COMUNICATO STAMPA | Notizie dalle Federazioni

News La Forza del Territorio del 22 febbraio 2019

22 Febbraio 2019
News La Forza del Territorio del 22 febbraio 2019

Primo piano

 

SARDEGNA

LATTE: ACCUSE CHE CONFERMANO CHE SIAMO SULLA STRADA GIUSTA

Il Consorzio del pecorino romano Dop, e questa è opinione condivisa nel mondo produttivo, ad oggi – rileva il Direttivo della Coldiretti regionale – ha rappresentato un freno per il comparto più che il motore di valorizzazione del prodotto più importante.

La reazione di questo “Consorzio del Pecorino romano” che si presenta senza volto ci conferma che stiamo picchiando sul chiodo giusto e che qualcosa sta cominciando a cambiare. Per questo ringraziamo per le parole che capiamo di sofferenza diffuse nei giorni scorsi che nel loro livore dicono palesemente che bisogna continuare uniti nel risanare completamente la dirigenza attuale.

Ma anche qualche vecchio amministratore che negli ha vissuto a fasi alterne crisi iperproduttive di pecorino romano pagate a caro costo dai pastori e che aveva magari amministrato il consorzio latte di Macomer poi fallito, finanziato con oltre 50 milioni di euro di soldi pubblici per buona parte mai rendicontati.

Il Consorzio del pecorino romano Dop, e questa è opinione condivisa nel mondo produttivo, ad oggi ha rappresentato un freno per il comparto più che il motore di valorizzazione del prodotto più importante.

Ben venga il Prefetto per sorvegliare e vigilare un ente che è stato incapace di governare le produzioni del suo pecorino deliberando una sanzione per chi non rispettava le quote di produzione del Romano dell’irrisoria cifra di 16 centesimi a Kg contro i 2 euro e 10 centesimi a kg per il Parmigiano (entro uno splafonamento del 25 %, oltre il 25% le sanzioni aumentano).

Per il Parmigiano insomma le sanzioni sono superiori del 1212% rispetto a quelle previste per il Pecorino Romano. Ed infatti nelle ultime tre campagne la buona amministrazione ha incamerato due maxi splafonamenti. Iperproduzioni che sono state causa della crisi pagata dai pastori: + 76mila quintali nell’annata 2015/2016 (totale prodotto 356 mila quintali di Pecorino romano Dop anziché 280mila) e 61 mila nel 2017-2018 (totale Pecorino prodotto 341 anziché 280mila).

Se per il pecorino romano avessero applicato le sanzioni previste per il Parmigiano Reggiano, per la campagna casearia 2015/2016 le sanzioni sarebbero state di 15 milioni 960 mila euro contro 1 milione 216mila euro previsti invece a 0,16 cent/kg. E sarebbero stati di 12 milioni 810 mila euro per il 2017/2018 contro i 976 mila effettivi.

Ma il Consorzio del Pecorino Romano ha fatto anche di più: a cavallo tra febbraio e marzo 2016 ha sottoscritto una lettera indirizzata al presidente della Regione Sardegna in cui si prevedevano inimmaginabili surplus di latte di 130 milioni di litri, su 330 di produzione. Come sappiamo tutti (ormai è storia) i dati a fine campagna hanno dimostrato che non si è prodotto un litro in più di latte ma con quella falsa informazione si è favorito il crollo del prezzo del Pecorino romano e la conseguente attività speculativa posta in essere dal mercato.

Un Consorzio che negli anni ha gestito decine di milioni di euro di soldi pubblici per la promozione del prodotto ed i cui risultati solo sotto gli occhi di tutti.

Un Consorzio che con le attività di tutela ha scoperto pecorini similari all’estero ma si è distratto dai similari che entravano in Sardegna. Mentre Coldiretti denunciava e manifestava per gli scandali del Pecorino rumeno arrivato in Sardegna (pecorino non romano ma rumeno) portato (o almeno così hanno detto i diretti interessati) da soci del Consorzio stesso, che hanno continuano a sedere indisturbati vicino all’ente di sorveglianza e “tutela” indaffarato nel frattempo in polemiche sterili e insensate.

