Una inchiesta congiunta del British Medical Journal e del programma televisivo Panorama della BBC ha rilevato una sorprendente mancanza di prove a sostegno del miglioramento delle prestazioni e del recupero reclamizzate da molte bevande e integratori per lo sport.
L’indagine condotta presso il Centre for Evidence-Based Medicine di Oxford è stata pubblicata sulla rivista online BMJ Open e aveva lo scopo di verificare se effettivamente vi sono risultati scientifici attestanti i benefici tanto decantati dall’imponente campagna pubblicitaria di questa industria multimiliardaria o se invece i prodotti proposti rappresentano solo uno spreco di denaro se non addirittura un rischio per la salute dei consumatori.
Il risultato finale è che non solo non vi sono prove a sostegno dei benefici in termini di prestazioni ma anche che è praticamente impossibile per il pubblico effettuare scelte sufficientemente informate sui benefici e rischi di questi prodotti tanto pubblicizzati.
L’alto contenuto di zuccheri rilevato che può portare all’obesità e il rischio di erosioni dentali sono pericolosi effetti collaterali che dovrebbero – secondo BMJ- scoraggiarne il consumo soprattutto tra i giovani dove le bevande sportive sono sempre più popolari.
Ma il British Medical Journal è anche molto critico verso i metodi utilizzati dall’Efsa per esprimere i propri pareri scientifici relativamente a questi prodotti.
Secondo l’opinione del Dr. Matthew Thompson della Oxford University of Sciences, l’Authority alimentare europea si è avvalsa per le proprie valutazioni principalmente dei dati forniti dagli stessi produttori, mentre invece avrebbe dovuto avvalersi di un approccio più scientifico e rigoroso.
Efsa si era espressa favorevolmente su due claim; potere di idratazione superiore a quello dell’acqua e mantenimento delle prestazioni in atleti che praticano sport di resistenza.
Per Albert Flynn, presidente del pannello NDA dell’Efsa le valutazioni scientifiche effettuate dalla Autorità europea non possono essere riferite alle persone che vanno normalmente in palestra per svago o ai bambini che giocano a calcio un ora alla settimana.
Secondo il BMJ – le aziende forti del fatto che Efsa ha studiato tutti i dati trasmessi- sostengono che le prove dei vantaggi derivanti dal consumo di bevande sportive sono molto evidenti. Prove che invece- sempre secondo BMJ- sarebbero state fortemente influenzate dal fatto che le aziende pur di dimostrare che una semplice soluzione di acqua e zucchero è in grado di produrre un effetto benefico avrebbero finanziato centinaia di studi negli ultimi 40 anni.
Durante l’indagine il team del Centro di Medicina Evidence-Based della Oxford University ha testato più di 100 prodotti destinati agli sportivi comprese bevande e frullati di proteine per verificarne i benefici in termini di prestazioni indicati sulle confezioni. In certi casi sono state contattate direttamente le aziende produttrici per avere maggiori informazioni sul prodotto, con esiti contrastanti; c’è chi a preferito non rispondere e non fornire alcuna delucidazione e chi invece a fornito centinaia di pareri favorevoli a supporto, pareri che tuttavia in certi casi si sono dimostrati davvero flebili tanto da rendere impossibile trarne conclusioni.
I ricercatori del team universitario hanno ritenuto attendibili e di buona qualità soltanto il 2,7% degli studi presentati a sostegno dei prodotti ritenendo questo dato assai preoccupante. Ad esempio –secondo BMJ- non è stata presentata alcuna prova sostanziale a favore dell’assunzione dei carboidrati in forma liquida rispetto a quelli solidi e soprattutto nessuno studio sugli effetti dei prodotti verso i minori.
L’inchiesta ha evidenziato le seguenti carenze negli studi presentati dalle aziende:
- Innanzitutto le piccole dimensioni dei gruppi presi a campione per il test prestazionale limitano fortemente l’applicabilità dei risultati. Solo in un caso infatti (su un totale di 106) lo studio prevedeva un gruppo di tester superiore alle 100 unità, negli altri casi la media era solamente di nove;
- Molti studi utilizzano un tempo di esaurimento energetico o si basano su risultati che non sono comparabili con normali prestazioni della vita reale;
- Il 76% degli studi sono di bassa qualità per mancanza o occultamento di dati, oppure effettuati utilizzando protocolli, temperature e livelli di intensità troppo differenti tra loro, in certi casi anche con risultati contrastanti;
- In alcuni studi non è stato definito primariamente il risultato da ricercare, di conseguenza il rischio è quello di trovare un risultato positivo per caso o che venga estrapolato da un contesto improprio;
- Non sempre i risultati biologici sono correlati al miglioramento delle prestazioni: es. al minor utilizzo di glicogeno muscolare non sempre corrisponde un miglioramento della prestazione atletica;
- In certi casi i risultati sono stati gonfiati conseguentemente ad un uso inappropriato dei dati;
- La manipolazione della nutrizione nel periodo immediatamente precedente il test (la sera prima o nel giorno stesso) influenza significativamente i risultati;
- Anche la variazione dei fattori ambientali incide fortemente sul risultato: se per esempio le bevande a base di carboidrati diluiti possono portare qualche beneficio prestazionale in un ambiente caldo, nessun effetto è stato invece dimostrato in un ambiente freddo.
Dopo gli energy drink sono ora le bevande e gli integratori studiati per migliorare le prestazioni ed il recupero di chi pratica attività sportiva a salire alla ribalta.