COMUNICATO STAMPA | Notizie dalle Federazioni

News La Forza del Territorio del 4 maggio 2022

4 Maggio 2022
News La Forza del Territorio del 4 maggio 2022

Primo piano

 

LIGURIA, ITALIA DATO PEGGIORE UE: OBESI 42% DEI BAMBINI

In Italia il 42% dei bambini tra i 5 e i 9 anni è obeso o in sovrappeso, con un risultato che è il peggiore dell’Unione Europea, dove la media è del 29,5%, e un impatto potenzialmente devastante sulla salute delle giovani generazioni. E’ quanto emerge da un’analisi della Coldiretti sul Rapporto 2022 dell’ufficio europeo dell’Organizzazione mondiale della Sanità (Oms) che evidenzia come per gli adulti il risultato italiano sia, invece, sostanzialmente sui livelli Ue, con il 58,5% con eccesso ponderale. Un trend, dunque che evidenzia come il problema riguardi soprattutto i giovani: nella fascia d’età tra i 7 e i 9 anni si registra, infatti, un 41,9% di obesità rispetto a una media comunitaria del 29%, e in quella tra i 10 e i 19 anni la percentuale è del 34,2% rispetto al 24,9% degli adolescenti europei.       

A pesare sono soprattutto modelli sbagliati di consumo all’interno dei nuclei familiari con il preoccupante abbandono dei principi della dieta mediterranea: basti pensare che ben sei adolescenti italiani su 10 non mangiano né frutta né verdura ogni giorno, aumentando così i rischi legati all’obesità e alle malattie ad essa collegate. Un tema che sarà peraltro anche al centro del Macfrut di Rimini, Fruit & Veg Professional Show a Rimini all’Expo Centre nello Stand Coldiretti, Padiglione B5–stand 075, con l’inaugurazione in programma oggi con la presenza del presidente nazionale Prandini e del Segretario Generale Gesmundo.

“Per assicurare una migliore alimentazione ed educare le nuove generazioni è importante recuperare abitudini a tavola più sane, –spiegano Gianluca Boeri Presidente Coldiretti Liguria e Bruno Rivarossa Delegato Confederale- ma anche qualificare l’offerta delle mense scolastiche con cibi locali a km 0 che valorizzano le realtà produttive locali e garantiscono genuinità e freschezza. La Coldiretti è impegnata nelle scuole medie ed elementari con il progetto “Educazione alla Campagna Amica”, con lezioni nelle fattorie didattiche e nei laboratori del gusto organizzati nelle aziende agricole e in classe. L’obiettivo è di formare consumatori consapevoli sui principi della sana alimentazione e della stagionalità dei prodotti, per valorizzare i fondamenti della dieta mediterranea e ricostruire il legame che unisce i prodotti dell’agricoltura con i cibi consumati ogni giorno fermando il consumo del cibo spazzatura”.

 

 

Dal Territorio

 

FRIULI VENEZIA GIULIA, VIA A SEMINA DI ALTRI 5MILA ETTARI DI MAIS, SOIA E GIRASOLE

La Coldiretti Fvg informa del provvedimento comunitario, adottato dall’Italia, per fronteggiare la crisi internazionale

Un via libera importante per contenere gli effetti della grave crisi internazionale in corso. Lo sottolinea la Coldiretti del Friuli Venezia Giulia nel commentare con favore l’intervento dell’Ue che, in conseguenza di un conflitto che ha provocato un aumento dei prezzi delle materie prime e difficoltà di approvvigionamento di alimenti e mangimi, ha permesso agli Stati membri di derogare ad alcune delle norme sui pagamenti diretti agli agricoltori nell’ambito della Politica agricola comune, consentendo di coltivare per il solo anno 2022 i terreni lasciati a riposo, ossia quelle superfici che avrebbero dovuto essere ritirate dalla produzione agricola per un periodo minimo continuativo di sei mesi a partire dal primo gennaio e fino al 30 giugno.

Per essere operative le deroghe dovevano essere adottate dagli Stati membri e notificate alla Commissione Ue. Un passaggio che l’Italia ha concretizzato via decreto ministeriale di alcuni giorni fa, in modo da consentire agli agricoltori di poter utilizzare immediatamente i terreni a riposo per fini produttivi, impiegandoli per il pascolo, la fienagione o la normale coltivazione di colture a semina primaverile o estiva.

La novità di fatto permette di recuperare alla coltivazione in Italia una superficie di circa 200mila ettari di terreno per una produzione aggiuntiva di mais, soia, girasole. Quanto al Fvg, è la stima della Coldiretti, la superficie interessata si aggira attorno ai 5mila ettari.

I terreni a riposo in applicazione della deroga, informa ancora la Confederazione, potranno essere lavorati e seminati anche prima del 30 giugno 2022.

 

 

PUGLIA, CON OK UE 100MILA ETTARI MA SENZA STOP A CINGHIALI RACCOLTI DIVORATI

Con gli interventi straordinari decisi dalla Commissione Ue a seguito dello scoppio della guerra in Ucraina può essere garantita anche in Puglia la messa a coltura di oltre 100mila ettari lasciati incolti per la insufficiente redditività, a causa della siccità ma soprattutto per gli attacchi dei cinghiali che divorano i raccolti, facendo perdere prodotti e investimenti agli agricoltori. E’ quanto torna a denunciare Coldiretti Puglia che in una lettera all’assessore regionale all’Agricoltura Pentassuglia e ai presidenti dei Parchi Nazionali dell’Alta Murgia Tarantini e del Gargano Pazienza definisce “amorale” che, in un momento di grave crisi economica ed energetica che sta colpendo indiscriminatamente tutti i settori produttivi, con ripercussioni gravi sulla sicurezza del cibo e degli approvvigionamenti, non si riesca a pianificare una strategia seria e condivisa avverso i cinghiali ed i danni che continuano a provocare alle strutture ed alle coltivazioni agricole, oltre che alla sicurezza delle strade.

“Siamo alla viglia della semina dei legumi e di una campagna cerealicola che si presenta assolutamente incerta a causa della siccità, dell’elevato costo dei carburanti e dei concimi, le quotazioni dei cereali tendono al rialzo e le Istituzioni in indirizzo non possono “permettersi” di vanificare il lavoro ed i sacrifici degli imprenditori agricoli, consentendo che i raccolti siano distrutti dai cinghiali o dalla fauna selvatica più in generale, grazie ad incertezze, carenze legislative, piani e programmi che attendono da decine di anni di essere approvati, documentazione che giace presso gli Uffici e che dovrebbe essere trasmessa altrove”, afferma Savino Muraglia, presidente di Coldiretti Puglia.

In Puglia dopo il lockdown per l’emergenza Covid la situazione è diventata insostenibile nelle campagne con danni per almeno 15 milioni di euro all’anno alle produzioni agricole ma – sottolinea Coldiretti Puglia – viene compromesso anche l’equilibrio ambientale di vasti ecosistemi territoriali in aree di pregio naturalistico con la perdita di biodiversità sia animale che vegetale.

“Non consentiremo a nessuno di trincerarsi dietro le inefficienze della burocrazia, la carenza del personale, lo “smart working” che da due anni sta svuotando gli Uffici pubblici, non continueremo, cioè, ad ascoltare una “litania” che ben conosciamo e che deve essere interrotta da scelte concrete, tempestive ed utili alla collettività. Le gabbie, i chiusini, le trappole non bastano più, posto che mai siano serviti. L’unica strada che ci sentiamo di proporre e di sostenere è la caccia di selezione all’interno delle aree dei Parchi e delle aree contigue, al fine del contenimento numerico e del controllo serio e proficuo dei cinghiali”, tuona il direttore regionale, Pietro Piccioni.

Tanti i nodi irrisolti – denuncia Coldiretti Puglia – a cui non vi è ancora risposta, dallo stato dell’arte del confronto tra Parchi e Regione Puglia, alla VAS del Piano di Monitoraggio e Gestione della specie cinghiale, dall’attuazione della delibera di giunta che ha previsto una procedura regionale informatizzata per consentire ai proprietari dei fondi di inoltrare la richiesta di intervento di controllo sui terreni “a rischio” al Regolamento regionale per l’attività della caccia di selezione, fino all’Albo regionale dei cacciatori abilitati alla caccia di selezione, di cui non vi è ancora traccia.

I branchi di cinghiali – sottolinea la Coldiretti regionale – si spingono sempre più vicini ad abitazioni e scuole, fino ai parchi dove giocano i bambini, distruggono i raccolti, aggrediscono gli animali, assediano stalle, causano incidenti stradali con morti e feriti e razzolano tra i rifiuti con pericoli per la salute e la sicurezza delle persone.

Senza dimenticare il pericolo della diffusione di malattie evidenziato dallo stesso Piano di sorveglianza e prevenzione per il 2021 pubblicato dal ministero della Salute che ribadisce come i cinghiali abbiano una responsabilità fondamentale per la diffusione della Peste Suina Africana (Psa) e dunque una delle misure necessarie in Italia è la gestione numerica della popolazione di questi animali. L’azione, dunque secondo il Piano – conclude la Coldiretti Puglia – deve essere indirizzata alla riduzione sia numerica che spaziale attraverso le attività venatorie, le azioni di controllo della legge 157/92 articolo 19 e le azioni programmabili nella rete delle aree protette.

 

 

TOSCANA, 26 MILIONI DI EURO SU INVESTIMENTI PER AZIENDE AGRICOLE

26 milioni di euro per migliorare la redditività e la competitività delle imprese agricole tra cui la costruzione e la ristrutturazione di fabbricati produttivi aziendali, l’efficientamento energetico, la rimozione e smaltimento di coperture e parti in cemento amianto, realizzazione di strutture di stoccaggio, miglioramenti fondiari fino all’acquisto di nuove dotazioni aziendali e alla cartellonistica pubblicitaria. Sarà aperto a partire dal 9 maggio il bando della Regione Toscana in attuazione della misura 4.1.1 del Piano di Sviluppo Rurale per gli investimenti e la competitività delle aziende agricole toscane. Il bando è frutto di una lunga concertazione con la Regione Toscana che ha tenuto conto delle proposte di Coldiretti Toscana. “Queste risorse sono una boccata di ossigeno per le imprese maremmane nel contesto di uno scenario di incertezza causato dagli effetti della crisi internazionale innescata dal conflitto in Ucraina ed ancora prima dall’emergenza sanitaria. – commenta Fabrizio Filippi, Presidente Coldiretti Toscana – Il bando mette in condizioni le imprese agricole di effettuare nuovi investimenti con l’obiettivo di far crescere e sviluppare l’intero sistema agricolo, agroalimentare e turistico regionale. È un bando sicuramente molto atteso dalle imprese a cui Coldiretti ha contribuito con impegno e con proposte concrete. Ringraziamo la giunta regionale, e il vice presidente Stefania Saccardi, per il ruolo attivo che la Regione Toscana sta avendo in questa fase congiunturale molto negativa per tutto il sistema, nel riconoscere e nel mettere a disposizione del mondo agricolo risorse ed opportunità importanti con tempestività e con attenzione”.

