Olanda, piano unilaterale lotta obesità

11 Febbraio 2016
Olanda, piano unilaterale lotta obesità

Una vera e propria Roadmap for Action sul miglioramento dei prodotti alimentari: è quanto stanno facendo le autorità olandesi – Il piano suona come una chiamata alle armi: riconoscendo la prevalenza di sovrappeso, obesità e malattie collegate all’alimentazione, che hanno un impatto così negativo sull’aspettativa di vita dei cittadini europei e minacciano la forza lavoro, in ragione anche del progressivo invecchiamento della popolazione.

Più in dettaglio, l’obesità infantile è considerata di particolare preoccupazione e richiede una forte e concertata azione.  Modelli di azione per spingere a un miglioramento dei consumi, anche tramite educazione ed informazione, sono perciò imperativi.

Denutrizione… insieme a ipernutrizione!

Il piano olandese, riconosce inoltre che il consumo di sale va portato entro i 5 g al giorno entro il 2015, così come il consumo di zucchero e più in genere l’introito di calorie e la riduzione dei grassi saturi –in linea con le raccomandazioni di Efsa e della OMS.

E si esprime anche preoccupazione per il parallelo scarso consumo di frutta e verdura- una vera e propria malnutrizione insomma.

La responsabilità del mercato e delle istituzioni

Tutta colpa dei cittadini ingordi? Non proprio-nel documento si riconoscono le “responsabilità congiunte” della filiera alimentare, in particolare industria, distribuzione, catering, bar – ma anche governi. Il miglioramento e la riformulazione dei prodotti sembra una misura importante in tutto questo.

Aspetti transfrontalieri

Altro aspetto centrale riguarda poi il Commercio interno in Europa degli alimenti: “una ampia varietà di prassi nazionali negli Stati membri e differenze nelle norme nazionali impediscono l’innovazione degli operatori e distorcono il mercato interno: di conseguenza il miglioramento dei prodotti alimentari richiede un coordinamento transfrontaliero e l’allineamento di iniziative nazionali. Inoltre Stati diversi hanno una diversa alimentazione, diversi programmi pregressi di miglioramento nutrizionale, e si trovano in diverse condizioni di policy e di mercato. In alcuni Stati vigono già disposizioni obbligatorie circa criteri composizionali”.

Collaborazione pubblico -privata

Le iniziative europee di tipo pubblico-privato sul tema- notabilmente, l’High Level Group on nutrition and physical activity (HLG) e la EU platform for Action on Diet, Physical Activity and Health (EU Platform) sono riconosciute nei loro sforzi, affermando che “azioni coordinate di tipo pubblico-privato nell’area della riformulazione alimentare e di etichettatura sono richieste per raggiungere risultati sostenibili nel lungo termini”. Una collaborazione tra le due piattaforme, necessaria, è in realtà già iniziata lo scorso 18 gennaio e dovrà proseguire- si raccomanda.

Esperienze di innovazione e miglioramento dei prodotti, ma le PMI sono svantaggiate

Le autorità olandesi mostrano poi un certo ottimismo nelle iniziative di innovazione, che avrebbero permesso- nonostante le difficoltà accennate- di raggiungere progressi nel ridurre i livelli di sale, grassi saturi e zuccheri. Circa le Piccole e Medie Imprese (PMI), che spesso non hanno le risorse necessarie per migliorare i prodotti, e che anzi, sono colpite della richiesta di innovazione dei prodotti anche come etichettatura si chiede di condividere buone prassi e agire sulla formazione.

Una soluzione adombrata? Condividere pratiche di successo, e conoscenza.

Insomma– un piano pieno di buoni propositi, sebbene ancora generale, e che confida ancora molto nella capacità dei privati di fare qualcosa.  E che per la prima volta sottolinea in modo convinto le difficoltà che una corsa al miglioramento dei cibi potrebbe avere per la tenuta del mercato interno e per le PMI.

Rimangono dubbi- come spesso evidenziato- sulle possibilità reali di miglioramento da parte di partner privati- ancora non pervenute. Come risulta problematico l’appello alle PMI, quando la concorrenza sleale operata dai grandi gruppi- in ragione anche della mancata definizione dei “profili nutrizionali” per limitare il marketing salutistico ingannevole- .

L’Olanda- presidenza della UE nel 2016- dovrà ora cercare consenso tra gli altri Stati membri. Rimane il dubbio, al netto di principi generali e obiettivi condivisibili- che la strada sia realmente nuova o utile. Ma lo sforzo c’è, e almeno come catalizzatore, potrà essere un ulteriore sasso nello stagno.

L’Olanda chiederà agli altri Stati membri di sottoscrivere l’iniziativa.