COMUNICATO STAMPA | Notizie dalle Federazioni

News la Forza del Territorio del 5 maggio 2021

5 Maggio 2021
News la Forza del Territorio del 5 maggio 2021

Primo piano

CUNEO

PROGETTO ECOLOG: LA LOGISTICA DEL VINO DIVENTA GREEN

Obiettivo ridurre del 50% le emissioni le giornaliere di co2 e l’inquinamento

Abbattere del 33% il traffico di mezzi pesanti sulle colline di Langa, incentivare l’ecoturismo e dimezzare le emissioni giornaliere di CO2 nell’atmosfera, migliorando la qualità dell’aria. Sono questi gli obiettivi di ECOLOG, l’innovativo progetto promosso dal Consorzio di Tutela Barolo Barbaresco Alba Langhe e Dogliani e Coldiretti Cuneo, con il supporto dell’Unione di Comuni Colline di Langa e del Barolo e dell’Associazione per il Patrimonio dei Paesaggi Vitivinicoli di Langhe, Roero e Monferrato che nei primi mesi del 2021 ha coinvolto ventotto aziende vitivinicole nella sua fase sperimentale. Il progetto ECOLOG è stato presentato questa mattina in una conferenza stampa online alla quale hanno partecipato il Governatore Alberto Cirio e l’Assessore regionale all’agricoltura Marco Protopapa, accogliendo entrambi con entusiasmo l’iniziativa che rappresenta una vera rivoluzione per la logistica del vino, grazie alla creazione di una piattaforma digitale (sviluppata da TESISQUARE®) sulla quale le aziende inseriscono gli ordini e prenotano il ritiro della merce e al coordinamento con Sandri Trasporti, avvalendosi di piccoli mezzi a basse emissioni.

Questi, percorrendo il tragitto più breve possibile e sempre a pieno carico, ritirano gli ordini dalle cantine, convogliandoli in un hub fisico, da cui successivamente partono verso i mercati di destinazione.

“Il progetto oggi in una fase sperimentale che prevede la collaborazione di alcuni partner logistici e di alcune cantine – spiega Fabiano Porcu, Direttore di Coldiretti Cuneo – vuole testare il sistema che prevediamo di estendere a tutti i trasportatori che vorranno aderire in possesso dei requisiti minimi stabiliti dal protocollo, finalizzato a ridurre l’impatto ambientale per una migliore vivibilità del territorio di Langhe, Roero e Monferrato. Il progetto, mira ad un’ottimizzazione nella spedizione delle bottiglie, ma in futuro prevediamo anche la fornitura del materiale in entrata e l’estensione del sistema a tutte le cantine dell’area UNESCO, e ad altri settori produttivi. Siamo certi che ECOLOG possa rispondere alle esigenze delle imprese, dei consumatori e alle nuove politiche sull’ambiente”.

“Siamo partiti da un problema – dichiara Matteo Ascheri, Presidente del Consorzio Barolo Barbaresco – e abbiamo cercato una soluzione che non fosse solamente sostenibile dal punto di vista ambientale ma anche fortemente innovativa e vantaggiosa per le cantine. ECOLOG punta a riformare completamente la logistica del nostro settore, anticipando quello che sarà un cambiamento necessario in un’ottica, anche europea, di transizione digitale e orientata alla green economy”.

L’Unione di Comuni Colline di Langa e del Barolo si è da subito resa disponibile a supportare la sperimentazione del progetto nel suo territorio.

“Si tratta – dichiarano i Sindaci coinvolti – di un’attività volta a rispondere ad un problema fortemente sentito dalle comunità di Langa ossia la presenza di un notevole numero di mezzi pesanti che attraversano centri abitati e strade panoramiche. Questo progetto vuole essere un tassello in una strategia più ampia volta a rendere sempre più vivibili le nostre colline offrendo maggior sicurezza ai cittadini e, al contempo, offrendo maggiori spazi per lo sviluppo del turismo outdoor, oltre a ridurre le immissioni in atmosfera preservando e tutelando un paesaggio unico al mondo.”

“Il progetto ECOLOG – commenta Andrea Beggio, responsabile per Sandri Trasporti del progetto – è un’ottima opportunità per sviluppare e consolidare sinergie tra imprese vitivinicole, logistiche e istituzioni del territorio. La filiera del vino fruirà di un servizio logistico più efficiente e contestualmente più sostenibile per l’ambiente. In sintesi, meno veicoli pesanti circolanti, minor impatto inquinante sull’ambiente – maggior livello di servizio offerto”.

“Per TESISQUARE® collaborazione di filiera e innovazione sono valori distintivi della cultura aziendale – dichiara Giuseppe Pacotto, Chairman and CEO di TESISQUARE® – come partner tecnologico siamo consapevoli dell’importanza di promuovere modelli di business in grado di favorire la condivisione di informazioni e creare efficienza nei processi all’interno di filiere collaborative sempre più virtuose e sostenibili. Nel progetto ECOLOG possiamo portare le competenze acquisite nei molteplici progetti collaborativi realizzati in Italia e all’estero. Inoltre è un’occasione per consolidare il profondo legame con il territorio cuneese, puntando a diminuire il traffico di mezzi pesanti, con l’obiettivo di ridurre le emissioni di CO2 e la congestione generata da autotrasportatori che non conoscono la fragilità delle nostre strade”.

“Questo progetto – aggiunge Roberto Cerrato, Direttore dell’Associazione per il Patrimonio dei Paesaggi Vitivinicoli di Langhe-Roero e Monferrato – riveste un valore molto importante perché può concorrere a mettere in sicurezza molte strade sulle nostre colline UNESCO, oggi troppo frequentate da autoarticolati da e per le aziende vitivinicole. Dall’altro lato consente una messa in rete ed una consapevolezza e resilienza tra i vari attori del progetto”.

In aggiunta a mitigare l’impatto sull’ambiente, il progetto punta anche a facilitare la vendita ai turisti stranieri, permettendo alle cantine di inserire l’ordine dei visitatori esteri, espletando anche i passaggi fiscali e doganali necessari alla vendita diretta in cantina. L’obiettivo finale è quello di coinvolgere un numero sempre maggiore di cantine e di trasportatori; recentemente un’altra azienda, Santi Trasporti, è stata coinvolta nel progetto ECOLOG, mettendo a disposizioni i propri mezzi.

Ecolog in numeri

-300 i chilometri attualmente percorsi in media da un mezzo sul territorio (ingresso e uscita);

-260 i chilometri percorsi in media da un mezzo ECOLOG sul territorio;

Per motivi di insaturazione e gestione non condivisa delle prenotazioni, i volumi gestiti attualmente sono intercettati da 30 mezzi al giorno; con ECOLOG questo numero scende a 20.

In totale, i chilometri percorsi sul territorio da tutti i camion passano, in media, da 9000 km/gg a 5200 km/gg

-La CO2 si riduce almeno del 40-50%, grazie alla riduzione del numero di camion e dei km percorsi, passando da ca. 8 mln di grammi/gg di CO2 emessa a 4,5 mln grammi/gg di CO2 emessa, in caso di veicoli diesel.

-Se i veicoli attuali venissero sostituiti da veicoli GNL (gas naturale liquefatto) si passerebbe da ca. 8 Mln grammi di CO2 emessa/gg a 3,8 mln grammi di CO2 emessa/gg

Dal Territorio

 

SICILIA, CONDORELLI: BENE DENUNCIA IN ITALIA BUSINESS AGROMAFIE 24,5 MLD

La denuncia è uno strumento determinante per contrastare la criminalità. Lo afferma Coldiretti Sicilia solidale con l’imprenditore Giuseppe Condorelli che ha denunciato gli estortori che minacciavano la sua attività. Il settore agroalimentare – commenta ancora Coldiretti Sicilia – è sempre più nel mirino della mafia e della delinquenza con azioni che vanno dai furti di mezzi e prodotti all’imposizione del pizzo e della guardiania. In Italia, così come emerge dall’Osservatorio sulla criminalità nell’agricoltura e sul sistema agroalimentare, il business delle agromafie ammonta a 24,5 miliardi di euro

A livello nazionale – sottolinea Coldiretti Sicilia – la malavita è arrivata a controllare cinquemila locali della ristorazione. La criminalità, anche a causa della pandemia ha compreso la strategicità in tempo di crisi perché consente di infiltrarsi in modo capillare nella società civile e condizionare la vita quotidiana della persone. In questo modo si appropria di vasti comparti dell’agroalimentare dai campi agli scaffali, distruggendo la concorrenza e il libero mercato legale e soffocando l’imprenditoria onesta, ma anche compromettendo in modo gravissimo la qualità e la sicurezza dei prodotti, con l’effetto indiretto di minare profondamente l’immagine dei prodotti italiani e il valore del marchio Made in Italy.

I risultati delle attività di contrasto confermano la necessità di tenere alta la guardia. Affidarsi alle forze dell’ordine è l’unica possibilità per migliorare il tessuto sociale ed economico della nostra Regione – conclude Coldiretti Sicilia – e lavorare ad un piano di recupero della moralità e onestà che contraddistingue la maggior parte degli imprenditori che ogni giorno operano per la crescita.

 

VENETO, IL 38% DELLE STALLE SENZA BANDA LARGA

Il 38% delle aziende zootecniche non è servito dalla banda larga: 1 stalla su 3 è senza connessione. Le reti infrastrutturali sono necessarie per rendere più agevole l’attività di allevamento, che si svolge spesso in aree disagiate, cogliendo le opportunità di vengono dalle nuove tecnologie dalla mungitura robotizzata alla gestione informatizzata dei pasti degli animali, dal controllo on line degli animali al pascolo contro gli smarrimenti fino alla verifica continua dello stato di salute della mandria. “Nei territori dove il servizio di telecomunicazioni è assente – dice Daniele Salvagno presidente di Coldiretti Veneto – gli allevatori non possono neppure procedere con pratiche smart come la semplice iscrizione all’anagrafe zootecnico”. E’ quanto emerge dall’analisi di Coldiretti Veneto sull’ultimo report dell’Istat sull’uso delle tecnologie negli allevamenti di mucche, bufale, maiali, pecore e capre.

La dotazione di reti infrastrutturali e servizi di telecomunicazione, accompagnata dall’accesso alla rete internet ad alta velocità (banda larga), è condizione essenziale – sottolinea la Coldiretti – per lo sviluppo delle zone rurali per ridurre l’isolamento, migliorare la qualità della vita e permettere agli agricoltori e agli allevatori di continuare a lavorare anche nelle aree più interne ed isolate del Paese. Una condizione per fermare l’abbandono delle aree interne e di montagna dove quando una stalla chiude si perde un intero sistema fatto di animali, di prati per il foraggio, di formaggi tipici e soprattutto di persone impegnate a combattere, spesso da intere generazioni, lo spopolamento e il degrado.