Il finanziamento complessivo deriva da risorse comunitarie per il 43,12%, da cofinanziamento statale per il 39,82% e dalla quota regionale che è pari al 17,06%. Le spese ammissibili dal bando, in uscita nel mese di maggio, – anticipa Coldiretti Toscana – sono quelle finalizzate alla costruzione o ristrutturazione di fabbricati produttivi aziendali nell’ambito delle produzioni vegetali, zootecniche, per la trasformazione e commercializzazione dei prodotti agricoli. Riguardano anche gli interventi di efficientamento energetico finalizzati al risparmio energetico mediante coibentazione di edifici aziendali e serre fisse o al miglioramento dell’efficienza degli impianti di riscaldamento o raffreddamento. Per ciò che riguarda la rimozione e lo smaltimento di coperture e parti in cemento amianto sono ammissibili anche gli interventi sulle strutture destinate alla rimessa di macchine e di attrezzature utilizzate nella coltivazione o nella raccolta. Sono finanziabili anche gli interventi di realizzazione o ristrutturazione di strutture per lo stoccaggio e il trattamento degli effluenti palabili e non palabili degli allevamenti, per il trattamento delle acque riciclate, per i miglioramenti fondiari relativi ad impianti per la produzione di specie vegetali poliennali, ad elementi strutturali collegati alla gestione del pascolo, alle sistemazioni idraulico agrarie, a recinzioni per la protezione di allevamenti stabulati in grado di garantire adeguati livelli di bio-sicurezza dell’allevamento, a recinzioni per la protezione delle colture dai danni da fauna selvatica.

I contributi concedibili variano dai 150.000 ai 350.000 euro dipendentemente dal numero di occupati e da quello dei tirocini non curriculari attivati. Il bando sarà pubblicato sul sito internet della Regione Toscana e sarà consultabile nella pagina dedicata ai fondi comunitari per l’agricoltura. Il bando resterà aperto fino alle ore 13.00 di lunedì 4 luglio 2022. Le domande devono essere presentate sul Portale ARTEA. Gli uffici Coldiretti presenti su tutto il territorio sono a disposizione delle imprese agricole.

 

 

PUGLIA, BENE GDF SU EXTRAVERGINE; FALSA 1 BOTTIGLIA SU 4 (27%)

Con più di una bottiglia di olio extravergine d’oliva su quattro di provenienza extracomunitaria (27%) che è risultata falsa è importante l’attività di controllo a tutela dei cittadini consumatori e delle aziende agricole in un Paese come l’Italia dove nel 2021 sono arrivati ben 540 milioni di chili di prodotto dall’estero, quasi il doppio della produzione nazionale (+80%). E’ quanto afferma la Coldiretti Puglia, sulla base dei dati Istat, nell’esprimere soddisfazione per l’operazione Verum et oleum condotta dalla Guardia di Finanza e dall’Icqrf del Ministero delle Politiche agricole che hanno portato alla scoperta di 2,3 milioni di litri di olio irregolare che entravano nel nostro paese attraverso operatori del settore oleario presenti in tutto il territorio nazionale e i principali porti di ingresso delle materie prime di provenienza estera.

Le frodi non solo ingannano i cittadini – sottolinea la Coldiretti Puglia – ma fanno crollare i prezzi dei prodotti di qualità in una situazione resa già difficile dalla concorrenza sleale delle importazioni dall’estero. Da difendere – continua la Coldiretti Puglia – è la filiera olivicolo-olearia che vale oltre 1,2 mld di euro nella sua fase agricola e 3 mld in quella industriale, con la Puglia che produce oltre il 50% dell’olio Made in Italy, che può contare su 5 oli DOP e 1 IGP Puglia.

“In uno scenario di crisi anche per i produttori di olio extravergine d’oliva in Puglia, sui quali si abbattono i rincari con un aumento totale del 15% dei costi medi di produzione, è fondamentale l’attività di controllo, prevenzione e repressione di frodi, sofisticazioni e speculazioni a danno dell’EVO di qualità 100% Made in Puglia dall’uliveto alla tavola, prodotto da olivicoltori e frantoiani pugliesi”, afferma Savino Muraglia, presidente di Coldiretti Puglia.

In questo scenario serve una ulteriore stretta sui controlli, per stoppare le pratiche sleali che scaricano sull’anello più debole della filiera gli oneri delle promozioni commerciali, grazie alla Legge fortemente sollecitata da Coldiretti per rendere più equa la distribuzione del valore lungo la filiera ed evitare che il massiccio ricorso attuale alle offerte promozionali di una parte della Gdo non venga scaricato sulle imprese di produzione già costrette a subire l’aumento di costi di produzione.

“Gli ottimi risultati dell’attività di contrasto confermano la necessità di tenere alta la guardia e di stringere le maglie ancora larghe della legislazione con la riforma dei reati in materia agroalimentare, con l’innovazione tecnologica e i nuovi sistemi di produzione e distribuzione globali che rendono ancora più pericolosa la criminalità nell’agroalimentare che per questo va perseguite con la revisione delle leggi sui reati alimentari elaborata da Giancarlo Caselli nell’ambito dell’Osservatorio agromafie promosso dalla Coldiretti per introdurre nuovi sistemi di indagine e un aggiornamento delle norme penali”, aggiunge il presidente Muraglia.

Serve verificare attentamente l’etichetta – dice Coldiretti Puglia – anche se sulle bottiglie di extravergine ottenute da olive straniere in vendita nei supermercati è quasi impossibile nella stragrande maggioranza dei casi, leggere le scritte “miscele di oli di oliva comunitari”, “miscele di oli di oliva non comunitari” o “miscele di oli di oliva comunitari e non comunitari” obbligatorie per legge nelle etichette dell’olio di oliva. La scritta – precisa la Coldiretti regionale – è riportata in caratteri molto piccoli, posti dietro la bottiglia e, in molti casi, in una posizione sull’etichetta che la rende difficilmente visibile tanto che i consumatori dovrebbero fare la spesa con la lente di ingrandimento per poter scegliere consapevolmente.

Il consiglio della Coldiretti è quello di diffidare dei prezzi troppo bassi, acquistare extravergini a denominazione di origine Dop e Igp, quelli in cui è esplicitamente indicato che sono stati ottenuti al 100 per 100 da olive italiane o di comperare direttamente dai produttori olivicoli, nei frantoi o nei mercati di Campagna Amica dove è possibile assaggiare l’olio EVO prima di comprarlo e riconoscerne le caratteristiche positive.

Per sostenere e incrementare la produzione nazionale di extravergine Coldiretti ha presentato nell’ambito del Recovery Plan un progetto specifico legato alle reti d’impresa per il futuro dell’olio d’oliva. L’obiettivo è rilanciare la produzione nazionale dell’olio d’oliva per confermare il primato di qualità del Made in Italy attraverso la realizzazione di nuovi uliveti, di impianti di irrigazione e costruzione di pozzi o laghetti, anche in maniera consorziata, favorendo la raccolta meccanizzata delle olive con macchinari che riducano i tempi e costi di raccolta.?

 

 

LIGURIA, BENE GDF SU EXTRAVERGINE: FALSA 1 BOTTIGLIA SU 4

Con più di 1 bottiglia di olio extravergine d’oliva su 4 di provenienza extracomunitaria (27%) che è risultata falsa è essenziale l’attività di controllo a tutela dei consumatori e delle aziende in un Paese come l’Italia, dove nel 2021 sono arrivati ben 540 milioni di chili di prodotto dall’estero, quasi il doppio della produzione nazionale. E’ quanto afferma Coldiretti nell’esprimere soddisfazione per l’operazione Verum et oleum della Guardia di Finanza e dell’Icqrf del Ministero delle Politiche agricole che ha portato alla scoperta di 2,3 milioni di litri di olio irregolare che entravano nel paese tramite operatori del settore presenti in tutto il territorio nazionale e i principali porti di ingresso delle materie prime. Le frodi non solo ingannano i cittadini, ma fanno anche crollare i prezzi dei prodotti di qualità in una situazione già difficile per la concorrenza sleale: da difendere c’è una produzione nazionale di oltre 300 milioni di chili nel 2021 ottenuta grazie al lavoro delle circa 400 mila aziende agricole nazionali impegnate a coltivare ulivi in Italia, che può contare sul maggior numero di olio extravergine a denominazione in Europa (43 Dop e 4 Igp) con un patrimonio di 250 milioni di piante e 533 varietà di olive, il più vasto tesoro di biodiversità del mondo. In Liguria l’olivicoltura viene condotta su migliaia di ettari, soprattutto nella zona dell’imperiese, e costituisce una delle eccellenze della produzione regionale, con prodotti riconosciuti in tutto il mondo che rientrano sotto il marchio della DOP Riviera Ligure.

“Gli ottimi risultati dell’attività di contrasto confermano la necessità di tenere alta la guardia e di stringere le maglie ancora larghe della legislazione con la riforma dei reati in materia agroalimentare. –spiegano Gianluca Boeri Presidente Coldiretti Liguria e Bruno Rivarossa Delegato Confederale- L’innovazione tecnologica e i nuovi sistemi di produzione e distribuzione rendono ancora più pericolosa la criminalità nell’agroalimentare che va perseguita con la revisione delle leggi sui reati alimentari elaborata da Giancarlo Caselli nell’ambito dell’Osservatorio agromafie promosso dalla Coldiretti per introdurre nuovi sistemi di indagine e un aggiornamento delle norme penali”.

L’Italia è il primo consumatore mondiale di olio di oliva con una media negli ultimi 5 anni di 504 milioni di chili, seguita da Spagna con 483 milioni di chili e Stati Uniti con 320 milioni di chili. Il consiglio della Coldiretti è quello di scegliere Made in Italy verificando attentamente l’etichetta: sulle bottiglie di extravergine ottenute da olive straniere è quasi impossibile, nella stragrande maggioranza dei casi, leggere le scritte obbligatorie per legge “miscele di oli di oliva comunitari”, “miscele di oli di oliva non comunitari” o “miscele di oli di oliva comunitari e non comunitari” perché riportate in caratteri molto piccoli, poste dietro la bottiglia e spesso in una posizione sull’etichetta difficilmente visibile. Occorre, inoltre, diffidare dei prezzi troppo bassi e comprare, se possibile, direttamente dai produttori, nei frantoi o nei mercati di Campagna Amica dove è possibile assaggiare l’olio EVO prima di comprarlo e riconoscerne le caratteristiche positive.

“Purtroppo negli ultimi trent’anni l’Italia ha perso il 46% del potenziale produttivo a causa del clima pazzo che ha alterato l’ecosistema tradizionale, –proseguono Boeri e Rivarossa- ma anche per l’abbandono degli uliveti, per lo scarso ricambio generazionale e per l’assenza di una chiara strategia politica di rilancio del settore. Per sostenere e incrementare la produzione nazionale di extravergine Coldiretti ha presentato nell’ambito del Recovery Plan un progetto specifico legato alle reti d’impresa per il futuro dell’olio d’oliva e la conferma del primato di qualità del Made in Italy attraverso la realizzazione di nuovi uliveti, impianti di irrigazione e costruzione di pozzi o laghetti, anche in maniera consorziata. Sono tutti temi che in Liguria stiamo già dibattendo durate i Tavoli olivicoli con la Regione voluti da Coldiretti.”.