Come mai in questi anni non è stato ne proposta ne votata la possibilità di modificare lo statuto impendendo che chi produce prodotti similari in un altro paese sotto altra società potesse far parte del consiglio direttivo del consorzio? E’ compatibile l’attività ispettiva con la gestione degli stock dei bandi Agea per indigenti? E’ compatibile l’attività di vigilanza con la gestione degli interventi di Pegno rotativo e con l’attività del Progetto pilota finanziato dalla Banca?

Sarebbe utile saperlo, è un dubbio che assilla molti. Anche perché se così dovesse essere, significa che è stato commesso un illecito che ne giustificherebbe il commissariamento.

 

Dal territorio

 

SICILIA, ETNA: E’ ALLARME CENERE SU AGRUMI E ORTAGGI

Etna, allarme cenere su agrumi e ortaggi. A preoccupare le coltivazioni è l’eventuale caduta della cenere lavica nelle campagne dove si accumula su ortaggi e agrumi prossimi alla raccolta e li rende di fatto invendibili con gravi danni per gli agricoltori. E’ quanto afferma Coldiretti Sicilia che sta monitorando con attenzione la ripresa di attività dell’Etna con emissione di cenere che ha bloccato gli aeroporti di Catania e Comiso. Un evento che – sottolinea la Coldiretti – è già avvenuto in altre occasioni nel passato con le polveri che hanno macchiato e bloccato della maturazione dei frutti. Molto – conclude la Coldiretti regionale – dipende ora dall’attività del vulcano ed anche delle condizioni meteo.

 

TOSCANA, VERTICE IN REGIONE PER IL LATTE OVINO: UN GIUSTO PREZZO

Mentre a livello nazionale continua, tra molte criticità, la trattativa per trovare una soluzione alla crisi della pastorizia sarda, anche in Toscana si intensificano i lavori per restituire serenità ai pastori ed alle loro famiglie. Oggi nuovo vertice a Firenze per il tavolo di filiera della Regione Toscana con le organizzazioni agricole e cooperative. Il tavolo segue la sottoscrizione del protocollo d’intesa, avvenuta una settimana fa con una dotazione di 2 milioni di euro, per il rilancio del comparto ovi-caprino da latte, attraverso la realizzazione di azioni comuni finalizzate a migliorare l’efficienza dei rapporti tra tutti i soggetti della filiera ovi-caprina toscana. Se a questi si aggiunge un altro milione di euro per prevenzione e danni da predatori, provenienti da risorse del bilancio regionale (assessorati alla sanità e agricoltura) si giunge al totale di 3 milioni di euro dei quali 2,3 milioni destinati agli agricoltori e 700 mila euro serviranno per attività di promozione dei pecorini toscani. Entrando più nel dettaglio ecco come verranno impiegati i 3 milioni:

– 700 mila euro: sostegno alle aziende zootecniche per la perdita di produzione a seguito di attacchi di predatori per le annualità 2017 e 2018, intervento in regime de minimis, volto a compensare la perdita di produzione degli allevamenti che hanno avuto danni indiretti da predatori in questo biennio, rappresentati per oltre il 90% da allevamenti ovini;

– 100 mila euro: sostegno allo smaltimento delle carcasse degli animali morti in azienda, con priorità per gli allevamenti ovi-caprini;

– 100 mila euro: sostegno agli allevatori che mettono a disposizione i propri capi quali “sentinelle” da Blue Tongue;

– 200 mila euro: incentivazione all’acquisto e all’impiego di riproduttori iscritti nei libri genealogici e nei registri anagrafici, con priorità per gli allevamenti ovi-caprini;

– 150 mila euro: valorizzazione delle aree marginali tramite investimenti nelle aziende zootecniche, finalizzati ad una corretta gestione del pascolo, all’utilizzo sostenibile delle risorse e alla conservazione del paesaggio, con priorità per gli allevamenti ovi-caprini;

– 50 mila euro: promozione della partecipazione a momenti di scambio tra allevatori che detengono animali iscritti ai libri genealogici o ai registri anagrafici, intervento volto a favorire il miglioramento del patrimonio genetico degli allevamenti.

