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Miele, tra frodi e furti la crisi di un settore

20 Febbraio 2015
Miele, tra frodi e furti la crisi di un settore

Se l’Italia piange….

Se la produzione Made in Italy di miele di acacia, castagno, di agrumi e mille fiori è quasi dimezzata (-50 per cento) con la conseguenza di furti di alveari in crescita. La colpa? Al clima ma anche l’arrivo in Italia dell’insetto killer delle api, Aethinia tumida, che mangia il miele, il polline e, soprattutto la covata annientando la popolazione di api o costringendola ad abbandonare l’alveare.

In Italia due barattoli di miele su tre venduti nei negozi e supermercati contengono in realtà miele straniero. A preoccupare è peraltro il fatto che piu’ di 1/3 del miele importato proviene dall’Ungheria e quasi il 15 per cento dalla Cina ma anche da Romania, Argentina e Spagna dove sono permesse coltivazioni Ogm che possono contaminare il polline senza alcuna indicazione in etichetta.

… la Francia non ride…

Anche i francesi stanno sperimentando però problemi. Circa la metà del miele venduto in Francia, non incontra gli standard produttivi UE: questo il responso del DGCCRF, l’ufficio anti frodi transalpino.

Dei 138 campioni testati, solo 69 erano pienamente a regola per i criteri di composizione e di etichettatura. Una decina hanno addirittura sollevato sospetti circa l’aggiunta di zucchero- cosa proibita a tutti gli effetti, così come l’aggiunta di qualsiasi altro ingrediente. A tutti gli effetti, un barattolo di miele su 10 è adulterato, con aggiunta di acqua o zucchero.

Altre etichette mancavano delle informazioni basilari sull’origine- e stiamo parlando di prodotti presenti nella grande distribuzione, in cui è così difficile non ravvisare un fine fraudolento da parte di operatori “esperti”. Ben 36 operatori sono stati avvertiti in tal senso.

Lo strumento di risposta

 Anche per combattere questi fenomeni il 19 gennaio è diventata ’operativa l’anagrafe delle api, con la possibilità, per gli apicoltori di registrarsi sul portale del Sistema informativo veterinario accessibile dal portale del ministero della Salute al quale potranno accedere operatori delle Asl, aziende e allevatori per registrare la attività, comunicare una nuova apertura, specificare la consistenza degli apiari e – precisa la Coldiretti – il numero di arnie o le movimentazioni per compravendite. Una necessità per garantire trasparenza in una situazione in cui al crollo dei raccolti nazionali ha fatto seguito l’aumento del 17 per cento delle importazioni dall’estero di miele naturale, sulla base dei dati Istat relativi ai primi 9 mesi del 2014".

Il miele prodotto sul territorio nazionale dove non sono ammesse coltivazioni Ogm è tuttavia riconoscibile attraverso l’etichettatura di origine obbligatoria fortemente sostenuta dalla Coldiretti.

Per acquistare miele italiano è bene verificare sempre l’etichettatura “Miele Italiano”, “Origine Italia” e simili.