattività, progettualità, idee che abbiamo stilato a conclusione della grande festa di popolo e di informazione oltre che di condivisione con la collettività, non lascia spazio a dubbi. Penso di poter dire – conclude il leader di Coldiretti Calabria – che abbiamo innescato fiducia e stimoli per il futuro che ci aspetta e su quello che dobbiamo continuare a fare. A conferma dell’importanza dell’evento, abbiamo avuto la presenza di autorevoli rappresentanti Istituzionali, della magistratura, dell’economia, dello spettacolo, del giornalismo, della chiesa, della scuola che, insieme a Coldiretti, hanno detto no a modelli alimentari sbagliati e pericolosi come la diffusione del cibo sintetico”. 

Il sindaco Franz Caruso ed il Presidente di Coldiretti Calabria, Franco Aceto ringraziano, per la grande condivisione e collaborazione il Prefetto di Cosenza, Vittoria Ciaramella, il Questore Michele Maria Spina, Il Comandante provinciale dei Carabinieri, Agatino Saverio Spoto, il Comandante provinciale della Guardia di Finanza, Giuseppe Dell’Anna e tutti i rappresentanti delle forze dell’ordine.

 

PUGLIA, XYLELLA:TRASFERIRE 5MLN EURO COMUNI ED ENTI PER PRATICHE OBBLIGATORIE

Serve stretta per contrasto a batterio killer

A 3 anni dalla pubblicazione del Piano straordinario per la rigenerazione olivicola della Puglia da 300 milioni di euro non è stata liquidata alcuna risorsa agli agricoltori per espianti e reimpianti di ulivi secchi

Vanno trasferiti subito i 5 milioni di euro agli enti pubblici per dare corso alle pratiche fitosanitarie obbligatorie sulle superfici agricole non coltivate, aree a verde pubblico, bordi delle strade, canali, aree demaniali, per arrestare l’avanzata del batterio killer che interessa 8mila chilometri quadrati di territorio, il 40% della Puglia. A chiederlo in una lettera al presidente della Regione Michele Emiliano e all’assessore all’agricoltura Donato Pentassuglia è Coldiretti Puglia, in relazione al piano d’azione per contrastare la diffusione della Xylella fastidiosa che prevede l’obbligo delle pratiche fitosanitarie obbligatori da marzo a maggio

Agli agricoltori, tra l’altro viene imposto un obbligo che è a tutti gli effetti un servizio pubblico di tutela e protezione del resto del territorio italiano ed europeo da un pericolosissimo agente da quarantena. Così come gli enti pubblici beneficiano di finanziamenti per l’attività obbligatoria, anche e soprattutto gli imprenditori agricoli hanno bisogno di rimborsi per sostenere le pratiche di prevenzione fitosanitaria, insiste Coldiretti Puglia.

Con l’istituzione della nuova area infetta denominata ‘Valle d’Itria’, con relativa zona cuscinetto dalla larghezza di 5 km, a causa dell’’elevato rischio sanitario – aggiunge Coldiretti Puglia – confermato nell’area tra Monopoli, Polignano e Castellana Grotte, si rende necessario applicare nella zona infetta l’art. 7 del Reg. 2020/1201 ovvero l’eliminazione della pianta trovata infetta e l’eliminazione di tutte le piante della stessa specie di quella trovata infetta indipendentemente dal loro stato sanitario, le piante di specie diverse da quella della pianta infetta che sono risultate infette in altre parti dell’area delimitata e tutte le piante specificate, che non sono state immediatamente sottoposte a campionamento e ad analisi molecolare, tutto questo in un buffer di 50 metri dalla pianta infetta.

Intanto, a 3 anni dalla pubblicazione del Decreto Interministeriale del 06/03/2020, il meglio noto Piano straordinario per la rigenerazione olivicola della Puglia da 300 milioni di euro, non è stata liquidata alcuna risorsa agli agricoltori per i reimpianti degli ulivi secchi che avrebbero consentito di ricominciare a lavorare e a produrre dopo la grave crisi causata dalla Xylella. Ma tutto questo impegno risulta vanificato dal fatto che l’istruttoria delle pratiche, affidata all’ARIF, va molto a rilento, tanto è vero che solo nei prossimi giorni (dopo quasi tre anni dalla data di pubblicazione dell’Avviso Pubblico) abbiamo notizia della pubblicazione di un primo decreto di finanziamento, per circa un milione di euro a un primo elenco di imprese.

“Ad oggi, pur con un numero importante di concessioni – argomenta Pietro Piccioni, delegato confederale di Coldiretti Lecce  – per l’espianto e il reimpianto di olivi resistenti, anche alla luce degli ulteriori fondi per scorrere la graduatoria, non è stato liquidato ancora 1 euro agli agricoltori per le 8.133 domande singole  e le 26 domande collettive (contenenti 880 domande di adesione) per oltre 222 milioni di euro di richiesta, a fronte di 40 milioni di euro disponibili per far scorrere la graduatoria dell’articolo 6 a cui si sono aggiunti altri 20 milioni di euro dalla rimodulazione del Piano di rigenerazione”, incalza Piccioni.

E’ assolutamente necessario un deciso cambio di passo per l’istruttoria delle pratiche e chiediamo che già nei prossimi mesi si possano concedere i finanziamenti al maggior numero di imprese possibili, andando velocemente ad esaurire i 60 Meuro disponibili. Inoltre, bisogna  recuperare altre risorse eventualmente residuali su altri articoli del Decreto, per consentire un ulteriore ed importante scorrimento della graduatoria dell’art. 6, senza procedere a nuovi bandi, con tempi incerti e appesantimenti amministrativi e burocratici, dando una decisiva spinta al miglioramento ambientale e paesaggistico dell’area infetta, con l’eliminazione definitiva di migliaia di ettari di piante morte e/o deperenti e all’introduzione di una nuova olivicoltura del Salento

Coldiretti Puglia chiede, tra l’altro, un nuovo Piano, da approvarsi con la massima celerità, che rilanci in particolare gli investimenti di riconversione produttiva e con una dotazione finanziaria importante, di importo almeno pari al precedente, oltre agli indennizzi per l’attuazione della lotta al vettore per le aree delimitate cuscinetto e contenimento, l’allargamento delle attività di monitoraggio e lotta obbligatoria prevista alla Piana degli Olivi Monumentali, con medesimo regime di indennizzi, il coinvolgimento del Ministero dell’Ambiente a salvaguardia del valore paesaggistico e naturalistico dell’olivicoltura, l’individuazione di possibili sistemi di controllo per la riduzione del rischio da trasporto passivo del vettore e una cabina di regia per realizzare una coerente programmazione e attuazione degli interventi previsti per i Comuni e gli enti pubblici, magari con l’affidamento di tale cabina di regia a una figura specifica, con poteri reali di intervento.

Il contagio della Xyella ha già provocato con 21 milioni di piante infette una strage di ulivi, lasciando un panorama spettrale e il danno del settore olivicolo è stato stimato per difetto in 1,6 miliardi di euro, con oltre 8mila chilometri quadrati di territorio colpito dalla fitopatologia pari al 40% del territorio regionale.