 

 

TOSCANA, 2,3 MLN DI LITRI DI OLIO IRREGOLARE PRONTI AD INVADERE LE NOSTRE TAVOLE

Bloccati 2,3 milioni di litri di olio irregolare pronti per invadere le nostre tavole. La maxi operazione “Verum ed oleum” condotta dalla Guardia di Finanza e dall’Icqrf del Ministero delle Politiche agricole ha permesso di stroncare il commercio di una grande quantità di olio risultato irregolare che entrava nel nostro paese attraverso operatori del settore oleario presenti in tutto il territorio nazionale e i principali porti di ingresso delle materie prime di provenienza estera. Ad esprimere soddisfazione per il risultato è Coldiretti Toscana.

Da difendere da frodi e contraffazioni, sofisticazioni e agropirateria – spiega Coldiretti Toscana – c’è una produzione di 150 mila quintali di olio toscano ottenuta grazie al lavoro di 50 mila olivicoltori impegnati a coltivare 15 milioni di piante, che può contare su cinque varietà di olio extravergine a denominazione (4 DOP e 1 IGP) che producono complessivamente 25 milioni di euro di valore alla produzione nazionale pari ad un terzo dell’intero valore nazionale stimato in 71 milioni di euro secondo il rapporto Ismea-Qualivita 2021. “Gli ottimi risultati dell’attività di contrasto a tutela delle imprese agricole e dei consumatori confermano la necessità di tenere alta la guardia e di stringere le maglie ancora larghe della legislazione con la riforma dei reati in materia agroalimentare. – commenta Fabrizio Filippi, Presidente Coldiretti Toscana – Il nostro agroalimentare è sotto costante minaccia di organizzazioni criminali sempre più strutturate e tecnologiche che danneggiano le imprese agricole insieme all’immagine del nostro Made in Tuscany incuranti del rischio per la salute dei consumatori convinti di acquistare prodotti di qualità quando invece sono taroccati, sofisticati o peggio ancora di scarsissima qualità. Questa è una battaglia che si deve condurre con pene ancora più severe per i reati ambientali che si prefigurano sempre più come reati alla salute delle persone”.

Con più di una bottiglia di olio extravergine d’oliva su quattro di provenienza extracomunitaria (27%) che è risultata falsa è importante l’attività di controllo a tutela dei cittadini consumatori e delle aziende agricole in un Paese come l’Italia dove nel 2021 sono arrivati ben 540 milioni di chili di prodotto dall’estero, quasi il doppio della produzione nazionale (+80%).  Le frodi non solo ingannano i cittadini – sottolinea Coldiretti Toscana – ma fanno crollare i prezzi dei prodotti di qualità in una situazione resa già difficile dalla concorrenza sleale delle importazioni dall’estero. Tra i prodotti tricolore certificati più danneggiati sul web, secondo il rapporto dell’Istituto Repressione Frodi (ICQRF) del Ministero delle Politiche Agricole, c’è l’olio extravergine di oliva spacciato per “Toscano” con 91 casi di cui 88 “scovati” su Ebay. 

In queste condizioni il consiglio della Coldiretti Toscana è quello di scegliere Made in Italy verificando attentamente l’etichetta.  Sulle bottiglie di extravergine ottenute da olive straniere in vendita nei supermercati – denuncia la principale organizzazione agricola – è quasi impossibile nella stragrande maggioranza dei casi, leggere le scritte “miscele di oli di oliva comunitari”, “miscele di oli di oliva non comunitari” o “miscele di oli di oliva comunitari e non comunitari” obbligatorie per legge nelle etichette dell’olio di oliva. La scritta – precisa Coldiretti Toscana – è riportata in caratteri molto piccoli, posti dietro la bottiglia e, in molti casi, in una posizione sull’etichetta che la rende difficilmente visibile tanto che i consumatori dovrebbero fare la spesa con la lente di ingrandimento per poter scegliere consapevolmente.

Ma occorre anche diffidare dei prezzi troppo bassi, acquistare extravergini a denominazione di origine Dop e Igp, quelli in cui è esplicitamente indicato che sono stati ottenuti al 100 per 100 da olive italiane o di comperare direttamente dai produttori olivicoli, nei frantoi o nei mercati di Campagna Amica dove è possibile assaggiare l’olio EVO prima di comprarlo e riconoscerne le caratteristiche positive. 

 

 

CALABRIA, OPERAZIONE GDF SMASCHERA EXTRAVERGINE FALSO. TOLLERANZA ZERO

La Coldiretti Calabria esprime soddisfazione per l’operazione “Verum et oleum” condotta dalla Guardia di Finanza e dall’Icqrf del Ministero delle Politiche agricole che, riguarda anche la Calabria, e ha portato alla scoperta di 2,3 milioni di litri di olio irregolare che entrano nel nostro paese attraverso operatori del settore oleario presenti in tutto il territorio nazionale e i principali porti di ingresso delle materie prime di provenienza estera. “Una triangolazione –afferma Franco Aceto presidente di Coldiretti Calabria – che colpisce nettamente e al cuore il nostro comparto olivicolo e per la quale continuiamo a sostenere tolleranza zero”. Le frodi non solo ingannano i cittadini – sottolinea- ma fanno crollare i prezzi dei prodotti di qualità in una situazione resa già difficile dalla concorrenza sleale delle importazioni dall’estero. Da difendere – continua – c’è una produzione ottenuta grazie al lavoro delle circa 80 mila aziende agricole regionali impegnate a coltivare ulivi su una superficie di circa 190.000 ettari, che può contare su olio extravergine a denominazione, il 50% biologico, con un patrimonio di circa 25 milioni di piante oltre 100 varietà di olive un vero tesoro di biodiversità e un forte impatto sociale per la manodopera impiegata con quasi 15milioni di giornate lavorative annue e un valore medio della produzione di circa 600 milioni di euro. Un comparto – commenta Aceto -in continua crescita nella qualità che vede impegnati tanti giovani e in queste condizioni occorre scegliere Made in Italy verificando attentamente l’etichetta”. Gli ottimi risultati dell’attività di contrasto confermano la necessità di tenere alta la guardia e di stringere le maglie ancora larghe della legislazione con la riforma dei reati in materia agroalimentare” poiché l’innovazione tecnologica e i nuovi sistemi di produzione e distribuzione globali – evidenzia Coldiretti –rendono ancora più pericolosa la criminalità nell’agroalimentare che per questo va perseguite con la revisione delle leggi sui reati alimentari elaborate dal giudice Giancarlo Caselli nell’ambito dell’Osservatorio agromafie promosso dalla Coldiretti per introdurre nuovi sistemi di indagine e un aggiornamento delle norme penali.Ma occorre anche diffidare dei prezzi troppo bassi e acquistare extravergini a denominazione di origine Dop e Igp, quelli in cui è esplicitamente indicato che sono stati ottenuti al 100% da olive italiane o di comperare direttamente dai produttori olivicoli, nei frantoi o nei mercati di Campagna Amica dove è possibile assaggiare l’olio EVO prima di comprarlo e riconoscerne le caratteristiche positive. Per sostenere e incrementare la produzione nazionale di extravergine Coldiretti ha presentato nell’ambito del Recovery Plan un progetto specifico legato alle reti d’impresa per il futuro dell’olio d’oliva. L’obiettivo è rilanciare la produzione nazionale dell’olio d’oliva per confermare il primato di qualità attraverso la realizzazione di nuovi uliveti, di impianti di irrigazione e costruzione di pozzi o laghetti, anche in maniera consorziata, favorendo la raccolta meccanizzata delle olive con macchinari che riducano i tempi e costi di raccolta.

 

 

PIEMONTE, ITALIA MAGLIA NERA IN UE CON 42% DEI BAMBINI OBESI

Incentivare consumo frutto e verdura

In Italia il 42% dei bambini tra i 5 e i 9 anni è obeso o in sovrappeso, con un risultato che è il peggiore dell’Unione Europea, dove la media è del 29,5%, e un impatto potenzialmente devastante sulla salute delle giovani generazioni. E’ quanto emerge da una analisi della Coldiretti sul Rapporto 2022 dell’ufficio europeo dell’Organizzazione mondiale della Sanità (Oms). Un trend, dunque, allarmante poiché i numeri evidenziano come i problemi di peso interessino nel nostro Paese soprattutto i giovani. Nella fascia di età tra i 7 e i 9 anni si registra, infatti, un 41,9% obeso in sovrappeso rispetto a una media comunitaria del 29%, e in quella tra i 10 e i 19 anni la percentuale è del 34,2% rispetto al 24,9% degli adolescenti europei.       

A pesare sono soprattutto modelli sbagliati di consumo all’interno dei nuclei familiari con il preoccupante abbandono dei principi della Dieta mediterranea. Basti pensare che ben sei adolescenti italiani su 10 non mangiano né frutta né verdura ogni giorno, secondo l’analisi Coldiretti su dati Oms, aumentando così i rischi legati all’obesità e alle malattie ad essa collegate. 

“Per assicurare una migliore alimentazione  spiegano Roberto Moncalvo presidente di Coldiretti Piemonte e Bruno Rivarossa delegato confederale -, ma anche per educare le nuove generazioni è importante privilegiare nelle mense scolastiche i cibi locali a km 0 che valorizzano le realtà produttive locali e garantiscono genuinità e freschezza. A livello nazionale, infatti, siamo impegnati nel progetto Educazione alla Campagna Amica che, con Donne Impresa e Campagna Amica, coinvolge alunni delle scuole elementari e medie che partecipano a lezioni in programma nelle fattorie didattiche e nei laboratori del gusto organizzati nelle aziende agricole ed in classe. L’obiettivo è quello di formare dei consumatori consapevoli sui principi della sana alimentazione e della stagionalità dei prodotti per valorizzare i fondamenti della dieta mediterranea e ricostruire il legame che unisce i prodotti dell’agricoltura con i cibi consumati ogni giorno e fermare il consumo del cibo spazzatura. Coldiretti Piemonte – concludono Moncalvo e Rivarossa – è stata pioniera, già quasi 10 anni fa, nel far inserire all’interno dei capitolati delle mense le produzioni delle imprese agricole del territorio tanto che in varie mense scolastiche ed ospedali si trova cibo di qualità come ortaggi, frutta, carne, latticini e prodotti dell’allevamento per una fornitura totale, nell’ultimo anno, di quasi 4 milioni di Kg ed un fatturato di circa 5 milioni di euro”.

 

 

PUGLIA, CON +51% COSTI SOS FRUTTA NEL CARRELLO

La guerra in Ucraina e i rincari energetici spingono l’aumento dei costi correnti per la produzione della frutta a +51%, ma si sale addirittura al 67% per l’ortofloricoltura con un impatto traumatico sulle aziende agricole. E’ quanto emerge dall’analisi di Coldiretti su dati Crea all’apertura del Macfrut. Fruit & Veg Professional Show di Rimini allo Stand Coldiretti.

