COMUNICATO STAMPA | Notizie dalle Federazioni

News La Forza del Territorio del 23 ottobre 2020

26 Ottobre 2020
News La Forza del Territorio del 23 ottobre 2020

Primo piano

 

 

TOSCANA

GIUNTA REGIONALE: NASCE L’ASSESSORATO ALL’AGROALIMENTARE

Accolta la richiesta della Coldiretti regionale, ora ridurre cinghiali e burocrazia

 

Istituito l’assessorato regionale all’Agroalimentare che sarà guidato dal neo assessore regionale, Stefania Saccardi, a cui vanno i sinceri auguri di buon lavoro della Coldiretti Toscana. “Una promessa mantenuta dal presidente Giani di creare l’assessorato all’Agroalimentare che l’assessore Saccardi saprà ben governare per rafforzare la filiera agroalimentare Made in Toscana dal campo alla tavola, un assessorato con una trasversalità di deleghe, capace di mettere in atto e finanziare politiche incentivanti non solo per i singoli settori ma anche tra i singoli settori, dalla produzione alla trasformazione, dalle attività economiche e produttive  di filiera al turismo, fino alla grande distribuzione”, commenta con soddisfazione il presidente di Coldiretti Toscana, Fabrizio Filippi.

Con le deleghe anche a caccia, pesca e aree interne, per Coldiretti Toscana ‘l’assessore Saccardi dovrà dare prioritariamente una stretta all’annoso problema della fauna selvatica con un provvedimento regionale che autorizzi l’agricoltore in possesso di licenza di caccia, in caso di mancanza d’intervento da parte della Polizia Provinciale – insiste il presidente Filippi – ad intervenire direttamente sul proprio fondo con tutti i mezzi previsti dalle azioni di controllo, oltre a riconoscere all’imprenditore agricolo venga riconosciuto il risarcimento del 100 % del danno accertato e quantificato”.

L’emergenza Covid-19 ha aggravato un bilancio fortemente negativo – aggiunge Coldiretti Toscana – incidendo su un tessuto imprenditoriale agroalimentare già fragile, erodendo liquidità per resistere e ripartire. In Toscana il fatturato è diminuito di oltre 37% rispetto all’anno precedente, una perdita secca superiore al dato nazionale di quasi 10 punti percentuali. Ciò significa che le nostre imprese agricole hanno subito più che in altre regioni d’Italia i gravi effetti economici indiretti della pandemia, con numeri da profondo rosso – insiste Coldiretti Toscana – per il settore florovivaistico, l’agriturismo e il comparto lattiero – caseario che hanno perso oltre l’80% del fatturato in 3 mesi.

“Servono interventi immediati per dare liquidità alle aziende – incalza il presidente Filippi – perché anche il settore della pesca, con l’azzeramento delle attività di ittiturismo e pescaturismo, è stremato. Il blocco degli ordini del pesce, con la vendita quasi esclusiva di pesce surgelato, ha praticamente bloccato un settore che in Toscana conta 1600 imprese e 25 milioni di fatturato, un patrimonio che concorre in maniera significata al valore complessivo dell’economia regionale che va salvaguardato in questo momento di crisi causata dal Coronavirus’.

E’ vitale un piano di incentivazione della forestazione – sottolinea Coldiretti Toscana – per l’ambiente e l’economia stessa della nostra regione che vede oltre 1 milione e 200 mila ettari occupati dal bosco, con un numero di imprese che sfiora le 13.000 unità con 40.000 addetti. Si tratta di un settore indispensabile per la Toscana con un valore di circa 600 milioni di euro, “per cui abbiamo chiesto la massima attenzione in un 2020 segnato fino ad ora da caldo e siccità, elementi di criticità che alzano considerevolmente il livello di allerta per gli incendi”, ha aggiunto Filippi.

Per un pieno sviluppo dell’agricoltura e dell’agroalimentare non si può prescindere dal ‘bene acqua’, come risorsa strategica per la collettività e un bene essenziale e insostituibile per le attività agricole, dove “sempre più spesso nei nostri territori ci troviamo a fare i conti con l’emergenza idrica frutto dei cambiamenti climatici in atto.

“Non è più rinviabile il potenziamento delle progettualità – aggiunge il presidente Filippi – in grado di ampliare la superficie irrigabile per ottenere una agricoltura di qualità con maggior valore aggiunto in grado anche di sviluppare maggiore occupazione. Al contempo serve la pianificazione di investimenti per il contenimento del rischio idrogeologico perseguendo strategie per la realizzazione di opere che recuperino le acque, traguardando l’obiettivo di ottenere il doppio risultato della corretta gestione delle acque e lo sfruttamento di queste a fini produttivi”.

Affinché le proposte di Coldiretti Toscana possano realizzarsi va data una spallata alla burocrazia che ‘ruba’ fino a 100 giorni l’anno al lavoro in azienda e rallenta la nascita di nuove attività imprenditoriali di giovani e donne, per cui il presidente Filippi ha chiesto al candidato Giani di “dare piena attuazione alla Legge regionale del 20 gennaio 2015, n. 7, con cui la Regione Toscana ha intrapreso un percorso orientato alla semplificazione dei procedimenti amministrativi in agricoltura, ma che ha bisogno di procedure attuative per non vanificare la spinta alla sburocratizzazione richiesta dalle imprese agricole della Toscana”, conclude il presidente Filippi.

Dal Territorio

 

PIEMONTE, MALTEMPO: SOS MIELE, ARNIE DISTRUTTE E RISCHIO AUMENTO IMPORTAZIONI

 

Con l’autunno e i primi freddi cresce la voglia di bevande calde, tisane e cibi toccasana per rafforzare le difese immunitarie per questo il miele è tra i più indicati sia come dolcificante sia come ingrediente per preparare dolci, ma anche proprio per apportare energie all’organismo.  

Il maltempo, però, che ha colpito ad inizio mese di ottobre il Piemonte ha messo in ginocchio il comparto apistico facendo perdere oltre 3 mila arnie, travolgendo dall’acqua e dal fango intere postazioni e causando, quindi la distruzione degli alveari e la morte delle api.

