ARTICOLO | Economia

8 Marzo, frontiere chiuse ai fiori Made in Italy

8 Marzo 2020
8 Marzo, frontiere chiuse ai fiori Made in Italy

Con la scusa del Coronavirus le esportazioni di fiori italiani vengono ingiustamente bloccate alle frontiere con motivazioni pretestuose e grave danno per le imprese tricolori, peraltro proprio nella settimana della festa della Donna, tradizionale periodo di incremento degli acquisti. A denunciarlo è la Coldiretti mentre si moltiplicano i casi di carichi di prodotti florovivaistici fermati alle dogane dei Paesi vicini, Francia in primis, e messi in quarantena senza alcuna motivazione plausibile. Il coronavirus – ricorda Coldiretti – non si trasmette, infatti, con le piante e non c’è dunque alcun rischio nella loro immissione sul mercato.

Il blocco mette peraltro a rischio gli stessi fiori. Trattandosi di merce molto deperibile, bastano pochi giorni di stop perché l’intero carico finisca per dover essere gettato. Altrettanto ingiustificate sono le disdette – continua Coldiretti – giunte in queste settimane da diversi importatori esteri, anch’essa con la scusa del Coronavirus. A rischio c’è il futuro di un settore chiave del Made in Italy agroalimentare – ricorda la Coldiretti, con il valore della produzione italiana di fiori e piante stimato in 2,57 miliardi di euro, in crescita (+1%) per il secondo anno consecutivo, mentre le esportazioni hanno raggiunto la quota da record storico di 884 milioni di euro (+7,6%). Ma il problema riguarda un po’ tutti i settori e all’atteggiamento inqualificabile di alcuni Paesi si aggiunge ormai anche il problema degli autotrasportatori stranieri che non vogliono entrare in Italia per paura del virus e per timore di restare bloccati sul territorio nazionale dalle misure anti Covid-19 adottate nei rispettivi Paesi.

Se per l’8 marzo molte piazze straniere dovranno dunque fare a meno – rileva Coldiretti – dei fiori italiani, a livello interno resiste la tradizione di regalare omaggi floreali. Tra gli oltre 6 italiani su 10 che hanno deciso di fare un dono a mogli, mamme, amiche e colleghe, il 73% ha scelto le mimose, secondo il sondaggio on line di Coldiretti, mentre un altro 11% si è indirizzato su altre varietà di fiori. Un ulteriore 15% ha preferito dolci, cioccolatini e altri regali.

Peraltro sulla tradizionale ricorrenza pesano quest’anno anche gli effetti del clima con la produzione della mimosa che – spiega Coldiretti – è stata fortemente condizionata da un pazzo inverno con temperature elevate che hanno determinato la fioritura già a metà gennaio, con la perdita di circa un terzo dei rametti e un aggravio dei costi a carico di produttori per garantirne la conservazione.

Ma a preoccupare è soprattutto l’emergenza Coronavirus con la Coldiretti impegnata nella campagna “un fiore tricolore per sconfiggere la paura”, partita da Viareggio per sostenere il settore del florovivaismo dopo il pesantissimo stop delle vendite in seguito all’emergenza sanitaria. Un fiore vince la paura e porta felicità nelle case e nelle nostre vite. Adorniamo i nostri balconi, le nostre finestre e diamo un segnale positivo al mondo. Il fiore è il simbolo della resilienza e della nostra voglia di non farci sopraffare dalla paura.

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