La Xylella ha provocato effetti più disastrosi di un terremoto – conclude Coldiretti Puglia – con ripercussioni drammatiche di natura produttiva, ambientale, economica, lavorativa, con esigenze di contenimento, di ricostruzione, di sostegno che vanno affrontate in maniera strategica, univoca e di sistema, rendendo i procedimenti fluidi e fruibili.

 

VENETO, CLIMA: GRANDINE DI MARZO: FENOMENO ANOMALO. ALLARME GELATE

La grandine di oggi caduta a macchia di leopardo sul territorio regionale e con modalità diversa: chicchi grossi nel veneziano, ridotti e fitti nel padovano, intermittenti e localizzati nel trevigiano confermano ancora una volta le anomalie legate al clima. “Dopo un mese di febbraio privo di piogge che ha acuito lo stato di crisi idrica derivato dall’anno 2022 particolarmente siccitoso – rileva Coldiretti Veneto – oggi si sono manifestati alcuni rovesci intensi accompagnati da pioggia ghiacciata. Un fenomeno, questo, per il mese di marzo imprevedibile che, per il momento, visto che gran parte dei fruttiferi non sono una piena fioritura, non ha determinato danni di rilievo alle coltivazioni. Da monitorare – continua Coldiretti Veneto – le eventuali gelate tardive che nei prossimi giorni, con l’avanzare della maturità vegetativa, possono determinare perdite rilevanti, in assenza di meccanismi di difesa attiva (come l’irrigazione antibrina). Nel 2021 – ricorda Coldiretti Veneto – il drastico calo delle temperature ai primi di aprile arrecarono danni per quasi 100 milioni di euro alle piante da frutto”. 

 

PIEMONTE, NUOVI SBOCCHI PER LA POLVERE DI LATTE E I SUOI DERIVATI IN EGITTO

Possibili nuovi sbocchi ed orizzonti per il latte in polvere e i suoi derivati Made in Piemonte. Insieme alla delegazione di Coldiretti, con il Segretario Generale Vincenzo Gesmundo, e Filiera Italia, con il Consigliere delegato Luigi Scordamaglia, è infatti volata anche l’azienda Inalpi SpA di Moretta, con il presidente Ambrogio Invernizzi, a Il Cairo per l’incontro con il Ministero degli Esteri nella capitale del Paese maggiormente a rischio per la crisi alimentare causata dalla guerra. L’Italia, con le aziende leader del Made in Italy rappresentate in Filiera Italia e Coldiretti, si appresta a divenire un partner centrale con la fornitura di macchinari, tecnologia, sementi e conoscenze ma anche prodotti alimentari di base, dal grano al couscous, per consentire all’Egitto di sfamare la propria popolazione.

“L’opportunità data a Inalpi da Coldiretti che ringrazio – afferma Ambrogio Invernizzi presidente Inalpi SpA – è stata certamente foriera di un approfondimento nella conoscenza di un Paese estremamente interessante, al fianco del quale crediamo di poter cogliere nuove sfide. La creazione di nuovi canali distributivi per la polvere di latte e la collaborazione in progetti di ricerca e innovazione, potranno costituire nuovi obiettivi per il futuro, nel quale noi crediamo fortemente, come abbiamo dimostrato proprio in questi giorni, con l’avvio della seconda torre di polverizzazione”.

“Far arrivare prodotti, come la polvere di latte e i suoi derivati, di grande qualità, certificati e tracciati in Egitto è un obiettivo importante, soprattutto in un momento di forte sconvolgimento del mercato con la guerra in Ucraina e la necessità di arrivare a nuovi accordi commerciali – spiegano Roberto Moncalvo presidente di Coldiretti Piemonte e Bruno Rivarossa Delegato Confederale -. La vera novità è il modello della missione in cui le aziende italiane ed egiziane si sono incontrate e hanno discusso di progetti comuni, non da sole ma insieme ai principali enti della cooperazione italiana che possono garantire il necessario sostegno finanziario a questi progetti selezionati come strategici e gestiti con la parte pubblica egiziana. Un’opportunità che solo l’agroindustria virtuosa sa cogliere per uno sviluppo economico del territorio e per valorizzare la filiera del latte piemontese anche all’estero”.

 

SICILIA, BENE I CONTROLLI NAS PER SALUBRITÀ NELLE MENSE

L’alimentazione dei bambini che mangiano quotidianamente in mensa dev’ssere tutelata garantendo la qualità dei prodotti alimentari utilizzati e le corrette condizioni igieniche. Lo afferma Coldiretti Sicilia che plaude ai controlli dei Carabinieri per la Tutela della Salute, d’intesa con il Ministero della Salute, hanno controllato oltre mille aziende di ristorazione di tutta Italia. In particolare, il Nas di Catania ha sequestrato vari chili di preparato alimentare privo di indicazione di provenienza, utilizzato per la panatura degli alimenti, in un laboratorio per la produzione pasti per la refezione di scuole primarie e dell’infanzia della provincia etnea.

Con il cibo per i bambini non scherza – sottolinea Coldiretti Sicilia – Dare loro da mangiare prodotti non di qualità è un crimine particolarmente odioso poiché ai danni provocati al sistema economico ed all’occupazione si aggiungono i pericoli per la salute in una fase delicata della crescita. Un reato particolarmente grave per una regione come la Sicilia che oltre ad avere il primato nel biologico, può contare su oltre 250 specialità ottenute secondo regole tradizionali.  Anche in Sicilia la Coldiretti è impegnata nel progetto “Educazione alla Campagna Amica” di Donne Impresa che Paese – conclude Coldiretti Sicilia – ha coinvolto negli ultimi venti anni circa 10 milioni di bambini, praticamente mezzo milione all’anno, di cui il 70% nella fascia d’età compresa fra i 4 e gli 11 anni, dalla scuola materna alla primaria e il 30% studenti più grandi medie e superiori.

 

UMBRIA, GIOVANI IMPRESA: SCATTA LA CORSA ALL’OSCAR GREEN!

Iscrizioni aperte fino al 30 aprile: 6 le categorie di concorso

Anche per i giovani agricoltori umbri che hanno scelto di costruirsi un futuro investendo nella terra, dalla coltivazione all’allevamento, scatta la corsa all’Oscar Green. È quanto riferisce Coldiretti Umbria, in occasione del via all’Oscar Green 2023 “Generazione in campo”, il premio all’innovazione per le imprese che creano sviluppo e lavoro.

Nello spazio di un decennio, tra crisi, pandemia e guerra, il settore agricolo – sottolinea Francesco Panella Delegato regionale Coldiretti Giovani Impresa – è diventato un punto di riferimento importante per le nuove generazioni. La rinnovata attrattività della campagna per i giovani – spiega Panella – si riflette nella convinzione comune che l’agricoltura sia diventata un settore capace di offrire e creare opportunità occupazionali e di crescita professionale, peraltro destinate ad aumentare nel tempo, con un ruolo strategico per rilanciare l’economia dei propri territori e raggiungere l’obiettivo della sovranità alimentare. Le imprese che corrono per l’Oscar Green sono rappresentative di un modello di innovazione sostenibile in agricoltura che affonda le sue radici nella terra e nelle comunità – aggiunge Panella. Storie di giovani che realizzano prodotti originali o assicurano servizi altrimenti impossibili da garantire, presidiando il territorio. Anche l’Umbria – conclude Panella – si è distinta negli anni con tante interessanti progettualità: da qui l’auspicio e l’invito per un’adesione massiccia anche in questa edizione del premio.