“I danni ammontano ad oltre 1 milione e 600 mila euro – spiegano Roberto Moncalvo Presidente di Coldiretti Piemonte e Bruno Rivarossa Delegato Confederale – che vanno a sommarsi alle difficoltà che il comparto ha avuto negli ultimi anni tra siccità, gelate e spopolamenti che hanno provocato scarse produzioni, senza dimenticare, ovviamente, l’emergenza Covid. Rispetto a quest’ultima, grazie alle nostre sollecitazioni, è stata aperta dalla Regione la Misura 21 del Psr 2014-2020 a favore anche delle imprese apistiche colpite dalla crisi determinata, appunto, dal Covid che non godono degli aiuti previsti dai provvedimenti adottati a livello nazionale. Il rischio è che venga incrementato ulteriormente l’arrivo massiccio di miele dall’estero che, spesso, di miele ha ben poco. A far, infatti, concorrenza al miele Made in Piemonte non è solo la Cina, ma anche l’Est Europa da cui proviene una gran quantità di miele a basso costo e che non rispetta i nostri standard qualitativi. Per questo ai consumatori ricordiamo di leggere con attenzione l’etichetta, poiché l’indicazione d’origine è obbligatoria per il miele, e di privilegiare gli acquisti presso i punti di vendita diretta in azienda o nei mercati Campagna Amica. Alla luce di questa situazione, è opportuno che anche l’agroindustria scelga il vero miele Made in Piemonte, attivando progetti economici di filiera che possano garantire la giusta valorizzazione del prodotto ed il lavoro degli imprenditori, e che venga resa omogena la legislazione comunitaria per non penalizzare le produzioni ottenute rispettando le rigide norme di sicurezza italiane rispetto a quelle dei Paesi con sistemi di controllo più permissivi, come avviene per il miele proveniente dalla Cina e dall’est Europa”.

 

ABRUZZO, CINGHIALI: SONO CENTOMILA, CACCIATORI TERAMANI NEL “MIRINO”

 

L’escalation dei danni e degli incidenti che causano purtroppo anche vittime, è il risultato della incontrollata proliferazione degli animali selvatici con il numero dei cinghiali presenti in Italia che ha superato abbondantemente i due milioni di cui almeno centomila in Abruzzo e circa il 30% in provincia di Teramo, con una diffusione che ormai si estende dalle campagne alle città mettendo a rischio la sicurezza sulle strade. E’ l’allarme lanciato dalla Coldiretti in riferimento alle lamentele che si susseguono e si rincorrono dalle diverse provincie e che, in questo ultimo periodo, si stanno facendo maggiormente insistenti nella provincia di Teramo con particolare riferimento al territorio gestito dall’Atc Salinello. A sollevare lamentele e preoccupazioni è infatti la decisione del consiglio dell’Ambito territoriale di caccia di istituire, pur con il voto contrario di Coldiretti, nuove e più ampie “zone di rispetto venatorio” precluse alla caccia in cui i cinghiali si riprodurranno di fatto indisturbati.

“Una decisione scellerata che, determinando un aumento esponenziale degli esemplari in circolazione, favorirà di fatto solo i cacciatori (che avranno più cinghiali da cacciare) ma penalizzerà le imprese agricole che già ora devono fare i conti con raccolti distrutti e conseguenze economiche insostenibili – dice Giulio Federici, direttore Coldiretti Teramo – Insomma, il “gioco” continua, con la connivenza questa volta di altre associazioni agricole e una politica indifferente. Gli animali selvatici distruggono i raccolti agricoli, sterminano gli animali allevati, causano incidenti stradali ma a preoccupare sono anche i rischi per la salute provocati dalla diffusione di malattie come la peste suina. La decisione del consiglio dell’Atc Salinello va subito rivista in considerazione delle gravi conseguenze che potrebbe provocare. Chiediamo – continua Federici – l’immediata convocazione di un nuovo consiglio e una rivisitazione delle decisioni prese che di fatto stanno creando preoccupazione per le aziende locali già fortemente provate dall’emergenza Covid19. Continuare sulla strada intraprese vorrebbe dire compromettere l’agricoltura sana e mettere a rischio l’incolumità delle persone per sottostare alle esigenze di un gruppo di cacciatori che, probabilmente, non si rendono conto della gravità della situazione. Chiediamo che sia rivista immediatamente la governance dell’Atc, che dovrà essere designata con una norma certa, attualmente mancante, in grado di dare il giusto valore alle diverse rappresentanze. Fino ad allora – annuncia Federici – ci asterremo da ogni decisione che verrà presa dall’attuale governance dell’ambito territoriale di caccia”. 

Coldiretti Teramo ricorda che, da una indagine realizzata in collaborazione con Ixè – emerge che il 69% degli italiani ritiene i cinghiali troppo numerosi mentre c’è addirittura un 58% che li considera una vera e propria minaccia per la popolazione, oltre che un serio problema per le coltivazioni e per l’equilibrio ambientale come pensa il 75% degli intervistati che si sono formati un’opinione. Il risultato è che oltre sei italiani su 10 (62%) ne hanno una reale paura e quasi la metà (48%) non prenderebbe addirittura casa in una zona infestata dai cinghiali. La proliferazione senza freni dei cinghiali – conclude la Coldiretti – sta mettendo anche a rischio l’equilibrio ambientale di vasti ecosistemi territoriali anche in aree di elevato pregio naturalistico.

 

UMBRIA: IGP PAMPEPATO TERNI, VALORIZZA TERRITORIO E LAVORO DELLE IMPRESE 

 

Soddisfazione viene espressa dalla Coldiretti Terni per la pubblicazione in Gazzetta Ufficiale UE del regolamento che ufficializza la registrazione comunitaria della IGP “Pampepato di Terni/Panpepato di Terni”. Un riconoscimento – commenta Paolo Lanzi presidente della Coldiretti Terni – che contribuirà a tutelare e valorizzare un prodotto di qualità fortemente legato al nostro territorio e alla popolazione.

Si tratta anche di un giusto premio – aggiunge Lanzi – per l’impegno di quanti hanno sostenuto un’iniziativa in grado di potenziare il tessuto economico e produttivo locale. Tutte le produzioni made in Italy registrate in ambito comunitario, costituiscono solo una delle conferme dei primati alimentari del nostro Paese: sono ora 310 i prodotti DOP-IGP-STG italiani protetti a livello UE.

Il Pampepato – ricorda Lanzi – rappresenta un dolce “popolare” che racchiude un concentrato di “energia”: l’Indicazione Geografica Protetta, oltre a risvolti economici e di tutela importanti, contribuisce a gratificare un’intera comunità che lo considera un punto fermo irrinunciabile nelle tradizioni familiari.