L’allevamento veneto – evidenzia la Coldiretti – è un importante comparto economico che vale oltre 2miliardi di fatturato pari a 36,6% della produzione lorda vendibile agricola regionale”.  L’accesso a una connettività veloce e affidabile, la presenza di addetti e imprenditori con le competenze necessarie a usare strumenti tecnologici evoluti, la scelta del digitale come investimento necessario anche se costoso, sono – evidenzia l’analisi di Coldiretti – elementi di innovazione per la competitività e la sostenibilità delle produzioni delle aziende zootecniche, che però soffrono ancora un forte divario digitale. Per quanto riguarda i sistemi o i macchinari di zootecnia di precisione introdotti nell’attività produttiva, i più diffusi sono i sistemi informatici per la gestione della mandria (47,8%), seguono i sistemi per il monitoraggio dell’attività produttiva e riproduttiva della mandria (41,0%), quelli deputati alla gestione in remoto dell’identificazione degli animali (29,9%) e i robot di mungitura (21,4%).

“Per il rilancio dell’Italia nell’era post Covid è importante superare il digital divide che spezza il Paese fra zone servite dalla banda larga e altre invece no, fra città e campagne, per far esplodere le enormi risorse che il territorio può offrire” afferma il presidente della Coldiretti Ettore Prandini nel sottolineare che “ogni giorno facciamo i conti con insostenibili ritardi sulle infrastrutture per questo occorre che la fibra e tutti i servizi connessi siano portati nelle aree rurali e messi a disposizione degli imprenditori agricoli per poter usufruire di tutte le opportunità dell’agricoltura 4.0” .

L’agricoltura italiana riveste è una risorsa strategica per avviare una nuova stagione di sviluppo economico e lavoro per il Paese per questo dobbiamo mettere in campo gli strumenti per aiutare tutte le aziende nei processi di innovazione e di maggiore sostenibilità” conclude il presidente della Coldiretti Ettore Prandini nel sottolineare che “per la ripartenza del Paese è fondamentale l’investimento di 6,31 miliardi per le reti ultraveloci per colmare i ritardi nell’espansione della banda larga nelle zone interne e montane previsto dal Recovery plan”.

 

PIEMONTE, DL SOSTEGNI: BENE VIA LIBERA A CESSIONE DEL CREDITO D’IMPOSTA

“Abbiamo ottenuto una misura importante e positiva per le aziende agricole con l’approvazione dell’emendamento alla legge di conversione del Dl “Sostegni” per la cessione del credito di imposta sugli investimenti relativi alla misura Transizione 4.0”, è quanto affermano Roberto Moncalvo presidente di Coldiretti Piemonte e Bruno Rivarossa delegato confederale nell’esprimere soddisfazione per l’adozione, alla Commissione Bilancio e Finanza del Senato, del provvedimento che consente ai beneficiari di cedere il credito, anche parziale, ad altri soggetti, inclusi gli istituti di credito e gli intermediari finanziari.

L’emendamento sostenuto dalla Coldiretti assume ancora più rilievo considerando che nel PNRR (Piano nazionale di ripresa e resilienza) il Governo destina al capitolo della Transizione 4.0 risorse pari 18,45 miliardi di euro con interventi trasversali anche al settore agricolo.

“Proprio nell’anno della pandemia il settore agroalimentare è diventato la prima ricchezza del Paese con – continuano Moncalvo e Rivarossa – 538 miliardi di euro di fatturato, 3,6 milioni di occupati e quasi 740mila imprese agricole impegnate nella produzione per garantire le forniture alimentari alle famiglie italiane. La nostra agricoltura è una risorsa fondamentale per avviare una nuova stagione di sviluppo economico e lavoro per il Paese. Proprio per questo dobbiamo mettere in campo gli strumenti per aiutare tutte le aziende nei processi di innovazione e di maggiore sostenibilità, per agevolare la transizione verso un modello di economia circolare che migliori l’efficienza nell’uso delle risorse con una decisa semplificazione burocratica e dei servizi”.

PUGLIA, COVID: +5% OLIO STRANIERO IN PUGLIA; SOS QUALITA’

La pandemia non ferma l’invasione di olio straniero in Puglia con gli arrivi in crescita del 5% nell’ultimo anno che hanno superato le 900mila bottiglie su scaffali di supermercati, negozi e discount con allarme sulla qualità del prodotto portato in tavola dagli consumatori. E’ quanto afferma la Coldiretti Puglia, sulla base dei dati di ‘Frantoio Italia’ dell’Ispettorato Centrale Repressioni Frodi (ICQRF) del Ministero delle Politiche Agricole sulle giacenze di olio UE in Puglia. In pratica – spiega Coldiretti Puglia – si fa pagare di più ai consumatori un prodotto che invece può valere fino alla metà del prezzo indicato, visto che ha una qualità inferiore in un momento storico in cui i consumi delle famiglie pugliesi di olio d’oliva sono in crescita del +9,5% secondo l’’Osservatorio Immagino sull’onda del successo della Dieta Mediterranea proclamata patrimonio culturale dell’umanità dall’Unesco.“Il settore oleario Made in Italy con l’olio extravergine di oliva 100% pugliese è forse quello che ha resistito meglio all’emergenza sanitaria, con un lieve calo dell’1,7% delle esportazioni di evo Puglia all’estero nei 2020, quando la domanda estera di olio imbottigliato è arrivata soprattutto dagli Usa (+28) e dalla Francia (+42%)”, insiste il presidente Muraglia.

In attesa che vengano strette le maglie larghe della legislazione per non cadere nella trappola del mercato per approfittare dell’ottima annata Made in Italy, il consiglio è quello di guardare con più attenzione le etichette – spiega Coldiretti Puglia – e acquistare extravergini a denominazione di origine Dop e Igp, quelli in cui è esplicitamente indicato che sono stati ottenuti al 100 per 100 da olive italiane o di acquistare direttamente dai produttori olivicoli, nei frantoi o nei mercati di Campagna Amica.

“A livello regionale e nazionale vanno programmate e realizzate campagne quinquennali di comunicazione, strutturali e adeguatamente finanziate, che promuovano in maniera strategica e coordinata il prodotto simbolo della Puglia che è l’olio extravergine. Il settore ha bisogno di liquidità e sostegno senza burocrazia”, aggiunge Muraglia.

L’Italia è il primo consumatore mondiale di olio di oliva con una media negli ultimi 5 anni di 504 milioni di chili, seguita dalla Spagna con 483 milioni di chili e dagli Stati Uniti con ben 320 milioni di chili. A sostenere la domanda mondiale sono certamente gli effetti positivi sulla salute associati al consumo di olio di oliva provati da numerosi studi scientifici che hanno fatto impennare le richieste di quel segmento di popolazione che nel mondo è attento alla qualità della propria alimentazione.

“Diffondere la cultura dell’olio extravergine di oliva fra i consumatori e supportare la crescita continua della filiera dell’olio è il nostro obiettivo – conclude il presidente Muraglia – perché i consumatori sono affamati di informazioni e conoscenza sul mondo dell’olio. In Puglia aziende agricole e frantoi hanno saputo cogliere gli spunti positivi offerti dal mondo del vino, abile nell’attività di marketing e di grande promozione delle etichette pugliesi a livello nazionale e internazionale. Da qui stanno nascendo sale di degustazione all’interno delle aziende olivicole e dei frantoi, il packaging sta divenendo sempre più ammiccante, sta salendo il livello qualitativo degli oli”.

Un olio per essere definito e venduto come extravergine – rileva la Coldiretti regionale – deve rispettare i parametri chimici previsti dalla normativa e superare la prova del panel test, obbligatoria per legge dal 1991 e condotta da assaggiatori esperti e allenati, senza presentare difetti organolettici. L’attribuzione anche di una sola nota negativa dagli assaggiatori accreditati ne decreta il declassamento, ad esempio dalla categoria “extravergine” a quella inferiore di “vergine”. Il Comitato di assaggio del Laboratorio chimico dell’Agenzia delle Dogane e dei Monopoli di Roma che ha sottoposto alla prova organolettica i 15 oli è accreditato Accredia, riconosciuto dal Coi, il Consiglio oleicolo internazionale ed è uno dei pochi accreditati in Italia per le analisi di revisione. Il panel test non è prova soggettiva come spiega Stefano Masini, responsabile Ambiente e territorio della Coldiretti: “Il Consiglio di Stato con la sentenza del 20 novembre 2020, credo abbia detto una parola definitiva sull’attendibilità e oggettività del panel test ritenendo la prova organolettica ‘essenziale per la corretta classificazione degli oli’ e sancendo che i suoi risultati non si traducono in ‘decisioni arbitrarie’ essendo ‘governata da stringenti parametri normativi predeterminati’. Fatta questa precisazione, è doveroso intensificare i controlli e aumentare le valutazioni organolettiche per evitare che i consumatori possano essere vittime di frodi”.

In Italia 9 famiglie su 10 consumano olio extravergine d’oliva tutti i giorni – sottolinea Coldiretti – con una crescente attenzione verso il prodotto di qualità che ha favorito la nascita di corsi e iniziative. L’Italia è il primo consumatore mondiale di olio di oliva con una media negli ultimi 5 anni di 504 milioni di chili, seguita dalla Spagna con 483 milioni di chili e dagli Stati Uniti con ben 320 milioni di chili. A sostenere la domanda mondiale sono certamente gli effetti positivi sulla salute associati al consumo di olio di oliva provati da numerosi studi scientifici che hanno fatto impennare le richieste di quel segmento di popolazione che nel mondo è attento alla qualità della propria alimentazione.

Per aiutare il Paese a sanare le ferite economiche senza precedenti inferte dall’emergenza Covid serve responsabilità con un “patto etico di filiera” che – conclude la Coldiretti – garantisca una adeguata remunerazione dei prodotti agricoli e punti a privilegiare nella distribuzione il Made in Italy a tutela dell’economia, dell’occupazione e del territorio come sostenuto dalla campagna Coldiretti #mangiaitaliano.

PIEMONTE, PASS VACCINALE NECESSARIO PER SALVARE TURISMO

Il pass vaccinale salva il turismo in Italia che ha già subito un buco di circa 53 miliardi nel 2020 per l’emergenza Covid con 1/3 delle perdite che hanno colpito i consumi in ristoranti, pizzerie, trattorie e agriturismi, ma anche per l’acquisto di cibo di strada e souvenir delle vacanze. E’ quanto afferma la Coldiretti sulla base dei dati Isnart-Unioncamere in occasione dell’intervento del premier Mario Draghi rispetto all’entrata in vigore, dal 15 maggio, del pass verde nazionale per favorire il turismo. Oltretutto, 1/3 della spesa per le vacanze in Italia è destinato alla tavola e con l’arrivo del pass vaccinale per i turisti occorre procedere alla riapertura dei servizi di ristorazione, anche per l’avanzare della campagna di vaccinazione e la riduzione del numero di contagi.