La crisi colpisce direttamente imprese e famiglie con l’ortofrutta che è – sottolinea Coldiretti regionale – la prima voce di spesa per una media di oltre 105 euro al mese, con una inversione di tendenza nei consumi che si sono ridotti del 3% per un quantitativo totale che è sceso a 5,9 milioni di tonnellate lo scorso anno.

In questo scenario l’impennata dei prezzi dei carburanti – continua Coldiretti regionale – rischia di scatenare una tempesta sui costi della logistica con la Puglia che paga il gap delle infrastrutture logistiche non ancora adeguate per il trasporto merci rispetto ai concorrenti degli altri Paesi. In Italia il costo medio chilometrico per le merci del trasporto pesante è pari a 1,12 euro al chilometro, più alto di nazioni come la Francia (1,08 euro/chilometro) e la Germania (1,04 euro/chilometro), ma addirittura doppio se si considerano le realtà dell’Europa dell’Est: in Lettonia il costo dell’autotrasporto è di 0,60 euro al chilometro, in Romania 0,64 euro/chilometro; in Lituania 0,65 euro/chilometro, in Polonia 0,70 euro/chilometro secondo l’analisi di Coldiretti su dati del Centro Studi Divulga.

Uno scenario preoccupante per il settore ortofrutticolo pugliese che – spiega Coldiretti regionale – ha numeri da record su pesche, uva da tavola e agrumi per quanto riguarda la frutta, mentre nelle produzioni ortive su lattughe, fave, carciofi e pomodori da industria.

La specializzazione strutturale dell’orticoltura pugliese, legata alla spiccata vocazionalità pedoclimatica, flessibilità e tradizione imprenditoriale, consente – aggiunge Coldiretti Puglia – di proporre una amplissima gamma di prodotti e si manifesta anche in termini di performance produttive. Tutto ciò va tutelato e promosso sui mercati italiani e mondiali.

Il 27% delle aziende presenta una produzione di ortive, mentre il 58% in quella di fruttiferi. Le percentuali si invertono ove si consideri la SAU, visto che per le coltivazioni ortive la SAU aumenta al 55,7% mentre l’incidenza dei fruttiferi sulla superficie complessiva scende al 33,7%. Le dinamiche intercensuarie evidenziano un processo di ristrutturazione aziendale, con una forte riduzione della numerosità delle aziende, cui è associato un aumento della SAU, particolarmente significativo nel comparto delle ortive.

Il balzo dell’energia ha fatto impennare i costi – sottolinea Coldiretti regionale – dal riscaldamento delle serre ai carburanti per la movimentazione dei macchinari, dalle materie prime ai fertilizzanti, con spese più che raddoppiate, fino agli imballaggi, con gli incrementi che colpiscono dalla plastica per le vaschette, le retine e le buste (+72%), alla carta per bollini ed etichette fino al cartone ondulato per le cassette (+77%), stesso trend di rincari per le cassette in legno, mentre si allungano anche i tempi di consegna, in qualche caso addirittura quintuplicati.

Per difendere il patrimonio ortofrutticolo italiano è necessario intervenire per contenere il caro energia ed i costi di produzione con interventi immediati e strutturali per programmare il futuro, lavorando per accordi di filiera con precisi obiettivi qualitativi e quantitativi e prezzi equi che non scendano mai sotto i costi di produzione come prevede la nuova legge di contrasto alle pratiche sleali. Ma – insiste Coldiretti – occorre investire per aumentare produzione e le rese dei terreni con bacini di accumulo delle acque piovane per combattere la siccità ma bisogna anche contrastare seriamente l’invasione della fauna selvatica che devasta le colture costringendo in molte zone interne all’abbandono dei terreni e sostenere la ricerca pubblica con l’innovazione tecnologica a supporto delle produzioni, della tutela della biodiversità e come strumento in risposta ai cambiamenti climatici e ai patogeni alieni, per contrastare i quali servono nuovi strumenti di difesa attiva e passiva.

 

 

PIEMONTE, MACFRUT: BOOM PER EXPORT ORTOFRUTTA

Con quasi 5,6 miliardi di euro (+8%) è record storico per la frutta e la verdura Made in Italy all’estero con le esportazioni che hanno raggiunto nel 2021 il massimo di sempre raddoppiando i valori registrati al debutto del secolo, ma il risultato è ora messo a rischio dal traumatico aumento dei costi di trasporto che pesa su un settore dove il conto della logistica arriva ad incidere fino al 30-35% per i prodotti freschi. E’ quanto emerge dall’analisi di Coldiretti su dati Istat all’apertura del Macfrut. Fruit & Veg Professional Show di Rimini. I prodotti ortofrutticoli Made in Italy che in valore crescono di più all’estero sono le albicocche (+75%), le mele (+5%), i kiwi (+2%), i pomodori (+10,5%), le lattughe (+4%), i cavoli (+10%), stabile l’uva (+0,4%) mentre calano gli agrumi (-9%) e le patate (-15,6%). I consumatori che apprezzano di più frutta e verdura italiane sono i tedeschi che mettono nel loro carrello della spesa quasi 1/3 (30,4%) di tutto quello che viene spedito all’estero dal Belpaese con un valore che sfiora 1,7 miliardi nel 2021 in crescita del 5%. Dietro la Germania si piazza la Francia con oltre 580 milioni di euro di acquisti di ortofrutta italiana seguita dall’Austria con quasi 354 milioni.

Il comparto ortofrutticolo piemontese conta numeri importanti con un fatturato complessivo di oltre 500 milioni di euro, una superficie di 18.479 ettari e 7.950 aziende. L’annata 2021, però, in Piemonte è stata fortemente colpita dal maltempo, in particolare dalle gelate e dalla grandine, che ha causato perdite del 70% per albicocche e susine e anche fino al 100% per pesche e kiwi.

“Restano buoni segnali per l’export che, in linea con i dati nazionali, si attesta per la nostra Regione sul +5% per le mele e +2% per i kiwi – spiegano Roberto Moncalvo Presidente di Coldiretti Piemonte e Bruno Rivarossa Delegato Confederale -. Tra l’ampia gamma varietale che può vantare l’Italia, spicca la Mela Rossa Cuneo Igp, riconoscimento ottenuto a livello comunitario nel 2013. La produzione di mele piemontese, tipica della zona compresa tra Pinerolo e Cuneo coinvolge più di 4 mila aziende ed una superficie di oltre 6 mila ettari ed è un frutto che esportiamo in tutti gli emisferi, dall’Europa, soprattutto in Germania, al nord Africa, dall’America del nord a quella del sud. Per quanto riguarda i kiwi, la moria ha fatto sì che ci sia stato un calo drastico delle superfici destinate alla coltivazione, passate nel giro di pochi anni, dal 2016 a oggi, dagli oltre 4.300 agli attuali 3.700 ettari, ma resta un frutto molto apprezzato all’estero e di ottima qualità. Sicuramente, adesso, a pesare sul comparto sono i rincari di energia, carburante, materie prime, fertilizzanti ed imballaggi arrivati addirittura al +72%. Per difendere il nostro patrimonio frutticolo è necessario – proseguono Moncalvo e Rivarossa – intervenire per contenere il caro energia ed i costi di produzione con interventi immediati e strutturali per programmare il futuro. Occorre lavorare ad accordi di filiera con precisi obiettivi qualitativi e quantitativi e prezzi equi che non scendano mai sotto i costi di produzione come prevede la nuova legge di contrasto alle pratiche sleali”.

 

 

ALESSANDRIA, SALUTE: 6 ADOLESCENTI SU 10 NON MANGIANO MAI FRUTTA E VERDURA

In Italia il 42% dei bambini tra i 5 e i 9 anni è obeso o in sovrappeso, con un risultato che è il peggiore dell’Unione Europea, dove la media è del 29,5%, e un impatto potenzialmente devastante sulla salute delle giovani generazioni.

E’ quanto emerge da un’analisi della Coldiretti sul Rapporto 2022 dell’ufficio europeo dell’Organizzazione mondiale della Sanità (Oms) che evidenzia come per gli adulti il risultato italiano sia, invece, sostanzialmente sui livelli Ue, con il 58,5% con eccesso ponderale.

Un trend dunque allarmante poiché i numeri evidenziano come i problemi di peso interessino soprattutto i giovani. Nella fascia di età tra i 7 e i 9 anni si registra, infatti, un 41,9% obeso in sovrappeso rispetto a una media comunitaria del 29%, e in quella tra i 10 e i 19 anni la percentuale è del 34,2% rispetto al 24,9% degli adolescenti europei.       

A pesare sono soprattutto modelli sbagliati di consumo all’interno dei nuclei familiari con il preoccupante abbandono dei principi della Dieta mediterranea. Basti pensare che ben 6 adolescenti italiani su 10 non mangiano né frutta né verdura ogni giorno, secondo l’analisi Coldiretti su dati Oms, aumentando così i rischi legati all’obesità e alle malattie ad essa collegate.

“Per assicurare una migliore alimentazione e per educare le nuove generazioni è importante recuperare abitudini a tavola più sane ma anche qualificare l’offerta delle mense scolastiche anche con cibi locali a km 0 che valorizzino le realtà produttive locali e garantiscano genuinità e freschezza – ha affermato il Presidente Coldiretti Alessandria Mauro Bianco -. Da oltre vent’anni Coldiretti Alessandria è impegnata nelle scuole della provincia con il progetto di Educazione alla Campagna Amica promosso da Donne Impresa che coinvolge in tutta Italia alunni delle scuole elementari e medie che partecipano a lezioni in programma nelle fattorie didattiche e nei laboratori del gusto organizzati sia nelle aziende agricole che in classe”.

Alla progettualità per l’anno scolastico 2021/2022 hanno risposto a livello provinciale 45 classi per circa 1.000 alunni, soprattutto primarie: grazie al progetto “ABC – alimentarsi bene conviene” vengono affrontati i temi della sostenibilità, della tutela dell’ambiente, della legalità sviluppati attraverso la chiave del cibo, del mondo della campagna, del modello di agricoltura sostenibile che contraddistinguono in modo distintivo l’Italia e il Made in Italy agroalimentare.

L’obiettivo è quello di formare consumatori consapevoli sui principi della sana alimentazione e della stagionalità dei prodotti per valorizzare i fondamenti della dieta mediterranea e ricostruire il legame che unisce i prodotti dell’agricoltura con i cibi consumati ogni giorno e fermare il consumo del cibo spazzatura.

Il progetto si inserisce nei percorsi di formazione realizzati per dare attuazione al Protocollo sottoscritto nel 2019 tra il Ministero dell’Istruzione e Coldiretti “Per la promozione delle competenze connesse alla sostenibilità nell’alimentazione, per lo sviluppo dell’economia circolare, della green economy e dell’agricoltura di precisione e digitale.

