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FAO – In discarica la lana di 8 milioni di pecore made in Italy (22-01-2009)

22 Gennaio 2009
FAO – In discarica la lana di 8 milioni di pecore made in Italy (22-01-2009)

La lana ottenuta dagli oltre 8 milioni di pecore italiane finisce in discarica con costi di smaltimento per i pastori e problemi di natura ambientale. E’ questo l’allarme lanciato dalla Coldiretti nel commentare la proclamazione ufficiale del 2009 come l’Anno Internazionale delle fibre naturali da parte della Fao.

Una volta – sottolinea la Coldiretti – la maggior parte delle fibre usate per l’abbigliamento come lino, canapa o cotone aveva una provenienza nazionale mentre oggi metà delle fibre tessili sono importate e l’altra metà è costituito da prodotti sintetici derivati dal petrolio.

Una situazione che – precisa la Coldiretti – potrebbe cambiare per effetto della crisi economica che frena i commerci e spinge alla valorizzazione delle risorse nazionali proprio mentre secondo gli ultimi dati Iwto la produzione mondiale di lana (i principali paesi produttori sono Australia e Nuova Zelanda) è in calo, mentre i prezzi dei prodotti di qualità sono destinati a salire.

La riscoperta di alcune fibre – secondo Coldiretti – può dunque rappresentare un’occasione di sviluppo per le imprese agricole, ma anche un contributo al rilancio della moda Made in Italy. Gli oltre otto milioni di pecore italiane potrebbero garantire una produzione annua di seimila tonnellate di lana, grazie alle quali sarebbe possibile confezionare tre milioni di abiti ?a km zero? che non devono percorrere lunghe distanze con mezzi inquinanti prima di essere indossati. Va peraltro aggiunto – precisa la Coldiretti – che secondo uno studio del Cnr ? Ibimet effettuato sulle attuali modalità di abbigliamento in relazione ai consumi energetici per il riscaldamento invernale, l’impiego di una certa tipologia di abbigliamento in lana permetterebbe di abbassare di circa 2 gradi il riscaldamento nelle abitazioni con un risparmio di gas ad effetto serra quasi pari all’impegno che l’Italia ha assunto sottoscrivgendo la convenzione di Kyoto.

Lo sviluppo di filiere di abiti ?a km zero? prodotti con fibre ricavate dagli animali o dalla coltivazione delle piante come l’ortica, il lino, la ginestra, la canapa naturali avrebbe vantaggi anche sulla salute perché i tessuti naturali – conclude la Coldiretti – hanno il pregio di evitare il rischio di allergie, che colpisce sempre più persone ?intolleranti? alle fibre sintetiche.

I NUMERI DELLA LANA ITALIANA

  • Pecore: 8,2 milioni
  • Lana grezza: 12 milioni di chili
  • Lana lavata: 6 milioni di chili
  • Abiti realizzabili con la lana italiana: 3 milioni

Fonte: Elaborazioni Coldiretti