Secondo quanto emerge dai dati contenuti nel Rapporto 2019 Ismea-Qualivita sulle produzioni agroalimentari e vitivinicole italiane Dop, Igp e Stg, rielaborati da Coldiretti Umbria, il cibo di qualità nel settore food ha generato nel 2018 per le aziende umbre, 54 milioni di euro di valore alla produzione.

 

SICILIA, APRE A CALTANISSETTA LA GELATERIA SOLIDALE A KM ZERO EQUO CREAM

 

Apre a Caltanissetta la gelateria solidale con prodotti Campagna Amica.

La gelateria è stata inaugurata oggi, in Via Amerigo Amari n. 3 dalla Cooperativa Sociale Etnos che si occupa di servizi a sostegno delle donne vittima di violenza, minori, anziani e disabili. Grazie ad un protocollo d’intesa firmato con la Coldiretti nissena non solo per la gelateria, ma anche per le altre strutture dove la cooperativa agisce, saranno utilizzati prevalentemente prodotti agricoli delle aziende Campagna Amica.

Si tratta di un’azione mirata per potenziare la filiera provinciale – ha sottolineato Francesco Cucurullo, presidente della Coldiretti di Caltanissetta – e con il protocollo d’intesa abbiamo definito i termini e le attività da svolgere insieme.

È un altro tassello per offrire ai consumatori prodotti tracciati, genuini e soprattutto siciliani – ha aggiunto il direttore Massimo Primavera.

La qualità dei prodotti della provincia è una garanzia. Soprattutto oggi occorre lavorare insieme per superare questa fase –  ha commentato Fabio Ruvolo, presidente della Coopeativa -.

La forza di questo progetto – ha concluso – sta proprio nell’essere insieme per potenziare il modello di partecipazione attiva.

Nella foto da sinistra il direttore Coldiretti, Massimo Primavera, il maestro gelataio, Salvatore Campisi e il presidente della cooperativa Etnos, Fabio Ruvolo.

 

PUGLIA, XYLELLA: CORSA AD OSTACOLI PER SPENDERE 32MLN EURO CALAMITA’ 2016

 

Corsa ad ostacoli per spendere i 32,6 milioni di euro della calamità 2016 da liquidare obbligatoriamente entro il 31 dicembre 2020, per cui serve una forte accelerata all’iter amministrativo dei 120 Comuni interessati delle province di Lecce, Brindisi e Taranto. E’ quanto ha chiesto Coldiretti Puglia, in una lettera inviata all’Assessore regionale all’Agricoltura Pentassuglia e al presidente di ANCI Puglia Vitto, affinché sollecitino i Comuni a verificare con estrema urgenza DURC, anagrafica tributaria e antimafia delle aziende agricole ricadenti nell’area delimitata a cui è stato riconosciuto lo stato di calamità, per non perdere risorse vitali per la stessa sopravvivenza del tessuto agricolo del Salento.

“Il Decreto attuativo relativo alle indennità compensative contempla le annualità 2017, 2018 e 2019, ma il provvedimento – dopo ampio pressing di Coldiretti Puglia – ha ricompreso anche l’annualità 2016, per cui è possibile utilizzare il regime di esenzione del 2015, con una dotazione finanziaria di 32.6 milioni di euro, utilizzando parte delle risorse del Piano per le calamità e destinandole agli interventi compensativi. Ma serve di fare in fretta, perché le risorse vanno spese entro il 31 dicembre 2020, sennò andranno perse”, denuncia Savino Muraglia, presidente di Coldiretti Puglia.

Per l’erogazione dei 120 milioni di euro del Piano per le indennità compensative, la Regione Puglia ha inviato al Ministero delle Politiche Agricole la richiesta di declaratoria di calamità naturale – spiega Coldiretti Puglia – con l’accelerata impressa dal Ministro che sta consentendo la piena attuazione del Piano per la Rigenerazione olivicola nell’area infetta da Xylella fastidiosa in Salento con l’approvazione degli strumenti per il ristoro della calamità.

Pertanto, è indispensabile e urgente che i 120 Comuni interessati delle province di Lecce, Brindisi e Taranto – insiste Coldiretti Puglia – considerato che le istruttorie sono state completate, procedano senza indugio alle verifiche di DURC, anagrafica tributaria e antimafia delle aziende ricadenti dell’area delimitata per cui è stato riconosciuto lo stato di calamità. L’importo di 32.6 milioni di euro delle indennità compensative relative all’annualità 2016 – incalza Coldiretti Puglia – deve essere speso necessariamente entro e non oltre il 31 dicembre 2020, pena la perdita delle risorse, rischio che le imprese agricole non possono correre in alcun modo.

La Xylella ha provocato effetti più disastrosi di un terremoto – conclude Coldiretti Puglia – con ripercussioni drammatiche di natura produttiva, ambientale, economica, lavorativa, con esigenze di contenimento, di ricostruzione, di sostegno che vanno affrontate in maniera corale, rendendo i procedimenti fluidi e fruibili.

 

CUNEO, AGRICOLTURA DI MONTAGNA A CORTO DI RISORSE

 

Continuano ad essere insufficienti le risorse relative all’indennità compensativa, a sostegno dei produttori montani. Lo evidenzia Coldiretti nel commentare la Delibera regionale rispetto alla Misura 13 del PSR 2014-2020 per i premi della campagna 2020.

“Stanziare fondi pari al 49% delle effettive esigenze significa che a farne le spese sono le oltre 8.000 aziende agricole che con il loro lavoro continuano a svolgere un insostituibile presidio di territori svantaggiati, altrimenti disabitati, peraltro facendo fronte alle grandi difficoltà legate all’emergenza Covid” evidenzia Roberto Moncalvo, Delegato Confederale di Coldiretti Cuneo.

La scorsa settimana, durante il Consiglio di Coldiretti Piemonte al quale hanno partecipato il Governatore della Regione Alberto Cirio e il Vicepresidente Fabio Carosso, è stata toccata questa importante questione, in relazione alla quale sia Cirio che Carosso si sono impegnati a reperire ulteriori fondi.

Coldiretti chiede che siano garantite ai territori rurali vitalità e condizioni che permettano una continuità produttiva e gestionale delle imprese perché in gioco, oltre all’offerta alimentare di qualità che tali aziende stanno garantendo, vi sono anche il mantenimento e la cura dello spazio naturale.

