L’agricoltura italiana torna ad attrarre le nuove generazioni. Nel secondo trimestre del 2025 l’occupazione dei giovani under 35 nei campi è aumentata del 18% rispetto allo stesso periodo del 2024, in netta controtendenza con il calo del 2% registrato negli altri settori economici, dall’industria ai servizi.
È quanto emerge da un’analisi Coldiretti su dati Istat, diffusa in occasione della consegna dei premi Oscar Green regionali durante l’inaugurazione del Villaggio Contadino di Bologna, alla presenza del presidente Ettore Prandini e del segretario generale Vincenzo Gesmundo.
Gli occupati under 35 in agricoltura sono oggi 122mila, segno di un ritorno concreto dei giovani alla terra, dove le attività tradizionali si intrecciano con nuove competenze digitali e multifunzionali.
Le nuove professioni dell’agricoltura 4.0
Accanto a figure storiche come trattoristi, potatori o allevatori, l’agricoltura moderna apre le porte a nuove professionalità ad alta specializzazione tecnologica.
Nascono così ruoli come il data analyst agricolo, che analizza i dati raccolti da sensori e macchinari per migliorare la produttività, e lo specialista in agricoltura di precisione, che utilizza GPS, satelliti e IoT per ottimizzare le coltivazioni riducendo gli sprechi.
Il prompt manager agronomico supporta le imprese nell’utilizzo dell’intelligenza artificiale per prevedere condizioni climatiche e ottimizzare le risorse, mentre l’esperto in blockchain garantisce trasparenza nelle filiere. Non mancano poi il dronista agricolo, il consulente per le energie rinnovabili e gli specialisti in biotecnologie agricole, impegnati nello sviluppo di varietà vegetali più resistenti.
Giovani e agricoltura: un binomio vincente per l’Italia
Secondo il rapporto Coldiretti/Censis 2025, il 73% degli italiani vede nell’agricoltura una concreta opportunità di lavoro per i giovani. Una fiducia alimentata dal successo del modello basato su tipicità locali, filiere territoriali e sostenibilità ambientale, che genera occupazione di qualità e valorizza il made in Italy agroalimentare.
Le imprese agricole giovanili si confermano all’avanguardia anche sul fronte della produttività: secondo la Rete Rurale Nazionale, la produttività media delle aziende under 35 italiane raggiunge 4.500 euro per ettaro, il doppio della media europea e superiore a quella di Germania, Francia e Spagna.
Le regioni con più imprese giovanili
Oggi in Italia si contano circa 50mila imprese agricole guidate da giovani. Le regioni più dinamiche sono la Sicilia (6.100 aziende), la Puglia (5.000) e la Campania (4.800).
Tuttavia, il potenziale di crescita è ancora ostacolato da burocrazia, difficoltà di accesso al credito, carenza infrastrutturale e limitata disponibilità di terre.
Serve meno burocrazia e più sostegno
“I segnali positivi e la tenacia mostrata dai giovani agricoltori devono spingere l’Europa ad allentare la morsa di una burocrazia che frena gli insediamenti agricoli, specie per le nuove aziende, e che ha un costo enorme in termini di energie e risorse” ha dichiarato Vincenzo Gesmundo, segretario generale di Coldiretti.
“Non è più accettabile che le nostre imprese siano vessate da normative esasperate e spesso incomprensibili”.
Anche il presidente Ettore Prandini ha evidenziato il valore dell’impegno giovanile: “I giovani agricoltori italiani stanno dimostrando come l’innovazione e la passione possano fare la differenza in un settore spesso considerato tradizionale. Dobbiamo sostenerli garantendo prospettive di reddito e condizioni eque nelle filiere”.
Il futuro dell’agricoltura italiana è nelle mani dei giovani
A chiudere, le parole del delegato nazionale dei Giovani Coldiretti, Enrico Parisi: “Nonostante le difficoltà, i giovani agricoltori italiani si confermano i più resistenti nel panorama dell’imprenditoria giovanile. Rappresentano la base da cui partire per vincere la sfida del ricambio generazionale”.
L’agricoltura italiana si conferma così un settore strategico per il lavoro giovanile, sempre più connesso a innovazione, sostenibilità e territorio.