L’intervento è stato incorniciato nella 24° sessione della Piattaforma degli Stakeholders di EFSA, a Parma: Silvia Valtuena Martinez, del panel NDA che si occupa di nutrizione, allergeni e alimenti dietetici, l’ha spiegato a chiare lettere: potrebbe essere presto fattibile una esenzione mirata di obbligo di etichettatura delgi ingredienti allergenizzanti in etichetta.
Cosa accade in Europa?
Se gli obblighi di indicazione degli allergeni nascono inizialmente dalla Direttiva 2000/13, con poi una profilazione precisa degli allergeni entro la Direttiva 2003/89 e successive (2007/68), il Regolamento 1169/2011 sembra premettere a regimi di indicazione flessibile. Con possibilità di disposizioni nazionali. Tale opportunità è stata colta al volo dal Regno Unito, che ha optato per un sistema semplificato, di comunicazione orale su richiesta dell’acquirente-consumatore. La premessa da cui partiva tale scelta, è che i soggetti allergici sono molto attenti al proprio stato di salute e cercano pro-attivamente informazioni.
Ad oggi gli allergeni vanno in ogni caso indicati in etichetta se presenti nella forma finale del prodotto edibile (quindi no se sono presenti solo in precedenza nella lavorazione ad esempio).
Ma cosa potrebbe accadere presto? In base alla presentazione di Martinez, si tratta di stabilire livelli accettabili di protezione per la popolazione. Se inizialmente infatti si conveniva che gli allergeni non avessero veri e propri valori soglia, il procedere da un lato della sensibilità analitica degli strumenti di rilevazione; dall’altro le conoscenze nel campo tossicologico- sono tutti aspetti che portano a considerare "soglie minime".
Sotto le quali potrebbe non essere necessario indicare in etichetta gli allergeni, insomma. La proposta nasce dall’Irlanda, che sta lavorando proprio per stabilire (tramite la Food Safety Authority of Ireland, FSAI), delle soglie di concentrazione in tal senso. Con una Consultazione Pubblica in corso.