“Attualmente – evidenziano Roberto Moncalvo presidente di Coldiretti Piemonte e Bruno Rivarossa delegato confederale   – pesa anche il limite fissato del coprifuoco alle 22 per tutti, sia nelle città che nelle campagne e nelle località turistiche. Gli effetti delle difficoltà che stanno subendo le attività di ristorazione si fanno sentire a cascata sull’intera filiera agroalimentare con disdette di ordini per le forniture di molti prodotti agroalimentari, dal vino alla carne, dalla frutta alla verdura ma anche su salumi e formaggi di alta qualità che trovano nel consumo fuori casa un importante mercato di sbocco”.

Il cibo batte l’alloggio ed è diventato la voce principale del budget delle famiglie in vacanza in Italia per un importo complessivo stimato prima dell’emergenza Covid in oltre 30 miliardi all’anno tra ristoranti, pizzerie o agriturismo, spese per l’acquisto di alimenti nelle abitazioni private o di souvenir del gusto da riportare a casa. Il cibo rappresenta per molti turisti la principale motivazione del viaggio in Italia che è il solo Paese al mondo che può contare primati nella qualità, nella sostenibilità ambientale e nella sicurezza della propria produzione agroalimentare che ha contribuito a mantenere nel tempo un territorio con paesaggi di una bellezza unica.

“Senza turismo – continuano Moncalvo e Rivarossa – sono a rischio i tesori alimentari tradizionali dei nostri borghi, custoditi da generazioni dagli agricoltori e salvati per sostenere la rinascita del Paese. L’assenza di turisti stranieri e italiani ha un impatto pesante sull’intera economia dei territori. Un patrimonio da salvare che non ha solo un valore economico, ma anche storico, culturale ed ambientale e che garantisce la sopravvivenza della popolazione anche nelle aree interne più isolate proprio nel momento in cui con il Covid pone l’esigenza di cambiare la distribuzione demografica della popolazione e ridurre la concentrazione nei grandi centri urbani”.

 

CAMPANIA, OSCAR GREEN: A BOCCA DELLA SELVA IL PREMIO AI GIOVANI INNOVATORI

Dopo il rinvio a causa del covid, la premiazione dei vincitori di Oscar Green 2020 si celebrerà – nel totale rispetto delle prescrizioni di sicurezza – sabato 15 maggio 2021 a Bocca della Selva, località turistica del massiccio del Matese nel Comune di Cusano Mutri (Benevento). Coldiretti Campania ha voluto legare il premio dedicato ai giovani agricoltori innovatori alla contemporaneità del passaggio del Giro d’Italia nella tappa più a sud dell’edizione n°104, che a Bocca della Selva vede il traguardo del Gran Premio della Montagna, per poi concludersi all’arrivo di Guardia Sanframondi. Un grande evento sportivo che Coldiretti Campania vuole salutare per augurare a tutti la ripartenza, invitando a visitare le località rurali e montane lontane dai grandi flussi turistici, dove nascono eccellenze agroalimentari.

La premiazione sarà introdotta da un convegno – che si terrà all’aperto alle ore 10.30 presso il Rifugio 3 Faggi – sul tema “Resilienti e innovativi: i giovani agricoltori nel dopo-Covid”. Apriranno i saluti di Claudia Sorbo, delegata regionale Coldiretti Giovani Impresa Campania, Giuseppe Maria Maturo, sindaco di Cusano Mutri, Antonio Di Maria, presidente della Provincia di Benevento, e Vincenzo Girfatti, presidente del Parco Regionale del Matese. Seguiranno gli interventi di Veronica Barbati, delegata nazionale Coldiretti Giovani Impresa, Francesco Emilio Borrelli, presidente Commissione regionale Agricoltura, e Nicola Caputo, assessore regionale all’Agricoltura. Le conclusioni saranno affidate a Gennarino Masiello, presidente regionale e vicepresidente nazionale di Coldiretti.

A seguire, nell’area pic-nic, gli ospiti potranno degustare i prodotti agroalimentari proposti dalle aziende agricole di Campagna Amica e seguire il passaggio degli atleti del Giro d’Italia al traguardo del Gran Premio della Montagna.

ALESSANDRIA, PASS VACCINALE: FONDAMENTALE PER SALVARE IL TURISMO E I BORGHI

Il pass vaccinale salva il turismo in Italia che ha già subito un buco di circa 53 miliardi nel 2020 per l’emergenza Covid con 1/3 delle perdite che hanno colpito i consumi in ristoranti, pizzerie, trattorie e agriturismi, ma anche per l’acquisto di cibo di strada e souvenir delle vacanze.

E’ quanto afferma la Coldiretti sulla base dei dati Isnart-Unioncamere in occasione dell’intervento del premier Mario Draghi rispetto all’entrata in vigore, dal 15 maggio, del pass verde nazionale per favorire il turismo. Oltretutto, 1/3 della spesa per le vacanze in Italia è destinato alla tavola e con l’arrivo del pass vaccinale per i turisti occorre procedere alla riapertura dei servizi di ristorazione, anche per l’avanzare della campagna di vaccinazione e la riduzione del numero di contagi.

“Attualmente pesa anche il limite fissato del coprifuoco alle 22 per tutti, sia nelle città che nelle campagne e nelle località turistiche – affermano il Presidente e il Direttore Coldiretti Alessandria Mauro Bianco e Roberto Rampazzo -. Gli effetti delle difficoltà che stanno subendo le attività di ristorazione si fanno sentire a cascata sull’intera filiera agroalimentare con disdette di ordini per le forniture di molti prodotti agroalimentari, dal vino alla carne, dalla frutta alla verdura ma anche su salumi e formaggi di alta qualità che trovano nel consumo fuori casa un importante mercato di sbocco”.

Il cibo batte l’alloggio ed è diventato la voce principale del budget delle famiglie in vacanza in Italia per un importo complessivo stimato prima dell’emergenza Covid in oltre 30 miliardi all’anno tra ristoranti, pizzerie o agriturismo, spese per l’acquisto di alimenti nelle abitazioni private o di souvenir del gusto da riportare a casa.

Il cibo rappresenta per molti turisti la principale motivazione del viaggio in Italia che è il solo Paese al mondo che può contare primati nella qualità, nella sostenibilità ambientale e nella sicurezza della propria produzione agroalimentare che ha contribuito a mantenere nel tempo un territorio con paesaggi di una bellezza unica.

“Senza turismo – concludono Bianco e Rampazzo – sono a rischio i tesori alimentari tradizionali dei nostri borghi, custoditi da generazioni dagli agricoltori e salvati per sostenere la rinascita del Paese. L’assenza di turisti stranieri e italiani ha un impatto pesante sull’intera economia dei territori. Un patrimonio da salvare che non ha solo un valore economico, ma anche storico, culturale ed ambientale e che garantisce la sopravvivenza della popolazione anche nelle aree interne più isolate proprio nel momento in cui con il Covid pone l’esigenza di cambiare la distribuzione demografica della popolazione e ridurre la concentrazione nei grandi centri urbani”.

CALABRIA, CON PASS VACCINALE PER VACANZE IL 15 MAGGIO RIAPRIRE I LOCALI

Almeno 1/3 della spesa per le vacanze è destinato alla tavola e con l’arrivo del pass vaccinale per i turisti occorre procedere alla riapertura dei servizi di ristorazione. Per questo, è indispensabile che avanzi la campagna di vaccinazione e diminuiscano il numero dei contagi aspetti che consentono di riprendere una nuova normalità, Fronti che devono essere particolarmente curati in questa fase decisiva nella quale i turisti orientano la scelta delle località per le vacanze alla vigilia del BIT di Milano (Borsa Internazionale del Turismo) che,  seppur digitalmente e aperto al pubblico,  punta a mostrare agli operatori del settore le migliori offerte del mercato turistico nostrano.  Tropea poi, eletta quest’anno borgo dei borghi è il passepartout del nostro turismo.

E’ quanto afferma la Coldiretti in riferimento all’annuncio del premier Mario Draghi dell’entrata in vigore dal 15 maggio del pass verde nazionale per favorire il turismo.

Attualmente – sottolinea la Coldiretti – essendo in zona arancione pesa sull’economia calabrese la chiusura di oltre 15mila tra ristoranti, bar, pizzerie e agriturismi che complessivamente contano su 32668 addetti che operano nella Regione e pesa anche il limite fissato del coprifuoco alle 22 per tutti, sia nelle città che nelle campagne e nelle località turistiche. Il solo sistema agrituristico in Calabria può contare su circa 350 strutture operanti con 12200 posti a tavola e circa 1500 posti letto.  

Il cibo batte l’alloggio ed è diventato – sostiene la Coldiretti – la voce principale del budget delle famiglie in vacanza.  Il cibo – continua la Coldiretti – rappresenta per molti turisti la principale motivazione del viaggio perché possiamo contare primati nella qualità, nella sostenibilità ambientale e nella sicurezza della produzione agroalimentare che ha contribuito a mantenere nel tempo un territorio con paesaggi di una bellezza unica.

La spesa in vacanza per il cibo lo scorso anno per la pandemia Covid – sottolinea la Coldiretti – è scesa di oltre il 60%, il minimo da almeno un decennio e gli effetti delle difficoltà delle attività di ristorazione – continua la Coldiretti – si sono fatti sentire a cascata sull’intera filiera agroalimentare con disdette di ordini per le forniture di molti prodotti agroalimentari, dal vino all’olio, dalla carne al pesce, dalla frutta alla verdura ma anche su salumi e formaggi di alta qualità che trovano nel consumo fuori casa un importante mercato di sbocco. In alcuni settori come quello ittico e vitivinicolo la ristorazione – precisa la Coldiretti – rappresenta addirittura il principale canale di commercializzazione per fatturato. Senza turismo – evidenzia la Coldiretti – sono a rischio anche i 269 tesori alimentari tradizionali dei borghi d’Italia custoditi da generazioni dagli agricoltori e salvati per sostenere la rinascita del Paese, 13 prodotti DOP, 6 IGP, 9 vini DOC e 10 IGT. L’assenza di turisti stranieri e italiani ha un impatto pesante sulla sopravvivenza di tesori agroalimentari unici al mondo legati alla storia e all’economia dei territori, che – sottolinea il Presidente i Coldiretti Calabria Franco Aceto – sono il simbolo della grande creatività, tradizione, qualità e sicurezza alla base del successo nel mondo. Una patrimonio da salvare che – conclude– non ha solo un valore economico ma anche storico, culturale ed ambientale e che garantisce la sopravvivenza della popolazione anche nelle aree interne più isolate”.