– 700 mila euro: promozione dei formaggi ovini a Denominazione di Origine Protetta “Pecorino Toscano DOP” e “Pecorino delle Balze Volterrane DOP”, sia sul mercato nazionale che soprattutto quello estero (paesi UE ed extra UE), da parte dei Consorzi delle DOP e dei caseifici che producono pecorino a marchio DOP. Su questa misura è chiara la posizione di Coldiretti: qualsiasi sostegno deve essere legato ad un rapporto contrattuale che garantisca una equa remunerazione del latte.

– 1 milione di euro per i danni da predatori: 500 mila euro per quelli diretti (uccisione di capi di bestiame) e 500 mila euro in due anni per la lotta al randagismo e per supportare direttamente, attraverso il lavoro di veterinari specializzati, gli allevatori nella difesa degli attacchi da predatori.

“Occorre riconoscere alla Regione Toscana una grande coerenza nel rispondere alle sollecitazioni del comparto del latte ovino A fronte del dilagare della rabbia dei pastori, soprattutto in Sardegna, ma anche in Toscana e Lazio, Coldiretti ritiene questo un primo passo verso la giusta direzione ma non basta – dice Fabrizio Filippi, presidente Coldiretti Toscana – Per rilanciare il settore ovino da latte in Toscana, oltre al sostegno  dell’intera filiera, anche con la promozione dei formaggi sui mercati internazionali, occorre garantire un adeguata remunerazione a tutti i soggetti a comunicare dagli allevatori”.

“Ci stiamo impegnando con una mobilitazione a tutto campo – ha detto Antonio De Concilio, direttore di Coldiretti Toscana – per definire strategie per portare il prezzo del latte ovino ad un livello equo cioè superiore ai costi di produzione ciò significa arrivare almeno ad un euro per litro di latte pagato ai pastori da parte dei caseifici. Da questo punto di vista si sono apprezzate – aggiunge De Concilio – le aperture venute delle catene distributive che si sono impegnate a riconoscere agli industriali un valore, all’acquisto del pecorino, in grado di assicurare agli allevatori il prezzo di 1 euro al litro”.

Il comparto ovi-caprino da latte toscano, che si è ridotto in termini di numero di allevamenti del 20% dal 2010 al 2017, conta ad oggi circa 1.000 allevamenti con oltre 324.000 capi ed una produzione stimata di circa 55.000.000 di litri di latte all’anno, corrispondente ad una produzione di formaggio di circa 110.000 quintali.

In Toscana la crisi del comparto è diventata emergenza a seguito delle determinazioni unilaterali assunte da due grandi gruppi industriali che hanno disdettato contratti di fornitura dal gennaio 2019 per cento allevatori, collocati principalmente nella provincia di Grosseto, ma anche in quelle di Pisa, Livorno e Siena lasciando nelle stalle circa 3 milioni e 200 mila litri di latte.

“A fronte di un quadro che si annunciava drammatico per il settore ovino toscano – sottolinea Filippi – è stato forte il pressing di Coldiretti per attivare il tavolo della filiera ovi-caprina da latte, che ha visto la pronta reattività dei caseifici e dei Consorzi di tutela delle denominazioni d’origine protetta dei formaggi, Pecorino toscano Dop e il Consorzio delle Balze Volterranee. Una prima risposta ha portato alla ricollocazione dell’intera produzione di latte ovino delle aziende presso alcuni caseifici locali”.

“Bisogna lavorare affinché questo piano di rilancio del settore – conclude De Concilio – venga attuato in tempi celeri e in tutte le sue parti, soprattutto riconoscendo un prezzo giusto al valore del latte di pecora, che è premessa indispensabile per dare nuovo impulso alle numerose aziende che rischiano di cessare le attività, soprattutto nelle aree marginali. Per giungere a questo risultato bisognerà avere anche il coraggio e la capacità di percorrere strade innovative per individuare un’equa ridistribuzione del valore aggiunto all’interno della filiera, evitando posizioni dominanti a danno delle componenti più deboli: allevatori e consumatori”.