“La pandemia prima e il caro prezzi a causa della guerra hanno imposto un cambiamento radicale delle abitudini di vita e di consumo che ha avuto effetto anche sulla qualità di ciò che si porta in tavola – ha aggiunto il Direttore Coldiretti Alessandria Roberto Bianco –. In questo momento di difficoltà si rafforza l’obiettivo di formare dei consumatori consapevoli sui principi della sana alimentazione e della stagionalità dei prodotti per valorizzare i fondamenti della dieta mediterranea e ricostruire il legame che unisce i prodotti dell’agricoltura con i cibi consumati ogni giorno. A preoccupare è l’impatto della crisi sulla spesa con il rischio che vengano messi in dispensa prodotti low cost offerti spesso a prezzi troppo bassi per essere di qualità, che possono avere un impatto negativo sulla salute”. 

 

 

VENEZIA, I PESCATORI DENUNCIANO IL FENOMENO DELL’ “ACQUA VIVA”.

Capita da circa 10 giorni, un fenomeno preoccupante che sta mettendo nuovamente alla prova i pescatori: loro la chiamano in gergo “Acqua viva”. Si tratta di una sostanza gelatinosa che compare in una quantità impressionante quando i pescatori raccolgono la rete durante la pesca a strascico: la rete compare completamente imbrattata, ma in alcuni casi la sostanza tende a soffocare anche il pesce più piccolo come ad esempio le seppie. Il primo episodio è stato segnalato a dieci miglia a largo di Chioggia ma il fenomeno si sta diffondendo a macchia d’olio, tanto che i pescatori si sono lamentati del problema a Caorle ma anche nel Delta del Po’. “Abbiamo portato una campionatura di questa sostanza ai biologi che ci daranno a brevissimo un riscontro- spiega Alessandro Faccioli responsabile di Impresa Pesca Coldiretti – i pescatori stanno segnalando delle serie difficoltà in quanto impiegano molte ore di lavoro nel ripristinare la rete per poterla riutilizzare. Stiamo monitorando attentamente la situazione per capirne le cause e soprattutto le evoluzioni.”

Le ipotesi fin’ora fanno pensare che si tratti di uno stato di decomposizione di meduse che una volta morte precipitano sul fondale del mare dando origine a questa sostanza melmosa. Viene subito spontanea una riflessione riguardo la presenza delle meduse che normalmente avviene nei mesi estivi, ora anticipata nella stagione primaverile. Attendiamo dunque il riscontro dei biologi, sperando davvero che il lavoro dei pescatori non venga minato anche da questa nuova difficoltà.

 

 

BRESCIA, INDENNIZZO DANNI AVIARIA: IN ARRIVO IL PRIMO PROVVEDIMENTO

Il primo provvedimento finalizzato a sostenere le aziende avicole colpite e danneggiate dall’influenza aviaria dello scorso inverno dovrebbe aver superato l’ultimo scoglio: la scorsa settimana, infatti, la Conferenza Stato Regioni ha definitivamente approvato lo schema di Decreto Ministeriale che punta ad anticipare parte del danno subito, in attesa dei fondi e dei definitivi provvedimenti comunitari.

“Un provvedimento tanto atteso e fortemente voluto da Coldiretti – specifica il Presidente provinciale Valter Giacomelli – per dare una prima risposta concreta a tanti allevatori e all’intera filiera, obbligati a lunghi periodi di fermo di produzione a causa dei focolai di influenza aviaria”. Adesso è importante fare presto.

“Per dirla tutta – continua il Presidente Giacomelli – gli allevatori si aspettano un deciso cambio di passo della complessa macchina burocratica che normalmente regolamenta l’erogazione di aiuti e contributi. In questo senso la sollecitazione a velocizzare i pagamenti, prevedendo domande e procedure snelle e semplificate all’essenziale. Le aziende interessate sono ancora in grave difficoltà economica, ed è importante che arrivi quanto prima un aiuto concreto, anche se parziale. Perché è bene ricordare e ricordarci che questo decreto riguarda solo un acconto per il fermo ottobre – dicembre 2021: Coldiretti sta lavorando perché a breve possa arrivare in porto anche il provvedimento che punta a ristorare i danni subiti per l’intero periodo di fermo di attività, che per molti allevamenti bresciani si è prolungato fino ad aprile 2022.

 

 

MANTOVA, PENSARE A NUOVO MODELLO DI SVILUPPO PER LE RISORSE IDRICHE

“L’agricoltura deve progettare un nuovo modello di sviluppo, che comprenda anche la gestione razionale delle risorse idriche e il coinvolgimento dei consorzi di bonifica in quest’ottica è più che mai necessario”. A dirlo è il presidente di Coldiretti Mantova, Paolo Carra, alla vigilia dell’incontro di presentazione delle iniziative organizzate sul territorio in vista della Settimana delle Bonifiche.

Ed è lo stesso presidente della più rappresentativa organizzazione agricola provinciale che si sofferma su alcune necessarie premesse sul tema acqua. Secondo l’ultimo rapporto della Fao – ricorda infatti Coldiretti Mantova – a fronte di una disponibilità di acqua dolce non sempre ottimale, è più che mai opportuno intensificare il ricorso alle tecnologie e all’innovazione per un corretto utilizzo. “Gli agricoltori mantovani, in questo senso, da tempo sono impegnati per ammodernare i propri strumenti di irrigazione, riducendo così la quantità di acqua impiegata – garantisce Carra -. La strada da percorrere è quella della smart irrigation, magari prevedendo politiche specifiche di aiuti per accelerare il rinnovamento in chiave sostenibile”, tenuto anche conto che grazie al Pnrr sono a disposizione risorse a livello nazionale per 900 milioni di euro.

Allo stesso tempo, chiosa Coldiretti Mantova, i cambiamenti climatici in atto preoccupano per l’avvicendamento di fenomeni estremi e di una tropicalizzazione del clima che alterna a periodi siccitosi più o meno prolungati delle forti precipitazioni come bombe d’acqua e grandine.

“Tale scenario – puntualizza Carra – impone inevitabilmente azioni mirate da un lato alla tempestiva pulizia dei canali per accogliere e scolmare acqua in caso di eccesso e, contemporaneamente, invita a realizzare bacini e strutture di stoccaggio delle risorse idriche, per evitare di rischiare che anche un reticolo irriguo particolarmente innervato sul territorio come quello della Lombardia Sud-Orientale non riesca a garantire l’uso irriguo per un’agricoltura competitiva e ad alto valore aggiunto come quella virgiliana”.

In un’annata agraria striminzita dal punto di vista delle precipitazioni come quella che stiamo vivendo, resa complicata da costi di produzione in salita libera, finora la gestione dei consorzi di bonifica che operano sul territorio, a giudizio di Coldiretti Mantova, è stata oculata e all’altezza della situazione.

Ora, forse, potrebbe rendersi necessario un ulteriore passo avanti per garantire uno sviluppo armonico e una risposta organica al sistema irriguo e di bonifica che, come è noto, va a beneficio non soltanto dell’agricoltura, ma dei cittadini e delle comunità servite dai consorzi. “Per questo invito i consorzi di bonifica del territorio, dal Garda-Chiese al Navarolo, dal Terre dei Gonzaga al consorzio Territori del Mincio fino all’ente consortile di secondo grado Mincio a valutare la possibilità di intensificare il dialogo progettuale, magari attraverso una gestione congiunta, condivisa e unitaria dei propri servizi tecnici, così da rendere le strutture di gestione irrigua ancora più performanti, sostenibili e competitive”.

 

 

RAVENNA, BENE GDF SU EXTRAVERGINE, FALSA 1 BOTTIGLIA SU 4

Con più di una bottiglia di olio extravergine d’oliva su quattro di provenienza extracomunitaria (27%) che è risultata falsa è importante l’attività di controllo a tutela dei cittadini consumatori e delle aziende agricole in un Paese come l’Italia dove nel 2021 sono arrivati ben 540 milioni di chili di prodotto dall’estero, quasi il doppio della produzione nazionale (+80%). E’ quanto afferma la Coldiretti, sulla base dei dati Istat, nell’esprimere soddisfazione per l’operazione Verum et oleum condotta dalla Guardia di Finanza e dall’Icqrf del Ministero delle Politiche agricole che hanno portato alla scoperta di 2,3 milioni di litri di olio irregolare che entravano nel nostro paese attraverso operatori del settore oleario presenti in tutto il territorio nazionale e i principali porti di ingresso delle materie prime di provenienza estera.

Le frodi non solo ingannano i cittadini – sottolinea la Coldiretti – ma fanno crollare i prezzi dei prodotti di qualità in una situazione resa già difficile dalla concorrenza sleale delle importazioni dall’estero. Da difendere – continua la Coldiretti – c’è una produzione nazionale di oltre 300 milioni di chili nel 2021 ottenuta grazie al lavoro delle circa 400 mila aziende agricole nazionali impegnate a coltivare ulivi in Italia, che può contare sul maggior numero di olio extravergine a denominazione in Europa (43 Dop e 4 Igp) con un patrimonio di 250 milioni di piante e 533 varietà di olive, il più vasto tesoro di biodiversità del mondo.

“Bene, dunque, le azioni di contrasto e tutela messe in atto dalle autorità – è il commento di Nicola Dalmonte, Presidente di Coldiretti Ravenna – con controlli mirati e puntuali si tutelano eccellenze e produzioni di qualità, come l’extravergine di Brisighella, prima DOP italiana dell’olio, un patrimonio del nostro territorio apprezzato a livello nazionale e internazionale, simbolo della grande biodiversità italiana che tutto il mondo ci invidia”.

In queste condizioni il consiglio della Coldiretti è quello di scegliere Made in Italy verificando attentamente l’etichetta.  Sulle bottiglie di extravergine ottenute da olive straniere in vendita nei supermercati è quasi impossibile nella stragrande maggioranza dei casi, leggere le scritte “miscele di oli di oliva comunitari”, “miscele di oli di oliva non comunitari” o “miscele di oli di oliva comunitari e non comunitari” obbligatorie per legge nelle etichette dell’olio di oliva. La scritta – precisa la Coldiretti – è riportata in caratteri molto piccoli, posti dietro la bottiglia e, in molti casi, in una posizione sull’etichetta che la rende difficilmente visibile tanto che i consumatori dovrebbero fare la spesa con la lente di ingrandimento per poter scegliere consapevolmente.

 “Gli ottimi risultati dell’attività di contrasto confermano la necessità di tenere alta la guardia e di stringere le maglie ancora larghe della legislazione con la riforma dei reati in materia agroalimentare” ha affermato il presidente della Coldiretti Ettore Prandini nel sottolineare che “l’innovazione tecnologica e i nuovi sistemi di produzione e distribuzione globali rendono ancora più pericolosa la criminalità nell’agroalimentare che per questo va perseguite con la revisione delle leggi sui reati alimentari elaborata da Giancarlo Caselli nell’ambito dell’Osservatorio agromafie promosso dalla Coldiretti per introdurre nuovi sistemi di indagine e un aggiornamento delle norme penali”.

Ma occorre anche diffidare dei prezzi troppo bassi, acquistare extravergini a denominazione di origine Dop e Igp, quelli in cui è esplicitamente indicato che sono stati ottenuti al 100 per 100 da olive italiane o di comperare direttamente dai produttori olivicoli, nei frantoi o nei mercati di Campagna Amica dove è possibile assaggiare l’olio EVO prima di comprarlo e riconoscerne le caratteristiche positive.

