Il prezzo del grano che ha scatenato la rivolta in Tunisia ha raggiunto il valore massimo da quando si è verificato l’allarme incendi e siccità in Russia, con un quotazione pari a 8,24 dollari per bushel (23 centesimi al chilo) in aumento di oltre il 30 per cento nell’ultimo anno. E’ quanto emerge da una analisi della Coldiretti sulla base delle chiusura settimanale delle quotazioni al Chicago Board of Trade, punto di riferimento del commercio mondiale delle materie prime agricole. L’ulteriore spinta al rialzo – sottolinea la Coldiretti – viene giustificata dal rapporto del Dipartimento dell’Agricoltura statunitense (USDA) che prevede l’esportazione di 1,054 milioni di tonnellate per il 2010/2011. Un volume – continua la Coldiretti – favorito dalle restrizioni all’export di cereali decise in Russia e Ucraina contro le quali è intervenuto il numero uno del Wto, Pascal Lamy, perché portano il panico sui mercati e rischiano di fomentare rivolte come quella in Tunisia ed in altri paesi arabi come l’Algeria. Le restrizioni commerciali amplificano gli effetti provocati dalle condizioni climatiche con il 2010 che si è classificato come l’anno piu’ caldo e piu’ piovoso a livello mondiale da quando sono iniziate le rilevazioni con danni e vittime da record per cause climatiche, sulla base delle analisi Coldiretti dei dati raccolti dal National Oceanic and Atmospheric Administration (NOAA’S) sulla temperatura media sulla terra e sugli oceani e dal Global Historical Climatology Network sulle precipitazioni medie a livello globale. Il risultati sono stati il crollo della produzione di grano in Russia dovuto al forte caldo ma anche le difficoltà per le alluvioni dell’Australia, che è un grande esportatore di grano ad alto contenuto proteico e i problemi in altri paesi produttori come il Canada e la Germania. La produzione – continua la Coldiretti – risulta in calo anche in Italia sia per il grano duro che per quello tenero per effetto delle condizioni atmosferiche caratterizzate dall’abbondante pioggia che non ha permesso lo svolgimento regolare delle semine. Nonostante gli aumenti, i prezzi del grano sono attualmente inferiori del 40 per cento rispetto al valore record di 13 dollari per bushel (37 centesimi al chilo) raggiunto nel marzo 2008, secondo una analisi della Coldiretti. Garantire la stabilità dei prezzi in un mercato a domanda rigida come quello alimentare è un obiettivo di interesse pubblico che – osserva la Coldiretti – va sostenuto con l’introduzione di interventi di mercato innovativi come le assicurazioni sul reddito nell’ambito della riforma di mercato della politica agricola comune. L’emergenza alimentare – sostiene Coldiretti – non si risolve con i prezzi bassi all’origine per i produttori perche’ questi non consentono all’agricoltura di sopravvivere e con la chiusura delle imprese destrutturano il sistema che non è piu’ in grado di riprendersi anche in condizioni positive. Occorre investire nell’agricoltura delle diverse realtà del pianeta, dove servono prima di tutto politiche agricole regionali che sappiano potenziare le produzioni locali con la valorizzazione delle identità territoriali per sfuggire all’omologazione che deprime i prezzi e aumenta la dipendenza dall’estero. Alle agricolture di tutto il mondo – conclude Coldiretti – devono essere garantiti credito e investimenti adeguati se si vuole continuare a sfamare una popolazione che aumenta vertiginosamente, si devono applicare regole chiare per evitare che sul cibo si inneschino speculazioni vergognose, occorre garantire trasparenza e informazione ai consumatori.
24 Gennaio 2011
TUNISIA – Il prezzo del grano ai massimi da quasi 3 anni (23-1-2011)