 

VENEZIA, INCONTRI PROGRAMMATI PER SPRONARE LE AZIENDE A MIGLIORARSI

Martedì 19 Febbraio è toccato alla zona di Cavallino Treporti, ieri sera a quella di Mirano e Mestre, nei prossimi giorni sono previsti incontri lungo tutta la provincia da Cavarzere, Chioggia, Dolo, San Donà e Portogruaro. Coldiretti Venezia incontra gli associati nelle varie sedi per ascoltare e verificare cercando la soluzione ad eventuali criticità come per Cavallino sono la presenza massiccia in campagna di  nutrie e volpi che creano importanti disagi, come piuttosto la complessa gestione delle chiaviche il cui funzionamento o malfunzionamento regolano la “salute” del territorio; sono le più disparate le situazioni che un’azienda agricola si trova a vivere quotidianamente perché di fatto il territorio si trova a gestirlo, per questo motivo, sottolineano il presidente Andrea Colla, il direttore Giovanni Pasquali, il vice direttore Ugo Mattia  in presenza del segretario di zona di competenza, gli agricoltori devono essere supportati e aiutati nel risolvere le problematiche contingenti ma anche stimolati e guidati verso un percorso di miglioramento in termini di economicità e organizzazione del lavoro.

“Sono molti i temi su cui dare consulenza alle nostre imprese -afferma il direttore Giovanni Pasquali- puntiamo su strumenti che Coldiretti ha messo in opera come il “portale del socio” utile alle aziende per la gestione della fatturazione elettronica e il “quaderno di campagna” per la compilazione e il controllo dei trattamenti ma, usufruendo del bando del Psr dedicato alla consulenza, guidiamo le aziende all’ottimizzazione dei fattori di produzione in un’ottica di specializzazione e sostenibilità”. “Molte delle nostre aziende – continua il presidente Colla – non sono abituate ad avere un piano marketing e comunicazione oggi indispensabile per essere più performanti nel mercato, altre invece necessitano di uno spunto per convertire la propria azienda al biologico o per condurre in modo più sostenibile colture specializzate come la viticoltura. Ecco che ciascuno di loro potrà godere di un percorso personalizzato”. Molta la partecipazione e la curiosità delle aziende che dopo aver quasi digerito l’avvento della fatturazione elettronica, ascoltano suggerimenti e indirizzi per non perdere il treno del cambiamento.

 

FERRARA, BIETOLE PER ZUCCHERO 100% MADE IN ITALY: INIZIATE LE SEMINE 2019

Il rilancio della produzione bieticola e della produzione di zucchero made in Italy passa dall’adesione di Coprob, unica industria di trasformazione ancora in attività con i due zuccherifici di Minerbio (Bologna) e Pontelongo (Padova), al progetto delle filiere agricole italiane di Coldiretti ed alla richiesta della indicazione d’origine in etichetta a livello europeo, per tutti gli alimenti, zucchero compreso.

Nel 2019 gli stabilimenti della cooperativa Coprob lavoreranno le bietole provenienti dal bacino veneto ed emiliano, che si stanno seminando in questi giorni e che raggiungeranno la cifra di circa 30.000 ettari investiti.

“Un segnale importante – sottolinea il presidente di Coprob, Claudio Gallerani – per gli agricoltori, i soci ed i conferenti, dopo una difficile campagna 2018, che ha evidenziato molti lati negativi, dalla produzione in campo delle bietole, alle difficoltà dei prezzi mondiali dello zucchero, per cui la possibilità di poter aprire le fabbriche e puntare su prodotti diversificati sul mercato è una sfida che speriamo dia anche risposte in termini di reddito”.

Ed è proprio sul made in Italy che Coprob gioca le proprie carte, puntando ad accordi di filiera, all’alta qualità, alla rintracciabilità dal campo alla tavola, ed a nuove tecnologie e metodiche agronomiche e produttive che possano garantire i diversi tipi di zucchero che saranno commercializzati con il marchio Italia Zuccheri: il classico zucchero bianco, il Nostrano (grezzo 100% italiano) e la novità del Biologico che sarà realizzato a partire da luglio 2019 a partire dai 1.300 ettari di bietole in coltura bio.