L’Italia – precisa la Coldiretti – è il primo consumatore mondiale di olio di oliva con una media negli ultimi 5 anni di 504 milioni di chili, seguita dalla Spagna con 483 milioni di chili e dagli Stati Uniti con ben 320 milioni di chili. Purtroppo, negli ultimi trent’anni – spiega Coldiretti – l’Italia ha perso il 46% del proprio potenziale produttivo a causa del clima pazzo, che ha alterato l’ecosistema tradizionale, ma anche per l’abbandono degli uliveti, per lo scarso ricambio generazionale e per l’assenza di una chiara strategia politica di rilancio del settore.

Per sostenere e incrementare la produzione nazionale di extravergine Coldiretti ha presentato nell’ambito del Recovery Plan un progetto specifico legato alle reti d’impresa per il futuro dell’olio d’oliva. L’obiettivo è rilanciare la produzione nazionale dell’olio d’oliva per confermare il primato di qualità del Made in Italy attraverso la realizzazione di nuovi uliveti, di impianti di irrigazione e costruzione di pozzi o laghetti, anche in maniera consorziata, favorendo la raccolta meccanizzata delle olive con macchinari che riducano i tempi e costi di raccolta.?

 

 

MODENA, MACRUT, É RECORD EXPORT ORTOFRUTTA A 5,6 MLD?

Con quasi 5,6 miliardi di euro (+8%) è record storico per la frutta e la verdura Made in Italy all’estero con le esportazioni che hanno raggiunto nel 2021 il massimo di sempre raddoppiando i valori registrati al debutto del secolo, ma il risultato è ora messo a rischio dal traumatico aumento dei costi di trasporto che pesa su un settore dove il conto della logistica arriva ad incidere fino al 30-35% per i prodotti freschi. E’ quanto emerge dall’analisi di Coldiretti su dati Istat all’apertura del Macfrut. Fruit & Veg Professional Show di Rimini allo Stand Coldiretti, Padiglione B5 – stand 075 con la presenza del presidente nazionale Ettore Prandini.

I prodotti ortofrutticoli Made in Italy che in valore crescono di più all’estero – spiega Coldiretti – sono le albicocche (+75%), le mele (+5%), i kiwi (+2%), i pomodori (+10,5%), le lattughe (+4%), i cavoli (+10%), stabile l’uva (+0,4%) mentre calano gli agrumi (-9%) e le patate (-15,6%).

I consumatori che apprezzano di più frutta e verdura italiane sono i tedeschi che mettono nel loro carrello della spesa quasi 1/3 (30,4%) di tutto quello che – rileva Coldiretti – viene spedito all’estero dal Belpaese con un valore che sfiora 1,7 miliardi nel 2021 in crescita del 5%. Dietro la Germania si piazza la Francia con oltre 580 milioni di euro di acquisti di ortofrutta italiana seguita dall’Austria con quasi 354 milioni.

Ma il trend rialzista coinvolge, nonostante le difficoltà legate alla Brexit, anche il Regno Unito dove i consumi crescono del 7,7% per un carrello della spesa che vale oltre 279 milioni di euro.  E, prima che le truppe russe scatenassero l’inferno con l’invasione militare, l’andamento positivo coinvolgeva anche l’Ucraina con una crescita del 4% degli acquisti.

In questo scenario l’impennata dei prezzi dei carburanti – continua Coldiretti – rischia di scatenare una tempesta sui costi della logistica con l’Italia che deve già affrontare per il trasporto merci una spesa aggiuntiva di 13 miliardi di euro rispetto ai concorrenti degli altri Paesi. In Italia il costo medio chilometrico per le merci del trasporto pesante è pari a 1,12 euro al chilometro, più alto di nazioni come la Francia (1,08 euro/chilometro)  e la Germania (1,04 euro/chilometro), ma addirittura doppio se si considerano le realtà dell’Europa dell’Est: in Lettonia il costo dell’autotrasporto è di 0,60 euro al chilometro, in Romania 0,64 euro/chilometro; in Lituania 0,65 euro/chilometro, in Polonia  0,70 euro/chilometro secondo l’analisi di Coldiretti su dati del Centro Studi Divulga.

“In tale ottica è determinante agire sui ritardi strutturali dell’Italia e sbloccare tutte le infrastrutture che migliorerebbero i collegamenti tra Sud e Nord del Paese e anche con il resto del  mondo per via marittima e ferroviaria in alta velocità, con una rete di snodi composta da aeroporti, treni e cargo” evidenzia il presidente della Coldiretti Ettore Prandini nel sottolineare che “il caro energia ha aumentato il gap competitivo del nostro Paese”.

 

 

TREVISO HA 7 NUOVI CUOCHI CONTADINI

Sono 20 i nuovi cuochi contadini veneti diplomati dopo aver frequentato l’Agrichef Academy promossa da Coldiretti. La prova finale, a cui hanno partecipato 12 imprenditori agricoli della provincia di Verona, 1 veneziano e 7 della provincia di Treviso, si è svolta al Mercato Coperto di Verona.

Ecco i nuovi 7 agriturismi trevigiani che potranno vantare dei Cuochi contadini: Agriturismo Da Zeffi di Spresiano grazie a Yaima Fuentes Rosell, Al Caravaggio di Vedelago con Moris Lazzaron, Al Vigneto Vecio di Valdobbiadene con Teresa Padovan, La Pila di Cison di Valmarino con Luca Carniel, Il Lago delle Fate ittiturismo di Vedelago con Brian, General Fiorone di Montebelluna con Tiziana Zamattia, Casa de Sergio di Refrontolo con Martina Lot.

Davanti a una giuria composta da docenti, giornalisti, funzionari della Regione Veneto ed esperti del settore agroalimentare oltre che dal direttore regionale di Coldiretti Marina Montedoro, dal presidente e direttore provinciali Alex Vantini e Giuseppe Ruffini per Coldiretti Verona e il direttore Giuseppe Satalino con Mattia Mattiuzzo  vice presidente di Coldiretti Treviso e Loris De Miranda, presidente Terranostra Treviso, oltre che dal presidente nazionale di Terranostra Diego Scaramuzza, gli aspiranti cuochi contadini dovranno  hanno superato delle prove per dimostrare di saper coniugare pratica e teoria con l’obiettivo di aumentare la qualità negli agriturismi di Campagna Amica e renderli portavoce dei valori del territorio. Il tutto per conquistare l’ambita giacca personalizzata con nome e cognome dell’aspirante chef.

Il cuoco contadino oltre che essere un agricoltore e abile cuoco, è anche un conoscitore e perfetto ambasciatore dei prodotti locali che cucina e presenta in modo eccellente per soddisfare le diverse esigenze della clientela. La prova d’esame terminerà con la consegna degli attestati e delle giacche firmate Terranostra Campagna Amica.

 

 

MANTOVA, STOP EXPORT OLIO DI PALMA. PIÙ SPAZIO AL BURRO

La decisione dell’Indonesia di vietare l’export di olio di palma deve essere l’occasione per accelerare la sua sostituzione con prodotti più salubri ed a minor impatto ambientale come il burro, l’olio di oliva o quello di nocciola utilizzato storicamente nelle prime creme spalmabili.

Lo sottolinea Coldiretti Mantova, alla luce del bando parziale alle esportazioni deciso a partire dal 28 aprile dal Paese asiatico, che è il primo produttore mondiale di olio di palma. Nel 2021, secondo l’analisi della Coldiretti su dati Istat, l’Italia lo scorso anno ha importato ben 1,46 miliardi di chili di olio di palma dei quali circa la metà per un quantitativo di 721 milioni di chili proprio dall’Indonesia.

Il territorio mantovano, in particolare, può vantare la presenza del Consorzio Virgilio (oltre 50 realtà cooperative associate e più di 1.500 allevatori conferenti), che si colloca fra i principali produttori nazionali di burro, con volumi che nel 2021 hanno superato le 10.000 tonnellate e diverse tipologie di offerta e di formati (burro di centrifuga, burro biologico, senza lattosio, burro Virgilio “selezione”).

Per il burro, inoltre, la fase di mercato è allineata con quella positiva del latte spot e del mercato lattiero caseario, con quotazioni che si collocano su valori anche dell’80% superiori rispetto a 12 mesi fa.

A livello nazionale, poi, l’Italia – che è il secondo produttore mondiale di olio di oliva – può contare su un prodotto sostitutivo di grande qualità alla base della dieta mediterranea che peraltro ha avuto aumenti di prezzi contenuti al 5,3% rispetto al +25,9% degli altri oli vegetali.

 

 

ASTI, A “TAVOLA” COL NUTRIZIONISTA CLINICO E DIETOLOGO GIORGIO CALABRESE

Si è concluso con circa 250 fruitori in presenza, e numerose classi degli Istituti d’Istruzione Superiore di Asti collegate in remoto, il primo ciclo d’incontri di formazione/informazione “A tavola col Nutrizionista Clinico e Medico Dietologo Giorgio Calabrese” promosso da Coldiretti Asti presso il Mercato Contadino di Campagna Amica. Quattro, complessivamente, gli appuntamenti programmati nell’ambito del focus su “Alimentazione & Salute” e realizzati col patrocinio dell’Ordine Provinciale dei Medici Chirurghi e degli Odontoiatri di Asti e dell’Ordine dei Farmacisti della provincia di Asti.

Al centro dell’ultima Lectio Magistralis del prof Calabrese, rivolta agli studenti delle Scuole Superiori, ai farmacisti dell’Ordine della Provincia di Asti e alla cittadinanza, c’è stato l’annoso dilemma riguardante la dieta, in termini di scelta di un appropriato regime alimentare finalizzata al corretto apporto nutrizionale e, altresì, al mantenimento della migliore condizione fisica.

Si è così parlato di “Dieta&Diete”, entrando nel merito di: “Emozioni e Alimentazione”, “Fame fisica e fame emotiva” e di “Integratori Alimentari, Cannabinoidi e Farmaci”.

Ancora una volta, l’esperto è tornato a rimarcare l’importanza della consapevolezza, quella scientificamente suffragata, prima di intraprendere qualsivoglia percorso alimentare finalizzato alla diminuzione o all’aumento di peso. Fondamentale, dunque, conoscere il funzionamento del corpo umano, i principi attivi nonché i contenuti di farmaci e integratori e, in ultimo ma non ultimo, le possibili conseguenze/reazioni/interazioni; per questo, resta opportuno affidarsi sempre a professionisti di fiducia evitando il fai da te, spesso, influenzato da bombardamenti mediatici-commerciali.

In apertura di Lectio, Calabrese si è soffermato sulle piante/erbe officinali e sul l’apporto dei principi attivi a livello terapeutico e alimentare. In particolare, è stato sottolineato come le piante officinali, in alcuni casi, possano aiutare a contenere l’assunzione di farmaci relativamente a determinate patologie. Tra gli altri, ne sono un esempio la Santoreggia, l’Elicriso e la Belladonna (antiasmatiche); Basilico, Timo, Rosmarino e Iperico (antisettiche); Ortica, Salvia e Santoreggia (antidiabetiche); Curcumina e Zenzero (antiossidante e antinfiammatoria).

