Latte e latticini, valide le ragioni per il sì all’origine in etichetta

6 Ottobre 2016
Latte e latticini, valide le ragioni per il sì all’origine in etichetta

La proposta francese, che riguarda latte e carne in alimenti trasformati, era stata sfidata dall’EDA – l’European Dairy Association -, che adduceva motivi di legittimità-ma l’Ombudsman Emily O’Reilly ha ribattuto alla genericità delle critiche: non in grado quindi di sfidare su un terreno propriamente legale la decisione dell’esecutivo francese. Sebbene l’industria europea stia combattendo frontalmente contro le proposte nazionali (in Italia, Polonia, Lituania e Grecia) per portare avanti disegni che impongano l’origine in etichetta sui trasformati. Da un punto di vista procedurale, una volta notificate le leggi alla Commissione europea, e passati 3 mesi senza obiezioni, queste sono considerate pienamente legittime.

L’EDA avrebbe criticato la restrizione al commercio sul mercato interno, e la mancanza di oggettivi requisiti di qualità. Per contro, i proponenti della legge in Francia hanno addotto come la maggior parte dei consumatori attribuisce un valore distintivo alla provenienza francese del latte e derivati.

Il dibattito facilmente si infiammerà, ma va detto che la “qualità” può a pieno titolo riguardare anche aspetti percettivi, in una sfera “allargata” del prodotto che comprenda la tutela del territorio rurale, del lavoro e del patrimonio gastronomico in senso lato. Inoltre, è sempre più evidente che sapere come e dove un animale da reddito è stato allevato determina… differenti esperienze sensoriali nei consumatori.

L’anno scorso la Lituania era stata rifiutata nel suo tentativo di proporre una norma simile, ma ora le cose sembrano sul punto di cambiare. Anche il Regno Unito, con gli agricoltori della National Farmers Union, si sono uniti alla richiesta al governo francese per avere l’obbligo di indicazione dell’origine. Un fronte che si allarga-l’Italia già ben presente e che ha parimenti notificato uno schema simile.

La Grecia è l’ultimo stato in ordine a notificare alla Commissione europea una norma sull’obbligo dell’origine per latte e latticini. Come per Italia e Francia, l’obbligo riguarda la zona di mungitura, di trasformazione e confezionamento. La misura greca sembra essere permanente, quindi non una prova temporanea. Sono previste modalità semplificate di comunicazione dell’origine qualora tutti i passaggi (produzione trasformazione e confezionamento) avvengano in un unico Paese: in tal case, è sufficiente indicare “Origine: …” seguita dal nome dello Stato membro.

Tutte le proposte normative in ogni caso adottano il principio legale del “mutuo riconoscimento”, ovvero, latte destinato ad altri mercati rispetto al mercato interno in cui vale la regola.

Nel frattempo sta proseguendo la volontà di meglio comunicare l’origine in etichetta anche tramite indicazione dello stabilimento produttivo: l’Italia, con la legge di delegazione europea 2016, ha dato infatti mandato al Governo di fare una proposta entro 12 mesi, al fine di prevedere espressamente tale possibilità, altrimenti a rischio di abrogazione stante l’incertezza della normativa europea.

Tale norma, che andrà poi notificata alla Commissione europea, non prevede però motivi critici di legittimità, e ad oggi costituisce una informazione volontaria che può essere data in etichetta nel pieno rispetto delle altre informazioni obbligatorie da rendersi.