“La bietola è una coltura importante per la nostra provincia – ricorda il presidente di Coldiretti Ferrara, Floriano Tassinari – anche per una più corretta gestione delle rotazioni agronomiche e mette in filiera diversi settori, con importanti ricadute economiche. Purtroppo annate come il 2018 nel nostro territorio sono state molto negative a livello produttivo, a partire dalle semine, con gelate che hanno distrutto diversi bietolai, per finire con produzioni di radici e polarizzazione mediamente scarse. A ciò si è aggiunto un andamento in netta flessione anche per lo zucchero, non più protetto dai sostegni comunitari e quindi non competitivo sul mercato mondiale. Tuttavia si intravedono segnali di ripresa e la caratterizzazione dell’origine certificata “made in Italy” che Coprob propone, insieme ad importanti contratti di filiera, che abbiamo posto come punto di incontro tra la produzione agricola e la trasformazione industriale italiana, potrebbero restituire interesse economico al settore e redditività ai produttori.

Siamo lieti che l’unica struttura di trasformazione dello zucchero abbia condiviso la nostra proposta di legge europea per l’obbligo dell’origine in etichetta per tutti gli alimenti, dato che lo zucchero è proprio una di quelle produzioni “anonime”. Ringraziamo quindi Coprob per il prezioso aiuto nella raccolta di firme di sottoscrizione della proposta di legge europea contro il cibo anonimo, auspicando che anche altre importanti componenti dell’agroalimentare italiano facciano la loro parte per identificare e promuovere il made in Italy per quanti più prodotti possibile”.

 

 

Appuntamenti

 

SALERNO: COLDIRETTI FESTEGGIA IL CARNEVALE CON DEGUSTAZIONE DI DOLCI TIPICI

Domenica 24 febbraio

Tra gli stand del Mercato Campagna Amica di Coldiretti al Parco Pinocchio di Salerno è tempo di chiacchiere, maschere, profumi e sapori della tradizione. Il Carnevale a km zero è protagonista domenica 24 febbraio con “4 chiacchiere al Mercato”, degustazione dei dolci tipici della tradizione, rigorosamente con materie prime locali. I produttori di Campagna Amica offriranno ai consumatori le chiacchiere carnevalesche preparate per animare la domenica al Parco. “Una tradizione che val la pena tramandare – spiega il presidente di Coldiretti Salerno Vito Busillo – e che siamo ben lieti di proporre nei nostri mercati che sono spazi dedicati soprattutto alla socialità e alla cultura rurale.

I nostri produttori proporranno dolci tipici con ingredienti esclusivamente locali, a partire dalle uova, dalla farina e dell’olio extravergine di oliva”. Il Carnevale – ricorda la Coldiretti – prende le mosse dalla tradizione della campagna, dove segnava il passaggio tra la stagione invernale e quella primaverile e l’inizio della semina nei campi che doveva essere festeggiata con dovizia. I banchetti carnevaleschi sono molto ricchi di portate perché, una volta in questo periodo si usava consumare tutti i prodotti della terra, non conservabili, in vista del digiuno quaresimale.

 

PADOVA: A TAVOLA SENZA SPRECHI, DECALOGO E RICETTE AL MERCATO COPERTO DI C.A.

Sabato 23 febbraio

Consigli e “dritte” per non sprecare cibo e risparmia a tavola, senza rinunciare alla qualità e alla freschezza degli alimenti. Domani, sabato 23 febbraio dalle 8 alle 13, al Mercato Coperto “Padova km zero” di via Vicenza 23 gli agricoltori e i tutor Coldiretti presenteranno il “decalogo antispreco” elaborato per le famiglie e i consumatori. Qualche esempio: fare la lista della spesa, leggere attentamente la scadenza sulle etichette, verificare quotidianamente il frigorifero dove i cibi vanno correttamente posizionati, effettuare acquisti ridotti e ripetuti nel tempo, privilegiare confezioni adeguate, scegliere frutta e verdura con il giusto grado di maturazione, preferire la spesa a km 0 e di stagione che garantisce una maggiore freschezza e durata, riscoprire le ricette degli avanzi, dalle marmellate di frutta alle polpette fino al pane grattugiato, ma anche non avere timore di chiedere la doggy bag al ristorante.