A far crescere la curiosità tra gli astanti, è stata la parte dedicata alle piante utilizzate nelle terapie antitumorali (Camptotheca acuminata e Resveratrolo, quest’ultimo presente nelle bucce dell’uva e nell’olio extravergine d’oliva) e antidolorifiche nel fine vita (Cannabinoidi).

“La Cannabis è una droga e, in quanto tale, fa male sempre – ha premesso Calabrese; – infatti, agisce sulle membrane dei neuroni alterando la sensibilità celebrale e, conseguentemente, porta alla depauperazione degli assoni e dei neuriti. Solo in presenza di dolori acuti (malattie terminali), per “pietas”, il clinico può ricorrere al suo utilizzo”.

Anche per la scelta e l’assunzione di integratori alimentari, il fai da te può risultare rischioso e, talvolta, anche pericoloso. – L’integrazione alimentare non è necessaria in presenza di una dieta varia e adeguata; diventa, invece, utile in caso di diete fortemente ipocaloriche, esclusione di latticini, stati patologici particolari e per i vegetariani…”.

Tra i diversi integratori, è stata presa in esame la Efedrina (pianta diffusa nelle regioni calde-temperate) la cui azione agisce sul Sistema Nervoso Centrale riducendo l’appetito e fornendo un aiuto energetico ma, tra gli effetti collaterali, potrebbero insorgere: stordimento, agitazione, insonnia, tachicardia e aumento della pressione arteriosa.

Passando poi agli aminoacidi, è stato rimarcato come i prodotti finalizzati all’integrazione di aminoacidi (ramificati e glutamina), spesso, utilizzati per migliorare la prestazione sportiva e la muscolatura, non trovino conferma nella letteratura scientifica circa gli effetti ergogenici e, inoltre, tra le reazioni avverse, possano produrre disturbi gastrointestinali, mentre elevate dosi di arginina possano provocare cefalea, ipotensione e nefrotossicità.

Un passaggio sulle diete iperproteiche, è poi servita per far luce su come queste agiscano sul metabolismo. “L’assunzione di alte quantità di proteine può causare squilibri metabolici e problemi di assorbimento, aumento dei livelli di colesterolo e perdita di calcio. Anche le vitamine, in molti casi consigliate, vanno assunte con criterio in quanto il sovraddosaggio può causare complicazioni cliniche, come danni renali, disturbi gastrointestinali, insonnia, perdita di capelli, emorragie, alterazioni del sistema immunitario e delle funzioni sessuali”.

Infine, parlando di alimentazione tradizionale, vegetariana, vegana e entomofaga, l’esperto ha ricordato che – l’alimentazione vegana, in particolar modo per le bambine prima dello sviluppo, non è ideale, mentre quella a base d’insetti è una questione di cultura. Invece, eliminare di default pane e pasta dalla dieta significa togliere liquidi e una parte di muscolo”.

In conclusione, la dieta ideale continua ad essere quella Mediterranea e, in caso di sovrappeso o sottopeso, resta fondamentale rivolgersi agli specialisti e, mai, cedere alle sollecitazioni modaiole e mediatiche che, quasi sempre, possono arrecare conseguenze anche gravi e durature.

“Ancora una volta – ha concluso il Direttore Coldiretti Asti Diego Furia, – la linea di Coldiretti rappresenta la migliore risposta, in termini pratici e culturali, ai presupposti di equilibrio nutrizionale, quindi di benessere psicofisico, attraverso una costante proposta alimentare sana e genuina che, attenta al kmZero e alla stagionalità dei prodotti, impatta positivamente sulla salute dell’uomo/donna e dell’ambiente”. 

Tra i presenti, anche il vice presidente dell’Ordine dei Farmacisti della provincia di Asti Paola Follo.

Il Mercato Contadino di Campagna Amica Asti di Corso Alessandria 271 è aperto il mercoledì e il venerdì (in orario 9-14) e il sabato (in orario 9-19). L’Enoteca, invece, è aperta dal martedì al sabato in orario 9-19. Possibili ordini online consultando il sito: www.enotecamica.it.

 

 

COMO, SOSTENIBILITÀ, CON -20% DI PESTICIDI L’AGRICOLTURA È LA PIÙ GREEN D’EUROPA

L’agricoltura italiana è la più green d’Europa con il taglio record del 20% sull’uso dei pesticidi che al contrario aumentano in Francia, Germania e Austria. Lo rende noto la Coldiretti in riferimento all’ultimo report Eurostat per il periodo compreso fra il 2011 al 2020 che registra invece un aumento del 6% in Francia che si contende con l’Italia il primato agricolo nell’Unione Europea.

“Un quadro che si riflette in pieno anche nel comprensorio lariano, dove anzi crescono le imprese biologiche e dove l’armonia tra agricoltura e ambiente rappresenta un valore aggiunto importante” commenta Fortunato Trezzi, presidente di Coldiretti Como Lecco. “La nostra agricoltura è peraltro la meno sussidiata tra quelle dei principali Paesi europei dove in vetta alla classifica ci sono al primo posto la Francia, seguita da Germania e Spagna. Ciononostante, è la più green d’Europa, con 315 specialità Dop/Igp italiane riconosciute a livello comunitario e 526 vini Dop/Igp, 5333 prodotti tradizionali regionali censiti lungo la Penisola, la leadership nel biologico con oltre 80mila aziende agricole bio, e il primato della sicurezza alimentare mondiale con il minor numero di prodotti agroalimentari con residui chimici irregolari. E l’Italia è anche leader nella biodiversità”. 

Il settore è tra i più sostenibili a livello comunitario – prosegue Coldiretti Como Lecco – con appena il 7,2% di tutte le emissioni a livello nazionale con 30 milioni di tonnellate di CO2 equivalenti in Italia, contro i 76 milioni di tonnellate della Francia, i 66 milioni di tonnellate della Germania, i 41 milioni del Regno Unito e i 39 milioni della Spagna. L’Italia produce anche 1,7 miliardi di metri cubi di biometano ma è possibile quadruplicare questa cifra nel giro di meno di dieci anni con la trasformazione del 65% dei reflui degli allevamenti.

“Occorre dunque salvaguardare un settore chiave per la sicurezza e la sovranità alimentare soprattutto in un momento in cui con l’emergenza Covid -19 il cibo ha dimostrato tutta la sua strategicità. Ma occorre anche avversare ogni tentativo di ridurre gli standard di sicurezza, a partire da pericolose deroghe ai prodotti contaminati con principi chimici vietati perché pericolosi.  A questo proposito preoccupa il fatto che in Italia sia stato consentito di non indicare nelle etichette degli alimenti la provenienza degli olii di semi indicati, mettendo a rischio la trasparenza dell’informazione

 

 

SONDRIO, GUERRA DIMEZZA EXPORT: RITORSIONI RUSSE COLPISCONO AGROALIMENTARE

La guerra fa più che dimezzare le esportazioni Made in Italy in Russia che crollano del 50,9% per effetto delle sanzioni e delle difficoltà conseguenti per le tensioni sul commercio internazionale, la svalutazione del rublo e le difficoltà nei pagamenti. E’ quanto emerge dall’analisi della Coldiretti sul commercio estero in Russia a marzo sulla base dei dati Istat che evidenziano peraltro un aumento del 158,2% delle importazioni in Italia da Mosca.

“Il risultato è un saldo commerciale negativo per l’Italia nel primo mese di guerra pari a 2,7 miliardi cui si aggiungono le difficoltà che i produttori incontrano, anche nella nostra provincia di Sondrio, a fronte dei rincari delle materie prime che stanno mettendo sotto stress tutte le filiere produttive, dal comparto zootecnico e lattiero caseario a quello vinicolo, per citare solo alcuni dei settori portanti dell’economia agricola della nostra provincia” commenta il presidente di Coldiretti Sondrio, Silvia Marchesini.

Le sanzioni dell’Unione europea scattate a marzo, oltre al blocco dell’import di acciaio, hanno colpito anche i consumi e le abitudini dell’elite russa che ama il lusso europeo come prodotti della moda, automobili costose e vini di pregio. Tra i prodotti alimentari Made in Italy più venduti nel Paese di Putin ci sono infatti prodotti come il vino e gli spumanti per un valore attorno ai 150 milioni di euro, il caffè per 80 milioni di euro, l’olio di oliva per 32 milioni di euro e la pasta per 27 milioni di euro.

In particolare l’Italia è il primo Paese fornitore di vino in Russia, con una quota di mercato di circa il 30%, davanti a Francia e Spagna, ed ha registrato nel 2021 un boom della domanda di vini spumanti.

Secondo l’analisi Coldiretti, la scelta di impedire, con le sanzioni Ue per la guerra in Ucraina, sole le vendite di prodotti sopra il valore di 300 euro ad articolo va a colpire una selezione ristretta di vini italiani (con l’esplicita esclusione del solo Prosecco), come ad esempio alcune bottiglie di Sassicaia, Barolo, Amarone, Brunello di Montalcino che possono in alcuni casi superare il limite.

“Gli effetti del conflitto ucraino rischiano dunque di cancellare completamente il Made in Italy a tavola dai mercati e dai ristoranti di Mosca aggravando ulteriormente – denuncia il presidente di Coldiretti Sondrio – gli effetti dell’embargo deciso da Putin con il decreto n. 778 del 7 agosto 2014, e da allora sempre prorogato, come risposta alla sanzioni decise dall’Unione Europea, dagli Usa ed altri Paesi per l’annessione della Crimea. Un blocco che è già costato alle esportazioni agroalimentari tricolori 1,5 miliardi negli ultimi 7 anni e 9 mesi.  Il decreto tuttora in vigore colpisce una importante lista di prodotti agroalimentari con il divieto all’ingresso di frutta e verdura, formaggi, carne e salumi provenienti da Ue, Usa, Canada, Norvegia ed Australia. L’agroalimentare è, fino ad ora, l’unico settore colpito direttamente dall’embargo che ha portato al completo azzeramento delle esportazioni in Russia dei prodotti Made in Italy presenti nella lista nera come salumi, formaggi e ortofrutta Made in Italy”.

 

 

VARESE: MUTUI ED ENERGIA, BENE DL AIUTI PER FRONTEGGIARE LA CRISI

“Il via libera del Consiglio dei Ministri a fondi per 180 milioni per l’accesso delle imprese agricole alla garanzie Ismea sui mutui nel Dl Aiuti è importante per salvare il Made in Italy a tavola in un momento di drammatica difficoltà per il settore, a causa degli effetti della guerra e dei rincari, e risponde alle richieste contenute nel piano anticrisi presentato dalla Coldiretti”. Lo rimarca il presidente di Coldiretti Varese Fernando Fiori, nel fare il punto sulla situazione dell’agricoltura nel Varesotto.

