Peste suina classica, Italia “ufficialmente indenne”

15 Giugno 2016
Peste suina classica, Italia “ufficialmente indenne”

L’Organizzazione Mondiale per la Salute Animale (OIE) ha riconosciuto all’Italia lo stato sanitario di Paese indenne per la Peste Suina Classica (PSC). La risoluzione è stata votata a Parigi dai 180 Capi Servizi Veterinari nel corso della 84° Assemblea Generale dell’OIE. Sebbene fossero almeno 10 anni che L’Italia non fosse considerata territorio affetto da PSC, il riconoscimento è importante e benvenuto. Dopo lo status di indennità per la Peste Vescicolare Suina nell’aprile 2013, un altro importante riconoscimento per l’Italia. Il riconoscimento dell’OIE semplifica le procedure per l’export delle aziende italiane, in quanto potrebbe rilassare i controlli- che a dire il vero, da parte dei principali paesi partner commerciali già avevano riconosciuto una indennità di fatto del Bel Paese. Il dato rappresenta comunque un segnale positivo per le imprese nazionali impegnate nell’export di prodotti alimentari di origine suina, soprattutto considerando che la peste suina classica è una malattia virale dei suini (domestici e cinghiali), ad elevata contagiosità, oltre che in materiale organico anche nelle carni trasformate (carni affumicate, prosciutti e salumi, anche 3 mesi dopo la produzione). Ad ogni modo, le valutazioni puntuali (e discrezionali, in qualche modo) del rischio condotte da USA e Canada non considerano un valore legale i giudizi OIE (“Indennità ufficiale”), il che crea un’area grigia entro la quale inevitabilmente si lascia il sospetto che possano entrare aspetti non strettamente tecnici ma di valutazione commerciale. E’ dal maggio 2013, a seguito della modifica del regolamento USA (9 CFR 94.12 a), che è già possibile, oltre all’esportazione di prodotti a base di carne suine stagionati meno di 400 giorni e anche l’esportazione di prodotti alimentari contenenti carni di suino e prodotti a base di carne di suino stagionati meno di 400 giorni (es. pizze, sughi pronti, paste farcite). I requisiti per poter accedere al mercato degli Stati Uniti nei prodotti a base di carne cotta, sottoposti a trattamento termico che consenta il raggiungimento di +69°C al cuore del prodotto (mortadelle, prosciutti cotti), di prodotti sterilizzati (cotechino) e di prodotti a base di carne cruda (prosciutto crudo con stagionatura superiore a 400 giorni). Le autorità americane richiedono che siano riconosciuti per l’export USA anche i macelli di provenienza della materia prima. Per tutti gli stabilimenti prevedono l’inserimento in una lista di stabilimenti abilitati a seguito di ispezione di ispettori della CCA (autorità centrale competente) Ministero della Salute. Nella valutazione empirica condotta dalle autorità sanitarie USA, oltre alla assenza di focolai viene valutata la bontà del sistema di sorveglianza, in particolare circa la velocità di restituzione dei risultati del rischio che sembra in grado di garantire (“il sistema è in grado di rilevare nuovi focolai in tempi sufficientemente rapidi da impedire il rischio di importare la MVS in patria?”).