Al premio Oscar Green, promosso da Coldiretti Giovani Impresa, sarà possibile iscriversi in una delle sei categorie di concorso, fino al 30 aprile 2023, direttamente sul sito https://giovanimpresa.coldiretti.it/ nella sezione Oscar Green o tramite la segreteria di Coldiretti Giovani Impresa Umbria (075/5067687 – giovanimpresa.umbria@coldiretti.it).

La prima categoria “Energie per il futuro e sostenibilità” premierà quelle imprese che lavorano e producono in modo ecosostenibile, che tutelano, valorizzano e recuperano, e che, rispondono ai principi di economia circolare e alla chimica verde, riducendo al minimo la produzione di rifiuti, risparmiando e producendo energia nel rispetto dell’ambiente.  Mentre “Impresa Digitale” premia invece i progetti di quelle giovani aziende agroalimentari che coniugano tradizione e innovazione attraverso l’applicazione di nuove tecnologie e l’introduzione dell’innovazione digitale quale leva strategica per garantire maggiore competitività all’agroalimentare, anche attraverso nuove modalità di comunicazione e vendita quali l’e-commerce e il web marketing.

La categoria “Campagna Amica” – continua Coldiretti – promuove e valorizza i prodotti Made in Italy attraverso la realizzazione di nuove forme di vendita e di consumo volte a favorire l’incontro tra impresa e cittadini. Il territorio è il fulcro della categoria “Custodi d’Italia” che premia le aziende che contribuiscono al presidio delle aree più marginali e più difficili. Sono inclusi in questa categoria gli esempi di agricoltura eroica e di costruzione di reti che riescono a garantire attività e flussi economici, utili a mantenere la presenza di comunità nelle aree interne e in grado di creare opportunità lavorative.

La categoria “Fare Filiera” prende in esame i progetti promossi nell’ambito di partenariati variegati, che coniugano agricoltura e tecnologia così come artigianato tradizionale e mondo digitale, arrivando fino agli ambiti del turismo, del design e di ricerca accademica. “Coltiviamo solidarietà” premia – conclude Coldiretti – le iniziative volte a rispondere a bisogni della persona e della collettività, grazie alla capacità di trasformare idee innovative in servizi e prodotti destinati a soddisfare esigenze generali e al tempo stesso creare valore economico e, soprattutto, etico e sociale. Oltre alle imprese agricole, possono partecipare enti pubblici, cooperative e consorzi capaci di creare sinergia con realtà agricole a fini sociali.

 

VENETO, UE: DA AGRICOLTORI NO A DIRETTIVA AMMAZZA STALLE

Lettera aperta, gli allevamenti non sono fabbriche. A rischio il patrimonio zootecnico veneto

La Direttiva Ue che equipara gli allevamenti alle fabbriche, se applicata, avrà ricadute devastanti sul patrimonio zootecnico regionale che rappresenta 2 miliardi di euro pari al 36% del fatturato agroalimentare totale. Per questo anche gli agricoltori veneti dicono NO ad un provvedimento che “ammazza le stalle italiane”. Coldiretti si schiera a difesa un comparto regionale identitario con razze pregiate, recuperate dall’estinzione soprattutto dalle nuove generazioni che investono in misure sostenibili per ridurre l’impatto ambientale. Gli allevatori – spiega Coldiretti Veneto – hanno messo in campo sforzi importanti adottando forme di alimentazione controllata, disciplinari restrittivi, sistemi di rintracciabilità elettronica e forme di vendita diretta attraverso le fattorie e i mercati di Campagna Amica. L’appello, raccolto in una lettera aperta promossa dalla Coldiretti e firmata dalle principali organizzazioni agricole europee ai Ministri, è stato lanciato in vista della discussione al Consiglio Ambiente dell’UE di domani, 16 marzo, sulla proposta della Commissione di revisione della Direttiva sulle emissioni industriali (IED). Le organizzazioni agricole firmatarie oltre all’ Italia (Coldiretti), sono di Belgio (FWA), Repubblica Ceca (AKCR e ZSCR), Germania (DBV), Francia (FNSEA), Polonia (FBZPR), Portogallo (CAP), Slovacchia (SPPK) e Spagna (Asaja), ritengono la formulazione della proposta del tutto inadeguata e inaccettabile rispetto alla realtà produttiva europea. A rischio c’è un comparto identitario – continua Coldiretti Veneto – con razze pregiate e recuperate dall’estinzione soprattutto dalle nuove generazioni che investono in misure sostenibili per ridurre l’impatto ambientale. Gli allevatori – spiega Coldiretti Veneto – hanno messo in campo sforzi importanti adottando forme di alimentazione controllata, disciplinari restrittivi, sistemi di rintracciabilità elettronica e forme di vendita diretta attraverso le fattorie e i mercati di Campagna Amica.

Se non adeguatamente contrastata, questa proposta – scrivono le Organizzazioni – potrebbe portare a una dirompente riduzione dei redditi dei nostri allevatori o, potenzialmente, alla chiusura di molti allevamenti di dimensioni medio-piccole, minando la sovranità alimentare, con il conseguente aumento della dipendenza dalle importazioni di prodotti animali da Paesi terzi, che hanno standard ambientali, di sicurezza alimentare e di benessere animale molto più bassi di quelli imposti agli allevatori dell’UE. Ciò andrebbe contro i recenti sviluppi politici dell’UE in materia di reciprocità nel commercio internazionale, aumentando il divario tra la stessa UE e i partner commerciali.  Infatti, equiparare gli allevamenti, anche di piccole/medie dimensioni, alle attività industriali, appare ingiusto e fuorviante rispetto al ruolo che essi svolgono nell’equilibrio ambientale e nella sicurezza alimentare in Europa. Soprattutto, è il risultato di una valutazione d’impatto basata su dati imprecisi e vecchi, e di un approccio ideologico che va stigmatizzato, anche perché potrebbe avere impatti negativi sull’ambiente, riducendo le aree a pascolo (perdita di biodiversità e paesaggi, minaccia alla vitalità delle aree rurali, ecc.).

L’unica opzione possibile è quella di mantenere l’attuale quadro normativo con l’eliminazione del settore bovino dallo scopo della direttiva e il ripristino delle attuali soglie stabilite per il settore avicolo (a partire da 40.000 capi) e suinicolo (suini da produzione di peso superiore a 30 kg: a partire da 2.000 capi; scrofe: a partire da 750 capi). Questa soluzione andrebbe a riconoscere gli sforzi che gli allevatori stanno compiendo per aumentare la sostenibilità delle loro aziende che, su scala globale, sono già quelle che registrano le migliori performance in termini di impatto ambientale e mitigazione dei cambiamenti climatici. I progressi raggiunti non devono essere vanificati e fermati. Infine, riteniamo che accelerare il processo verso una posizione comune in Consiglio non sia coerente con le tempistiche che stanno emergendo nelle discussioni interne al Parlamento europeo.

