Il processo era stato lungo, faticoso e giocato sul fil di lana: nello spirito del compromesso come strada maestra da seguire, già tante rinunce erano state fatte nel tempo. Ma l’ultimo accordo per un “Framework volontario di governo delle relazioni della filiera alimentare”, che aveva come scopo quello di limitare lo strapotere del retail nei confronti dei fornitori di prodotti era troppo blando: e senza garanzie per un reale funzionamento. Compromessa la reale tutela degli attori deboli (agricoltori e PMI), Copa Cogeca si è sfilato, spianando la strada ora per una più decisa azione legislativa europea (Direttiva o Regolamento Business to Business).

Ma quali sono stati i punti di rottura?
Coldiretti aveva suggerito, al fine di garantire una reale impugnabilità dello strumento volontario a tutela delle imprese associate:
– tempi certi e con limiti per lo schema di soluzione delle dispute (mediazione, arbitrato, o di altro tipo para-normativo), in modo da dare certezza alle imprese;
– sanzioni reali, sia finanziarie che di altro tipo (oltre a quelle morali derivanti ad esempio, da pubblicazioni su stampa) per coloro che decidevano di aderire allo schema volontario;
– indicatori chiari che provassero se il processo volontario stava funzionando (ad esempio, valutando se dopo 6-9 mesi, almeno il 70%-85% delle imprese e pari percentuale del fatturato retail UE risultavano coperti da tale modello di governance).

Tuttavia, tali indicazioni non sono state accettate dalle altre parti interessate sedute intorno al tavolo del Forum di Alto Livello. E la bozza “di minima” sulla quale si era convenuti, a questo punto, risultava altamente insoddisfacente per gli agricoltori, che sono proprio la parte più debole della filiera e che avrebbero dovuto ricavare un vantaggio dall’adozione di tale strumento.
Stando alle parole di Pekka Pesonen, Segretario Generale di Copa Cogeca, inoltre il modello “non garantisce l’anonimato di chi fa un esposto. Nella vita reale, se ti lamenti, il player retail che lo viene a sapere poi ti esclude dai fornitori”. Pekka Pesonen ha dichiarato come Copa Cogeca e le relative organizzazioni nazionali abbiano lavorato duramente per arrivare ad un buon documento. Ma ora, il percorso sembra puntare in direzione di una Direttiva o di un Regolamento.
Un altro punto criticato dallo stesso Pesonen poi è la carenza di disincentivi sufficienti per il retail o per la parte in grado di far la voce grossa nella transazione commerciale: in assenza dei quali, non si vede come i contratti reali possano migliorare. Tutto sulla carta insomma.
Sin dall’inizio dei lavori del gruppo degli Stakeholders della piattaforma Business to Business entro il Forum di Alto Livello- gruppo incaricato della redazione del Framework volontario- era chiaro che il fallimento di una azione consensuale di questo tipo avrebbe portato diritto ad un maggiore impegno della Commissione Europea. Ora, si è arrivati a questo punto.