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Entrate più eque per gli agricoltori: il Parlamento Europeo approva la relazione Bové

9 Settembre 2010
Entrate più eque per gli agricoltori: il Parlamento Europeo approva la relazione Bové

E’ stata approvata a larga maggioranza dal Parlamento Europeo, riunito a Strasburgo per l’occasione, la “Relazione sulle Entrate Eque per gli Agricoltori: migliore funzionamento della filiera alimentare”.

Il crescente divario dei prezzi all’origine al consumo, insieme alla fluttuazione degli stessi prezzi come esacerbata dalla recente bolla finanziaria, richiedono un insieme di risposte coordinate e efficaci per continuare a far sì che l’Unione Europea ed i suoi Stati Membri dispongano delle risorse alimentari adeguate a favorire una sufficiente e adeguata alimentazione dei propri cittadini. Ma un nodo centrale sono i prezzi più equi da riconoscere agli agricoltori, come sottolineato dal Parlamento Europeo tramite una proposta dell’europarlamentare José Bové.

 

L’iter

Dopo una gestazione che ad aprile aveva visto nascere la prima Bozza proposta dall’europarlamentare José Bové, e dopo la prima lettura tra i banchi del Parlamento Europeo a giugno, è di oggi la notizia che la "Relazione sulle Entrate eque per gli agricoltori: migliore funzionamento della filiera alimentare in Europa” è stata approvata.  La relazione è nata in seno alla Commissione per l’agricoltura e lo sviluppo rurale e si inserisce in un dibattito aperto a livello europeo. Vari sono stati gli emendamenti proposti alla bozza Bovè, che hanno dimostrato l’ampia sensibilità del Parlamento Europeo rispetto al tema.

 

Il contesto

La relazione, che parte da un documento precedente della Commissione, intitolato semplicemente “Migliore funzionamento della filiera alimentare in Europa”, premette il necessario punto di vista degli agricoltori, vera e propria parte debole della filiera, anche in ragione delle recenti ondate inflazionistiche degli input (fertilizzanti, sementi, fitosanitari), con una concomitante deflazione dei prodotti agricoli (e conseguente calo dei redditi degli agricoltori). Ma il problema è di più lungo corso, visto che da almeno due decenni  la caduta libera del reddito agricolo si manifesta come una costante.  Sebbene la crisi del reddito degli agricoltori in Europa assuma entità diverse, vi sono alcune costanti di fondo, come la mancanza di trasparenza lungo la filiera, clausole vessatorie nei contratti commerciali di ritiro del prodotto agricolo, pagamenti tardivi dei prodotti agricoli, modifiche unilaterali dei contratti, possibili comportamenti oligopolistici  e anticoncorrenziali da parte dei pochi attori che controllano il mercato alimentare e determinano così i prezzi, decidendo chi può essere partner commerciale e chi invece va espulso. La concentrazione a valle (distribuzione organizzata) e a monte (grandi gruppi mondiali degli input –fertilizzanti, sementi e fitosanitari) ha quindi scaricato i costi sulla parte debole e più frammentata, ovvero gli agricoltori. La quota di valore aggiunto agricolo della filiera alimentare è scesa dal 31% nel 1995 al 24% nel 2005 nell’UE.

 

 

Le proposte

Sebbene la bozza Bové accolga con favore la Comunicazione della Commissione Europea del 28 Ottobre 2009 “Migliore funzionamento della filiera alimentare in Europa” (COM(2009)0591), dal momento che sottolinea gli squilibri commerciali esistenti ai vari livelli della filiera, la ritiene ciononostante insufficiente per rispondere in modo adeguato ai problemi sollevati.

Se infatti tutti gli obiettivi stabiliti dal Trattato di Roma in materia di agricoltura sono stati raggiunti (incremento della produttività, sufficiente approvvigionamento dei prodotti alimentari, prezzi al consumo ragionevoli, stabilizzazione ei mercati), solo l’obiettivo di assicurare un reddito adeguato agli agricoltori non è stato raggiunto. E’ un dato su cui la relazione invita la Commissione e gli Stati Membri a riflettere.