La situazione non è rosea, con 30% delle imprese agricole che in tutta Italia si trovano costrette a lavorare in perdita a causa del caro-materie: “La misura varata dal Governo Draghi registra tale difficoltà e consente alle piccole e medie imprese agricole che hanno registrato un incremento dei costi per energia, per carburanti o materie prime nel corso del 2022 di accedere alla garanzia diretta di Ismea con copertura al 100% per nuovi finanziamenti. Il tutto purché prevedano l’inizio del rimborso del capitale non prima di 24 mesi dalla erogazione e abbiano una durata fino a 120 mesi e un importo non superiore al 100% dell’ammontare complessivo dei costi e comunque non superiore a 35 mila euro.

Per raggiungere l’obiettivo dell’indipendenza energetica in Paese oggi legato al gas russo è importante anche la misura prevista dal Consiglio dei Ministri per incrementare la produzione di energia elettrica da fonti rinnovabili per il settore agricolo che consente alle aziende del settore di installare impianti fotovoltaici sui tetti delle proprie strutture produttive, permettendo anche di vendere l’energia prodotta. Il provvedimento si applica anche agli investimenti in corso di realizzazione inclusi quelli a valere sul Pnrr.

Secondo uno studio di Coldiretti Giovani Impresa solo utilizzando i tetti di stalle, cascine, magazzini, fienili, laboratori di trasformazione e strutture agricole sarebbe possibile recuperare una superficie utile di 155 milioni di metri quadri di pannelli con la produzione di 28.400Gwh di energia solare, pari al consumo energetico complessivo annuo di una regione di dimensioni medio-grandi.

Per far fronte al caro petrolio che incide sui bilanci delle imprese agricole è positiva – conclude Fiori – anche la proroga fino all’8 luglio 2022 delle aliquote agevolate sull’accisa per il gasolio e la benzina utilizzati come carburante per usi agricoli (pari rispettivamente a 22% e al 49% dell’aliquota ordinaria), ma anche l’azzeramento dell’aliquota di accisa del gas naturale usato per autotrazione.

 

 

Appuntamenti

 

NOVARA-VCO, INAUGURAZIONE MERCATO STAGIONALE DI CAMPAGNA AMICA A VERBANIA

Sarà presente fino a settembre ogni seconda domenica del mese sul lungolago di Pallanza

Il mercato contadino di Campagna Amica Piemonte Orientale sbarca a Verbania. Per tutto il periodo primaverile ed estivo, da maggio a settembre, i produttori saranno presenti sul lungolago di Pallanza per proporre le loro eccellenze per una spesa buona, sana e garantita. L’inaugurazione del mercato di Campagna Amica sarà domenica 8 maggio dalle 9 alle 19 e sarà tappa fissa fino a settembre ogni seconda domenica del mese. Il simbolico taglio del nastro avverrà alle ore 10 alla presenza dell’Amministrazione comunale. Il mercato stagionale di Verbania va ad aggiungersi ai mercati già consolidati e presenti sul territorio: Novara, Vercelli, Trecate, Galliate e Bellinzago.

“Abbiamo voluto fortemente inserire anche Verbania nel nostro circuito delle tappe fisse – affermano il Presidente di Coldiretti Novara-Vco Sara Baudo e il Direttore Francesca Toscani – Il grande successo ottenuto nell’edizione straordinaria svoltasi lo scorso settembre sempre nella stessa location, ci ha convinti a calendarizzare appuntamenti con una cadenza stabile. I produttori agricoli potranno proporre le loro eccellenze non solo agli abitanti del posto, ma anche ai tanti turisti che, specialmente nel weekend, popolano la stupenda zona del lungolago”.

Per l’avvio del mercato Campagna Amica ha deciso di promuovere l’iniziativa “Spesa sospesa” da destinare all’associazione Emporio dei Legami di Verbania, operante da oltre tre anni a sostegno della spesa alimentare delle famiglie in difficoltà. Sarà quindi possibile donare i prodotti all’associazione che verranno offerti a circa 400 famiglie in condizioni di povertà di Verbania e Comuni limitrofi e anche agli abitanti ucraini, scappati dalla guerra, ospitati nelle abitazioni private.

E ancora, in occasione della Festa della Mamma, ai bambini che verranno a visitare il mercato accompagnati dalla loro mamma sarà offerto un delizioso omaggio.

“Aumentare il numero dei mercati fissi è sicuramente uno degli obiettivi che ci eravamo preposti ad inizio anno – evidenzia il Presidente di Campagna Amica Piemonte Orientale Fabrizio Rizzotti – Essere presenti, costantemente, sui territori consente alle aziende agricole di farsi conoscere e di diventare punti di riferimento per i consumatori che desiderano trovare prodotti di stagione e di provenienza italiana garantita”. Tra le eccellenze proposte: ortaggi, frutta, trasformati, prodotti da forno, zafferano, riso e derivati, formaggi vaccini e caprini, salumi caprini, miele e derivati.

I mercati di Campagna Amica Piemonte Orientale si trovano a:

–      Bellinzago (piazza Martiri) – 1° e 3° mercoledì del mese;

–      Galliate (via Bianca di Caravaggio) – 1° e 3° venerdì del mese;

–      Trecate (piazza Cavour) – 1° e 3° sabato del mese;

–      Novara (largo Leonardi) – 1ª e 3ª domenica del mese;

–      Vercelli (piazza Cavour) – 2° e 4° sabato del mese.

 

VERCELLI-BIELLA, IL PROGETTO NELLE SCUOLE PER UNA CORRETTA ALIMENTAZIONE

Secondo appuntamento, il primo nella provincia di Biella, dell’iniziativa “Lo sviluppo sostenibile e l’educazione alimentare”. Il progetto è previsto nell’ambito del Protocollo di Intesa “Per la promozione delle competenze connesse alla sostenibilità nell’alimentazione, per lo sviluppo dell’economia circolare, della green economy e dell’agricoltura di precisione e digitale”, siglato nel 2019 con il Ministero dell’Istruzione, attraverso cui Coldiretti propone alle scuole un percorso formativo Promossa da Coldiretti Vercelli-Biella, l’iniziativa ha fatto tappa, martedì 3 maggio, alla scuola primaria di Viverone. Come nei precedenti appuntamenti sono stati trattati i temi della sostenibilità, della tutela dell’ambiente e della legalità sviluppati attraverso il cibo Made in Italy che funge da filo conduttore.

In classe, per promuovere anche tra i più piccoli corretti stili di vita ed una sana alimentazione, era presente l’imprenditore Roberto Guerrini della Società Agricola Guerrini F.lli S.S.. I temi della giornata “Alimentarsi bene conviene” e “Conosco ciò che mangio e mangio per conoscere” hanno permesso, tra conversazioni ed attività didattiche ed informative, di coinvolgere a pieno i bambini che hanno anche potuto scoprire il mondo del riso parlando di km 0, stagionalità, etichettature e filiere, oltre che imparare le differenze delle diverse tipologie di riso.

L’iniziativa prevede un percorso di formazione in aula, integrata da strumenti esperienziali complementari come, ad esempio, visite nelle aziende agricole, nelle fattorie didattiche o nei mercati di Campagna Amica. L’obiettivo è quello di proporre modelli positivi di comportamento nella tutela dei diritti e di esercizio di cittadinanza attiva sviluppando l’etica della responsabilità.

“Siamo entusiasti di poter presentare il progetto di Coldiretti ai più piccoli. Lo sviluppo sostenibile rappresenta la più grande sfida per il futuro e si traduce certamente in un nuovo modello di consumo più consapevole e volto anche a diminuire gli sprechi. La scuola e la famiglia hanno, in questo un’importanza cruciale – sostengono il Presidente di Coldiretti Vercelli-Biella Paolo Dellarole e il Direttore Francesca Toscani – Far incontrare il mondo della scuola con quello dell’agricoltura è un primo passo importante verso un’evoluzione di pensiero che deve essere raggiunta per sostenere il nostro territorio”.

“Come Donne Impresa crediamo fortemente nell’educazione alimentare – evidenzia la responsabile di Vercelli-Biella Silvia Tomasoni – I più piccoli saranno gli uomini e le donne del futuro e per questo bisogna investire tempo e impegno per creare una maggiore sensibilità su temi di grande attualità, quali la salute e il benessere, la prevenzione allo spreco e l’adozione di stili di vita basati su una sana alimentazione. Siamo certe che, la possibilità di imparare a contatto con la natura ed i suoi prodotti, divertendosi, contribuirà a far germogliare in loro un grande amore per la nostra Terra”. 

All’iniziativa hanno aderito numerose aziende delle due province che parteciperanno agli incontri in classe calendarizzati prima della fine dell’anno scolastico:

–       Azienda Agricola Tomasoni Silvia, Brusnengo (BI);

–       Azienda Agricola Il Tiglio di Lavarino Rita, Salussola (BI);

–       Società Agricola Guerrini F.lli S.S., Salussola (BI);

–       Honey Hunter di Maulini Daniela, Varallo (VC);

–       Società Agricola Cascina Brarola, Vercelli (VC).

Il progetto si inserisce in un percorso di collaborazione intrapreso da Coldiretti Vercelli-Biella con gli istituti del territorio. Nelle scorse settimane, infatti, la Federazione è diventata partner del concorso “L’Orto in classe” promosso dal giornale La Nuova Provincia di Biella che coinvolge più di 30 scuole biellesi tra materne e primarie per un totale di oltre 2.000 bambini. Gli alunni, dopo aver ricevuto i semi, hanno potuto cimentarsi nella realizzazione di un orto negli spazi verdi dell’istituto.

 

BRESCIA, “DEGUSTA IL MERCATO”

Un weekend di festa al Mercato agricolo coperto di Campagna Amica a Brescia dove si potranno degustare i prodotti agroalimentari eccellenti del nostro territorio. Un evento per assaggiare le eccellenze tradizionali bresciane ma anche per scoprire nuovi sapori e nuovi prodotti made in Brescia: due giorni interamente dedicati al gusto ed alla conoscenza anche dei produttori agricoli che animano il mercato coperto in Piazzetta Cremona 12.

“Questi eventi sono un ulteriore modo per essere vicini alla città, per celebrare le tradizioni bresciane conoscendo e degustando i prodotti tipici del nostro territorio – precisa Camilla Kron Morelli responsabile di Campagna Amica Brescia – il nostro mercato diventa uno spazio multifunzionale per attivate sinergia sul territorio, imparare piccoli trucchi ai fornelli, conoscere gli ingredienti e fare la spesa direttamente dal produttore. Un contatto diretto che cerchiamo in tutti i modi di valorizzare e sviluppare”.

L’evento, organizzato da Coldiretti Brescia si avvale dalla collaborazione degli studenti dell’Istituto Alberghiero Vincenzo Dandolo di Bargnano che, oltre a raccontare le qualità, le caratteristiche e le peculiarità dei prodotti agroalimentari, proporranno dei piccoli showcooking per la realizzazione di piatti gourmet che potranno poi essere degustati dai cittadini presenti.

Due i momenti dedicati alle degustazioni: venerdì 6 maggio è previsto un agri-aperitivo dalle ore 16.00 alle 19.00 mentre sabato 7 maggio per i presenti un brunch dalle ore 10.00 alle 13.00 sempre con gli straordinari prodotti del nostro territorio.