PISA, SANTA LUCE: PREDATORI NUOVAMENTE DENTRO LA MANDRIA

A Santa Luce, la presenza dei predatori è un fenomeno recente. Lupi ed ibridi non si vedono spesso dalle parti a ridosso della trafficatissima autostrada. Il branco è entrato di notte dentro la mandria e si è portato via un vitello di oltre 100 chilogrammi che è stato ritrovato poco distante, all’interno di una macchia, ucciso e divorato nel posteriore. A farne le spese, per due volte in pochi mesi, è l’azienda agricola di Damiano Properzi di Santa Luce, a Pisa, che alleva Chianina e produce ortaggi.

A lanciare nuovamente l’allarme è Coldiretti che incontrerà la prossima settimana la Regione Toscana per discutere sulle attività necessarie da mettere in campo con rapidità per contenere il fenomeno delle predazioni. Gli attacchi dei lupi in Toscana, non solo nelle zona di montagna, sono in forte aumento anche nelle aree più urbanizzate, come riportano le cronache. Solo nel 2019 le predazioni in tutta la regione denunciate sono state 520. 210 le aziende direttamente interessate.

“Serve una svolta – spiega Fabrizio Filippi, Presidente Coldiretti Toscana – La presenza e gli attacchi dei predatori non sono più sostenibili. Gli attacchi denunciati, e risarciti, sono una piccola parte del danno reale che subiscono aziende, produzioni ed animali. Di questo passo gli allevamenti, il cui numero è in drastico calo, spariranno dalle nostre montagne. Dalla Regione Toscana ci aspettiamo, nell’incontro della prossima settimana, risposte concrete e soprattutto tempestive. L’allevatore, sin dal tempo dei tempi, ha sempre messo in conto la possibilità di perdere qualche capo a causa della presenza dei lupi. E’ un patto tra uomo e natura che rispettiamo. Questo equilibrio di rispetto e sostenibilità è saltato.  E’ necessario distinguere tra la specie dei lupi, quindi pura, e gli ibridi. Nel primo caso vanno protetti e riportati nei loro ambienti, nel secondo caso crediamo sia a questo punto non più rimandabile un piano di catture per gli incroci”.

L’azienda di Santa Luce procederà alla denuncia per ottenere gli indennizzi: “ma non è questa la strada – commenta Filippi, Presidente Coldiretti Pisa – e non può essere questa la soluzione. La presenza di branchi di predatori è molto rara ma sempre più frequente in tutta la zona. I predatori si spingono anche nelle zone abitate, frequentate da residenti e turisti, rappresentando sempre più un problema anche sociale. I cinghiali sono arrivati a dissodare giardini delle case, i prossimi saranno lupi ed ibridi che non si cibano certo di tuberi”.

VENETO, GIOVANI: STOP ACCAPARRAMENTO TERRE IN CAMBIO DI RENDITA TRENTENNALE

“Non hai futuro caro giovane agricoltore! Accetta la nostra proposta: dacci i tuoi terreni in uso e ti facciamo vivere di rendita senza lavorare!” Questo è in sintesi quanto viene proposto ai giovani agricoltori da parte di chi in Veneto vuole accaparrarsi terreni coltivati per farci parchi fotovoltaici a terra. La denuncia viene da Coldiretti Veneto che segnala la proposta che alcuni intermediari stanno facendo alle imprese agricole in cambio della concessione in diritto di superficie dei terreni, con il riconoscimento di una rendita di migliaia di euro ad ettaro per trent’anni. Coldiretti sottolinea che dietro questi intermediari ci sono società spesso straniere, come quella già concessa in pegno ad un gruppo leader mondiale del petrolio e società inglesi che, per altro, sono ancora più generose negli importi.  Continua cosi l’incetta dei campi per realizzare impianti fotovoltaici a terra in Veneto.

“E’ un insulto ai giovani agricoltori veneti che vogliono fare agricoltura, lavorare la terra, allevare animali, curare l’ambiente, fare cibo buono e sano – chiosa Alex Vantini, delegato regionale di Coldiretti Giovani Impresa – operando con responsabilità, creando imprese per noi, per i nostri figli, per la società, non stando sul divano e “vivendo di rendita”. Vogliamo essere protagonisti di progetti di sviluppo sostenibili per la gente, per i nostri territori, non corresponsabili del consumo del suolo, della distruzione della bellezza. Vogliamo essere in prima linea nella creazione di lavoro e di occupazione, non controllori dei conti correnti per vedere se è arrivato il bonifico della rendita ogni mese per 30 anni!”.

La mobilitazione di Coldiretti per il no al consumo del suolo agricolo per fare il fotovoltaico a terra e per il sì allo sviluppo di energia da fonti rinnovabili sui tetti, nelle aree e nei capannoni dismessi, nelle cave in disuso, continua senza tentennamenti. E non siamo soli, come recita la petizione promossa dal comitato civico costituitosi per appoggiare la nostra battaglia: “I contadini della Coldiretti oggi non sono più soli in questa battaglia perché noi cittadini del Veneto siamo con loro”.

“E’ urgente – dichiara Daniele Salvagno, Presidente di Coldiretti Veneto – che il Consiglio regionale approvi celermente la proposta di legge depositata per porre fine a questo saccheggio del nostro grande Veneto”.

PUGLIA, TURISMO: PASS VACCINALE SALVA 3,5MLD; RIAPRIRE LOCALI

Con l’arrivo del pass vaccinale per i turisti, occorre procedere alla riapertura dei servizi di ristorazione, anche per l’avanzare della campagna di vaccinazione e la riduzione del numero di contagi. E’ quanto afferma la Coldiretti Puglia, in riferimento all’annuncio del premier Mario Draghi dell’entrata in vigore dal 15 maggio del pass verde nazionale per favorire il turismo, quando si spera che la Puglia riesca finalmente ad uscire dalla zona arancione con la riapertura di 22000 ristoranti, bar, mense e pizzerie e gli agriturismi.

L’assenza di turisti italiani e stranieri in vacanza in Puglia grava sull’ospitalità turistica nelle mete più gettonate che risentono notevolmente della loro mancanza anche perché – sottolinea Coldiretti Puglia – i turisti dall’estero da paesi come gli Stati Uniti, la Gran Bretagna o la Cina hanno tradizionalmente una elevata capacità di spesa ma che adesso sono anche quelli che stanno procedendo velocemente nella campagna di vaccinazione. “La Puglia è fortemente dipendente dall’estero per il flusso turistico con ben 1,5 milioni di arrivi di viaggiatori stranieri e 3,8 milioni di pernottamenti internazionali che la scorsa estate hanno dovuto rinunciare a venire in Puglia per effetto delle limitazioni e alle preoccupazioni per la diffusione del contagio”, afferma Filippo De Miccolis Angelini, presidente di Terranostra Puglia, associazione agrituristica di Coldiretti.

Le chiusure affossano i 900 agriturismi pugliesi con la primavera che è la stagione preferita per gite fuori porta e scampagnate. E’ quanto emerge dall’analisi della Coldiretti Puglia nel sottolineare che dall’inizio della pandemia l’agriturismo in Puglia ha perso oltre 150 milioni di euro di fatturato.

La mancanza di vacanzieri si trasferisce a valanga sull’insieme dell’economia per il crollo delle spese per alloggio, alimentazione, trasporti, divertimenti, shopping e souvenir. Non è un caso che nel 2020 a far registrare il risultato più negativo nei consumi – continua la Coldiretti regionale – sono stati gli alberghi ed i ristoranti con un calo del 40,2%, seguiti dai trasporti che si riducono del 26,5% e dalle spese per ricreazione e cultura che scendono del 22,8%.

Il cibo infatti – aggiunge Coldiretti Puglia – è diventato la voce principale del budget delle famiglie in vacanza in Italia con circa un terzo della spesa di italiani e stranieri destinato alla tavola per consumare pasti in ristoranti, pizzerie, trattorie o agriturismi, ma anche per cibo di strada o specialità enogastronomiche.

La spesa in vacanza per il cibo lo scorso anno per la pandemia Covid – sottolinea la Coldiretti – è scesa del 58%, il minimo da almeno un decennio e gli effetti delle difficoltà delle attività di ristorazione – continua la Coldiretti – si sono fatti sentire a cascata sull’intera filiera agroalimentare con disdette di ordini per le forniture di molti prodotti agroalimentari, dal vino all’olio, dalla carne al pesce, dalla frutta alla verdura ma anche su salumi e formaggi di alta qualità che trovano nel consumo fuori casa un importante mercato di sbocco. In alcuni settori come quello ittico e vitivinicolo la ristorazione – precisa la Coldiretti – rappresenta addirittura il principale canale di commercializzazione per fatturato.

Senza turismo – evidenzia la Coldiretti – sono a rischio anche i 311 tesori alimentari tradizionali dei borghi di Puglia custoditi da generazioni dagli agricoltori e salvati per sostenere la rinascita del Paese. Una patrimonio da salvare che – conclude la Coldiretti regionale – non ha solo un valore economico ma anche storico, culturale ed ambientale e che garantisce la sopravvivenza della popolazione anche nelle aree interne più isolate proprio nel momento in cui con il Covid pone l’esigenza di cambiare la distribuzione demografica della popolazione e ridurre la concentrazione nei grandi centri urbani.

GROSSETO, DONNE IMPRESA: PROGETTO CNC – PER UNA PAC A EMISSIONI ZERO

Stamani si è svolto in modalità telematica il seminario del progetto CNC – Per una PAC a emissioni zero che ha visto coinvolti gli studenti dell’Istituto ISIS Leopoldo II di Lorena di Grosseto e come rappresentante di Coldiretti la responsabile di Donne Impresa Coldiretti Grosseto, Ilaria di Ludovico. Si tratta di un progetto promosso da Kyoto Club, con il contributo della Direzione “Agricoltura e Sviluppo Rurale” della Commissione europea e il patrocinio del Ministero delle politiche, agricole, alimentari e forestali e del Ministero dell’ambiente della tutela del territorio e del mare. Webinar, seminari per le scuole, eventi di approfondimento: le diverse attività previste dal progetto hanno come obiettivo quello di contribuire ad accrescere il livello di informazione sui vantaggi della PAC in ambito sociale, economico e ambientale in EU, in particolare tra le giovani generazioni che vivono nelle aree urbane. 

