“E’ inammissibile concedere anche in via temporanea l’uso in deroga dell’etossichina, come fanno alcuni Stati UE (Spagna), con sia un problema di concorrenza sleale, che una tossicità per i consumatori.
infatti, sulla scorta di molte e consolidate evidenze scientifiche, l’uso anche eccezionale della sostanza per conservare la frutta a lungo non è esente da rischi.”
Il comunicato congiunto dei due ministeri inoltre invita a definire un percorso comune tra gli Stati membri, al fine di evitare la mancanza di una sempre più necessaria armonizzazione normativa e di mercato, nonché di tutela dei consumatori.
Il comunicato in realtà riprende il decreto della Direzione generale per l’Igiene e la Sicurezza degli alimenti e della nutrizione del Ministero della Salute del 9 agosto 2012: dal 15 gennaio 2013 non è più possibile smaltire scorte di prodotti fitosanitari contenenti etossichina, ed è strettamente regolato l’uso di fitosanitari registrati per il trattamento post-raccolta e anti-riscaldo.
"Una misura necessaria per tutelare la salute dei consumatori e difendere i produttori italiani dalla concorrenza sleale" ha affermato il presidente della Coldiretti Roberto Moncalvo nel chiedere che "il Governo si adoperi a livello comunitario per la definizione di norme che siano comuni a tutti gli Stati Membri". La Spagna e’ il principale fornitore di frutta in Italia con un valore delle importazioni che e’ aumentato del 5 per cento nel 2013 per un totale di 478 milioni di chili dei quali ben 22 milioni di chili sono rappresentati da pere sulle quali nel Paese iberico e’ consentito l’utilizzo della molecola tossica". "L’uso di questo formulato per il trattamento della frutta e’ infatti ancora ammesso in Spagna sulle pere destinate ad essere vendute anche in Italia nonostante siano state sollevate rilevanti criticita’ relative al valore degli attuali residui rispetto al rischio per la salute degli utilizzatori e dei consumatori, da parte delle autorita’ scientifiche. Il consiglio per acquisti sicuri e’ quello di verificare nell’etichetta la provenienza della frutta che deve essere indicata obbligatoriamente e scegliere prodotto italiano".
Efsa, rischio da pere
In base ad una opinione di Efsa de 2013, “per le pere è stato constatato un rischio per i consumatori e quindi è opportuno fissare gli Limiti Massimi Residuo allo specifico limite di determinazione analitica”, dato che non può essere escluso un rischio per i consumatori a livelli di residui inferiori agli attuali LMR. Le pere sono infatti la categoria alimentare più a rischio di aumentare drasticamente l’assunzione della sostanza tossica.
In base poi ad un regolamento di revisione delle sostanze ammissibili a livello comunitario, ancora in fase di gestazione, si precisa che già la non iscrizione dell’etossichina nell’allegato I della direttiva 91/414/CEE è stabilita dalla decisione 2011/143/UE della Commissione. E che “Tutte le autorizzazioni esistenti per i prodotti fitosanitari contenenti etossichina sono state revocate”. Gli LMR fissati per tale sostanza attiva negli allegati II e III dovrebbero quindi essere soppressi, a norma dell’articolo 17 del regolamento (CE) n. 396/2005, in combinato disposto con l’articolo 14, paragrafo 1, lettera a), di detto regolamento.”
In ogni caso, il parere di Efsa non riguarda gli usi di emergenza a livello nazionale di cui all’articolo 53 del Regolamento (EC) 1107/2009. Da qui le disparità normative, in assenza di certezze sul rischio e con molte ombre sulla sicurezza alimentare.