Prandini, che è successo? Si è fatto prendere dalla collera? “Come dimostrano le immagini, al di là di quello che è stato raccontato si è limitato tutto a un confronto verbale acceso. Come abbiamo sempre detto, nessuno ha alzato le mani”.
Non le sembra comunque di aver esagerato? “I toni si sono alzati troppo, anche da parte mia, in risposta a una provocazione. Gli esponenti di +Europa sono venuti a sventolare cartelli rivolti alla nostra manifestazione, assolutamente pacifica e autorizzata, con su scritto “Coltivate ignoranza”. Che dei rappresentanti vengano a dipingere agricoltori e allevatori come dei bifolchi lo trovo inaccettabile. Per me, in ogni caso, la questione è chiusa.”
Cercavano lo scontro? “Lei come avrebbe letto quei cartelli, se non in termini provocatori?
Evidentemente c`era da parte di qualcuno la ricerca di una reazione anche fisica. E come giustamente chiunque deve rispettare il lavoro e le opinioni dei parlamentari, nessun parlamentare ha il diritto di provocare o strumentalizzare una manifestazione autorizzata.
Che sarebbe successo se un leader di centrodestra fosse andato a sventolare cartelli di fronte al segretario della Cgil?”.
Magi l`ha definita un coltivatore di teppismo. “Mi hanno dato dello squadrista, del fascista. Quando si alzano i toni, può uscire una parola di troppo. Detto questo, occorre che ognuno torni ad avere rispetto per i ruoli reciproci”.
Pentito? «La provocazione nei confronti degli agricoltori andava fermata. Certo, avrei potuto agire diversamente. Ma sui contenuti non rinnego di aver difeso gli interessi degli allevatori e dei consumatori».
Lei guida Coldiretti dal 2018, si è confrontato con vari governi. Con questo però sembra nato un idillio. “Io ritengo che il ruolo di Coldiretti sia quello di dialogare con chiunque guidi il Paese, a prescindere dal colore politico. L’abbiamo fatto con Renzi, con Draghi durante l`emergenza Covid, quando abbiamo donato cibo gratis a centinaia di famiglie in difficoltà. Sarebbe stato grave se per un aspetto ideologico avessi detto no al dialogo con il governo”.
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