Al seminario svoltosi con gli studenti dell’Istituto ISIS Leopoldo di Lorena hanno partecipato in modalità online il dirigente dell’Istituto Cinzia Machetti, il coordinatore del gruppo di lavoro “Agricoltura e Foreste” di Kyoto Club, Roberto Calabresi e Eugenio Barchiesi, il coordinatore attività internazionali Kyoto Club  che si sono soffermati sul progetto CNC, l’agricoltura biologica in Italia, la protezione del suolo, la Pac e i cambiamenti climatici, per poi passare a parlare in maniera più approfondita dello stato attuale e delle prospettive della PAC con il presidente di I.N.N.E.R. e la responsabile di Donne Impresa Coldiretti Grosseto, Ilaria Di Ludovico. Ilaria ha portato come esempio agli studenti la sua attività agricola di apicoltore sottolineando l’importanza della PAC per il settore agricolo e puntando l’attenzione sul fatto che c’è da lavorare affinchè tutti i settori dell’agricoltura siano incentivati. “L’apicoltura – afferma la responsabile di Donne Impresa Coldiretti Grosseto –  infatti è allo stato attuale esclusa dalla PAC.  Il settore apistico oltre agli effetti derivanti dai cambiamenti climatici è anche vittima delle attività dei pesticidi utilizzate in politiche agricole scorrette, ritengo che sarebbe quantomeno auspicabile fornire anche a questo settore un adeguato sostegno al reddito proprio come si fa per ogni capo di bestiame per le aziende allevatrici, così andrebbero considerate il numero di arnie per le aziende di apicoltura ed adeguatamente sostenute”.

CAMPANIA, INAIL: CON CONTAGI PRIORITA’ VACCINI A FILIERA ALIMENTARE

Con la preoccupante diffusione dei contagi è necessario avviare al più presto la campagna di vaccinazione nell’intera filiera agroalimentare per difendere le forniture di cibo e bevande alle famiglie italiane. E’ quanto afferma la Coldiretti nel commentare i dati Inail sulle 1.227 denunce di infortunio sul lavoro da Covid-19 relative all’industria alimentare con il 60% dei contagi che riguardano il lattiero-caseario, seguito dalla lavorazione delle carni (22%), dalla lavorazione e conservazione di frutta e ortaggi (11%) e dai prodotti da forno (7%).

Occorre garantire la sicurezza delle forniture alimentari alla popolazione sull’intera rete di oltre un milione di realtà divise tra 740mila aziende agricole, 70mila industrie alimentari e 230mila punti vendita e 360mila bar, ristoranti e agriturismi per un totale di 3,6 milioni di posti di lavoro. Si tratta di difendere la prima ricchezza del Paese con la filiera agroalimentare nazionale che – continua Coldiretti – vale 538 miliardi pari al 25% del Pil nazionale ma è anche una realtà da primato per qualità, sicurezza e varietà a livello internazionale.

Un popolo di eroi del cibo che – sostiene la Coldiretti – non ha mai smesso di lavorare nonostante i rischi del contagio per non far mai mancare i prodotti alimentari sugli scaffali dei negozi e nelle dispense degli italiani, anche attraverso servizi innovativi come la vendita on line e la consegna a domicilio.

Con l’estensione del piano vaccinale alle categorie produttive, annunciato dal commissario per l’Emergenza Covid-19, il Generale Francesco Paolo Figliuolo, occorre inserire la filiera agroalimentare tra quelle prioritarie per proteggere una categoria di lavoratori particolarmente esposta.

Per sostenere questo obiettivo la Coldiretti ha già formalizzato alla Struttura di supporto al Commissario Straordinario all’Emergenza i punti attrezzati disponibili per la vaccinazione dei propri dipendenti e associati su tutto il territorio nazionale.

“Per quanto riguarda la Campania – sottolinea Gennarino Masiello, presidente regionale e vicepresidente nazionale di Coldiretti – abbiamo offerto la disponibilità sia di nostri uffici dislocati nelle cinque province che di importanti aziende agricole, che dispongono di ampi spazi.”

ASTI, PASSAPORTO ENOTURISTICO ASTIGIANO

L’entrata in vigore, dal 15 maggio, del pass verde nazionale, così come annunciato ieri dal premier Mario Draghi, è il primo importante passo per riattivare il turismo e quindi l’economia. «Il passaporto vaccinale può essere una svolta importante – annuncia il presidente di Coldiretti Asti, Marco Reggio – soprattutto per una provincia come la nostra che in questi ultimi anni ha puntato molto sul turismo ed ha visto l’affermazione del territorio Unesco».

Già nello scorso week end si sono rivisti in città i primi turisti provenienti dalle altre regioni gialle, sottolinea il direttore Diego Furia: «Sia sabato all’EnotecAmica e al mercato coperto contadino di corso Alessandria, che domenica all’agri mercato Campagna Amica di piazza Alfieri, abbiamo rilevato un maggiore afflusso di consumatori e fra questi c’erano clienti provenienti da altre regioni. Abbiamo grande necessità di riattivare il turismo straniero e in particolare l’enoturismo che è stato particolarmente penalizzato dalla pandemia. La chiusura dei principali canali horeca e l’impossibilità di ricevere i consumatori nelle cantine, con i loro relativi eventi, hanno bloccato l’economia principale di questa provincia. In questo senso, per noi, il passaporto vaccinale equivale a un passaporto enoturistico, ovvero allo sblocco della nostra primaria attività e di tutto il grande indotto che ruota attorno al vino».

Coldiretti calcola che 1/3 della spesa per le vacanze in Italia è destinato alla tavola. Con l’istituzione del pass vaccinale per i turisti, occorre quindi procedere alla riapertura totale dei servizi di ristorazione. Con il limite fissato del coprifuoco alle 22 sono ancora chiusi più della metà dei servizi di ristorazione, ma l’avanzare della campagna di vaccinazione e la riduzione del numero di contagi potrebbero presto sbloccare la situazione.

«Attualmente in Italia – sottolinea Furia – sono aperti solo centoquarantamila fra bar, ristoranti, pizzerie e agriturismi, dove tra l’altro veniva assorbita una fetta importante della nostra produzione vitivinicola. Non dimentichiamo che, prima della pandemia, la voce principale del budget delle famiglie in vacanza in Italia era il cibo, per un importo complessivo stimato di oltre 30 miliardi all’anno. Lo scorso anno per la pandemia questa voce di spesa è scesa del 58% e a cascata ne ha risentito l’intera filiera agroalimentare con molte disdette di ordini per le forniture di tutti i prodotti agroalimentari con in testa il vino». Il cibo rappresenta per molti turisti la principale motivazione del viaggio in Italia, anche per questo motivo Coldiretti, dopo l’annuncio del commissario per l’Emergenza Covid, Generale Francesco Paolo Figliuolo, di voler estendere il piano vaccinale alle categorie produttive, ha chiesto di inserire la filiera agroalimentare tra quelle prioritarie per proteggere una categoria di lavoratori particolarmente esposta. «D’altra parte – rileva il presidente Reggio – l’agroalimentare non si è fermato durante la pandemia, garantendo le forniture alimentari a tutta la popolazione, nonostante le difficoltà e il rischio di contagi. Coldiretti ha già formalizzato alla Struttura di supporto al Commissario Straordinario all’Emergenza i punti attrezzati disponibili per la vaccinazione dei propri dipendenti e associati su tutto il territorio nazionale».

ALESSANDRIA, NOVEL FOOD: LA CUCINA SI RIBELLA A GRILLI E CAVALLETTE NEL PIATTO

Gli alessandrini bocciano “gli insetti nel piatto”, nonostante l’OK dell’Europa. Il 54% li considera estranei alla cultura alimentare nazionale e non porterebbe mai a tavola la larva gialla della farina (Tenebrio molitor) essiccata termicamente, intera o sotto forma di farina, per il consumo umano; il 24% è indifferente; il 16% si dice favorevole mentre il 6% non risponde.

E’ quanto emerge da un’analisi Coldiretti/Ixe’ in riferimento alla autorizzazione degli Stati membri dell’Ue alla commercializzazione come alimento delle larve gialle essiccate del tenebrione mugnaio, meglio note come tarma della farina, dopo la valutazione scientifica da parte dell’Efsa.

Si tratta del primo via libera nell’Unione all’utilizzo alimentare umano di un insetto intero, ai sensi del regolamento (UE) 2015/2283 sui Novel Food.

L’autorizzazione riguarda la possibilità di utilizzare l’insetto intero essiccato sotto forma di snack e come farina ingrediente in una serie di prodotti alimentari. Secondo gli esperti il suo consumo non risulta svantaggioso dal punto di vista nutrizionale e non pone problemi di sicurezza alimentare anche se il Novel Food a base di Tenebrio molitor può indurre sensibilizzazione e reazioni allergiche alle proteine dell’insetto e può causare reazioni in soggetti con allergia ai crostacei e agli acari della polvere.

“La possibilità di commercializzare insetti a scopo alimentare è resa possibile in Europa dall’entrata in vigore dal primo gennaio 2018 del regolamento Ue sui “novel food” che permette di riconoscere gli insetti interi sia come nuovi alimenti che come prodotti tradizionali da paesi terzi – affermano il Presidente e il Direttore Coldiretti Alessandria Mauro Bianco e Roberto Rampazzo – . Al di là della normale contrarietà verso prodotti lontanissimi dalla nostra cultura, l’arrivo sulle tavole degli insetti solleva dei precisi interrogativi di carattere sanitario e salutistico ai quali è necessario dare risposte, facendo chiarezza sui metodi di produzione e sulla stessa provenienza e tracciabilità considerato che la maggior parte dei nuovi prodotti proviene da Paesi extra Ue, come la Cina o la Thailandia, da anni ai vertici delle classifiche per numero di allarmi alimentari”.

In giro per il mondo si possono trovare molti esempi che vanno dalla pasta all’uovo artigianale ai grilli ai millepiedi cinesi arrostiti al forno per renderli croccanti e poi affumicati, dalle tarantole arrostite senza conservanti né coloranti dal Laos ai vermi giganti della farina dalla Thailandia. Ma ci sono anche il baco da seta all’americana, la vera “star” degli insetti commestibili, le farfalle delle palme dalla Guyana francese, fritte e condite, le cimici d’acqua dalla Thailandia fino agli “aperinsetti”, vermi della farina aromatizzati alla paprica, al curry e al sale marino “made in Belgio”, magari da mandare giù con un sorso di Vodka con bachi da seta. E per i palati più temerari ci sono anche scorpioni dorati dalla Cina e neri dalla Thailandia e spiedini di scarabei come aperitivo, anch’essi thailandesi. Vastissima la scelta di grilli, da quelli al curry e cocco a quelli piccanti, fino a quelli al peperoncino dolce, tutti made in Thailandia.

