Terremoto: Coldiretti, sos lavoro, agricoltori “sfollati” a Roma

25 Febbraio 2017
Terremoto: Coldiretti, sos lavoro, agricoltori “sfollati” a Roma

Economia locale in ginocchio da paesi svuotati e crollo del turismo

A sei mesi dalle prime scosse si stima che non piu’ del 15% degli animali possono essere ospitati nelle stalle provvisorie annunciate ma nei Paesi svuotati dalla paura e dall’esodo forzato non c’è neanche piu’ mercato per i prodotti salvati dalle macerie e agricoltori e allevatori per sopravvivere sono costretti a “sfollare” alla ricerca di canali di sbocco alternativi. E’ l’allarme lanciato dalla Coldiretti che in attesa dell’arrivo delle casette e del ripopolamento dei territori abbandonati per salvare l’economia locale ed il lavoro ospita i produttori provenienti dalle diverse regioni terremotate nel nuovo mercato contadino di Campagna Amica nella Capitale all’Aranciera di San Sisto in Via Valle delle Camene 11 nei pressi delle Terme di Caracalla, per tutto il week end di Carnevale. Una occasione per unire allo spirito della festa la solidarietà con la possibilità di acquistare dal vino cotto a quello di visciole delle marche che arricchiscono anche gustose ciambelline fino ai biscotti golosi della tradizione di Accumuli mentre per le tradizionali fritture di Carnevale c’è il prezioso olio dell’Umbria con i prodotti dell’antica norcineria e gli squisiti formaggi e salumi abruzzesi immancabili per festeggiare con dovuta opulenza il martedì grasso.

Dietro ogni prodotto salvato dal terremoto – sottolinea la Coldiretti –  c’è una storia di sofferenza ma anche di voglia di ricominciare come dimostrano gli allevatori e gli agricoltori della rinascita che sono approdati con grande coraggio e dignità a Roma perché nelle aree terremotate gli acquisti di prodotti sono calati del 90% per l’assenza di acquirenti locali e per il crollo del turismo. Tra i tanti produttori al mercato c’è Rinaldo D’Alessio storico produttore abruzzese di salumi tipici come le famose mortadelle di Campotosto meglio conosciute come coglioni di mulo e del Pecorino Amatriciano che ha subito diversi danni alle stalle ma continua a prodigarsi per i suoi amati luoghi ritirando la maggior parte del latte ovino degli allevamenti colpiti dal sisma per continuare la produzione del noto formaggio, fungendo così da polmone produttivo per garantire la continuità delle attività. Il marchigiano Franco Bernabei con seri danni alla stalla ha avuto un forte calo delle vendite non si arrende come Barbara Stocchi allevatrice di Leonessa con il magazzino di stagionatura dei formaggi inagibile e Rita Santi di Accumuli che ha visto letteralmente crollare il laboratorio di trasformazione e il forno in cui cuoceva le sue golosità il giorno stesso del sisma e pur di continuare a produrre i suoi biscotti si è messa con grande determinazione in cerca di un altro forno, trovandolo e riuscendo a far ripartire l’attività.
Il terremoto ha colpito un territorio a prevalente economia agricola con una significativa presenza di allevamenti che è importante sostenere concretamente affinché la ricostruzione vada di pari passo con la ripresa dell’economia che in queste zone significa soprattutto cibo e turismo” ha affermato il presidente della Coldiretti Roberto Moncalvo
A sei mesi dalle prime scosse la Coldiretti stima che non piu’ del 15% degli animali “sfollati” possono essere ospitati nelle stalle provvisorie annunciate e si conta una vera strage con oltre diecimila animali morti, feriti e abortiti nelle aree del terremoto per l’effetto congiunto del terremoto e del maltempo che hanno fatto crollare le stalle e costretto gli animali al freddo e al gelo, con morti, malattie e diffusi casi di aborto. Gli allevatori – sottolinea la Coldiretti – non sanno ancora dove ricoverare mucche, maiali e pecore sopravvissuti, costretti al freddo, con il rischio di ammalarsi e morire, o nelle strutture pericolanti, mentre si è ridotta del 30% la produzione di latte per lo stress provocato dal freddo e dalla paura delle scosse. Occorre colmare i ritardi accumulati nella realizzazione delle nuove stalle ma anche completare gli allacci della luce e dell’acqua nelle strutture già consegnate. Vanno peraltro denunciati – precisa la Coldiretti – i problemi tecnici rilevati sulle stalle mobili già realizzate, tra allagamenti, qualità dei materiali e inadeguatezza di alcune soluzioni. Ma serve anche – sostiene la Coldiretti – l’arrivo dei fondi annunciati per dare ossigeno alle imprese agricole strette fra danni, crollo della produzione e calo del mercato.
Sono migliaia le aziende agricole nei territori terremotati dei comuni di Lazio, Marche, Umbria e Abruzzo dove c’è una significativa presenza di allevamenti con oltre 100mila animali tra mucche, pecore e maiali, secondo una stima della Coldiretti che sottolinea anche la presenza di un fiorente indotto agroindustriale con caseifici, salumifici e frantoi dai quali si ottengono specialità di pregio famose in tutto il mondo.
Sotto il coordinamento di una apposita task force sono state avviate dalla Coldiretti numerose iniziative assieme all’Associazione Italiana Allevatori e ai Consorzi Agrari che hanno consentito anche la consegna di mangiatoie, mangimi, fieno, carrelli per la mungitura, refrigeratori e generatori di corrente oltre a roulotte, camper e moduli abitativi. Ma anche l’operazione “adotta una mucca” per dare ospitalità a pecore e mucche sfollate a causa dei crolli delle stalle, “dona un ballone” di fieno per garantirne l’alimentazione e la “caciotta della solidarietà” con il latte degli allevatori terremotati e degli altri prodotti in vendita nei mercati di Campagna Amica per garantire uno sbocco di mercato dopo lo spopolamento forzato dei centri urbani colpiti dal sisma. Per aiutare le aree rurali è anche attivo uno specifico conto corrente denominato “COLDIRETTI PRO-TERREMOTATI” (IBAN: IT 74 N 05704 03200 000000127000) dove indirizzare la raccolta di fondi.