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L’agrofarmaco Endosulfan bandito a livello globale.

13 Maggio 2011
L’agrofarmaco Endosulfan bandito a livello globale.

Raggiunto un accordo durante l’ultima Conferenza delle Parti della Convenzione di Stoccolma: la sostanza Endosulfan è stata bandita a livello globale. Si tratta di un insetticida neurotossico a base di organoclorine prodotto dalla Bayer Crop Science.

 

 Endosulfan – Gli effetti della sostanza

 L’Endosulfan è una sostanza altamente tossica e persistente, velocemente assorbita dal corpo, in grado di causare numerosi casi di avvelenamento, sopratutto in ambienti di lavoro. Vi sono studi che indicano la sua pericolosità per la salute e il benessere di bambini, di operai agricoli e di quelli che vivono nelle vicinanze delle zone trattate. Tra i sintomi di avvelenamento vi sono: nausea, vomito, convulsioni e, in casi estremi, anche perdita di coscienza e morte. Si sospetta che l’Endosulfan interferisca col sistema endocrino e che l’esposizione a bassi dosaggi del feto sia collegata ad autismo, danni al sistema riproduttivo maschile e difetti congeniti.

Inoltre si tratta di una sostanza altamente tossica per la fauna selvatica, soprattutto uccelli, pesci ed altri organismi acquatici.

Per queste ragioni la sostanza, annoverata fra i cosiddetti inquinanti organici persistenti, o POP, era già stata vietata in 75 paesi, tra cui nel 2006 quelli dell’UE, e la Commissione europea ha accolto con soddisfazione tale decisione.

 

 Cosa sono i POP

I POP, o Persistent organic pollutants, sono quelle sostanze chimiche che sono persistenti nell’ambiente e che si accumulano attraverso la catena alimentare; si tratta appunto di sostanze chimiche tossiche che possono agire anche come agenti cancerogeni e sono molto resistenti alla decomposizione. I POP sono suddivisi in tre classi di composti: policlorobifenili, policlorodibenzodiossine, policlorodibenzofurani e se ne riscontrano concentrazioni crescenti sia in atmosfera che in acqua.

La Convezione di Stoccolma, o United Nations Convention on Persistent Organic Polllutants (la Convenzione delle Nazioni Unite sugli inquinanti organici persistenti), alla quale hanno ormai aderito 150 Paesi, ha l’obiettivo di eliminare o quantomeno ridurre l’uso di queste sostanze, e dalla sua entrata in vigore, nel 2004, presenta una lista di POP assolutamente banditi. Dalla scorsa settimana, in cui ha avuto luogo la 5 ° Conferenza delle Parti (COP) di Ginevra, l’Endosulfan è entrato a far parte di tale lista, venendo di fatto bandito a livello globale.

 

 L’opposizione dell’India

 Ad opporre strenua resistenza al divieto è stata l’India, cosa non insolita, essendo il paese con il maggior utilizzo della sostanza, nonché uno dei suoi principali produttori, con ben tre industrie specializzate, ovvero Excel Crop Care, Hindustan Insecticides Ltd, e Coromandal Fertilizers, e una produzione annua di 4.500 tonnellate per uso nazionale e altre 4.000 destinate all’esportazione. Il comitato istituito dal governo indiano per valutare il rischio dell’Endosulfan si è appellato al fatto che, in effetti, a discapito della quantità di materiale scientifico prodotto in materia, né l’OMS né la FAO hanno indicato chiaramente l’agrofarmaco come carcinogenico, mutagenico o genotossico.

L’India ha ottenuto di beneficiare di alcune deroghe in attesa del veto definitivo.

 Negli Stati Uniti, l’Agenzia per la Protezione Ambientale (EPA), aveva inizialmente deciso di non vietare l’Endosulfan per utilizzo agricolo nel 2002, ma, in seguito alle forti pressioni dell’opinione pubblica, delle associazioni ambientaliste e del Consiglio Nazionale per la Difesa delle Risorse Ambientali, l’EPA aveva deciso, nel 2010, di rivalutare il veto alla sostanza.

 

 EFSA riguardo all’Endosulfan

 Il gruppo scientifico sui contaminanti di EFSA ne ha valutato, nel 2005/2006, la presenza accidentale in mangimi per animali dovuta a contaminazione ambientale, principalmente dovuta al suo utilizzo in quanto agro farmaco. Sebbene i dati disponibili ne mostrino una presenza non così elevata da mostrare un evidente pericolo di esposizione degli animali a livello di tossicità, EFSA ribadisce come siano ben documentati gli effetti neurotossici della sostanza sia negli animali che nell’uomo, e come l’esposizione possa indurre una serie di effetti, tra cui intossicazione di fegato e reni, effetti ematologici, alterazioni del sistema immunitario e alterazioni degli organi riproduttivi. Nel medesimo periodo l’agrofarmaco è stato vietato all’interno dell’UE.

Più recentemente, in un rapporto pubblicato ad aprile 2011, il gruppo scientifico sui contaminanti di EFSA ha valutato, su richiesta della Commissione europea, nuovi studi riguardanti la tossicità della sostanza se assunta dai pesci per via orale, confermando quanto espresso nel suo precedente parere, ma segnalando la necessità di ulteriori indagini per identificare le differenze della sensibilità alla sostanza delle diverse specie ittiche esposte.

 

 Esposizione: il rischio esiste, anche per l’Italia.

 La notizia del veto globale dell’Endosulfan, data la sua comprovata pericolosità per ambiente ed esseri viventi, è da applaudire, anche in virtù del fatto, innegabile, che non è sufficiente un divieto nazionale per evitare il rischio di esposizione alla sostanza.

Tristemente noto l’episodio del 2008, in cui un carico illegale dell’agrofarmaco si è rovesciato in mare al largo di Manila, nelle Filippine, in seguito al capovolgimento della motonave Princess of Stars dovuto al tifone Fengshei. Le Filippine, proprio a causa dell’alta tossicità della sostanza per la fauna marina, l’aveva vietata già dal 1994. Il carico era destinato alle coltivazioni di ananas della multinazionale Del Monte, quindi a prodotti destinati all’esportazione,  con rischio di arrivo anche in UE e in Italia.

Non solo. Nonostante il bando della sostanza in UE, dal 2006 la sola Italia ha notificato al RASFF ben 7 rischi di esposizione del consumatore all’Endosulfan tramite prodotti di importazione; due notifiche nel 2008 e quattro nel 2009 per la presenza dell’agrofarmaco in menta fresca proveniente dal Marocco, e una, recentissima, di contaminazione di una partita di ocra proveniente, guarda caso, proprio dall’India.

Ben venga dunque l’inserimento dell’Endosulfan fra i POP vietati, a patto che ci si assicuri del rispetto di tale divieto, anche da parte di quei Paesi in cui il regime di sicurezza alimentare non è solido quanto quello dell’Unione europea e dell’Italia.

 

Di seguito, il link alla notizia data da Il Punto Coldiretti.