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Obesità infantile, peggio del previsto gli effetti

18 Gennaio 2013
Obesità infantile, peggio del previsto gli effetti

Una nuova ricerca della University of California and Los Angeles (UCLA) mette in guardia non solo da effetti posticipati e a lungo termine dell’obesità sulla salute (già noti), ma anche da effetti a breve. La notizia è interessante da un punto di vista della percezione delle famiglie e delle persone direttamente coinvolte. Infatti è noto come effetti negativi ma posticipati nel tempo siano poco motivanti ad agire subito. A maggior ragione se invece la gratificazione è immediata (guarda a caso, in modo del tutto simile a quanto accade per le sigarette) Ecco allora che riportare all’attenzione danni immediati può favorire una nuova consapevolezza. E un rinnovato sforzo da parte di tutti a considerare l’obesità dei bambini non solo un problema per il domani, ma per lo stesso presente.

La ricerca

Fino ad oggi un corpus rilevante della ricerca aveva investigato e sottolineato gli effetti negativi della obesità infantile pro futuro. In particolare, segnalando come bambini obesi siano più proni al rischio di diventare poi adulti obesi; di sviluppare una sindrome metabolica (la presenza di almeno 3 delle 4 seguenti situazioni: valori sballati di glicemia, trigliceridi, pressione alta,  iper- colesterolemia, grasso addominale). Tale sindrome prepara la venuta di eventi avversi cardiovascolari e diabete di tipo 2.

Tuttavia la ricerca fino ad oggi si è occupata raramente di sottolineare gli effetti avversi sulla salute che possono avere una decorrenza quasi immediata. Lo studio dell’UCLA ha in questi giorni rivelato che i bambini obesi avrebbero il doppio del rischio di avere 3 o più congiunte situazioni di difficoltà medica, mentale o di sviluppo corporeo. I bambini sovrappeso,  un rischio pari  a1,3 volte in più.

Lo studio, che è un intervento di larga scala sulla popolazione in grado di superare barriere campionarie e limitazioni riferite a contesti geografici limitati, fornisce per la prima volta su scala nazionale una valutazione dei fattori associati con l’obesità e sovrappeso nei bambini. Sono stati usati dati della National Survey of Children’s Health (quindi uno studio cross-section, una sorta di istantanea), con dati su 43300 bambini e ragazzi tra I 10 ed I 17 anni. Nello studio, il 15% risultava sovrappeso e il 16% obeso. Tra i limiti dello studio (come tutti  i cross section) la possibilità di elementi distorsivi (variabili cd latenti non osservate) che rendono spuria la relazione apparente di causa-effetto.

In particolare, obesità e sovrappeso sono risultati maggiormente associati a: una situazione peggiore di salute; perdita maggiore di giornate scolastiche; maggiore tendenza a problemi emozionali e comportamentali; tassi più alti di anni scolastici ripetuti; deficit dell’attenzione e iperattività (sindrome ADHD); depressione, difficoltà di apprendimento, ritardi nello sviluppo, problemi alle ossa, giunture e muscolari; asma, allergie emicranie. E infezioni.

Il Dr. Neal Halfon, uno degli autori dello studio, ha affermato come lo studio restituisca una immagine realistica di come il peso eccessivo finisca per colpire sin da subito I bambini. I risultati devono suonare come una sveglia per medici e, familiari e insegnanti a vario titolo coinvolti, in modo da intensificare gli sforzi per prevenire o rimediare a tali situazioni di rischio.

Sembrerebbe quindi che alcune delle malattie in crescita negli ultimi anni nella popolazione infantile sarebbero dovute proprio ad un aumento dell’obesità: dal deficit dell’attenzione-iperattività, all’asma , fino a difficoltà più generali dell’apprendimento.

Halfon, N.,  Larson, K., Slusser, W. (2013) Associations Between Obesity and Comorbid Mental Health, Developmental, and Physical Health Conditions in a Nationally Representative Sample of US Children Aged 10 to 17.  Academic Pediatrics, (Vol. 13 | No. 1 | Pages 6-13).

http://www.healthychild.ucla.edu/