 

PIEMONTE, GLI AGRICOLTORI EUROPEI DICONO NO ALLA DIRETTIVA AMMAZZA STALLE

Gli agricoltori europei dicono no alla Direttiva ammazza stalle che equipara gli allevamenti alle fabbriche spingendoli alla chiusura. E’ l’appello lanciato in una lettera aperta promossa dalla Coldiretti e firmata dalle principali organizzazioni agricole europee ai Ministri in vista della discussione al Consiglio Ambiente dell’UE di giovedì 16 marzo sulla proposta della Commissione di revisione della Direttiva sulle emissioni industriali (IED). 

Le organizzazioni agricole firmatarie oltre all’ Italia (Coldiretti), sono di Belgio (FWA), Repubblica Ceca (AKCR e ZSCR), Germania (DBV), Francia (FNSEA), Polonia (FBZPR), Portogallo (CAP), Slovacchia (SPPK) e Spagna (Asaja), ritengono la formulazione della proposta del tutto inadeguata e inaccettabile rispetto alla realtà produttiva europea.

“Se non adeguatamente contrastata, questa proposta – spiegano Roberto Moncalvo presidente di Coldiretti Piemonte e Bruno Rivarossa Delegato Confederale – potrebbe portare a una dirompente riduzione dei redditi dei nostri allevatori o, potenzialmente, alla chiusura di molti allevamenti di dimensioni medio-piccole, minando la sovranità alimentare, con il conseguente aumento della dipendenza dalle importazioni di prodotti animali da Paesi terzi, che hanno standard ambientali, di sicurezza alimentare e di benessere animale molto più bassi di quelli imposti agli allevatori dell’UE. Ciò andrebbe contro i recenti sviluppi politici dell’UE in materia di reciprocità nel commercio internazionale, aumentando il divario tra la stessa UE e i partner commerciali. Equiparare gli allevamenti, anche di piccole/medie dimensioni, alle attività industriali è ingiusto e fuorviante rispetto al ruolo che svolgono nell’equilibrio ambientale e nella sicurezza alimentare. Soprattutto, è il risultato di una valutazione d’impatto basata su dati imprecisi e vecchi, e di un approccio ideologico che va stigmatizzato anche perché, riducendo le aree a pascolo, potrebbe avere impatti negativi come la perdita di biodiversità e paesaggi e la minaccia alla vitalità delle aree rurali. L’unica opzione possibile – concludono – è quella di mantenere l’attuale quadro normativo con l’eliminazione del settore bovino dallo scopo della Direttiva e il ripristino delle attuali soglie stabilite per il settore avicolo (a partire da 40.000 capi) e suinicolo (suini da produzione di peso superiore a 30 Kg: a partire da 2.000 capi; scrofe: a partire da 750 capi). Questa soluzione andrebbe a riconoscere gli sforzi che gli allevatori stanno compiendo per aumentare la sostenibilità delle loro aziende che, su scala globale, sono già quelle che registrano le migliori performance in termini di impatto ambientale e mitigazione dei cambiamenti climatici. I progressi raggiunti non devono essere vanificati e fermati. Infine, secondo la Coldiretti, accelerare il processo verso una posizione comune in Consiglio non è coerente con le tempistiche che stanno emergendo nelle discussioni interne al Parlamento europeo”.

 

REGGIO EMILIA, SICCITÀ: SODDISFAZIONE PER STANZIAMENTO FONDI PER INVASO ENZA

«Accogliamo con infinita soddisfazione la notizia delle proposte che oggi sono state ratificate dal Governo – commenta Alessandro Corchia direttore della Coldiretti di Reggio Emilia – in merito allo stanziamento di risorse per lo studio di fattibilità per l’invaso sull’Enza. Riconosciamo impegno e perseveranza al Presidente Stefano Bonaccini per aver ottemperato agli impegni presi con Coldiretti».

Come si legge nella nota della Regione Emilia Romagna lo studio vale 3,5 milioni di euro. Il ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti ne ha stanziati 3,2 milioni di euro, finanziati con le risorse del ‘Fondo progettazione per fronteggiare l’emergenza idrica’, istituto dal precedente Governo Draghi, e richieste dall’Autorità di Distretto su indicazioni di priorità data dalla Regione, gli altri 300mila euro necessari, previsti in cofinanziamento, sono stati stanziati dalla Regione Emilia-Romagna.

L’invaso è fondamentale per contrastare la scarsità idrica ormai cronica dei territori della Val d’Enza, con un fabbisogno d’acqua sempre più forte ogni anno, dove la produzione di Parmigiano Reggiano rischia di essere messa in seria difficoltà.

 

PISTOIA, EXPORT PIANTE ORNAMENTALI: UN QUARTO TRIMESTRE DA 74,8 MILIONI DI EURO

Problemi importanti permangono, ma il vivaismo ornamentale pistoiese mantiene sostenuto il livello del suo export. L’ultimo trimestre del 2022 ha infatti quasi pareggiato il 4° trimestre del 2021, anno record per polo florovivaistico le cui aziende rappresentano oltre il 90% dell’export regionale, che a sua volta è oltre il 40% di quello nazionale.

“Siamo contenti della reattività dimostrata dalle nostre imprese –spiega Fabrizio Tesi, presidente di Coldiretti Pistoia, commentando i dati Istat sull’export appena diffusi-. Dopo un 2021 da record c’è stato un rallentamento importante nel 2022 anche a causa del conflitto in Ucraina”.

I dati Istat elaborati da Coldiretti Pistoia raccontano che l’export degli ultimi tre mesi del 2022 di piante ornamentali delle aziende pistoiesi è stato di 74,8 milioni di euro, appena l’1% in meno rispetto allo stesso periodo del 2021, una performance che ha limato il calo totale del 2022 all’8,25%, con 363,3 milioni di euro; la diminuzione era del 10% nei primi nove mesi.

“Nell’ultimo trimestre –spiega Tesi- abbiamo frenato il calo, impresa non semplice viste le difficoltà derivanti dall’aumento generalizzato dei costi, e dai rapidi mutamenti nei mercati. Sempre più richiesti i prodotti ‘certificati sostenibili’, mantenendo un rapporto qualità prezzo ottimale, pena la perdita di fette di mercato a vantaggio di altri paesi produttori, sempre più agguerriti. Gli ultimi dati – conclude Tesi-, dimostrano che il polo produttivo pistoiese ha saputo rispondere innovando, nei prodotti e nei processi”.

Nel dettaglio, spiega Coldiretti Pistoia, l’ultimo trimestre 2022 ha realizzato il 75% del proprio export nei Paesi Ue27, con 56 milioni di euro (in linea con l’anno precedente). Il resto del Mondo, con 18,8 milioni di euro ha visto una contrazione del 3,16%. In questa contrazione parte importante ha avuto il Regno Unito che dopo un’impennata inaspettata nel post Brexit ha ritracciato, passando nel quarto trimestre 2022 a 6 milioni di euro, rispetto agli 8 del 2021.

“Il florovivaismo – spiega Coldiretti Pistoia– è un comparto strategico per l’intera economia e vitale. In linea con quanto avviene a livello nazionale, c’è il balzo delle importazioni di piante vive, che seppur siano ancora una frazione piccola rispetto all’export (10/15%), sono comunque cresciute nel 2022. Una preoccupazione in più che si aggiunge a due problemi ‘globali’”.

