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VINO – Si fa con l’uva non con la polvere in bustina (05-07-2009)

6 Luglio 2009
VINO – Si fa con l’uva non con la polvere in bustina (05-07-2009)

Il vino si fa con l’uva e non con le bustine in polvere dalle quali si ottengono miscugli che non hanno neanche il diritto di chiamarsi con il nome del nettare di bacco. E’ quanto afferma la Coldiretti in riferimento alla commercializzazione di un surrogato del ?vino? in bustina, da parte di una ditta tedesca per escursionisti. Si tratta solo dell’ultimo inganno a danno di uno dei prodotti piu’ prestigiosi del Made in Italy che ? sottolinea la Coldiretti – è già sotto attacco della recente legalizzazione di preoccupanti pratiche enologiche a livello comunitario. Per effetto della disastrosa riforma di mercato del settore vitivinicolo approvata in Europa sono già presenti sugli scaffali dei supermercati comunitari ? denuncia la Coldiretti – vini ottenuti dalla fermentazione di frutti diversi dall’uva come lamponi e ribes, mentre dal primo agosto permesso di chiamare vino anche quello in cui è stato eliminato parte dell’alcol naturalmente contenuto attraverso trattamenti industriali. Si tratta della legalizzazione di pratiche che – sottolinea la Coldiretti – consentono di chiamare con lo stesso nome prodotti profondamente diversi con un inganno nei confronti del consumatori e degli imprenditori, come quelli italiani, che sono impegnati nel garantire la qualità delle proprie produzioni. E’ il caso – continua la Coldiretti – del via libera all’invecchiamento artificiale del vino attraverso l’utilizzazione di pezzi di legno al posto della tradizionale maturazione in botti di legno o ancora peggio della possibilità di vendita nell’Unione Europea nei negozi, o attraverso internet, di kit per la preparazione casalinga in meno di un mese di vini come il Chianti, il Barolo o il Valpolicella, per effetto di una curiosa interpretazione della legislazione vigente. L’ Italia  ha conquistato la leadership europea nella qualità e nella sicurezza alimentare e ha il dovere di condurre in Europa una battaglia per la trasparenza e la verità sui prodotti che si portano in tavola, per aiutare i cittadini a fare scelte di acquisto consapevoli – afferma la Coldiretti – nel denunciare operazioni di marketing come quella del vino in polvere che fanno business giocando sull’ambiguità dell’informazione al consumatore mentre sarebbe opportuno tenere separati sugli scaffali i prodotti originali dai cloni di minor qualità. Con 47 milioni di ettolitri prodotti l’Italia è il maggior produttore ed esportatore mondiale e vanta oltre il 60 per cento della produzione vinicola nazionale a denominazione di origine: 477 vini di cui 316 a denominazione di origine controllata (Doc), 41 a denominazione di origine controllata e garantita (Docg) e 120 a indicazione geografica tipica (Igt).