Parmigiano Reggiano in crisi, peggio che per i danni del terremoto del 2012: gli acquisti nella grande distribuzione e nel dettaglio tradizionale sono calati del 2,2 per cento e del 12,6 per cento per il Grana Padano, mentre sono aumentati dell’1,5 per cento altri grana non a denominazione d’origine. Questi i presupposti della manifestazione nazionale di Coldiretti, tenutasi a Bologna e che ha imperversato anche su twitter e sui social con l’hastagh #ParmigiAmo. 
Concorrenza sleale
"Si tratta di una concorrenza sleale – ha detto il presidente di Coldiretti Emilia Romagna, Mauro Tonello- nei confronti degli autentici Parmigiano Reggiano e Grana Padano, che devono essere ottenuti nel rispetto di rigidi disciplinari di produzione. Il danno che queste imitazioni comportano per il nostro paese, non riguarda solo l’agricoltura ma tutta la società, soprattutto in termini di occupazione per migliaia di nostri giovani".
Crollo dei prezzi pagati all’origine…
Nell’ultimo anno il prezzo pagato ai produttori per il latte è calato drasticamente al di sotto dei prezzi di produzione: 34 centesimi al litro, contro i 44 pagati fino a pochi mesi fa. Una situazione insostenibile, e che dovrebbe vedere l’intervento dell’Antitrust– visto che per legge è proibito in Italia pagare prezzi ai fornitori al di sotto dei costi di produzione. Non vanno meglio le cose per il prodotto a marchio DOP: il prezzo pagato ai produttori di parmigiano reggiano per il prodotto stagionato 12 mesi e’ diminuito del 20 per cento, passando dai 9,12 euro del gennaio 2014 ai 7,31 euro di fine dicembre 2014. Situazione identica per il grana padano (nove mesi di stagionatura) passato da 7,45 a 6,43 euro (-7,5 per cento).
Ma non al consumo….
Tuttavia i consumatori non hanno potuto beneficiare del calo all’origine perche’ al consumo i prezzi hanno avuto solo lievissime variazioni,con un calo del 4,2 per cento (da 16,45 euro a 15,76) del parmigiano e rimanendo nvariato per il grana padano (12,10 euro al chilogrammo).
Il direttore della Coldiretti Emilia Romagna Marco Allaria Olivieri spiega: "nulla di personale contro i vertici del consorzio ma serve necessario comprendere per quale ragioni gli allevatori non trovano, in molti casi, remunerativo produrre latte per questo formaggio. I vertici del Consorzio hanno evitato di dare ascolto a quel 40-50 per cento di produttori scontenti, preferendo rapportarsi con coloro che sono ancora disposti a dare loro consenso".
Il problema del falso cibo italiano nel mondo.
A questi aspetti "di casa nostra" si aggiunge poi il "furto di identità" del cosiddetto "italian sounding" che i marchi DOP subiscono nel resto del mondo, in mancanza di accordi vincolanti per il riconoscimento delle indicazioni geografiche: "sui 60 miliardi di euro di valore dell’italian sounding nel mondo – rileva la Coldiretti regionale – "ben 8 miliardi riguardano l’Emilia Romagna. Se ci fosse la possibilita’ di recuperare il mercato di questi falsi che rispondono a nomi di "Parmesan", "Pamesello" "Reggianito" ,alle vere produzioni di Parmigiano Reggiano e Grana Padano, si potrebbero recuperare solo nella nostra regione 30 mila posti di lavoro".
Antitrust intervenga seguendo esempio Spagna
In Spagna intanto l’Antitrust nazionale ha impartito una multa di 88,2 milioni di euro a nove imprese e due associazioni lattiere spagnole per aver concertato tra loro la suddivisione del mercato di approvvigionamento di latte crudo, alterando i prezzi al ribasso. L’antitrust spagnolo definisce l’infrazione accertata "unica e continuativa che è durata almeno dall’anno 2000 fino al 2013 incluso". L’indagine condotta "non solo prova l’esistenza di condotte vietate per il loro obiettivo, che era quello di distorcere il normale funzionamento del mercato, ma anche che le stesse hanno prodotto effetti negativi sul mercato, con il settore zootecnico a farne maggiormente le spese". Nella lista delle imprese sanzionate figurano anche Danone (23,2 milioni), Lactalis iberia (11,6 milioni), Nestle’ spagna (10,6 milioni).
Coldiretti e Codacons hanno chiesto con un esposto di fare luce sugli abusi di dipendenza economica a danno dei produttori di latte fresco all’Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato.
