ARTICOLO | Meteo e Clima

Clima: il 2021 nella top ten dei più caldi dal 1800

17 Settembre 2021
Clima: il 2021 nella top ten dei più caldi dal 1800

Il 2021 si classifica fino ad ora al decimo posto in Italia tra i più caldi dal 1800 con la temperatura superiore di 0,71 gradi alla media storica. E’ quanto emerge dall’analisi della Coldiretti sui dati Isac Cnr relativi ai primi otto mesi dell’anno divulgati in occasione dell’intervento del premier Mario Draghi a Eumed, l”ottavo Vertice dei Leader dei Paesi meridionali dell’Unione europea. La tendenza al surriscaldamento è ormai strutturale in Italia dove la classifica degli anni più caldi negli ultimi due secoli si concentra nell’ultimo periodo e comprende nell’ordine – precisa la Coldiretti – anche il 2018, il 2015, il 2014, il 2019 e il 2003. Gli effetti– sottolinea la Coldiretti – si sono già fatti sentire con il divampare degli incendi e una drastica riduzione dei ghiacciai. A preoccupare – continua la Coldiretti – è anche l’innalzamento dei livelli del mare che secondo lo studio dell’Ingv (Istituto nazionale di geofisica e vulcanologia) farà crescere il livello del Mediterraneo di 20 centimetri entro il 2050 con punte di 82 centimetri nella zona della laguna di Venezia, con effetti devastanti per la città. Ma gli effetti si fanno già sentire sulle coltivazioni con l’acqua salata che sta penetra nell’entroterra e brucia le coltivazioni nei campi e costringe all’abbandono l’attività agricola alla foce del Po, per la risalita del cuneo salino, ossia l’infiltrazione di acqua salata lungo i corsi dei fiumi, rende inutilizzabili le risorse idriche e gli stessi terreni agricoli. Uno scenario già in atto che – continua la Coldiretti – aggrava le perdite provocate dai cambiamenti climatici all’agricoltura italiana pari a 14 miliardi di euro negli ultimi dieci anni per i danni provocati alle coltivazioni e alle strutture dagli eventi estremi causati dalla tendenza alla tropicalizzazione che  si manifesta con una più elevata frequenza di eventi violenti, sfasamenti stagionali, precipitazioni brevi ed intense ed il rapido passaggio dal sole al maltempo, con sbalzi termici significativi. L’agricoltura è l’attività economica che più di tutte le altre vive quotidianamente le conseguenze dei cambiamenti climatici, ma è anche il settore più impegnato per contrastarli – sottolinea la Coldiretti – si tratta di una nuova sfida per le imprese agricole che devono interpretare le novità segnalate dalla climatologia e gli effetti sui cicli delle colture, sulla gestione delle acque e sulla sicurezza del territorio. “Per fare ciò un intervento strategico è la realizzazione di infrastrutture a partire dai bacini di accumulo, proposto dalla Coldiretti e non a caso inserito nel Piano nazionale di ripresa e resilienza (Pnrr) varato dal Governo Draghi” ha affermato il presidente della Coldiretti Ettore Prandini nel sottolineare che “con i bacini potremmo arrivare a trattenere l’acqua portandola risorsa idrica dove non c’è, con la possibilità di aumentare le rese e combattere il dissesto idrogeologico. L’idea è di “costruire” senza uso di cemento – conclude la Coldiretti – per ridurre l’impatto l’ambientale laghetti in equilibrio con i territori, che conservano l’acqua per distribuirla in modo razionale ai cittadini, all’industria e all’agricoltura, con una ricaduta importante sull’ambiente e sull’occupazione.

 

 

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