ARTICOLO | Economia

Ucraina: la produzione di cereali scende ai minimi da 4 anni

8 Giugno 2022
Ucraina: la produzione di cereali scende ai minimi da 4 anni

La produzione mondiale di cereali è stimata in calo a 2,784 miliardi di tonnellate su valori minimi da quattro anni per effetto delle condizioni climatiche avverse nei diversi continenti ma anche al calo dei raccolti in Ucraina a causa della guerra che ha ridotto anche l’impiego di fertilizzanti. E’ quanto afferma la Coldiretti sulla base dei dati Fao in occasione del primo dialogo Ministeriale Mediterraneo sulla Crisi Alimentare. Il taglio dei raccolti mondiali – sottolinea la Coldiretti – riguarda soprattutto il mais destinato all’alimentazione animale, il grano e il riso mentre al contrario aumenta la produzione di orzo e sorgo. Il calo dei raccolti e le difficoltà nel commercio internazionale anche per il blocco dei porti nel Mar Nero ha provocato un balzo delle quotazioni con i prezzi internazionali dei cereali che sono cresciuti del 29,7% a maggio rispetto allo stesso mese dell’anno precedente. In tale ottica è importante la creazione di corridoi sicuri per permettere a navi commerciali di trasportare grano ucraino attraverso il mar Nero al centro dei negoziati promossi dalla Turchia.

Infatti se l’aumento dei prezzi dei prodotti alimentari durerà fino al 2024 come previsto da S&P Global Ratings nel rapporto ‘The Global Food Shock Will Last Years, Not Months’ le persone colpite da grave insicurezza alimentare nel mondo sono destinate a salire oltre i 200 milioni. A rischiare di più – continua la Coldiretti – sono 53 Paesi dove la popolazione spende almeno il 60% del proprio reddito per l’alimentazione e risentono quindi in maniera devastante dall’aumento dei prezzi. La guerra coinvolge infatti gli scambi di oltre ¼ del grano mondiale con l’Ucraina che insieme alla Russia controlla circa il 28% sugli scambi internazionali con oltre 55 milioni di tonnellate movimentate, ma anche il 16% sugli scambi di mais (30 milioni di tonnellate) per l’alimentazione degli animali negli allevamenti e ben il 65% sugli scambi di olio di girasole (10 milioni di tonnellate), secondo l’analisi della Coldiretti sulla base dei dati del Centro Studi Divulga.

Un’emergenza che colpisce anche l’Italia che è un Paese deficitario ed importa addirittura il 64% del proprio fabbisogno di grano per la produzione di pane e biscotti e il 53% del mais di cui ha bisogno per l’alimentazione del bestiame, secondo l’analisi della Coldiretti. In particolare l’Italia ha acquistato dall’Ucraina 122 milioni di chili di grano tenero per la panificazione ma anche 785 milioni di chili di mais, secondo l’analisi Coldiretti su dati Istat relativi al 2021.

“Bisogna invertire la tendenza ed investire per rendere il Paese il più possibile autosufficiente per le risorse alimentari facendo tornare l’agricoltura centrale negli obiettivi nazionali ed europei” ha affermato il presidente della Coldiretti Ettore Prandini nel sottolineare che “nell’immediato occorre salvare aziende e stalle da una insostenibile crisi finanziaria per poi investire per aumentare produzione e le rese dei terreni con bacini di accumulo delle acque piovane per combattere la siccità ma serve anche contrastare seriamente l’invasione della fauna selvatica che sta costringendo in molte zone interne all’abbandono nei terreni e sostenere la ricerca pubblica con l’innovazione tecnologica e le Nbt a supporto delle produzioni, della tutela della biodiversità e come strumento in risposta ai cambiamenti climatici.

 

 

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