ARTICOLO | Archivio

Gruppo Contaminanti Codex Alimentarius, i temi in agenda

7 Marzo 2012
Gruppo Contaminanti Codex Alimentarius, i temi in agenda

Venerdì scorso, 3 marzo, si è riunito a Roma presso il Ministero delle Politiche Agricole e Forestali il Gruppo del Codex Alimentarius (iniziativa congiunta FAO –WTO) sui Contaminanti. Tra i vari punti all’ordine del giorno, alcuni di fondamentale interesse per l’agricoltura ed i consumatori italiani.

Deossinivalenolo (DON) nei cereali. Circa la micotossina DON e la fissazione di un livello massimo (nonché dei suoi derivati ) nei cereali e prodotti derivati, non vi sarebbero al momento metodologie scientifiche sufficientemente chiare nonché dati per proporlo. Vari paesi hanno proposto di migliorare la raccolta dei dati, includendo aspetti stagionali e le differenze regionali, nonché il riferimento a dati individuali e non aggregati di consumo, al fine di valutare l’esposizione reale. I metodi di mitigazione (Codice di prassi per la prevenzione e riduzione delle micotossine nei cereali, CAC/RCD 51-2003) potranno inoltre essere presto rivisti alla base di nuove esperienza.

Alcuni paesi inoltre hanno sottolineato come avere Limiti Massimi (LM) per commodity grezze potrebbe essere restrittivo del commercio internazionale, e che il vero valore utile per la salute umana deve riguardare il prodotto trasformato finito. Altri paesi per contro hanno sottolineato che in diverse regioni l’uso delle commodity cerealicole grezze a scopo alimentare è la norma e che il LM di 2 mg/kg sarebbe raggiungibile tramite buone prassi agricole.  Per i bambini e infanti è stato proposto un LM di 1 mg/kg. I limiti in ogni caso non dovrebbero valore per materie prime mangimistiche in quanto difficilmente il DON passa dagli animali all’uomo tramite il consumo.

Attualmente la UE ha limiti sul DON più restrittivi di quelli fissati in sede Codex, ma su prodotti trasformati e non su prodotti grezzi. Vi sarebbe una coerenza tra limiti Codex e limiti UE, e quindi una certa complementarietà.  Ciò renderebbe possibile utilizzare i limiti Codex in caso di prodotti prima della pulitura (es, stoccaggio, raccolta e trasporto) e limiti Ue per il prodotto finito. Attualmente sia per il DON che per le fumonisine non vi è particolare interesse ad indagare metaboliti derivati come le forme acetilate o come la BT3 per le fumonisine (essendo un metabolita secondario della fumonisina B2). Il motivo deriva dalla possibilità di stimare i metaboliti a partire da considerazioni sulle quantità del contaminante primario e applicando fattori di degradazione.

Melamina nel latte: per uno specifico prodotto pronto da base e a base di latte già ricostituito (liquido) in formule per l’infanzia, alcune delegazioni nazionali hanno proposto il limite massimo (LM) di 0,5 mg/kg di prodotto. Tuttavia, altre delegazioni hanno chiesto una maggiore conformità rispetto a prodotti industriali ricostituiti, e di fatto equivalenti. In tal senso, hanno proposto un LM di 0,125 /0,15 mg/kg, che sembra il più idoneo.

Altre delegazioni hanno poi espresso un terzo punto di vista: siccome i LM di melamina servono principalmente allo scopo di distinguere latte adulterato da latte non adulterato, ma che contiene la sostanza per un potenziale effetto di migrazione tecnologico (dal tappo ad esempio), nel caso in cui i paesi dimostrassero che la melamina è presente per questo motivo, potranno rifarsi a limiti nazionali sulla migrazione ( e non ai LM).

Arsenico nel riso: la contaminazione del riso con arsenico è un tema di interesse emergente ,ma che vede divise le delegazioni. Alcuni considerano utile stabilire livelli massimi di arsenico nel riso; altri per contro chiedono ulteriori dati. Un ulteriore divergenza riguarda la possibilità di considerare la somma delle varie formazioni chimiche di arsenico (organica e inorganica) o invece solo la forma più tossica e che contribuisce in via principale (quella inorganica). Mancherebbe infine una seria base documentale per verificare se il riso sia la principale fonte alimentare di arsenico. Come nel caso del DON, anche per l’arsenico molti osservatori hanno suggerito di continuare a raccogliere dati, in particolare tenendo conto delle differenze stagionali e regionali, e dei consumi a livello individuale piuttosto che aggregato.

Alcaloidi pirrolizidinici: valutati recentemente da EFSA nel miele, con l’Authority che aveva messo sotto accusa miele da produzioni locali senza però minimamente chiarire l’origine (di fatto, si trattava di miele per la quasi totalità proveniente dal Sud America). Il Gruppo di lavoro al momento ha deciso non iniziare nessun tipo di analisi volta a stabilire un LM, dal momento che sarà invece necessario produrre standard analitici di riferimento migliori; validare tali standard; un maggiore quantitativo di dati circa la contaminazione di detti alcaloidi nel cibo e nei mangimi; identificare quali alcaloidi sono di maggiore interesse per la salute umana, a seguito di un adeguata valutazione del rischio.