Da un lato ci sono i cambiamenti climatici con lunghi periodi di siccità, caldo anomalo intervallato da gelate improvvise, che stanno mettendo a dura prova le piante, dall’altro ci sono le conseguenze economiche e commerciali della guerra in Ucraina”.

L’esplosione dei costi di produzione a causa della guerra in Ucraina che pesa su ogni cosa, dai fertilizzanti agli imballaggi, dalla plastica dei vasetti alla carta delle confezioni fino al gasolio per il riscaldamento delle serre. E poi –sottolinea Coldiretti– sono esplose anche le spese di trasporto in un paese come l’Italia dove l’85% delle merci viaggia su gomma.

“Per questo, spiega Francesco Ciarrocchi, direttore di Coldiretti Pistoia, a livello nazionale e locale ci stiamo attivando perché la politica del verde pubblico abbia una svolta, dando salubrità alle nostre città e opportunità di sostegno per le aziende del vivaismo, che potrebbero meglio affrontare l’aumento esponenziale dei costi dell’energia. Occorre agire come sistema per creare un Paese diverso e migliore rispetto al passato, usando i fondi per gli accordi di filiere con l’utilizzo di piante italiane per creare valore e bellezza sui territori, nelle grandi città come nei piccoli comuni”.

“Rafforzare il mercato interno da un lato e dall’altro -conclude Ciarrocchi- non sottovalutare la linea di tendenza dell’incremento dell’import in quanto potrebbe essere la manifestazione di una incipiente perdita di competitività nei confronti di produttori emergenti. Questo ci porta a dire, prima che sia troppo tardi, che il florovivaismo ha l’urgente necessità di avere condizioni di accesso ai fondi della programmazione europea pari a quelle dei settori tradizionali”.

 

PARMA, ALUNNI IN FATTORIA ALLA SCOPERTA DEGLI ANIMALI E DELLA FILIERA DEL LATTE

Scoprire come si vive e si lavora in campagna, conoscere da vicino gli animali e capire come il latte si trasforma in formaggio sono stati alcuni dei principali obiettivi che si sono dati gli alunni della Scuola dell’Infanzia Malaguzzi di Noceto, iscritti al concorso di Coldiretti “Acqua, terra, sole. Gli elementi del buon cibo e dell’agricoltura sostenibile”.

Accompagnati dagli insegnanti, i giovani “esploratori” si sono recati alla Fattoria didattica Cotti a Pilastro di Langhirano, dove ad accoglierli hanno trovato la responsabile Alessandra Cotti, nonché componente del Forum Coldiretti Donne Impresa Parma, per una visita guidata all’azienda agricola.

Il percorso didattico – comunica Coldiretti – è partito dalla stalla, dove i bambini hanno potuto vedere dal vivo bovine da latte e vitellini, osservando il loro comportamento e cosa mangiano, imparando anche a comunicare e interagire con loro.

Nel corso della giornata i bambini hanno visitato anche la sala di mungitura e imparato a riconoscere i vari tipi di erba e le tecniche di fienagione. Il percorso alla scoperta della filiera del latte è proseguito con il laboratorio “facciamo il formaggio” in cui i bimbi hanno fatto esperienza diretta della trasformazione del latte in formaggio e hanno così potuto realizzare piccole scodelline dove, con la magia del caglio, hanno visto il latte tramutarsi in formaggio, che poi hanno portato alle loro famiglie.

“Un’esperienza entusiasmante e formativa – hanno commentato bambini e insegnanti – che ora tradurremo negli elaborati da consegnare a Coldiretti Parma”. Elaborati – conclude Coldiretti – che, insieme a quelli delle altre scuole iscritte al concorso, saranno visionati da un’apposita commissione in vista della proclamazione dei vincitori per l’anno scolastico in corso.  

 

ROVIGO, “SEMI’NSEGNI” TORNA NELLE SCUOLE

Il progetto di educazione civica alimentare e ambientale nelle scuole con laboratorio e merenda sana

Sorrisi e divertimento, ma soprattutto nuove competenze: è ricominciata anche in questo anno scolastico, dalla scuola di Borsea, l’esperienza targata Coldiretti intitolata “Semi’nsegni”, il progetto di educazione civica, ambientale ed alimentare nelle scuole.

L’iniziativa si sta svolgendo contemporaneamente in tutto il territorio regionale; è rivolta a tutte le scuole dell’obbligo, fa riferimento al Protocollo d’Intesa del luglio del 2019 “Per la promozione delle competenze connesse alla sostenibilità nell’alimentazione, per lo sviluppo dell’economia circolare, della green economy e dell’agricoltura di precisione e digitale” firmato dal il Miur e la confederazione nazionale Coldiretti. E proprio da questo anno scolastico si è allargata la platea: anche agli altri gradi scolastici vengono coinvolti con il progetto Teen’segno.

I nostri soci Jenny Marzolla di Agricola Marzolla di Papozze e Alberto Boccato dell’azienda agricola Diego Boccato di Ceregnano hanno fatto ‘gli insegnanti’ per qualche ora alla scuola primaria “Maini” di Borsea, frazione di Rovigo. Tutte e due le aziende sono socie Coldiretti Rovigo e accreditate a Campagna Amica; infatti è possibile trovarle al mercato coperto del sabato mattina in Tassina a Rovigo.In particolare, Alberto si è dedicato a una lezione sulle sue uova innovative, meglio conosciute come “Mamma Cocca” in quanto sono diverse dalle uova comuni: più nutrienti, più saporite, più naturali e ricche di Omega-3 perché l’azienda agricola nutre le chiocce solo e soltanto con semi naturali eduli coltivati nei campi nella nostra azienda agricola. In questa occasione, oltre a parlare delle sue uova, di come si inseriscono bene nella dieta, Alberto ha spiegato ai bambini come distinguere un uovo fresco da un uovo vecchio. Jenny invece ha portato il kit per gli studenti una merenda sana a base di prodotti trasformati del suo frutteto: erano disponibili diversi gusti di confetture e i succhi di frutta. I bambini hanno potuto vedere quante cose buone possono essere fatte con la frutta e hanno apprezzato la bontà dei prodotti e il loro abbinamento per una merenda da replicare a casa e che fa bene alla salute, soprattutto quella dei più piccoli. 

Il progetto ha l’obiettivo di sensibilizzare i bambini su quanto sia importante mangiare bene e mangiare sano. Saranno circa 500 gli studenti che saranno coinvolti in questo anno scolastico: per tutti Coldiretti Rovigo, tramite i soci e i produttori, porterà in classe progetti di ampio respiro. “Proprio in questi giorni – commenta il presidente provinciale Carlo Salvan – si stanno verificando controlli operati dal Comando Carabinieri per la tutela della salute, d’intesa con il ministero della Salute, in 1.058 aziende di ristorazione di tutta Italia operanti all’interno di mense scolastiche di ogni ordine e grado. Plaudiamo questa operazione: il mancato rispetto delle regole a tavola è un crimine particolarmente odioso poiché ai danni provocati al sistema economico ed all’occupazione si aggiungono i pericoli per la salute in una fase delicata della crescita. Coldiretti da tempo è impegnata su questo fronte: per la tutela della salute, per la giusta retribuzione dei prodotti agricoli, per crescere consumatori consapevoli e per ricostruire il legame con l’agricoltura, un settore che non è nemico del sistema, ma che valorizza fondamenti importanti come la qualità dei cibi, la dieta Mediterranea, la salubrità e l’igiene”.