“Considerando che le regole del PSR prevedono la possibilità di poter integrare le risorse per riequilibrare il premio spettante ad ogni singolo beneficiario, è necessario venga compiuto ogni sforzo affinché, in tempi rapidi, sia possibile fornire risposte certe alle nostre imprese” afferma Fabiano Porcu, Direttore di Coldiretti Cuneo.

Per maggiori informazioni visitare il sito web https://cuneo.coldiretti.it

 

PIEMONTE, INDENNITÀ COMPENSATIVA: ANCORA INSUFFICIENTI LE RISORSE

 

“Continuano a non essere sufficienti le risorse relative all’indennità compensativa; stanziare fondi pari al 49% delle effettive esigenze, significa che a farne le spese sono le oltre 8000 aziende agricole che con il loro lavoro continuano a svolgere un’insostituibile presidio di territori svantaggiati, altrimenti disabitati. Tutto ciò anche a fronte delle difficoltà legate all’emergenza Covid che le imprese hanno subito”, evidenziano Roberto Moncalvo Presidente di Coldiretti Piemonte e Bruno Rivarossa Delegato Confederale nel commentare la delibera regionale rispetto alla Misura 13 del Programma di sviluppo rurale 2014-2020 per i premi della campagna 2020.

“Durante il Consiglio di Coldiretti Piemonte, tenutosi la settimana scorsa, al quale hanno partecipato il governatore della Regione, Alberto Cirio, ed il vicepresidente, Fabio Carosso è stata toccata questa importante questione, in relazione alla quale sia Cirio, che Carosso si sono impegnati a reperire ulteriori fondi – sottolineano Moncalvo e Rivarossa –. E’ importante che venga garantita ai territori rurali vitalità e condizioni che permettano una continuità produttiva e gestionale delle imprese perché in gioco, oltre all’offerta alimentare di qualità che tali aziende stanno garantendo, vi sono anche il mantenimento e la cura dello spazio naturale. Considerando, quindi, che le regole del PSR prevedono la possibilità di poter integrare le risorse per riequilibrare il premio spettante ad ogni singolo beneficiario, è necessario venga compiuto ogni sforzo affinché, in tempi rapidi, sia possibile fornire risposte certe alle nostre imprese”.

 

ALESSANDRIA, ORA SOLARE: CONTRO JET LEG SCEGLIERE GIUSTA ALIMENTAZIONE 

 

Domani sera lancette dell’orologio un’ora indietro e rischio “jet lag da cuscino” provocato dal passaggio dall’ora legale a quella solare.

Una persona su cinque ha difficoltà a dormire bene e l’alimentazione gioca un ruolo fondamentale: via libera a pane, pasta e riso, ma anche lattuga, radicchio, aglio e formaggi freschi, uova bollite, latte caldo e frutta dolce. “Il cambio ora e l’agitazione causata dalla seconda ondata dell’emergenza Covid aumentano i disagi per chi soffre di insonnia – afferma il Presidente Coldiretti Alessandria Mauro Bianco – con il rischio di ansia, nervosismo, malumore, mal di testa e tensione muscolare ed è quindi importante favorire in ogni modo un corretto riposo. In tutto questo l’alimentazione gioca un ruolo strategico, infatti, ci si addormenta difficilmente sia a digiuno sia in caso di eccessi alimentari”.

La battaglia per il riposo notturno si perde se si eccede con cioccolato, cacao, the e caffè, oltre ai superalcolici che inducono un sonno di qualità cattiva mentre a cena è fondamentale evitare cibi troppo salati o speziati per cui meglio fare a mano di piatti con curry, pepe o paprika.

“Ottimi invece gli alimenti che aiutano a rilassarsi come pasta, riso, orzo, pane e tutti quelli che contengono un aminoacido, il triptofano, che favorisce la sintesi della serotonina, il neuromediatore del benessere e il neurotrasmettitore cerebrale che stimola il rilassamento – ha aggiunto il Direttore Coldiretti Alessandria Roberto Rampazzo -. Nella dieta serale quindi vanno bene legumi, uova bollite, carne, pesce, formaggi freschi, mentre gli zuccheri semplici contenuti nella frutta dolce di stagione migliorano la produzione di serotonina”.

Tra le verdure del “buon dormire” al primo posto la lattuga, seguita da radicchio rosso e aglio, perché le loro spiccate proprietà sedative conciliano il sonno, ma non mancano zucca, rape e cavoli.

Anche un bicchiere di latte caldo, prima di andare a letto, mette in circolo elementi che favoriscono una buona dormita per via di sostanze calmanti, presenti pure in formaggi freschi e yogurt.

Infine, un buon dolcetto ricco di carboidrati semplici ha un’azione antistress, così come infusi e tisane dolcificati con miele che creano un’atmosfera di relax e di piacere che distende la mente.

L’ora legale tornerà il prossimo 27 marzo.

 

COMO-LECCO, AUTUNNO, -40% PER LE PRESENZE IN AGRITURISMO

Molti meno stranieri a fronte di più italiani. A percentuali, a volte, completamente ribaltate rispetto allo scorso anno. Sono gli ultimi dati elaborati da Coldiretti Como Lecco e relativi alle presenze autunnali negli agriturismi lariani in un anno fortemente condizionato dall’emergenza Covid, con il lockdown primaverile che ha azzoppato sul nascere la stagione turistica su laghi e valli.

“Piano piano, la stagione estiva è andata a riprendere quota dopo il difficile avvio di giugno, con la riapertura delle strutture” ricorda Emanuele Bonfiglio, presidente interprovinciale dell’associazione turistica Terranostra. “Le prime settimane hanno visto un calo massiccio di oltre l’85% degli arrivi, in linea con un tracollo che, purtroppo, ha colpito in quel mese tutte le strutture ricettive del territorio. Poi la forbice è andata riducendosi e ad agosto i numeri sono tornati più incoraggianti. Ma ora siamo di nuovo in balìa della situazione generale”.