Tra le proposte programmatiche della relazione:

  • L’invito alla Commissione Europea a migliorare lo strumento europeo di sorveglianza dei prezzi dei prodotti alimentari, in modo da facilitare una maggiore trasparenza sugli stessi; chiede altresì di realizzare un progetto pilota circa la creazione di un Osservatorio Europeo sui prezzi e sui margini agricoli, per il quale il PE ed il Consiglio hanno già approntato uno stanziamento di 1,5 milioni di euro.
  • Esorta la Commissione a mantenere il Gruppo di Alto Livello sulla Filiera Alimentare, strumento che si è dimostrato capace di individuare problemi e di elaborare raccomandazioni e strategie per correggere gli squilibri attuali.
  • Invita la Commissione a proporre l’obbligo per i maggiori commercianti, trasformatori, grossisti e distributori europei  di presentare una relazione annuale sulle loro quote di mercato (comprensive di informazioni sui marchi privati), con dati sull’evoluzione dei volumi di vendita mensili. Ciò dovrebbe consentire a tutti i partner commerciali di stimare l’evoluzione della domanda e dell’offerta e di conseguenza, garantire una maggiore trasparenza sui meccanismi di formazione dei prezzi.

 

Il ruolo di Coldiretti

Coldiretti è intervenuta nel dibattito, fornendo il proprio contributo.

In particolare, ha chiesto di aumentare la trasparenza del mercato e le informazioni da fornire ai consumatori, condizione essenziale per mettere in evidenza l’identità dei prodotti nonché garantire la varietà dei cibi e dei prodotti agricoli ed agroalimentari- espressione della storia e delle culture di una pluralità di territori e della natura “distintiva” dell’agricoltura di ciascun Stato membro.

Coldiretti ha inoltre chiesto alla Commissione di prevedere una diversificazione delle norme per i prodotti a forte base territoriale, rispetto alle norme relative ai prodotti alimentari standardizzati. In particolare Coldiretti ha chiesto una gestione della concorrenza su basi più eque, favorendo una opportuna misurazione delle caratteristiche qualitative reali dei prodotti, che dovrebbero rendersi opportunamente misurabili e riconoscibili da parte dei consumatori.

Un punto centrale riguarda poi  l’invito alla Commissione a proporre l’adozione di strumenti a sostegno e promozione di filiere alimentari gestite dagli agricoltori, di filiere corte, e di mercati gestiti direttamente dagli agricoltori (Farmers’ Markets), al fine di consentire agli agricoltori di ottenere una parte più equa del valore del prezzo di vendita finale attraverso una riduzione dei passaggi e delle intermediazioni.

Un’altra proposta che viene da Coldiretti va nella direzione di rivedere gli strumenti econometrici tradizionalmente utilizzati per valutare la presenza di comportamenti oligopolistici da parte della DG Concorrenza, che si sono dimostrati del tutto inadeguati nel prevedere comportamenti collusivi e di cartello, quali si sono evidenziati negli ultimi anni.

 

Ulteriori azioni

Giusto per menzionare il florilegio di iniziative intorno al tema “filiera alimentare”, ricordiamo che In Europa è stato istituito un Gruppo di Alto Livello sulla filiera alimentare al fine di fare proposte politiche alla Commissione Europea e per cercare di disegnare una mappa sugli aspetti critici e sulle frizioni lungo la filiera alimentare.

la Decisione della Commissione, del 30 luglio 2010,  di estendere il mandato del Gruppo di Alto Livello sulla competitività del settore agroalimentare trasformandolo in un Forum ad alto livello per migliorare il funzionamento della filiera alimentare per quanto concerne le relazioni contrattuali, la logistica e la competitività.

 I lavori del forum dovrebbero iniziare in autunno e terminare entro il 31 dicembre 2012. Tale Forum  sarà composto al massimo da 45 membri in rappresentanza degli operatori della filiera alimentare (autorità nazionali competenti, imprese dell’industria, del commercio e della distribuzione, associazioni e federazioni in rappresentanza dei settori dell’ agricoltura, dell’industria agroalimentare, del commercio e della distribuzione, organizzazioni non governative esperte della filiera).

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