A spingere verso il consumo di insetti è da qualche anno la Fao, forte del fatto che nel mondo già quasi 2.000 specie di insetti sono considerate commestibili e vengono consumate da almeno 2 miliardi di persone. La decisione formale della Commissione europea sarà adottata nelle prossime settimane nell’ambito della strategia UE “Farm to Fork” con il piano d’azione Ue 2020-30 per i sistemi alimentari sostenibili identifica gli insetti come una fonte di proteine a basso impatto ambientale che possono sostenere la transizione ‘verde’ della produzione alimentare Ue. Al momento sono undici le domande per insetti come “nuovi alimenti” all’esame dell’Efsa.

COMO-LECCO, “ORTI FAMILIARI” PER COMBATTERE STRESS E CRISI DA PANDEMIA

Nel Comasco e Lecchese, anche chi vive in città si dedica sempre più alla coltivazione di frutta e verdura in giardini, terrazzi e orti familiari. La spinta è generata dalla crisi economica generata dal Covid ma anche dalla voglia di trascorrere più tempo all’aperto dopo le lunghe settimane di lockdown e misure di restrizione contro la pandemia. Un fenomeno che ormai coinvolge 4 cittadini su 10 (44%), interessando anche le giovani generazioni. E’ quanto emerge da una indagine Coldiretti/Ixe’ che fotografa una nuova tendenza da parte dei cittadini ad utilizzare ogni spazio verde a disposizione per garantirsi cibo sano da offrire a se stessi e agli altri. La congiuntura provocata dall’emergenza Coronavirus fa infatti rivalutare la funzione dei cosiddetti orti di “guerra” quando, in passato, nelle città italiane, europee e degli Stati Uniti si diffondevano coltivazioni per garantire approvvigionamenti alimentari. Sono famosi i “victory gardens” degli Stati Uniti e del Regno Unito (del 1945), ma non meno celebri sono quelli italiani nati al centro delle grandi città.

“Ora i tempi sono cambiati – afferma il presidente di Coldiretti Como Lecco Fortunato Trezzi – ed ai motivi economici si sommano quelli di voler trascorrere più tempo all’aperto a contatto con la natura dopo mesi di chiusura forzata in casa. Una tendenza che si accompagna anche da un diverso uso del verde privato, con i giardini e i balconi delle abitazioni che sempre più spesso lasciano spazio ad orti per la produzione “fai da te” di lattughe, pomodori, piante aromatiche, peperoncini, zucchine, melanzane, ma anche di piselli, fagioli fave e ceci da raccogliere all’occorrenza. La piccola agricoltura familiare per autoconsumo ha una sua specifica rilevanza, in quanto, soprattutto in momenti di crisi può rappresentare un’integrazione importante al bilancio familiare”. 

Nelle due province di Como e Lecco, come nel resto d’Italia, i terreni ad uso familiare sono passati, spesso, in eredità da generazioni, sui quali, non di rado si è mantenuta la proprietà per esercitarsi nel ruolo di coltivatori e allevatori, piuttosto che venderli come accadeva nel passato. “Ma, come detto, oggi non mancano neanche episodi, soprattutto tra i più giovani, di coloro che hanno scelto di acquistare terreni abbandonati per portarli a nuova vita, dando inoltre un grande contributo alla tutela ambientale e paesaggistica. Infatti se in passato erano soprattutto i più anziani a dedicarsi alla coltivazione dell’orto, memori spesso di un tempo vissuto in campagna, adesso la passione si sta diffondendo anche tra i più giovani e tra persone completamente a digiuno delle tecniche di coltivazione. Questo è sicuramente un fattore importante determinato dalla voglia di cimentarsi e avere a disposizione sulla tavola i propri prodotti, senza dimenticare, allo stesso tempo, che la cura dell’orto ha un’importante funzione terapeutica, dal momento che aiuta a scacciare ansia e stress”.

Realizzare un orto in giardino, secondo Coldiretti, ha una spesa contenuta. Fra terra, piantine o semi, concime e strumenti di lavoro, l’investimento si può stimare intorno ai 250 euro per un orto di 20 metri quadrati “chiavi in mano”.

VERONA, FORUM FORMAZIONE SPAZI APERTI A SUPPORTO DI FAMIGLIE E DISAGI GIOVANILI

“Come imprenditori e imprenditrici agricoli abbiamo una responsabilità nei confronti della società e del territorio. Si tratta di una responsabilità che noi donne sentiamo a più dimensioni principalmente come mamme e come titolari d’azienda, non solo quindi come produttori di cibo. Siamo infatti custodi delle campagne, luoghi che grazie agli spazi verdi, agli operatori didattici e soprattutto alle agricoltrici con laboratori manuali e lezioni all’aria aperta sono di supporto alla crescita formativa delle nuove generazioni a maggior ragione dopo la pandemia. Le nostre realtà sono il luogo ideale per famiglie e giovani – particolarmente colpiti da situazioni di disagio sociale, disturbi alimentari e isolamento – che possono rigenerarsi nella natura e ritrovare l’equilibrio messo a dura prova dall’ultimo durissimo anno”. E’ questo il commento di Chiara Recchia, responsabile provinciale di Donne Impresa, oggi presente virtualmente con altre imprenditrici agricole di Coldiretti Verona, al Forum di Donne Impresa Coldiretti convocato oggi su piattaforma web alla presenza del Dirigente regionale dell’ufficio scolastico Carmela Palumbo e dell’Assessore all’istruzione e lavoro Elena Donazzan. L’incontro salutato da Daniele Salvagno presidente di Coldiretti Veneto e Verona ha visto la partecipazione di tutte le protagoniste del coordinamento. “Piccoli e grandi meritano di vivere in un territorio curato e in un paesaggio integro. In questo senso la mobilitazione di Coldiretti Veneto contro il fotovoltaico sui campi agricoli assume ancora più significato”, ha detto Chiara Bortolas, vice presidente nazionale delle imprenditrici agricole Coldiretti ricordando il concorso “Energia S©olare” promosso da comitato civico “MammeZeroConsumoSuolo” in tutte le scuole venete. L’iniziativa sta riscuotendo notevole successo tra i bambini: infatti durante la diretta on line i primi elaborati sono stati pubblicati nelle sedi provinciali connesse all’evento.

“L’impegno delle agricoltrici di Coldiretti nei progetti di educazione alimentare, civica e ambientale si traduce nel coinvolgimento di un milione di bambini e centinaia di istituti con altrettanti docenti ed è ritenuto strategico dal sistema nazionale da Nord a Sud d’Italia – ha sottolineato Floriana Fanizza presidente nazionale di Donne Impresa – Sono i numeri prodotti grazie al lavoro delle operatrici didattiche, maestre contadine, tutor della spesa”.  Progettualità a tutto tondo, ha evidenziato Chiara Bortolas, che puntano anche alla valorizzazione dei profili professionali. Su questo aspetto e sul ritorno alla manualità e alla riscoperta di antichi mestieri è intervenuta l’Assessore Elena Donazzan evidenziando il potenziale anche terapeutico di queste azioni educative. Un lungo elenco di corsi, con relativi attestati, corona anni di formazione professionale per il settore: dal norcino al casaro, dal bachicoltore alla cantiniera fino all’abilitazione per il profilo del cuoco contadino. Esempi di dinamicità del comparto che l’amministrazione regionale di competenza esprime in maniera elastica riconoscendo il potenziale occupazionale che ne deriva. “Si tratta non solo di scelte legate a un algoritmo economico finanziario – ha detto Elena Donazzan – ma di direzioni che poggino su valori profondi: non è possibile dimenticare l’approccio al reale valore della terra che, come tale, va salvaguardato”.

Coldiretti Veneto non trascura gli allievi degli istituti tecnici con stage e campus nelle aziende agricole ad alta specializzazione tecnologica che confermano quanto le fattorie siano un laboratorio a cielo aperto per chi vuole intraprendere il proprio futuro guardando con successo alla propria realizzazione personale.

“La professionalità degli agricoltori, tecnici e giovani che offrono attività ricreative per un approccio amichevole con l’agricoltura è sostenuto dai pilastri legislativi che Coldiretti Veneto ha messo sui tavoli della Regione – ha spiegato il direttore regionale Tino Arosio – dalle mense a km zero dal riconoscimento delle fattorie sociali nella programmazione socio sanitaria fino alla tutela del territorio per restituire la bellezza del Creato a figli e nipoti. Il sistema agricolo regionale è a disposizione per garantire un futuro green ai cittadini e alle famiglie”.

SONDRIO, BENE CENTRALITÀ DELL’AGRICOLTURA NEL PNNR                                       

Recupero dei piccoli borghi, reti veloci, riduzione del digital divide tra montagna e aree urbane, rilancio dell’agricoltura in chiave green. Temi importanti per lo sviluppo dell’agricoltura montana in un Recovery plan che, come ricorda il presidente di Coldiretti Sondrio Silvia Marchesini, “cita per ben 62 volte la parola agricoltura. Il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza varato dal Governo di Mario Draghi traccia il percorso dell’Italia nei prossimi anni con l’uscita dall’emergenza Covid dando segni positivi per un’agricoltura connessa con montagna e turismo, come appunto quella della nostra provincia di Sondrio”. 

Guardando ancora i numeri, alle citazioni sull’agricoltura nel PNNR – rileva l’indagine di Coldiretti Sondrio – si aggiungono quelle per il verde (62 volte), natura (63), territorio (242), filiera (46), agroalimentare (12), sostenibilità (44), idrico (56), biodiversità (27), rurale (21), alimentare e agroalimentare (29) e green (32) che raccontano i temi e i progetti che si intrecciano in un settore che nell’anno della pandemia è diventato la prima ricchezza del Paese con 538 miliardi di euro di fatturato, 3,6 milioni di occupati e quasi 740mila imprese agricole impegnate nella produzione per garantire le forniture alimentari alle famiglie italiane. 

Il PNRR riconosce quindi al comparto il valore di risorsa strategica stanziando 5,27 miliardi per economia circolare e agricoltura sostenibile, per investimenti che vanno dalla logistica alle energie rinnovabili, dall’innovazione ai contratti di filiera per i quali Coldiretti e Filiera Italia hanno già pronti numerosi accordi per gli allevamenti da carne e latte, per quelli avicoli, per l’ortofrutta, i cereali e l’olio.

Il piano assegna 1,9 miliardi per lo sviluppo del biometano nel quale l’agricoltura italiana è all’avanguardia. Sfruttando gli scarti agricoli delle coltivazioni e degli allevamenti i mini impianti per il biometano possono contribuire al raggiungimento dell’obiettivo europeo del contenimento delle emissioni con una evoluzione tecnologica che rappresenta una parte significativa degli sforzi per modernizzare in senso sostenibile l’economia italiana. 