In autunno, complessivamente, Coldiretti Como Lecco stima un calo di presenze almeno fra il 35% e il 40% rispetto a un’annata media: se di norma le strutture prospicenti al lago di Como registrano una media di arrivi esteri dell’80% – a fronte di un 20% di connazionali – quest’anno le percentuali risultano invertite, ovvero con una più marcata presenza di italiani. Ciò accorcia la permanenza media, che scende a una sola notte, contro le consuete due: molti turisti, infatti, arrivano dall’area metropolitana milanese o dalle altre province lombarde e scelgono di trascorrere fuori-porta il solo weekend. Tra gli ospiti stranieri, invece, si contano meno francesi, che perdono il “podio” della nazionalità più rappresentata a vantaggio di tedeschi e olandesi. Grandi assenti dell’autunno 2020 anche i turisti inglesi, americani e australiani, proprio in uno dei periodi dell’anno in cui si muovono maggiormente anche grazie alle offerte di media e bassa stagione.                                                     

Ed è un autunno che arriva, in ogni caso, dopo un’estate sottotono: con l’emergenza sanitaria quest’anno – sottolinea la Coldiretti lariana – si si è peraltro rafforzata l’abitudine, tutta nazionale, a concentrare le partenze nel mese di agosto che è di gran lunga il più gettonato dell’estate ma anche quello che ha fatto fa segnare il calo minore delle presenze nazionali sul lago di Como, dopo il crollo dell’85% a giugno e del 55% a luglio.

Accanto ad arte, tradizione, relax e puro divertimento, la ricerca del cibo e il vino locali è diventata il vero valore aggiunto delle vacanze made in Lario nel 2020 con circa 1/3 del budget destinato proprio all’alimentazione per consumi al ristorante o per l’acquisto di souvenir.

 

MANTOVA, CAMPAGNA AMICA: GROPPELLI CONFERMATO ALLA GUIDA AGRIMERCATO

Giuseppe Groppelli di Castellaro Lagusello è stato confermato ieri, al termine dell’assemblea, presidente di Agrimercato, il braccio operativo di Campagna Amica Mantova, per la gestione del mercato dei produttori agricoli in vendita diretta. Vicepresidente è Luca Alberini di Curtatone, i consiglieri sono: Gildo Dolfini di Guidizzolo, Luca Galeotti di Pegognaga e Maria Grazia Maestri di Bagnolo San Vito. Il consiglio di amministrazione resterà in carica fino al 2023.

Il presidente Groppelli (in foto) ringrazia per la fiducia rinnovata e annuncia per il prossimo triennio “un percorso di crescita per rispondere alle nuove esigenze dei consumatori, che stanno mostrando grande attenzione al sistema certificato di Campagna Amica come formula di vendita diretta garantita e certificata”.

Ad oggi sono circa una quarantina le imprese agricole accreditate al sistema della Fondazione Campagna Amica, un percorso che non è automatico. “L’adesione – spiega Groppelli – avviene dopo un iter di controllo sia documentale che sostanziale da parte di un ente terzo come il Csqa, in modo da rendere particolarmente forte il legame tra aziende, territorio e produzione e garantire i consumatori”.

In futuro, prosegue il presidente di Agrimercato, “puntiamo ad ampliare la rete dei mercati sul territorio e creare una rete efficace al servizio dei cittadini, dei consumatori e per animare i centri storici insieme ai pubblici esercenti”.

I mercati di Campagna Amica Mantova in città e provincia. Mantova, via e piazza Broletto, ogni domenica dalle 9 alle 19 da settembre a dicembre e da marzo a maggio; Medole, viale Zanella, ogni mercoledì dalle ore 8 alle 12:30; Grazie di Curtatone, via della Francesca, ogni domenica dalle ore 8 alle 12:30; Bozzolo, piazza Europa, ogni martedì dalle ore 8 alle 12:30; Guidizzolo, piazza Francesco Mutti, ogni venerdì dalle ore 8 alle 12:30; Borgo Virgilio, località Cerese, piazza Aldo Moro, ogni sabato dalle ore 8:30 alle 13.

 

LUCCA, OGNISSANTI: ACQUISTIAMO I CRISANTEMI A SOSTEGNO ALLE AZIENDE

 

Crisantemi Made in Versilia e Lucchesia. La prossima ricorrenza di Ognissanti si presenta però con alcune incognite. L’emergenza sanitaria rischia di limitare le il rito della commemorazione dei defunti. Gli effetti si sono già visti a monte: la produzione dei fiori per commemorare i propri cari, principalmente crisantemi, è in calo rispetto allo scorso anno anche a causa di un andamento climatico non favorevole che ne ha ritardato la fioritura. A fornire un primo monitoraggio è Coldiretti Lucca in vista delle festività di Ognissanti e del 2 novembre. “Regna un po’ di incertezza e c’è preoccupazione per queste imminenti festività e per il prossimo futuro per quanto riguarda le produzioni invernali. – commenta Andrea Elmi, Presidente Coldiretti Lucca – La festa di Ognissanti, come tutte le festività di calendario, sono una delle principali occasioni di consumo di fiori soprattutto recisi di cui la Versilia è un bacino produttivo importante. Il comprensibile timori della nuova ondata dei contagi potrebbe invertire la tendenza e tenere lontani tanti cittadini lontani dai cimiteri. Per questa ragione suggerisco di non concentrare la visita ai propri cari nei giorni del 1 e del 2 novembre ma magari di farlo prima o anche dopo in tranquillità”.

La Versilia, ed in generale la costa toscana da Torre del Lago a Massa, è uno dei bacini floricoli più importanti per quantità di fiori recisi prodotti, aziende e vivai; tra i più danneggiati dallo tsunami del lockdown con milioni di piante e fiori marciti, invenduti e distrutti. “Acquistate fiori e piante prodotti in Versilia, ed in Italia – lancia l’invito il presidente di Coldiretti – e così sosterrete il settore, le imprese, le famiglie, i lavoratori ed il territorio. E’ molto triste vedere nei cimiteri italiani fiori di plastica e piante finte, quasi a salvare le apparenze. Le prossime festività dei defunti segnino anche un ritorno al verde naturale e siano celebrate con piante e fiori veri e non con prodotti di plastica che non scaldano il cuore ed il ricordo dei nostri cari”.