 

CUNEO, AVANTI TUTTA CONTRO IL CIBO IN PROVETTA, ANCHE LA PROVINCIA DICE NO

Il 60% dei Comuni della Granda e oltre 12.000 cuneesi hanno già aderito

La Provincia di Cuneo vanta 11 produzioni a denominazione d’origine fra DOP e IGP, 18 DOC e DOCG che ricomprendono quasi 100 tipologie di vini, oltre a decine di tipicità meno note ma di grandissimo valore, dalla carne ai formaggi all’ortofrutta, oggi minacciate da tentativi di omologazione e penalizzazione che arrivano da più parti, dalle indicazioni fuorvianti e allarmistiche sulle etichette di cibi e vini proposte a Bruxelles fino agli investimenti delle grandi multinazionali su “carne” artificiale e “latte” finto, creati in laboratorio, contro cui si rafforza anche nella Granda il fronte del NO. È quanto afferma Coldiretti Cuneo alla notizia che il Consiglio Provinciale ha deliberato all’unanimità l’adesione alla petizione Coldiretti contro il cibo sintetico, impegnandosi a sostenere tutte le correlate iniziative di sensibilizzazione.

“Il voto unanime del Consiglio Provinciale testimonia l’attenzione alla tematica che proviene forte da tutta la Granda: una terra che ha fatto della sostenibilità e delle genuinità due bandiere di riconoscimento indelebili. Continueremo, pur nelle nostre scarne competenze, su questa strada” dichiara il Presidente della Provincia di Cuneo, Luca Robaldo.

Il sostegno della Provincia arriva dopo che il 60% dei Comuni cuneesi e oltre 12.000 cittadini della Granda hanno già aderito alla mobilitazione promossa da Coldiretti, Campagna Amica, Filiera Italia e World Farmers Markets Coalition per promuovere una legge che vieti la produzione, l’uso e la commercializzazione in Italia del cibo sintetico per il quale quest’anno potrebbero essere presentate le prime richieste di autorizzazione all’immissione in commercio in Europa dopo il via libera scattato a novembre 2022 negli Stati Uniti.

“Un grande risultato – commenta il Presidente di Coldiretti Cuneo, Enrico Nada – per fermare una minaccia letale per il nostro agroalimentare, per la biodiversità delle nostre terre e la salute di tutti, che, dietro l’alibi della tutela ambientale e del benessere animale, nasconde interessi speculativi che mettono a rischio stili alimentari naturali, fondati su qualità e tradizione, in un momento storico già delicato che ci pone davanti a grandi sfide, dalla gestione dell’acqua alla sostenibilità economica delle nostre imprese, per citare le più pressanti”.

Chi non l’ha ancora fatto può sostenere la petizione “NO al cibo sintetico” firmando la petizione presso tutti gli Uffici Zona di Coldiretti sul territorio provinciale.

 

PADOVA, UE: DAGLI AGRICOLTORI NO ALLA DIRETTIVA “AMMAZZA STALLE”

A rischio un patrimonio da 350 milioni di euro

“Le stalle non sono fabbriche”: anche nella nostra provincia cresce la preoccupazione degli allevatori che insieme ai colleghi europei dicono no alla Direttiva ammazza stalle che equipara gli allevamenti alle fabbriche spingendoli alla chiusura. Solo nella nostra provincia, spiega Coldiretti Padova, è a rischio un patrimonio che vale circa 350 milioni di euro, con centinata tra stalle da latte e da carne, specie nell’Alta Padovana, ma anche altri allevamenti sparsi in tutta la provincia.

E’ l’appello lanciato in una lettera aperta promossa dalla Coldiretti e firmata dalle principali organizzazioni agricole europee ai Ministri in vista della discussione al Consiglio Ambiente dell’UE di giovedì 16 marzo sulla proposta della Commissione di revisione della Direttiva sulle emissioni industriali (IED). 

Le organizzazioni agricole firmatarie oltre all’ Italia (Coldiretti), sono di Belgio (FWA), Repubblica Ceca (AKCR e ZSCR), Germania (DBV), Francia (FNSEA), Polonia (FBZPR), Portogallo (CAP), Slovacchia (SPPK) e Spagna (Asaja), ritengono la formulazione della proposta del tutto inadeguata e inaccettabile rispetto alla realtà produttiva europea.

Se non adeguatamente contrastata, questa proposta – scrivono le Organizzazioni – potrebbe portare a una dirompente riduzione dei redditi dei nostri allevatori o, potenzialmente, alla chiusura di molti allevamenti di dimensioni medio-piccole, minando la sovranità alimentare, con il conseguente aumento della dipendenza dalle importazioni di prodotti animali da Paesi terzi, che hanno standard ambientali, di sicurezza alimentare e di benessere animale molto più bassi di quelli imposti agli allevatori dell’UE. Ciò andrebbe contro i recenti sviluppi politici dell’UE in materia di reciprocità nel commercio internazionale, aumentando il divario tra la stessa UE e i partner commerciali.

“Infatti, – spiega Massimo Bressan, presidente di Coldiretti Padova – equiparare gli allevamenti, anche di piccole/medie dimensioni, alle attività industriali, appare ingiusto e fuorviante rispetto al ruolo che essi svolgono nell’equilibrio ambientale e nella sicurezza alimentare in Europa. Soprattutto, è il risultato di una valutazione d’impatto basata su dati imprecisi e vecchi, e di un approccio ideologico che va stigmatizzato, anche perché potrebbe avere impatti negativi sull’ambiente, riducendo le aree a pascolo (perdita di biodiversità e paesaggi, minaccia alla vitalità delle aree rurali, ecc.)”.

La zootecnia padovana da carne, ricorda Coldiretti Padova, vale quasi 260 milioni di euro nel complesso, tra bovini da carne, suini, carne avicola e conigli, con circa 4.000 allevamenti attivi. I capi bovini nelle stalle padovane sono quasi 100 mila, distribuiti in oltre 2.200 allevamenti, in maggioranza di medie dimensioni. Il settore lattiero caseario conta, specie nell’Alta Padovana e Destra Brenta, circa 500 aziende con un fatturato di poco meno di 90 milioni di euro, circa 40 mila vacche da latte, e una produzione di 2 milioni 140 mila quintali di latte l’anno, un quinto del totale veneto, destinato per lo più alla produzione di formaggi Dop e di latticini.

L’unica opzione possibile è quella di mantenere l’attuale quadro normativo con l’eliminazione del settore bovino dallo scopo della direttiva e il ripristino delle attuali soglie stabilite per il settore avicolo (a partire da 40.000 capi) e suinicolo (suini da produzione di peso superiore a 30 kg: a partire da 2.000 capi; scrofe: a partire da 750 capi). Questa soluzione andrebbe a riconoscere gli sforzi che gli allevatori stanno compiendo per aumentare la sostenibilità delle loro aziende che, su scala globale, sono già quelle che registrano le migliori performance in termini di impatto ambientale e mitigazione dei cambiamenti climatici. I progressi raggiunti non devono essere vanificati e fermati. Infine, riteniamo che accelerare il processo verso una posizione comune in Consiglio non sia coerente con le tempistiche che stanno emergendo nelle discussioni interne al Parlamento europeo.