Nel Recovery Plan – spiega Coldiretti Sondrio – vengono previsti 4,38 miliardi di euro per acqua e tutela del territorio e la gestione del patrimonio idrico del Paese fra infrastrutture, riduzione delle perdite di rete e investimenti sull’agrosistema irriguo con il Piano invasi proposto dalla Coldiretti per risparmiare acqua, produrre energia e contrastare il dissesto idrogeologico di fronte ai cambiamenti climatici che hanno provocato danni per 14 miliardi di euro alle produzioni e alle infrastrutture agricole in un decennio.

Uno scenario green che assegna all’agricoltura un ruolo da protagonista con 630 milioni di euro per il verde urbano, parchi e giardini storici, 600 milioni per la riqualificazione degli edifici e del paesaggio rurale nei piccoli borghi, che in provincia di Sondrio rappresentano oltre il 92% del totale.

Risulta strategico per la ripartenza del Paese anche l’investimento di 6,31 miliardi per le reti ultraveloci per colmare i ritardi nell’espansione della banda larga nelle zone interne e montane con quasi 1 famiglia su 3 (32%) che vive in campagna non dispone di una connessione a banda larga, secondo le elaborazioni Coldiretti su dati Istat. L’azzeramento del digital divide italiano – sottolinea la Coldiretti – è strategico per l’innovazione e la svolta tecnologica dell’agricoltura 4.0 che ha generato in Italia un fatturato intorno ai 540 milioni di euro nel 2020, con una crescita di circa il 20% rispetto all’anno precedente.

Ma c’è da recuperare con il Recovery Plan anche il grande gap infrastrutturale che ogni anno – evidenzia la Coldiretti provinciale – rappresenta per l’Italia un danno in termini di minor opportunità di export al quale si aggiunge il maggior costo della “bolletta logistica” legata ai trasporti e alla movimentazione delle merci fra le regioni della penisola e verso il resto del mondo.

“L’agricoltura è una risorsa fondamentale per avviare una nuova stagione di sviluppo economico e lavoro per il Paese” conclude il presidente Marchesini nel sottolineare che “proprio per questo è necessario mettere in campo gli strumenti per aiutare tutte le aziende nei processi di innovazione e di maggiore sostenibilità per agevolare la transizione verso un modello di economia circolare che migliori l’efficienza nell’uso delle risorse con una decisa semplificazione burocratica e dei servizi”.

PARMA, “CAMPAGNA AMICA A KM ZERO” AD AGENZIA DI CITTA’ DEL CONSORZIO AGRARIO

Taglio del nastro per “Campagna Amica a km zero” all’interno della rinnovata Agenzia di Città del Consorzio Agrario di Parma.

Si tratta di uno spazio tutto dedicato alla vendita diretta, dove ogni mercoledì mattina i produttori agricoli del circuito Campagna Amica si alterneranno per offrire ai cittadini consumatori le eccellenze del territorio, prodotti di stagione, a km zero, garantiti dal marchio Campagna Amica.

Nello spazio, sito in strada Mercati n. 22 a Parma, oltre a fare la spesa, i cittadini potranno trovare i prodotti del Consorzio Agrario di Parma per l’hobbista e l’agricoltore professionale e per il giardinaggio.

L’inaugurazione, con la benedizione dei locali da parte del Consigliere Ecclesiastico provinciale Coldiretti Don Mario Ghiardi, è avvenuta alla presenza del Presidente Coldiretti Parma Nicola Bertinelli, del Direttore Marco Orsi e del Presidente del Cap di Parma Giorgio Grenzi e del Direttore Roberto Maddè. Numerose le autorità e i rappresentanti di Istituzioni ed Enti economici intervenuti: il Presidente della Provincia di Parma Diego Rossi, il Magnifico Rettore dell’Università di Parma Paolo Andrei, l’Assessore Regionale  alla montagna Barbara Lori, il consigliere regionale Matteo Daffadà, il Questore di Parma Massimo Macera, la presidente del Consorzio di Bonifica Parmense Francesca Mantelli e il Direttore Fabrizio Useri , l’Arma dei Carabinieri, il professor Marcello Maggio primario di Geriatria dell’Ospedale di Parma, Michele Berini del Consorzio del Parmigiano Reggiano e Luca Cotti neo presidente della sezione di Parma del Consorzio del Parmigiano Reggiano,  il presidente di Emilcap Gabriele Cristofori e l’Amministratore Delegato Stefano Villa, il presidente di ARAER Maurizio Garlappi  e il Direttore Claudio Bovo, il Presidente del Consorzio Fitosanitario Luigi Montali, il Presidente CLCA Daniele Mazzocchi e il Direttore Alessandro Raffaini .

“Siamo molto orgogliosi- ha detto il Presidente di Coldiretti Parma Nicola Bertinelli – che Campagna Amica, per la sua alta reputazione, sia stata scelta dal Consorzio Agrario di Parma come partner per il progetto di riqualificazione e rilancio dell’agenzia di Parma, sostenuto dalla Camera di Commercio di Parma. E’ un’ulteriore conferma del ruolo vincente del progetto Campagna Amica, riconosciuto ormai da tutti, cittadini e istituzioni, quale marchio di qualità, territorialità e distintività.  Lo spazio dedicato ai prodotti a km zero del circuito Campagna Amica è un valore aggiunto per la stessa offerta commerciale dell’agenzia del Cap, e rappresenta un ulteriore servizio di prossimità per tutti i consumatori attenti alla qualità e stagionalità dei prodotti, al benessere e ad una sana alimentazione. 

“Si tratta – ha detto il Presidente del Consorzio Agrario Giorgio Grenzi  – di una nuova iniziativa che il Consorzio Agrario di Parma ha potuto realizzare grazie al contributo della Camera di Commercio e alla disponibilità dei produttori Campagna Amica i quali potranno vendere i loro prodotti all’interno dei locali dell’Agenzia di Città, instaurando un dialogo diretto e costante con il consumatore finale. Il Consorzio Agrario intende così ampliare l’offerta di servizi rivolta ai cittadini, i quali oltre agli articoli destinati all’agricoltura professionale e all’hobbistica, potranno trovare prodotti freschi e salubri da portare sulle proprie tavole a Km0. E’ motivo di grande orgoglio per il Consorzio Agrario poter ospitare i prodotti dell’agricoltura locale.”

 

ALESSANDRIA, LAVORO: BENE PERMESSI A STRANIERI CON STOP FRONTIERE

Con i limiti al passaggio nelle frontiere disposti da molti Paesi per l’avanzare dei contagi è importante la proroga dei permessi di soggiorno per i lavoratori stranieri presenti in Italia scaduti il 30 aprile scorso.

Lo rende noto Coldiretti nel sottolineare che la misura interessa oltre 30mila operai agricoli che rischiavano di dover tornare nei propri Paesi compromettendo i raccolti Made in Italy in un momento in cui è importante assicurare l’approvvigionamento alimentare degli italiani per le difficoltà degli scambi commerciali.

Un risultato ottenuto grazie all’azione della Coldiretti nella seduta del Consiglio dei Ministri n. 16 del 29 aprile 2020 che ha approvato il decreto-legge che introduce la proroga al 31 luglio 2021 dei permessi di soggiorno scaduti il 30 aprile.

“Il ritardo accumulato per il decreto flussi e i limiti agli spostamenti dovuti alla pandemia in attesa dell’arrivo del pass vaccinale europeo per il COVID stanno determinando preoccupazioni per il mancato arrivo di lavoratori specializzati dall’estero che tradizionalmente arrivano in Italia per una stagione per poi tornare nel proprio Paese”, ha affermato il Presidente Coldiretti Alessandria Mauro Bianco.

Da qui la richiesta di Coldiretti di superare le difficoltà burocratiche che ostacolano l’impiego dei lavoratori italiani.

Non è stata, infatti, prorogata nel 2021 la possibilità di lavorare nelle campagne per i percettori di ammortizzatori sociali e del reddito di cittadinanza.

Si tratta di contratti a termine non superiori a 30 giorni, rinnovabili per ulteriori 30 giorni, nel limite di 2000 euro per l’anno 2020, che potrebbero rappresentare un’opportunità importante per i bilanci delle famiglie anche per la situazione di difficoltà in cui si trovano altri settori economici.

“L’opportunità di un lavoro in agricoltura deve essere, dunque, accompagnata da un piano per la formazione professionale e misure per la semplificazione ed il contenimento del costo del lavoro – ha aggiunto il Direttore Coldiretti Alessandria Roberto Rampazzo -. Serve anche una radicale semplificazione che possa ridurre la burocrazia, garantire flessibilità e tempestività del lavoro stagionale in un momento in cui tanti lavoratori di altri settori sono in difficoltà.”

Sul territorio provinciale alessandrino lo scorso anno sono stati impiegati circa 2.000 lavoratori con contratti stagionali, di questi il 90% nei vigneti.

VARESE, BORGHI RURALI PROTAGONISTI RIPRESA: BENE 600 MLN DEL RECOVERY PLAN

Lo stanziamento di 600 milioni di euro per interventi di restauro e di riqualificazione dell’edilizia rurale e storica è una svolta per sostenere la tendenza degli italiani a tornare a vivere nei borghi dove godere di spazi di libertà più ampi con una maggiore sensazione di sicurezza e benessere nel tempo della pandemia. E’ quanto Coldiretti Varese nel commentare la misura per la tutela e la valorizzazione dell’architettura e del paesaggio rurale contenuta nell’ambito “Turismo e cultura” della missione uno del Recovery Plan.

“Un’opportunità anche per ridare vita ai piccoli borghi del Varesotto e delle sue valli, dove il provvedimento può avere riflessi importanti: i nostri piccoli Comuni sotto i 5000 abitanti, la stragrande maggioranza del totale, sono un patrimonio di identità e tradizioni di valore inestimabile, oltrechè un presidio territoriale di straordinaria importanza, specie in ambito montano” afferma il presidente della Coldiretti provinciale Fernando Fiori. “Non solo: il provvedimento incentiva, di riflesso, il ritorno dei giovani alla campagna e apre nuove possibilità imprenditoriali per un’agricoltura che incarna il valore identitario di un territorio, con indubbi benefici sotto il profilo economico ma anche sociale e culturale”.

Con il rilancio di piccoli borghi rurali e di valle – sostiene la Coldiretti provinciale – si inizia quindi a programmare l’Italia del post Covid oltre a salvare l’immenso patrimonio edilizio rurale italiano composto da 2 milioni di edifici rurali fra malghe, cascine, fattorie, masserie e stalle a rischio degrado. Una occasione anche per alleggerire la pressione demografica sui grandi centri urbani senza un ulteriore consumo di suolo e il rischio di cementificazione in un territorio già fragile.