 

VERCELLI BIELLA E NOVARA – VCO, PAC: L’UE INVESTA SUL CIBO

È stato raggiunto mercoledi dai ministri dell’Agricoltura dei Paesi Membri dell’Unione Europea un accordo su un approccio comune sulla nuova Politica Agricola Comune (PAC) che ora verrà discussa con la Commissione Europea. Un’occasione per esortare nuovamente l’Europa a “salvaguardare un settore, quello agricolo, chiave per la sicurezza e la sovranità alimentare, soprattutto in un momento in cui, con l’emergenza Covid-19, il cibo ha dimostrato tutta la sua strategicità per difendere l’Europa dalle turbolenze provocate dalla pandemia che ha scatenato corse agli accaparramenti e guerre commerciali con tensioni e nuove povertà”. Lo affermano Paolo Dellarole, presidente di Coldiretti Vercelli Biella e Sara Baudo, presidente di Coldiretti Novara Vco. “Un obiettivo che può essere raggiunto solo garantendo un budget adeguato a sostegno dei nostri imprenditori agricoli che, nel loro lavoro, devono sempre di più far fronte alle nuove sfide ambientali e climatiche, come si è visto anche in questi ultimi mesi. Serve una PAC forte, semplice ed efficace e con risorse adeguate per garantire la competitività delle imprese e consentire di svolgere un ruolo essenziale nel presidio territoriale, nel contrasto alla crisi climatica e contro il dissesto idrogeologico. Nell’ambito del dibattito ancora aperto sul Quadro Finanziario Pluriennale è necessario superare lo storico squilibrio nei fondi europei assegnati all’agricoltura italiana, che si colloca al primo posto della classifica europea per valore aggiunto, ma è la meno sostenuta tra quelle dei principali Paesi europei dove in vetta alla classifica ci sono al primo posto la Francia, seguita da Germania e Spagna”, insistono Dellarole e Baudo.

 

ALESSANDRIA, SALVA LA VENDITA DI FIORI, VIA LIBERA ACQUISTI NEI CENTRI COMMERCIALI

 

“E’ salva la vendita di piante e fiori e relativi prodotti accessori nei centri commerciali nonostante la chiusura obbligatoria nei fine settimana decisa per i non alimentari”. Così il Presidente Coldiretti Alessandria Mauro Bianco in riferimento alle nuove ordinanze regionali anti contagio, che esentano il settore florovivaistico dalla chiusura anche in vista delle imminenti festività di Ognissanti oltre a stabilire il coprifuoco per le uscite.

Il settore florovivaistico è stato tra quelli ad aver risentito maggiormente delle conseguenze della pandemia. Un vero e proprio tsunami al quale il Covid ha creato anche problemi all’export con blocchi al confine e in dogana di tanti paesi Ue ed extra Ue, con ritardi e difficoltà nei trasporti e nella vendita.

“La decisione di consentire la vendita dei fiori nei prossimi weekend è importante – aggiunge il Direttore Coldiretti Alessandria Roberto Rampazzo – per garantire ai cittadini la possibilità di portare un dono ai propri defunti, in una ricorrenza che resta tra le più radicate della tradizione nazionale. Nel pieno rispetto di tutte le disposizioni nazionali e regionali sulle restrizioni per contenere il contagio i vivai continueranno a lavorare per garantire la massima qualità di piante e fiori italiani, organizzandosi per fare consegne a domicilio, con contatti per telefono o mail”.

Si tratta anche di una scelta coerente con la necessità di tutelare il florovivaismo Made in Italy che nel 2020 ha subito un crack da oltre 1,5 miliardi e la perdita di decine di migliaia di posti di lavoro, dai vivai ai negozi, con il blocco di matrimoni, eventi e cerimonie.

Il risultato è stata la perdita di fiori e piante appassiti e distrutti nei vivai. Da tutelare c’è il futuro di un comparto chiave del Made in Italy, con il valore della produzione italiana di fiori e piante stimato in 2,57 miliardi di euro grazie a 27mila imprese con circa 200mila posti di lavoro che ora si trovano in gravissime difficoltà. Prima dell’emergenza in Piemonte il comparto florovivaistico generava una produzione lorda vendibile di oltre 130 milioni di euro di cui con più di 1.100 imprese diffuse sul territorio, una superficie complessiva di 1.300 ettari, una produzione di piante ornamentali di oltre 10 milioni ed un totale di circa 3500 addetti. A livello provinciale, circa 200 le aziende impiegate nel settore per 170 ettari di superficie.

 

PUGLIA, IL NUOVO DIRETTORE DI COLDIRETTI LECCE E’ GERARDO FORINA RAMPOLLA

 

Cambio di guardia alla Coldiretti Lecce, con la nomina del nuovo direttore provinciale, il siciliano Gerardo Forina Rampolla. Classe 1972, di Palermo, ha una venticinquennale militanza in Coldiretti alle direzioni di Catania, Messina, Ragusa, Siracusa e Palermo, fino ad approdare a Bari, dove ha iniziato il suo percorso di condivisione e conoscenza delle potenzialità agricole e agroalimentari della Puglia.

“Ho accolto con grande entusiasmo la sfida di lavorare nello splendido Salento, in uno scenario complesso causato dalla Xylella ma anche dall’emergenza Covid e dalle ricorrenti crisi di mercato. Carico di maggiore responsabilità ed impegnato sin da subito ad affrontare le questioni prioritarie insieme al presidente di Coldiretti Lecce Cantele, agli imprenditori agricoli e ai dirigenti della Federazione, sono convinto che questo territorio sia depositario di capacità, potenzialità e vivacità imprenditoriale di alto livello che, con un’opportuna sinergia, saprà raggiungere obbiettivi importanti e rilanciare questo territorio”, ha dichiarato il neo nominato Direttore Forina Rampolla, ringraziando il direttore uscente Francesco Manzari per il lavoro svolto.

La nomina è avvenuta alla presenza di Gianni Benedetti, Capo Area Organizzazione Coldiretti, Pietro Piccioni, direttore di Coldiretti Puglia e del presidente di Coldiretti Puglia, Savino Muraglia.

 

CUNEO, NUOVA STRETTA ANTI COVID; È SALVA LA VENDITA DI FIORI

 

È salva la vendita di piante, fiori e relativi prodotti accessori nei centri commerciali, nonostante la chiusura obbligatoria nei fine settimana decisa per i non alimentari. Lo rende noto Coldiretti in riferimento alle nuove ordinanze regionali anti contagio che esentano il settore florovivaistico dalla chiusura anche in vista delle imminenti festività di Ognissanti.

Il comparto florovivaistico, tra i settori che hanno risentito maggiormente delle conseguenze della pandemia, genera nella Granda una produzione lorda vendibile di oltre 26 milioni di euro e coinvolge 220 aziende, con una produzione di piante ornamentali superiore ai 2 milioni e un totale di 700 addetti coinvolti.