 

CUNEO, LATTE IN POLVERE: NUOVI SBOCCHI IN EGITTO PER IL MADE IN PIEMONTE

Possibili nuovi orizzonti per il latte in polvere e i suoi derivati Made in Piemonte. Insieme alla delegazione di Coldiretti, con il Segretario Generale Vincenzo Gesmundo, e Filiera Italia, con il Consigliere delegato Luigi Scordamaglia, è infatti volata anche l’azienda Inalpi SpA di Moretta, con il presidente Ambrogio Invernizzi, a Il Cairo per l’incontro con il Ministero degli Esteri nella capitale del Paese maggiormente a rischio per la crisi alimentare causata dalla guerra. L’Italia, con le aziende leader del Made in Italy rappresentate in Filiera Italia e Coldiretti, si appresta a divenire un partner centrale con la fornitura di macchinari, tecnologia, sementi e conoscenze ma anche prodotti alimentari di base, dal grano al couscous, per consentire all’Egitto di sfamare la propria popolazione.

“L’opportunità data a Inalpi da Coldiretti che ringrazio – afferma Ambrogio Invernizzi, Presidente Inalpi SpA – è stata certamente foriera di un approfondimento nella conoscenza di un Paese estremamente interessante, al fianco del quale crediamo di poter cogliere nuove sfide. La creazione di nuovi canali distributivi per la polvere di latte e la collaborazione in progetti di ricerca e innovazione, potranno costituire nuovi obiettivi per il futuro, nel quale noi crediamo fortemente, come abbiamo dimostrato proprio in questi giorni, con l’avvio della seconda torre di polverizzazione”.

“Far arrivare prodotti come la polvere di latte e i suoi derivati, di grande qualità, certificati e tracciati in Egitto è un obiettivo importante, soprattutto in un momento di forte sconvolgimento del mercato con la guerra in Ucraina e la necessità di arrivare a nuovi accordi commerciali. La vera novità è il modello della missione in cui le aziende italiane ed egiziane si sono incontrate e hanno discusso di progetti comuni, non da sole ma insieme ai principali Enti della cooperazione italiana che possono garantire il necessario sostegno finanziario a questi progetti selezionati come strategici e gestiti con la parte pubblica egiziana” dichiara il Presidente di Coldiretti Cuneo, Enrico Nada.

“Un’opportunità che solo l’agroindustria virtuosa – evidenzia il Direttore di Coldiretti Cuneo Fabiano Porcu – sa cogliere per uno sviluppo economico del territorio e per valorizzare anche all’estero una filiera di successo come quella del latte piemontese nata nel 2009 tra Coldiretti, Compral Latte, Inalpi e Ferrero SpA e oggi in espansione grazie all’entrata in funzione della seconda torre di sprayatura che raddoppia la capacità della prima”.

 

CUNEO, UE: ALLEVATORI DICONO NO ALLA DIRETTIVA “AMMAZZA STALLE”

Gli agricoltori europei dicono no alla Direttiva “ammazza stalle” che equipara gli allevamenti alle fabbriche spingendoli alla chiusura. È l’appello lanciato in una lettera aperta promossa dalla Coldiretti e firmata dalle principali Organizzazioni agricole europee ai Ministri in vista della discussione al Consiglio Ambiente dell’UE di giovedì 16 marzo sulla proposta della Commissione di revisione della Direttiva sulle emissioni industriali (IED).

Le Organizzazioni agricole firmatarie – che oltre all’Italia (Coldiretti) sono di Belgio (FWA), Repubblica Ceca (AKCR e ZSCR), Germania (DBV), Francia (FNSEA), Polonia (FBZPR), Portogallo (CAP), Slovacchia (SPPK) e Spagna (Asaja) – ritengono la formulazione della proposta del tutto inadeguata e inaccettabile rispetto alla realtà produttiva europea.

“Se non adeguatamente contrastata, questa proposta – dichiara il Presidente di Coldiretti Cuneo, Enrico Nada – potrebbe portare a una dirompente riduzione dei redditi dei nostri allevatori o, potenzialmente, alla chiusura di molti allevamenti di dimensioni medio-piccole, minando la sovranità alimentare, con il conseguente aumento della dipendenza dalle importazioni di prodotti animali da Paesi terzi, che hanno standard ambientali, di sicurezza alimentare e di benessere animale molto più bassi di quelli imposti agli allevatori dell’UE. Ciò andrebbe contro i recenti sviluppi politici dell’UE in materia di reciprocità nel commercio internazionale, aumentando il divario tra la stessa UE e i partner commerciali”.

“Equiparare gli allevamenti, anche di piccole/medie dimensioni, alle attività industriali è ingiusto e fuorviante rispetto al ruolo che svolgono nell’equilibrio ambientale e nella sicurezza alimentare. Soprattutto, è il risultato di una valutazione d’impatto basata su dati imprecisi e vecchi, e di un approccio ideologico che va stigmatizzato anche perché, riducendo le aree a pascolo, potrebbe avere impatti negativi come la perdita di biodiversità e paesaggi e la minaccia alla vitalità delle aree rurali” afferma il Direttore di Coldiretti Cuneo Fabiano Porcu.

L’unica opzione possibile – spiega Coldiretti Cuneo – è quella di mantenere l’attuale quadro normativo con l’eliminazione del settore bovino dallo scopo della Direttiva e il ripristino delle attuali soglie stabilite per il settore avicolo (a partire da 40.000 capi) e suinicolo (suini da produzione di peso superiore a 30 Kg: a partire da 2.000 capi; scrofe: a partire da 750 capi). Questa soluzione andrebbe a riconoscere gli sforzi che gli allevatori stanno compiendo per aumentare la sostenibilità delle loro aziende che, su scala globale, sono già quelle che registrano le migliori performance in termini di impatto ambientale e mitigazione dei cambiamenti climatici. I progressi raggiunti non devono essere vanificati e fermati. Infine, secondo la Coldiretti, accelerare il processo verso una posizione comune in Consiglio non è coerente con le tempistiche che stanno emergendo nelle discussioni interne al Parlamento europeo.

 

 

Appuntamenti

 

PUGLIA, VENERDÌ 17/3 SOPRALLUOGO SU ‘GRANDE INCOMPIUTA’ DIGA DEL PAPPADAI

Bisogna ripartire dalle incompiute come la diga del Pappadai in provincia di Taranto, un’opera idraulica costosa, mai utilizzata e di fatto abbandonata, utile a convogliare le acque del Sinni per 20 miliardi di litri di acqua per uso potabile e irriguo, che una volta messa a regime andrebbe a servire l’Alto Salento, ancora oggi irrigato esclusivamente con pozzi e autobotti.

Per chiedere un intervento forte del Governo venerdì 17 marzo 2023, alle ore 15.30, i quadri dirigenti di Coldiretti Puglia, guidati dal presidente e dal direttore Savino Muraglia e Pietro Piccioni, accompagneranno il sottosegretario di Stato all’Agricoltura, Patrizio Giacomo La Pietra, al sopralluogo sulla diga del Pappadai.

