Clima, persi 14 mld in agricoltura negli ultimi 10 anni

31 Marzo 2019
Clima, persi 14 mld in agricoltura negli ultimi 10 anni

La grave siccità nelle campagne del nord provocata da precipitazioni invernali dimezzate (-50%) rispetto alla media storica è solo l’ultimo capitolo degli effetti devastanti delle anomalie climatiche sull’agricoltura italiana con il ripetersi di eventi estremi che sono costati a oltre 14 miliardi di euro in un decennio tra perdite della produzione agricola nazionale e danni alle strutture e alle infrastrutture nelle campagne. E’ quanto afferma la Coldiretti in occasione dell’ Earth Hour 2019 promosso dal Wwf sugli effetti dei cambiamenti climatici anche sulla produzione agricola mondiale  con i rischi che se le emissioni inquinanti non verranno ridotte entro la fine del secolo la produzione di grano diminuirà del 20%, quella della soia del 40% e quella del mais del 50% secondo uno studio pubblicato su Nature Communications.

Le conseguenze sono evidenti anche in Italia dove l’eccezionalità degli eventi atmosferici è ormai diventata la norma con una tendenza alla tropicalizzazione che – sottolinea la Coldiretti – si manifesta con una più elevata frequenza di manifestazioni violente, sfasamenti stagionali, precipitazioni brevi ed intense ed il rapido passaggio dal sole al maltempo, con sbalzi termici significativi che compromettono le coltivazioni nei campi.

Ma il cambiamento climatico si fa sentire anche sui prodotti tipici italiana che detiene la leadeship mondiale della qualità con 297 prodotti Dop e Igp riconosciuti dall’Unione Europea. Il riscaldamento provoca infatti anche – precisa la Coldiretti – il cambiamento delle condizioni ambientali tradizionali per la stagionatura dei salumi, per l’affinamento dei formaggi o l’invecchiamento dei vini. Una situazione che di fatto – continua la Coldiretti – mette a rischio di estinzione il patrimonio di prodotti tipici Made in Italy, dai grandi formaggi ai salumi fino ai vini, che devono le proprie specifiche caratteristiche essenzialmente o esclusivamente all’ambiente geografico comprensivo dei fattori umani e proprio alla combinazione di fattori naturali e umani.

Il vino italiano – sottolinea la Coldiretti – con il surriscaldamento è aumentato di un grado negli ultimi 30 anni, ma il caldo ha creato le condizioni favorevoli alla diffusione in Italia di parassiti “alieni” mai visti prima che si sono accaniti sulle produzioni nazionali, dalla Xylella degli ulivi che ha fatto crollare la produzione di olio nel Salento al cinipide galligeno che ha decimato le castagne, dal punteruolo rosso che ha fatto strage di decine di migliaia di palme alla Tristeza degli agrumi e molti altri come testimonia la recente la biblica invasione nel Nord Italia della “cimice marmorata asiatica” che sta devastando tra l’altro, le coltivazioni di pere.

“L’agricoltura è l’attività economica che più di tutte le altre vive quotidianamente le conseguenze dei cambiamenti climatici ma è anche il settore più impegnato per contrastarli.
Una nuova sfida per le imprese agricole che – conclude la Coldiretti – devono interpretare le novità segnalate dalla meteorologia e gli effetti sui cicli delle colture, sulla gestione delle acque e sulla sicurezza del territorio”.

 

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