“La decisione di consentire la vendita dei fiori nei prossimi weekend è importante per garantire ai cittadini la possibilità di portare un dono ai propri cari in una ricorrenza che resta tra le più radicate della nostra tradizione, oltre ad essere una scelta coerente con la necessità di tutelare il florovivaismo locale, fortemente colpito dall’emergenza Covid che ha causato problemi all’export con blocchi al confine e in dogana di tanti Paesi UE ed extra UE, con ritardi e difficoltà nei trasporti e nella vendita” afferma Roberto Moncalvo, Delegato Confederale di Coldiretti Cuneo.

Per maggiori informazioni visitare il sito web https://cuneo.coldiretti.it

 

PIEMONTE, COVID: SALVA LA VENDITA DI FIORI

 

E’ salva la vendita di piante e fiori e relativi prodotti accessori nei centri commerciali nonostante la chiusura obbligatoria nei fine settimana decisa per i non alimentari. Lo rende noto Coldiretti in riferimento alle nuove ordinanze regionali anti contagio, dalla Lombardia al Piemonte, che esentano il settore florovivaistico dalla chiusura anche in vista delle imminenti festività di Ognissanti.

In Piemonte il florovivaistico genera una produzione lorda vendibile di oltre 130 milioni di euro di cui con più di 1100 imprese diffuse sul territorio, una superficie complessiva di 1300 ettari, una produzione di piante ornamentali di oltre 10 milioni ed un totale di circa 3500 addetti.

“La decisione di consentire la vendita dei fiori nei prossimi weekend è importante per garantire ai cittadini la possibilità di portare un dono ai propri cari, in una ricorrenza che resta tra le più radicate della tradizione nazionale, oltre ad essere una scelta coerente con la necessità di tutelare il florovivaismo Made in Piemonte, fortemente colpito dalla pandemia che ha causato problemi all’export con blocchi al confine e in dogana di tanti paesi Ue ed extra Ue, con ritardi e difficoltà nei trasporti e nella vendita”, affermano Roberto Moncalvo presidente di Coldiretti Piemonte e Bruno Rivarossa Delegato Confederale.

 

Appuntamenti

 

BASILICATA: A POTENZA SI INAUGURA IL PRIMO STORE DI “IO SONO LUCANO”

Sabato 24 ottobre

 

Verrà inaugurato domani a Potenza il primo store di “Io sono lucano” il marchio collettivo ideato da Coldiretti Basilicata, portato avanti della cooperativa “La nuova aurora”, che raccoglie le produzioni di duemila soci lucani. L’appuntamento è alle ore 10 in via Pretoria al numero 237.   I consumatori potranno trovare all’interno dello store il meglio della produzione agroalimentare della Basilicata: cereali, carni, latte, olio, vino, ortofrutta, erbe officinali e miele. “E’ un marchio sinonimo di garanzia e di autenticità che accompagna i prodotti, le aziende e le filiere che aderiscono al programma – ha evidenziato il presidente della cooperativa ‘La nuova aurora”, Rocco Pafundi – dando visibilità a caratteristiche misurabili ed oggettive delle produzioni stesse e, al tempo stesso, raccordarle al territorio di origine e a valori emozionali ed evocativi. Con l’apertura del primo store a Potenza, intendiamo rafforzare una brand architecture in grado di conferire un’entità forte e comune all’agroalimentare lucano, accompagnata da un programma di R&S e da una solida strategia di sviluppo in termini di riconoscimento dei prodotti e del loro posizionamento competitivo”. All’inaugurazione, oltre ai vertici della cooperativa “La nuova aurora”, saranno presenti il sindaco di Potenza, Mario Guarente, il presidente di Coldiretti Basilicata, Antonio Pessolani, e il responsabile del Distretto Meridionale Eni, Walter Rizzi, promotore unitamente a Coldiretti del marchio “Io sono lucano”.

 

PADOVA: CASTAGNE MADE IN ITALY ALLA RISCOSSA

Domenica 25 ottobre

 

E’ tempo di castagne e di “castagnate”: domenica 25 ottobre gli agricoltori di Campagna Amica Coldiretti Padova in corso Terme propongono una gustosa degustazione dei celebri “marroni” accompagnati dai vini dei Colli e da altri prodotti di stagione presentati da una decine di aziende agricole del territorio: frutta e verdura, formaggi, latticini, salumi, miele, pane, con un tocco “piccante” con peperoncini e una nota di colore con i fiori freschi. Sara l’occasione ideale per assaggiare le prime castagne italiane, quest’anno in anticipo grazie ad un mese di settembre particolarmente caldo che ha favorito la maturazione. E’ quanto emerge dal monitoraggio effettuato dalla Coldiretti che stima una produzione nazionale in crescita e di qualità.

Un ritorno atteso dopo che in alcune zone era stata rischiata addirittura l’estinzione per la presenza del cinipide galligeno del castagno (Dryocosmus kuriphilus) proveniente dalla Cina, che da anni infesta i boschi lungo la Penisola provocando nella piante la formazione di galle, cioè ingrossamenti delle gemme di varie forme e dimensioni. Contro questa minaccia – ricorda la Coldiretti – è stata avviata una capillare guerra biologica con la diffusione dell’insetto Torymus sinensis, che è un antagonista naturale.

Se non si vuole comunque correre il rischio di acquistare spesso a caro prezzo caldarroste straniere in vendita nel centro delle città, la Coldiretti invita i consumatori a prestare attenzione alla qualità e suggerisce di ricorrere a un più genuino fai da te casalingo per garantirsi un prodotto fresco, sicuro e a costi accessibili. Meglio allora frequentare i mercati degli agricoltori di Campagna Amica a Padova o in provincia o gli eventi come quello in programma a Montegrotto, dove è possibile fare buoni acquisti di alta qualità, oppure rivolgersi alle imprese agricole e riscoprire il gusto di partecipare nei boschi alla raccolta delle castagne.

L’abbassamento delle temperature – sottolinea la Coldiretti – sta favorendo un aumento dei consumi da parte delle famiglie italiane anche se pesano le limitazioni poste alle tante sagre e eventi locali che si svolgono in questo periodo e che sono state frenate dall’emergenza Covid. Nei mercati all’ingrosso – precisa la Coldiretti – si rilevano quotazioni nella media del periodo, che vanno da 2,50 a 4,50 euro/chilo a seconda del calibro con i prezzi tendono a raddoppiare al consumo.