E’ importante l’impegno del Governo sulla semplificazione anche per accelerare la realizzazione delle infrastrutture di cui il territorio ha bisogno in una situazione in cui viene intercettata e raccolta solo l’11% della acqua piovana, con il tema dell’acqua che non viene affrontato solo come emergenza ma anche per consentire la programmazione necessaria per gestire una risorsa essenziale per l’intera collettività attraverso una cabina di regia tra tutte le Istituzioni interessate a livello nazionale e territoriale.

Gli agricoltori – conclude Coldiretti Puglia – sono impegnati a fare la propria parte per promuovere l’uso razionale dell’acqua, lo sviluppo di sistemi di irrigazione a basso impatto e l’innovazione con colture meno idro-esigenti, ma non deve essere dimenticato che l’acqua è essenziale per mantenere in vita sistemi civili industriali ed agricoli senza i quali è a rischio la sopravvivenza del territorio, la produzione di cibo e la competitività dell’intero settore alimentare.

 

PIACENZA, FISCALE, PREVIDENZIALE E GESTIONE DEL RISCHIO IN AGRICOLTURA

Sette gli appuntamenti formativi previsti per gli associati

Dopo gli incontri dedicati ai nuovi bandi Psr sulle misure agroambientali, Coldiretti Piacenza torna sul territorio con i suoi esperti per un nuovo ciclo di appuntamenti rivolti agli associati per presentare le novità fiscali e previdenziali, ma anche – in collaborazione con il Consorzio Condifesa – il tema della gestione del rischio in agricoltura. Il primo appuntamento sarà questo venerdì 17 marzo alle 9.30 nella sala comunale di Lugagnano.

“Il confronto con i nostri soci – afferma il Direttore di Coldiretti Piacenza Roberto Gallizioli – è sempre importante, queste sono iniziative utili a informarli e ad accompagnarli mentre sono alle prese non solo con una difficile congiuntura economica, ma anche con i cambiamenti climatici e la grave siccità che continua a colpire il Piacentino”. 

Gli incontri saranno tenuti dal responsabile dell’Area Fiscale Emanuele Gonsalvi, dal responsabile Epaca Riccardo Piras, dalla responsabile del Servizio Paghe Silvia Canevari e dagli esperti di Condifesa.

Verranno approfonditi argomenti di stretta attualità come la nuova Legge di Bilancio, che impiega la maggior parte delle risorse per confermare o rimodulare in meglio le misure adottate nel 2022 per mitigare l’impatto della crisi energetica su famiglie e imprese.

Tra gli interventi di specifico interesse vi sono i crediti d’imposta “energetici” per le spese sostenute nel primo trimestre 2023, per l’acquisto di carburante agricolo per trazione mezzi e riscaldamento serre e stalle, per l’acquisto di energia elettrica e di gas naturale.

Ma anche agevolazioni in materia previdenziale e fiscale che Coldiretti aveva sollecitato già in sede di predisposizione di disegno di legge, come l’esonero contributivo a favore dei giovani coltivatori diretti e IAP che si insediano per la prima volta nel 2023 e l’esenzione Irpef redditi domenicali e agrari.

Non solo, sarà illustrata la cosiddetta tregua fiscale, ovvero il pacchetto di misure che permettono a cittadini e imprese di regolarizzare la propria posizione fiscale con un importante riduzione in termini di sanzioni, anche grazie alla definizione agevolata delle cartelle esattoriali.

Inoltre saranno presentate le novità in tema di lavoro occasionale (nuovi voucher) e le agevolazioni previste per nuove assunzioni a tempo indeterminato.

Di seguito il calendario definitivo: venerdì 17 alle 9.30 a Lugagnano, lunedì 20 marzo alle 10 nella sala comunale di Bettola, martedì 21 alle 9.30 nell’ufficio zona di Cortemaggiore (per i soci di Cortemaggiore e Fiorenzuola), mercoledì 22 doppio appuntamento, con Pianello alle 9.30 nel salone parrocchiale e con Piacenza alle 15 nel salone parrocchiale del Corpus Domini, giovedì 23 marzo alle 9.30 nel salone parrocchiale di Agazzano e venerdì 24 marzo alle 10 nella sala comunale di Bobbio.

 

ALESSANDRIA, “EPACA RISPONDE”: TRASMISSIONE RADIOFONICA SERVIZI ALLA PERSONA

Il martedì, ogni quindici giorni, progetto pilota per dare risposte ai quesiti pensionistici e sociali 

Mettersi in contatto con il Patronato Epaca di Alessandria per approfondire i diritti previdenziali e sociali? Da oggi è possibile farlo anche ascoltando le frequenze di Radio Voce Spazio, grazie alla disponibilità e collaborazione di Don Ivo Piccinini.

Un servizio per tutti, non solo per gli imprenditori agricoli, rivolto ai cittadini per rispondere ai quesiti di natura pensionistica e sociale.

Ogni quindici giorni, infatti, lo spazio Coldiretti inserito nel programma “Il Tutto per Tutti” in onda ogni martedì sulle frequenze di RVS 93.8 FM vede la partecipazione del Responsabile provinciale del Patronato Epaca, Gianni Mario Stoppini, che dalle 9.00 alle 9.30 risponde in diretta alle domande dei radioascoltatori.

Con una novità, il servizio non termina una volta spenti i microfoni ma la consulenza continua nella Sala Multifunzionale del Centro Ricreativo San Michele: obiettivo, offrire consulenze personalizzate nel pieno rispetto della privacy alle persone che non hanno potuto intervenire in diretta.

“Epaca risponde” non è solo una trasmissione radiofonica. “Si tratta di un vero e proprio progetto sperimentale nato quasi per caso a seguito del numero di telefonate ricevute durante la diretta. Assieme a Don Ivo Piccinini abbiamo pensato che potesse essere un servizio apprezzato. Detto fatto! Ci è stato riservato uno spazio all’interno del Cento Ricreativo e già in molti si sono approcciati a questa novità. Nelle prossime settime l’area verrà “brandizzata” e diventerà a tutti gli effetti un recapito Epaca in una zona molto frequentata da persone di ogni età”, ha affermato Gianni Mario Stoppini.

“La presenza di Coldiretti Alessandria ai microfoni di Radio Voce Spazio è consolidata da ormai diversi anni ma affiancare notizie di attualità agricola, ricordare scadenze o sponsorizzare iniziative ad un vero e proprio servizio di consulenza del Patronato Epaca è sicuramente una novità. Ringraziamo don Ivo Piccinini per la disponibilità e per aver dato l’opportunità ai servizi del Patronato di mettere ancora di più al centro la persona e instaurare un rapporto sempre più stretto con il territorio”, ha affermato il Presidente Coldiretti Alessandria Mauro Bianco.

“Saluto con piacere questa novità che ci porta un nuovo strumento di informazione. In questo modo possiamo portare l’esperienza del Patronato Epaca ad un numero maggiore di cittadini abbinando la capacità di adattarsi ai cambiamenti sociali e normativi, interpretando i bisogni emergenti delle persone, fornendo il servizio più adeguato ed appropriato”, ha aggiunto il Direttore Coldiretti Alessandria Roberto Bianco.

Per essere aggiornati sulle ultime novità di Epaca Alessandria è sufficiente un click e mettere un like alla pagina Facebook dedicata. Radio Voce Spazio è ascoltata in provincia di Alessandria oppure scaricando l’app RVS.