Recentemente una puntata di Report (Rai 3) metteva in evidenza come il mercato del grano duro– cereale simbolo della gastronomia italiana- fosse distorto e drogato da pochi attori mondiali, in grado di abbassarne artificialmente il prezzo: navi cariche di grano da varie parti del mondo, attraccate nei porti in Puglia, in attesa della raccolta del nostro grano, e per tenere basse le quotazioni con la “pistola alla tempia” di grandi stock disponibili. Un offerta in grado di abbassare le quotazioni di quella nostrana. Il gioco è fatto. Da questo trucco semplice, se ne avvantaggiano in particolare l’industria molitoria, i grandi gruppi mondiali altamente concentrati ed in situazione di oligopolio, ma non certamente né agricoltori italiani né consumatori. Che ad oggi non sono in grado di capire quanto grano italiano c’è nella pasta che acquistano quotidianamente al supermercato, nonostante bandierine tricolori spesso “svolazzanti” sulle confezioni, accompagnate dall’immancabile “Prodotto in Italia”. Sempre nel servizio di Report inoltre, si mostrava come il controllo a campione delle aflatossine (i più potenti cancerogeni in natura) fosse difficile nei grandi container delle navi con carichi provenienti da tutto il mondo. Uno dei principali vantaggi di una filiera più corta e snella come quella del grano tutto italiano per contro dovrebbe essere proprio quello di abbattere significativamente il contenuto delle aflatossine, che continuano a formarsi nelle granaglie stivate.
Ma oggi una grande novità, tutta davvero italiana nel senso più autentico del termine: una pasta, in 5 diversi formati (spaghetti, fusilli, rigatoni, vermicelli e maccheroni), fatta al 100% da grano italiano (siciliano), prodotta dal pastificio Cerere srl, ad Enna, e venduta al prezzo di 89 centesimi di euro. Tale pastificio, vede un interessante partenariato Nord-Sud (impiantato dal Consorzio Lombardo Veneto nel 2006).
Un prodotto che oltre alle caratteristiche sensoriali non omologate (colore più giallo, tipico dei nostri grani del sud, consistenza differente e tipica), vede un accordo di filiera tra GDO, Cooperative e agricoltori, in un modello di condivisione del rischio economico e degli utili. Oltre ad un prezzo minimo pagato sul grano, infatti, vi sarebbe poi una quota variabile dovuta alla redditività economica generata. Grazie anche a passaggi ed intermediari di filiera tagliati e processi ottimizzati.
I volumi sono ancora limitati (50.000 quintali) ma conta lo spunto e la volontà di sperimentare in modo nuovo, anche su altre filiere.
Quali le caratteristiche della pasta? Vediamole.
· Prezzo: 0,89 centesimi-500 grammi
· Grano 100% italiano (Sicilia)
· Trafilatura: al bronzo
· Essiccatura lenta
· Tenore proteico: 13,5 grammi /100 grammi
· Punti vendita COOP in cui è reperibile: 1400
· Ricerca e Sviluppo. I grani locali sono stati migliorati per renderli più adatti alla produzione di pasta, grazie al centro di ricerca Proseme.
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