Fare poi la spesa a chilometri zero in filiere corte con l’acquisto di prodotti locali, come al Mercato Coperto o negli altri mercati di Campagna Amica, taglia del 60% lo spreco alimentare rispetto ai sistemi alimentari tradizionali, secondo una analisi della Coldiretti sulla base dello studio Ispra. Coloro che si approvvigionano tramite reti alimentari alternative sprecano meno perché i cibi in vendita sono più freschi e durano di più e perché non devono percorrere lunghe distanze con le emissioni in atmosfera dovute alla combustione di benzina e gasolio. Meglio, dunque, prediligere i prodotti di stagione, scegliendo la frutta e le verdure al giusto grado di maturazione e conservandola adeguatamente, senza tenere insieme quella che si intende consumare a breve con quella che si prevede di conservare più a lungo.

Ai clienti e agli ospiti del Mercato Coperto saranno consegnate anche alcune “ricette antispreco” da realizzare in casa. Semplici idee elaborate per non gettare nella spazzatura gli avanzi, ma anche per non far sparire tradizioni culinarie del passato secondo una usanza molto diffusa che ha dato origine a piatti diventati simbolo della cultura enogastronomica del territorio. I piatti antispreco sono tanti, basta solo un po’ di estro e si possono preparare delle ottime polpette recuperando della carne macinata semplicemente aggiungendo uova, pane duro e formaggio oppure la frittata di pasta per riutilizzare gli spaghetti del giorno prima e ancora la pizza rustica per consumare le verdure avanzate avvolgendole in una croccante sfoglia.

Le aziende agricole presenti al Mercato Padova Km Zero propongono il meglio dell’agricoltura padovana di stagione, dalla frutta alla verdura fresca, dalla carne ai latticini, dal miele e vino alle confetture, dal pane alle piante. C’è anche la possibilità di farsi consegnare la spesa gratuitamente a domicilio grazie ad un pratico furgone elettrico messo a disposizione dal Mercato per raggiungere i clienti direttamente a casa. Tutte le informazioni durante l’orario di apertura.

Il Mercato Coperto Padova km 0 ospita, in uno stabile da 600 metri quadrati completamente ristrutturato, circa venti aziende agricole padovane che hanno intrapreso con convinzione la strada della vendita diretta. Il mercato è aperto ogni sabato mattina dalle 8 alle 13 e mercoledì pomeriggio dalle 15 alle 19. Sulla nuova pagina Facebook Mercato Coperto Padova Km0 saranno puntualmente riportate tutte le novità sulle iniziative del mercato coperto di Padova.

 

VENEZIA: AL MERCATO AGRICOLO COPERTO DI C.A. DI MESTRE L’ALGA SPIRULINA

Sabato 23 marzo

Da domani al mercato agricolo coperto di Mestre ci sarà ospite un’azienda agricola specializzata nella produzione di Spirulina. Si tratta di una microalga molto interessante dal punto di vista nutrizionale perché al suo interno contiene un’elevata quantità di proteine (64g per ogni 100g) e 21 gli aminoacidi. Lo straordinario contenuto di sostanze nutritive della Spirulina l’hanno resa già nota secoli fa nel centro America e in Africa, grazie al suo positivo influsso su salute e benessere.

La Spirulina infatti è uno dei cibi integrali più nutrienti ricchissima di preziose sostanze nutritive quali minerali, vitamine ed antiossidanti: da cui derivano le sue molteplici proprietà antifiammatorie, ipolipidemicizzanti, antitrombotiche, antidiabetiche, antitumorali, antiossidanti, immunostimolanti, antimicrobiche, antivirali, cardioprotettive, antianemiche, neuroprotettive, prebiotiche, detossificanti. L’azienda nata nel piovese più di vent’anni fa con il florovivaismo in particolare la coltivazione di piante ornamentali si è dedicata da poco a questo progetto innovativo per la coltivazione di alghe commestibili convinti della ecosostenibilità e il desiderio di creare un prodotto interamente made in italy. “Quest’azienda da dimostrazione di uno dei possibili ambiti di innovazione in agricoltura – afferma il presidente di Coldiretti Venezia Andrea Colla – applicando i concetti di sostenibilità ed economia circolare”.