La misura ha dunque un valore sociale, storico paesaggistico ma anche urbanistico perché – sottolinea Coldiretti Varse – aiuta a ridurre i rischi di assembramento e la pressione abitativa nelle città. In questo contesto va ricordato anche lo stanziamento di 300 milioni per valorizzare parchi e giardini storici che oltre ad assicurare spazi di socializzazione all’aperto tengono indissolubilmente legati valori storico-culturali e valori ambientali che interessano tra l’altro la conservazione della biodiversità, la produzione di ossigeno e la riduzione del livello di inquinamento. Con la grande spinta verso lo smart working, il distanziamento e le limitazioni agli spostamenti – sottolinea la Coldiretti provinciale – l’emergenza Covid ha stravolto le abitudini sociali e lavorative dei cittadini che sono tornati a guardare le campagne fuori dai grandi centri urbani non solo come meta per gite fuori porta, tanto che il mercato immobiliare delle case in zone rurali o in piccoli borghi registra aumenti anche del 29% sui siti specializzati.

Un fenomeno favorito anche dalla diffusione capillare dei piccoli comuni che incrementa la capacità di offrire un patrimonio naturale, paesaggistico, culturale e artistico senza eguali.  In provincia di Varese i comuni sotto i 5mila abitanti sono 89 e rappresentano circa il 65% del totale ed hanno un ampio margini di accoglienza residenziale in un paesaggio fortemente segnato dalle produzioni agricole e dall’ambiente boschivo e collinare. E’ chiaro che in questa ottica – conclude Coldiretti Varese – è importante  colmare i ritardi nell’espansione della banda larga nelle zone interne e montane visto che solo il 76 % delle famiglie italiane dispone di un accesso internet e appena il 75 % ha una connessione a banda larga ma la situazione peggiora notevolmente nelle aree rurali con appena il 68% dei cittadini che dispone di connessione a banda larga nei comuni con meno di duemila abitanti, secondo le elaborazioni Coldiretti su dati Istat relativi al 2019.

 

ROVIGO, FORUM FORMAZIONE SPAZI APERTI E TANTO VERDE PER I DISAGI GIOVANILI

Disagio sociale, disturbi alimentari, isolamento, sono alcune delle sindromi che l’emergenza sanitaria lascerà come strascico tra i giovani. Il contributo della campagna con i suoi spazi verdi, gli operatori didattici e soprattutto delle agricoltrici con laboratori e lezioni all’aria aperta è determinante nella crescita formativa delle nuove generazioni e lo sarà ancora di più dopo la pandemia.  È quanto emerso durante il forum di Donne Impresa Coldiretti convocato oggi su piattaforma web con la presenza della polesana Carmela Palumbo, Dirigente regionale dell’ufficio scolastico e dell’Assessore all’istruzione e lavoro Elena Donazzan. Presenti in collegamento da Rovigo una delegazione di imprenditrici associate a Coldiretti Rovigo guidate dalla responsabile provinciale Cecilia Barison e dalla coordinatrice Lisa Cappellari.

L’incontro salutato da Daniele Salvagno presidente di Coldiretti Veneto ha visto la partecipazione di tutte le protagoniste femminile del coordinamento. Piccoli e grandi meritano anche – ha sottolineato Chiara Bortolas vice presidente nazionale delle imprenditrici agricole Coldiretti – di vivere in un territorio curato e in un paesaggio integro. In questo senso la mobilitazione di Coldiretti Veneto contro il fotovoltaico sui campi agricoli assume ancora più significato – ha detto Chiara Bortolas ricordando il concorso “Energia S©olare” promosso da comitato civico “MammeZeroConsumoSuolo” in tutte le scuole venete. L’iniziativa sta riscuotendo notevole successo tra i bambini: infatti durante la diretta on line i primi elaborati sono stati pubblicati nelle sedi provinciali connesse all’evento.

“L’impegno delle agricoltrici di Coldiretti nei progetti di educazione alimentare, civica e ambientale si traduce nel coinvolgimento di un milione di bambini e centinaia di istituti con altrettanti docenti ed è ritenuto strategico dal sistema nazionale da Nord a Sud d’Italia – ha sottolineato Floriana Fanizza presidente nazionale di Donne Impresa – Sono i numeri prodotti grazie al lavoro delle operatrici didattiche, maestre contadine, tutor della spesa”.  Progettualità a tutto tondo – continua Chiara Bortolas – che puntano anche alla valorizzazione dei profili professionali. Su questo aspetto e sul ritorno alla manualità e alla riscoperta di antichi mestieri è intervenuta l’Assessore Elena Donazzan evidenziando il potenziale anche terapeutico di queste azioni educative. Un lungo elenco di corsi con relativi attestati corona anni di formazione professionale per il settore: dal norcino al casaro, dal bachicoltore alla cantiniera fino all’abilitazione per il profilo del cuoco contadino. Esempi di dinamicità del comparto che l’amministrazione regionale di competenza esprime in maniera elastica riconoscendo il potenziale occupazionale che ne deriva. “Non solo scelte legate ad un algoritmo solo economico finanziario – ha detto Elena Donazzan – ma direzioni che poggino su valori profondi: non è possibile dimenticare l’approccio al reale valore della terra che, come tale, va salvaguardato”.

Coldiretti Veneto non trascura gli allievi degli istituti tecnici con gli stages e i campus nelle aziende agricole ad alta specializzazione tecnologica che confermano quanto le fattorie siano un laboratorio a cielo aperto per chi vuole intraprendere il proprio futuro guardando con successo alla propria realizzazione personale.

La professionalità degli agricoltori, tecnici e giovani che offrono attività ricreative per un approccio amichevole con l’agricoltura è sostenuto dai pilastri legislativi che Coldiretti Veneto ha messo sui tavoli della Regione – ha spiegato il direttore regionale Tino Arosio – dalle mense a kmzero dal riconoscimento delle fattorie sociali nella programmazione socio sanitaria fino alla tutela del territorio per restituire la bellezza del Creato a figli e nipoti. Il sistema agricolo regionale è a disposizione per garantire un futuro green ai cittadini e alle famiglie. Si tratta di una responsabilità che sentiamo a più dimensioni – sottolinea Chiara Bortolas – come mamme principalmente, poi titolari d’azienda e soprattutto come dirigenti di un’associazione che è sempre più forza sociale di riferimento.  

Appuntamenti

 

MARCHE: SOLIDARIETÀ, FESTA DELLA MAMMA NEI MERCATI CAMPAGNA AMICA

Sabato 8 maggio

La Festa della Mamma si veste di solidarietà con le iniziative che si terranno sabato 8 maggio tra Ascoli e Fermo all’interno dei mercati coperti di Campagna Amica. A partire dalle 9.30 a Ascoli, nella struttura di via Tranquilli, gli agricoltori saranno affiancati dalle volontarie dello Iom che allestiranno un corner informativo con tanti originali manufatti realizzati a mano da acquistare per sostenere i servizi di assistenza domiciliare gratuita ai malati oncologici. Tra gli articoli anche le gouaches e i disegni realizzati e donati allo Iom dall’artista romana Cristiana Morrone.

A Fermo, sempre dalle 9.30, l’aiuto a chi ha più bisogno passa per l’olio extravergine di oliva. Lo stesso utilizzato dall’azienda agricola Abbruzzetti per i suoi prodotti di bellezza che saranno messi in vendita per sostenere l’associazione Komen, che si occupa di progetti di ricerca e di assistenza nel campo di tumore al seno.

“Coldiretti negli anni ha sempre dimostrato un forte attaccamento alla comunità – spiegano Armando Marconi e Milena Sanna, presidente e direttore di Coldiretti Ascoli Fermo – e anche in questo caso gli agricoltori hanno deciso di adoperarsi per dare una mano a chi ne ha bisogno. Nella giornata in cui si celebrano le mamme, sorgente di vita, ci è sembrato giusto dare questo segnale importante”.

VENETO: FESTA MAMMA NEI MERCATI CAMPAGNA AMICA CON LE “SIGNORE BUONASERA”

Sabato 8 e domenica 9 maggio

Festa della Mamma nei mercati di Campagna Amica. Scatta l’operazione www.solodalcuore.it di Donne Impresa per la quale sono scese in campo le “Signore Buonasera” con un annuncio ufficiale riservato alle imprenditrici agricole di Coldiretti. Solo Dal Cuore è l’iniziativa promossa in tutta Italia insieme ai volontari del Cuamm Medici con l’Africa che Sabato 8 e Domenica 9 maggio saranno presenti tra i produttori nei principali mercati di Campagna Amica – così dice la voce di Maria Giovanna Elmi nel video spot diffuso sui social già diventato virale. Sarà possibile – informa Coldiretti – acquistare un cuscino realizzato artigianalmente in doppia stoffa Made in Italy da un lato e dall’altro tessuto Wax tipicamente africano. Pezzi unici di designer esclusivo, dal debutto che risale al periodo natalizio dopo varie edizioni, sono diventati un must have. Oggetti da collezione che sostengono la costruzione di un reparto di ostetricia in Sud Sudan per accogliere le mamme e i bambini nei primi mesi di vita. Un periodo vulnerabile – spiega Chiara Bortolas vice presidente di Donne Impresa – per le madri e i figli soprattutto in un Continente cosi sfruttato e fragile che ha tanta fame di vita. Sono recenti infatti gli episodi di violenza nei confronti del giovane Vescovo di Rumbek: gesti condannabili ma che non hanno fermato l’entusiasmo delle agricoltrici sempre più convinte che la beneficenza deve abbracciare le persone in difficoltà, vicine ma soprattutto lontane. La raccolta di fondi attraverso la vendita dei “cuori della gratitudine” riguarda anche una scuola per infermieri e personale sanitario del posto. In un periodo dove tutto tende a chiudersi – continua Chiara Bortolas – le imprenditrici agricole di Coldiretti hanno aperto i confini della bontà consolidando le relazioni umane, coinvolgendo le testimonial femminili del mondo dello spettacolo, dello sport e della cultura, dell’agroindustria. Attrici, cantanti, campionesse, scrittrici e giornaliste hanno via via animato i profili social con foto, dediche, post valorizzando appuntamenti sul territorio e dando respiro internazionale al significato del progetto.

Ordini on line da ogni regione italiana ma anche da New York, Londra, Miami dalla Svizzera hanno fatto salire il contatore della generosità in pochi mesi fino a 15mila euro. La scommessa – dice Bortolas – è ora dal vivo: per la prima volta i cittadini potranno scegliere direttamente il cuore della gratitudine, in base ai colori, disegni preferiti ed aiutare cosi i neo laureati in medicina nell’attività quotidiana per mettere in salvo migliaia di creature.