L’oltre mezzo milione di argentini con celiachia saranno maggiormente tutelati: questa la promessa della nuova Legge sulla Malattia Celiaca per portare a 10 milligrammi per kilogrammo (molte nazioni consentono fino a 20 mg/kg) la quantità di glutine consentita.
L’indicazione "Gluten free" o "senza glutine" sarà quindi concessa in etichetta solo ai prodotti che rispettino tali soglie. La soglia di 20 mg/kg secondo gli esperti, costituisce un rischio maggiore per coloro che soffrono di celiachia, sebbene ci siano vari stadi di sviluppo della malattia e di conseguente tolleranza a diverse quantità i glutine. Ad oggi, i metodi di laboratorio più avanzati consentono di alzare il limite di ritrovamento proprio a 10 mg/kg di glutine: di conseguenza, anche in sede Codex Alimentarius (organo preposto alla definizione di standard tecnici al fine di facilitare il commercio internazionale garantendo la più elevata tutela della salute pubblica), è stata proposta tale soglia.
Tale Legge ha un impatto diretto sull’industria alimentare argentina, entro la quale l’etichettatura riferita al glutine è stata poco regolamentata fino ad oggi.
Inizieranno pertanto da ora i controlli ufficiali per certificare l’assenza di glutine, che ovviamente può conferire un vantaggio commerciale nella produzione di prodotti da forno e a base di cereali contenenti glutine.
Lo sforzo che starebbe facendo l’Argentina, stando a quanto dichiarato dal Segretario per il Mercato Interno, Guillermo Moreno, rientra in un più ampio piano per proteggere il mercato interno da standard di sicurezza alimentare più blandi e meno specificati, quindi impedire la concorrenza sleale da parte di chi adotta standard più permissivi, e con in mente l’obiettivo chiaro di tutelare la salute pubblica.
E’ questo un caso del tutto interessante ed informativo circa gli sviluppi che possono essere portati avanti, in modo più stringente rispetto ai requisiti del Codex Alimentarius. L’obiettivo di salute pubblica, con una chiara prevalenza enro la popolazione della celiachia, consentirebbe infatti di limitare il grado di apertura commerciale senza cadere sotto l’accusa di barriere commerciali a carattere tecnico (fitosanitarie).
La celiachia ha avuto un aumento incontrollato delle persone ad essa sensibili, ed è quindi necessario ipotizzare la presenza di stressori ambientali contingenti, almeno negli ultimi 30 anni.
Tra i cereali maggiormente interessanti in quanto possono essere consumati normalmente anche dai celiachi, ricordiamo riso, mais, soia, grano saraceno, miglio, amaranto, quinoa.
Link:
Rapporto del Codex alimentarius sui cibi per alimentazioni particolari
Celiachia: il sito dell’AIC Associazione Italiana Celiaci