Il rischio pero’ è quello di trovarsi nel piatto, senza saperlo, castagne straniere provenienti soprattutto da Portogallo, Turchia, Spagna e dalla Grecia, considerato che le importazioni nel 2019 sono risultate pari a ben 32,8 milioni di chili di castagne, spesso spacciate per italiane, con forti ripercussioni sui prezzi corrisposti ai produttori. Da qui la richiesta di Coldiretti di assicurare più controlli sull’origine delle castagne messe in vendita in Italia per evitare che diventino tutte, incredibilmente, tricolori. Ancora peggiore è la situazione dei trasformati, per i quali non vi è l’obbligo di etichettatura di origine e per le farine di castagne che, non avendo un codice doganale specifico, non è neppure dato a sapersi quante ne vengano importate.

 

SONDRIO: I FUNGHI AL MERCATO COPERTO DI CAMPAGNA

Sabato 24 ottobre

                                                                                            

Appuntamento domani all’AgriMercato di piazza Bertacchi dove sarà in distribuzione gratuita, a tutti i presenti, il vademecum di Coldiretti Sondrio per la raccolta, in sicurezza, dei funghi. Anche ora che la stagione volge alla fine, infatti, è importante non abbassare la guardia. Raccogliere i funghi di cui è certa la conoscenza, per evitare di mettere nel cestino quelli tossici, velenosi o mortali, è la prima regola del buon cercatore. Ma non è l’unica per pari importanza: è infatti necessario porre eguale attenzione alla sicurezza quando ci si reca nel bosco, per evitare il ripetersi di incidenti gravi, se non mortali. Come per troppe volte, quest’anno, si è purtroppo verificato in provincia di Sondrio. Nasce da qui l’intenzione di Coldiretti di pubblicare un vademecum e di renderlo disponibile a tutti, incoraggiata anche dal plauso della Prefettura.

Si prosegue anche ora, come detto, con la stagione dei miceti alle ultime battute: i vademecum ancora disponibili, infatti, continueranno ad essere in distribuzione gratuita negli AgriMercati del territorio, a disposizione di tutti i cittadini.

Gli AgriMercati di Campagna Amica in provincia di Sondrio si tengono tutti in orario mattutino dalle 8 alle 12.30. Nella città capoluogo, Sondrio, l’appuntamento è duplice: in Piazza Cavour (Piazza Vecchia), ogni venerdì mattina dalle 8 alle 12.30 e in piazza Bertacchi, di fronte alla stazione, ogni sabato mattina presso la struttura dell’AgriMercato coperto. Nel giorno di giovedì, invece, i produttori raggiungono sia Morbegno (via V Alpini) che Tirano (Viale Cappuccini/Piazza delle Torri). E’ invece quindicinale (alternato ogni due settimane) l’AgriMercato di Bormio in piazza Cavour: qui il prossimo appuntamento sarà domenica prossima, 25 ottobre.

“Ogni anno, la raccolta dei funghi sulle nostre montagne lombarde è funestata da un gran numero di incidenti, che ci indicano come i rischi arrivino ancor prima di portare a tavola i funghi stessi” ricorda Silvia Marchesini, presidente di Coldiretti Sondrio.

“Conoscere bene il bosco, rispettarlo ma anche temerne i rischi è la prima regola di buon comportamento da adottare. In questo vademecum riassumiamo le principali, semplici ma importanti regole da seguire quando ci si appresta a vivere l’avventura della ricerca dei funghi nei boschi di Valtellina e Valchiavenna”.

Come si legge nel vademecum, in montagna, purtroppo i pericoli sono dietro l’angolo: una delle regole generali, per quanto possibile, è quella di non andare mai da soli e, comunque, informare sempre una persona di riferimento sul tragitto che si compie. E’ sempre fondamentale la conoscenza del territorio, dei sentieri e dei luoghi dove ci si reca: ed è utile ricordare che in montagna, spesso, la copertura della telefonia cellulare è insufficiente.

E’ quindi importante seguire alcune importanti regole che – precisa Coldiretti Sondrio – vanno dal rispetto di norme e vincoli specifici presenti nei diversi territori, alla raccolta solo di funghi di cui si sia sicuri e non fidarsi assolutamente dei detti e dei luoghi comuni, ma anche rivolgersi sempre, in caso di incertezza, per controlli ai Comuni o alle Unioni micologiche.                                                                                                                                                                                                                                  

L’attività di ricerca – continua la Coldiretti provinciale – non ha solo una natura hobbistica che coinvolge moltissimi vacanzieri e svolge anche una funzione economica a sostegno delle aree interne boschive dove rappresenta un’importante integrazione di reddito per migliaia di “professionisti” impegnati a rifornire negozi e ristoranti di prodotti tipici locali, con effetti positivi sugli afflussi turistici.

Nel caso in cui i funghi non vengano raccolti ma acquistati, Coldiretti invita a verificare l’indicazione il luogo di raccolta o coltivazione, dell’origine in etichetta o su appositi cartellini che deve essere riportato obbligatoriamente. Le indicazioni obbligatorie devono essere presenti sui documenti che accompagnano il prodotto in tutte le fasi della commercializzazione e che l’indicazione del Paese di origine è sempre obbligatoria per tutti i prodotti ortofrutticoli freschi, compresi tartufi e funghi spontanei. Una garanzia – conclude Coldiretti Sondrio – per sapere se i pregiati frutti del bosco sono stati raccolti nella Penisola o se sono arrivati in Italia da Paesi lontani con minore freschezza e garanzie di qualità e sicurezza alimentare. I funghi sono ricchi di proteine e fibre, poco calorici, poveri di sodio e ricchi di potassio e in Italia durante l’anno se ne consumano in media circa un chilo a testa.                                                                                

Il decalogo di coldiretti Sondrio per il “cacciatore” di funghi

– Documentarsi sull’itinerario e scegliere i percorsi adatti alle proprie condizioni fisiche

– Comunicare a qualcuno il proprio tragitto evitando le escursioni in solitaria

– Attenzione ai sentieri nel bosco che possono diventare scivolosi a causa della pioggia

– Consultare i bollettini meteo e stare attenti al cambio del tempo

– In caso di rischio fulmini non fermarsi vicino ad alberi, pietre e oggetti acuminati

– Usare scarpe e vestiti adatti con scorte di acqua e cibo.

– Non raccogliere funghi sconosciuti

– Verificare i limiti alla raccolta di funghi con i servizi micologici territoriali

– Pulire subito il fungo da rami, foglie e terriccio

– Per il trasporto meglio usare contenitori rigidi e areati che proteggono il fungo